Favoino ci porta nel mondo Lapierre e della Pulsium SAT

12.09.2021
4 min
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Lapierre è sul viale centrale dell’Italian Bike Festival e nel mezzo del suo stand c’è la Pulsium Sat 5.0. E lì la nuova bici dall’anima endurance del brand francese domina la scena. A parlarcene, come vediamo anche nel video appena sotto, è Romano Favoino a capo di Lapierre Italia.

La Pulsium SAT…

La sigla Sat sta per Shock Absorption Technology. Questa tecnologia caratterizza la bici e il suo elemento chiave, vale a dire il supporto in polimeri tra piantone e orizzontale che smorza le vibrazioni (Lapierre stima una comodità ulteriore dell’11%). E poi geometrie meno aggressive rispetto alle specialissime votate all’agonismo e una fibra di carbonio specifica (unidirezionale 24T) fanno il resto. C’è anche le versione senza SAT più economica ma altrettanto valida, che è disponibile anche con freni tradizionali e non a disco.

Ma guai a pensare ad una bici lenta. La Pulsium resta performante. Tanto che c’è da chiedersi se Demare e compagni la useranno nella prossima Roubaix. «No – ride Favoino – per le pietre delle Roubaix abbiamo la Xelius che, nonostante sia una bici per scalatori, si adatta molto bene alle sconnessioni del pavè».

Lapierre e i pro’

E quest’ultima frase è emblematica per comprendere meglio le bici e Lapierre stessa. Questo brand è da tempo legato ai professionisti e ha un sistema produttivo particolare.

«Vero – afferma Favoino – quello tra Lapierre e, nel caso della strada, la Groupama-Fdj è un rapporto anomalo nel panorama del nostro settore, perché ormai il sodalizio vanta 20 anni di storia. Non è più solo un rapporto tra fornitore e squadra, ma è diventata una vera e propria sinergia.

«Ci capita spesso, quando andiamo nella sede centrale a Digione, di trovare il reparto tecnico della squadra insieme ai product manager dell’azienda per sviluppare le nuove biciclette. E’ un grosso vantaggio perché è chiaro che quando si ha un rapporto di così lungo periodo la squadra ha la possibilità di avere delle bici quanto più prestazionali possibili. Dalla sua, l’azienda ha la possibilità di usufruire di tutta l’esperienza nello sviluppo dei prodotti e di giovarsi della visibilità di una squadra professionistica di alto livello. Questo forse è il motivo per cui le nostre bici si differenziano rispetto alle altre. Hanno questi carri con foderi obliqui che vanno ad innestarsi direttamente sul piantone e rendono le bici più confortevoli e divertenti da guidare. Oppure sono super aerodinamiche con ore ed ore in galleria del vento con i corridori».

Quella volta con Guarnieri

Favoino ha parlato di sviluppo fatto a braccetto con i corridori. Jacopo Guarnieri in occasione della presentazione della Xelius ci disse Lapierre forniva loro tre prototipi prima di arrivare al modello definitivo con i loro tanti feedback.

«Una volta – racconta Favoino – Jacopo è venuto a trovarci nella nostra sede di Finale Ligure io gli ho chiesto in amicizia, e non come fornitore, un parere sincero da atleta. Gli ho chiesto come si fosse trovato con le nostre bici. Mi ha risposto: guarda Romano per la prima volta mi hanno chiesto come voglio la bici. E questo un po’ mi ha spiazzato. Un pro’ deve avere una bici per vincere. Poi non è facile riuscirci, ma noi vogliamo mettere i nostri atleti nelle migliori condizioni per poter esprimersi al massimo».

Ma Lapierre spesso ha stupito anche per alcuni suoi allestimenti. L’esempio dell’Aircode Drs è emblematico: una vera top di gamma, super veloce, con una tecnologia pazzesca, ma nel lancio è stata proposta senza il più alto gruppo, per esempio lo Shimano Ultegra al posto del Dura-Ace. Perché?

«Per il 2022 la Xelius, e non solo, sarà montata con il Dura-Ace. Ma quella del gruppo top di gamma è una richiesta strettamente legata al mercato italiano. All’estero già un Ultegra meccanico viene considerato di altissimo livello.I grossi numeri si fanno con l’Ultegra Di2. Anche perché bisogna ragionare in termini di rapporto tra peso e prestazioni con il prezzo. Conosciamo questa differenza e oggettivamente non sempre è giustificata. Fino ad una certa cifra la vendita è razionale, oltre è emozionale. Il che ci sta, perché devi comunque comprare una cosa che ti piace».

Lapierre