C’è tutto o quasi nell’urlo liberatorio di Lorenzo Nespoli mentre abbraccia il team manager Antonio Bevilacqua subito dopo aver tagliato il traguardo di Negrar. Il Palio del Recioto è suo ed è una vittoria che vale tanto sia per il ventenne di Giussano sia per la MBH Bank Ballan CSB Colpack (in apertura foto Lisa Paletti).
Se la classica internazionale U23 sarà la svolta stagionale di Nespoli lo dirà solo il tempo, di sicuro la prestazione offerta in mezzo ai vitigni della Valpolicella è una gran bella iniezione di fiducia per le gare future. In ordine cronologico – sull’onda dell’ebbrezza di martedì – i prossimi obiettivi nel mirino sono il Liberazione di domani e il Giro della Provincia di Biella di domenica 27 aprile. E allora ne abbiamo approfittato per tastare umore e programmi dello scalatore brianzolo che sta beneficiando della condizione affinata anche nelle gare tra i professionisti.
Lorenzo ci racconti l’impresa del Recioto? Merito della ricognizione di inizio aprile?
No, la recon l’abbiamo fatta per rivedere parte del percorso, ma senza prevedere necessariamente nulla di strategico. Martedì mi sono mosso a 40 chilometri dall’arrivo in uscita dal circuito e spingendo forte sulla salita lunga di Fiamene. Ho guadagnato subito un bel vantaggio e da lì in avanti l’ho poi gestito cercando di recuperare lo sforzo. Nel finale ho scollinato con circa trenta secondi senza rischiare in discesa. Sapevo che Finn e Schrettl stavano tornando sotto, però ormai ero arrivato.
E ti sei lasciato andare ad un’esultanza molto sentita…
Esatto, ma non perché era da due anni che non vincevo a braccia alzate con la maglia della squadra, tralasciando le gare minori in Cina di fine 2024, il campionato italiano di cronosquadre ed una cronoscalata. In realtà la felicità sfogata dopo il traguardo era frustrazione per non aver combinato nulla il giorno prima al Belvedere. Finn e Schrettl avevano attaccato presto ed io avevo perso il momento. Avevo provato a rimediare dopo, ma alla fine non ho centrato nemmeno la top dieci. Al Recioto volevo riscattarmi, dovevo per forza.
Hai corso con la pressione del risultato?
No, non ne avevamo, però avevamo fallito le prime gare internazionali e non vincevamo dalla San Geo di febbraio. Per una squadra come la nostra è un po’ strano. Volevamo assolutamente tornare al successo anche per dedicare la vittoria a Pietro Valoti, il padre di Gianluca che è mancato dieci giorni fa, e ad Antonio Bevilacqua che ha compiuto gli anni la settimana scorsa. Ce l’abbiamo fatta e questa mia vittoria è per loro.
Cosa ti dà il trionfo del Recioto?
Sentivo di stare bene e la prestazione è stata una conseguenza. Sicuramente questo successo mi rende più consapevole dei miei mezzi. Tuttavia sento di dover dimostrare ancora tanto. Ad esempio devo migliorare nelle volate ristrette. Non è che un bel giorno come quello di martedì cambia tutto e improvvisamente diventi forte.
Al Giro NextGen dell’anno scorso avevi vinto la maglia di miglior scalatore. Quest’anno a cosa punti?
Non si conoscono ancora le tappe, ma vediamo cosa combino alla prima vera salita (dice sorridendo, ndr). Capirò se curare la generale o se puntare alle tappe. Per preparare il NextGen abbiamo in programma tre settimane di altura al Sestriere il prossimo mese, però devo anche capire se correrò il Giro di Ungheria che c’è proprio dal 14 al 18 maggio. Ne parlerò con i miei tecnici nei prossimi giorni e decideremo cosa fare.
Tra gli obiettivi del 2025 di Lorenzo Nespoli c’è anche quello di passare pro’ a fine stagione?
No, a quello che non ci sto pensando perché è una cosa che porta stress e quindi diventa controproducente. Certo, le proposte ci sono e si sa che tipo di corridore sono, però a questo pensa il mio procuratore ed io sono tranquillo. Ne riparleremo quando sarà il momento giusto. I miei obiettivi sono solo legati alle gare. Se proprio ne devo battezzare una, allora dico il Piccolo Lombardia, che per me è la corsa di casa. Però diciamo che vorrei vincere ancora, con più continuità.