Cavendish in altura. Coach Anastopoulos ci va con le pinze

25.01.2024
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Mark Cavendish, forse l’emblema del velocista, sta lavorando in altura in Colombia. Altri colleghi sprinter invece non vogliono sentir parlare di training camp in quota. Uno su tutti? Mads Pedersen. Ma dopo tanti anni di esperienza e con il ritorno del suo allenatore, Vasilis Anastopoulos approdato quest’inverno all’Astana Qazaqstan, Cav ha trovato nuove certezze. Cerchiamo dunque di capire come sta lavorando.

Cavendish inizierà la sua stagione proprio in Sudamerica. Dopodiché andrà al UAE Tour e quindi affronterà la Tirreno. Tre corse a tappe prima della Milano-Sanremo, primo appuntamento da bollino rosso della stagione. Ma il suo grande obiettivo è un altro… L’inglese vuol essere al suo massimo per luglio quando ci sarà di scena la Grande Boucle.

Anastopoulos (a destra) è l’allenatore di Cavendish (foto Instagram)
Anastopoulos (a destra) è l’allenatore di Cavendish (foto Instagram)

Cav in Colombia

La rincorsa al fatidico record assoluto di vittorie al Tour è il nocciolo della questione. Cavendish vuol staccare anche Merckx. E sarebbe tra i pochi ad esserci riuscito! Scherzi a parte in Colombia l’ex iridato è con diversi compagni di squadra. Molti di questi condivideranno con lui una buona fetta della stagione agonistica. Si lavora dunque anche sulle affinità del treno e del gruppo che dovrà scortare Mark.

«Cavendish – spiega Anastopoulos – inizierà la sua stagione con la tournée in Colombia e questa va inquadrata come parte della sua preparazione iniziale. Le sue condizioni per ora sono okay. Sin qui abbiamo lavorato principalmente sulle ore di bici e meno sugli sprint».

Il programma di Cavendish è sostanzioso. Sarà in Colombia per tre settimane: due di allenamento e una di gara. Pertanto il suo approccio all’esordio stagionale, soprattutto perché sarà in quota, è ben calibrato. Anastopoulos non vuol sbagliare nulla e conosce bene certe dinamiche.

Lo scorso anno a Bordeaux, Philipsen tolse a Cavendish la gioia del record assoluto di vittorie al Tour. Forse ora non sarebbe di nuovo in pista
Lo scorso anno a Bordeaux, Philipsen tolse a Cavendish la gioia del record assoluto di vittorie al Tour

Più ore che intensità

Tanti coach infatti ci hanno detto in questi anni che in quota è difficile, se non controproducente, eseguire lavori massimali. Il lavoro di Cav va preso con le pinze.

Viene dunque da chiedersi come farà Cavendish ai 2.125 metri di Rionegro, nei pressi di Medellin ad uscire più forte di come è arrivato. In fin dei conti un velocista è chiamato a fare determinati sforzi massimali per migliorare. Almeno così è lecito pensare.

Ma Anastopoulos ha le idee chiare: «Il motivo principale per cui Mark fa il ritiro in quota in Colombia è perché vuole migliorare la sua capacità aerobica. Combina alcune lunghe pedalate con un po’ di lavoro anaerobico, in questo caso si tratta di sforzi la cui durata è breve». Il coach greco dunque non va ad intaccare la parte metabolica anaerobica a quanto pare.

Quindi sprint e lavori massimali sì, ma con moderazione. E sempre Anastopoulos riferisce che a parte alcune sessioni specifiche a corpo libero, Cav non solleverà pesi in palestra durante questo training camp sudamericano.

L’inglese (classe 1985) durante uno dei suoi sprint brevi in Colombia (foto Instagram)
L’inglese (classe 1985) durante uno dei suoi sprint brevi in Colombia (foto Instagram)

Massima attenzione

L’argomento “alta quota e lavori intensi” resta questione di dibattito. Lo dicono la scelta differente di alcuni sprinter, ma anche di cacciatori di classiche.

Abbiamo visto per esempio che Battistella quest’anno punterà solo sulle corse di un giorno e sulle brevi gare a tappe (niente grandi Giri), andrà in altura mentre molti belgi da classiche non lo faranno. Lo stesso Pogacar ha detto che eviterà l’alta quota prima del Giro per essere più brillante per le Ardenne. E ci ricordiamo ancora dell’esperienza di Consonni e Rota dopo l’altura, proprio in Colombia, dell’anno scorso. I due lavorarono forte. Al ritorno, all’inizio volavano, poi però pagarono dazio. E furono loro stessi a raccontarci di determinate difficoltà.

«Esistono molti modi per affrontare l’altura – spiega Anastopoulos – ma bisogna sempre stare attenti a ciò che si fa. Come detto, Cavendish sta facendo soprattutto ore di sella e solo delle brevi sessioni esplosive e per ora sembra rispondere bene.

«Per me anche se si è uno specialista delle classiche fare almeno un ritiro in quota è necessario. Se non è possibile, si può fare un camp al livello del mare, ma credo davvero che i benefici che si ottengono con l’altura siano maggiori. Anche per questo Mark tornerà in quota a maggio. Andremo a Sierra Nevada».