Una conferma che era nell’aria già da qualche settimana. Il wine brand Astoria sinonimo di ottimo vino ma anche di ciclismo, ha confermato la sua partnership con RCS Sport anche per la stagione 2022. Il rinnovo di questa partnership conferma la positività del percorso che Astoria Wines ha da tempo intrapreso lungo le strade del grande ciclismo. Una collaborazione quella con RCS Sport che riguarderà la presenza del brand trevigiano sul podio, ma non solo, di tutte le grandi classiche targate RCS. Dalle Strade Bianche alla Sanremo, dalla Tirreno al Giro d’Italia, dal Giro di Sicilia al Lombardia, passando per Milano Torino e Gran Piemonte. E proprio in occasione del prossimo Giro d’Italia, Astoria, produttore anche di Prosecco, sarà anche nei villaggi di tappa ed in tutti i festeggiamenti ufficiali.
Astoria ha lanciato tante novità sul podio del Giro d’Italia, come il Prosecco Doc Rosé Astoria ha lanciato tante novità sul podio del Giro d’Italia
Ungheria, un’occasione…
«Siamo davvero entusiasti – ha dichiarato Filippo Polegato Amministratore Delegato di Astoria Wines –di poter annunciare il rinnovo di questa importantissima collaborazione. Una attività, quella con RCS Sport, che per il 2022 sarà ancora più importante. Il Giro d’Italia parte difatti dall’Ungheria, e questi grandi start dall’estero ci consentono di organizzare tutta una serie di nuove iniziative che hanno come obiettivo quello di poterci espandere in quella regione. Il Giro poi è anche un importante opportunità commerciale per noi. Un appuntamento che ha accompagnato anche l’evoluzione dei nostri vini, tenendo a battesimo importanti novità come ad esempio il Prosecco DOC Rosé.
Senza dimenticare che la Corsa Rosa rappresenta anche un momento importante per condividere quei valori positivi che ci fanno amare lo sport, ed il ciclismo in particolare. Da parte nostra cercheremo sempre di impiegare questa collaborazione anche per uno scopo solidale. Un pratico esempio? Le bottiglie autografate dai protagonisti e poi messe all’asta ogni anno…».
Egan Bernal celebra la conquista della maglia rosa sul podio del Giro d’Italia
Vincenzo Nibali festeggia la vittoria stappando una bottiglia di Prosecco Astoria
il brand trevigiano partecipa ai festeggiamenti anche al Giro di Polonia
Egan Bernal celebra con Astoria sul podio del Giro d’Italia
Vincenzo Nibali festeggia la vittoria stappando una bottiglia di Prosecco Astoria
Astoria al Giro di Polonia
Oltre 300.000 bottiglie Giro
Da Vincenzo Nibali a Nairo Quintana, da Alberto Contador a Chris Froome… fino ad arrivare all’ultimo vincitore, Egan Bernal: sono davvero moltissimi i campioni del pedale che hanno avuto modo di festeggiare sul podio del Giro con Astoria. Come sono stati tantissimi fino ad oggi gli appassionati che hanno acquistato un ricordo con cui brindare ai loro campioni. Basti pensare alle oltre 300.000 bottiglie ufficiali del Giro d’Italia vendute da Astoria nel nostro paese e nel resto del mondo nel corso degli ultimi 10 anni. E sappiamo che Astoria sta già lavorando alle grafiche per la nuova bottiglia speciale per il Giro d’Italia edizione 2022, che come sempre promette grandi sorprese…
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Era nell’aria e sembrava strano che si continuasse a sostenere che la 16ª tappa non sarebbe cambiata. Quando in mattinata si è capito che le condizioni meteo non consentivano lo svolgimento della corsa in sicurezza, gli organizzatori hanno tirato fuori dal cassetto il nuovo percorso cui evidentemente avevano lavorato nella notte. Partenza da Sacile, eliminati Pordoi e Fedaia, scalata del Giau e arrivo a Cortina. Rispetto all’osceno giorno di Morbegno dello scorso anno, un importante passo in avanti.
Questa la muova altimetria della tappa, ridotta a 153 chilometriQuesta la muova altimetria della tappa, ridotta a 153 chilometri
Per la sicurezza
L’associazione dei corridori ha posto il problema per tempo. Già ieri mattina al via da Grado si era notato un intenso andirivieni, anche se la risposta di Rcs Sport era stata la stessa difesa fino a sera: si parte e non si cambia. Gli organizzatori hanno aspettato sino all’ultimo prima di intervenire sul tracciato, ma il tema della sicurezza messo sul tappeto si è rivelato convincente. Se non si fosse agito in modo poco chiaro alle sue spalle, probabilmente Vegni avrebbe mostrato la stessa ragionevolezza lo scorso anno: quel brutto giorno se non altro è servito di lezione. A Morbegno infatti prevalse la voglia di non prendere acqua, in una tappa di pianura neanche troppo fredda. Oggi il tema era la poca sicurezza del correre in alta quota con la pioggia e temperature prossime allo zero, affrontando in queste condizioni tre lunghe discese. Valeva la pena correre il rischio?
Al via da Sacile, in ricordo di Silvia Piccini, uccisa sulla strada a 17 anniAl via da Sacile, in ricordo di Silvia Piccini, uccisa sulla strada a 17 anni
Il Gavia 88? Una sola salita
«Ci sono tre possibilità – questo il senso delle parole di Cristian Salvato, delegato del Cpa – possiamo correre sul percorso per com’è e sperare che vada bene. Partire e ritrovarsi come alla Sanremo del 2013, ma dove li fermi in mezzo a quelle montagne? Oppure si può scegliere di ridurre i chilometri e avere comunque una tappa vera, perché il Giau resta comunque una grande salita. Io sceglierei la terza, ma la decisione è vostra. I corridori faranno qualsiasi cosa venga decisa».
Alla riunione era presente anche Stefano Allocchio e anche lui ha dovuto ammettere di non aver mai corso una tappa del genere. E che quella del Gavia, spesso indicata ad esempio, prevedeva una sola salita e una sola discesa, non tre come oggi. E finì in un vero macello. Così alla fine il dado è stato tratto.
Pioggia dal primo chilometro: voi li chiamate rammolliti?Pioggia dal primo chilometro: voi li chiamate rammolliti?
Giro ancora lungo
I social non perdonano. Parecchi tifosi si sono scagliati contro i corridori, che non sarebbero più come quelli di una volta. Qualcuno ha parlato di Giro rovinato, ma forse il Giro sarebbe stato rovinato davvero se, correndo sul tracciato originale, le prevedibili cadute e il rischio di assideramento avessero tolto di mezzo attori importanti alla vigilia dell’ultima settimana che presenta ancora tre tappe di montagna e una crono. Tanto fummo duri l’anno scorso per quanto ci sentiamo di non criticare questa scelta. I corridori sarebbero partiti e sono tutti pronti a testimoniarlo. Gli organizzatori hanno agito nel segno della sicurezza. Saremo anche noi indegni dei cronisti di una volta, ma non riusciamo a vederci la vergogna.
Natnael Tesfatsion, detto Natalino, debutta al Giro d'Italia a 21 anni. Ha vinto il Tour of Rwanda 2020. E' nato ad Asmara, a 2.400 metri. E sogna il Tour
Il trionfo nel quartetto a Tokyo ha risvegliato il ricordo della Cento Chilometri a squadre, cavallo di battaglia dell'Italia. C'è margine per riproporla?
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Gasparotto ha cambiato ruolo, ma non lo sguardo. La capacità di guardare dritto al cuore delle cose che aveva da corridore l’ha portata oggi nel nuovo ruolo di regolatore. Anche se, ammette con disappunto, alcuni corridori e parte dell’ambiente non hanno ancora capito di che cosa si tratti. Enrico detto “Giallo” è salito sulla moto di Rcs Sport al Uae Tour e poi chilometro dopo chilometro, è arrivato al Giro d’Italia. Ieri ha preso la prima pioggia della corsa rosa, ma oggi sarà peggio. E comunque ricorda di essersi bagnato ben di più alla Tirreno nel giorno in cui Van der Poel vinse a Castelfidardo.
«Mi hanno proposto questo incarico ai primi di gennaio – racconta – anzi inizialmente era venuto fuori che si liberavano delle posizioni, solo dopo ho saputo di cosa si trattava. Sono uno dei quattro regolatori che Rcs vuole per gestire al meglio il gruppo. Gli altri sono Velo, Longo Borghini ed Enrico Barbin. Siamo più di quelli che prevede l’Uci, ma per stare tranquilli, da noi si fa così. Ero curioso di sapere che cosa ci fosse da fare. Mentre però il Uae Tour non era così difficile da gestire, la Tirreno è stata la prima vera gara, fra moto e auto al seguito. E ho capito davvero il mio compito».
Enrico e il suo motociclista Marco stamattina a Piacenza prima del diluvio
Sula moto e sui caschi ci sono le loro iniziali
Enrico e il suo motociclista Marco stamattina a Piacenza prima del diluvio
Sula moto e sui caschi ci sono le loro iniziali
E’ un compito difficile?
Dipende dal ruolo che hai. Velo è quello che sta davanti al gruppo e la sua posizione è la più pericolosa. In ogni caso è un ruolo in cui devi avere capacità decisionale, fermezza e devi essere fermo in quello che decidi, altrimenti è un attimo che qualcuno se ne approfitti.
In che modo lavorate?
Siamo tutti collegati tramite Radio Direzione, un canale attraverso il quale comunichiamo i problemi che ci sono. E’ una frequenza cui hanno accesso la direzione e tutte le figure ufficiali che gestiscono la corsa. Chi è davanti avvisa chi è dietro di eventuali rischi per il gruppo. La figura del regolatore nasce per la sicurezza dei corridori. Ogni ragionamento che facciamo è per la massima sicurezza dei ragazzi. Parliamo di gestire il sorpasso delle moto staffette e quello delle moto dei fotografi, gestendo anche la loro rotazione in testa al gruppo, perché possano lavorare tutti in condizioni di sicurezza. Sta a noi permettere a chiunque abbia un ruolo di lavorare in gruppo, ammiraglie comprese.
Il fatto di aver corso ti permette di capire i movimenti del gruppo?
E’ il motivo per cui siamo tutti ex professionisti, perché riusciamo a capire e prevenire il movimento dei ragazzi. Se capisci in che modo si muove il gruppo, puoi disporre il passaggio di chi deve superare. Comunichiamo le indicazioni a Velo, che sposta il gruppo di conseguenza.
Velo è il regolatore numero uno. Qui sulla moto guidata da Igor Astarloa al Giro del 2015Velo è il regolatore numero uno. Qui sulla moto guidata da Igor Astarloa al Giro del 2015
Sembra brutto, ma sembra che voi siate i cani e il gruppo un gregge…
E avete ragione, perché sono come un branco di pecoroni. Ho discusso tante volte quando correvo di questi dettagli, affinché lasciassero lavorare le ammiraglie, dando a tutti modo di fare la propria parte. Quello che mi dispiace è che tanti non sappiano che cosa sia il regolatore. Mi chiedono che cosa faccia in moto, se stia collaborando con la Rai…
Forse si dovrebbe insegnarlo ai corridori?
Servirebbe una formazione a livello Uci e non soltanto per i corridori, perché anche alcuni team manager o direttori non capiscono. Alla Sanremo ho dovuto discutere con un’ammiraglia, per la quale ero poco più di una staffetta o di un fotografo.
Sei tranquillo in corsa sulla moto?
Il motociclista che mi è stato assegnato ha fatto tanti anni come scorta, ma non aveva mai guidato in gruppo, perciò gli ho insegnato come muoversi. E devo dire che in queste prime due tappe in linea, si è mosso bene. E questa è una bella soddisfazione. Per contro, anche io ho dovuto imparare la mia parte. E comunque è bello perché sento che in questi giorni si sta creando il feeling in tutto il nostro gruppo.
Dovete ispezionare i percorsi in qualche modo?
Ogni giorno, finita la tappa, facciamo un briefing mettendo sul tappeto tutte le informazioni sulla corsa del giorno dopo. Abbiamo software nei telefonini, la stessa tecnologia che usano i direttori sportivi sulle ammiraglie.
Prima del via, parlando con Longo Borghini, altro regolatorePrima del via, parlando con Longo Borghini, altro regolatore
Quali sono dunque i tuoi strumenti quando sali in moto?
A parte il casco e l’abbigliamento tecnico, il più importante è il fischietto. Poi la bandierina, l’elenco dei partenti e la mappa della tappa. Questa una volta era di carta e in certi casi lo è ancora, ma di fatto sotto il cupolino della moto si riesce a mettere uno smartphone con lo schermo gigante che ha cambiato le cose.
Arrivi stanco la sera?
Non ho il mal di gambe dei ragazzi, ma c’è comunque tensione. Se piove, se le strade non sono grandi. E comunque c’è tensione per fare le cose al meglio. Inoltre con la diretta televisiva integrale, c’è una pressione incredibile. L’Uci sorveglia ogni fase e le multe arrivano. E noi regolatori abbiamo la responsabilità e ci chiediamo sempre se potevamo fare meglio. Quando alla Tirreno, Simon Carr è finito contro quel paletto, mi sono chiesto per giorni se avrei potuto fare di meglio.
Riesci ancora a mandare avanti la tua squadra continental?
La squadra va avanti da sé e io comunque non sono il tecnico principale. Per quello c’è Marcello Albasini, io do una mano quando serve. Riesco ancora a farlo benissimo.
Daniel Martin progetta e porta a termine la fuga con una vittoria. Un'idea nata ad aprile con il sopralluogo a Sega di Ala. Il premio a un team sfortunato
Il 2021 sarà per RCS Sport una stagione molto importante, non solo per il ritorno al calendario più tradizionale, ma anche perché sul finire dell’anno il Giro d’Italia vivrà una prima edizione virtuale sulla piattaforma di indoor cycling Bkool. Gli organizzatori della Corsa Rosa hanno raggiunto nelle scorse settimane un’importante accordo (della durata di tre anni) con l’azienda spagnola per dar vita alla primissima edizione del Giro d’Italia Virtual. Un evento che avrà luogo nell’autunno 2021 e che soprattutto sarà fruibile da ciascun ciclista e appassionato direttamente da casa.
Una corsa, migliaia di concorrenti
Bkool è brand molto conosciuto dagli appassionati e dai praticanti di ciclismo. Si caratterizza per essere una piattaforma di indoor cycling di vertice in termini di innovazione e di vera simulazione virtuale sportiva. Alla propria grande offerta di percorsi e gare virtuali, Bkool aggiunge così una delle più importanti e celebri gare nella storia: il Giro d’Italia. In questo modo la corsa rosa sarà accessibile seppur virtualmente agli appassionati in tutto il mondo.
Bkool darà vita al primo Giro d’Italia VirtualBkool darà vita al primo Giro d’Italia Virtual nel prossimo autunno
Il preludio alla Sanremo Virtual
E’ il caso di ricordare che la collaborazione tra RCS Sport e Bkool ha già avuto un preludio l’anno scorso quando hanno organizzato nel 2020 due edizioni di “The Challenge of Stars”. Una competizione di indoor cycling nella quale si sono sfidati alcuni tra i più grandi campioni del ciclismo internazionale. Inoltre, anche la “Milano-Sanremo Virtual presented by EOLO”, che si è svolta per la prima volta quest’anno, è un prodotto nato dalla partnership tra le due realtà. La prima edizione della Classicissima Virtual ha unito migliaia di appassionati da tutto il mondo per competere sul percorso reale della gara in video ed in 3D. E a pedalare in gruppo era “presente” in veste di “ambassador” ufficiale anche il tre volte vincitore della Sanremo Oscar Freire.
Bkool è compatibile con molti marchi di rulliBkool è compatibile con moltissimi rulli intelligenti di altri marchi
Tecnologie innovative
Per la celebrazione del Giro d’Italia Virtual, Bkool ha sviluppato un’innovativa tecnologia in cui simulazione 3D e video reale si fondono per raggiungere la massima sensazione di immersione e realismo. L’obiettivo è quello di portare virtualmente ciascun partecipante lungo le più belle ed iconiche strade del Giro per competere da casa assieme a centinaia di ciclisti sparsi in tutto il mondo.
Alfonso Garcìa-Lozano co-CEO di BkoolAlfonso Garcìa-Lozano co-CEO di Bkool
«Il primo Giro d’Italia Virtual nella storia è una sfida per noi molto importante – ha dichiarato Alfonso Garcìa-Lozano, co-CEO di Bkool – ma siamo certi che questa sfida segnerà un vero e proprio prima e un dopo per il ciclismo virtuale. Ed avere il supporto di RCS Sport rappresenterà un’opportunità unica e fortissima per fare la storia dell’indoor cycling».
Gasparotto è passato dalla bici alla moto, come regolatore per Rcs Sport. Al Giro sono in 4: il capo è Velo, poi Longo Borghini e Barbin. Ecco cosa fanno
Non sarà sfuggito a molti il fatto che gli addetti alla sicurezza presenti all’arrivo dell’ultima edizione della Milano-Sanremo abbiano accolto il vincitore Stuyven indossando maglie verdi con la scritta S.Bernardo. Il mondo del ciclismo ha di recente accolto nella sua grande famiglia Acqua S.Bernardo.
L’addetto alla sicurezza alla Sanremo con la felpa S.BernardoStuyven dopo l’arrivo della Sanremo con gli addetti alla sicurezza con la felpa S. Bernardo
Icona di stile
Stiamo parlando di un’azienda storica nel mondo delle acque minerali, la cui fonte ha origine nelle Alpi Marittime in provincia di Cuneo, a un’altezza di 1.300 metri, in un ambiente sano e incontaminato. E’ conosciuta sin dal 1926 per la sua leggerezza e per le eccellenti caratteristiche organolettiche. Dagli anni novanta Acqua S.Bernardo è anche espressione del design italiano, grazie alla sua inconfondibile bottiglia “gocce”, disegnata da Giorgetto Giugiaro, una vera icona di stile.
Riconoscersi nel ciclismo
Dopo essere stata per anni presente con il proprio marchio all’arrivo di Como delle ultime edizioni de Il Lombardia, da quest’anno Acqua S. Bernardo ha deciso di entrare in maniera decisa nel mondo del ciclismo. Quest’ultimo è considerato dall’azienda come una delle discipline sportive che meglio ne incarna i valori.
Anche le bibite sono nella mitica bottiglia a “goccia”Anche le bibite S.Bernardo sono imbottigliate nella iconica bottiglia a “goccia”
Un percorso per il territorio
Antonio Biella, Direttore Generale di Acqua S. Bernardo, ha voluto commentare la nuova partnership.
«Credo che affiancare la nostra acqua a corse mitiche, ricche di storia, fascino e agonismo quali la Milano-Sanremo o Il Lombardia sia un altro sogno che si avvera nel nostro percorso di partnership con eventi sportivi, artistici e culturali di altissimo livello. Il ciclismo è fatica, strategia, duelli, alleanze, fughe, ma soprattutto un percorso per il territorio. Luoghi incantevoli della nostra Italia, dal mare ai monti, dalla grande metropoli al paesino. Abbiamo accolto l’invito di RCS Sport di dissetare tanti appassionati del pedale ed essere Acqua Ufficiale anche di due Classiche Monumento come la Sanremo e il Lombardia, corsa quest’ultima che ho avuto la fortuna di seguire per tanti anni, su un tracciato di grande fascino e difficoltà, che io stesso, da semplice amatore del pedale ho più volte affrontato».
Antonio Di Bella, Direttore Generale di Acqua S.BernardoAntonio Di Bella, Direttore Generale di Acqua S.Bernardo
Accanto ad altri sport
L’ingresso nel mondo del ciclismo è andato a completare un mosaico ricco di tante altre sponsorizzazioni sportive che vanno a coprire discipline fra loro diverse, come ad esempio il Como nel calcio oppure la Pallacanestro Cantù nel basket. Non mancano poi le sponsorizzazioni nel volley, nell’atletica e nella pallapugno. S. Bernardo sarà inoltre presente alla tappa milanese della Deejay Ten in programma il prossimo 23 maggio.
Gasparotto è passato dalla bici alla moto, come regolatore per Rcs Sport. Al Giro sono in 4: il capo è Velo, poi Longo Borghini e Barbin. Ecco cosa fanno
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La storia è ormai ben nota. Il 10 febbraio Rcs Sport dirama l’elenco delle squadre invitate al Giro d’Italia e fra queste, sebbene si aspettasse di esserci, non è inclusa la Androni Giocattoli-Sidermec. La notizia stupisce, in effetti, perché probabilmente nella valutazione tecnica delle squadre in lista, quella di Savio non è l’ultima. Il colpo è duro. A Savio lo dice bici.PRO, dato che nessuna comunicazione è stata fatta preventivamente e già questo fa pensare che si siano volute evitare polemiche. Ma le polemiche esplodono lo stesso.
Savio va già duro e parla di «infamia sportiva». Mauro Vegni si chiude a riccio e non risponde, ma quando lo chiama bici.PRO risponde e non risparmia colpi. Durezza contro durezza e questa volta il messaggio contiene parole pesanti.
La Androni legge. Metabolizza. Analizza. Riflette. E poi ci manda una lettera di commento, che pubblichiamo a seguire.
Non avremmo voluto continuare una inutile polemica con Rcs Sport in merito all’assegnazione delle wild card, ma non possiamo non replicare alle dichiarazioni rilasciate da Mauro Vegni.
Il direttore del Giro d’Italia dice di non aver preso in considerazione la nostra squadra per il Giro poiché – pur essendo la prima Professional italiana – nel ranking mondiale Uci occupava la 29ª posizione. Consideravamo che, vista la concessione dell’Uci di una terza wild card agli organizzatori per favorire i team nazionali, uno degli inviti stessi spettasse alla squadra con i migliori risultati. A proposito dell’appunto per aver invitato due squadre italiane in posizione più arretrata della nostra, Vegni, in mancanza di argomenti validi, giustifica la sua scelta con un secco: «Ho le wild card e faccio come voglio». Ed è proprio per questo che ci siamo rivolti alle Istituzioni ciclistiche, con la nostra lettera aperta per chiedere che l’assegnazione delle wild card dovesse tenere conto anche e soprattutto dei meriti sportivi.
Noi comprendiamo che un organizzatore debba tener conto anche dell’aspetto commerciale, ma riteniamo non si possa escludere totalmente il profilo etico-sportivo. Invitare team che hanno ottenuto risultati assolutamente inferiori ad altri è una palese discriminazione sportiva.
Riteniamo inoltre antisportivo e addirittura offensivo verso i corridori che il direttore del Giro d’Italia dichiari che non gli «importa di squadre che vanno in fuga». Evidentemente non prende in considerazione che le nostre fughe ci hanno consentito – dall’avvento del World Tour – di vincere ben 14 tappe dei Giri d’Italia. Due anni fa, sempre grazie alle fughe, abbiamo vinto con Fausto Masnada la tappa di San Giovanni Rotondo e abbiamo sfiorato nuovamente il successo con Mattia Cattaneo e Andrea Vendrame, entrambi secondi classificati in altre frazioni. Lo scorso anno, abbiamo sempre mandato all’attacco i nostri corridori cercando la vittoria come in passato. Non ci siamo riusciti ma la conseguenza è stata che Simon Pellaud e Mattia Bais, sono saliti sul podio finale di Milano quali vincitori dei Traguardi Volanti e dei Chilometri in Fuga, due delle sette classifiche ideate dagli organizzatori stessi proprio per premiare i corridori che vanno ripetutamente all’attacco.
Vegni oggi dice che la classifica della Ciclismo Cup – ideata dalla Lega del Ciclismo Professionistico del cui direttivo Vegni stesso fa parte – «non conta nulla». Fino al 2018 la Ciclismo Cup rappresentava quanto meno per le squadre italiane l’unica ancora di salvezza con criteri meritocratici al fine delle assegnazioni delle wild card. Viene da pensare che non si sia rinnovato l’accordo con la Lega proprio per rendere irrilevanti i risultati sportivi al fine di disporre come meglio si crede delle wild card.
Vegni conclude minacciando che, se ci lamentiamo, il prossimo anno non saremo invitati neppure alle altre corse della Rcs. Affermazioni che generano in noi profondo sconcerto. Abbiamo sempre dato il massimo per onorare il Giro d’Italia e tutte le corse di Rcs. Siamo convinti di esserci riusciti con risultati e protagonismo.
Lotteremo con tutti i mezzi a nostra disposizione per far prendere coscienza al mondo dello sport intero che servono regole uguali per tutti: è necessario cambiare questo sistema che non tiene in alcun conto la meritocrazia sportiva.
Daniel Martin progetta e porta a termine la fuga con una vittoria. Un'idea nata ad aprile con il sopralluogo a Sega di Ala. Il premio a un team sfortunato
Un Giro d’Italia duro che parte da Torino e prosegue poi in Piemonte. Bello da studiare e probabilmente bello anche da affrontare per i corridori che in quei 21 giorni avranno nelle gambe la forza giusta. Cinque tappe vere per velocisti, senza apparenti dislivelli a sorpresa. Due crono: una all’inizio e una alla fine. E nel mezzo tante montagne belle, di quelle che hanno fatto la storia di questo sport.
Per l’Italia
Si parte da Torino, dunque, come già nel 2011 (foto di apertura). Il 2021 è l’anno del 160° Anniversario dell’Unità d’Italia e in questo segno la corsa rimarrà per le prime tre tappe in Piemonte. E’ un’Italia in affanno quella che abbraccia il Giro, fiaccata dal Covid, con più incertezze che punti di riferimenti. La corsa rosa porterà gioia come sempre? E’ quello che tutti si augurano, nel quadro di incertezze e punti di domanda.
«Sono veramente felice che la partenza del Giro 104 sia da Torino – ha detto Ganna – e dalla mia regione, il Piemonte. Il percorso della prima tappa sembra molto veloce, io sono pronto a fare bene. Cercherò di partire con il piede giusto e replicare quanto fatto l’anno scorso, provando a vestire la prima maglia Rosa».
Le 21 tappe
Ecco le 21 tappe del Giro d’Italia 2021, che conta due giorni di riposo. Una distanza totale (per ora) di 3.450,4 chilometri, dislivello complessivo di 46.900 metri, lunghezza media delle tappe di 164,3 chilometri e dislivello medio per tappa di 2.233 metri.
1ª tappa (8/5)
Torino, crono individuale
9
2ª tappa (9/5)
Stupinigi-Novara
173
3ª tappa (10/5)
Biella Canale
187
4ª tappa (11/5)
Piacenza-Sestola
186
5ª tappa (12/5)
Modena-Cattolica
171
6ª tappa (13/5)
Grotte di Frasassi-San Giacomo (Ascoli Piceno)
150
7ª tappa (14/5)
Notaresco-Termoli
178
8ª tappa (15/5)
Foggia-Guardia Sanframondi
173
9ª tappa (16/5)
Castel di Sangro-Campo Felice
160
10ª tappa (17/5)
L’Aquila-Foligno
140
1° Riposo (18/5)
11ª tappa (19/5)
Perugia-Montalcino
163
12ª tappa (20/5)
Siena-Bagno di Romagna
209
13ª tappa (21/5)
Ravenna-Verona
197
14ª tappa (22/5)
Cittadella-Monte Zoncolan
205
15ª tappa (23/5)
Grado-Gorizia
145
16ª tappa (24/5)
Sacile-Cortina d’Ampezzo
212
2° Riposo (25/5)
17ª tappa (26/5)
Canazei-Sega di Ala
193
18ª tappa (27/5)
Rovereto-Stradella
228
19ª tappa (28/5)
Abbiategrasso-Alpe di Mera
178
20ª tappa (29/5)
Verbania-Valle Spluga
164
21ª tappa
Senago-Milano, crono individuale
29,4
Le 21 tappe del Giro, per un totale di 3.450,4 chilometri. Dislivello totale di 46.900 metri
Verso il Sud
Dal Piemonte, di chilometri e vari trasferimenti, si inizierà a scendere. Dopo l’abbuffata di Sud del 2020, quest’anno la frazione più in basso sarà quella che da Foggia andrà a Guardia Sanframondi.
La planimetria generale del Giro d’Italia 2021 che parte da Torino e arriva a MilanoIl Giro d’Italia 2021 parte da Torino e arriva a Milano
Prime salite
Il gruppo prenderà la via dell’Emilia, con il primo arrivo in salita a Sestola. Poi, continuando la discesa sulla sponda Adriatica, scoprirà un arrivo inedito. La 6ª tappa, con 3.400 metri di dislivello, da Frasassi porterà i corridori a San Giacomo (Ascoli Piceno), scalando prima Forca di Gualdo e poi Forca di Presta, attraversando la piana di Castelluccio di Norcia. La salita finale è poi divisa in due spezzoni, con gli ultimi 5 chilometri piuttosto impegnativi, su una montagna che nel tratto finale ricorda il Ventoux, che guarda a ovest verso i Monti Sibillini e a est verso il mare.
Per Dante
Altre salite nella 9ª tappa, che riprendendo la via del Nord, porterà il gruppo fino all’inedito arrivo di Campo Felice. L’indomani da L’Aquila a Foligno un omaggio a Dante Alighieri, ricordando che nella cittadina umbra fu stampata nel 1472 la prima edizione della Divina Commedia.
L’altimetria generale mette in evidenza le tante saliteSguardo d’insieme alle tante salite del 2021
Strade bianche
Mercoledì 19, la corsa promette spettacolo fra Perugia e Montalcino, con una prima parte ondulata mentre negli ultimi 70 chilometri 35 saranno di Strade Bianche. L’ultimo arrivo a Montalcino, nel 2010, vide Cadel Evans aggiudicarsi la tappa in maglia iridata in una giornata contraddistinta dalla pioggia e dal fango, in cui Nibali perse la chance di conquistare il primo Giro d’Italia.
Gino e Alfredo
Ugualmente in tema di omaggi e ricordi, la tappa successiva che da Siena arriverà a Bagno di Romagna, sarà dedicata a Gino Bartali e al ricordo di Alfredo Martini nei 100 anni dalla nascita, dato che in questa… celebrazione con 3.700 metri di dislivello il gruppo passerà sia per Ponte a Ema, sia per Sesto Fiorentino.
Il Mostro
La temperatura inizia a salire, tanto che dopo l’arrivo in volata di Verona, la 14ª tappa affronterà la Forcella di Monte Rest e poi porterà i corridori ai piedi del Mostro friulano, lo Zoncolan affrontato come già suggerito nei giorni scorsi dal versante di Sutrio, quello della prima volta, di Simoni, di Garzelli e di Pantani.
Marco Pantani e Stefano Garzelli sullo Zoncolan nel 2003: si salirà ancora da SutrioLo Zoncolan da Sutrio come già nel 2003
Il tappone
Puntatina in Slovenia e poi il vero tappone dolomitico, con i chilometri (212) e le salite giusti: Fedaia (Montagna Pantani), Pordoi (Cima Coppi del Giro) e passo Giau prima della picchiata su Cortina d’Ampezzo, a cinque anni dalle Olimpiadi invernali del 2026. La serie tremenda è completata dall’arrivo dell’indomani alla Sega di Ala, preceduta dal Passo di San Valentino.
Ultimi fuochi
Le salite non sono finite, ma la fine della corsa si avvicina. La 19ª tappa ha l’arrivo inedito all’Alpe di Mera in Valsesia (salita provata nei giorni scorsi da Egan Bernal) ma prima si dovranno scalare il Mottarone e la Colma di Varallo. L’indomani, 20ª tappa, Passo San Bernardino, Passo Spluga e arrivo a Montespluga dove già lo scorso anno arrivò il Giro d’Italia U23.
«Il Giro d’Italia – ha detto Egan Bernal – è una corsa che voglio fare da tanti anni. Quest’anno sono veramente felice di esserci e sono già andato a provare una tappa: quella dell’Alpe di Mera. Sarà una frazione difficile e in generale sarà un Giro bellissimo. Aspetto tutti i tifosi davanti alla tv a fare il tifo per me e per tutti i corridori che saranno al via».
A quel punto la crono da Senago a Milano (29,4 chilometri) suggellerà l’acquisito, ma potrà anche sovvertire il risultato: Hindley ricorda ancora come un incubo l’edizione dello scorso anno.
Generazioni contro
Il Giro metterà nuovamente a confronto le nuove leve e i vecchi leoni, che questa volta si spera potranno arrivare alla sfida seguendo il cammino a loro più consono. Non c’è niente di banale in una sfida come questa e una cosa è certa, al di là del nome: non lo vincerà un corridore per caso.
«E’ un percorso che mi piace – ha salutato Nibali – sono contento di come è stato disegnato. Ci sono tante salite, alcune molto importanti, tra queste sicuramente lo Zoncolan! Adesso mi concentrerò per prepararlo al meglio».
Dopo aver sentito Franzoi, questa volta abbiamo chiesto ad Alessandro Guerciotti di raccontarci le evoluzioni tecniche delle bici per questa specialità
La tappa di Torino del Giro 2022, alla vigilia del tappone di Cogne, ha l'altimetria di una piccola Liegi. Ce la spiega Felline, che la conosce a memoria
Dopo le corse di inizio in Francia che hanno portato alla ribalta gli italiani e su tutti un Filippo Ganna già in forma (in apertura con Vincenzo Nibali), il WorldTour accende i motori con lo Uae Tour, in un luogo che di motori si nutre: il circuito di Yas Marina ad Abu Dhabi, dove Rcs Sport ha radunato una bella fetta dell’elite mondiale del ciclismo.
La corsa
Lo Uae Tour 2021 inizia proprio oggi e propone 7 tappe, con la conclusione il 27 febbraio, sabato prossimo, ad Abu Dhabi.
1ª tappa (21/2)
Al Dhafra Castle-Al Mifra
km 176
2ª tappa (22/2)
Al Hudayrat Island (crono individuale)
km 13
3ª tappa (23/2)
Strata Manifactoring-Jebel Hafeet
km 166
4ª tappa (24/2)
Al Marjan Island-Al Marjan Island
km 204
5ª tappa (25/2)
Fujara Marine Club-Jebel Jais
km 170
6ª tappa (26/2)
Deira Island-Palm Jumeirah
km 165
7ª tappa (27/2)
Yas Mall-Abu Dhabi
km 147
In questo percorso piuttosto variegato, spiccano la crono del secondo giorno e due arrivi in salita: il terzo giorno a Jebel Hafeet (salita di 10 chilometri con punte all’11%, conquistata lo scorso anno da Adam Yates) e il quinto a Jebel Jais (interminabile salita di 21 chilometri fino a quota 1.491).
I campioni
I corridori si sono fatti trovare pronti: in un momento così confuso del calendario, avere una corsa garantita non era un’occasione da lasciar passare inosservata. Tanto più che, essendo quella in cui lo scorso anno si registrarono i primi casi Covid del ciclismo, le misure sono strettissime.
Presenti all’appello dunque tutte le squadre WorldTour più la avente diritto Alpecin Fenix di Mathieu Van der Poel, passato in un battito di ciglia dalla stagione gelida del cross alle temperature ben più calde degli Emirati, dopo un passaggio in Spagna al ritiro del team.
Che cosa hanno detto i campioni presenti? Andiamo a leggere una carrellata delle loro dichiarazioni.
Adam Yates, ora alla Ineos, proverà a ripetere il successo 2020Adam Yates proverà a ripetere il successo 2020
Yates, problema crono
«Proverò a ripetere la mia vittoria dell’anno scorso – dice il britannico della Ineos Grenadiers – mi sono sentito bene in allenamento, ma non è mai come correre. La squadra mi sta supportando e abbiamo alcune alternative, con Ivan Sosa che ha appena vinto il Tour de La Provence. Ci sono buoni scalatori con me in squadra, ma la crono non mi favorisce proprio. Faremo del nostro meglio proprio quel giorno per capire quali ambizioni sarà giusto avere».
Lo sguardo dello Squalo lascia trasparire serenitàLo sguardo dello Squalo lascia trasparire serenità
Nibali, prove di salita
«E’ importante essere qui – dice Nibali molto rilassato – sono uscito dall’Etoile de Bessèges in buone condizioni. Sono venuto per misurarmi con gli altri scalatori. Questa gara può darmi le risposte che cerco in termini di forma fisica in vista dei miei prossimi appuntamenti importanti: la Tirreno-Adriatico e anche più tardi il Giro d’Italia».
Diretto dalla California, Chris Froome appare di buon umoreChris Froome appare di buon umore
Froome ha recuperato?
«Sono molto eccitato – dice Froome evidentemente ispirato – di iniziare la mia stagione qui negli Emirati Arabi Uniti, dove riceviamo sempre un caloroso benvenuto. Non vedo l’ora di correre. Ho trascorso un buon inverno in California per recuperare le mie debolezze e la mia riabilitazione è decisamente più completa rispetto allo scorso anno. Non sono qui per vincere, si tratta solo di tornare a correre. Abbiamo una squadra forte con Ben Hermans, può essere lui il nostro uomo di classifica».
Il vincitore del Tour, Pogacar, al via della stagione delle confermeIl vincitore del Tour al via della stagione delle conferme
Pogacar “punta”
«Penso di essere sempre lo stesso corridore anche dopo aver vinto il Tour de France – racconta Pogacar – ho la stessa motivazione, la stessa attenzione e gli stessi obiettivi quest’anno. Lo UAE Tour è un evento davvero importante per il nostro team, in quanto è la gara di casa. Siamo rimasti un po’ delusi di finire solo secondi l’anno scorso, ma questa volta abbiamo un’altra possibilità. Durante il nostro training camp ad Al Ain, ho pedalato sullo Jebel Hafeet un paio di volte al giorno, mentre sarà la mia prima esperienza di scalata sullo Jebel Jais».
Mathieu Van der Poel riallaccia il filo con le gare su stradaMathieu Van der Poel riallaccia il filo con le gare su strada
VdP, basso profilo
«Sono qui per far parte del treno per Jasper Philipsen – dice Van der Poel – il mio obiettivo principale è vedere com’è il mio livello di forma fisica al confronto con quello dei migliori scalatori. A parte questo, non mi sono ancora fissato obiettivi. Per me è una ripartenza dopo la stagione del ciclocross.Spero di sentirmi sempre meglio ogni giorno e aiutare la squadra il più possibile».
Dietro quella mascherina, c’è Ganna che ha già vintoDietro quella mascherina, c’è Ganna che ha già vinto
Ganna e la crono
«Spero di vincere la cronometro – conclude Ganna – ma ogni gara è diversa e abbiamo altri grandi obiettivi in questo Uae Tour. Abbiamo Adam Yates da supportare. Per cui, inizierò a pensare alla cronometro solo dopo aver completato la prima tappa. Affronterò la gara passo dopo passo e giorno dopo giorno».
I prodotti ufficiali originali del Giro d’Italiae delle grandi Classiche Italiane 2021 targate RCS Sport saranno acquistabili online sul sito All4cycling.com. Si tratta di una realtà e-commerce di riferimento per gli appassionati di ciclismo, che ha rafforzato la sua collaborazione con RCS Sport nella gestione della vendita online dei prodotti ufficiali originali dei principali eventi ciclistici internazionali organizzati in Italia. Stiamo parlando naturalmente di Giro d’Italia, Milano-Sanremo, Tirreno- Adriatico, Strade Bianche, Il Lombardia, Milano-Torino, Giro di Sicilia e Gran Piemonte.
Abbigliamento e accessori
Nello spazio dedicato a Giro Store e nei corner ufficiali delle singole manifestazioni si potranno trovare le linee esclusive di abbigliamento ciclismo e gli accessori dedicati ad ogni singolo evento proposti da marchi partner di assoluto prestigio quali Castelli, Sportful, Kask, Selle Italia. Durante la stagione ciclistica che ci apprestiamo a vivere verranno infatti presentate in edizione limitata linee di abbigliamento e accessori dedicati ad ogni singolo evento. Di volta in volta saranno organizzate iniziative di marketing promozionale mirate alla comunicazione delle singole manifestazioni e del merchandising ufficiale.
All4cycling nasce come realtà e-commerceAll4cycling nasce come realtà e-commerce
Riferimento e-commerce
Ricordiamo che All4cycling nasce nel 2006 come realtà e-commerce completamente italiana con sede a Varese. Fin dai suoi esordi ha sempre mirato a proporre abbigliamento tecnico per ciclismo, biciclette da strada e mountain bike, accessori per il ciclista, componenti e attrezzatura per la manutenzione. Lo scorso anno è stato inaugurato il punto vendita di Gazzada Schianno, sempre in provincia di Varese. Il nuovo negozio presenta ben 400 mq di esposizione con un’ampia scelta dei migliori marchi ciclo presenti sul mercato.
All4cycling è internazionale
Merita naturalmente sempre una visita il portale all4cycling.com, semplice da consultare, ma soprattutto in grado di offrire il meglio per quel che riguarda abbigliamento, accessori, biciclette, componenti e attrezzatura per la manutenzione. Il sito si presenta sul mercato internazionale tradotto in cinque lingue e spedisce in tutto il mondo. Lo staff di All4cycling si compone non solo di professionisti del settore e-commerce preparati e qualificati, ma anche appassionati di sport e in particolare di ciclismo. Si tratta quindi di figure professionali con il valore aggiunto di comprendere le reali esigenze degli utenti e soddisfarle al meglio.
Il nuovo negozio All4cycling di Gazzada SchiannoIl nuovo negozio All4cycling di Gazzada Schianno
Gli eventi RCS Sport
RCS Sport è una Sports & Media Company, leader del mercato italiano, dotata di competenze, professionalità e di una vasta offerta di servizi volti alla creazione e alla gestione di eventi sportivi internazionali. Il portfolio include competizioni per atleti professionistied eventi sportivi a partecipazione di massa rivolti a tutti gli appassionati di corsa e ciclismo. Nel ciclismo RCS Sport è proprietaria, e organizzatrice, di alcune delle competizioni più importanti del calendario mondiale ed europeo UCI.