Avevamo lasciato Nibali con quello scatto bellissimo al Sestriere di lui che, appena tagliato il traguardo, allunga il braccio verso Rohan Dennis per complimentarsi per quel che hanno fatto lui e Geoghegan Hart. L’inglese andava in senso opposto in direzione del podio, Vincenzo se ne tornava da solo ai bus.
L’altro ieri, con un volto disteso e finalmente un sorriso ritrovato, Vincenzo Nibali ha annunciato al mondo i suoi programmi. Lui e la Trek-Segafredo sono in ritiro in Spagna. Nei primi giorni pochi chilometri e molti impegni: foto, rapporti con gli sponsor, conoscenza dei nuovi arrivati. Tra i questi i giovani.
Giovani vs vecchi
E proprio sui giovani abbiamo insistito con lo Squalo. La stagione appena conclusa ha visto la ribalta dei “ragazzini” terribili. Okay, a quanto pare il covid sembra averli avvantaggiati, ma di fatto Pogacar, Evenepoel e company vanno e forte e se proprio non fanno paura sarebbe sbagliato non temerli per il prossimo anno, anche se ti chiami Nibali. E Vincenzo lo sa.
Ma questi fenomeni potranno andare così forte per tanto tempo? Avranno una carriera lunga come quella di Nibali? In fin dei conti lo Squalo crescendo lentamente è arrivato a 36 anni ancora competitivo. Punta a Giro e Olimpiadi.
«Oggi la scienza è andata avanti e i ragazzi diventano più forti prima che in passato – spiega Nibali – E’ tutto controllato. Però è anche vero che spendono molto di più. Si consumano maggiormente. E non so se potranno arrivare ad avere carriere molto lunghe. Forse sì, forse no. Si dice sempre che un atleta raggiunge il suo massimo a 30 anni, adesso questo succede a 20».
In camera con Tiberi
Ma uno dei giovanissimi rampanti Nibali ce l’ha anche in casa e si chiama Antonio Tiberi. Il laziale è in camera con lui ed è lo Squalo a raccontarlo, non senza sorridere. Questa convivenza spagnola sa tanto di vecchio e giovane!
«Con Antonio condivido la camera. Non è stata una scelta mia, ma va bene così! E’ molto giovane ha fatto solo un anno tra i dilettanti, ma è già serio. Bisogna dargli tempo e vedere come cresce. Gli darò tanti consigli. Alimentazione, allenamento… ma un po’ per volta!».
I due in realtà già si conoscono. Proprio pochi giorni fa Tiberi ci aveva detto che durante le feste di Natale era uscito con Nibali nei pressi di Fiuggi. Evidentemente il team manager Luca Guercilena, autore di questa scelta, ci aveva visto subito lungo. I due hanno anche una certa somiglianza fisica. «Anche se lui – dice Nibali – è molto più cronoman di me».
I due corridori in qualche modo possono avere un bel feeling. Se non altro per essere campioni nel Dna. Vincenzo lo è anche nel palmares. Antonio ha tutte le carte in regola per riempire la sua bacheca.
L’esperienza insegna
Tiberi è una delle rarità italiane, visto che molte delle nuove super leve sono straniere. Nibali ricorda di quando dovette lasciare la sua Sicilia da adolescente e di quanto tutt’ora le cose, se pur migliorate, siano difficili. All’estero si è lavorato meglio.
Covid o non covid, vittorie o non vittorie, Evenepoel, Hirschi, Pogacar, Hindley, Geoghegan Hart sono delle realtà. E questa stagione non è stata vana sotto questo punto di vista per Nibali. Lui sa che dovrà prepararsi al meglio e magari anche in modo diverso per contrastare questi ragazzini. E per far sì che in cima al Sestriere le gerarchie siano ristabilite. Che la pacca sulla spalla non sia un passaggio di consegne, ma al contrario un “congratulazioni vecchio”.