Del Toro vince, Pellizzari “rosica” e si consola col Giro

25.01.2024
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La stagione di Giulio Pellizzari inizierà l’8 febbraio al Tour of Antalya, in Turchia. Il ritiro di gennaio si è concluso con un salto a Benidorm per vedere la Coppa del mondo di ciclocross e adesso il marchigiano è a casa per l’ultima rifinitura. Nel programma è previsto anche qualche giro con il suo mentore Massimiliano Gentili sulle strade intorno Colfiorito, fra le Marche e l’Umbria. Ma la vera notizia è il fatto che correrà il Giro d’Italia: l’elenco delle squadre diffuso martedì da RCS Sport ha dato alla notizia il senso dell’ufficialità.

Sono mesi strani. Appena alla fine di agosto, quindi cinque mesi fa, Pellizzari e Piganzoli lottavano alla pari con Del Toro al Tour de l’Avenir e ne composero il podio. L’altro giorno il messicano ha vinto la prima tappa al Tour Down Under. Lui subito a mille, altri a metà fra la voglia di bruciare le tappe e la consapevolezza che è meglio procedere per gradi.

Al Tour de l’Avenir la sfida finale fra Del Toro e Pellizzari: a Giulio la tappa, al messicano la classifica (foto Avenir)
Al Tour de l’Avenir la sfida finale fra Del Toro e Pellizzari: a Giulio la tappa, al messicano la classifica (foto Avenir)
Che effetto fa iniziare la stagione sapendo che potrai correre il Giro d’Italia?

E’ un bello stimolo, la voglia di farlo c’è sicuramente. Per ora sto andando bene, quindi la voglia sale. Per esserci dovrò andare forte, mettermi in mostra. Le gare che farò sono di buon livello, però ad esempio non farò la Tirreno-Adriatico. Mi ritrovai in ballo per il Giro anche l’anno scorso dopo il Tour of the Alps, dove ero andato forte, però giustamente abbiamo deciso che sarebbe stato meglio aspettare ancora un anno.

Non hai avuto voglia di buttarti nemmeno per un secondo?

Sinceramente la cosa mi prese alla sprovvista. Ovvio che se dici a un ventenne, che sogna di fare il ciclista e sta vivendo il suo sogno, che andrà a fare il Giro, partirebbe subito. Però a mente lucida dico che abbiamo fatto bene a non rischiare.

Che cosa ti ha dato questo anno fra i professionisti e cosa speri di trovare da qui a maggio?

Ho visto che rispetto all’anno scorso sono cresciuto molto. Sicuramente le tante gare a tappe che ho fatto l’anno scorso mi hanno dato una marcia in più, cui si somma il fatto che stia ancora maturando. Vedo che in allenamento sopporto molto meglio il carico e tengo senza problemi le 5-6 ore. Sono migliorato nella resistenza e da qui a maggio mi aspetto di continuare in questo modo. Sono appena stato in Spagna con la squadra e abbiamo lavorato forte. Ora sono a casa e rifiato un attimo, perché la stagione è lunga.

Giulio Pellizzari è nato a Camerino il 21 novembre 2023. E’ pro’ dal 2022
Giulio Pellizzari è nato a Camerino il 21 novembre 2023. E’ pro’ dal 2022
Da cosa si capisce che sei al livello giusto per fare il Giro?

I tempi sulle salite. Un giorno in ritiro è venuta fuori una gara tra noi, vera battaglia. Abbiamo fatto tre salite a tutta e la seconda era Tarbena. Per farla ho impiegato 10 secondi più di Remco. Mentre l’ultima salita era il Coll de Rates e, dopo quasi 5 ore, ho fatto 23 secondi peggio di Ayuso. Quindi ho valori buoni e questo sicuramente mi motiva. E’ ovvio che in gara cambia molto, però il fatto di esserci non è affatto male.

Vedere che il tuo amico Del Toro ha già vinto che effetto fa?

Un po’ rosico, è normale. Fino ad agosto ce la giocavamo, adesso mi sveglio la mattina, vedo su Instagram che ha vinto nel WorldTour e penso che vorrei essere al suo posto. Però alla fine so che me la sono giocata con lui fino ad agosto e anche questa è un’iniezione di fiducia.

Perché Del Toro di colpo ha questo livello, che cosa può essere successo?

Sicuramente è un fatto fisico e di crederci, ma secondo me la differenza la fa l’ambiente. Dopo l’Avenir ha staccato, non ha più corso e già da novembre faceva dei bei carichi. Poi a dicembre si è trovato ad allenarsi con Pogacar, con Ayuso, Hirschi e tutti più forti al mondo e quello secondo me fa tanto. Prendi consapevolezza dei tuoi mezzi, perché dalle voci che girano, in allenamento non era niente di meno dei migliori.

I tempi sulle salite della Costa Blanca dicono che Pellizzari sta crescendo (foto Sprint Cycling)
I tempi sulle salite della Costa Blanca dicono che Pellizzari sta crescendo (foto Sprint Cycling)
Ti sta bene la tua crescita graduale o preferiresti essere buttato in mischia come lui?

Sto bene così. Vedo che ogni anno miglioro e sento che sto crescendo bene. Ovvio che la foga è tanta, vorrei spaccare il mondo, però sento che qui sto facendo i passi giusti.

Cosa farai dopo Antalya?

Dopo Antalya vado sull’Etna fino al 23, poi faccio Laigueglia, Coppi e Bartali, Tour of the Alps e Giro.

Come hai reagito quando ti hanno detto che avresti fatto il Giro?

Bello, bellissimo, ma rimaniamo coi piedi per terra. Manca tanto e quindi guarderò gara per gara, ma è ovvio che l’emozione c’è. Un amico non vede l’ora di venire a vedermi. Però dico anche a lui di stare calmo.

Te la sentiresti di fare come Pantani che promise di staccare Indurain al primo Giro oppure è meglio stare coperti?

No, magari lo penso, ma non lo dico. Dico che mi stacca lui, però penso il contrario.

La crono non è nemica di Pellizzari: in quella del Tour de l’Avenir si è piazzato al quarto posto (foto Sprint Cycling)
La crono non è nemica di Pellizzari: in quella del Tour de l’Avenir si è piazzato al quarto posto (foto Sprint Cycling)
Hai guardato il percorso del Giro?

Qualcosa, ma poco. Conosco la crono Foligno-Perugia, che conosco bene perché su quelle strade mi allenavo da piccolo. Non so se ci sarà il tempo di vedere qualche tappa. Qualche giorno fa ero a Torino e ho pensato di andare a vedere Oropa, ma c’erano tre gradi e ho rinunciato.

Vai al Giro per fare cosa?

La maglia bianca, quindi la classifica, diciamo che è meglio lasciarle stare. Tre settimane sono tre settimane, non so sinceramente cosa aspettarmi. Io spero di andare forte dall’inizio alla fine, però vediamo come risponde il fisico. Sicuramente un obiettivo è mettersi in luce nelle tappe, quindi nelle fughe, nelle tappe in salita. Sono le due quelle che mi piacciono tanto. L’arrivo a Livigno e quella a Bassano del Grappa, perché papà è della zona, quindi conosco bene le strade. E anche il Monte Grappa l’ho già fatto un paio di volte…