Basso a ruota libera: i giovani, la Eolo, il ciclismo italiano

21.07.2023
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BORMIO – A due passi dal centro storico, in piazza Kuerc, appena finita la presentazione della sua Eolo-Kometa, Ivan Basso è stato preso d’assalto dai tifosi. Un amore che non è mai terminato nei confronti di chi il ciclismo lo ha onorato fino in fondo, sia quando era sui pedali, sia ora alla guida di una squadra. Nel ritiro di due settimane a Bormio, la Eolo-Kometa si è presentata con una ventina di corridori. Il Tour de France tiene banco e per la professional di Basso e Contador non è facile gestire questo periodo, inghiottito dalla Grande Boucle. 

Abbiamo incontrato Basso a Bormio, dopo la presentazione della Eolo-Kometa
Abbiamo incontrato Basso a Bormio, dopo la presentazione della Eolo-Kometa

Il tema dei giovani

Da una recente intervista a Giuseppe Martinelli siamo tornati a parlare dei giovani con la valigia in mano. Ivan Basso ha una squadra giovanile, legata alla professional, la quale ogni anno deve combattere con l’attrazione e le opportunità concesse dai devo team delle squadre WorldTour. I giovani migliori se ne vanno all’estero in cerca di occasioni più appetitose, ma qualcuno qua rimane. 

«Non ho dubbi nel pensarla allo stesso modo di “Martino” – attacca Basso – lui è un profondo conoscitore del ciclismo. Ha visto generazioni su generazioni di corridori. Partiamo da un esempio: il campione juniores Gualdi l’anno prossimo sarà alla Circus-ReUz, devo team della Intermarché. Bellissima squadra, ma è chiaro che dall’altro punto di vista, ovvero il nostro, ho notato una mancanza di presa di considerazione.

«I ragazzi non pensano nemmeno che ci sia questa opportunità, l’atleta ci pensa solamente se ha un’influenza esterna, come può essere quella del diesse di riferimento da junior o il procuratore, i quali credono più negli uomini che nei progetti. Il fatto che gli juniores italiani più forti non abbiano nemmeno preso in considerazione di venire a correre da noi è un dato di fatto. Del quale è opportuno tenere conto».

Qualcuno c’è

Il materiale umano sul quale lavorare c’è, anche nelle squadre professional italiane. Per la Eolo-Kometa basta pensare a Piganzoli e Tercero, due corridori cresciuti nel team under 23 e poi passati alla professional.

«Tercero e Piganzoli – continua Basso – sono due esempi di corridori che hanno intrapreso un cammino di crescita con noi e lo stanno continuando. Lo fanno attraverso degli step ed è giusto, a mio modo di vedere, aspettare che il loro talento fiorisca del tutto. Nel team under 23 (la Fundacion Alberto Contador, ndr) abbiamo altri ragazzi che crescono. Tommaso Bessega ha vinto l’ultima tappa della Vuelta Ciclista a Zamora. Alleva e Bagnara stanno crescendo e vanno sempre più forte. Quella dei Bessega (classe 2004, ndr) è stata l’ultima a credere nel nostro progetto.

«Allora mi viene da fare un esame di coscienza e mi chiedo: “Siamo capaci o no di fare il nostro lavoro?”. Io credo di sì. Per noi la categoria under 23 è funzionale a portarli in prima squadra a tempo debito. Se avete letto il mio allarme degli ultimi mesi – riprende – dobbiamo essere noi a convincere i ragazzi della bontà del nostro progetto. Sto lavorando affinché questo trend cambi».

Basta aspettare

Ivan Basso parla ed attira la nostra attenzione, la sua bravura è farti immaginare quello che ha in mente. La Eolo-Kometa esiste da pochi anni e solamente da tre fa parte del circuito professional. Manca nei ragazzi, o chi per loro, la consapevolezza che questo progetto esiste e funziona. Più esperienza sarà messa alle spalle maggiore sarà la solidità mostrata all’esterno.

«Non posso criticare – dice Basso – chi va in altre realtà, devo preoccuparmi di portare la mia il più in alto possibile. Bisogna fare autocritica, ovvero cercare di capire dove si sbaglia, o cosa può essere fatto meglio».

Il tema dell’assenza di una squadra WorldTour italiana è al centro di tante interviste e di critiche rivolte al nostro movimento. A questa domanda Basso parte diretto, senza pensarci due volte, con la stessa determinazione di quando scattava in salita.

«Sono in completo disaccordo – afferma – in Italia ci dobbiamo preoccupare che stanno sparendo anche le squadre professional, non che manchi la WorldTour. Le squadre come la nostra devono lottare per sopravvivere. A budget siamo a livello più basso in Europa, iniziamo a pensare di fare un team professional che si piazzi tra le prime tre d’Europa per investimenti. Per passare da una professional come la nostra ad una delle migliori al mondo devo raddoppiare il budget».

Ivan Basso già durante il Giro d’Italia aveva sollevato il problema degli investimenti nel ciclismo
Ivan Basso già durante il Giro d’Italia aveva sollevato il problema degli investimenti nel ciclismo

Investimento

La parola chiave del discorso di Basso è proprio questa: investimento. Bisogna crescere un passo alla volta e il varesino ritiene che la Eolo abbia dimostrato di avere un’identità importante e continuerà a crescere.

«Se mi si chiede in quanto tempo – dice – non lo posso sapere. In Italia manca il supporto alle squadre professional esistenti, che possano andare nella parte alta della classifica. Con supporto intendo che dobbiamo essere più bravi a convincere gli sponsor ad investire (è di ieri la notizia che accanto al suo team è approdato un nome importante come Polti, ndr). Se ho più soldi prendo corridori migliori, ottengo più risultati, e il ritorno d’immagine aumenta. Non vinco una tappa al Giro ogni due anni, magari ne vinco due all’anno. Ma soprattutto, al posto di tenere i corridori fermi, a luglio, li portiamo a correre. Oppure al posto che fare due ritiri al Teide ne fai quattro o cinque. Qui a Bormio vieni tre o quattro volte all’anno. I margini per crescere ci sono, bisogna avere anche il coraggio di investire».

Romele: la tonsillite, gli amici e la voglia di ripartire

26.09.2022
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Nel 2021 Alessandro Romele ha conquistato la maglia tricolore per la categoria juniores, appena maggiorenne ma idee molto chiare. Quest’anno era alla sua prima esperienza nella categoria under 23, la proposta giusta è arrivata dalla squadra più importante della provincia di Bergamo: la Colpack Ballan. Lo raggiungiamo telefonicamente la mattina della prova iridata under 23, alle 9 precisamente, appena conclusa la cavalcata che ha premiato Fedorov.

«Era un percorso che è stato parecchio sottovalutato. Da quanto mi è stato detto sembrava essere semplice ed invece sono arrivati in meno di 25 corridori. Per noi non è andata benissimo, Milesi è stato devastante, mi sarei aspettato qualche attacco ma è facile dirlo da casa, servono anche le gambe».

Romele Lombardia 2021
Romele con la maglia della selezione lombarda, con cui ha corso il campionato italiano juniores nel 2021
Romele Lombardia 2021
Romele con la maglia della selezione lombarda, con cui ha corso il campionato italiano juniores nel 2021

Un inizio difficile

Il salto nella categoria under 23 non è un passo semplice da fare, soprattutto quando passi come campione italiano nella categoria precedente. Romele, in questa stagione ha trovato poco spazio fino ad ora. 

«E’ stato un passaggio molto difficile, ho risentito molto del cambio di categoria, dovuto anche ai tanti problemi fisici. A inizio anno mi è venuta la tonsillite, mi si sono infiammate a gennaio, ho cercato subito di curarle ma senza successo. Ho passato 4 mesi a prendere costantemente antibiotici, ne ho cambiati molti. Sono stato operato a metà aprile. Abbiamo rimandato tanto l’operazione perché ora si cerca di curare l’infiammazione piuttosto che togliere subito le tonsille. Iniziare con questo problema non ha di certo aiutato ad assorbire il passaggio di categoria».

Romele è rientrato in corsa solamente a metà maggio (foto Cycling Shoots)
Romele è rientrato in corsa solamente a metà maggio (foto Cycling Shoots)

Poca bici

Quattro mesi possono essere davvero un periodo molto lungo, soprattutto quando si affronta per la prima volta una nuova esperienza e si è spinti dalla voglia di mettersi in gioco. 

«Nel periodo prima dell’operazione ho faticato tantissimo ad andare in bici, anche solo per un’ora. Spesso avevo la febbre, cali di zucchero e andare in bici era una sofferenza, stavo male anche mentalmente perché non riuscivo a fare quel che amo. Una volta operato, a Seriate, dal dottor Panciera, sono stato subito meglio. Dicevano che mi sarei sentito più debole, invece ho le stesse sensazioni che avevo quando ho vinto il tricolore».

Juniores pista 2021
Il quartetto juniores su pista 2021: Belletta, Colosio, Romele e Violato arrivati al record di categoria (foto Sportphoto.nl)
Juniores pista 2021
Il quartetto juniores su pista 2021: Belletta, Colosio, Romele e Violato arrivati al record di categoria (foto Sportphoto.nl)

Il supporto degli amici

Dai momenti bui è difficile uscirne da soli, non è facile lasciarsi alle spalle gli ostacoli e riprendere come se nulla fosse accaduto. Quando la testa pesa è importante trovare una valvola di sfogo, e se non può esserlo l’attività sportiva, è giusto che lo siano i tuoi cari e chi ti circonda. 

«In quel momento dovevo trovare altro da fare. Ho sempre voluto un animale domestico e da poco ho preso un cane. Mi è sempre piaciuto passeggiare, allora quando ero stanco di tutto andavo a camminare nei boschi vicino a casa mia. Spesso mi è capitato di andare in giro con la macchina, prendere e stare via tutto il giorno, solo per staccare. Dopo l’operazione sono andato insieme a Piganzoli ed un altro amico a Livigno, in realtà abbiamo preso la macchina e siamo andati per strade mai fatte solo per vedere dove portassero. Siamo andati in un agriturismo a mangiare, poi abbiamo passato la giornata a Livigno, mi sono divertito molto e passare giornate così mi ha dato un grande aiuto. 

Romele ha ottenuto, domenica 18 settembre, il secondo posto alla Piccola Sanremo alle spalle di Guzzo della Zalf (foto Scanferla)
Romele ha ottenuto, domenica 18 settembre, il secondo posto alla Piccola Sanremo alle spalle di Guzzo (foto Scanferla)

La lenta ripresa

«Ho iniziato a correre la seconda settimana di maggio, era impossibile prendere il ritmo gara iniziando ad allenarmi soltanto in quel periodo. Gran parte della preparazione è passata attraverso le corse, ho iniziato con gare lunghe ma piatte, come il Circuito del Porto: 180 chilometri ma senza salite, per abituare il fisico. Da metà agosto sono sempre qui a Villa d’Almè in ritiro, torno poco a casa, è bello perché mi alleno insieme ai compagni e passo del tempo con loro. Ho passato tanto tempo con gli stranieri: Gomez ed O’Connor. Ho legato tanto anche con Della Lunga e Baroni, ma solamente perché son quelli con cui ho corso di più. Ad ottobre dovrei fare la Parigi-Tour Espoirs e finirò la stagione. La chiudo presto perché dovrò fare l’operazione al setto nasale, una cosa semplice ma ormai necessaria per respirare al meglio anche nei periodi di allergia».

Ma voglia di ripartire Romele deve averne ancora. È stato infatti coinvolto in una caduta nella gara di Varignana. Il bergamasco ha riportato una piccolissima commozione cerebrale ed è stato tenuto fermo in via precauzionale per 48 ore. Riprenderà a pedalare in settimana. Vuole fare bene al Piccolo Lombardia, il 2 ottobre.

Giro under archiviato. Milesi a tutta verso la crono tricolore

22.06.2022
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E’ già spianato verso la cronometro tricolore Lorenzo Milesi. Il ragazzo del Team Dsm punta forte sulla prova contro il tempo di oggi riservata alla sua categoria, quella degli under 23.

Il lombardo è reduce da un ottimo Giro d’Italia U23. Non ha vinto, ma è sempre stato nel vivo della corsa. Spesso è andato in fuga. E anche in salita è sempre stato davanti, almeno sulle scalate non troppo dure.

Nell’ultima tappa verso Pinerolo, grande azione di forza da parte di Milesi (in testa) e Miholjevic
Nell’ultima tappa verso Pinerolo, grande azione di forza da parte di Milesi (in testa) e Miholjevic

Sempre nel vivo

Per esempio era davanti nel giorno di Peveragno, quando la Groupama-Fdj ha provato a far saltare il banco. Quel giorno però aveva ricevuto l’ordine di non tirare e chissà se con un motore in più come il suo le cose sarebbero andate diversamente ai fini della generale.

Anche nella frazione finale Milesi ha spinto forte. Lorenzo Germani e company hanno dovuto faticare un bel po’ per chiudere su lui e Miholjevic.

«Ci ho provato in diverse tappe – conferma Milesi – solo che la fuga non è mai arrivata. I miei compagni sono andati bene. Torniamo a casa con un sesto e un nono posto. Per me quindi è stato un Giro positivo».

Anche il cittì Amadori lo ha seguito da vicino ed ha esaltato le sue prestazioni e quelle di Germani, tra i più attivi degli italiani sul passo.

Milesi (classe 2002) in fuga con Merchan della Drone-Hopper alla Per Sempre Alfredo (corsa in azzurro)
Milesi (classe 2002) in fuga con Merchan della Drone-Hopper alla Per Sempre Alfredo (corsa in azzurro)

Incidente alle spalle

Lorenzo aveva avuto un bruttissimo incidente in primavera. Lo avevamo visto super competitivo alla Per sempre Alfredo dove addirittura aveva combattuto con gente del calibro di Marc Hirschi e poi questa caduta in allenamento una manciata di giorni dopo. Uno stop che ha complicato le cose, ma non ha arrestato sogni ed obiettivi.

«Ormai dall’incidente sono passati due mesi e mi sono ripreso – Milesi non ammette scuse mostrando ancora una volta il suo carattere battagliero – speravo solo di fare qualcosa meglio come risultato in questo Giro e in questo lasso di tempo.

«Esco dal Giro meglio di come ci sono arrivato o almeno uguale. Comunque mi ero preparato bene. Quel che mi interessa adesso sono gli italiani. Soprattutto quello a cronometro, che è un obiettivo. Ma anche l’europeo direi.

«Questo volume di lavoro fatto al Giro sicuramente mi sarà utile per l’italiano. Forse è un po’ troppo ravvicinato. Bisognerà essere bravi a recuperare bene lo sforzo. Vediamo… ».

Sostanzialmente dopo il Giro Milesi ha pensato solo a scaricare. «E a fare un po’ di attivazione il giorno prima della crono (cioè oggi, ndr)».

Il giorno dopo la corsa rosa, Lorenzo è uscito con la bici da strada per defaticare un po’, per scaricare le tossine accumulate anche nella tappa finale. Poi ha inforcato la bici da crono.

Lorenzo Milesi in azione al Triptyque des Monts et Chateaux dove ha vinto la prima tappa e la frazione a crono
Lorenzo Milesi in azione al Triptyque des Monts et Chateaux dove ha vinto la prima tappa e la frazione a crono

Passistoni (e Piganzoli)

Il tracciato friulano si annuncia molto veloce e filante. Lo avevamo analizzato anche con Marco Velo, il cittì della crono. E’ un percorso per passisti potenti e la potenza per Milesi non è un problema.

Semmai potrebbe esserlo la distanza, 35 chilometri come per gli elite uomini e donne, ma quella è la stessa per tutti e dovrebbe spaventare meno lui che i suoi avversari.

«Il percorso non l’ho provato. Con la scusa di spostarmi sempre tra Olanda e Italia – dice Milesi nonostante abbia colto una vittoria proprio contro il tempo – quest’anno mi sono allenato poco con la bici da crono. Non sempre ho avuto la possibilità di portarla con me. Però ci abbiamo lavorato d’inverno. La squadra mi ha messo in posizione e poi gli allenamenti sono diversi. E di sicuro mi alleno più dell’anno scorso… Perché mi sono reso conto che facevo davvero poco!».

Infine uno sguardo sui rivali più pericolosi. Gli U23 al via saranno poco meno di trenta, un numero relativamente incoraggiante se si guarda al passato.

«Beh – dice Milesi – i rivali più accreditati sono Frigo, che però non so se sarà al via, visto che si era fatto male, e Germani (anche se Germani non dovrebbe esserci, ndr). Lorenzo è andato molto forte in questo in Giro. Ma anche Piganzoli».

Quando emerge il nome del corridore della Eolo-Kometa U23 gli chiediamo se non sia un po’ “leggerino” per quel tipo di percorso. Allora Milesi ribatte: «Piga leggerino? Anche lo scorso anno ha fatto terzo e poi ci siamo sempre allenati assieme e so quanto va forte».