Fernando Tercero Lopez non solo è arrivato ottavo al Giro d’Italia U23 ma compare molto spesso nella top 10 di tanti e tanti arrivi. Spagnolo, classe 2001, corre per la Fundacion Contador, in pratica la giovanile della Eolo-Kometa.
Lo abbiamo conosciuto meglio proprio nel corso della corsa rosa riservata ai ragazzi. Fisico slanciato (182 centimetri per 65 chili), tratti somatici da spagnolo puro con folte ciglia e capelli scuri, Fernando ci ha raccontato della sua storia.
Fernando, che corridore sei?
Sono uno scalatore. Mi piacciono le salite lunghe come il Mortirolo e il Colle della Fauniera, quelle che superano la mezz’ora di durata. Mi trovo a mio agio.
Non era la prima volta che eri al Giro…
No, l’ho già fatto l’anno scorso e ho imparato subito molto. Una bella esperienza e quest’anno speravo e pensavo che potevo entrare nei primi dieci della generale. E devo dire che ho notato una bella differenza. Già nella seconda parte della stagione scorsa. Proprio dopo il Giro sono migliorato molto.
Fernando hai corso abbastanza coperto, ma eri nel vivo della corsa. Così sul Mortirolo (e poi anche sul Fauniera). Sei stato un regolarista…
Sì, soprattutto sul Mortirolo. All’inizio siamo andati molto forte e sapevo che quello non era il mio ritmo. E così ho deciso di staccarmi un po’. Sono rimasto concentrato, serviva mente fredda. Sapevo che qualcuno di quelli che erano davanti sarebbe esploso. Su salite come queste è importante non saltare, perché i minuti volano.
Di che zona sei?
Nella zona centrale, vicino Madrid. Ciudad Real per la precisione. E’ una zona molto pianeggiante e per uno scalatore come me non è il massimo!
E dove vai a cercare le salite?
Sulla Sierra Morena, che sta tra la mia regione e l’Andalucia. Però non ci sono salite lunghe, non ho scalate da 30′ o più.
Come hai iniziato a correre?
A casa in televisione guardavamo sempre lo sport e il ciclismo in particolare. Il Tour, la Vuelta il Giro, ma nessuno della mia famiglia andava o era andato in bici. Sin da piccolo mi piaceva guardare il ciclismo e volevo farlo. E alla fine ho chiesto ai miei genitori di portarmi nella scuola di ciclismo del mio Paese. Avevo più o meno dieci anni quando ci sono andato per la prima volta. Ed ora eccomi qui.
Chi era il tuo idolo?
Eh facile – sorride Tercero – Alberto (Contador, ndr). All’epoca quando vinceva al Giro, alla Vuelta. Non solo vinceva ma era uno spettacolo come lo faceva. E adesso corro nella sua squadra.
Qual è il primo ricordo che hai di quando vi siete conosciuti?
Il primo ricordo che ho di lui è alla tv. C’era la tappa del Tour con Evans e Andy Schleck in fuga sul Galibier. Me la ricordo bene quella tappa. Dal vivo invece ci siamo visti tre anni fa. Eravamo in bici e io pedalavo con una cadenza bassa. E un’altra volta mi ha fatto vedere il trofeo del Giro. E’ stato emozionante vederlo dal vivo.
Torniamo alla bici attuale. Ti piace anche la crono?
Sì, sì. E vado bene. Non sono uno specialista, però nei confronti degli altri scalatori vado bene.
Beh, il fisico e le leve lunghe per spingere le hai…
Infatti non sono messo male sulla bici. In più ci lavoriamo. Dopo il Giro farò il campionato nazionale e spero di fare bene.
Quando potrai passare nel team maggiore?
Bueno, non so! Però credo che se continuo a raccogliere dei buoni risultati e ad essere costante, alla fine passerò pro’ con loro. Quello è il mio sogno sin da piccolo. Io aspetto che si compia.
Cosa prevede il tuo programma dopo il Giro?
Adesso il campionato nazionale e poi punterò al Valle d’Aosta e dopo se la nazionale di Spagna mi porta all’Avenir sarò contento, altrimenti ci saranno altre corse.
In nazionale tra Juan Ayuso e Carlos Rodriguez hai un bella eredità da raccogliere. Un compito non facile.
Andavano forte. L’anno scorso era una nazionale “troppo potente”. Però penso che anche quest’anno possiamo fare bene.