Antonio Tiberi, Flavio Miozzo, Trofeo San Vendemiano 2020

Allarme Colpack, fermate il saccheggio

09.11.2020
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Finito il 2020 con la crono di Treviglio del primo novembre, il Team Colpack-Ballan ha chiuso la stagione versando l’assicurazione per il 2021. L’Uci infatti non ha voluto concedere rinvii, sia pure minimi. Rinnovare un progetto continental alla vigilia di un anno come quello che si annuncia è in effetti un atto di coraggio, dato che non c’è certezza delle corse che effettivamente si disputeranno, mentre è assai probabile che in quelle che saranno fatte sarà massiccia la presenza di WorldTour e professional dall’estero.

«Finché Colleoni sarà al nostro fianco – dice la team manager Rossella Di Leo – e avremo la conferma di sponsor come Ballan, potremo andare avanti. E poi, anche se a marzo compiremo trent’anni di attività e ne siamo fieri, trarremo le nostre conclusioni».

Antonio Tiberi, Trofeo San Vendemiano 2020
Tiberi vince il Trofeo San Vendemiano con 15 chilometri di fuga (foto Scanferla)
Antonio Tiberi, Trofeo San Vendemiano 2020
Per Tiberi fuga e vittoria a San Vendemiano (foto Scanferla)

Cinque passaggi

Il Team Colpack-Ballan del prossimo anno sarà composto da 17 atleti. Potrebbero essere 18, avendo in squadra due specialisti (i pistard Gidas Umbri e Davide Boscaro), ma per ora ci si ferma un gradino sotto.

«Saranno tutti continental – dice Di Leo – il progetto under 23 si è fermato contro il Covid. Non sappiamo cosa succederà e dove correremo, siamo quasi allo sbaraglio, dal punto di vista economico e agonistico. In più metteteci il gioco dei procuratori e dei team manager, che fanno a gara a chi prende i corridori più giovani. Noi perdiamo Zoccarato, che è un quarto anno ed è pronto fisicamente e tecnicamente. Ma salutiamo anche Tiberi, Piccolo, Vacek e Trainini. Atleti di 19 e 20 anni. Il regolamento impone che facciano due anni da dilettanti, ma è chiaro che un contratto di lavoro viene prima. Noi abbiamo proposto di farli passare dopo un anno e mezzo, in modo che arrivino a fare al Giro d’Italia, ma non possiamo costringerli. Dovrebbe parlare la Federazione, ma finora io non ho sentito nulla. E il saccheggio va avanti…».

Non c’è più una logica, ribadisce, in una squadra come la Colpack che vorrebbe fare crescere i giovani come ha già fatto con Masnada, Ciccone, Consonni e Ganna.

Fenomeno spagnolo

Nel ciclismo dei giovani fenomeni, i ragazzi hanno gran fretta di passare tra i grandi. Atleti che hanno dimostrato qualcosa e altri che neppure si conoscono.

«Anche la Colpack avrà un fenomeno spagnolo – sorride – si chiama Juan Ayuso e ce lo ha portato Matxin della Uae Emirates. Lui ha compiuto 18 anni a settembre ed è determinato a vincere il Tour de France. Vediamo da vicino cos’è un fenomeno. Però, anche qui… Un conto è Matxin che vuole tenere il corridore tranquillo e quindi lo lascia under. Altra cosa sono i team manager e i procuratori che hanno paura di perdere i ragazzi e così li fanno firmare prestissimo. Trainini con noi ha fatto una corsa e si è ritirato. La musica cambierebbe se fossimo collegati a una WorldTour, com’era con la Lampre-Merida. Ma l’Uci ha messo paletti sul tipo di società e alla fine è saltato tutto».

Team Colpack, Trofeo Laigueglia 2020
Il 2020 era cominciato bene, con il debutto tra i pro’ a Laigueglia (foto Scanferla)
Team Colpack, Trofeo Laigueglia 2020
Nel 2020 debutto tra i pro’ a Laigueglia (foto Scanferla)

Petrucci di Francia

La squadra che perde i talenti più giovani riparte con il velocista colombiano Gomez, con Gazzoli e Baroncini.

«Poi dalla Francia è tornato Petrucci – prosegue Di Leo – che era voluto andare alla Groupama, ma non è stata una bella esperienza. Nelle occasioni in cui lo abbiamo incrociato, si è mosso sempre bene, per cui speriamo che con un anno in più, possa portare energie fresche. Tra i giovani c’è anche il figlio di Ivan Quaranta, mentre mi dispiace che Baldaccini sia andato via poco prima che cambiasse il regolamento e gli permettessero di correre anche le gare nazionali. Lui sarebbe stato per noi come Masnada quattro anni fa».

Quanti diesse…

Sull’ammiraglia Colpack restano suo fratello Giuseppe Di Leo e con lui Antonio Bevilacqua, Gianluca Valoti e Ivan Quaranta.

«Abbiamo quasi più direttori che tecnici – scherza Rossella – ma la verità è che l’attività continental  richiede anche parecchi accompagnatori disposti a sobbarcarsi viaggi impegnativi e non è facile trovarne. Per cui essere in tanti ci permette di coprire tutti i ruoli. Per il resto, correremo ancora su bici Cinelli e avremo un budget intorno ai 700 mila euro. Questo se le cose vanno in una direzione normale. E noi siamo qui a fare gli scongiuri che sia così…».