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Il Team Colpack da Santini: prende forma la maglia 2023

23.02.2023
6 min
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Persico, Romele, Quaranta e Meris insieme a Rossella Di Leo e tutto il Tea Colpack-Ballan, per un giorno nella sede di Santini a Bergamo. Per le foto. Per esplorare il reparto produzione. Infine per imparare a cucire la maglia con cui correranno a partire da sabato prossimo

Alla fine quello che ha lavorato meglio è Persico. Davide ha un certo occhio nel cucire e una buona manualità, dice la signora bionda che a turno ha ospitato i corridori del Team Colpack-Ballan alla sua macchina per cucire. Romele ha presto capito che correre in bici per certi versi è meglio che lavorare. Meris ha cucito la maglia con un buco. Quaranta ci ha provato.

Per i quattro corridori bergamaschi della squadra di Rossella Di Leo, la mattinata nella produzione di Santini Cycling si trasforma in una presa di contatto accelerato col mondo del lavoro e la complessità di realizzare la maglia con cui correranno. L’hanno vista nascere in un computer. Essere stampata su grandi rotoli di carta. Diventare una sagoma da ritagliare. Essere finalmente trasferita su tessuto. E alla fine trasformarsi in una serie di pezze da cucire. Molto più semplice infilarla e sudarci dentro, hanno pensato i corridori. Persico intanto guardava ed era curioso.

La nuova sede di Santini, un altro mondo rispetto alla nostra prima visita e che non si può mostrare prima della presentazione, ha ospitato il Team Colpack al gran completo, velocisti della pista compresi. Tutti gli sponsor del team. I mezzi parcheggiati fuori. E intorno l’azienda bergamasca che da quest’anno veste la squadra, a raccontare il luogo e i prodotti che saranno forniti. Bergamo stamattina è calda, nei notiziari intanto si parla di laghi e fiumi al minino.

Per le foto ufficiali del 2023, si è scelta la nuova sede Santini, che sarà presentata a maggio (foto Rodella)
Per le foto ufficiali del 2023, si è scelta la nuova sede Santini, che sarà presentata a maggio (foto Rodella)

Donna fra le donne

Rossella Di Leo ha l’espressione soddisfatta. La team manager del Team Colpack-Ballan respira la vigilia di una buona stagione e intanto si frega le mani, donna nel mondo del ciclismo, per la neonata collaborazione con Santini, che a sua volta è amministrata da due donne: Paola e Monica. Il Cavalier Pietro Santini si aggira orgoglioso, intrattiene e osserva ogni dettaglio.

«In realtà – precisa – abbiamo iniziato la collaborazione col Maglificio Santini tanto tempo fa, parlo di trent’anni, quando con la UC Bergamasca eravamo ancora alle prime squadre dilettantistiche. Quest’anno è iniziata una nuova collaborazione che ci rende davvero orgogliosi».

Anche per il 2023, il Team Colpack-Ballan correrà su bici Cinelli
Anche per il 2023, il Team Colpack-Ballan correrà su bici Cinelli

La stagione del riscatto

Sulla stagione si potrebbe dire tanto, ma par di capire che sarà meglio aspettare il debutto di sabato alla San Geo, tirata ancora una volta a lucido da Gianni Pozzani.

«Due anni fa – prosegue Rossella – abbiamo vinto il Giro d’Italia con Ayuso e il campionato del mondo con Baroncini. Sono state due grosse soddisfazioni, arrivate dopo 32 anni di attività. Non è passato molto tempo, ma sembra che tutti si siano già dimenticati di quel periodo. Il 2022 è stato una stagione difficile per varie sfortune. Comunque venivamo da due anni di Covid, per cui siamo in cerca di riscatto. Abbiamo una squadra giovane come siamo abituati a fare. Sono tutti under 23 tranne Boscaro, che corre nelle Fiamme Azzurre. Abbiamo fiducia nei giovani».

La grafica della maglia è insolita e interessante, dato che rappresenta i sacchi neri di produzione Colpack
La grafica della maglia è insolita e interessante, dato che rappresenta i sacchi neri di produzione Colpack

I sacchi neri

La singolarità della maglia sta nella grafica che la riempie. Si potrebbe pensare a una fantasia astratta, ma basta osservare con più attenzione e farsi guidare da Stefano Devicenzi di Santini per rendersi conto del messaggio.

«La grafica della maglia – spiega- è nata in seguito a un profondo studio e alla possibilità di avere carta bianca. Così abbiamo studiato qualcosa un po’ diverso dal solito. Magari non è facile intuirlo o scoprirlo da soli, ma se indirizzati si possono cogliere dei dettagli molto interessanti. La proposta nasce dal nostro designer che sviluppa le collezioni e lavora sulla linea grafica e il visual a livello aziendale.

«L’idea è stata quella di mettere sotto una luce mai avuta prima il main sponsor della squadra. Abbiamo utilizzato una grafica che a primo impatto può sembrare un pattern astratto, quando in realtà rappresenta la produzione di Colpack. Sono dei sacchi della spazzatura, un elemento in apparenza povero che diventa l’elemento distintivo per la maglia 2023».

Fornitura al top

Su cosa significhi per il maglificio che veste la Trek-Segafredo e realizza le maglie del Tour e quelle iridate dei mondiali seguire una continental, Devicenzi è estremamente chiaro.

«Per noi è un orgoglio – dice – semplicemente per il fatto che siamo due realtà del territorio bergamasco, quindi il fatto di collaborare ci è parso naturale. Abbiamo iniziato a confrontarci, a parlare e ci siamo trovati subito in sintonia. Perché non mettere insieme due realtà bergamasche come la Colpack, che è una bellissima realtà nel ciclismo dei giovani, e noi che siamo fermamente convinti dello sviluppo del territorio in cui in cui lavoriamo?

«Come necessità tecniche, una continental non differisce tantissimo da una squadra professionistica. Cambiano i numeri, cambiano gli impegni. Per fare un parallelismo, sono in linea con le squadre femminili del WorldTour attuale, che comunque hanno una fornitura e una tecnicità dei prodotti identiche a quelle dei professionisti. Nel nostro caso, comunque, la squadra l’abbiamo equipaggiata con il meglio che possiamo offrire».

Antonio Tiberi, Flavio Miozzo, Trofeo San Vendemiano 2020

Allarme Colpack, fermate il saccheggio

09.11.2020
4 min
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Finito il 2020 con la crono di Treviglio del primo novembre, il Team Colpack-Ballan ha chiuso la stagione versando l’assicurazione per il 2021. L’Uci infatti non ha voluto concedere rinvii, sia pure minimi. Rinnovare un progetto continental alla vigilia di un anno come quello che si annuncia è in effetti un atto di coraggio, dato che non c’è certezza delle corse che effettivamente si disputeranno, mentre è assai probabile che in quelle che saranno fatte sarà massiccia la presenza di WorldTour e professional dall’estero.

«Finché Colleoni sarà al nostro fianco – dice la team manager Rossella Di Leo – e avremo la conferma di sponsor come Ballan, potremo andare avanti. E poi, anche se a marzo compiremo trent’anni di attività e ne siamo fieri, trarremo le nostre conclusioni».

Antonio Tiberi, Trofeo San Vendemiano 2020
Tiberi vince il Trofeo San Vendemiano con 15 chilometri di fuga (foto Scanferla)
Antonio Tiberi, Trofeo San Vendemiano 2020
Per Tiberi fuga e vittoria a San Vendemiano (foto Scanferla)

Cinque passaggi

Il Team Colpack-Ballan del prossimo anno sarà composto da 17 atleti. Potrebbero essere 18, avendo in squadra due specialisti (i pistard Gidas Umbri e Davide Boscaro), ma per ora ci si ferma un gradino sotto.

«Saranno tutti continental – dice Di Leo – il progetto under 23 si è fermato contro il Covid. Non sappiamo cosa succederà e dove correremo, siamo quasi allo sbaraglio, dal punto di vista economico e agonistico. In più metteteci il gioco dei procuratori e dei team manager, che fanno a gara a chi prende i corridori più giovani. Noi perdiamo Zoccarato, che è un quarto anno ed è pronto fisicamente e tecnicamente. Ma salutiamo anche Tiberi, Piccolo, Vacek e Trainini. Atleti di 19 e 20 anni. Il regolamento impone che facciano due anni da dilettanti, ma è chiaro che un contratto di lavoro viene prima. Noi abbiamo proposto di farli passare dopo un anno e mezzo, in modo che arrivino a fare al Giro d’Italia, ma non possiamo costringerli. Dovrebbe parlare la Federazione, ma finora io non ho sentito nulla. E il saccheggio va avanti…».

Non c’è più una logica, ribadisce, in una squadra come la Colpack che vorrebbe fare crescere i giovani come ha già fatto con Masnada, Ciccone, Consonni e Ganna.

Fenomeno spagnolo

Nel ciclismo dei giovani fenomeni, i ragazzi hanno gran fretta di passare tra i grandi. Atleti che hanno dimostrato qualcosa e altri che neppure si conoscono.

«Anche la Colpack avrà un fenomeno spagnolo – sorride – si chiama Juan Ayuso e ce lo ha portato Matxin della Uae Emirates. Lui ha compiuto 18 anni a settembre ed è determinato a vincere il Tour de France. Vediamo da vicino cos’è un fenomeno. Però, anche qui… Un conto è Matxin che vuole tenere il corridore tranquillo e quindi lo lascia under. Altra cosa sono i team manager e i procuratori che hanno paura di perdere i ragazzi e così li fanno firmare prestissimo. Trainini con noi ha fatto una corsa e si è ritirato. La musica cambierebbe se fossimo collegati a una WorldTour, com’era con la Lampre-Merida. Ma l’Uci ha messo paletti sul tipo di società e alla fine è saltato tutto».

Team Colpack, Trofeo Laigueglia 2020
Il 2020 era cominciato bene, con il debutto tra i pro’ a Laigueglia (foto Scanferla)
Team Colpack, Trofeo Laigueglia 2020
Nel 2020 debutto tra i pro’ a Laigueglia (foto Scanferla)

Petrucci di Francia

La squadra che perde i talenti più giovani riparte con il velocista colombiano Gomez, con Gazzoli e Baroncini.

«Poi dalla Francia è tornato Petrucci – prosegue Di Leo – che era voluto andare alla Groupama, ma non è stata una bella esperienza. Nelle occasioni in cui lo abbiamo incrociato, si è mosso sempre bene, per cui speriamo che con un anno in più, possa portare energie fresche. Tra i giovani c’è anche il figlio di Ivan Quaranta, mentre mi dispiace che Baldaccini sia andato via poco prima che cambiasse il regolamento e gli permettessero di correre anche le gare nazionali. Lui sarebbe stato per noi come Masnada quattro anni fa».

Quanti diesse…

Sull’ammiraglia Colpack restano suo fratello Giuseppe Di Leo e con lui Antonio Bevilacqua, Gianluca Valoti e Ivan Quaranta.

«Abbiamo quasi più direttori che tecnici – scherza Rossella – ma la verità è che l’attività continental  richiede anche parecchi accompagnatori disposti a sobbarcarsi viaggi impegnativi e non è facile trovarne. Per cui essere in tanti ci permette di coprire tutti i ruoli. Per il resto, correremo ancora su bici Cinelli e avremo un budget intorno ai 700 mila euro. Questo se le cose vanno in una direzione normale. E noi siamo qui a fare gli scongiuri che sia così…».