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Froome farà il Tour? Qualche dubbio dopo l’ultima uscita

13.06.2021
4 min
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C’è chi lo dà ormai per finito e chi aspetta con impazienza di emozionarsi ancora per le “frullate” in salita che l’hanno reso famoso. Tantissima è la curiosità che circonda Chris Froome in vista dell’imminente Tour de France (26 giugno-18 luglio). Molti mostrano scetticismo, soprattutto dopo la recente uscita sotto tono al Giro del Delfinato, che ha fatto pensare che il keniano bianco possa persino non essere alla grande partenza dalla Bretagna. 

Dopo l’ultima uscita al Giro del Delfinato, ora la curiosità dei media è una sola: Froome farà il Tour?
Dopo l’ultima uscita al Giro del Delfinato, ora la curiosità dei media è una sola: Froome farà il Tour?

Risponde Cozzi

Per saperne di più, abbiamo interpellato Claudio Cozzi, direttore sportivo della Israel Start-Up Nation, reduce da un Giro d’Italia sopra le attese grazie alla maglia rosa di Alessandro De Marchi (che qualche giorno fa è tornato di nuovo sotto i ferri per sistemare la clavicola fratturata) e al successo di Daniel Martin a Sega di Ala. Pur non essendo presente in ammiraglia alla Grande Boucle (farà la Vuelta), il cinquantaquattrenne dirigente lombardo ci ha parlato di cosa aspettarci da Froome. Chris cederà i gradi di capitano a Mike Woods, ma proverà a lasciare il segno nella corsa francese che ha vinto quattro volte (2013, 2015, 2016, 2017) ai tempi del Team Sky. Riuscirà a tornare grande grazie al Tour?

Al Tour of the Alps in fuga verso Naturno per riprovare belle sensazioni
Al Tour of the Alps in fuga verso Naturno per riprovare belle sensazioni

Fuga sulle Alpi

«Sono stato con lui al Tour of the Alps – racconta Cozzi – e l’avevo visto bene perché lui di testa è fortissimo. Adesso deve soltanto colmare il gap dal punto di vista fisico. E’ stato sfortunato a non aver corso tanto l’anno scorso, con la stagione storta del 2020 per la pandemia, mentre lui avrebbe avuto bisogno di più chilometri dopo il terribile incidente dell’anno precedente al Delfinato. Al Tour of the Alps, ha passato due giorni a dirmi che doveva attaccare, per vedere come stava. E dopo la tappa in cui è andato allo scoperto, mi ha rivelato che è stato il primo giorno in cui la testa era connessa con le gambe dal momento del brutto infortunio.

Un giorno da Froome

«E’ stato bello vederlo correre con grinta e determinazione. Ha dato sfoggio della sua “frullata”, che speriamo di rivedere anche in Francia. Sarebbe un premio per l’impegno e la professionalità che sta mettendo, oltre che rappresentare una soddisfazione per tutti tornare a vedere gli show che ha sempre fatto sulle grandi salite d’Europa».

Cozzi è passato al gruppo Israel dopo la fusione con la Katusha in cui era dal 2009
Cozzi è passato al gruppo Israel dopo la fusione con la Katusha in cui era dal 2009

Il Tour per la Vuelta

Dunque, nessun assillo di classifica, per una volta, ma soltanto quello di ritrovare il colpo di pedale dei giorni migliori, magari da far fruttare poi per il prosieguo della stagione.

«Sta lavorando in direzione Tour – prosegue Cozzi – anche per il blasone della Grande Boucle. Poi dovrebbe fare la Vuelta, in cui sono sicuro che lascerà il segno. Lui è una macchina da guerra a livello mentale. Non so se arriverà al 100 per cento in Francia, ma secondo me farà un passo avanti. Però bisogna essere realisti e non aspettarsi qualcosa sin dai i primi giorni. Nel finale magari sì, visto che mi attendo un Tour in crescita da parte sua. Chris è convinto di tornare in alto, non sa se per vincere un grande Giro o qualcos’altro, ma lo crede con fermezza».

Nel 2017 il quarto Tour vinto e la quarta Pinarello gialla dalle mani di Fausto
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Team fiducioso

Le attese sono alte, ma poggiano su poche certezze, soprattutto dopo l’ultima uscita al Delfinato. «Neanche lui sa cosa aspettarsi – conclude Cozzi – ma sa di poterci riuscire e questo è uno stimolo per tutta la squadra. Cercavamo proprio un leader carismatico capace di motivare e aiutare a crescere tutto il gruppo e non soltanto per il palmares e per i successi individuali. Chris è un professionista super serio, che cerca sempre il pelo nell’uovo. Dà tantissime indicazioni preziose sulle strategie di corsa e fornisce sempre feedback di alto livello. L’importante ora è che lui ritrovi la migliore connessione tra testa e le gambe. Poi più chilometri fa e più riacquista condizione: siamo fiduciosi. La sfida di Chris è anche la mia sfida e mi piace pormi obiettivi ambiziosi, in cui però credo con tutto me stesso».