La posizione di Pidcock? Meno avanzata di quel che sembra

25.04.2024
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A prima vista la posizione di Tom Pidcock sembra avanzata. Quasi al pari dei fratelli Yates. Una posizione molto da biker, ancor più che da ciclocrossista. Ma poi se si va ad analizzare bene e lo si fa con le persone giuste, si scopre non è proprio così. Anzi…

Ci siamo chiesti quanto ci fosse del biker e del crossista Pidcock nel suo setup da strada. In realtà del setup vero e proprio non c’è tanto, mentre c’è molto della guida e della “filosofia” del Pidcock fuoristradista. Di questi aspetti abbiamo parlato con Matteo Cornacchione, storico meccanico della Ineos Grenadiers.

Matteo, vedendolo da fuori sembra che Tom abbia una posizione molto avanzata. Molto da biker, con il baricentro tutto sulla pedaliera, anche se poi questa tendenza è ormai sdoganata anche su strada. E’ così?

In realtà Tom non è molto avanzato. Anzi, è il meno avanzato dei nostri. Ha 9 centimetri di arretramento sella. Non credo che abbia ereditato qualcosa di specifico dalla mtb, per questo aspetto fa molto riferimento a Kurt Bogaerts, il suo coach e factotum che lo segue in tutto e per tutto. Per dire, lui usa il reggisella normale e quando dico normale intendo quello arretrato e non quello dritto. Semmai del crossista e del biker ha ereditato l’attenzione per le pressioni delle gomme.

Ci puoi dire di più?

Ci lavora moltissimo e ha una sensibilità pazzesca. Fa davvero tante prove con le gomme. Per esempio prima della Strade Bianche ci fa fare parecchi cambiamenti e parliamo di aggiustamenti nell’ordine di aumentare o diminuire 0,1-0,2 bar. A volte gli chiediamo: «Tom, ma cosa vuoi che cambi intervenendo così poco?». Ma lui lo sente eccome. Capita che durante la ricognizione in una discesa di un minuto e mezzo, rifili 20” ai compagni. Sembra quasi che sappia cosa ci sia dietro la curva. Noi abbiamo il compressore digitale ad alta precisone e lui controlla sempre in prima persona.

La sella dell’inglese ha un arretramento di 9 centimetro rispetto al movimento centrale. Ormai una rarità
La sella dell’inglese ha un arretramento di 9 centimetro rispetto al movimento centrale. Ormai una rarità
Altri accorgimenti border line?

Direi le pedivelle. Sta facendo delle prove con quelle più corte (e questa sì che è una reminiscenza da biker, ndr). Sia su strada, che nei test su pista per strada appunto e crono, ha provato le 165 millimetri. A crono addirittura ha usato le 160. Alla Tirreno per esempio aveva un setup particolare con la corona da 68 denti e le pedivelle da 160. Era quasi più grande la corona che la pedivella! Però è bello, perché Pidcock è molto tecnico e vuol provare tutto.

Con la bici da crono ha trovato subito il setup ideale?

Posso dire che ci sta lavorando molto. Ci esce tantissimo, perché vuol fare bene al Tour de France.

Torniamo all’arretramento, Matteo. A noi sembra così avanzato perché ha un telaio più piccolo rispetto alla sua misura?

Esatto. Tom utilizza una Pinarello Dogma taglia 46,5, quindi un po’ piccola per la sua altezza (170 centimetri, ndr). E ha un attacco manubrio direi normale: 110 millimetri. La piega è da 38 centimetri centro-centro. E la forcella ha il rake da 47 millimetri. Io dico che secondo me guida bene anche per questo motivo.

Alla Tirreno, Pidcock ha utilizzato una corona da 68 denti e pedivelle da 160 mm (foto Instagram)
Alla Tirreno, Pidcock ha utilizzato una corona da 68 denti e pedivelle da 160 mm (foto Instagram)
Cioè?

A mio avviso queste numerose e disastrose cadute dipendono anche dal fatto che ormai i corridori per spingere meglio sono tutti avanzati (si sta davanti per sfruttare il grande gluteo il muscolo più grosso e potente del corpo, ndr), ma questo va a discapito della guida.

Interessante, vai avanti per favore…

Stando col baricentro più avanti, non hai margini di errore. Sei subito sulla ruota anteriore, quasi ci “cadi” sopra. Tom invece oltre che essere abile di suo, ha una posizione “vecchio” stile col suo arretramento e la forcella “più ampia” col rake da 47 millimetri. Pertanto è più equilibrato. Tanti altri corridori si spostano più avanti per racimolare qualche watt in più, ma magari per farlo durante una corsa a tappe di una settimana cadono tre volte. E allora quanto ti è stata utile davvero questa posizione estrema?

Un’altra cosa che abbiamo notato di Tom è che sulla sella si muove parecchio. Spesso lo pizzichiamo in punta, altre volte sul calcio…

E’ una sua caratteristica da fuoristradista. Proprio sulla sella quest’anno ci ha messo un po’ per trovarla. Ma era normale cambiando fornitore. Siamo passati a Prologo, che ha una gamma vastissima. In un pomeriggio Tom ha provato anche tre selle. Poi però una volta individuata quella giusta ci ha lavorato e non ha più cambiato. Anche in mtb ci ha messo un bel po’, però è anche vero che tra il cross e le classiche non ha avuto poi tutto questo tempo. Pensate che dopo la Tirreno ha fatto un sopralluogo delle tappe italiane del Tour, poi è andato a Nizza dove abbiamo i nostri magazzini, e lì ha provato la sella per la mtb e poi è venuto alla Sanremo.

Secondo Cornacchione il feeling e la sicurezza di guida in discesa di Pidcock dipendono anche dal suo setup “vecchio stile”
Secondo Cornacchione il feeling e la sicurezza di guida in discesa di Pidcock dipendono anche dal suo setup “vecchio stile”
E invece per quel che riguarda le gomme cosa ci puoi dire? Abbiamo notato che alla Strade Bianche per esempio era l’unico dei vostri con le 28 millimetri…

Di base, davanti usiamo il 25 millimetri e dietro il 28 millimetri. Tom preferisce i tubeless. Il nostro fornitore è Continental e in base al tipo di percorso a volte opta per il TR a volte per il TT. Questo secondo pneumatico è un po’ più leggero e veloce rispetto al primo, ma al tempo stesso dà qualche piccola garanzia in meno in termini di forature. Sono piccoli rischi si prendono, ma la scelta poi dipende dal percorso e dal corridore.

Infine i rapporti. Pidcock ha qualche preferenza?

Usa sempre il 54-40 anche nelle tappe dove qualcuno dei nostri sceglie invece il 56-44. Ed è fisso anche per quel che riguarda il pacco pignoni: sempre l’11-30, mentre tutti gli altri optano per il l’11-34. Preferisce quindi avere una scala più graduale.

Nuova Pinarello Bolide, quella per le Olimpiadi di Parigi

27.03.2024
6 min
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La nuova Pinarello Bolide per la pista era nell’aria ed occola qui. Non una, ma due versioni dedicate alle compagini maschile e femminile in vista dei Giochi Olimpici di Parigi 2024.

Gli uomini avranno in dotazione la versione evoluta con telaio in lega Scalmalloy con tecnologia 3D (Bolide F HR 3D), mentre le donne gareggeranno con una Bolide HR C in carbonio. Fausto Pinarello ci racconta alcuni aneddoti interessanti, insieme ad Elia Viviani che ci fa un’analisi approfondita della bici.

Bolide 3D in dotazione al quartetto uomini (foto Federciclismo)
Bolide 3D in dotazione al quartetto uomini (foto Federciclismo)

La visione di Pinarello

Il nuovo progetto prende forma nel 2022, prima con Dan Bigham che nell’agosto 2022 stabilisce il record dell’Ora, primato che diventa una sorta di anticipazione rispetto a quello storico in arrivo. Infatti, l’8 ottobre 2022, Filippo Ganna copre la storica distanza di 56,792 chilometri, nel velodromo di Grenchen e con la nuova Bolide. La stessa bici diventa campione del mondo nell’inseguimento individuale (sempre con Ganna) la settimana successiva, coprendo la distanza di 4 chilometri in 3’59”636.

«Siamo un marchio italiano iconico – dice Fausto Pinarello – e il fatto di poter collaborare con la squadra italiana di ciclismo su pista mi riempie di orgoglio, oltre ad essere un banco di prova che contribuisce in maniera fondamentale a ricercare performances sempre più elevate. Abbiamo investito molto per produrre sei biciclette in lega Scalmalloy stampate in 3D per la squadra maschile e sei versioni in fibra di carbonio per la squadra femminile, compresi gli stampi di 3 diverse taglie.

«Siamo convinti – prosegue Pinarello – di aver fornito bici che permetteranno alla squadra maschile di difendere il titolo olimpico su pista e alla nostra fortissima squadra femminile di conquistare l’oro. Se da un lato i numeri della squadra maschile sono esaltanti, ma da un certo punto di vista ce li aspettiamo, dall’altro abbiamo le ragazze che vanno davvero forte. Sono il simbolo di una scuola che ha poco da invidiare ad altri».

Il perché dei due materiali

«Voglio sottolineare che questo ennesimo passo avanti – riprende Pinarello – è il frutto di una ricerca che è partita anni addietro e che mette insieme anche i tanti volti giovani che lavorano con noi e per noi. La base della bici in lega che sarà in dotazione agli uomini è quella usata da Bigham prima e da Ganna poi, con alcuni piccoli aggiornamenti, come ad esempio una scatola del movimento centrale più larga. E’ stato mantenuto il medesimo fattore Q in modo da non cambiare gli angoli di spinta.

«E’ rigidissima. Tutta questa rigidità – spiega Fausto – può essere controproducente quando le potenze scendono. Per questo abbiamo sviluppato la nuova piattaforma in carbonio per le donne, più facile e più leggera, meno violenta rispetto alla 3D. Questa in carbonio è la discendente diretta di quella utilizzata da Milan nella sfida con Ganna».

La passione prima di tutto

«Non considero la pista un business vero e proprio – ci racconta Pinarello – perché è prima di tutto una passione. Mi piace vedere, osservare e capire gli atleti in pista, vederli con le bici che portano il mio nome, prodotti frutto di una ricerca estrema e dell’avanzamento tecnologico. E’ vero, sono comunque un veicolo di promozione per l’azienda, ma queste stesse bici non hanno un ritorno economico vero e proprio, anzi.

«Alle spalle di queste biciclette c’è un immenso sviluppo. Solo una volta che sei coinvolto, riesci a capire quanto studio e quali insegnamenti possono discendere sugli altri utilizzatori. La pista è un settore affascinante, lo era in passato, lo è ancor di più adesso».

Viviani, secondo dietro Lamon, durante le prove con il quartetto e la nuova Bolide (foto Federciclismo)
Viviani, secondo dietro Lamon, durante le prove con il quartetto e la nuova Bolide (foto Federciclismo)

Viviani entra nel dettaglio

«La nuova Pinarello Bolide – spiega – è il risultato di tutti gli studi fatti anche in epoca successiva al record dell’ora di Ganna. E’ stato cambiato il passo della forcella che ora è da 65 millimetri, come il perno del carro posteriore diventato da 100. Nuovo anche il design per adattare meglio le nuove ruote Campagnolo che useremo con copertoncini e camere d’aria. Le gomme saranno Vittoria e proprio in questo periodo stiamo ultimando una serie di test mirati alla valutazione dello pneumatico più adeguato. Quella del quartetto maschile è più pesante se messa a confronto con quella in carbonio delle ragazze, ma è molto più rigida. Perde qualcosa nel primo mezzo giro – prosegue Viviani – ma una volta lanciata, il guadagno è notevole. In fatto di performance, la bici è molto più lineare, un fattore non secondario se consideriamo quello di cui ha bisogno un quartetto. Bisognerà prenderci la mano».

Appendici adattabili

«Dal punto di vista del design – prosegue Viviani che una volta di più si dimostra un interlocutore tecnico d’eccellenza – le due bici, quella in lega stampata 3D e quelle monoscocca in carbonio, sono pressoché identiche. Le appendici sono adattabili anche per essere conformi ai regolamenti UCI in base all’altezza dei corridori delle tre fasce: fino ai 180 centimetri, dai 180 ai 190, oltre i 190 centimetri.

«Le pedivelle e le corone sono Miche -conclude Viviani – con power meter SRM e cuscinetti ceramici. Con tutta probabilità le prove di Parigi verrano fatte senza misuratore, per avere un comparto ancor più aerodinamico».

Pinarello

Pinarello sbarca nel WorldTour femminile con il Team Roland

11.02.2024
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Non solo Ineos, Pinarello entra ufficialmente anche nel WorldTour femminile al fianco del Team Roland. Si rafforza la presenza nel ciclismo delle quote rosa, perché l’azienda trevigiana resta partner anche del Team Top Girls Fassa Bortolo di matrice Continental.

Le ragazze del Team Roland avranno in dotazione la Dogma F con un montaggio dedicato che vede diversi players di altissima caratura. Per avere un quadro più completo abbiamo chiesto qualche dettaglio in più a Elena Pirrone, già parte della Israel-Premier Tech Roland, che è passata da una Factor ad una Pinarello, ma anche a Fausto Pinarello. Entriamo nel dettaglio.

Fausto Pinarello è da sempre accanto ai team sponsorizzati dall’azienda creata da suo padre Giovanni, detto “Nane”
Fausto Pinarello è da sempre accanto ai team sponsorizzati dall’azienda creata da suo padre Giovanni, detto “Nane”

Il ciclismo è costante ascesa ed è giusto esserci

«La fornitura delle bici al team svizzero – racconta Fausto Pinarello – è stata una cosa dell’ultimo minuto, ma non si poteva dire di no e si può quindi affermare che Pinarello è a tutti gli effetti nel WorldTour femminile. Non si poteva rifiutare perché oltre ad un discorso di sponsorizzazione e visibilità, la squadra femminile in questione è molto legata a Ivan Glasenberg, coinvolto anche nel progetto Q36.5 (il magnate sudafricano, che aveva già investito nella squadra maschile di Douglas Ryder, lo scorso anno ha acquisito l’80 per cento delle azioni Pinarello, ndr). Con questo, il supporto alla Top Girls Fassa Bortolo è confermato.

«Tornando alle ragazze del Team Roland, mi piace molto questo progetto anche nell’ottica futura, non è il più vincente del panorama, ma è sempre bene in vista. Dovevamo esserci e questo è il primo passo – prosegue Pinarello – anche se è da tenere ben presente che l’idea di un team femminile di matrice Ineos non è del tutto abortito, anche se per ora non si sa nulla di preciso. Si valuterà nell’anno post olimpico. Con le ragazze del Team Roland abbiamo un contratto che potrebbe rinnovarsi anno dopo anno».

La Dogma F della squadra svizzera è montata con Shimano Dura Ace con guarnitura FSA e ruote Vision (foto Team Roland)
La Dogma F della squadra svizzera è montata con Shimano Dura Ace con guarnitura FSA e ruote Vision (foto Team Roland)

La Dogma F di Pirrone

Una taglia 50 che monta il manubrio integrato Most Talon full carbon. La trasmissione è Shimano Dura Ace, con la variabile della guarnitura FSA (serie K-Force con pedivelle in carbonio) e power meter integrato PowerBox. Le ruote a disposizione delle atlete del Team Roland sono le Vision Metron di differenti altezze. La prima fornitura ha previsto i cerchi con predisposizione agli pneumatici tubolari, ma ci sarà una traslazione verso i tubeless. I pedali sono Wahoo su base SpeedPlay mentre la sella è di Selle Italia. Pirrone racconta così la sua nuova bici.

Factor e Pinarello, due bici molto diverse tra loro?

Tanto, tanto differenti. Dal punto di vista del peso la Factor era un pelo più leggera, ma è pure complicato fare un confronto, perché sono montate in modo diverso. Quello che mi ha impressionato della Dogma sono la rigidità e la reattività e proprio per questo è con tutta probabilità più adatta alle mie caratteristiche. La Pinarello è facile da rilanciare.

Tutta questa rigidità che percepisci la senti in discesa e nel tecnico?

Si sente eccome, infatti a mio parere nei contesti dove è necessario guidare tanto la bici, bisogna darsi del tempo per prendere la giusta confidenza. Nota molto positiva è la stabilità, tanto è briosa, quanto è stabile.

E invece per quanto riguarda le misure e la biomeccanica?

Sono riuscita a mantenere le stesse quote che avevo in precedenza, nonostante le differenti geometrie delle due bici. Un grande vantaggio per me che sono abbastanza delicata e sensibile, fattore che mi ha aiutato a trovare un buon feeling in tempi brevi. Solo in questi giorni dedicherò una giornata al controllo della posizione per valutare piccoli aggiustamenti.

Per le ragazze del Team Roland, un allestimento tutto diverso rispetto alle bici Ineos (foto Team Roland)
Per le ragazze del Team Roland, un allestimento tutto diverso rispetto alle bici Ineos (foto Team Roland)
Hai dovuto cambiare sella?

Per fortuna no. Abbiamo ancora Selle Italia e ho mantenuto lo stesso modello, la SLR con il canale di scarico centrale.

Per quanto riguarda le ruote?

Siamo passati da Black Inc. a Vision e per ora abbiamo la versione con i tubolari. Nel prosieguo della stagione ci verrà fornito il modello con i tubeless.

Una delle prime uscite delle ragazze sulle Pinarello (foto Team Roland)
Una delle prime uscite delle ragazze sulle Pinarello (foto Team Roland)
Meglio alte o basse?

Per estetica dico ruote alte, mi piace molto l’impatto estetico di una bici con un bel vestito e le ruote sono un po’ come un abito. Ma con tutta probabilità sceglierei una ruota con il profilo medio, più versatile su percorsi differenti.

Sempre con il power meter?

Ormai è uno standard, in gara ed in allenamento.

Pinarello, la nuova linea di abbigliamento per autunno e inverno

31.10.2023
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Pinarello è sinonimo di performance, design e Made in Italy. Tratti distintivi che sono stati riportati nel DNA della nuova linea di abbigliamento pensata per lui e per lei per l’autunno/inverno 2023-2024.  Un’ampia varietà di capi che soddisfano le diverse esigenze dei ciclisti durante i mesi invernali, con particolare attenzione alla riduzione del peso, all’elevata traspirabilità e all’eccezionale versatilità. 

Prodotto per i ciclisti da ciclisti, ogni capo è stato tagliato al laser per garantire una vestibilità ergonomica, aerodinamica ma confortevole, mentre il design minimalista privilegia la funzionalità rispetto alla decorazione.

Innovazioni

Ricerca e sviluppo sono due pilastri di Pinarello, lo stesso concetto è stato riportato in questa gamma tessile dedicata al freddo. Sia la Dogma Winter Jacket che la Dogma Winter Jersey utilizzano gli innovativi tessuti M-Brain e Tc idrorepellenti e beneficiano anche di uno speciale trattamento Dwr idrorepellente. Mentre la maglia termica Dogma è estremamente compatta, tecnica e altamente traspirante.

Anche i pantaloncini termici Dogma utilizzano le tecnologie del tessuto Tc, il trattamento Dwr e presentano un innovativo fondello D-Throne a 4 strati, realizzato in tessuto in microfibra dotato di qualità antibatteriche, garantendo il massimo comfort e funzionalità.

Tecnologie e studi sono stati implementati anche per la gamma di accessori. Tra questi le magliette intime a maniche lunghe e corte, gambali termici, scaldacollo, berretti, guanti invernali e puntali. Ogni accessorio è progettato per migliorare l’esperienza durante le uscite invernali, garantendo comfort e protezione nelle condizioni più fredde.

Protezione per l’inverno

Una collezione pensata per creare un vero e proprio guscio tra sé e le temperature più o meno rigide. La linea si apre con la Dogma Winter Jacket con vestibilità areo performance altamente traspirante adatta per le uscite invernali. Collo alto in grado proteggere dal freddo che grazie alla lavorazione a 11 aghi non limita la respirazione e il naturale movimento del collo. Cuciture limitate per ridurre al minimo ogni spessore e fastidio. Il prezzo indicato sul sito è di 330 euro. 

Si prosegue con la Dogma Winter Jersey, una maglia a maniche corte per adattarsi ad ogni situazione autunnale. Cuciture tutte a trama fitta a tre aghi, con uno spessore di soli 5 mm. Maggiore resistenza senza eccessi di materiale. Disponibile ad un prezzo di 280 euro. 

Segue la Dogma Thermal Jersey a maniche lunghe, una maglia con vestibilità aero performance pensata per le mezze stagioni. Il suo taglio ragland valorizza l’elasticità del materiale per un fitting perfetto. Prezzo di 230 euro. 

Asciutti e comodi

Continuiamo con il Jet Shield, un guscio antivento ergonomico a maniche corte con zip magnetica. Tessuto giapponese altamente tecnico in grado di proteggere dal vento, ma senza perdere elasticità. Disponibile ad un prezzo di 180 euro. Per quanto riguarda la salopette, Pinarello ha progettato un modello pensato per ogni esigenza. Le bretelle sono state personalizzate con delle grafiche dedicate. Il logo e le stampe sono riflettenti ad alta visibilità per aumentare la sicurezza stradale. Il pantaloncino Dogma Race Performance termico dal design ergonomico ha un prezzo di 240 euro.

Disponibile a maniche lunghe o corte, le maglie intime firmate Pinarello sono una vera e propria garanzia di traspirabilità e protezione dal freddo. Il fondo manica è dotato di un anello elastico per mantenere sempre il base layer nella corretta posizione. Il collo è volutamente alto per una maggiore protezione. Il prezzo per la Long Sleeve Winter è di 125 euro mentre per la Short Sleeve Winter è di 105 euro. 

Pollice e indice sono fatti di un materiale differente in grado di interagire con dispositivi elettronici
Pollice e indice sono fatti di un materiale differente in grado di interagire con dispositivi elettronici

Accessori premium

A completare la collezione autunno/inverno c’è la nuova gamma di accessori Pinarello. Partiamo dal Winter Beanie, uno scaldatesta invernale con grip support. Realizzato con lana Merino e Boh, è leggero protettivo e traspirante. Il prezzo è di 45 euro. 

Proseguiamo con il Winter Neck, lo scaldacollo ergonomico che dispone di una forma particolare per assicurare una maggiore protezione nella zona polmonare. Il prezzo è di 45 euro. 

Per tenere tenere al caldo anche le mani, Pinarello propone i Winter Gloves. Guanti che godono di una chiusura ergonomica per un isolamento perfetto e di una superficie di maggior contatto con il manubrio. Il prezzo è di 90 euro. 

Per proteggere braccia e gambe invece si sono i Winter Arm Warmer e i Winter Leg Warmer. Rispettivamente a 60 e 80 euro. Si chiude la proposta autunno/inverno con i Toe Cover, i puntalini ergonomici invernali a 45 euro.

Pinarello

Pinarello MyWay: presentata la piattaforma aggiornata

17.10.2023
3 min
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Pinarello ha ufficialmente presentato una versione aggiornata della innovativa piattaforma MyWay, il configuratore online che consente adesso di personalizzare le nuovissime Dogma X e Dogma F sfruttando una nuova gamma di colori disponibili. In generale, l’utente potrà scegliere tra ben sette differenti layout grafici e 23 colori diversi, cinque tipologie di decalcomanie e due diverse finiture. 

Dogma X è stata lanciata nel corso del recente mese di settembre in quattro colorazioni, ma adesso, grazie a Myway, è facilmente personalizzabile sfruttando un’ampia gamma di nuove combinazioni Xolar e Mono. Inoltre, per la prima volta, anche il modello Dogma F è ora disponibile nelle colorazioni Speedster e Sonic, nonché nei popolari design Mono e Faded. 

Grazie alla versione aggiornata della piattaforma Pinarello MyWay sono disponibili in totale otto colori completamente nuovi: Electro Lime, Orange e Violet, Racing Green, Formula Grey, Formular Green, Black e Champion Gold. Quest’ultimo, pensate, è stato scelto appositamente da Tom Pidcock per il suo prototipo Mountain bike Dogma XC: la bicicletta che ha accompagnato il britannico sul gradino più alto del podio nel cross country in occasione degli ultimi mondiali di Glasgow. 

Senza dimenticare che attraverso Myway si potrà personalizzare la propria bicicletta preferita anche con le decalcomanie Oro e Blu Borealis. 

Sulla piattaforma MyWay l’utente potrà scegliere tra ben sette differenti layout grafici e 23 colori diversi
Sulla piattaforma MyWay l’utente potrà scegliere tra ben sette differenti layout grafici e 23 colori diversi

Dogma F: i nuovi colori 

Dal 2021, il telaio Dogma F è al centro del progetto del team INEOS Grenadiers, con l’obiettivo di massimizzare i risultati in tutte le competizioni. Dalle Classiche del Nord alle Strade Bianche, dalle spettacolari vittorie di tappa nei Grandi Giri al successo nella gara olimpica su strada. Un insieme di trionfi importantissimi a conferma di quanto Dogma F sia un telaio ad altissime prestazioni in salita come in discesa, sul passo ed estremamente veloce nelle volate.

E la gamma 2024 di Dogma F è stata disegnata proprio per enfatizzare la bellezza e l’eccellenza tecnica di questa bicicletta. I nuovi modelli sono disponibili in ben nove colori differenti, ed in tre stili inediti: Nebula, Sonic e Speedster.

Ecco la nuovissima Pinarello Dogma X
Ecco la nuovissima Pinarello Dogma X

Nebula, che a tutti gli effetti rappresenta l’innovazione dell’impianto di verniciatura presente in sede a Treviso, è una colorazione caratterizzata da una bellissima dissolvenza in due colori su una base nera opaca. Nebula Green Silver, Nebula Green Blue e Nebula Sun sono i tre colori disponibili. Sonic è invece un “upgrade” grafico della versione Faded, presente in gamma sin dal lancio del prodotto nel 2022. Sonic sarà disponibile in rosso, verde e blu. Per finire, Speedster: ovvero l’ultima versione della classica grafica Pinarello bicolore e adesso disponibile in Silver, Nero e Bianco.

Pinarello

Pinarello X Series, diversa dalla Dogma X

16.10.2023
4 min
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TREVISO – Dopo il lancio della Dogma X, arriva anche la X di Pinarello. Simile, ma non uguale, ancora più comoda: una bicicletta che porta in dote molti dei concetti espressi dalla top di gamma del segmento endurance.

C’è la fibra di carbonio T900 e T700, dipende dalla versione (X9, X7 o X5) e viene mantenuta anche l’asimmetria di telaio e forcella. Non c’è il ponticello ad X che unisce i profilati obliqui. Gli allestimenti sono cinque.

La zona di inserzione dei foderi, tipica del progetto Flexi Stays 2.0 (foto Pinarello)
La zona di inserzione dei foderi, tipica del progetto Flexi Stays 2.0 (foto Pinarello)

I nuovi Flexi Stays 2.0

La comodità, il piacere di guida e di stare sulla bici anche per molte ore senza sacrifici. Eppure è una Pinarello e non è un dettaglio, perché l’impatto estetico riempie lo sguardo e l’accostamento con le altre bici del portfolio è presto fatto.

Dal punto di vista delle prestazioni e della resa tecnica, rispetto alla Dogma X, la X Series scende di una gradino (X Series non fa parte della famiglia Dogma). C’è un blend differente di fibre composite, ci sono delle geometrie specifiche e ancora più votate ad un utilizzo non agonistico e manca il ponticello X che unisce i due foderi obliqui Flexi Stay 2.0.

I due pendenti sono curvati verso l’interno del telaio, sono sfinati e hanno l’obiettivo di dissipare le vibrazioni prima che arrivino al piantone e al reggisella. Inoltre influiscono in modo positivo sulla trazione della ruota posteriore, quando si pedala su tratti sterrati e sulla stabilità complessiva della bicicletta.

Due layup di carbonio

Le due versioni X9 e X7 adottano la struttura con carbonio T900, comunque di altissimo livello anche in considerazione della categoria alla quale appartiene questo mezzo. Nella taglia di riferimento, la 53, il valore alla bilancia dichiarato è di 960 grammi (400 per la forcella, che è la stessa della Dogma X), mentre la X5 ha la fibra T700 e sale leggermente il peso: 990 grammi, la forcella è la medesima. La tolleranza per il passaggio delle gomme è dichiarata a 35 millimetri.

Geometria Endurance+

Rispetto alla Dogma X, la Pinarello della serie X si presenta leggermente più corta e più alta, si dilata quindi la differenza di reach e stack con le quote geometriche della Dogma F.

«Chi pedalerà su una X deve essere comodo – ci ha detto Maurizio Bellin di Pinarello – zero sacrifici per quanto concerne l’impostazione in sella. Le nuova geometria Endurance+ significa questo. La X Series – continua Bellin – forse non sarà la bici adatta per fare i KOM sulle salite, per chi ha un animo prettamente votato all’agonismo, ma porta con se il DNA Pinarello».

Le taglie e gli allestimenti

Le misure disponibili sono 9 in totale, davvero un’ampia scelta e vanno dalla 43 alla 60. Le colorazioni sono cinque, mentre gli allestimenti (tutti con ruote Most) prevedono le trasmissioni Shimano e Sram, Dura Ace Di2 e Red AXS eTap per la X9 (con manubrio Talon Ultra), Ultegra Di2 e Sram Force AXS eTap per la X7, Shimano 105 Di2 e Sram Rival AXS eTap per la X5. I prezzi di listino variano tra i 5.880 euro (X5) e 11.300 (X9), passando dagli 8.350 e 8.250 degli allestimenti X7. E’ disponibile anche il frameset a 4.630 euro di listino.

Pinarello

Pinarello Dogma X, la gamma endurance è completa

22.09.2023
6 min
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TREVISO – DNA Pinarello, nel disegno e nello sviluppo del progetto. La nuova Dogma X completa la categoria delle bici endurance e non lo fa in modo banale, in pieno stile Pinarello.

L’impatto estetico è quello che caratterizza l’ultima generazione dei modelli del brand, ma ci sono delle soluzioni tecniche destinate a cambiare il design di una bici che possiamo categorizzare anche come all-terrain. Entriamo nel dettaglio della nuova Dogma X.

La nuova Dogma X (foto Pinarello)
La nuova Dogma X (foto Pinarello)

La rivoluzione X-Stays

«Dobbiamo considerare che questa nuova bici – spiega Massimo Polognato, R&D Manager road di Pinarello – è parte della famiglia Dogma, quindi abbiamo un prodotto al top per quanto riguarda le prestazioni, le tecnologie applicate e tutto quello che concerne lo sviluppo. Non ci sono compromessi in questo progetto endurance. La sezione iconica della nuova Pinarello è sicuramente il punto di inserzione degli obliqui al piantone, una parte che ci ha creato non pochi mal di testa per il suo sviluppo e ottimizzazione. Il risultato che abbiamo ottenuto è eccellente.

«X-Stays – continua Polognato – è il risultato anche di una collaborazione molto stretta tra noi e Torayca che produce la fibra di carbonio. Abbiamo provato diverse soluzioni prima di giungere a questa che è integrata nella Dogma X. Il ponticello a X non è applicato in un secondo momento, non è incollato o fasciato, la Dogma X nasce così come la vediamo».

Come è fatta la nuova Dogma X

Utilizza la fibra Toray T1100 con finitura 1K (peso dichiarato del telaio per la taglia 53: 950 grammi). Anche la forcella (anch’essa completamente asimmetrica: 400 grammi di peso) è completamente in carbonio, utilizza la stessa costruzione della sorella Dogma F, ma con una rake maggiore e un’altezza maggiorata nella zona della testa, questo per permettere il passaggio di gomme più grandi. Supporta pneumatici fino a 35 millimetri di sezione.

La scatola del movimento centrale è la “classica” Pinarello, con una larghezza di 70 millimetri, filettatura con passo italiano e calotte esterne del movimento centrale. Appena sopra la base del bottom bracket è previsto l’alloggio della batteria Di2 in caso utilizzo della trasmissione Shimano.

Il reggisella è il medesimo utilizzato per la Dogma F, per materiali e forme. Il blocchetto del reggisella è integrato nella tubazione orizzontale con il clamp di chiusura in titanio e stampato 3D.

Più alta e corta della Dogma F

A parità di taglia la nuova Pinarello Dogma X è più corta di 3,9 millimetri e più alta di 15,4. Questa soluzione permette anche di limitare l’utilizzo degli spessori tra stem e serie sterzo. E’ comunque necessario considerare che ci troviamo di fronte ad un prodotto che nasce con un DNA Dogma, quindi anche in termini di sviluppo delle taglie non è stato considerato un eccessivo allungamento delle tubazioni. L’esempio lampante arriva dalla taglia 53, che ha un profilato dello sterzo alto 138 millimetri, ben al di sotto della media della categoria endurance. Sono previste 11 taglie, dalla 43 alla 62.

A catalogo sono previsti 4 allestimenti, tutti top level. Due hanno alla base la trasmissione Shimano Dura Ace (con o senza power meter e ruote Princeton oppure DT Swiss ERC), uno il pacchetto Sram Red AXS e ruote Princeton Grit 4540, il quarto ha il nuovo Campagnolo Wireless e ruote Bora WTO 33.

Le colorazioni previste dal listino sono 4, ma la nuova Pinarello Dogma X è configurabile anche con la piattaforma MyWay. Il range di prezzo varia tra i 14.300 e 15.950 euro, ma è disponibile anche il framset a 6.080 euro di listino.

E anche su terreni gravel la stabilità è garantita (foto Pinarello)
E anche su terreni gravel la stabilità è garantita (foto Pinarello)

Le primissime impressioni

Poco meno di 50 chilometri e poco più di 800 metri di dislivello positivo, sono un antipasto. Per snocciolare e poter descrivere in maniera adeguata le sensazioni che trasmette una bicicletta sono necessarie più ore, più chilometri e un dislivello maggiore. Però, quello che ci ha colpito fin dai primi metri è la rigidità dell’avantreno, tostissimo. In parte accostabile alla Dogma F (non è uguale) e questo ci è piaciuto parecchio, tanta sostanza e pochi fronzoli. E permetteteci la considerazione, il manubrio integrato Most Talon Ultra è tanta roba, perché è ergonomico e contribuisce alla rigidità e stabilità dell’avantreno.

La sezione posteriore è più morbida, a tratti elastica e accompagna parecchio (noi l’abbiamo usata con tubeless da 32). E poi la stabilità della nuova Pinarello Dogma X, anche su tratti di strada bianca che abbiamo percorso dopo un temporale.

Pinarello

La prima di Scalco tra emozioni, Giro e maturità

10.06.2023
4 min
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La prima vittoria in maglia Green Project Bardiani CSF Faizanè di Matteo Scalco è arrivata il 4 giugno alla Coppa della Pace-Fratelli Anelli di Sant’Ermete (in apertura, il podio con Alvaro Anelli, foto Simona Bernardini), pochi giorni dopo l’alluvione della Romagna e alla vigilia, per lui, di tanti appuntamenti importanti. Subito dopo infatti è finita la scuola, domani il giovane di Thiene sarà al via del Giro Next Gen e al suo ritorno affronterà l’esame di maturità dell’indirizzo tecnico-economico.

«La prima prova dell’esame di maturità – racconta appena rientrato da scuola – sarà il 21 giugno. Il giorno dopo c’è la seconda, mentre l’orale è previsto verso inizio luglio. Lo studio quest’anno è andato bene, inizia ora la parte più importante, ma sono riuscito a bilanciare tutto. Ho sfruttato al meglio i mesi invernali dove mi allenavo meno in bici».

Già dalle prime battute della Coppa della Pace, Scalco si è sempre trovato a correre nelle posizioni di testa (foto Simona Bernardini)
Coppa della Pace, già dalle prime battute Scalco si è trovato nelle posizioni di testa (foto Simona Bernardini)

La prima vittoria

Proprio nei giorni scorsi parlavamo con i diesse di alcuni team su come si insegna a vincere ai giovani. Scalco ha colto da poco il primo successo tra gli under 23, la voce allegra ne fa trasparire tutta la gioia. E gli insegnamenti di Rossato sono serviti.

«L’emozione è stata enorme – racconta – davvero inaspettata, la stagione sta andando in crescendo. Sono passato dalle difficoltà delle prime gare, ma ora mi sento meglio. A Sant’Ermete sapevo di poter fare una buona gara, ma non mi sarei mai aspettato di vincere. Il livello è sempre alto, ora però si vede che inizio a pedalare bene.

«La partenza – riprende subito Scalco – è stata molto veloce, il gruppo si è rotto subito, davanti ci saranno stati 35 corridori ed io ero tra quelli. Da dietro hanno inseguito per un po’ e ci hanno ripresi prima di entrare nel circuito finale. Al quarto degli otto giri previsti si è formato un drappello di venti dove c’eravamo io e Pinarello. Lui era uno dei più marcati così mi ha detto di anticipare sull’ultima salita e sono partito, mi sono fatto gli ultimi 10 chilometri da solo».

Dopo l’arrivo sprofonda nell’abbraccio di un felicissimo Pinarello (foto Simona Bernardini)
Dopo l’arrivo sprofonda nell’abbraccio di un felicissimo Pinarello (foto Simona Bernardini)
Che cosa hai provato mentre eri da solo in testa alla corsa?

Ho pensato di spingere il più possibile, mi mancavano ancora un paio di chilometri di salita, poi mi sono buttato in discesa, senza prendere eccessivi rischi. Nell’ultima parte in pianura ho trovato il mio allenatore che mi ha urlato di spingere a tutta, l’ho ascoltato ed è andata bene. 

Una volta tagliato il traguardo?

Non sono sicuro nemmeno io di aver realizzato di aver vinto. Mi sembrava, e mi sembra ancora, tutto così surreale. “Pina” (Alessandro Pinarello, ndr) era contentissimo ed il massaggiatore mi ha sommerso in un abbraccio infinito. Anche i miei genitori erano felicissimi, volevano venire in Romagna, ma la trasferta era un po’ lunga. Mi seguono spesso, questa volta però dalla diretta sui social. Ma quando sono tornato a casa erano davvero contenti.

Ora come ti senti?

Vincere è importante, dà morale. Credo di più nelle mie qualità ed in quello che posso fare. Questo successo mi ha spalancato le porte del Giro Next Gen, infatti la squadra mi ha comunicato la convocazione la sera stessa. 

Il successo alla Coppa della Pace è valso a Scalco la convocazione al Giro Next Gen (foto Simona Bernardini)
Il successo alla Coppa della Pace è valso a Scalco la convocazione al Giro Next Gen (foto Simona Bernardini)
Hai già fatto tre corse a tappe quest’anno.

Di meno giorni, al massimo cinque come Carpathian e Alpes Isère Tour, ho scoperto di avere un buon recupero, anche negli ultimi giorni di corsa mi sento bene. Chiaramente gli otto giorni del Giro sono molti, un pochino mi spaventano, il livello sarà estremamente alto. Ma anche questo fa parte del mio processo di crescita. 

Quale pensi possa essere la parte più difficile?

I trasferimenti, soprattutto se sono lunghi. Al Carpathian ci è capitato spesso di fare tanti chilometri prima o dopo la gara. 

Puoi portarti i libri, per studiare.

Lo farò davvero – dice con una risata – anche perché torniamo il 18 giugno e pochi giorni dopo ho la prima prova della maturità. Sfrutterò la maggior parte del tempo libero per ripassare. 

Si sono giocati la maglia rosa su bici molto speciali

29.05.2023
7 min
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Dopo aver analizzato le curiosità viste al Giro d’Italia 2023, entriamo nel dettaglio delle scelte di alcuni protagonisti sulle bici che si sono date battaglia sulle salite. Inoltre, la vittoria di Roglic in cima al Monte Lussari, sdogana la monocorona in un grande Giro e in una frazione con arrivo in salita. Vince Roglic, vincono le sue gambe ed il suo team, ma anche la scelta tecnica non passa inosservata.

La Pinarello di Thomas e le scelte di Caruso per la sua Merida Scultura. Le preferenze di Almeida per la sua Colnago e le combinazioni usate da Roglic. Entriamo nel dettaglio.

Stessi rapporti, ruote diverse

La Pinarello Dogma di Thomas e la Merida Scultura di Damiano Caruso hanno in comune la trasmissione Shimano Dura Ace a 12 rapporti. Per le grandi salite i due campioni hanno scelto le medesime combinazioni dei rapporti, ovvero 54-40 anteriore e 11-34 posteriore (esclusa la cronometro del Monte Lussari, dove entrambi hanno utilizzato la combinazione 50/34 e 11/34). Però le ruote usate dai due corridori sono molto diverse, una questione di marchio, ma anche per costruzione e profilo. Abbiamo chiesto una battuta ai loro meccanici, Matteo Cornacchione del Team Ineos-Grenadiers e Ronny Baron del Team Bahrain Victorious. Interessante inoltre l’utilizzo dai tubeless Continental 5000 TT da 28, montati sulle ruote di Thomas, più leggeri (e veloci) rispetto alla versione tradizionale.

«Thomas – spiega Cornacchione – è un corridore che non ama sperimentare le soluzioni dell’ultimo minuto. E’ molto preparato e intelligente sotto diversi aspetti, ma considerando anche la sua esperienza e il fatto che non è più un ragazzino, non ama provare le soluzioni tecniche che non ha mai testato in precedenza. Nelle tappe più dure, oltre ai pignoni con il 34 posteriore, ha chiesto anche le ruote dal profilo medio/basso: le C36 di Shimano con una valvola superleggera in ergal e sempre con i tubeless».

«Rispetto al Giro d’Italia 2022 – dice invece Baron – le scelte di Caruso non sono cambiate in merito ai rapporti, con il 54-40 anteriore e 11-34 posteriore. Sono cambiate invece le ruote, perché ora abbiamo ufficialmente in dotazione l’ultima versione delle Vision, la SL45, sviluppata anche grazie ai feedback dei nostri corridori e di noi meccanici. Il prodotto è stato alleggerito, la forma del cerchio è ottimizzata per alloggiare e sfruttare tubeless da 28 e 30 millimetri, oltre ad un mozzo posteriore che è stato reso ancor più veloce e senza spazi vuoti nel meccanismo d’ingaggio».

La Cervélo R5 di Roglic

Lo sloveno ha la trasmissione Sram, fattore che comporta anche una rapportatura completamente differente. L’accoppiata delle corone anteriori scelta da Roglic è 52-39, soluzione usata anche sulla Cervélo S5. La variazione da sottolineare è legata alla scelta dei pignoni, preferendo la combinazione 10-33 usata in salita, invece della 10-28 usata in tappe “standard”. Ma nel corso delle ultime due frazioni di salita (escludendo la scalata alle Tre Cime di Lavaredo e la salita al Monte Lussari), Roglic dietro ha chiesto e fatto montare il 36.

Durante l’ascesa alle Tre Cime e nel corso della cronoscalata alla cima Lussari, Roglic ha usato una Cervélo R5 con la trasmissione Sram XPLR, sviluppata in origine per un contesto gravel. Monocorona anteriore da 42 denti e pedivelle lunghe 170 millimetri e una scala pignoni 10-44. La scelta ha obbligato l’impiego di un bilanciere posteriore XPLR specifico, con una gabbia più lunga rispetto al classico Sram Red e un fermacatena Wolf Tooth (usato anche da Van Aert nel ciclocross).

Le ruote Reserve, profilo da 34 per l’anteriore e 37 per il retrotreno (montate anche sulla bici con il monocorona, ma con i tubeless Vittoria da cronometro con sezione da 25). Il mozzo è un DT Swiss Spline 180. I cerchi full carbon di queste ruote hanno un canale interno con una larghezza differenziata, 23 millimetri davanti e 22 dietro. Roglic è solito utilizzare i tubeless Vittoria Corsa da 28. Il corridore sloveno utilizza anche l’ultima versione della Fizik Antares con foro centrale. Sul manubrio Vision Metron 5D è stato applicato un inserto adesivo per aumentare il grip quando lo svolveno ha appoggiato gli avambracci.

La Colnago V4Rs di Almeida

E’ del tutto paragonabile a quella normalmente usata da Pogacar. Il kit telaio è un Colnago V4Rs, la sella è una Prologo Scratch M5, mentre il manubrio è Enve integrato. Enve sono anche le ruote, della serie SES 4.5 con i tubeless Continental da 28 millimetri.

L’atleta portoghese continua ad utilizzare le corone della Carbon-Ti sulla bici numero 1, mentre su quella di scorta la guarnitura supporta quelle standard Shimano. A prescindere da questo particolare, Almeida è solito utilizzare la combo 54-40 e 11-34.

La Colnago numero 1 di Almeida è stata modificata nella rapportatura e per quanto concerne le ruote in vista della scalata al Lussari. Tutta diversa, rispetto ai colleghi, la scelta delle corone anteriori: 54/36 leggerissime della Carbon-Ti, pignoni posteriori 11/34 e ruote Enve SES 2.3 con tubeless Continental TT da 28.