Ravasi riparte dall’Austria e vuole indietro il suo posto

07.02.2024
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Edward Ravasi ha ritrovato l’equilibrio. Lo raggiungiamo in una sera di febbraio dopo una giornata dedicata alla palestra e ad una delle ultime sedute di corsa piedi: con l’avvicinamento del debutto, si tornerà alla bicicletta.

Dallo scorso anno il varesino di Besnate corre con la Hrinkow Advarics, continental austriaca con sede a Steyr, 170 chilometri a est di Vienna. C’è arrivato alla fine di quello che poteva sembrare un lento declino, invece vi ha ritrovato l’entusiasmo per il ciclismo. Si capisce dal timbro della voce e sarà più chiaro mano a mano che le risposte seguiranno le domande, anche le più scomode.

Ravasi è nato il 5 giugno del 1994 ed è professionista dal 2017, passato insieme ad altri tre talenti della Colpack: Ganna, Consonni e Troia. Ha corso per quattro stagioni con la prima UAE Emirates, poi due anni alla Eolo-Kometa. Quello che inizia è il secondo anche con il team austriaco.

Ganna e Ravasi, assieme a Consonni e Troia passarono nel 2017 in maglia UAE
Ganna e Ravasi, assieme a Consonni e Troia passarono nel 2017 in maglia UAE
Quando ricominci?

La squadra inizia con il Tour of Taiwan, io invece partirò a metà marzo con le gare di un giorno in Croazia e Slovenia. L’idea è di andare forte da maggio ad agosto, con un occhio di riguardo per il Tour of Austria, che sarà il centro della stagione. Vengo da un buon inverno, mi sono allenato senza problemi, mi sento già bene.

Come è stato ritrovarsi in una squadra continental a fare un’attività di secondo piano?

L’anno scorso venivo da un periodo difficile. Dentro di me facevo fatica a metabolizzare il cambiamento, poi mi sono accorto che quando partivo per le corse, i pensieri se ne andavano via. Magari preferisco correre il Giro d’Austria, perché è una 2.1 e mi ci trovo più a mio agio, usando le altre corse per fare la gamba. Però intanto l’anno scorso c’è scappata pure la vittoria, che mi ha dato morale e mi ha fatto ritrovare lo spirito dei bei tempi.

Edward Ravasi è nato il 5 giugno del 1994 ed è pro’ dal 2017. E’ alto 1.81 e pesa 61 chili (immagine Instagram)
Edward Ravasi è nato il 5 giugno del 1994 ed è pro’ dal 2017. E’ alto 1.81 e pesa 61 chili (immagine Instagram)
Sembri sorpreso…

All’inizio è stato difficile, ma ho trovato un buon mondo che non credevo. Leggevo nei giorni scorsi dell’idea di fare la Superlega, ma qui in Austria una Champions League se la sono già inventata. C’è un circuito di gare in cui l’anno scorso mi sono divertito, ritrovando la voglia di correre.

Come mai le cose con la Eolo-Kometa non sono andate?

Non ci siamo trovati su alcuni punti. Nel 2022 ho avuto una ciste e sono dovuto stare fermo per un mese. Non l’abbiamo operata, è passata con gli antibiotici. Poi ho avuto qualche acciacco al Giro di Sicilia, ma soprattutto a giugno è venuto a mancare mio padre. Era un punto di riferimento, mi sono ritrovato fra continui alti e bassi. E così sono arrivato a fine anno e onestamente credevo che mi sarei sistemato, ma senza risultati è stato impossibile. Invece, a dispetto di tutto, qui ho ritrovato la tranquillità personale e sono circondato dalle persone di cui ho davvero bisogno.

Nel 2023, Ravasi ha vinto la Osterreichische Meisterschaften Berg (immagine Instagram)
Nel 2023, Ravasi ha vinto la Osterreichische Meisterschaften Berg (immagine Instagram)
L’obiettivo è tornare in una squadra più grande?

Lo era anche l’anno scorso. Ad agosto mi hanno offerto un buon rinnovo del contratto con la clausola per potermi svincolare se trovassi una professional o una WorldTour. La mia idea è tornare di là e fare una o due stagioni buone. Già dall’anno scorso ho visto che i miei valori in salita sono tornati al livello dei migliori, per cui credo che potrei dire ancora la mia.

La tua carriera finora è andata per come te l’eri immaginata?

E’ stata più complicata del previsto e certo al di sotto delle aspettative. Al terzo anno con la UAE stavo anche andando bene, invece alla Vuelta Burgos ho avuto la frattura al collo del femore che mi ha bloccato. L’anno dopo c’è stato il Covid e poi gli anni alla Eolo sono passati via in fretta. Non credevo di fare tanta fatica, credevo di poter battagliare con quelli che sfidavo fra gli under 23.

Giro d’Italia 2021, arrivo di Sega di Ala: i due anni con la Eolo-Kometa non hanno dato i frutti sperati
Giro d’Italia 2021, arrivo di Sega di Ala: i due anni con la Eolo-Kometa non hanno dato i frutti sperati
Sei un nuovo Ravasi?

Ho ritrovato la passione per la bici e condivido il bello di fare sport con la mia ragazza, che fa corsa a piedi. Anche con il mio preparatore Luca Filipas dell’Endurance Academy c’è un rapporto ormai di famiglia e questo mi dà più energia e mi fa quasi sentire più giovane dei mei 28 anni. Credo di aver avuto una crescita atletica e anche psicologica. Diciamo che le bastonate servono a farti capire cosa bisogna fare.

Sei sempre parso eccessivamente magro, hai avuto un rapporto sereno col cibo?

Non ho mai avuto beghe, ma è vero che negli ultimi anni le dinamiche sono cambiate. Sono passato nel pieno del mito della magrezza, ora credo di aver trovato la quadra, avendo rimesso su la forza che mi serviva. Sono cose significative e non sempre quando sei giovane segui o ricevi i consigli giusti. Dopo che ci sbatti la testa invece, impari. Mangiavo il giusto, ma forse non era abbastanza. Ora mi sono irrobustito e mi sento più forte.

Dopo aver corso con la Eolo, nel 2023 Ravasi è passato nell’austriaco Team Hrinkow Advarics (foto Andrea D’Ambrosio)
Dopo aver corso con la Eolo, nel 2023 Ravasi è passato nell’austriaco Team Hrinkow Advarics (foto Andrea D’Ambrosio)
Resti un corridore per le salite?

Certamente, i numeri sono quelli. Ora sto lavorando sull’aerodinamica e la forza in pianura, affinché possa arrivare alle salite avendo ancora energie da spendere. L’obiettivo è il Tour of Austria, perché ne ho tutte le caratteristiche.

Tu vorresti tornare in una squadra più grande, sai che la tua Colpack dal prossimo anno sarà professional?

Lo so, lo so, ma è meglio non dire nulla. Concentriamoci sulle corse, al 2025 penseremo poi.