Uno di noi con Higuita, nel ritiro di Antioquia

20.05.2022
6 min
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Sergio Higuita è un ciclista all’antica: si allena, riposa e mangia a dovere. Non ha segreti, ma ha una mentalità coerente con i suoi obiettivi.

«Perché io salti un allenamento, deve esserci una tempesta molto seria. Per il resto, niente», dice nel bel mezzo di una chiacchierata serena e rilassata nella Casa del Ciclista, luogo paradisiaco fatto costruire da Mauricio Ardila. Come un visionario dei bisogni dell’era moderna, l’ex corridore della Rabobank ha progettato dei villini nel bel mezzo del paesaggio montuoso di Antioquia, situati a 2.200 metri sul livello del mare.

Fuga dalla città

Sono molti gli ospiti che frequentano le sue strutture. Dai ciclisti nazionali ai professionisti colombiani del WorldTour come Harold Tejada e Daniel Arroyave. E anche atleti internazionali che hanno cambiato le loro abitudini europee, come Tom Domoulin e Koen Bouwman, protagonisti della fuga vincente nell’ottava tappa del Giro d’Italia. Entrambi hanno goduto dei benefici di un luogo che è diventato, senza ulteriori indugi, la casa di Sergio Higuita e della sua famiglia.

Il campione nazionale ha ben chiaro che per essere un ciclista di alto livello, deve allontanarsi dalle distrazioni della città e dalle distrazioni che circondano la vita degli atleti che fanno del Paese una meta di fama mondiale.

La maglia di campione colombiano, sudata come dopo ogni allenamento di Higuita
La maglia di campione colombiano, sudata come dopo ogni allenamento di Higuita

Niente per caso

La sua routine è semplice. Si alza, fa una sessione di riscaldamento e controlla i dettagli con Don Leo (Leonardo Higuita, suo padre), fidato assistente e guida stradale. L’uomo che non distoglie lo sguardo da lui e controlla il traffico affinché i suoi allenamenti si svolgano senza intoppi.

Non c’è un dettaglio casuale nella vita professionale dell’ultimo vincitore della Volta Catalunya, che dopo aver avuto un brillante primo semestre all’esordio con la Bora-Hansgrohe, ha iniziato a preparare gli obiettivi per la seconda parte di stagione, che avrà come obiettivo principale la Vuelta a España. Sergio non sarà al Tour de France. Il leader della grande corsa francese sarà infatti il russo Alexandr Vlasov.

Niente Giro né Tour per Higuita, che sarà leader della Bora-Hansgrohe alla Vuelta
Niente Giro né Tour per Higuita, che sarà leader della Bora-Hansgrohe alla Vuelta

Leader alla Vuelta

Sergio, per decisione presa insieme alla squadra, ha disegnato il calendario per essere leader alla Vuelta. E magari, se tutto andrà bene, per disputare il mondiale in Australia.

«Stiamo già facendo altura – dice l’antioqueño, primo colombiano a vestire la maglia della prestigiosa formazione tedesca – la verità è che ho perso questa settimana per via delle vacanze, ma c’è molto tempo per preparare i prossimi obiettivi, cioè il Giro di Svizzera, la Vuelta Burgos e la Vuelta España. Siamo motivati perché la prima parte di stagione è andata molto bene, grazie alla squadra che ha riposto molta fiducia in me.

In Colombia, Higuita si sta allenando con Santiago Mesa, della Fundacion Mauela
In Colombia, Higuita si sta allenando con Santiago Mesa, della Fundacion Mauela

«Lo stile di lavoro – prosegue – è compatibile al cento per cento con me e così anche la mentalità. Sono molto felice di aver fatto così la prima parte della stagione e felice di essere tornato in Colombia con la mia famiglia, concedendomi una pausa per affrontare la seconda parte della stagione con tutta la predisposizione e la voglia.

«Andremo alla Vuelta con un grande obiettivo», rimarca il due volte campione nazionale su strada, che proprio alla Vuelta ha avuto il suo battesimo nei grandi Giri. Lì ha lasciato il segno con una magnifica vittoria a Becerril de la Sierra.

«Speriamo che l’esperienza che ho acquisito partecipando a tre grandi Giri – dice – mi aiuterà per questa occasione. Vado senza pressione e per divertirmi. La Vuelta è una corsa molto bella e interessante», assicura il colombiano, che ha spiegato il motivo per cui non è ai nastri di partenza del Giro d’Italia o del Tour de France.

In questi giorni nell’altura di Antioquia, Higuita alloggia nei bungalow della Casa del Ciclista
In questi giorni nell’altura di Antioquia, Higuita alloggia nei bungalow della Casa del Ciclista

Giro-Tour: perché no…

«Inizialmente non ho scelto il Giro, perché mi piace sempre avere un inizio di stagione molto intenso, facendo tre gare di una settimana e poi le classiche, che per me sono molto importanti. In questo modo arriverei troppo forte al Giro, dove bisogna presentarsi invece a un livello più tranquillo», dice a proposito della Corsa Rosa.

«E quanto al Tour de France, il percorso di quest’anno è molto complicato, soprattutto la tappa sul pavé. Non ho paura, ma credo che la squadra abbia bisogno di un altro tipo di uomo per difendere i leader che porteranno. Non tanto degli scalatori, quanto piuttosto atleti di buona statura come Nils Polit o Jordi Meeus, che sono corridori da Roubaix e che possono assistere molto bene Vlasov, leader al Tour. Il percorso è per uomini che pesano più di 63 chili. Ci sono tappe con molto vento, salite di grande potenza. La squadra mi dà la libertà di scegliere il calendario e per questo ho deciso di escludere il Tour. Di sicuro però l’anno prossimo sarò al Giro, una gara che mi piacerebbe molto fare».

Una settimana di vacanze prima di ricominciare: prossimo obiettivo il Giro di Svizzera
Una settimana di vacanze prima di ricominciare: prossimo obiettivo il Giro di Svizzera

Obiettivo Wollongong

Quanto al mondiale, uno dei suoi sogni da quando era professionista, fa parte dei piani. Ad Harrogate (Inghilterra) è arrivato quarto nella categoria under 23, mentre fra gli elite gli piacerebbe fare una prestazione eccezionale.

«Dobbiamo aspettare la decisione della squadra, ma penso che se avrò l’opportunità di andare, potrò fare bene. E’ un mondiale difficile. Abbiamo uomini molto forti, quindi possiamo anche cercare l’occasione per fare bene. Alla squadra piace che rappresenti la Colombia, gli piace avere molti campioni nazionali e che i loro ciclisti corrano per i loro Paesi».