TIRANA (Albania) – L’ultimo giorno di allenamento alla vigilia della prima tappa, i corridori del Team Polti-VisitMalta l’hanno dedicato a un’uscita di due ore sulla bici da crono e sono stati forse gli unici. Hanno trovato una strada con l’asfalto decente e hanno fatto avanti e indietro fino a completare la distanza desiderata. Il dettaglio curioso prima che partissero era la presenza attorno alle loro biciclette di Fabio Guerini e Davide Guntri: gli uomini di Deda Elementi che dallo scorso inverno si è messa al lavoro per la squadra di Basso e Contador.
Casualmente, avevamo incontrato Guntri anche nel ritiro di dicembre della Polti a Oliva, quando la collaborazione con l’azienda cremonese era ancora da definire e ci fu proibito di fare foto. Oggi che il discorso è andato avanti e quella protesi manubrio è qui, il risultato sarà sotto gli occhi di tutti a partire dalle 13,54 quando Giovanni Lonardi scatterà dal blocco della crono.
Tester Maestri
La necessità della Polti era avere una protesi manubrio da crono personalizzata per ciascun corridore. Il risultato del lavoro ha il nome di Jet Hydro: è made in Italy, è in alluminio idroformato ed è stata sviluppata da Deda Elementi con la grande collaborazione di Mirco Maestri. Il corridore di Guastalla, che lo scorso anno conquistò l’oro europeo nel Mixed Relay, ha fatto da tester e con lui abbiamo raccolto una prima base di informazioni. Le regolazioni possibili riguardano l’inclinazione della torretta e delle protesi stesse, disponibili in due lunghezze, che possono essere registrate anche sul piano orizzontale e nell’avanzamento.
«Curando molto le crono negli ultimi due anni – spiega Maestri – ho notato che ci sono dettagli ormai fondamentali. Con questa nuova protesi, riusciamo ad avere comfort e aerodinamica. Sono andato tante volte in azienda e ci abbiamo lavorato insieme. Con Davide (Guntri, ndr) mi trovo benissimo e penso che abbiamo trovato la giusta soluzione per ogni tipo di atleta, dato che la protesi è adattabile a ogni tipo di braccia e avambracci. Ho parlato di comfort e prestazione perché ci sono crono che durano più di mezz’ora e restare in posizione diventa difficile. Quindi avere una protesi performante, ma anche comoda aiuta tanto».
Protesi su misura
Quando nel ritiro di dicembre del Team Polti assistemmo ai ragionamenti fra Guntri, i corridori e i meccanici, uno degli scogli più duri da superare sembrava la possibilità di stare con la protesi nei limiti delle misure imposte dall’UCI. Si ragionava sull’inclinazione della protesi che a sua volta incide sulla lunghezza. Sul tavolo c’erano tutti i pezzi che compongono Jet Hydro, a sua volta regolabile grazie a una serie di registri.
«E’ una protesi che viene fatta su misura – conferma Maestri – quindi riusciamo ad arrivare al limite per ciascun corridore. Sono percentuali di miglioramento che sembrano minime, ma su una performance di parecchi minuti aiutano parecchio. Io credo di aver trovato la posizione adeguata o quantomeno la migliore possibile per stare nei parametri. Sabato (oggi, ndr) farò la prima crono al massimo e poi anche la seconda. Ormai è diventata la mia specialità».
Alluminio vs carbonio
Il tempo di sistemare gli ultimi dettagli sulle Jet Hydro, poi Davide Guntri ci ha raggiunto. Dice Fabio Guerini che è stato lui a credere più di tutti nel progetto e se lo è portato avanti con convinzione e caparbietà.
«Il progetto è partito proprio da Oliva – annuisce Guntri – mentre Mirco (Maestri, ndr) è stato quello che ci ha dato i feedback per le ultime modifiche e lo sviluppo dei grip e dei poggia gomiti. L’esigenza di partenza era trovare un prodotto fatto totalmente in Italia, discostandoci dal produrre per forza ogni cosa in Oriente. Un prodotto italiano che fosse anche top di gamma. Volevamo far capire che non esiste solo il carbonio, ma c’è anche l’alluminio. E che l’alluminio può avere dei pesi molto contenuti perché i tubi con cui sono fatte le protesi sono idroformati e li facciamo noi in casa.
«Penso che siamo l’unica azienda in Italia che idroforma i tubi e Polti ci sta dando una grande mano per andare avanti. Questo è un grosso progetto. Sono idroformature di due lunghezze differenti. Abbiamo le stesse lunghezze della Jet, cioè la S e la M. In questo caso abbiamo la Jet Hydro S e la M. I pad e i grip sono totalmente fatti da noi in stampa 3D, quindi customizzati per ogni corridore. Ecco il grande vantaggio di questa protesi».
Solo su misura
Mentre i corridori si allontanavano, il discorso è andato avanti tornando proprio al tema delle misure UCI che tanto hanno dato da lavorare ai tecnici di Deda e ai biomeccanici della Polti-VisitMalta.
«Riusciamo a stare dentro tutte le misure – spiega Guntri – perché le sviluppiamo noi. Prendiamo la misura della vecchia bici e della vecchia posizione e con un programma creato in azienda con Stefano Rossi, il nostro disegnatore, sviluppiamo anche l’angolo della torretta. Potrebbe essere di 15-20-25-30 gradi, in modo da sfruttare l’angolo maggiore che il corridore può utilizzare nella sua categoria. Le torrette sono in alluminio, un pezzo unico. La nostra paura era quella che, avendo delle torrette abbastanza alte, potessero svettare nel punto superiore, perché quando vai a crono tiri molto con l’esterno. Invece Mirko ci ha detto che era tutto a posto. E così siamo partiti, spingendo forte sull’alluminio».
Lo bisbigliano e non fanno nomi. Pare che una squadra WorldTour si sia mostrata interessata a Jet Hydro e abbia chiesto di provarlo. Se andasse in porto, Deda Elementi potrebbe anche prendere in considerazione di creare delle protesi fisse, senza possibilità di regolazione: su misura per ciascun corridore. Fisse, una volta trovato il giusto assetto.