Spazio anche ai “terzo anno”, la Otelli dice sì

30.10.2020
4 min
Salva

La Aspiratori Otelli Carin Baiocchi è una delle squadre che può sorridere in questo 2020. Il team diretto da Giambattista Bardelloni e Matteo Freguglia ha sede a Carpaneto. Forte di dodici ragazzi,  i piacentini se la sono cavata alla grande.

«Già che abbiamo ripreso a correre – dice Bardelloni – non è stato poco. In più i ragazzi hanno raccolto cinque vittorie e per questo non posso che essere più che soddisfatto di questo anno così particolare. Cinque vittorie che visto il livello delle gare non sono poche, anzi… Diventa un bilancio più che positivo».

Francesco Calì, passerà alla Colpack
Francesco Calì, passerà alla Colpack

Da Otelli a Colpack

La stella del gruppo è senza dubbio Francesco Calì. Di questo ragazzo ci aveva già parlato Rino De Candido, il tecnico della nazionale italiana juniores. Bardelloni racconta di un giovane serio, molto meticoloso, con voglia di fare. Uno che chiede sempre tutto su allenamenti, alimentazione, che vuol sapere perché deve fare questo e non quell’allenamento.

«Premesso che da juniores non esistono fenomeni – dice Bardelloni – Calì è molto bravo. Va forte. Ha perso il Giro del Friuli per meno di un secondo, ha vinto altre gare. Se continuerà ad avere voglia di fare sacrifici potrà arrivare lontano. Mentalmente è già a posto, sul piano fisico deve ancora maturare. E’ alto e magro, cresce velocemente e ogni tanto ha qualche doloretto, magari al ginocchio… bisogna lasciargli i suoi tempi». Un corridore così non resta certo a piedi. Se l’è preso la Colpack. Un team che sa ben valorizzare i giovani. 

«Ma anche Giosuè Epis ed Andrea Piras sono stati bravi. Piras ha fatto gli europei. E’ un po’ più “alla buona” rispetto a Calì. Se un giorno a lui non dai gli allenamenti non è che sta lì a chiamarti. Magari ti dice a fine giornata che ha fatto due ore così… Anche lui però è bravo e passerà U23».

Livello alto: si e no

Anche alla Aspiratori Otelli si parla di un livello molto elevato nelle corse disputate. Ma questo è un bene o un male?

«E’ un bene per coloro che vanno forte e sono riusciti subito a mettersi in mostra. E’ un male per i ragazzi che invece erano meno forti. Quelli rischi di lascarli indietro. Ragazzi che magari avevano bisogno di più tempo.

«Questa  una categoria particolare. Una categoria in cui si iniziano ad avere le vere distrazioni. Chi va forte qui non è detto che ci vada anche dopo. E viceversa. Per esempio Gabriele Coloberti, l’anno scorso da primo anno aveva anche vinto, quest’anno non ha fatto un piazzamento nei dieci. Se ci fossero state più corse avrebbe trovato il suo spazio».

Un ambiente positivo tra i ragazzi non è sempre facile, merito (anche) dei direttori sportivi
Trovare un ambiente positivo tra i ragazzi non è sempre facile

Il terzo anno?

La Otelli conferma le 12 unità in rosa. La loro scelta è distaccata dall’effetto covid. Matteo Freguglia, l’altro direttore sportivo, in tal senso è molto fiducioso: «Credo che l’anno prossimo con molti innesti possiamo ripartire per aprire un nuovo ciclo». Matteo è giovane ha voglia di’ imparare e lui stesso ammette che seguire questa categoria è una grande scuola e Bardelloni un maestro.

Ci sono stati anni in cui ne hanno avuti dieci e anni in cui sono arrivati a 15. Ma quel che è più curioso è che in lista ci sono anche due “terzo anno”.

«Ne abbiamo otto di primo anno, due di secondo e due di terzo – conclude proprio Bardelloni – Come mai? Il comitato provinciale consente ai ragazzi che non hanno trovato squadra tra gli U23 di continuare a correre, proprio perché si è corso poco. Questi atleti sono comunque tesserati come U23. Possono correre da individuali o appoggiarsi ad un team, purché abbiamo meno di dieci punti FCI. Se per esempio vincono due gare, ecco che non possono più correre tra gli juniores, ma possono gareggiare solo con gli U23. Non solo, ma se una gara juniores è lontana da casa, possono prendere il via in una U23 che magari quella domenica è più vicina a loro».

Ma non si rischia di squilibrare la categoria? Bardelloni assicura: «No, non si tratta di molti atleti e soprattutto i più forti hanno tutti trovato squadra anche tra gli U23».