Veneto Classic 2025, VF Group Bardiani

EDITORIALE / Riforma dei punti, qualcosa si muove

09.12.2025
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Il sistema dei punti, che ha già modificato il mercato e il modo di correre, cambierà la storia del ciclismo. Si tratta di un tentativo già visto, che in passato non produceva promozioni o retrocessioni, ma determinava la partecipazione delle squadre alle grandi corse e alimentò indirettamente lo sconquasso del doping. L’UCI di certo proseguirà su questa strada: raramente l’abbiamo vista tornare sui suoi passi, se non a seguito di sentenze inappellabili. Tuttavia l’ambiente ha preso coscienza che il sistema così non funziona e avrebbe prodotto una richiesta di riforma, di cui è venuto in possesso il quotidiano spagnolo Marca.

Cristian Scaroni, XDS Astana, Giro di Romagna 2025
Cristian Scaroni ha vinto il Giro di Romagna conquistando 125 punti. La sua vittoria di tappa al Tour des Alpes Maritimes è valsa 14 punti
Cristian Scaroni, XDS Astana, Giro di Romagna 2025
Cristian Scaroni ha vinto il Giro di Romagna conquistando 125 punti. La sua vittoria di tappa al Tour des Alpes Maritimes è valsa 14 punti

Classiche contro tappe

Il ragionamento è semplice e parte da una considerazione matematica. Le corse di un giorno, anche le minori, assegnano più punti di quelle a tappe. Ed è vero che vincere resta l’anima dello sport, ma per quale motivo il vincitore di una semiclassica deve valere meno di chi porta a casa una classifica generale?

Il calcolo è presto fatto. Una classica di categoria 1.1 assegna 125 punti in un solo giorno, la tappa di una corsa di cinque giorni della stessa categoria ne assegna 14. Salendo di livello, una corsa di categoria 1.Pro assegna 200 punti, la tappa di una corsa di cinque giorni nella stessa categoria ne vale solo 20. Con questi dati alla mano, le squadre pianificano la stagione e il mercato, in barba a ogni logica sportiva. La conquista dei punti è prioritaria rispetto alla costruzione di un progetto solido. Roberto Reverberi (in apertura con la sua VF Group-Bardiani che ha chiuso il ranking UCI in 30ª posizione evitando la retrocessione) ha più volte ammesso di non aver corso come sarebbe stato giusto fare, ma come era necessario.

VF Group Bardiani, ranking UCI, punti
Giro del Veneto, cinque corridori della VF Group appaiati per la volata. Hanno ottenuto 55 punti, ma non hanno corso per vincere
VF Group Bardiani, ranking UCI, punti
Giro del Veneto, cinque corridori della VF Group appaiati per la volata. Hanno ottenuto 55 punti, ma non hanno corso per vincere

Corridori da punti

Le squadre stanno ingaggiando corridori capaci di fare punti nelle classiche minori. Chiaramente si tratta di una problematica inversamente proporzionale al valore tecnico dei team: le grandi squadre fanno punti con i grandi corridori e anche i loro gregari corrono a un livello impensabile per i leader dei team minori. Dai livelli medi e a scendere, abbondano i corridori che sprintano senza essere velocisti, solo per entrare tra i primi venti e accumulare i punti utili per negoziare il contratto. Così facendo, il risultato modesto in una classica vale più di una vittoria di tappa e questo svilisce lo sforzo collettivo e svaluta il patrimonio storico del calendario. Quasi che non abbiano più importanza la fatica accumulata, la strategia, la difesa del leader, le cronometro e alla narrazione sportiva costruita sul cumulo dei giorni. Non c’è da stupirsi che l’istanza così ragionata nasca dalla Spagna, il cui calendario è storicamente imperniato sulle corse a tappe.

Il nesso fra punti e contratto è sempre stato diabolico. Nel ciclismo degli anni 80-90 si pagava un milione (di lire) a punto e ci trovammo di colpo davanti a gregari che smisero di essere tali per guadagnare di più, ricorrendo al doping. Per ora il rischio sembra remoto, ma non è passato inosservato l’improvviso risveglio di anomalie nei passaporti biologici che da agosto a oggi hanno determinato lo stop di quattro atleti, dopo anni di silenzio.

Il Tour of the Alps, che fu prima Giro del Trentino, è una delle corse che trarrebbe vantaggio dal riequilibrio dei punti
Il Tour of the Alps, che fu prima Giro del Trentino, è una delle corse che trarrebbe vantaggio dal riequilibrio dei punti

Proposta di riequilibrio

Per riequilibrare la situazione nasce la proposta cha sarebbe arrivata fra le mani del giornale spagnolo e che porterebbe, con il contributo di tutti gli attori coinvolti (ovviamente ad eccezione dell’UCI che dovrà valutarla) a una ridistribuzione più logica dei punti. 

Non si tratta di svalutare le classiche, ma di impedire che le corse a tappe vengano penalizzate oltre il lecito. La proposta è chiara: le corse a tappe dovrebbero assegnare il 70 per cento dei punti giornalieri assegnati da una classica della stessa categoria. Non si arriverà parità completa, ma organizzare cinque classiche smetterà di essere più vantaggioso del mantenere in vita una corsa a tappe storica.

E proprio sul fronte delle corse a tappe, si è pensato a una ridistribuzione dei punti. Il 50 per cento spetterebbe alla classifica generale, il 40 alle tappe e il 10 a maglie e classifiche secondarie. Così facendo, una corsa a tappe più lunga apporterebbe più valore di una più breve, cosa che incredibilmente oggi non accade.

Javier Guillen, patron della Vuelta, è il presidente internazionale degli organizzatori e sarà chiamato a ragionare sulla nuova proposta
Javier Guillen, patron della Vuelta, è il presidente internazionale degli organizzatori e sarà chiamato a ragionare sulla nuova proposta

Rinnovare e non rinnegare

Le principali corse WorldTour sono protette dal calendario e dal loro prestigio, ma i livelli inferiori ne stanno già risentendo. Corse che un tempo erano simboli di identità regionale ora faticano ad attrarre squadre, che rispondono ad algoritmi di punteggio piuttosto che a esigenze sportive. Il ciclismo si trova davanti a un bivio. Può smantellare la struttura che lo ha sostenuto per oltre un secolo o rinnovarsi seguendo criteri più ampi e non solo numerici.

«Le corse a tappe – scrive Marca – sono molto più che semplici gare: collegano regioni, creano tifosi, creano ricordi e hanno costruito la narrazione emotiva del ciclismo moderno. Se il sistema continua a spingerle verso l’irrilevanza, non solo le competizioni andranno perse, ma anche un modo di comprendere questo sport. Trovare un equilibrio non significa sottrarre, ma proteggere ciò che dà significato all’insieme».

La riforma sarà presentata al Consiglio dei Ciclisti Professionisti (CCP) e all’Associazione Spagnola degli Organizzatori di Corse Ciclistiche (AEOCC) all’organismo internazionale ora presieduto da Javier Guillén. L’UCI dovrà studiarla e prendere una decisione. Il futuro del ciclismo è in gioco.

VF Group Bardiani, ranking UCI, punti

Ancora ranking UCI. Brividi sulla schiena, ma la VF Group si salva

22.10.2025
5 min
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Come abbiamo fatto poco fa con la Solution Tech-Vini Fantini, adesso andiamo a casa dei vincitori di questa sfida per il trentesimo posto nel ranking UCI. La VF Group-Bardiani alla fine l’ha spuntata, ma anche per loro non è stato facile.

Ne abbiamo parlato con il manager e direttore sportivo Roberto Reverberi. Quei 235 punti di vantaggio consentono alla squadra italiana più longeva, forse la più storica in assoluto nel professionismo, di poter sperare ancora in un invito al Giro d’Italia. In teoria anche per Vuelta e Tour ma è chiaro che il pensiero principale va alla corsa rosa. E questo vuol dire molto in termini di futuro, di progettazione. Magari non di vita, perché molti sponsor già c’erano, ma così tutto cambia… in positivo.

Roberto Reverberi (classe 1964) è manager e diesse della VF Group-Bardiani
Roberto Reverberi (classe 1964) è manager e diesse della VF Group-Bardiani
Insomma, Roberto, è stata dura ma ce l’avete fatta a portare a casa questo benedetto trentesimo posto…

Sì. Noi avevamo programmato un calendario abbastanza intenso proprio per questo motivo: per fare punti. Poi, per una cosa o per l’altra, durante la stagione sono successe situazioni che ci hanno complicato la vita.

Tipo?

Infortuni, soprattutto dei corridori che ritenevamo più utili per raggiungere questo obiettivo. Alla fine ci siamo trovati un po’ con l’acqua alla gola per queste mancanze. Meno male che abbiamo avuto i ragazzi più giovani che si sono impegnati fino alla fine e hanno raccolto parecchio. E alla fine tutto è andato per il verso giusto per riuscire a raggiungere il traguardo.

Tempo fa ci avevi detto che li avevi visti ben motivati e consapevoli riguardo a questa corsa ai punti. E’ stato sempre così o verso fine stagione avete cambiato atteggiamento e magari avete cercato il risultato?

No, lo spirito e la tattica sono sempre rimasti quelli. Purtroppo con questo sistema di punteggi, che ritengo ingiusto, sei obbligato a correre in modo anche strano. Se andate a vedere lo sprint del Giro del Veneto, noterete cinque dei miei corridori tutti appaiati a fare la volata. In quel modo abbiamo fatto quei 55 punti che ci hanno dato la tranquillità definitiva. Però non è il modo di correre. E questa foto l’ho mandata anche all’UCI, chiedendogli: «Vi sembra normale che una squadra debba correre in questo modo?».

VF Group Bardiani, ranking UCI, punti
La foto incriminata da Reverberi al Giro del Veneto. Sulla sinistra si notano 5 caschi color verde acqua della VF Group fare la volata appaiati
VF Group Bardiani, ranking UCI, punti
La foto incriminata da Reverberi al Giro del Veneto. Sulla sinistra si notano 5 caschi color verde acqua della VF Group fare la volata appaiati
Oltretutto la 32ª squadra in classifica ha mille punti in meno…

Esatto, ci siamo scannati per un posto. Anche se dovessero sparire delle squadre o ci fossero fusioni in corso, la regola era chiara: dovevi essere nelle prime trenta a fine stagione. Tutto ciò che succedeva dopo non contava. E’ stata una guerra fino alla fine, meno male che ce la siamo cavata.

Anche per voi poi il calendario è stato fittissimo. Avete corso in Asia sì, ma soprattutto in Europa…

Abbiamo corso anche in Cina e in Malesia, ma non è questo il modo giusto di fare ciclismo. Dovrebbe intervenire anche l’associazione dei corridori, perché alcuni atleti hanno superato gli 80 giorni di gara. E parlo di ragazzi giovani. Non è giusto costringerli a correre in tutte le parti del mondo solo per fare punti. E’ stressante, sia a livello fisico che psicologico.

E questo crea un gap ancora più grande con le squadre WorldTour…

Esatto. Loro si allenano e si preparano con calma, noi invece dobbiamo essere sempre in tiro, sempre a correre. Arriviamo alle gare al 90-95 per cento, per dire, e mai al 100 per cento. E nel ciclismo di oggi se non sei al massimo, diventa durissima.

E tatticamente come avete interpretato le gare?

Avete notato che abbiamo corso le ultime gare anche in Italia senza mai mandare nessuno in fuga? Questo per preservare i ragazzi e cercare di fare punti. Anche 10 punti possono fare la differenza. Un anno abbiamo perso la Coppa Italia per un solo punto. E quel successo dava la wildcard per il Giro. Perciò abbiamo dovuto calcolare tutto. Meglio metterne un paio nei primi 15 che sprecare energie per andare in fuga.

VF Group Bardiani, ranking UCI, punti
Alla fine, come diceva Reverberi, è stato uno spalla a spalla fra VF Group e Solution Tech (a tratti è stata coinvolta anche la Polti)
VF Group Bardiani, ranking UCI, punti
Alla fine, come diceva Reverberi, è stato uno spalla a spalla fra VF Group e Solution Tech (a tratti è stata coinvolta anche la Polti)
I vostri rivali indirettamente sono diventati i Solution Tech, lo hanno puntato forte sul calendario asiatico…

Ognuno se la gioca come crede, su quello nulla da dire. Pensate che loro, dopo aver visto il divario di 200 punti a fine stagione (dopo il Giro del Veneto sostanzialmente) non sono più andati a correre in Serbia, perché non sarebbero comunque riusciti a rimontare. Ma è logico tutto ciò? Non voglio dare colpe a loro, ma il sistema è questo. E costringe le squadre a sacrificare i corridori migliori non nelle corse importanti, ma in quelle minori solo per fare punti. Per me non è normale.

Decisamente no. In tanti tecnici lo dite. Cosa fare allora?

Io l’ho fatto notare a chi di dovere e mi hanno risposto che bisogna fare squadre più forti. Ma come? Ci sono team WorldTour che spendono 30 milioni e vincono quattro corse all’anno. Lo dicessero a loro. Noi non abbiamo quei budget. Ma il problema c’è anche per loro, perché più in alto ancora ci sono quelle quattro o cinque squadre che prendono tutto e tutti.

C’è stato un momento in cui avete avuto davvero paura di restare fuori?

Sì. Abbiamo lasciato per strada diversi punti, penso a quelli del Giro, più che altro per sfortuna. Proprio al Giro siamo rimasti presto con sei corridori. Poi ci sono stati gli infortuni di cui dicevo. E così, a un mese dalla fine, la Solution Tech era praticamente a ridosso. Anzi, per una settimana ci aveva anche superato. Non eravamo in una bella situazione, ma confidavamo nelle ultime gare. Fortunatamente abbiamo tenuto duro e la motivazione di tutti, soprattutto dei ragazzi, ci ha permesso di creare quel gap decisivo.

Dura autocritica di Basso: per avere punti, bisogna farli

19.06.2025
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Un messaggio di poche parole, come sono spesso quelli di Ivan Basso. L’editoriale di lunedì lo ha colpito: il tema dei punti sta a cuore, ma leggendone le parole, il suo approccio sembra diverso. La promessa di risentirci l’indomani nel pomeriggio e il discorso che entra subito nel vivo.

Il Team Polti-VisitMalta ha una grande immagine e grandi idee alle spalle, ma non si può dire che nelle ultime uscite abbia brillato. Quando dici qualcosa del genere a un team manager, è molto probabile che si metta sulla difensiva, ma l’atteggiamento di Ivan è coerente con quello di un professionista che ha sempre preteso da sé il massimo. I corridori ci sono: Pellizzari e Piganzoli (in apertura) sono il prodotto delle professional italiane. Ma se qualcuno nella tua squadra si accontenta di meno, il coperchio salta.

Basso e Contador: la loro squadra è al di sotto del loro standard da atleti. La vera differenza la fanno il budget e le motivazioni
Basso e Contador: la loro squadra è al di sotto del loro standard da atleti. La vera differenza la fanno il budget e le motivazioni
Sei preoccupato per il vostro piazzamento in classifica?

E’ una situazione che già conosciamo. Uno dei problemi è che dobbiamo pensare a fare i punti nelle gare che contano. Se tu fai punti nelle gare che contano, non hai il problema di doverli cercare nelle piccole corse. Il sistema mi piace? Questo è un altro discorso, ma per affrontarlo bisognerebbe radunare tutte le parti attorno a un tavolo e discutere in modo approfondito dei pro e dei contro. Ad ora le regole sono queste e vanno rispettate. Quindi il focus non è sui punti, ma sulla necessità di farli.

Leggiamo autocritica nelle tue parole?

Se fossimo andati a punti nelle gare dove dovevamo, non avremmo problemi. Ognuno ha la sua filosofia e degli obiettivi da raggiungere. Per me gli obiettivi sono i risultati, ma anche la visibilità: non c’è solo l’aspetto sportivo, la squadra è un’azienda che produce. Ai miei sponsor devo creare eventi e hospitality. Li invito a determinate gare, quindi il Team Polti-VisitMalta non è una squadra ciclistica e basta, ma una piattaforma dove gli sponsor generano profitto e ingaggio di nuovi clienti. Quindi non è solo importante vincere, perdere o quanto arrivi in classifica.

Che però serve per essere presenti alle gare in cui il discorso precedente può essere fatto, no?

Ovvio che è una squadra ciclistica e deve generare risultati sportivi, però genera anche un diverso modo di fare affari. Se io invito otto clienti importanti di un mio sponsor, diciamo otto dirigenti, il risultato della corsa è sì influente, ma è una parte del discorso. Perché vedono come lavoriamo all’interno della squadra, vedono i ragazzi, parlano con i ragazzi. Vedono la tensione pre-gara, la delusione post gara, la fatica, il sacrificio. Vedono Maestri che piange al traguardo perché ha fatto secondo per l’ennesima volta, quindi è molto di più. Mi sto allargando un po’ per dire che per me il discorso dei punti è importante, ma è una conseguenza.

Maestri al Giro: ancora una volta secondo posto, qui a Cesano Maderno. Prima rabbia, poi scoramento
Maestri al Giro: ancora una volta secondo posto, qui a Cesano Maderno. Prima rabbia, poi scoramento
Una conseguenza di cosa?

Una delle priorità del 2025 è arrivare nelle prime 30 squadre, però noi abbiamo ben chiara la proiezione di crescita per arrivarci. Abbiamo ben chiaro che esiste il mercato estivo anche per le squadre ciclistiche come quelle di calcio. E se ad agosto avremo indicatori particolari, cercheremo di fare una campagna acquisti adeguata.

Quindi la soluzione non è andare a fare punti nelle piccole corse?

Noi vogliamo fare punti alla Route d’Occitaine, che è cominciata ieri. All’Andorra MoraBanc Classica di domenica. Alla Copenhagen Sprint nel WorldTour. Rispetto le corse di ogni categoria, anche perché le ho fatte anche io e sono consapevole che senza di loro non saremmo qui. Tuttavia il mio obiettivo è fare punti nelle gare di una categoria superiore. Il problema è che i miei corridori devono fare i punti nelle gare che mettiamo nel calendario.

Questa è la nota dolente?

Non li abbiamo fatti e per questo sono arrabbiato nero. Devo fare un mea culpa generale, in questo momento devo guardare a me. E il problema è che la mia squadra non ha fatto punti in alcune gare dove aveva il dovere di farne.

Sul palco del Trofeo Laigueglia con il presidente di Lega Pella: Simone Gualdi è migrato alla Intermarché Development
Sul palco del Trofeo Laigueglia con il presidente di Lega Pella: Simone Gualdi è migrato alla Intermarché Development
Pensi che il sistema dei punti e la fuga degli juniores verso i devo team permette alla tua squadra di essere competitiva nelle corse di cui parli?

Abbiamo sempre avuto una buona attrattiva nei confronti dei giovani. Lo vediamo con Piganzoli che ha scelto di rimanere e con Crescioli che è venuto con noi. Mi è spiaciuto non prendere per esempio un corridore come Gualdi, come non avere accesso ad alcuni juniores bravi, però magari ce l’avremo il prossimo anno. La situazione del mercato è chiara e anche le famiglie spingono verso la grande squadra piuttosto che verso la professional, però…

Però?

Però Albanese e Fortunato se non li prendevamo noi, dov’erano? Vorrà dire che prenderemo quelli che rientrano dai devo team, perché qualcuno poi rientra. Però in questo momento non mi staccherei dall’autocritica, perché non sarebbe giusto. E noi finora non siamo stati in tabella con i punti che avevamo a disposizione. Zero alibi. Sono d’accordo con l’editoriale che hai scritto, ma se avessi fatto tre podi al Giro d’Italia, ora non avrei questo problema, perché avrei 500 punti in più.

Sono cose che hai detto anche ai corridori?

Io sostengo continuamente la mia squadra, ma non mi piace lamentarmi. Faccio un altro esempio: al Tour of Hainan abbiamo dormito. Abbiamo fatto due gare a tappe con pochissimi punti, il problema è della regola o della squadra? Se io torno da Hainan con 70 punti e la Solution Tech con 300, il merito va a loro e la colpa a noi. Se al Giro ho corridori che pensano più ai video sui social che alla corsa, da ex corridore mi scatta la rabbia.

Dopo un Giro sfortunato, da ieri Pizanzoli è in gara alla Route d’Occitanie, con l’obiettivo di rifarsi
Dopo un Giro sfortunato, da ieri Pizanzoli è in gara alla Route d’Occitanie, con l’obiettivo di rifarsi
Pensi che questa consapevolezza darà buoni frutti?

Certo. Sono convinto che all’Occitanie, Piganzoli farà delle belle cose. Tra sfortune e cadute, il suo Giro è stato al di sotto delle sue e delle nostre attese, ma noi abbiamo il dovere di permettere a un corridore bravo, serio e corretto di 22 anni di fare i suoi sbagli. Penso di poter parlare anche per Reverberi. Quando avevamo Fortunato e lui Pellizzari che magari stantuffavano e ora li vediamo andare forte, un po’ di merito ce lo sentiamo anche noi. Ma se non ci diamo da fare noi per primi, ci rendiamo conto che in Italia non resterà poi molto da applaudire?

Punti UCI al Giro. La solita regina, ma in coda non è andata male

09.06.2025
5 min
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In qualche modo, il Giro d’Italia continua a tenere banco. Un fattore che è emerso in questa edizione della corsa rosa è stato quello relativo alla questione dei punti. I famosi punti UCI che determinano la permanenza nel WorldTour, ma anche la possibilità di accedere alle wildcard 2026, restando quindi nei primi trenta del ranking mondiale.

La squadra che ha ottenuto più punti è stata, come spesso accade, la UAE Emirates, nonostante il Giro sia andato alla Visma-Lease a Bike. E infatti la squadra della maglia rosa, nel finale, ha accorciato moltissimo le distanze rispetto a quella di Del Toro.

Anche grazie a molti piazzamenti Del Toro è stato colui che durante la corsa rosa ha raccolto più punti: 1.992
Anche grazie a molti piazzamenti Del Toro è stato colui che durante la corsa rosa ha raccolto più punti: 1.992

Del Toro maglia rosa dei punti

La vittoria del Giro d’Italia, infatti, apporta ben 1.100 punti. Al secondo ne vanno 885, al terzo 750. Questo però non è bastato a Simon Yates per essere maglia rosa anche nei punteggi UCI. Grazie alla vittoria di tappa, ai giorni in maglia rosa e allla piazza d’onore a Roma, il primo è stato Isaac Del Toro. Per il messicano: 1.992 punti, contro i 1.457 dell’inglese. Terzo è Richard Carapaz (1.425 punti) e quarto Mads Pedersen (1.280). Loro sono gli unici quattro atleti ad aver superato quota mille.

In questa particolare graduatoria, il miglior italiano è stato Damiano Caruso con 800 punti, seguito da Giulio Pellizzari con 620. Chiaramente, essendo un grande Giro, la classifica finale conta moltissimo. E sia Pellizzari che Caruso si sono comportati bene. Questo spiega perché Pedersen, nonostante abbia vinto più tappe di tutti tra i nomi citati sin qui, sia “solo” quarto.

Per Mads Pedersen quattro vittorie di tappa e maglia ciclamino
Per Mads Pedersen quattro vittorie di tappa e maglia ciclamino

Lidl-Trek sul podio

Ma veniamo all’analisi della classifica a squadre per punti UCI di questo Giro d’Italia. Una classifica che, anche se non prevede una premiazione ufficiale, è molto ambita dai team. Se si tolgono le primissime squadre del ranking, anche le formazioni WorldTour vi prestano grande attenzione.

La classifica UCI oggi è davvero importante e quando si vedono due corridori dello stesso team disputare una volata, non bisogna pensare che siano sempre errori tattici. E’ il caso, per esempio, della VF Group-Bardiani alla terza tappa, quando Marcellusi e Fiorelli fecero entrambi lo sprint. E’ chiaro che, contro gente del calibro di Pedersen, sapevano che avrebbero perso al 99 per cento. Tanto valeva ottimizzare il bottino.

E questo, sia chiaro, non è qualcosa che si è visto fare solo dai ragazzi di Reverberi, e non solo al Giro. In tanti lo fanno ormai. Pensate che Sedun, uno dei dirigenti della XDS-Astana, a Viareggio ci disse come finalmente potevano rifiatare un po’ e permettersi di iniziare a puntare a qualche vittoria, ora che la situazione del team era migliorata.

«A lungo – ha rivelato Sedun – ho dovuto dire ai miei che sarebbe stato meglio fare terzo, quinto e settimo, piuttosto che lottare per la vittoria. Non è bello, è vero, ma così facendo ci siamo ripresi».

SQUADRANAZIONEPUNTI
1. UAE Team Emirates – XRGEmirati Arabi Uniti3.264
2. Visma – Lease a Bike  Olanda3.098
3. Lidl – TrekStati Uniti2.135
4. EF Education – EasyPosStati Uniti1.695
5. Bahrain – VictoriousBahrain1.429
6. XDS – AstanaKazakistan1.417
7. Ineos GrenadiersRegno Unito1.257
8. Red Bull – BoraGermania1.192
9. Israel – Premier TechIsraele1.090
10. Picnic PostNLOlanda1.069
11. Movistar TeamSpagna992
12. Decathlon-Ag2RFrancia800
13. Tudor Pro Cycling TeamSvizzera724
14. Soudal Quick-StepBelgio690
15. Alpecin – DeceuninckBelgio680
16. Jayco AlUlaAustralia612
17. Q36.5 Pro Cycling TeamSvizzera577
18. Polti VisitMaltaItalia412
19. VF Group – BardianiItalia400
20. CofidisFrancia325
21. Arkéa – B&B HotelsFrancia264
22. Groupama – FDJFrancia245
23. Intermarché – WantyBelgio190
La graduatoria dei punti UCI raccolti durante il Giro d’Italia 2025 (fonte ProCycling Stats)

Intermarché maglia nera

Quindi, la classifica UCI a squadre del Giro è andata alla UAE Emirates, seguita dalla Visma-Lease a Bike e dalla Lidl-Trek. Alla squadra di Guercilena va il plauso di essere arrivata così in alto senza un uomo di classifica. Ma hanno vinto sei tappe e la maglia ciclamino, che vale 180 punti, come una vittoria di tappa.

Sempre per questo motivo, al quinto posto si trova proprio la XDS-Astana: nessun uomo tra i primi dieci in generale, ma una vittoria di tappa (con doppietta Scaroni-Fortunato) e la maglia blu portata a casa. Senza contare i tanti piazzamenti.

Scendendo ai piani bassi delle 23 formazioni in corsa, chiude la graduatoria la Intermarché-Wanty con appena 190 punti. Al penultimo posto troviamo la Groupama-FDJ che, al netto delle fughe dei volenterosi Lorenzo Germani ed Enzo Paleni, ha raccolto davvero pochino. Al terzultimo posto c’è l’Arkéa-B&B Hotels sollevata in extremis dal secondo posto di Verre al Sestriere, che è valso 130 punti al team bretone. Senza quello, sarebbe stata ultima. Quello di Verre è stato l’unico piazzamento rilevante.

E a proposito di francesi, al quartultimo posto troviamo un altro team d’Oltralpe: la Cofidis. Possiamo dire che i francesi non sono venuti al Giro con le migliori intenzioni? Giudicate voi…

Marcellusi e Maestri rispettivamente di VF Group-Bardiani e Polti-VisitMalta in azione sulle strade del Giro
Marcellusi e Maestri rispettivamente di VF Group-Bardiani e Polti-VisitMalta in azione sulle strade del Giro

Il derby italiano

E veniamo alle italiane. Le squadre impegnate al Giro erano solo due: la Polti-Kometa e la VF Group-Bardiani. Due organici simili per qualità, almeno nella formazione schierata nella corsa rosa.

Alla fine hanno concluso rispettivamente al 18° e al 19° posto, con appena 12 punti di differenza: 412 punti per la Polti, 400 per la VF Group. La Polti si è avvalsa del piazzamento di Davide Piganzoli, 14° nella generale, che ha fruttato 90 punti, e soprattutto del secondo posto di Maestri a Cesano Maderno: altri 130 punti.

Più omogenea la distribuzione dei punti in casa VF Group, con Fiorelli, Marcellusi e Magli. E a proposito di Marcellusi: senza il declassamento della terza tappa in Albania, il bottino sarebbe stato più ricco e le posizioni tra i due team si sarebbero invertite.

Ma per valutare bene questa classifica bisogna guardare anche oltre il Giro. E quest’anno, tutto sommato, non è andata male per chi lotta nelle retrovie. Nel caso delle due italiane, hanno rosicchiato punti e posizioni rispetto alla Solution Tech-Vini Fantini, relegandola al 31° posto nella graduatoria annuale per team, nonostante le ottime prestazioni in Asia. Tra l’altro un 31° posto che la porrebbe fuori dal computo delle wildcard 2026.

In chiave WorldTour, invece, la Lotto non è andata fortissimo nei giorni del Giro come in altre occasioni. Quindi, nonostante Cofidis, Jayco-AlUla e PicNic-PostNL non abbiano brillato (anche se poi il team olandese ha vinto una tappa con Van Uden) hanno comunque messo da parte punticini preziosi. Tuttavia con la XDS-Astana in risalita, oggi la Cofidis sarebbe fuori dal WorldTour.

Gruppo in Asia a caccia di punti. Il bilancio della Malesia

07.10.2024
6 min
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Uno degli aspetti tecnici che ha messo in evidenza il Tour de Langkawi è stato quello dei punti. Un po’ tutte le squadre, ma alcune ancora di più, sono venute qui con il preciso scopo di racimolare qualche prezioso punto per la classifica UCI a scapito magari dei successi parziali. Per dire: meglio mettere tre atleti nella top generale, che uno al primo posto in una tappa e poi nient’altro.

I percorsi malesi non si prestavano ad attacchi e colpi a sorpresa. E di fatto la tappa di Cameron Highland ha deciso la classifica. Da quel momento le posizioni si sono congelate e tutti i corridori di vertice ci hanno detto di aver pensato a difendere la loro posizione più che attaccare le altre.

La Burgos-Bh, per esempio, è stata seconda in quanto a punti UCI conquistati (oltre 230), dietro alla Dsm di Poole. Eppure il team spagnolo ha messo un solo uomo tra i primi cinque in una tappa: Iribar, quinto, nella frazione montana.

Le squadre spagnole sono andate molto bene nella classifica generale
Le squadre spagnole sono andate molto bene nella classifica generale

Tutto in una tappa

Alcuni team hanno allestito delle squadre specifiche per questo percorso. Partiamo dall’Astana-Qazaqstan, per esempio, ultima nel ranking WorldTour.

Il team kazako è venuto in Malesia con due scalatori, anzi uno scalatore e un passista scalatore, e poi tutti atleti votati alla causa di Gleb Syritsa, lo sprinter. Hanno piazzato Harold Lopez, il grimpeur appunto, in seconda piazza in montagna e poi hanno vinto una tappa con lo sprinter russo. Loro sono una WT e non potevano non puntare ai successi. Il problema, anzi i problemi, è che il colombiano il giorno dopo ha subito un penalizzazione di 20” per una scorrettezza in gruppo ed è crollato in classifica. La graduatoria era cortissima e da secondo si è ritrovato decimo.

L’altro problema, il maggiore, è che l’Astana è lontanissima dal 18° posto che consente di restare nel WT. Le mancano circa 2.800 punti dalla 18ª che è attualmente la Uno-X e qui per quanto potessero andare forte di punti in palio non ce n’erano moltissimi. Nelle tappe prendevano punti i primi 5 e chi vinceva ne portava a casa 20. Una tappa del Giro d’Italia per esempio ne assegna 80 e prendono punti i primi 15, tanto per rendere l’idea.

Più generosa invece la classifica generale con punti in palio per i primi 40. E per questo, le squadre spagnole, come Euskaltel-Euskadi, Burgos-Bh, Kern Pharma hanno portato tutti corridori che andavano bene in salita, atleti che dopo la tappa di Cameron Highland, non si sono più visti. Però pensate che nei primi 12 c’erano 8 spagnoli. L’idea era esattamente di piazzarli lì.

Valerio Conti ha salvato la gara della sua Corratec portando ben 15 dei 30 punti conquistati in Malesia dal team
Valerio Conti ha salvato la gara della sua Corratec portando ben 15 dei 30 punti conquistati in Malesia dal team

I team italiani

Un po’ quello che volevano fare la VF Group-Bardiani e la Corratec-Vini Fantini soprattutto.

La squadra toscana aveva Mareczko per le volate e un uomo al suo fianco, Masotto, e poi corridori che senza problemi fisici avrebbero dovuto piazzarsi nei primi 15-20 a Cameron Higlands e quindi in classifica. Purtroppo, a parte Valerio Conti, 14°, gli altri non sono riusciti nella loro missione. Mareczko è andato a casa anzitempo, in quanto arrivato fuori tempo massimo.

Questo era un passaggio importante per la Corratec-Vini Fantini. L’obiettivo maggiore è restare nelle prime 40 squadre del ranking UCI, per tenere viva la speranza andare al Giro d’Italia. Per il prossimo anno, infatti, se si è oltre questa posizione non si ha diritto neanche all’invito da parte dell’organizzazione dei grandi Giri. E per il 2026 l’asticella si alzerà ancora: bisognerà essere tra i primi 30. Ad ora La Corratec è 42ª a circa 80 punti dal team JCL Ukyo di Malucelli che appunto è quarantesimo.

La VF Group-Bardiani è messa meglio in classifica, è 28ª, e ha potuto correre un po’ più liberamente alla ricerca di una tappa senza l’assillo totale dei punti. L’obiettivo primario che Donati, diesse della squadra emiliana, ci ha confidato era quello di vincere almeno una frazione. E ci sono riusciti.

Dove invece anche loro hanno steccato è stato nella generale. Da un paio di atleti ci si aspettava qualcosa di più verso Cameron Higlands, la tappa che come detto avrebbe sistemato la classifica e avrebbe elargito punticini preziosi.

Per la Polti-Kometa più o meno il Tour de Langkawi è stato la stessa cosa della VF Group: salvo che loro l’uomo per vincere la classifica generale ce lo avevano per davvero ed era Paul Double. L’inglese non è andato bene, ma ci ha pensato Tercero a salvare la baracca col suo quinto posto.

Alcuni team hanno corso senza l’assillo dei punti, come le squadre di Malucelli e De Kleijn, qui impegnati nel penultimo sprint
Alcuni team hanno corso senza l’assillo dei punti, come le squadre di Malucelli e De Kleijn, qui impegnati nel penultimo sprint

Dinamiche bloccate

Questa situazione indirettamente ha messo pressione ai team, ai ragazzi e ha influito sulle tattiche. Non era facile giocarsi gran parte degli obiettivi in una sola tappa impegnativa (velocisti a parte). Tutto ciò non ha fatto altro che aumentare le differenze tra le squadre più grandi e quelle più piccole. Tuttavia queste ultime, se ben organizzate, vivevano un po’ più tranquillamente la questione relativa ai punti.

Per esempio il Team Terengganu, squadra malese, prima continental al mondo, e la JCL Ukyo soprattutto hanno fatto man bassa di punti: per Malucelli tre primi posti, due secondi e un quarto (totale 95 punti). Pesenti è arrivato secondo nella generale e terzo in una tappa (160 punti).

Tudor non ha aveva problemi di punti. Dsm-Firmenich anche se non è messa bene nella classifica UCI (è 17ª) ha schierato una formazione importante e infatti ha vinto la gara senza troppi problemi. La EF – Easypost forse ha ottenuto meno del previsto, ma non era certo questa la corsa che avrebbe sistemato la sua situazione nel ranking UCI. Una situazione comunque non tragica (è 12ª).

E poi le tattiche. Pensate che dopo Cameron Higlands, per tenere sott’occhio le posizioni, si facevano valutazioni persino sui traguardi volanti. E le fughe che partivano all’inizio in particolare. Di fatto abbuoni a parte, erano tutti con lo stesso tempo. Con un secondo si potevano scalare 6-8 posizioni.

In quanto corsa a tappe di categoria 2.Pro, questi erano i punti assegnati dal Tour de Langkawi (immagine estratta dal regolamento della corsa)
In quanto corsa a tappe di categoria 2.Pro, questi erano i punti assegnati dal Tour de Langkawi (immagine estratta dal regolamento della corsa)

Conti, punti e calendario

Va da sé che se alcune dinamiche di gara a volte ci sembrano bloccate, bisogna ricordarsi di queste situazioni pregresse. E bisogna anche tenere presente perché le corse esotiche, come queste in Asia, diventino fondamentali per alcuni team.

Dal 9 ottobre per esempio andrà in scena il Taihu Lake, in Cina, che come il Langkawi è una corsa 2.Pro, vale a dire il livello più alto in quanto a punteggio dopo il WT. Ebbene, al via ci sono ben 9 squadre professional. E questa non è la sola corsa in questa parte del pianeta.

In ogni caso fra qualche settimana avremmo la classifica 2024 definitiva e allora potremmo tornare a fare un’analisi completa di punti e classifica.

Il giro del mondo di Zanoncello, con una marea di punti

05.10.2023
5 min
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Quattro vittorie e 30 piazzamenti nelle prime 10 posizioni in 66 giorni di gara, per un totale di 325 punti Uci. Questi sono i numeri che riassumono la stagione di Enrico Zanoncello, dimostratosi un vero patrimonio per la Green Project-Bardiani-Csf-Faizané. Una stagione che per molti versi è diventata un giro del mondo, fra America, Europa, Asia.

Il corridore di Isola della Scala (stessa città di suo cugino Elia Viviani e della dinastia Minali, evidentemente da quelle parti le fibre muscolari sono veloci…) è appena tornato dal Tour de Langkawi e da una trasferta asiatica durata ben 23 giorni. Ancora un po’ frastornato ma nel complesso soddisfatto anche se la gara malese gli ha dato piazzamenti, anche la soddisfazione di indossare per un giorno la maglia di leader ma non l’agognata vittoria.

Al Tour de Langkawi i buoni piazzamenti gli sono valsi la testa della corsa
Al Tour de Langkawi i buoni piazzamenti gli sono valsi la testa della corsa

«E’ un po’ il segno di questa stagione – spiega – sicuramente molto positiva soprattutto se paragonata alla precedente, ma nella quale se mi guardo indietro scopro un bel po’ di occasioni perdute. Non posso certo lamentarmi, soprattutto pensando alle prospettive che avevo a inizio anno, accetto quel che è venuto e vado avanti».

Come ti sei trovato nella gara malese?

Una corsa lunga, ben 8 tappe, abbastanza adatta a noi velocisti, infatti ci sono state molte volate. La leadership in classifica il terzo giorno è stata abbastanza fortunosa, molti velocisti erano rimasti staccati e mi sono ritrovato in testa grazie alla costanza dei piazzamenti. Poi sono arrivate le tappe più dure, particolarmente la quinta che ha costruito la classifica finale, ma è chiaro che io puntavo alle tappe.

Lo sprint vincente di Jackson con Zanoncello evidentemente deluso
Lo sprint vincente di Jackson con Zanoncello evidentemente deluso
Proprio la terza tappa, quella della conquista della maglia di leader ti ha visto giungere secondo dietro il neozelandese George Jackson, ventitreenne del quale si dice un gran bene…

Avevo già visto su pista che era uno forte, ma forte davvero. Me lo sono ritrovato contro in Cina al Tour of Taihu Lake e poi anche in Malesia. Diciamo che mi ha un po’ rovinato la festa… E’ davvero un bel corridore, ha un grande picco di velocità che scaturisce proprio dalla sua esperienza nei velodromi. Io sono uno sprinter diverso, più esplosivo. Quel giorno ci siamo ritrovati a fare la volata in un gruppo di una quarantina di corridori, io probabilmente sono partito troppo presto.

I numeri sono lì a certificare il valore della tua stagione, ma tu sottolineavi come essa assuma ulteriori significati se paragonata alla precedente…

A dir la verità erano le ultime due ad avermi lasciato l’amaro in bocca. Non ero mai riuscito ad avere una stagione lineare, completa, sono incorso anche in due fratture della clavicola. Ogni volta che stavo per entrare in forma avveniva qualcosa. Quest’anno invece ho iniziato subito bene in Argentina: pur senza vincere sentivo che le gambe giravano, poi sono andato sempre migliorando. Certo, qualche sprint perso c’è stato, si poteva fare anche di più, ma sono soddisfatto.

A questo punto però non si sente la stanchezza di un’annata iniziata a gennaio e dall’altra parte dell’Atlantico?

Sicuramente, più di testa che fisicamente. Ho vissuto un’annata sempre in viaggio, mai più di 3-4 giorni consecutivi a casa, poi di nuovo valigia e bici in mano e via. In totale da allora avrò fatto 30 giorni a casa e ne sento davvero il bisogno. Anche l’ultima trasferta è stata lunga, ben 23 giorni fra Cina e Malesia, per fortuna con la squadra abbiamo formato un bel gruppo, nel quale c’è amicizia prima ancora che un rapporto di lavoro.

Oltretutto a 26 anni sei uno dei “vecchi” del gruppo…

Già sembra paradossale per me che due anni fa entravo in questo team in punta di piedi. Sono tutti davvero supergiovani, ma d’altro canto il progetto del team è quello, puntare molto sugli under 23.

Con il gruppo asiatico alla torre Petronas, da sinistra Zanoncello, Gabburo, Tarozzi, Scalco, Conforti , Covili
Con il gruppo asiatico alla torre Petronas, da sinistra Zanoncello, Gabburo, Tarozzi, Scalco, Conforti , Covili
Tu hai un treno specifico per pilotare le tue volate?

No, ci si regola in base alla corsa, alle sue caratteristiche, alla sua evoluzione, ma devo dire che tutti si sono sempre dati da fare per aiutarmi nelle volate. Anche per questo dico che c’è un bel clima in seno alla squadra.

Tu hai già la conferma per il prossimo anno?

Ne stiamo discutendo, nel contratto precedente avevo una clausola di riconferma. Io vorrei restare, almeno altri due anni per proseguire nel mio cammino di crescita. Ne parleremo a fine stagione, mi aspettano ancora le prove venete, con la chiusura alla Serenissima Gravel.

I successi lo stanno facendo conoscere anche al grande pubblico e agli addetti ai lavori stranieri
I successi lo stanno facendo conoscere anche al grande pubblico e agli addetti ai lavori stranieri
Il tuo calendario, dopo una stagione così importante, sarà dello stesso tipo, quindi incentrato sulle corse a tappe?

Quella era l’impostazione della quale avevo bisogno quest’anno, partendo praticamente da zero. Ora spero che il livello si alzi, che ci siano altri tipi di corse, anche con una concorrenza più qualificata, con qualche classica d’un giorno nella quale andare a caccia del bersaglio grosso.

Un secondo che ha tolto il sonno a Scaroni

25.08.2023
4 min
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Un secondo. Un solo secondo ha separato Christian Scaroni dalla prestigiosa affermazione nell’Arctic Race, la gara a tappe in Norvegia dove il bresciano è stato fino all’ultimo metro tra i grandi protagonisti. Un secondo che ha un sapore amaro, quello della sconfitta perché Christian fa davvero fatica a pensare alla trasferta scandinava come a qualcosa di positivo, a dispetto della pioggia di piazzamenti conquistati.

«Lo ammetto – racconta – la notte successiva all’ultima tappa non ho chiuso occhio. Ero lì che mi rigiravo per capire dove avevo sbagliato, dov’era che avevo perso quel secondo. Probabilmente nell’ultima tappa non ci siamo intesi bene con Gazzoli. Lui doveva tirarmi, ma a un certo punto ci siamo persi. Lui stesso ha ammesso che qualcosa non ha funzionato. Ho rivisto quella volata più e più volte. E’ stata un’occasione persa».

Il podio dell’Arctic Race vinta dal britannico Williams. E’ evidente la delusione di Christian
Il podio dell’Arctic Race vinta dal britannico Williams. E’ evidente la delusione di Christian
Avevi tra l’altro dimostrato di essere a tuo agio in un clima completamente diverso da quello che si viveva in Italia…

Amo il freddo, è il clima nel quale riesco a rendere meglio. Anche se venendo dai 35 gradi dell’Italia all’inizio non è stato facile ambientarsi. E’ una gara che a me piace tanto, con percorsi sempre diversi: c’era la frazione con lo strappo duro che faceva da trampolino di lancio, come quella che invece aveva la salita lunga. Insomma l’ideale per me e poi l’organizzazione era di estrema professionalità.

Che livello era?

Molto buono, con sei squadre WorldTour e altre professional, certamente non come il Polonia dal quale venivo dove c’era veramente il meglio, ma era sicuramente di alta qualità e lo spettacolo regalato nella settimana lo dimostra.

Il Giro di Polonia è stato fondamentale per trovare la giusta condizione
Il Giro di Polonia è stato fondamentale per trovare la giusta condizione
Quanto ti è servito il Polonia per arrivare carico alla corsa scandinava?

Tantissimo. Avevo fatto la preparazione in altura al Pordoi proprio sapendo che in Polonia avrei fatto i lavori utili per rifinire la condizione, quei fuorigiri necessari per salire di livello e le cose ho hanno confermato. Sapevo che in Norvegia avrei raccolto i frutti, anche se speravo in una conclusione diversa per come si erano messe le cose.

Quel secondo posto finale lo vedi quindi più come una sconfitta…

Sì, perché non esprime il valore assoluto della mia prestazione, offusca l’immagine anche perché scaturito da un misero secondo di differenza, che in una corsa a tappe è nulla. Mi dispiace molto, anche ora a distanza di giorni sento un sapore amaro.

Per Scaroni ben 16 top 10 in 62 giorni di gara. Ma manca ancora la vittoria
Per Scaroni ben 16 top 10 in 62 giorni di gara. Ma manca ancora la vittoria
Eppure tu in questa stagione hai accumulato tanti piazzamenti, segno di una condizione che c’è quasi sempre stata e di una costanza di rendimento.

E’ vero, però ormai i piazzamenti sono troppi – ribatte Scaroni – devo capire se è un problema di finalizzazione o mi manca proprio l’ultimo step per raggiungere la vittoria. Lo scorso anno avevo sì fatto tanti piazzamenti, ma erano anche arrivate due vittorie. Ho come l’impressione che appena riesco a trovare la via del successo mi sblocco, anche mentalmente. La stagione è ancora lunga e le occasioni ci sono, spero non diventi una vera ossessione.

Nel ciclismo di oggi chi ottiene tanti piazzamenti porta tanti punti alla squadra, il che è spesso ciò che cercano. L’impressione è che tu abbia però una visione vecchio stampo del ciclismo.

E’ così, capisco che il team guarda ai punti, ma la vittoria dà sensazioni diverse. Io devo anche guardare a me stesso, al mio modo d’intendere il ciclismo. Dicono che tre podi sono meglio di una vittoria, ma io non la penso così, mentalmente non sono mai riuscito ad accettarlo. So che se vinco mi sblocco e potrò affrontare le altre gare più sereno.

All’Astana fanno molto affidamento sul bresciano, per i tanti punti che riesce a portare al team
All’Astana fanno molto affidamento sul bresciano, per i tanti punti che riesce a portare al team
Dove andrai a cercare questo successo?

Mi piacerebbe molto ottenerlo nella trasferta oltre Atlantico, tra Usa e Canada, ma so che lì il livello sarà altissimo, ci sono gare del WorldTour dove ci saranno molti dei big. Sarà un bel banco di prova per capire a che livello sono arrivato, anche paragonandomi a loro. Poi si tornerà in Italia per tutte le gare della seconda parte di stagione, sperando di non risentire del jet lag.

Se guardi al futuro sei ottimista?

Con la condizione che ho voglio esserlo, voglio mettermi alle spalle quella nottata piena di fantasmi e pensare a quel che verrà. So che posso contendere la vittoria a tanti corridori, sono all’altezza, devo solo trovare l’occasione giusta, un pizzico di fortuna e non sbagliare più.

Punti UCI 2023-2025, più peso ai grandi Giri

16.01.2023
4 min
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Lo scorso anno più volte abbiamo trattato della questione dei punti UCI. Un aspetto che ha creato anche diverse polemiche nell’anno in cui si chiudeva il primo triennio per la classifica delle squadre e quindi delle retrocessioni-promozioni (in apertura, foto MyVaud).

Ma dal primo gennaio la corsa è ripartita. Il nuovo triennio si chiuderà nel 2025. E per questo nuovo “giro di ruota”, alcune cose sono cambiate. Merito anche delle rimostranze delle squadre.

Arnaud De Lie tra maggio e giugno scorso ha portato a casa 3 vittorie in corse più piccole accumulando molti punti
Arnaud De Lie tra maggio e giugno scorso ha portato a casa 3 vittorie in corse più piccole accumulando molti punti

Più peso ai GT

Cosa è cambiato? Il nocciolo più importante riguarda l’assegnazione dei punti nelle corse a tappe. Queste assumono più importanza, soprattutto i grandi Giri, ma crescono di peso anche le classiche monumento e i maggiori eventi (mondiali e Olimpiadi).

L’obiettivo è quello d’incentivare i migliori corridori a partecipare alle gare più importanti. Ma bisognerà vedere se poi sarà così. La Lotto-Dstny, per esempio, ha detto che non verrà al Giro d’Italia. Anche se proprio in virtù di queste nuove norme sembra ci stia ripensando.

E proprio un corridore della Lotto che lo scorso anno non era al Giro ha contribuito più di tutti al alzare la questione. Parliamo di De Lie che a maggio 2022, vincendo delle piccole (se non piccolissime) corse tra Belgio e Olanda, conquistò più punti di molti colleghi che fecero bene o addirittura vinsero tappe nella corsa rosa. Un bell’inghippo.

E così per ovviare a questo problema o quantomeno per ridurlo, l’UCI ha deciso di aumentare il fattore di moltiplicazione dei punteggi nei grandi giri: 1,6 nelle corse a tappe WT, nei monumenti, nel mondiale e nella gara olimpica. E di un fattore 1,3 per le crono iridata e olimpica.

Più peso ai grandi Giri, ma con il fattore di moltiplicazione uguale per tutti il Tour (che già assegnava qualche punto in più) ci guadagna ulteriormente
Più peso ai grandi Giri, ma il Tour (che già assegnava qualche punto in più) ci guadagna ulteriormente

Sempre più WT 

Sempre in merito ai grandi Giri, fino a quest’anno prendevano i punti solo i primi cinque classificati di ogni frazione. Da adesso in poi li prenderanno i primi 15 nelle tappe delle gare WT e i primi 10 nelle tappe delle altre corse a fronte dei primi tre come era stato fino all’anno scorso.

Non solo aumentano i corridori che andranno a punti, ma anche i punti stessi. E di parecchio. In pratica vengono quasi raddoppiati. Una tappa del Giro ne assegnava 100, ora ne assegna 180. Una del Tour ne assegnava 120, ora ne assegna 210 (la corsa francese guadagna un po’ in scala assoluta). E gli stessi punti aumentano anche per i conquistatori delle maglie a fine grande Giro.

In questo modo però il WT diventa ancora più importante. E guadagna ancora margine rispetto ai circuiti ProSeries e continentali. I punteggi in ballo sono cresciuti quasi del 30% mentre quelli degli altri circuiti sono rimasti pressoché invariati se non si sono ridotti. Il baratro tra WT e resto del mondo potrebbe allargarsi ulteriormente.

Valverde e Mas da soli (o quasi) hanno tenuto in piedi la Movistar che prima della Vuelta rischiava di retrocedere
Valverde e Mas da soli (o quasi) hanno tenuto in piedi la Movistar che prima della Vuelta rischiava di retrocedere

La rosa, più del singolo

Altro intervento non da poco è l’estensione dei punteggi ai primi 20 atleti di ogni squadra anziché ai primi 10. In pratica portano “acqua al mulino” più persone e nel suo insieme conta molto di più la rosa che il singolo corridore. Casi emblematici, in tal senso, sono stati quelli della Alpecin-Deceuninck e della Movistar rispettivamente con Van der Poel e Philipsen, e Valverde e Mas, che contribuivano al grosso della torta. Tolti loro, gli altri uomini e in particolare gli ultimi 4-5 corridori fornivano davvero pochi punti.

E infatti facendo una proiezione dei vecchi risultati col nuovo regolamento, le due squadre sono quelle che avrebbero un incremento minore. Mentre al contrario, la Soudal-Quick Step con tutti i buoni corridori che ha in rosa esploderebbe.

Piuttosto sorge un dubbio ancora più forte. Ma se come diceva Cimolai sin qui i punti hanno inciso non poco, cosa succederà ora che in ballo nel WorldTour ce ne sono ancora di più? Questa nuova metodologia di assegnazione dei punti inciderà anche sulle tattiche di gara?

Ciclomercato: ai punti è ancora sfida fra UAE e Jumbo

26.12.2022
5 min
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Mentre il calciomercato sta per riaprire, il ciclomercato è praticamente chiuso. Restano liberi gli svincolati, i senza contratto, ma il grosso è fatto. E come se è fatto. Il sito di statistiche di ciclismo, ProCyclingStats, ha pubblicato un’interessante graduatoria che, stante alle attuali compravendite, mette in classifica chi si è rinforzato di più e chi meno. La graduatoria è stilata in base ai punti UCI dei singoli corridori.

Ed emergono dei dati interessanti. C’è più di una sorpresa, ma non è detto che chi abbia perso punti navighi in cattive acque o che la sua rosa abbia perso valore. E’ una classifica interessante, molto indicativa, ma che va presa con le molle.

La classifica dei team che più si sono rinforzati nella rosa sommando i punti dei singoli corridori (fonte ProCyclingStats)
La classifica dei team che più si sono rinforzati. A destra il bilancio fra corridori in entrata e in uscita (fonte ProCyclingStats)

UAE vs Jumbo ai punti

A rinforzarsi ancora di più sono i due team che si sono contesi la maggior parte delle corse quest’anno, a partire dal Tour de France. E sono, nell’ordine, la UAE Emirates e Jumbo-Visma, che la classifica UCI l’ha anche vinta.

In casa di Pogacar incide moltissimo l’arrivo di Adam Yates. Il solo inglese porta nelle “casse degli emiri” 1.132 punti UCI, punti che chiaramente vengono tolti alla Ineos-Grenadiers, la squadra di provenienza. Giusto ribadirlo, anche per capire il meccanismo.

Altri pezzi forti sono Tim Wellens (oltre 500 punti) e Jay Vine (quasi 500). Ma al netto dei punti, la UAE si è rinforzata perché ha preso due ottimi scalatori che potranno affiancare Tadej nei momenti cruciali. O magari gli stessi corridori potranno fare classifica altrove svincolando altri compagni che possono dedicarsi alla causa di Pogacar.

Un esempio ipotetico: Adam Yates fa il Giro e consente ad Almeida di andare al Tour (anche se il portoghese ha annunciato la sua sfida alla maglia rosa). Ecco però che Pogacar avrebbe al suo fianco un super “gregario”. Ottimo anche l’acquisto di Grosschartner, sempre in ottica di supporto per i grandi Giri.

Un altro motivo per cui la UAE balza in testa è dovuto anche al fatto che non ha perso nomi giganteschi ricchi di punti. Molti erano a fine contratto e ne avevano davvero pochi. Alla fine il bilancio tra i punti persi e quelli guadagnati segna +1.491.

La Jumbo-Visma invece punta in “casa”. In arrivo due acquisti pesanti, due olandesi: Dylan Van Baarle (730 punti) e Wilco Kelderman (438). Ma in prospettiva è ottimo l’ingaggio del giovane Thomas Gloag, che di punti ne ha “solo” 63. Quindi okay i punti, ma la valutazione va fatta a 360°.

Carapaz ha sfiorato il Giro, ha vinto tre tappe e la maglia di miglior scalatore alla Vuelta e il titolo nazionale a crono, lascia la Ineos per la EF
Carapaz ha sfiorato il Giro, ha vinto tre tappe e la maglia di miglior scalatore alla Vuelta e il titolo nazionale a crono, lascia la Ineos per la EF

Terra di mezzo

Completa il podio la EF Education-EasyPost. Merito dell’acquisto più costoso di tutto il WT: Richard Carapaz. Il campione olimpico ha portato nelle casse dei blu-fucsia oltre 1.200 punti.

In bilancio positivo ci sono otto squadre. L’ultima di questa è la Cofidis, ma di fatto è quasi un pareggio. Nessun super acquisto così come nessuna cessione super, anche se perde il nostro Davide Villella.

Si passa poi nella zona rossa. Delle 18 WorldTour, perché è giusto ricordare che questa classifica prende in considerazione i team di prima fascia, ce ne sono dieci col segno negativo. 

La prima, cioè quella con il difetto minore, è la Jayco AlUla (la BikeExchange). Ma anche in questo caso si può dire che gli australiani abbiano chiuso in pareggio: con appena 8 punti UCI in meno di valore rispetto all’anno passato. Il dato è curioso però. La Jayco infatti è la seconda squadra che ha fatto più mercato con dieci entrate, tra cui il campione italiano Zana, e dieci uscite. 

Adam Yates quest’anno ha vinto il Deutschland Tour, è passato dalla Ineos alla UAE
Adam Yates quest’anno ha vinto il Deutschland Tour, è passato dalla Ineos alla UAE

Bahrain e Ineos indietro

Di certo a queste latitudini della classifica spiccano i nomi di Bahrain-Victorious e soprattutto di Ineos-Grenadiers. Parliamo di due squadroni e tra l’altro sono proprio in coda: terzultimi e penultimi. Come mai? Cosa succede?

Partiamo dalla Bahrain. Nonostante l’acquisto di Andrea Pasqualon che porta in dote oltre 400 punti, si paga la perdita di Dylan Teuns avvenuta nel corso dell’estate. Il belga era un corridore da ben 939 punti. In più salutano anche Colbrelli e Luis Leon Sanchez.

E alla Ineos? Il bilancio degli inglesi è clamoroso: -2.229 punti. In parte lo abbiamo detto prima: hanno perso il corridore più pregiato del mercato WT, Carapaz, e quello subito dietro, Adam Yates. Senza dimenticare Van Baarle.

Però hanno preso Arensmans che potrà essere una pedina importantissima, si sono ritrovati in casa Leo Hayter e riabbracceranno Bernal.

Tra i corridori coinvolti nel mercato Kristoff era il più prezioso con 1.410 punti, ma ha lasciato il WorldTour
Tra i corridori coinvolti nel mercato Kristoff era il più prezioso con 1.410 punti, ma ha lasciato il WorldTour

Non solo punti

Chi invece ha fatto un mercato in netta uscita è stata la sorpresa dell’anno, la Intermarché Wanty Gobert. L’ultima arrivata nel WorldTour si era comportata alla stragrande. Con diverse vittorie di peso e parecchi piazzamenti. Eppure ha lasciato andare via Kristoff, il corridore più costoso in assoluto del mercato con 1.410 punti. Per fortuna il norvegese non è andato a rinforzare nessuna rivale del WT, essendo passato alla Uno-X (professional). Ha perso Pasqualon e, ad oggi, ha perso anche Pozzovivo. Con il rinnovo di Pozzo sarebbe ancora ultima ma vicinissima alla Ineos.

Merita invece un pensiero la Groupama-Fdj. La squadra francese è nella zona rossa, ma come abbiamo detto i numeri possono trarre in inganno.

Madiot ha fatto una vera rivoluzione portando dalla continental alla prima squadra un sacco di ragazzi. Atleti fortissimi ma che di fatto hanno pochi punti. E sulla stessa base ha perso Guarnieri. Jacopo di punti ne aveva ben pochi, ma che corridore è? Demare il suo sostituto non lo troverà con uno schiocco di dita. Nel complesso però questa squadra ha una rosa davvero competitiva, con tanti ragazzini terribili.