Bracalente torna al successo e sogna l’azzurro

10.06.2025
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Periodicamente, Diego Bracalente torna agli onori della cronaca e questo è un titolo di merito per il corridore marchigiano, considerato uno dei più validi prospetti italiani per quel che concerne l’arte della salita (un po’ bistrattata, in verità). Vincitore della Coppa della Pace (terza vittoria per la MBH Bank Colpack Ballan dopo Nespoli al Recioto e Masciarelli al Liberazione), il fermano ha ritrovato il sorriso dopo un inizio difficile e nel successivo Giro della Campania è stato comunque protagonista.

Risultati che hanno raddrizzato un inizio stagione difficile: «Le ultime due settimane mi hanno fatto dimenticare tutto quel che c’è stato prima, se ci fossimo sentiti a metà maggio il mio umore sarebbe stato ben diverso. D’altronde per me è sempre un po’ così, io soffro molto il freddo, la temperatura è una componente essenziale per le mie prestazioni. La Coppa della Pace poi era un mio obiettivo da inizio anno, averlo centrato ha rimesso un po’ le cose a posto».

L’assolo decisivo di Bracalente a Sant’Ermete, con 27″ su Fietzke (GER) e 36″ su Biehl (DEN)
L’assolo decisivo di Bracalente a Sant’Ermete, con 27″ su Fietzke (GER) e 36″ su Biehl (DEN)
Qualche risultato però era arrivato, ad esempio il podio al Trofeo Matteotti…

Sì, ma molto meno di quanto sperassi, di quanto mi fossi impegnato. Le prime settimane di stagione non sono mai state positive, a maggio e giugno ho raccolto sempre di più ma quest’anno, complice anche l’allungamento del periodo un po’ più rigido, non riuscivo proprio a carburare. L’aria calda mi aiuta…

Sembra strano sentirlo dire per uno scalatore, che anche nei mesi invernali può trovare temperature rigide salendo di quota…

Diciamo che in quei casi emerge la mia resilienza. Mi è già capitato di trovare un clima freddo man mano che salivo e ho cercato di tener duro. Non faccio la differenza, quella che solitamente provo a dimostrare con un clima caldo, cerco di resistere e rimanere comunque attaccato ai primi evitando di soffrire di una giornata storta.

La ripresa del fermano si è vista anche al Giro di Campania, con un 4° posto di tappa e il 5° nella generale
La ripresa del fermano si è vista anche al Giro di Campania, con un 4° posto di tappa e il 5° nella generale
Che clima hai trovato a Sant’Ermete?

Ideale per me, per una gara davvero internazionale con tanti corridori di alto livello e formazioni protagoniste in tutt’Europa. Io questa volta non ho commesso l’errore che avevo fatto a Castelfidardo, quand’ero andato via a 55 chilometri dal traguardo e mi avevano ripreso ai -5 quand’ormai non ne avevo più. Stavolta con la squadra avevamo deciso di aspettare, cercando di non farci trascinare nella bagarre dalla Red Bull che avevano il danese Biehl davvero scatenato. Io sono andato a prendere lui e Cattani al terzultimo giro: Biehl e Fietzke hanno provato a mettermi in mezzo ma ai -10 ho provato la fuga solitaria, tenendo i due lontani.

Prestazioni del genere ti sono valse la convocazione per il Giro Next Gen?

Purtroppo no, un po’ mi dispiace ma era già nei programmi che sarebbero andati altri e lo sapevo da tempo. Sarebbe stato un  bel test, considerando anche che ci sono due arrivi davvero duri, ma vorrà dire che potrò prepararmi con un po’ più di calma e puntare alle prove internazionali subito dopo. Nel mio programma ci sono il campionato italiano e poi il Giro della Val d’Aosta che forse potrebbe essere davvero il momento clou della mia stagione, anche se io ho già fatto un pensierino a una gara particolare.

Al Giro d’Abruzzo ha provato ad andare in fuga, ma il clima non lo ha favorito
Al Giro d’Abruzzo ha provato ad andare in fuga, ma il clima non lo ha favorito
Quale?

Il mio pallino è il GP Comunità di Capodarco, ci penso già dallo scorso anno. Si corre a 15 chilometri da casa mia, ci saranno davvero tutti a vedermi e voglio onorarlo al meglio, far vedere chi è davvero Diego Bracalente…

Gli obiettivi non mancano di certo, ma considerando le caratteristiche della stagione te ne poniamo altri due: europei e mondiali, entrambi con percorsi durissimi…

La maglia azzurra è un sogno e so che se chiamato in causa potrei garantire il massimo impegno. In Ruanda andranno in pochi, magari qualche chance in più c’è per gli europei. Tocca a me farmi vedere e chissà che questo periodo di riposo non possa essere un toccasana per farmi salire ancora di condizione.

A Castelfidardo aveva provato l’azione decisiva, ma troppo lontano dal traguardo (foto Instagram)
A Castelfidardo aveva provato l’azione decisiva, ma troppo lontano dal traguardo (foto Instagram)
Qualche grande team comincia a bussare alla tua porta?

Lo spero, so che il mio procuratore Carera se ne sta occupando ma qualsiasi scelta per me va bene, alla MBH mi trovo bene, se saliranno di categoria andrebbe benissimo per me. Io preferisco non pensarci, concentrarmi giorno per giorno su quel che devo fare e sul portare a casa più risultati possibile. La seconda parte dell’anno mi ha sempre dato buoni riscontri, ma quest’anno voglio anche di più…