PRATO NEVOSO – La tappa regina del Giro Next Gen va a Pavel Novak, lo scalatore della MBH Bank-Ballan-Csb che viene dalla Repubblica Ceca. Un ragazzo taciturno che sembra dare l’idea di tenersi per sé certi ragionamenti e riflessioni (in apertura foto Jacopo Perani-think bold). Una fuga lunga 140 chilometri, la seconda per distanza in questo Giro Next Gen dopo quella di Vervenne a Cantù. Questa però è stata dura, sofferta. Una frazione di 161 chilometri di cui quasi la metà con la strada che punta verso il cielo, le statistiche snocciolate durante la corsa parlano di un 20 per cento di pianura in totale. Era facile pensare alla vittoria di uno scalatore, ben più difficile che arrivasse dalla fuga partita al mattino.
Novak taglia il traguardo e indica il nome della squadra sulla maglia, prosegue fino alla fine delle transenne e si ferma. Intorno a lui c’è il silenzio, non parla e non esulta. Nemmeno un urlo o un cenno con la mano. Svuota una bottiglietta d’acqua in pochi secondi, metà in bocca e l’altra metà cade sul collo e prosegue sul petto.
Ribaltare tutto
Dal chilometro uno di gara esce un gruppetto di undici corridori in cui Pavel Novak non era presente. C’era però il suo compagno di squadra Lorenzo Masciarelli, pedina importante nella gestione delle energie. Una presenza che è valsa per due perché mentre l’abruzzese pedalava forte in testa alla corsa il ceco restava ben coperto alla sua ruota.
«Siamo contenti – il plurale difficilmente abbandonerà i discorsi di Novak – eravamo venuti al Giro Next Gen con la voglia di fare classifica. Alla fine della giornata di ieri ci trovavamo in undicesima posizione così oggi siamo partiti con l’idea di provare a ribaltare la situazione, o comunque di rientrare tra i primi cinque. Il grazie però va a tutta la squadra perché ogni compagno ha fatto qualcosa di importante per me. L’anno scorso avevo vinto il Trofeo Piva ma questa penso sia una vittoria di altro spessore, sia per difficoltà che per prestigio. Pensavo che la salita finale fosse più dura, stavo bene fin dal mattino. Domani sarà una tappa difficile, la speranza è di recuperare bene».
Una portiera nuova
L’ammiraglia della MBH Bank-Ballan-Csb ha bisogno di una portiera nuova dopo tutte le volte che Gianluca Valoti l’ha suonata come un tamburo per spronare Novak. Per diversi momenti della tappa Pavel Novak è stato anche il leader virtuale del Giro Next Gen. Nel dopo tappa i ragazzi della Red Bull-BORA-hansgrohe Rookies hanno detto di non essere mai stati preoccupati dal distacco dello scalatore ceco, fatto sta che Novak sul traguardo ha ridotto il suo distacco dalla maglia rosa di Tuckwell a solamente ventisette secondi, rientrando prepotentemente in classifica.
«Stamattina – racconta il diesse Valoti – il programma era di anticipare i migliori e attaccare sullo strappo che anticipava la salita di Prato Nevoso. Anche il fatto di avere Masciarelli subito davanti era parte del piano, uscire subito con Novak ci avrebbe costretti a sprecare tante energie. E’ stata una tappa lunghissima, sembrava durare 300 chilometri. Il traguardo non arrivava mai. La vittoria è di tutti perché in questo Giro Next Gen eravamo venuti con l’obiettivo di fare bene in classifica con Novak e di provare a vincere una tappa. Siamo stati sempre in fuga e questa vittoria è anche per Masciarelli, Nespoli, Chesini e Tacaks che ci hanno provato nei giorni precedenti andando spesso in avanscoperta».
Il cammino prosegue
Pavel Novak è arrivato alla MBH Bank-Ballan-Csb quando ancora si chiamava Colpack-Ballan nel 2022. Ha lasciato casa sua trasferendosi nell’appartamento di Almè, alle porte di Bergamo, per inseguire il suo sogno di diventare un ciclista professionista. Questo passo arriverà nel 2026 perché la storica formazione continental bergamasca diventerà professional. L’affiliazione sarà ungherese, come lo sponsor che ora dà il nome al progetto. La certezza è che sotto batterà ancora un cuore bergamasco, forte e silenzioso come le gambe di Novak e con lo spirito di sacrificio tipico dello staff guidato da Antonio Bevilacqua.
«In questo Giro – dice ancora Valoti – la squadra e lo sponsor hanno investito tanto. Hanno creduto in noi e penso che una vittoria nella tappa regina sia il massimo che avevamo da offrire in cambio. Novak sarà un pilastro anche del nostro futuro, ha già firmato con noi restando fedele al nostro progetto che continua. Avere un ragazzo come lui che per me è come un figlio sarà un’emozione unica (si ferma e respira con gli occhi lucidi, ndr). Per tutti questi anni Pavel ha vissuto al primo piano della nostra palazzina che usiamo come ritiro, mentre io sto al terzo. Averlo vicino tutti i giorni mi ha permesso di vederlo crescere, come tutti i giovani ha bisogno del suo spazio. E’ gentile e buono e oltre alle qualità che ha come ciclista è un ottimo ragazzo».