Caro Crescioli, com’è cambiata la tua vita tra i pro’?

19.03.2025
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La prima stagione di Ludovico Crescioli con la Polti VisitMalta sta procedendo un po’ a rilento. Dopo i primi appuntamenti in Spagna, dai quali è scaturito anche un ottavo posto all’esordio, è arrivato un piccolo stop a rallentare il tutto. In questi mesi il toscano, alla sua prima annata tra i professionisti ha comunque assaggiato un mondo diverso e con il quale ha già imparato a prendere le misure (in apertura foto Maurizio Borserini). 

«Si tratta solo di un leggero dolore al ginocchio – racconta Crescioli – ma piano piano sto recuperando, la squadra mi sta dando una grande mano e non mi fa mancare nulla. E’ un peccato perché avevo iniziato bene, sia nei ritiri di dicembre e gennaio che nelle prime gare tutto stava andando alla grande. Il team era contento e anche io lo sono, in particolare dopo l’esordio alla Classica Camp de Morvedre».

Crescioli ha esordito in maglia Polti VisitMalta alla Classic Camp de Morvedre cogliendo un ottimo ottavo posto (foto Maurizio Borserini)
Crescioli ha esordito in maglia Polti VisitMalta alla Classic Camp de Morvedre cogliendo un ottimo ottavo posto (foto Maurizio Borserini)

Sempre meglio

Come cambiano la vita e la quotidianità di un ragazzo che passa da under 23 a professionista? Il salto non è solamente sportivo e atletico, ma anche nella gestione di tanti piccoli dettagli. 

«Già lo scorso anno – racconta Crescioli – che correvo in una formazione continental ho avuto una buona impostazione sia per il calendario che per l’organizzazione. Tra tutti i vari impegni ho corso una ventina di gare tra i professionisti con la Technipes #InEmiliaRomagna. Quindi quello che ho trovato ora con la Polti VisitMalta non è totalmente nuovo, ma tutto sta diventando sempre più specifico. Con il modo di correre dei professionisti ho già avuto modo di confrontarmi e mi trovo bene».

I primi giorni di ritiro sono serviti per conoscere il nuovo ambiente (foto Maurizio Borserini)
I primi giorni di ritiro sono serviti per conoscere il nuovo ambiente (foto Maurizio Borserini)
E nella tua routine?

Nei due ritiri che abbiamo fatto questo inverno si vede l’organizzazione del team. Tutto è curato affinché noi ciclisti possiamo fare la vita dell’atleta. Dovevamo solo preoccuparci di fare colazione, uscire in bici e riposare in vista del giorno successivo. Poi c’erano momenti in cui, anche se era giornata di scarico, le ore si riempivano comunque con foto per gli sponsor, riunioni con lo staff, ecc…

Sei passato in una squadra con molte più persone all’interno…

Sia con i compagni che con lo staff ti trovi a rapportarti con tante persone nuove. I primi giorni si fa un più fatica ma poi inizi a conoscere tutti e si trovano le misure. Nel team la lingua principale è l’italiano, ma si parla anche tanto spagnolo. 

Gli shooting aiutano a creare un legame con i compagni (foto Maurizio Borserini)
Gli shooting aiutano a creare un legame con i compagni (foto Maurizio Borserini)
Ora che hai avuto bisogno di fare alcune visite come ti sei organizzato?

Il medico della squadra Giulio Tempesti, che tra l’altro è toscano, mi ha indicato le strutture alle quali rivolgermi. La comodità è sapere che tutto viene gestito comunque dallo staff del team.

Come ti sei trovato con tutte le attività esterne in ritiro?

Mi sono piaciute, senti di far parte di un gruppo e di essere nel mondo dei professionisti. Sono un ragazzo molto tranquillo ma queste attività mi fanno piacere, così come le varie interviste. Il nostro fotografo, Maurizio Borserini, è davvero bravo e simpatico. Quando organizziamo i vari set per fare tutti i contenuti degli sponsor ci mette sempre a nostro agio. Anzi, a volte sembra che non voglia disturbarci, è molto attento da questo punto di vista. 

Nei ritiri invernali non mancano le visite degli sponsor, colonna portante per l’attività dei corridori (foto Maurizio Borserini)
Nei ritiri invernali non mancano le visite degli sponsor, colonna portante per l’attività dei corridori (foto Maurizio Borserini)
In che modo vivi tutto?

E’ bello, anche perché è un modo per socializzare e conoscere i compagni sotto altri aspetti. E’ vero che passiamo tanto tempo in bici, ma non esiste solamente questo. In ritiro c’è il tempo di conoscersi e di stare tutti insieme. Quando si va alle gare si è sempre in sette o otto corridori e si è tanto concentrati sulla prestazione, com’è giusto che sia. 

Che sponsor hai incontrato?

Al ritiro di gennaio sono venuti dei rappresentanti di Kometa e Francesca Polti (Presidente e Amministratrice Delegata presso Polti Group, ndr). Sono iniziative belle, che ti fanno conoscere le persone dietro al nome sulla maglia. 

Altri particolari sono cambiati?

In gara, ad esempio, c’è da prendere la sacchetta ai rifornimenti mentre da under 23 non capitava così spesso. Un’altra cosa diversa sono le radioline, gli anni scorsi qualche volta le ho usate ma ora sono parte della routine

Crescioli ha corso anche alla Classica Valenciana prima dello stop per l’infiammazione al ginocchio (foto Maurizio Borserini)
Crescioli ha corso anche alla Classica Valenciana prima dello stop per l’infiammazione al ginocchio (foto Maurizio Borserini)
A proposito di sacchette del rifornimento, per l’alimentazione in corsa è cambiato qualcosa?

Non tanto. La quantità di carboidrati che assumo è molto simile all’anno scorso, già da under 23 facevo molto caso a questi dettagli. 

Ci sono altre cose che ti hanno emozionato?

Beh quando ho ricevuto lo scatolone con tutto il materiale tecnico è stato bello: magliette, kit per allenamenti, giacche e tutto il resto. Anche salire sul pullman del team è stato particolare, fin da bambino sei abituato a vederli da fuori, entrarci è stata un’emozione. La riunione tecnica si fa con VeloViewer e i diesse ci mostrano tutte le insidie del percorso e i punti cruciali. Tante cose che fanno capire che sono arrivato tra i professionisti.