Davide De Cassan, Polti VisitMalta 2025

De Cassan: la strada per il rilancio passa dalla General Store

12.12.2025
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Due stagioni con la Polti VisitMalta, assaporando e imparando a muoversi nel mondo dei professionisti. Al termine di questi due anni però per Davide De Cassan di spazio nel team di Ivan Basso non ce n’era più, allora tocca rimboccarsi le maniche e ripartire. I colori questa volta sono quelli della General Store-Essegibi-F.lli Curia di Daniele Calosso, che lavora insieme a Paolo Rosola e gli altri membri dello staff. 

«E’ da un mese o poco meno – racconta Davide De Cassan – che ho ripreso ad allenarmi in maniera seria. Dopo aver chiuso la stagione con la Veneto Classic, il 19 ottobre scorso, mi sono fermato per due settimane. Po ho ripreso con calma a fare movimento, ma nulla di che: camminate e un po’ di mountain bike. Dalle mie parti, a Cavaion Veronese, c’è il Monte Moscal che ha diversi percorsi adatti al fuoristrada o alle camminate. Niente di impegnativo, ma un’oretta o due di pedalata vengono sempre fuori».

Davide De Cassan, camminate, montagna
Davide De Cassan al termine della stagione si è concesso un po’ di riposo con delle camminate in montagna (foto Instagram)
Davide De Cassan, camminate, montagna
Davide De Cassan al termine della stagione si è concesso un po’ di riposo con delle camminate in montagna (foto Instagram)

Distarsi

Davide De Cassan racconta, i due anni con la Polti VisitMalta sono passati velocemente e la notizia del mancato rinnovo non è arrivata direttamente dal team. Il veneto, piano piano, ha capito di essere sempre più a margine dei progetti della formazione professional. L’ultima stagione, iniziata a fine gennaio scorso in Spagna, è stata lunga e impegnativa.  

«Fare qualcosa di diverso dal solito andare in bici – ci dice ancora De Cassan – mi ha aiutato a sgomberare la mente. Il 2025 è stato un anno impegnativo, con tante gare, e il dispendio di energie fisiche e mentali si è fatto sentire. Inoltre ho dovuto cercare un’altra squadra, diciamo che avevo bisogno di resettare tutto».

Davide De Cassan, Polti VisitMalta 2025
De Cassan ha corso per due stagioni con la Polti VisitMalta, dopo essere stato stagista nel 2023
Davide De Cassan, Polti VisitMalta 2025
De Cassan ha corso per due stagioni con la Polti VisitMalta, dopo essere stato stagista nel 2023
Cosa ha reso questa stagione così impegnativa?

La caccia ai punti ha messo un’ansia collettiva a tutto il gruppo. E’ un aspetto che nel primo anno non avevo riscontrato, complice il fatto di essere partiti davvero bene. Mentre nel 2025 la frenesia è aumentata parecchio, questo si è tradotto in scelte più ponderate e pesate da parte del team una volta in corsa.

Pensi questo abbia condizionato il tuo percorso di crescita?

No. Penso sia stato un pensiero più legato ai diesse e allo scegliere i corridori giusti per ogni gara. 

Quando è arrivata l’accordo con la General Store-Essegibi-F.lli Curia?

Una volta appresa la notizia che non avrei proseguito con la Polti VisitMalta, ho iniziato a cercare una sistemazione per il nuovo anno. La voglia non è mai mancata, tanto che mi sono allenato anche nelle due settimane in cui non avevo un contratto in mano. E’ stato un fine stagione strano, perché molti team hanno chiuso, altri si sono trasformati o uniti, quindi di corridori senza certezze per il prossimo anno ce n’erano tanti. Nel cercare ho guardato anche alle continental e ho trovato la General Store, che tra l’altro è dietro casa.

Davide De Cassan, Polti VisitMalta 2025
In questi due anni De Cassan ha messo insieme 112 giorni di corsa
Davide De Cassan, Polti VisitMalta 2025
In questi due anni De Cassan ha messo insieme 112 giorni di corsa
Hai detto di non aver perso la voglia, cosa ti spinge a ripartire?

Desidero fare un anno nel quale provare a rilanciarmi. Sono comunque giovane, a gennaio farò ventiquattro anni. Certo, non ho l’età dei fenomeni che escono ora dalla categoria under 23, ma a livello complessivo ho tanto da dare. La cosa bella è che in General Store mi hanno accolto benissimo, conosco già molta gente che fa parte dello staff. Lo stesso Paolo Rosola lo conosco da tanti anni. E’ una squadra che sta crescendo tanto, sia per struttura ma anche nel calendario. 

Essere al secondo anno elite ti spaventa?

No, ho fiducia che lavorando al meglio si possa arrivare a buoni livello. Certo tra una continental e una professional ci sono delle differenze, ma credo nel lavoro dei singoli e sono pronto a dimostrare che se un atleta lavora bene può fare tutto. E’ una scommessa mia ma anche del team. 

Davide De Cassan, Polti VisitMalta, Il Lombardia 2025
Il veneto ha corso per due volte Il Lombardia e la Strade Bianche
Davide De Cassan, Polti VisitMalta, Il Lombardia 2025
Il veneto ha corso per due volte Il Lombardia e la Strade Bianche
Cosa ti rimane dei due anni in Polti?

Tanta esperienza e una crescita importante, ho corso in gare come la Strade Bianche e Il Lombardia. Non ci sono solo le corse, ma anche un mondo che gira intorno alla prestazione: viaggi, organizzazione, logistica. L’obiettivo è tornare in quel mondo, da oggi fino al 22 dicembre sarò al primo ritiro con la General Store, in Spagna. Poi torneremo anche a gennaio per altre due settimane di lavoro. Mi aspetta un anno decisivo e voglio farmi trovare pronto.

Edoardo Zamperini, Arkea B&B Hotels (foto Instagram)

Zamperini in Cofidis: l’occasione arriva nell’anno più difficile

05.11.2025
5 min
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Dopo una lunga attesa il futuro di Edoardo Zamperini avrà ancora il suono della lingua francese, da qualche giorno è stato annunciato come trentesimo e ultimo innesto del Team Cofidis. La formazione che vede in ammiraglia Roberto Damiani e che dal 30 settembre scorso è guidata da Raphael Jeune ripartirà come professional per il prossimo triennio (2026-2028). Il campione italiano under 23 del 2024 ha trovato una sistemazione quasi in extremis, cosa non semplice a fronte della chiusura dell’Arkea B&B Hotels e del suo devo team per il quale ha corso nella passata stagione (in apertura foto Instagram/Edoardo Zamperini). 

«Ho passato gli ultimi giorni in montagna – racconta Zamperini – e da lunedì (il 3 novembre, ndr) sono tornato ad allenarmi. Sono fermo dal 5 ottobre scorso, quindi piano piano riparto per farmi trovare pronto fin da subito».

Edoardo Zamperini, Arkea B&B Hotels (foto Nicolas Mabyle/DirectVelo)
Edoardo Zamperini nel 2025 ha corso con il devo team dell’Arkea B&B Hotels (foto Nicolas Mabyle/DirectVelo)
Edoardo Zamperini, Arkea B&B Hotels (foto Nicolas Mabyle/DirectVelo)
Edoardo Zamperini nel 2025 ha corso con il devo team dell’Arkea B&B Hotels (foto Nicolas Mabyle/DirectVelo)
Che anno è stato quello con l’Arkea?

Fatto di alti e bassi, ma alla fine direi che si impara sempre qualcosa. Mentalmente è stata un’annata impegnativa, soprattutto negli ultimi mesi quando abbiamo avuto l’ufficialità per quanto riguarda la chiusura del team. Sono stato per tanto tempo alla ricerca di una squadra per la prossima stagione, cosa che mi ha logorato abbastanza dal punto di vista mentale. 

Quando hai iniziato a cercare?

Già a stagione in corso l’Arkea ci aveva dato il via libera per muoverci e trovare alternative. Il 2025 è stato un anno strano, tanti team hanno chiuso e ci sono state tante rivoluzioni date dalla fine del triennio che avrebbe rinnovato le licenze WorldTour.  

Una stagione non semplice, ti saresti mai aspettato di passare professionista?

Non proprio, tanto che prima della firma con la Cofidis arrivata la scorsa settimana, avevo già firmato con la General Store. Invece pochi giorni fa mi hanno chiamato dalla Cofidis per dirmi che avevano ancora tre posti a disposizione per il 2025 e avevano pensato a me. 

Edoardo Zamperini, Arkea B&B Hotels (foto Nicolas Mabyle/DirectVelo)
Il corridore veneto ha totalizzato 51 giorni di gara tra devo team, WorldTour e nazionale (foto Nicolas Mabyle/DirectVelo)
Edoardo Zamperini, Arkea B&B Hotels (foto Nicolas Mabyle/DirectVelo)
Il corridore veneto ha totalizzato 51 giorni di gara tra devo team, WorldTour e nazionale (foto Nicolas Mabyle/DirectVelo)
In General Store cosa ti hanno detto?

Sono stati dei signori e per questo li ringrazio davvero. Si sono dimostrati una squadra capace di fare ciclismo per il bene degli atleti e non per tornaconto personale. 

Com’è nata l’opportunità in Cofidis?

Quando stavo cercando, a stagione ancora in corso, mi ero proposto. Avevo detto loro che se ci fosse stata l’occasione di lavorare insieme mi sarebbe piaciuto entrare a far parte di quella realtà. In questa esperienza in una squadra francese (Arkea B&B Hotels, ndr) mi sono trovato bene

Quale aspetto ti è piaciuto maggiormente?

Mi sono sentito come quando ero juniores o under 23 e correvo in squadre italiane, si è molto legati come in una famiglia. Qualsiasi persona lavora per il bene dei corridori, si vede che anche in Francia vivono il ciclismo con grande passione. 

Con la nazionale U23 di Amadori ha conquistato il suo unico successo stagionale, all’Orlen Nations Grand Prix (foto Tomasz Smietana)
Con la nazionale U23 di Amadori ha conquistato il suo unico successo stagionale, all’Orlen Nations Grand Prix (foto Tomasz Smietana)
Com’è stato il passaggio da una squadra di club al correre in un devo team?

Si fa sentire un po’ soprattutto dal punto di vista logistico e organizzativo. Ci sono tanti aspetti ai quali non ero abituato: viaggiare da solo, spostarmi per aeroporti e cose del genere… Ho avuto la fortuna di avere dei compagni di squadra italiani come Nicolas Milesi o quelli del WorldTour: Epis e Mozzato ai quali chiedere. 

A livello atletico che anno è stato?

A colpo d’occhio è stato sicuramente con meno risultati dell’anno scorso. Però c’è da dire che ho affrontato un calendario ben più impegnativo. Nel 2024 avrò corso una quindicina di gare internazionali, quest’anno erano tutti appuntamenti di alto livello. Inoltre mi hanno portato tante volte a correre con la formazione WorldTour.

Cosa si prova a dire adesso che sono professionista?

Forse questa parola ha un po’ perso di valore negli anni perché c’è tanta confusione a riguardo. Ormai le continental possono partecipare alle gare 1.Pro oppure chi corre in un devo team viene visto come professionista o si sente di esserlo. Io in cuor mio sento di essere professionista finalmente ed è una gioia immensa. Un sogno che inseguo da diciassette anni, da quando ho iniziato ad andare in bici, da G1. 

Zamperini ha corso tanto anche con i professionisti, qui in azione al Gran Premio Miguel Indurain
Zamperini ha corso tanto anche con i professionisti, qui in azione al Gran Premio Miguel Indurain
Cosa ti ha insegnato questa stagione?

Le cose accadono quando meno te lo aspetti, se dovessi guardarmi indietro avrei scommesso che sarei riuscito a passare professionista a fine 2024 visti i risultati. Invece mi ritrovo a fare il salto ora, al termine di una stagione difficile nella quale ho capito l’importanza di tanti altri aspetti che sono importanti e vanno oltre la prestazione in bici.  

Ad esempio?

Dimostrarsi affidabile, sia per il team che per i compagni, serio e disponibile. Quest’anno in Arkea mi sono messo tante volte a disposizione della squadra e ho fatto vedere di essere una figura capace di fare determinati lavori. Mi ha fatto piacere il fatto che anche in Cofidis se ne siano accorti e mi abbiano dato una possibilità.

gruppo, senza contratto

Movimento (e terrore): mai così tanti atleti ancora senza contratto

03.11.2025
4 min
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A 59 giorni dalla fine dell’anno e, di conseguenza, del contratto in essere, la situazione dei professionisti è quantomai burrascosa stavolta. Certamente nei prossimi giorni usciranno i rinnovi e si annunceranno gli ultimi scambi, ma con la chiusura della Arkéa-B&B Hotels e la fusione tra Lotto e Intermarché-Wanty i posti sono sempre meno.

Facciamo dunque un quadro, una fotografia degli atleti senza contratto fra team Professional e WorldTour in vista del 2026. Un’analisi statistica sulla quale magari poi si potrà tornare a riflettere quando tutti avranno trovato, e non trovato, una sistemazione per il 2026 e gli anni a venire.

Tra passato e futuro. Girmay dovrebbe andare alla Israel, team che Ackermann (a sinistra) lascerà per andare, sembra, alla Jayco-AlUla
Tra passato e futuro. Girmay dovrebbe andare alla Israel, team che Ackermann (a sinistra) lascerà per andare, sembra, alla Jayco-AlUla

Un caso Girmay?

Partiamo da un dato generale: fra WorldTour e professional sono quasi 200 gli atleti che non hanno un contratto per il 2026. Però attenzione: questo numero non è del tutto corretto. Ci sono corridori per i quali si attende l’ufficializzazione della firma, ma che hanno già un accordo, e tantissimi altri che, militando in squadre più piccole, seguono la prassi del rinnovo annuale.

Tuttavia, ci sono nomi davvero pesanti in questa “rete”. Pensiamo per esempio a Richard Carapaz, che resterà alla EF Education-EasyPost, o a Matej Mohoric che non lascerà la Bahrain Victorious. E lo stesso dovrebbe valere per Michael Matthews: l’australiano, al netto delle difficoltà economiche che stanno riguardando il Team Jayco-AlUla, sarà confermato… tanto che noi stessi lo abbiamo incontrato a Torino, presso le visite mediche della squadra di Copeland. Questi sono certamente i tre nomi più illustri.

A questi si può aggiungere Biniam Girmay: l’eritreo pedala verso la Israel-Premier Tech, o come si chiamerà dopo la ristrutturazione. Ma viste le complicazioni che hanno coinvolto la squadra israeliana recentemente, il suo annuncio ancora non è arrivato. Non solo: con la fusione in atto non è chiaro se il contratto di Girmay sia ancora valido. Ci sono cavilli burocratici importanti. E uno come Biniam fa gola a tanti team: potrebbe essere un “parametro zero” di lusso, per dirla in termini calcistici.

Chi invece è davvero a rischio è Fernando Gaviria: la Movistar Team pare non confermarlo e di lui si hanno poche notizie. Davide Cimolai, il suo apripista, non resterà e in arrivo dalla UAE Team Emirates c’è Molano.

Riguardo ai big, manca la conferma di Kwiatkowski alla Ineos Grenadiers: ma visto che il team inglese deve ancora coprire 8 caselle delle 30 disponibili, non dovrebbero esserci problemi per rivedere l’ex iridato in maglia Ineos.

Solution Tech , senza contratto
Per il 2026 la Solution Tech ha confermato per ora appena cinque corridori
Solution Tech , senza contratto
Per il 2026 la Solution Tech ha confermato per ora appena cinque corridori

Quanto movimento

E a proposito di caselle da riempire: prendendo il limite dei 30 atleti per squadra, nel WorldTour ci sono ancora 68 posti disponibili. Qualcuno in più tra le Professional. E’ ancora a quota zero la Modern Adventure Pro Cycling, la squadra di Hincapie nata dalle ceneri della Rally. E la Team Novo Nordisk è ferma a soli quattro corridori, uno in più della Solution Tech-Vini Fantini.

Questo per dire che dei quasi 200 nomi, tra rinnovi “automatici” e accordi già stipulati, la lista è destinata a ridursi… per fortuna. Resta però il fatto che 200 corridori a spasso sono tanti. E non tutti troveranno posto. Anche perché da dietro arrivano giovani che incalzano e sui quali le squadre puntano sempre di più.

A questo punto possiamo anche iniziare a guardare in casa Italia. In assenza di una squadra WorldTour, la buona notizia è che le Professional passano da tre a “quattro”, grazie alla MBH Bank. Ma va fatta una precisazione: tecnicamente la squadra è ungherese, pertanto ufficialmente restano tre le italiane: VF Group-Bardiani, Polti-Visit Malta e la Solution Tech-Vini Fantini.

La squadra di Bevilacqua, dal DNA del tutto italiano, non è più continental: continua a puntare sui giovani ma con qualche innesto d’esperienza, uno su tutti Fausto Masnada.

Cimolai con a ruota Gaviria: cosa faranno i due? “Cimo” (classe 1989) potrebbe anche pensare al ritiro?
Cimolai con a ruota Gaviria: cosa faranno i due? “Cimo” (classe 1989) potrebbe anche pensare al ritiro?

Gli italiani

Sempre considerando WorldTour e Professional, ad oggi sono 30 i corridori italiani senza contratto, 31 se includiamo Mattia Gaffuri, il quale dopo il periodo da stagista con la Polti si vocifera possa approdare alla Picnic-PostNL. Ma vale lo stesso discorso: si attende l’ufficializzazione. Per esempio Francesco Busatto, forse il nome più illustre, dovrebbe passare dalla Intermarché-Wanty alla Alpecin-Deceuninck, rumors già uscito sui media olandesi. altra voce di corridoio: Samuele Zoccarato dovrebbe accasarsi alla MBH Bank, così come Alessandro Verre. E già la lista scenderebbe a 27… per fortuna.

Tra i nomi più importanti restano in ballo: Lorenzo Rota, Davide Cimolai, Stefano Oldani e Andrea Pasqualon. Quest’ultimo era in trattativa con alcune squadre, ma è certo che non resterà alla Bahrain Victorious. Così come non dovrebbe esserci più posto per Oldani alla Cofidis, che ha già un roster completo per il 2026.

Sul filo anche Tarozzi e Gazzoli: il primo potrebbe prolungare con la VF Group-Bardiani, il secondo restare alla XDS-Astana o, perché no, ritrovare la rotta della sua ex squadra U23, l’allora Colpack Ballan, oggi MBH Bank.

MBH Bank e il nuovo regolamento U23: come cambiano le cose?

27.10.2025
4 min
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Lo schiaffo che l’UCI ha riservato alle formazioni professional italiane è stato forte e ben assestato. I regolamenti cambiano, lo fa anche il ciclismo e bisogna adattarsi, tuttavia le tempistiche dell’Unione Ciclistica Internazionale sono alquanto rivedibili. In meno di una settimana è andato in frantumi buona parte del lavoro fatto durante l’estate da parte delle squadre professional e dei vari progetti legati ai giovani. Il primo a parlarne è stato Roberto Reverberi, che ha ammesso di chiudere quello che era il reparto dedicato agli under 23. Un’altra squadra che ha subito lo scossone del terremoto causato dall’UCI è la MBH Bank-Ballan-Csb

«Era già nell’aria – racconta Gianluca Valoti, che a breve sarà alle prese con i corsi UCI per il patentino da diesse nei professionisti – si sapeva qualcosa, ma la notizia è arrivata in maniera inaspettata in quanto a tempistiche. E’ uscita una regola a ottobre che ci ha lasciato ben poco da interpretare. Certo che in alcuni casi determinati cambiamenti sarebbe bene comunicarli con un po’ di anticipo».

La MBH Bank-Ballan-Csb dal 2026 sarà professional e da mesi lavora alla rosa per l’anno prossimo
La MBH Bank-Ballan-Csb dal 2026 sarà professional e da mesi lavora alla rosa per l’anno prossimo

L’UCI pensa ai corridori?

Le parole di Gianluca Valoti non fanno una piega, la MBH Bank lavora da mesi con l’intento di costruire una squadra che sia in grado di essere competitiva a diversi livelli. Oltre ai nomi di esperienza come quello di Felline e Masnada erano arrivate le notizie di alcuni profili interessanti come quello di Fancellu. Ma la struttura era pronta a partire dalle fondamenta, quindi molti dei ragazzi che in questi anni sono stati protagonisti tra le corse under 23 erano stati promossi al team professional con l’obiettivo di continuare il cammino e raccogliere quanto seminato

«Saperlo prima ci avrebbe dato il tempo di metterci in regola – continua Valoti – anche perché già è difficile fare ciclismo se non si è nel WorldTour, in questo modo tutto diventa ancora più complicato. Il progetto under 23 lo avremmo portato avanti comunque, anche se la comunicazione di questo nuovo regolamento fosse arrivata con anticipo. Dispiace per i ragazzi, perché in questo modo non possono partecipare a corse di rilievo come Giro Next Gen, Trofeo Piva, Recioto, Belvedere e tutte le classiche italiane under 23».

In questi anni come continental la formazione bergamasca ha corso spesso tra i pro’, qui Nespoli al Laigueglia
In questi anni come continental la formazione bergamasca ha corso spesso tra i pro’, qui Nespoli al Laigueglia

Un ciclismo sempre più di vertice

La norma della quale stiamo discutendo è quella che dispone il divieto per le squadre professional di partecipare alle corse internazionali U23. Di per sé il ragionamento sarebbe anche corretto, se non fosse per il fatto di aver in qualche modo agevolato il lavoro dei devo team, ovvero le squadre di sviluppo delle formazioni WorldTour. Siamo chiari, tra le prime 30 squadre al mondo secondo il ranking UCI, ci sono 12 professional, di queste la metà ha una formazione development. Ma fino a quando il regolamento prevedeva che agli atleti under 23 dei team professional era permesso partecipare alle corse internazionali di categoria questa decisione rimaneva interna al team. 

«In qualche modo l’UCI ha comunque agevolato le formazioni devo – spiega Valoti – perché in questo modo noi team professional non possiamo portare in nostri ragazzi alle corse under 23 in quanto professionisti. Tuttavia i ragazzi delle devo vanno spesso a correre con le formazioni WorldTour, quindi hanno comunque modo di fare esperienze che i ragazzi di una normale continental non possono permettersi.

«Noi stessi avevamo pensato di fare una formazione devo – prosegue – ma voleva dire sacrificare una parte del budget dedicato ai professionisti. Se avessimo saputo prima del nuovo regolamento magari avremmo portato avanti l’idea della squadra under 23, anche perché lo sponsor MBH Bank tiene ai giovani, come testimonia il fatto di avere una squadra juniores». 

Cesare Chesini, MBH Bank-Ballan-Csb
Dalla prossima stagione i corridori under 23 delle squadre professional non potranno più correre le gare di categoria
Cesare Chesini, MBH Bank-Ballan-Csb
Dalla prossima stagione i corridori under 23 delle squadre professional non potranno più correre le gare di categoria

Ricalibrare l’attività

Senza la possibilità di partecipare alle principali corse del calendario internazionale under 23 si dovrà trovare il modo di garantire loro un’attività adeguata che permetta di crescere e fare le giuste esperienze. 

«Dovremo capire come gestire le corse – conclude Valoti – e questo passerà dai prossimi incontri che faremo. Uno dei primi è avvenuto proprio lo scorso fine settimana, abbiamo già avuto conferma dei primi inviti ufficiali. Non è nemmeno semplice visto che siamo una formazione nuova. Troveremo le corse adatte ai giovani per farli adattare al meglio al ritmo e alle corse dei professionisti». 

Pavel Novak, Giro Next GEn 2025, Prato Nevoso, vittoria, MBH Bank-BAllan-Csb

Valoti saluta il suo “figlioccio” Novak che dal 2026 va alla Movistar

22.09.2025
5 min
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Dal 2026 Pavel Novak sarà un nuovo corridore del Team Movistar, dopo tre anni alla corte della MBH Bank-Ballan-Csb è arrivato l’addio del ragazzo arrivato dalla Repubblica Ceca per diventare grande. I riflettori intorno a Novak si erano già accesi in passato, ma la vittoria di Prato Nevoso al Giro Next Gen e il terzo posto finale alle spalle di due atleti dei devo team hanno fatto capire di avere davanti un corridore maturo (in apertura foto LaPresse). 

La squadra di Antonio Bevilacqua dalla prossima stagione sarà professional, e sulle qualità di Novak contava per affermarsi nelle corse internazionali under 23. Allo stesso tempo il ceco si sarebbe messo alla prova in gare più importanti, pronto a migliorare ulteriormente. 

Pavel Novak, Giro Next GEn 2025, Prato Nevoso, vittoria, MBH Bank-BAllan-Csb
Novak quest’anno si è confermato tra gli under 23 vincendo la tappa di Prato Nevoso e conquistando il terzo posto finale al Giro Next Gen (foto LaPresse)
Pavel Novak, Giro Next GEn 2025, Prato Nevoso, vittoria, MBH Bank-BAllan-Csb
Novak quest’anno si è confermato tra gli under 23 vincendo la tappa di Prato Nevoso e conquistando il terzo posto finale al Giro Next Gen (foto LaPresse)

A malincuore

L’addio di Pavel Novak è come quello di un figlio, non perché ci siano preferenze all’interno del team. Ma lo scalatore taciturno si era trasferito definitivamente nell’appartamento del team ad Almé, esattamente al piano sopra rispetto a quello in cui vive Gianluca Valoti. Nel tempo Novak è diventato come un figlio per il diesse bergamasco. 

«Purtroppo saremo costretti a salutare Pavel (Novak, ndr) – continua Valoti – è stata una decisione sofferta per tutti. Lui stesso ci ha pensato per un po’ di giorni, ma quando arriva una squadra WorldTour l’offerta è troppo allettante, come fai a rifiutare?».

Novak in questi tre anni con la MBH Bank-Ballan è cresciuto e maturato molto, ora è pronto per il WT(foto NB Srl)
Novak in questi tre anni con la MBH Bank-Ballan è cresciuto e maturato molto, ora è pronto per il WT(foto NB Srl)
Quando è arrivata l’offerta della Movistar?

Un mese fa più o meno, lo hanno chiamato per dirgli che erano interessati al suo profilo, poi sono passati un po’ di settimane. E’ normale, la squadra era alla Vuelta e alla fine è arrivata la proposta. Ci abbiamo pensato tutti insieme perché Novak si fida di noi e ci ha coinvolto. Purtroppo alla fine lo abbiamo lasciato andare, non c’era modo di tenerlo con noi. 

Quanto dispiace?

Ho detto “purtroppo” perché a noi è dispiaciuto tanto sia umanamente che ciclisticamente. Dal punto di vista sportivo avere un corridore come Novak ci avrebbe permesso di affrontare il salto a professional in un certo modo

Pavel Novak aveva dato segnali importanti già nel 2024, qui alla vittoria del Trofeo Piva (fotobolgan)
Pavel Novak aveva dato segnali importanti già nel 2024, qui alla vittoria del Trofeo Piva (fotobolgan))
Ne avevamo parlato quel giorno a Prato Nevoso, Novak sarebbe dovuto diventare il vostro punto di riferimento. 

Vero, ma come fai a dirgli di no quando arriva una squadra WorldTour? E’ giusto che faccia la sua strada e inizi a diventare grande. Un team come la Movistar fa gola a tutti. Diventare professionista è il sogno di ogni ragazzo, lo avremmo fatto insieme il prossimo anno ma quando si presenta un’offerta del genere… E comunque per noi vedere un nostro ragazzo che va nel WorldTour è motivo di orgoglio, vuol dire che abbiamo lavorato bene insieme. Se vogliamo il merito è un pochettino anche nostro…

Sembra che anche Novak fosse poco convinto di lasciarvi…

Mi ha chiesto subito cosa ne pensassi con quel suo tono di voce lento e sempre calmo. Penso che anche per lui lasciare un ambiente familiare come il nostro sia difficile. Sai, alla fine sono anni che vive al primo piano della nostra palazzina ad Almé. Per noi è come un figlio, sempre un po’ coccolato. Probabilmente ha paura che possa fare fatica a trovare la stessa cosa alla Movistar, ma credo che lì troverà il giusto ambiente. 

Pavel Novak, Jayco AlUla, stage, Giro della Toscana 2024
Novak nel 2024 ha corso come stagista con la Jayco AlUla, qui al Giro della Toscana
Pavel Novak, Jayco AlUla, stage, Giro della Toscana 2024
Novak nel 2024 ha corso come stagista con la Jayco AlUla, qui al Giro della Toscana
In passato erano già arrivate squadre WorldTour a chiederlo?

Era arrivata Cofidis, poi aveva fatto degli stage con Ineos, Jayco-AlUla e Q36.5. Ma alla fine non si era fatto nulla.

Secondo te perché quest’anno si è convinto?

Movistar è stata convincente e anche Novak stesso si è deciso che fosse arrivato l’anno giusto. 

Può essere la squadra giusta per lui?

Sicuramente sì, Movistar è una squadra WorldTour ma con una dirigenza e delle figure di riferimento italiane. C’è Formolo che può essere un ottimo punto di riferimento per Novak.

Pavel Novak, MBH Bank-Ballan-Csb, GP Industria e Artigianato
Avere un corridore come Novak in squadra avrebbe reso più facile il passaggio a team professional
Pavel Novak, MBH Bank-Ballan-Csb, GP Industria e Artigianato
Avere un corridore come Novak in squadra avrebbe reso più facile il passaggio a team professional
Si trasferirà in Spagna?

Vedremo. Perché il fratellino piccolo (Filip, ndr) lo raggiungerà nel team continental, dal prossimo anno Movistar avrà una squadra di sviluppo. La cosa da capire è se sarà devo team o una squadra satellite. Entrambi, sia Pavel che Filip, sono abituati a passare l’inverno a Calpe, quindi potrebbero trasferirsi definitivamente in Spagna. 

Voi come ripartirete senza Novak?

Ripartiremo, stiamo cercando un corridore che possa sostituirlo, quindi un under 23. E’ difficile perché i migliori sono già nei devo team o nel WorldTour. Poi comunque in casa abbiamo nomi interessanti: Chesini, che ha vinto in Romania, Bracalente, Cipollini. 

Come sarà non avere più Novak al piano di sopra?

Non ci sarà più nessuno che rompe le scatole (ride, ndr). Non è vero, Pavel è tranquillissimo, non lo sentivi mai. Anzi, ogni tanto andavo a controllare che fosse ancora lì.

Vesco: sottotraccia cresce il futuro della MBH Bank-Ballan

16.07.2025
4 min
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Uno dei volti della MBH Bank-Ballan-Csb del futuro sarà quello di Leonardo Vesco, atleta brianzolo classe 2005. Anche lui arriva dal vivaio del Team Fratelli Giorgi e al suo secondo anno nella categoria under 23 sta cercando di capire quale sia la strada da seguire. La crescita, com’è giusto che sia, sta arrivando con passi giusti e determinati. Vesco ha già assaporato la vittoria, sia nella passata stagione che quest’anno. Due successi che hanno fatto capire a Gianluca Valoti e allo staff del team bergamasco di aver in mano un atleta che, se gestito bene, sarà una pedina importante nel passaggio a professional nel 2026

Leonardo Vesco, classe 2005, è al suo secondo con la MBH bank-Ballan-Csb (foto Jacopo Perani/think bold)
Leonardo Vesco, classe 2005, è al suo secondo con la MBH bank-Ballan-Csb (foto Jacopo Perani/think bold)

In cerca di conferme

Come ci aveva già anticipato Antonio Bevilacqua l’obiettivo della MBH Bank-Ballan-Csb sarà quello di valorizzare i ragazzi cresciuti in questi anni e di fare in modo che abbiano un confronto costante con i professionisti. Mentre i corridori che ancora rientrano nella categoria under 23 potranno crescere e maturare correndo con i pari età. Leonardo Vesco si colloca perfettamente tra i ragazzi con davanti ancora un ampio margine di miglioramento.

«Nel mese di giugno ho corso un bel Giro di Campania – ci racconta – e ho disputato la mia prima gara della stagione tra i professionisti, il Giro dell’Appennino. L’anno scorso avevo chiuso il calendario con la Coppa Agostoni assaggiando già il mondo dei grandi. Ora sono in un periodo di stacco prima di rimettere il numero sulla schiena ad agosto, quando correrò nelle gare internazionali under 23. Ce ne sono parecchie: Capodarco, Poggiana, Giro del Veneto, Giro del Friuli: voglio farmi trovare pronto».

Vesco in queste due stagioni sta crescendo e facendo i passi giusti verso la maturazione fisica e mentale (foto Jacopo Perani/think bold)
Vesco in queste due stagioni sta crescendo e facendo i passi giusti verso la maturazione fisica e mentale (foto Jacopo Perani/think bold)
Nessuna corsa a tappe nella prima parte dell’anno, come mai?

E’ una scelta presa fin dall’inverno con il team, il Giro Next Gen e il Giro della Valle d’Aosta sono gare impegnative che in futuro vorrei inserire nel mio calendario, ma è giusto fare certi passi in maniera graduale. 

Valoti ha speso belle parole nei tuoi confronti, la squadra crede molto in te…

Vero, è una cosa che mi fa molto piacere. A me tocca cercare di ottenere sempre il massimo in ogni gara. Sono contento di aver vinto una tappa al Giro della Campania ed è stata una bella risposta al lavoro fatto. La squadra ha un piano per farmi crescere e questo mi dà tanta fiducia. Poi vedremo, il futuro ci darà le risposte. 

Vesco ha già dimostrato di saper vincere, l’ultima volta è stato al Giro di Campania (foto Jacopo Perani/think bold)
Vesco ha già dimostrato di saper vincere, l’ultima volta è stato al Giro di Campania (foto Jacopo Perani/think bold)
Quali sono gli aspetti sui quali ancora devi scoprirti?

Le salite lunghe, non avendo ancora fatto corse a tappe come il Giro Next Gen o il Valle d’Aosta. Mi piacerebbe fare queste gare per capire se sono un corridore da Classiche o da Grandi Giri. 

Ti è dispiaciuto non fare queste gare?

Con la MBH Bank-Ballan ho sempre avuto modo di fare belle gare. L’anno scorso ho corso in Belgio prima alla Youngster e poi alla Liegi U23. Mentre quest’anno, in Francia, ho preso parte al Tour de Bretagne. Soprattutto quest’ultima è un’esperienza che mi è servita molto, infatti una volta tornato ho raccolto due vittorie. 

Gianluca Valoti e la MBH Bank contano molto sul talento del giovane brianzolo (foto Jacopo Perani/think bold)
Gianluca Valoti e la MBH Bank contano molto sul talento del giovane brianzolo (foto Jacopo Perani/think bold)
Queste esperienze internazionali, Belgio e Francia, cosa ti hanno lasciato?

E’ tutto un altro modo di correre, dove i ritmi sono più alti. Capisci davvero cosa si intende quando ti dicono che è importante rimanere sempre nelle prime posizioni. Su quelle strade la corsa può cambiare da un momento all’altro, bisogna stare sempre attenti.

Sogni di diventare un corridore da Classiche o da lunghe salite? 

Voglio prima di tutto scoprirmi, adesso non sogno. Sogno di diventare professionista, questo sì. Al momento mi sento forte negli arrivi impegnativi e in volate molto ristrette, con quattro o cinque avversari. Poi vedremo con il passare degli anni come mi svilupperò.

MBH Bank-Ballan: finalmente parte il progetto professional

25.05.2025
4 min
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Ci è voluto più del previsto ma alla fine la MBH Bank-Ballan-Csb diventerà una formazione professional nel 2026. L’aria di cambiamento, o di rivoluzione, si respirava da tempo. Fin da quando nel 2024 è stato annunciato l’ingresso di MBH Bank, banca ungherese, come primo nome della continental bergamasca. La forte impronta italiana e di Bergamo non si perderà con questo nuovo passo, anzi sarà proprio l’anima di un progetto nato per fronteggiare un ciclismo che cambia e diventa sempre più esigente. Soprattutto per le squadre.

Voci dall’Ungheria

La notizia ufficiale è arrivata durante il Giro di Ungheria, non un caso. Il team per il secondo anno di fila è andato in quella che ormai è la corsa di casa e lì insieme allo sponsor MBH Bank è stato fatto l’annuncio. Le parole di Antonio Bevilacqua che guida questa squadra da anni lasciano trasparire una certa emozione, ma anche la consapevolezza che il 2026 non è lontano e le cose da fare sono tante.  Intercettiamo Bevilacqua mentre i suoi ragazzi sono in altura per preparare il Giro Next Gen. 

«So che i miei corridori si stanno preparando bene – dice – vediamo se in questo Giro riusciamo a fare qualcosa di buono e replicare o migliorare i risultati del 2024 (in classifica generale arrivò il quinto posto di Pavel Novak e il settimo di Florian Kajamini, mentre Lorenzo Nespoli conquistò la classifica dei GPM, ndr)».

MBH Bank-Ballan ha corso molto con i professionisti negli ultimi anni, qui alla recente Milano-Torino
MBH Bank-Ballan ha corso molto con i professionisti negli ultimi anni, qui alla recente Milano-Torino
Un anno dopo ma l’annuncio è arrivato, si entra nel mondo dei professionisti. Che effetto fa?

Bello, siamo orgogliosi del passaggio: non possiamo nasconderlo. Tuttavia sappiamo che non sarà un cammino semplice, il ciclismo è cambiato molto e avere il coraggio di fare una squadra professional non è scontato. I costi sono elevati. 

Che programmi avete?

Di entrare in punta di piedi contando sulle qualità e la forza dei nostri giovani. Vediamo dove saremo in grado di arrivare. 

Quanto è stato lungo questo anno di attesa prima di partire con il nuovo progetto?

Sapevamo da inizio anno di poter fare il cambio di categoria già dal 2026. Abbiamo aspettato il Giro di Ungheria per fare l’annuncio perché il nostro sponsor principale arriva da lì e ci teneva particolarmente. Dovevamo fare il passaggio già lo scorso anno ma l’iter è stato più lungo del previsto. 

La squadra punterà molto sui giovani già in rosa, tra loro spicca sicuramente Lorenzo Nespoli
La squadra punterà molto sui giovani già in rosa, tra loro spicca sicuramente Lorenzo Nespoli
Quanto è grande il salto da continental a professional?

Dal punto di vista dell’organizzazione non è facile. Avremo bisogno di molto più materiale e staff ma ci stiamo già muovendo. Il budget calcolato dovrebbe essere intorno ai cinque milioni di euro. Una cifra importante, ma che nel ciclismo moderno rappresenta il minimo per entrare nel mondo del professionismo. 

Già al Giro di Ungheria, corsa 2.Pro, avete assaporato il livello in gare di buon spessore…

Vero e ci siamo comportati bene sia lo scorso anno al nostro debutto che nella recente edizione. Nel 2024 Quaranta ha sfiorato la vittoria di tappa, mentre quest’anno Novak ha lottato con i migliori e ha conquistato un bel sesto posto finale. 

La MBH Bank-Ballan-Csb potrà comunque continuare a correre nelle gare internazionali riservate agli under 23 (foto Jacopo Perani)
La MBH Bank-Ballan-Csb potrà comunque continuare a correre nelle gare internazionali riservate agli under 23 (foto Jacopo Perani)
Per quanto riguarda il calendario farete grandi cambiamenti?

Non direi. Già in queste ultime due stagioni ci siamo messi alla prova in gare di buon livello come la Coppi e Bartali, la Milano-Torino, il Giro d’Abruzzo, il Trofeo Laigueglia e tante altre. Senza dimenticare che potremo ancora prendere parte alle corse internazionali under 23, come fa la Vf Group-Bardiani. Pensare di andare subito a correre nelle corse WorldTour è troppo. 

Avere una formazione professional diventa anche un modo per riuscire a prendere i ragazzi dalla categoria juniores?

Da un lato sì. In più riusciamo a dare ai nostri ragazzi, quelli che già corrono con noi, un percorso di crescita continuo. Come detto entriamo in punta di piedi consapevoli che c’è del lavoro da fare. La cosa certa è che puntiamo tanto sui nostri atleti, anche perché con il ciclismo di ora diventa difficile riuscire a prendere dei corridori di buon livello. 

BePink, da continental a professional si moltiplica tutto per tre

09.10.2024
6 min
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Walter Zini è un fiume in piena. La stagione si sta concludendo, ma intanto il tecnico della BePink si appunta sul petto l’invito alla presentazione del Tour de France e la partecipazione al Simac Ladies Tour iniziato ieri (foto di apertura). Per la sola squadra Italiana che in apparenza si sta prodigando per diventare professional si tratta di importanti riconoscimenti su cui appoggiare saldamente i piedi per il futuro. Infatti a Milano si sta lavorando sodo per la scadenza di novembre, entro la quale si saprà se il passaggio di categoria sarà stato riconosciuto dall’UCI.

Crescono i costi. Cambia lo status degli atleti. Occorre dotarsi di strutture e nuove figure professionali. La continental per cui bastava davvero poco deve diventare un’azienda. Ed è proprio questo il fronte più impegnativo. Walter risponde, noi facciamo domande. La sfida non è semplice, ma non fa paura.

Dal 2024 la BePink è passata su bici di Officine Mattio: a destra Zini con Giovanni Monge Roffarello
Dal 2024 la BePink è passata su bici di Officine Mattio: a destra Zini con Giovanni Monge Roffarello
Walter, prego, su cosa si sta lavorando?

Sto andando avanti a fare riunioni e incontri. Il gruppo di Officine Mattio tecnicamente è molto interessato alla cosa e sono sul pezzo. Anche loro stanno portando avanti dei contatti e alla fine tireremo una riga. Sono un po’ lunghino con i tempi, perché ci siamo presi un po’ di tempo per decidere. Però vediamo se riusciamo a chiudere tutti i discorsi per la prima settimana di novembre, quando verranno comunicate le squadre. Abbiamo fatto la registrazione, i versamenti e le prime cose richieste. Se arriveremo in tempo e avremo tutto a posto, faremo la professional. Altrimenti continueremo con la continental. C’è di buono che almeno in questo caso i versamenti fatti non saranno perduti, come sarebbe se invece volessimo provare a fare la WorldTour.

Immaginiamo sia un discorso economico, ma qual è la vera differenza?

Fondamentalmente è proprio l’aspetto economico. Nelle continental si è un po’ borderline, nel senso che a parte la fideiussione e alcune altre cose, non hai particolari obblighi, almeno in Italia. La maggior parte delle atlete sono a costo zero, nel senso che prendono il rimborso dell’autostrada. Nella professional si diventa professionista a tutti gli effetti, come negli uomini. Non c’è un numero vincolato di professional, basta che hai il budget e che segui l’iter previsto dall’UCI. Quindi soprattutto superare il controllo di PWC (il revisore esterno nominato dall’UCI per la registrazione delle squadre professionistiche, ndr) per tutto quello che è la documentazione e le garanzie bancarie. Una volta passato il loro controllo, puoi fare la professional.

Fra i nomi segnalati dal 2024, quello di Elisa Valtulini, 19 anni, quarta miglior giovane al Giro Women
Fra i nomi segnalati dal 2024, quello di Elisa Valtulini, 19 anni, quarta miglior giovane al Giro Women
Per avere un ordine di grandezza, di quanto crescono i costi rispetto alla squadra attuale?

Se vuoi fare una professional fatta bene, lo triplichi. Fate conto che le ragazze sarebbero tutte professioniste e parti da un minimo salariale di 27 mila euro per quelle del primo anno. Però ad esempio se ne prendi qualcuna che rientra dal WorldTour, il minimo è già 35 mila. Poi è logico che se ne vuoi qualcuna che un po’ pedali, devi darle in più. Devi avere i direttori sportivi registrati, devi avere chi si occupa dell’aspetto finanziario, quindi un po’ di persone a libro paga. Quindi solo come monte stipendi, abbiamo fatto un prospetto per cui siamo intorno ai 560 mila euro.

Una vera azienda, insomma…

Per farla bene, devi avere 1,2 milioni. Però è vero che se lo rapporti al discorso legato all’attività che facciamo e le ore di visibilità con Discovery e quello che ne consegue, non è poi tantissimo. E’ un costo coerente, ma è ovvio che devi trovare chi è anche un po’ appassionato, perché ormai ce ne sono tanti in giro che battono cassa. E ultimamente si sta alzando un po’ troppo l’asticella. Nel femminile siamo passati dal nulla al troppo. Corridori che vincono due corse e le squadre WorldTour se le contendono per 150-200 mila euro all’anno. Sono 15 mila euro al mese, ma le ragazze sono sempre le stesse.

Monica Trinca Colonel, qui a Stoccarda, era in parola per rimanere un anno in più, invece passa alla Jayco-AlUla
Monica Trinca Colonel, qui a Stoccarda, era in parola per rimanere un anno in più, invece passa alla Jayco-AlUla
Il problema è che intanto, come fra gli uomini, svuotano il serbatoio delle squadre più piccole.

Si gestiscono così, ma non costruiscono poi molto. Adesso c’è questa sorta di cordata di Movistar e FDJ, che sembrano voler smembrare la SD Worx. Una gli ha portato via la Reusser e l’altra si è presa Vollering. Però Vollering da sola non è così infallibile, come si è visto al Tour e poi al mondiale. Mentre Reusser è una che tira e basta. E intanto pensate che SD Worx non sia lo stesso la squadra più forte? Hanno la Bredewold che è cresciuta ed è diventata un corridore vero. Continuano a vincere con Kopecky e con Wiebes. Hanno due o tre giovani che sono cresciute, come la Vas che ormai è matura e inizia a fare risultati veri. Gli altri hanno i soldi e portano via il corridore già fatto. Ma per me quello della SD Worx è un lavorare per garantirsi il futuro, l’altro è zappettare a destra e a sinistra per cercare di portarsi a casa il grosso nome. Movistar aveva Van Vleuten e poi si sono ritrovati col vuoto. Alla fine almeno l’hanno capito e hanno preso la Ferguson.

Nell’ipotesi professional, dovrai intervenire sul mercato, visto che hai un gruppo di ragazze molto giovani?

Confermo una parte di quelle che ho e poi ci sono in giro un sacco di ragazze giovani, dai 20 ai 22 anni. Ad esempio le ragazze della Ag Insurance, che sono state lasciate libere e hanno anche dei punti. L’idea comunque è quella di continuare a investire sulle giovani, perché se partiamo il progetto è di tre anni più tre. Quindi la volontà di uno degli sponsor sarebbe, se ci sarà la possibilità economica e potenziale del team, nel 2027 o 2028 provare a diventare WorldTour. A quel punto avrei un gruppo di 8-10 ragazze che adesso hanno 20-21 anni, che ne avranno 24 e inizieranno a essere mature. Saranno affiatate e pronte per il salto di qualità. Questo è il sogno che vorremmo trasformare in progetto: vediamo dove riusciamo ad arrivare.

Andrea Casagranda, 20 anni, ha messo insieme circa 55 giorni di gara, lasciando intravedere ottimi sprazzi
Andrea Casagranda, 20 anni, ha messo insieme circa 55 giorni di gara, lasciando intravedere ottimi sprazzi

Un treno che parte

Il resto è un susseguirsi di incontri con sponsor che vogliono entrare, cercando di diventare appetibili per agganciare il nome giusto. Come quello di una grossa azienda straniera, che sarebbe in ballo fra il gruppo italiano e un altro tedesco. Il marchio Be Pink cederebbe il nome a un primo sponsor ben più solido, in una struttura che Zini ha chiara davanti agli occhi e verso la quale sta navigando cercando di tenere in mano tutti i fili del discorso. Da un incontro avuto tra la Federazione e le altre continental, la sensazione è che nessuna sia avviata su questa stessa strada. Di certo il gradino è molto alto e le dinamiche sono le stesse che hanno emarginato il ciclismo italiano maschile rispetto al resto del mondo.

«Se c’è un orientamento internazionale – chiude Zini – non dico che si debba essere i primi della classe, ma nemmeno che si possa fare finta di niente. Noi ci proviamo, questo è un treno che una volta che è partito, poi diventa difficile salirci sopra».

Crescioli: «Cara UCI, quanta confusione sui mondiali U23»

03.10.2024
4 min
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Durante i giorni di Zurigo, con i mondiali in corso e tutti gli occhi puntati sullo spettacolo offerto dai vari campioni e futuri campioni, si è aperto il tema degli under 23. Sia chiaro, è un problema tutto italiano sul quale bisogna riflettere internamente prima di cercare il colpevole all’esterno. In tanti si sono lamentati sul fatto che corridori professionisti abbiano preso parte alla prova riservata agli under 23. L’oggetto del dibattito è stato il fatto che la loro presenza abbia chiuso le porte ai ragazzi delle squadre continental e di club. L’UCI ha messo mano al regolamento e dal 2025 i mondiali U23 non vedranno i corridori di formazioni WorldTour e professional. Per essere chiari non vedremo Del Toro, ma nemmeno i nostri Busatto, De Pretto e Pellizzari. L’eccezione viene fatta verso i corridori dei devo team in quanto non professionisti ma appartenenti ad una formazione continental. 

Uno dei ragazzi esclusi da Marino Amadori per il mondiale di Zurigo è Ludovico Crescioli, il quale quest’anno ha corso per la Technipes #InEmiliaRomagna. Formazione continental che gli ha permesso di correre 20 dei 58 giorni di gara con i professionisti. 

«E ci correrò ancora – racconta Crescioli – visto che sabato sarò al Lombardia U23 e la domenica alla Coppa Agostoni. Dopo la caduta all’Avenir, nel quale ho vinto la seconda tappa, mi sono rimesso in sesto e ho corso il calendario professionistico tra Toscana, Emilia Romagna e Abruzzo».

Crescioli alla Coppi e Bartali, la prima delle sue tante gare con i pro’ nel 2024
Crescioli alla Coppi e Bartali, la prima delle sue tante gare con i pro’ nel 2024

Idee poco chiare

Insieme a lui commentiamo questo cambio di regolamento. Crescioli è uno di quei ragazzi che, se dovesse passare professionista nel 2025, non potrà correre il mondiale nonostante sia ancora a tutti gli effetti U23. 

«Non fare il mondiale mi è dispiaciuto – commenta – ma mi sono trovato completamente d’accordo con Amadori. Le regole erano chiare e l’Italia si è attrezzata per competere contro corridori di prima fascia, di cui la maggior parte provenienti dal WorldTour. La decisione presa dall’UCI mi sembra strana, perché se pensiamo all’Italia ci sono ragazzi che non potranno mai fare un mondiale under 23. I corridori della Bardiani, che da juniores passano professionisti, possono correre le gare internazionali under 23 ma non il mondiale. Mi sembra un controsenso. Il mondiale under 23 deve essere fatto per accogliere i migliori ragazzi della categoria. Tanto che a Zurigo ha vinto Behrens che arriva da una formazione development». 

I mondiali U23 sono stati vinti dal tedesco Behrens, che corre in un devo team, ovvero una continental
I mondiali U23 sono stati vinti dal tedesco Behrens, che corre in un devo team, ovvero una continental

Problema di calendario

Il punto centrale del discorso non è capire se la regola imposta dall’UCI sia giusta o meno. La domanda che sorge parlando con Crescioli è: i ragazzi under 23 che militano in una continental italiana fanno un calendario adeguato al titolo della loro squadra? In Technipes il toscano ha corso in egual modo tra professionisti e under 23, facendo un calendario completo.

«Alla fine i ragazzi dei devo team – continua – fanno diverse corse con i professionisti, quindi di esperienza ne accumulano. Chi milita in una formazione di sviluppo o una continental dovrebbe avere un calendario proporzionato al titolo della squadra. Io sarei rimasto per un’inclusione totale di tutti i ragazzi under 23. Anche perché, ripeto: un corridore juniores che passa alla Bardiani non può correre il mondiale fino ai 23 anni, in teoria. Però viene a fare il Giro Next Gen. Mi sembra solo un modo per creare ancora più confusione».

Ludovico Crescioli quest’anno ha vinto una tappa all’Avenir contro corridori WT
Ludovico Crescioli quest’anno ha vinto una tappa all’Avenir contro corridori WT

Esperienza

Le voci vedono Crescioli prossimo ad un passaggio tra i professionisti nel 2025, anche se lui svia e non vuole dire ancora nulla a riguardo. Il tema però rimane. 

«Se ciò dovesse accadere – conclude – mi troverei fregato due volte. Quest’anno sono stato escluso perché c’era la possibilità di portare i professionisti, mentre l’anno prossimo potrei non partecipare in quanto uno di loro. Alla fine credo che il mondiale sia un’esperienza e che debba essere alla portata di tutti. Poi consideriamo che all’Avenir, ad esempio, possono partecipare i corridori provenienti dal WorldTour. Mi sembra tutto un modo per creare confusione. Sarebbe stato meglio che i mondiali rimanessero una competizione aperta a tutti».