«Oggi la parola simbolo è solo una: sfortuna. Già che piove a Napoli è sfortuna. Ma ancora di più perché quando piove da quelle parti le strade diventano impraticabili». Giuseppe Martinelli va dritto al sodo, come sempre, come nel suo DNA. Il tecnico bresciano è al suo primo non-Giro, ma le tappe le guarda con la solita passione, ogni giorno.
La cronaca di oggi è breve. Inizia a piovere quando il gruppo entra nella zona della pianura prima di affacciarsi sulla costa tirrenica. Una pinzata, una mezza “svirgolata”, e va giù mezzo gruppo. Corsa neutralizzata… come da regolamento.
Le ambulanze, oltre a non poter passare, non possono assistere tutti. Si riparte, ma senza classifica: in palio solo la vittoria di tappa. E la tappa è andata a Kaden Groves della Alpecin-Deceuninck, uno dei migliori sprinter di questo Giro d’Italia finora.
E quindi Martino, la tappa di oggi è stata decisa da pioggia e buonsenso…
Credetemi, giusto ieri sera avevo parlato con Shefer, perché ho ancora buoni rapporti con un po’ tutti, e la prima cosa che mi ha detto è stata: «Guarda Martino, se domani piove è il solito casino di Napoli. Le strade sono queste qua: piove poco e come viene giù un po’ d’acqua diventano sdrucciolevoli». Ed è successo. E succederà ancora.
E infatti tutto sommato non ci sono state neanche polemiche. Team, giuria, organizzatori, corridori erano allineati…
In questi casi, qualunque decisione tu prenda, a qualcuno non va bene e a qualcuno sì. Però era la soluzione migliore. Si è visto pure con Landa: guarda che è successo, si è fatto male subito un big al primo giorno. Rischiare così di rovinare uno spettacolo come il Giro quando mancano tre settimane non ha senso. E comunque la volata c’è stata, e non sarebbe stata molto diversa da quella che abbiamo visto.
E allora, Martino, è già tempo di guardare a domani, alla Castel di Sangro-Marsia, e alle prime vere salite: si va sopra i 1.000 metri di quota: tre GPM e arrivo in salita. Come si diceva una volta: “Domani inizia il Giro”. E’ così?
Diciamo che domani è il primo giorno in cui si può capire qualcosa di più di questo Giro. Okay, Pedersen ha dimostrato di essere il più forte da un po’ di tempo. Non dimentichiamoci che è andato fortissimo nelle classiche, fortissimo a inizio stagione, e tutto quello che ha fatto se l’è meritato. Devo dire che mi aspettavo un po’ di più in generale dall’Albania. C’erano due tappe dove si poteva fare qualcosa di più. Però probabilmente, sai, anche i corridori ogni tanto usano la testa.
Cioè?
Sanno che il Giro è lungo, che si deciderà nell’ultima settimana. Domani vediamo chi ha veramente le gambe per fare qualcosa e chi invece non le ha.
Da chi ti aspetti qualche movimento? Ci dicono di un Ayuso taciturno, che si nasconde… Magari domani vorrà farsi vedere per recuperare quei secondi persi a crono?
Io credo di no. Se è bravo, sta ancora lì, perché Roglic in questo momento va forte e tra gli uomini di classifica mi sembra quello più in palla. Ayuso l’ho visto bene, ma non benissimo come pensavo. In quella cronometro non è andato come mi aspettavo. Ed era una crono adatta a lui: c’era salita, c’era discesa, e lui sa guidare. Perciò credevo arrivasse un po’ più avanti. Io credo che domani si difenderà. E poi speriamo bene per i nostri italiani!
Ti riferisci a Tiberi?
Secondo me, Tiberi ha una squadra a completa disposizione, e spero che domani, anche se non succederanno grandi cose, alla fine vedrai che qualche indicazione ci sarà. Non credo ci saranno distacchi grandi, ma si capirà chi il Giro lo può anche non vincere. Ci potrebbe essere, non so, un Carapaz che ha voglia di rischiare. Un Bernal che, se sta bene, ci prova. Ecco, mi aspetto più qualcosa dalle seconde linee.
Noi invece abbiamo due nomi sulla bocca. Il primo è Ciccone: sta bene, corre in Abruzzo e sappiamo che è uno focoso. Se si trova lì davanti, una stoccata la prova?
All’inizio del Giro, nelle mie considerazioni, pensavo che lui non puntasse alla classifica. Pensavo che Giulio provasse a vincere un paio di tappe fatte bene. E una di queste poteva essere quella di domani. Ciccone la gamba ce l’ha, perché quello che ha fatto in Albania e in questi giorni, anche ieri in finale, lo dimostra. Ha però la maglia rosa in casa. Anche se dovrebbe lasciarla. Pedersen gli darà via libera, suppongo.
L’altro nome è quello di Lorenzo Fortunato, che tra l’altro hai diretto fino a pochi mesi fa. Lui sta bene, ha la maglia blu, esce da un ottimo Romandia. Magari con l’anticipo giusto può veramente arrivare a Marsia…
Lorenzo però è caduto oggi e mi dispiace. Se Fortunato non fosse caduto, poteva essere sicuramente un uomo da giocarsi domani. Bisogna vedere cosa si è fatto, perché dopo l’arrivo l’ho visto incerottato. Però ha la maglia del GPM, ci tiene, e la maglia blu tante volte dà quella spinta in più.
Giuseppe, domani è prevista pioggia per le ultime due ore (abbondanti) di corsa. Questo incide sul risultato e sulla tattica?
Se la pioggia arriva nel finale incide un pochino meno. In quel momento i corridori sono entrati in modalità corsa. Perciò non stanno a pensare a mantelline o no. Non è come se piove dal via. Tuttavia, per qualcuno la pioggia incide comunque. C’è chi la paga e chi invece ci si trova bene. Roglic, per esempio, ci è abbastanza abituato. E anche Ciccone col maltempo potrebbe approfittarne. Se la cava. E’ uno che è capace anche di buttarsi nella mischia e magari ribaltare un po’ lo schema della corsa. Sarà una bella tappa… Perché i corridori, che se ne dica, hanno corso abbastanza bene sin qui. Voglio dire, è una settimana che sono in corsa e sono pronti per darsi battaglia nel vero senso della parola.
La tappa di Tagliacozzo apre una quadripletta (al netto del giorno di riposo) insidiosa: coi muri di Castelraimondo, gli sterrati e gli strappi di Siena, e la crono di Lucca…
Non è la fine del mondo, però c’è da stare attenti. In questi tre-quattro giorni qualcuno potrebbe anche pagare qualcosa… a partire da domani, ma anche sui muri marchigiani. E lo stesso vale per Siena. Quell’arrivo non è per tutti: qualche secondo a destra o a sinistra lo puoi lasciare se non sei in giornata. Dai, ci aspetta un bel finale di settimana.