Quaranta lancia Predomo: «Nel keirin ha già fatto storia»

17.02.2023
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La spedizione italiana agli europei di Grenchen ha portato a casa 7 medaglie. Certamente le imprese del quartetto olimpionico e di Consonni (primatista di trofei conquistati con 4 medaglie al collo) sono state le più evidenti, ma c’è un risultato che a livello tecnico pesa più di altri: il quarto posto di Predomo nel keirin e non solo per la giovanissima età del talento della velocità italiana.

Mattia Predomo è appena passato fra gli under 23: lo scorso anno da junior ha conquistato due mondiali e due europei
Predomo è appena passato U23: lo scorso anno da junior ha conquistato due mondiali e due europei

Alle radici del keirin

Bisogna andare un po’ indietro con la storia, fino alle radici del keirin, introdotto a livello internazionale a cavallo degli anni Ottanta visto il grande successo che otteneva in Giappone, dove era uno dei principali oggetti di scommesse. Allora la scuola italiana della velocità era ancora fulgente, ma i nostri specialisti faticarono ad abituarsi a questo nuovo tipo di corsa, molto diverso da quello della velocità uno contro uno. Nella prima edizione mondiale, 1980, Guidone Bontempi colse comunque l’argento, poi Octavio Dazzan e ancor più Claudio Golinelli (iridato nel 1988-89) e Federico Paris salirono sul podio, ma nel nuovo secolo nessuno è riuscito nell’impresa.

Men che meno agli europei, nati solo nel 2010 e per i quali il risultato di Predomo è quindi il migliore nella storia. Lo stesso tecnico di settore Ivan Quaranta è ancora sorpreso del risultato: «Poco importa che la squalifica del francese l’abbia fatto avanzare di un posto, la sua è stata una prestazione eccezionale e per certi versi lascia persino un po’ d’amaro in bocca…».

Il keirin non è mai stato favorevole all’Italia nel nuovo secolo. Predomo invertirà la rotta?
Il keirin non è mai stato favorevole all’Italia nel nuovo secolo. Predomo invertirà la rotta?
Spiegati meglio…

Mattia è stato innanzitutto sfortunato nel sorteggio, prendendo il numero 1 e quindi dovendo partire davanti a tutti. Questo ci ha costretto a montare un rapporto leggermente più duro che lo ha penalizzato nel finale. Quando Lavreysen è partito, Predomo non è riuscito a rilanciare subito. All’ultima curva il francese ha dato una codata e tutti si sono alzati, lui no. Infatti si vede che passa sotto e recupera: altri 5 metri ed era secondo…

Che significato ha il suo risultato?

Enorme, non dobbiamo dimenticare che un mese e mezzo fa era ancora junior. Mattia ha interpretato questi europei al meglio. Anche nel torneo di velocità ha perso di pochissimo da Yakovlev, che gareggia per Israele, ma è il miglior russo in circolazione ed è finito quarto, poteva benissimo esserci lui. Oltretutto lo aveva battuto 10 giorni prima ad Anadia. Inoltre, nei 200 metri lanciati che valevano come qualificazione si è migliorato di 3 decimi che a quei livelli è un’eternità.

Tugnolo e Bianchi davanti nella velocità a squadre, dove c’è stato un nuovo record italiano
Tugnolo e Bianchi davanti nella velocità a squadre, dove c’è stato un nuovo record italiano
Che europeo è stato?

Di alto livello, non c’è che dire. Non dimentichiamoci che la concorrenza che c’è nel nostro continente non esiste assolutamente negli altri, dove ci sono scuole che dominano. Qui c’è da lottare anche per un singolo piazzamento. Questo per certi versi non ci favorisce in ottica olimpica.

Parliamo proprio di questo: con Grenchen iniziava il cammino di qualificazione che nel settore passa prevalentemente per la velocità a squadre…

Noi abbiamo davvero fatto il massimo possibile, i ragazzi hanno portato a casa il record migliorandosi di mezzo secondo in un anno. Se si guardano i tempi, ora siamo a un paio di decimi dalla Germania, una forza trainante del settore. C’è fiducia per il futuro anche se dobbiamo essere consapevoli che il cammino è difficilissimo: noi siamo obiettivamente la decima squadra al mondo e a Parigi andranno in otto. Ma se guardiamo più in là, considerando quanto c’è anche a livello giovanile, al di là della scuola olandese non c’è molto altro: Francia e Gran Bretagna faticano a trovare ricambi, lo stesso Hoogland inizia ad accusare l’età. Noi abbiamo un terzetto ancora under 23, non dimentichiamolo.

Miriam Vece resta l’esponente di punta del movimento femminile che fatica a trovare ricambi
Miriam Vece resta l’esponente di punta del movimento femminile che fatica a trovare ricambi
Come giudichi la prestazione femminile?

Il discorso è diverso. Il nostro obiettivo era partecipare con un terzetto capace di fare una prestazione regolare. La presenza della Barbieri era pensata proprio sapendo che è una che può chiudere in maniera regolare, ma non è chiaramente una specialista. Se hai una prima e una seconda atleta di buon livello, un’atleta veloce come lei può dare il suo contributo. Dobbiamo arrangiarci, visto lo scarso reclutamento.

E’ una situazione diversa rispetto ai maschi?

Completamente. Nel ciclismo femminile in piena evoluzione, tutte cercano giustamente un futuro su strada, quindi passano nel caso attraverso le gare endurance su pista. Chi vuoi allora che faccia velocità, a cui puoi al massimo garantire una maglia e trasferte all’estero, ma certamente non uno stipendio di quelli che cominciano a girare anche fra le donne?

Bianchi ha chiuso 5° nel chilometro da fermo, confermandosi un ottimo interprete della specialità
Bianchi ha chiuso 5° nel chilometro da fermo, confermandosi un ottimo interprete della specialità
Torniamo allora ai maschi: vedendo Bianchi chiudere quinto nel chilometro da fermo, tu che hai un prestigioso passato su pista non senti dolore per la cancellazione di questa gara dal programma olimpico?

Certo, non solo per questa. Sono gare che erano parte della tradizione. Bianchi è uno specialista che sa però spaziare anche nelle altre prove, non dimentichiamo che è campione europeo U23 nel keirin. Peccato che domenica mattina avesse la febbre, non ha potuto essere nel pieno della forma per affrontare il torneo a cui teneva di più.

E ora che cosa vi aspetta?

Il primo passo lo abbiamo fatto, ma ora ci sono le tre tappe di Coppa del Mondo, dove ruoteremo gli uomini. Nella prossima andranno Minuta, Napolitano e Stefano Moro, io voglio che corrano un po’ tutti e facciano esperienza, anche perché alla fine conteranno due risultati su tre. Faremo bene anche lì, ne sono sicuro.

Tra pista e strada, riparte la Campana Geo&Tex Trentino

30.12.2022
5 min
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Siamo alla vigilia del 2023 e questo anno passato tra pista e strada ha alimentato entusiasmo e tanti risultati arrivati da ambo i fronti. La Campana Imballaggi Geo&Tex Trentino si trova in ritiro a Riva del Garda per la precisione a Ceniga, ospite della famiglia Zambanini presso l’Hotel Garnì delle Rose. Questa stagione ha regalato maglie iridate e titoli europei su pista con i due velocisti Bianchi e Predomo. Mentre su strada la crescita costante non ha trovato un vero e proprio exploit, ma con Minali, Elipanni e Corrocher è pronta a mettere i puntini sulle i. 

La formazione trentina che ha sede a Lavis vanta un bacino di juniores proprio, da cui per il 2023 ha attinto, senza rinunciare a qualche innesto proveniente dal panorama giovanile esterno. Mentre a rinforzare l’impegno dedicato alla pista è arrivato Mattia Harracher, direttamente dalla nazionale BMX. Il trentino è pronto a giocarsi le proprie carte per un posto nella velocità azzurra. Con il team manager Alessandro Coden, sulle rive del Garda andiamo alla scoperta della nuova rosa tra ambizioni e nuovi volti. 

Il ritiro dalla famiglia Zambanini è un appuntamento ricorrente di inizio stagione
Il ritiro dalla famiglia Zambanini è un appuntamento ricorrente di inizio stagione
Primo ritiro con la formazione 2023, dove vi trovate?

Siamo ospiti dell’Hotel Garnì Delle Rose a Ceniga di Dro dalla famiglia di Edoardo Zambanini, professionista con la Bahrain-Victorious ed ex nostro junior.

Un luogo ricorrente nei vostri ritiri…

E’ una vita che andiamo ospiti della famiglia Zamabanini. Edoardo è cresciuto con me e ancora oggi esce in bici con noi. 

Siete tutti presenti al ritiro?

In questi giorni mancano Bianchi e Predomo che si trovano in ritiro con la nazionale visto che la Coppa del mondo su pista è in corso. 

A livello di organico il roster è deciso?

Siamo al completo. C’era in ballo uno straniero, ma siamo in alto mare. Come organico siamo definiti. I tre della pista e i dodici elite/U23. 

Dalla vostra formazione juniores quali ragazzi sono saliti?

Dagli juniores sono saliti i due gemelli Gallio, Filippo e Alessandro ed Edoardo Bolzan. Mentre dalla Montecorona juniores ho preso un ragazzo che non ha vinto, ma si è sempre piazzato nei dieci, si chiama Mirko Sartori

A novembre presso la sede Geo&Tex 2000 è stato presentato il roster elite/U23 e juniores
A novembre presso la sede Geo&Tex 2000 è stato presentato il roster elite/U23 e juniores
Altre new entry?

Yuri Lunardelli dalla Team Gaiaplast Bibanese che ha fatto una buona stagione e infine Samuele Disconzi dalla General Store. 

Chi sono i capitani della squadra?

Capitani nella nostra formazione non ce ne sono. Ci sono dei ragazzi che sono un po’ più responsabili degli altri che sono Elipanni, Minali e Corrocher. 

Tra i vostri U23 c’è anche Cassol che pratica ciclocross…

E’ sempre stato con noi, Cassol fa ciclocross in preparazione alla strada. Per essere competitivi bisognerebbe dedicarcisi di più come per la pista. 

Per quanto riguarda la vostra sezione velocità chi è arrivato?

Ho preso Mattia Happacher che viene dalla BMX. E’ venuto con noi per fare la pista con la nazionale e fare il primo uomo con la velocità a squadre

La formazione trentina conta dodici atleti per la strada e tre per la pista
La formazione trentina conta dodici atleti per la strada e tre per la pista
I tre della pista faranno anche strada?

Esclusivamente pista, è impossibile con questi ragazzi qua. O si fa strada o si fa pista. 

Per le gare più dure su chi ti affiderai?

Per le corse un po’ più dure abbiamo Bolzan che arriva dagli juniores dove ha dimostrato di essere forte. Con Disconzi, Lunardelli e Sperandio penso che essendo al secondo o terzo anno di U23 siano pronti per fare dei risultati nelle gare più impegnative. 

Che obiettivi hai prefissato per il 2023?

Intanto cominciamo come abbiamo deciso con il preparatore passo per passo, con calma. Poi decideremo il da farsi. Alle gare arriviamo sempre tranquilli. In tanti non sanno che la stagione è lunga per la categoria, si corre fino alla fine ottobre. Se si parte con calma si va lontano. Al contrario se si da tutto subito con il primo caldo si viene rimbalzati. 

C’è chi dice che correre troppo negli U23 non sia d’aiuto. Che 2022 avete disputato?

Nel 2022 non abbiamo corso poco. Con tutte le corse a tappe, gare in Italia e all’estero siamo arrivati a 65 giornate di gara. Abbiamo fatto il nostro e sarà così anche per il 2023.

Sullo sfondo per la vostra formazione c’era la prospettiva di diventare continental. Come progetto è stato rimandato o è un obiettivo?

Considerando i regolamenti che ci sono adesso non conviene più fare una continental. Nelle regionali se facessi una continental con i corridori giovani attuali potrei correre solo con cinque di loro. Si va poco lontano così. E’ più un argomento che interessa agli sponsor. Se fossimo in Austria sarebbe un discorso differente ma siccome siamo in Italia non conviene. 

Le medaglie ci sono, ora a Minuta serve la squadra

30.11.2022
4 min
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L’ultimo azzurro di questa ricognizione nel settore velocità maschile si chiama Stefano Minuta e a giudicare dalle battute che… subisce, è diventato la mascotte del gruppo. Poi però quando si passa a lavorare, la sua fatica e il suo impegno valgono quanto quello degli altri.

Il prossimo ostacolo da scavalcare è quello della mentalità delle squadre. Così se da un lato la Campana Imballaggi e il Team Colpack hanno scelto di credere nel progetto supportando i ragazzi di Quaranta, Minuta è ancora in cerca di una maglia per il 2023. Visto il suo livello, si spera che una soluzione sarà trovata, ma la situazione fa capire che le vecchie difficoltà sono sopite, ma non del tutto estinte.

Ugualmente a Noto, ma a giugno, Minuta ha vinto il tricolore della velocità su Morgante e Ricca
Ugualmente a Noto, ma a giugno, Minuta ha vinto il tricolore della velocità su Morgante e Ricca

Torinese, 18 anni

Minuta arriva da Torino, ha origini rumente e ha compiuto 18 anni a giugno. Nello stesso velodromo Pilone di Noto in cui lo abbiamo incontrato, in occasione dei tricolori juniores di giugno aveva conquistato il titolo della velocità, l’argento nella velocità a squadre e il bronzo nel chilometro, vinto da Predomo. Successivamente si è portato a casa il bronzo nel keirin (anche questo vinto da Predomo) e nella velocità a squadre agli europei di Anadia.

«Adesso finalmente siamo un bel gruppo – dice sorridendo – siamo passati tutti under 23 e saremo, spero, un gruppo affiatato che avrà voglia di vincere e di fare meglio dell’anno scorso. Vogliamo fare davvero dei buoni risultati».

Mattia Predomo e Stefano Minuta, protagonisti azzurri ai campionati europei di Anadia (foto UEC)
Predomo e Minuta, protagonisti azzurri agli europei di Anadia (foto UEC)
Che cosa non ti è andato giù del 2022?

Non è stato un brutto anno per essere stato il primo da velocista, diciamo che è stato la ciliegina sulla torta della stagione. Migliorare vorrebbe dire alzare l’asticella, quindi andare sopra al podio, al secondo o al primo posto, però è tutto da vedere. Di sicuro noi siamo concentrati e vogliamo raggiungere quei risultati.

Perché fare il velocista su pista e non su strada?

E’ nato tutto l’anno scorso. Durante una gara su strada ho avuto un incidente in cui mi sono rotto l’osso della mano e quindi sono dovuto restare fermo per un mesetto senza poter uscire. Ho continuato ad allenarmi, però non avevo il ritmo per ritornare a fare le gare su strada. Così sono venuto a fare i campionati italiani in pista e sono riuscito a vincere il tricolore nella velocità, ho fatto altri due piazzamenti in squadra col Piemonte e da lì Quaranta mi ha chiesto di andare a provare con loro per la velocità olimpica in pista. Per questo ho deciso di far parte del progetto e ho preso questa strada.

La pista era una novità?

No, l’ho sempre fatta sin da giovanissimo. La differenza rispetto a prima è che quest’anno ho deciso di dedicarmi solamente alla pista.

Predomo Keirin 2022
Il podio europeo del keirin U23, con Predomo vincitore e Minuta terzo dietro il polacco Marciniak (foto FCI)
Predomo Keirin 2022
Il podio europeo del keirin U23, con Predomo vincitore e Minuta terzo (foto FCI)
Ti manca la strada?

Per certi aspetti sì. Però diciamo che essendoci tanta salita, non fa per me. La salita non mi piace, quindi preferisco la pista.

Quanto è più duro essere velocista in pista?

E’ abbastanza duro, contando che comunque per la preparazione devi partire molto presto. Devi puntare soprattutto sulla palestra. Allo stesso tempo, non devi sbagliare a farne troppa, perché poi fai fatica a trasformare in bici. Devi fare le cose nel modo giusto, non devi sgarrare troppo.

Sei nato qui o in Romania?

Sono di origine rumene, mamma e papà vengono da lì. Due anni fa ho avuto la nazionalità italiana, così da poter partecipare ai campionati italiani ed andare in nazionale. Sono nato qua, ho vissuto i primi anni in Romania, ho imparato la lingua e poi sono ritornato.

Anche Minuta fa notare il delicato equilibrio fra il lavoro in palestra e quello in pista
Anche Minuta fa notare il delicato equilibrio fra il lavoro in palestra e quello in pista
Un obiettivo per il 2023?

Sicuramente sarebbe partecipare a un campionato europeo elite oppure a una Coppa del mondo per cercare di fare punti per le Olimpiadi del 2024, però è tutto da vedere.

Qual è la pista di casa? 

A Torino, il Velodromo Francone. E’ la pista in cui vado già da giovanissimo, da quando ero G4 e lì mi sono sempre allenato. Lì ho fatto le prime gare, ma dall’anno scorso ovviamente la pista di riferimento è diventata quella di Montichiari con la nazionale.

Un giorno fra palestra e pista a ruota di Predomo

23.11.2022
4 min
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Dice Ivan Quaranta che i velocisti sono tutti un po’ focosi. E che nel suo gruppo, il più nervosetto di tutti è Predomo. Forse perché è ancora così giovane. Mattia è del 2004 e ha chiuso la stagione con due titoli europei e due mondiali, ottimamente stilizzati sui suoi scarpini DMT. Come Bianchi, Predomo corre alla Campana Imballaggi Geo&Tex Trentino di Alessandro Coden: la società che più di altre ha deciso di credere nel settore velocità e sta ora raccogliendo i frutti.

Per Predomo, partenze in serie con il 60×12: Quaranta alle spalle per sostenerlo
Per Predomo, partenze in serie con il 60×12: Quaranta alle spalle per sostenerlo

La scommessa di Quaranta

I ragazzi della velocità sono super affiatati, ma al momento giusto, soprattutto quando si mettono a fare le partenze affiancati, le battute e le provocazioni non mancano. E allora si percepisce che esiste una gerarchia non scritta, legata al palmares, all’età e in certi momenti alla stazza fisica.

Predomo è uno dei più compatti, ma quando si ingobbisce sulla bici e scatta soffiando fuori l’aria, si intuisce che i titoli vinti non sono stati per caso. Al contempo è anche critico con se stesso. E così, quando in una partenza la ruota dietro pattina e lascia gomma sul cemento, l’altoatesino è il primo a ironizzare sulle sue scarse capacità. 

Quaranta l’ha detto subito: su un buon risultato al mondiale juniores avrebbe scommesso, sul fatto che avrebbe vinto due maglie iridate e un argento, neppure Ivan avrebbe osato mettere la mano.

Il gruppo dei velocisti, con Quaranta e Bragato, appare affiatato e motivato: in preparazione non ci sono tensioni, solo goliardia
Il gruppo dei velocisti, con Quaranta e Bragato, appare affiatato e motivato
Che aria si respira in questo nuovo gruppo velocità?

Praticamente siamo partiti da zero. Siamo tranquilli, siamo come una famiglia in questo momento. In preparazione siamo molto calmi, abbiamo un obiettivo in testa e cercheremo in qualsiasi modo di raggiungerlo.

La qualifica olimpica?

Esatto, la qualifica. Ci speriamo e abbiamo dimostrato che ci siamo, soprattutto col settore giovanile. Parlando di under 23 con Matteo Bianchi e di juniores, in cui sono stato protagonista io. Cerchiamo di fare il meglio possibile e poi vediamo.

Dopo il riscaldamento e prima di iniziare con le partenze, Predomo si dedica allo stretching
Dopo il riscaldamento e prima di iniziare con le partenze, Predomo si dedica allo stretching
Quaranta ha detto che se ci fossero le Olimpiadi U23 saremmo sul podio in tutte le specialità.

Sì, credo anch’io. Comunque abbiamo fatto vedere quest’anno che siamo lì, soprattutto nelle discipline dove c’è una qualifica possibile: quindi la velocità a squadre, il keirin e la velocità. Quindi penso proprio che saremo lì a lottare con tutti gli altri.

Ti aspettavi certi risultati?

E’ stato un po’ inaspettato. Siamo arrivati all’europeo sapendo di poter fare bene e ne abbiamo portate a casa due: il keirin e la velocità. Poi ovviamente al mondiale siamo andati con un’idea diversa, cioè quella di portare a casa il miglior risultato possibile, come ovviamente l’europeo. Per me a quel punto, il risultato migliore possibile era almeno un podio e aver portato a casa due maglie diciamo che non è da tutti i giorni, ecco… (sorride, ndr).

Sulle sue scarpe DMT KRSL spicca all’esterno la fascia iridata, all’interno quella di campione d’Europa e la scritta “Gnomo”
Sulle sue scarpe DMT KRSL spicca all’esterno la fascia iridata, all’interno quella di campione d’Europa e la scritta “Gnomo”
Tanto diverso il livello del mondiale?

E’ diversa la preparazione e il fatto che puntano molto su qualifiche più prestazionali, io invece ho ancora qualche difficoltà nella qualifica sul tempo, come Ivan ha già detto. Però poi nell’economia del torneo, verso le finali viene fuori chi ha ancora l’ultima volata. E noi intanto stiamo lavorando su quello e mano a mano, con gli anni, miglioreremo anche nella qualifica.

Che cosa significa avere accanto un tecnico come Quaranta?

E’ decisivo e con lui stiamo imparando a tenere duro. Ci ha dato gli stimoli per alzare il nostro livello.

E’ un falso mito quello per cui le gare durano poco e di conseguenza ci si allena poco?

E’ proprio il mito più falso che io abbia mai sentito… (ride, ndr).

Mattinata in palestra lavorando sulla forza e sul controllo del gesto, pomeriggio in pista o su strada
Mattinata in palestra lavorando sulla forza e sul controllo del gesto, pomeriggio in pista o su strada

Immaginiamo il mal di gambe, dopo la mattinata a sollevare pesi in palestra e il pomeriggio in pista a provare una partenza dopo l’altra con il 60×12. C’è qualcosa di magico anche in questo ciclismo così diverso da quello delle salite e delle volate su strada. Nelle loro gare di dieci secondi ci sono ore e giorni di ragionamenti e fatica. Gesti da controllare e respirazione da gestire, alimentazione diversa e una diversa concezione di ogni cosa. Il sogno olimpico è una bella rotta da seguire.

Velocità tornata di moda? La ricetta di Quaranta

21.11.2022
6 min
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«L’altro giorno eravamo qui in palestra e ho visto due ragazzetti di 14-15 anni. Qui in Sicilia hanno il culto del body building e tanti ragazzi passano il tempo in palestra. Così gli ho chiesto se fossero capaci di andare in bicicletta. E quando hanno detto di sì, li ho invitati a venire in pista. Se quelli che fanno velocità non vai a cercarli, non li trovi. E io quasi quasi vado in giro a suonare i campanelli…».

Il gruppo della velocità davanti alla Cattedrale di Noto: una foto che non poteva mancare
Il gruppo della velocità davanti alla Cattedrale di Noto: una foto che non poteva mancare

La chiamata di Dagnoni

Ivan Quaranta è a Noto con gli azzurri della pista. Con lui, lo staff performance della FCI. Fino a ieri Michelusi, oggi invece è arrivato Bragato. Mattina palestra, pomeriggio pista. Certi giorni anche strada, perché il fondo comunque serve. Il gruppo della velocità è numeroso e agguerrito, le cose si stanno muovendo.

«E’ iniziato tutto – racconta Quaranta, in apertura alla pressa con Matteo Bianchi – quando mi ha chiamato Cordiano Dagnoni. Serviva una persona in più accanto a Marco Villa, che seguisse le discipline veloci. Qualcosa s’era già fatto negli anni precedenti, perché Predomo aveva preso un bronzo nella velocità e Bianchi era stato terzo nel chilometro da junior. Serviva un tecnico che ci mettesse la testa al 100 per cento. E’ nato tutto da passione, competenze e tempo, dopo una prima fase di studio».

Napolitano lavora allo squat, per ora con carico leggero
Napolitano lavora allo squat, per ora con carico leggero
Studio?

In trent’anni è cambiato tutto, le velocità, la tattica, i rapporti, i materiali, le preparazioni. All’inizio è stato molto importante Marco Villa, perché girando vedeva quel che facevano gli altri. Poi Diego Bragato. Alle prime Coppe del mondo, soprattutto a Glasgow, sembravo un paparazzo. Andavo in giro con la macchina fotografica a spiare le altre Nazioni. Ho fatto un miliardo di foto e filmati e prendevo i tempi mentre si allenavano. Ho fatto settimane in pista dalla mattina alla sera. La seconda fase è stata quella del reclutamento.

Come ti sei mosso?

Sono andato a parlare con la società e in particolar modo con la Campana Imballaggi-Geo&Tex, che aveva già tesserato Predomo e Bianchi. Ho parlato con Napolitano, che va forte e detiene il record italiano juniores sulla velocità. Ho iniziato a prendere contatto con i corridori, per non entrare in modo troppo diretto. Ho parlato con le famiglie, con i genitori che pretendono di allenare i figli, per fargli capire che sono preparato. Poi abbiamo iniziato a lavorare seriamente, questi ragazzi sono atleti al 110 per cento.

Sono venuti subito i risultati?

Abbiamo fatto il record italiano nel team sprint alla prima gara. Bianchi si è migliorato sul chilometro, abbiamo vinto subito delle Classe 1 e Classe 2. Li ho portati in giro per fare esperienza, avevano bisogno di correre. Un velocista corre poco, 5-6 competizioni in un anno, quindi più corrono e meglio è. Quando sono arrivati i primi risultati, sono arrivate anche le motivazioni. E si è messo in moto questo meccanismo, che ci ha portato a vincere quattro campionati europei e due titoli mondiali.

Ti aspettavi così presto?

Ora posso dire che su Predomo avrei scommesso. Vincere un mondiale è difficile. Fino a che sei in Europa, vedi chi vince i titoli nazionali e che tempi fanno, quindi sai cosa ti aspetta. Però non puoi sapere chi c’è dall’altra parte del mondo. Malesia, Cina, Burkina Faso. Il record del mondo ce l’ha un atleta di Trinidad e Tobago. E’ diventato tutto più difficile, ma Predomo aveva già fatto terzo lo scorso anno, quindi in un podio ci credevo.

Quaranta con Bianchi e Napolitano: si parla dei lavori da fare
Quaranta con Bianchi e Napolitano: si parla dei lavori da fare
Se lo aspettavano anche loro?

Ho cercato di non far trapelare questa fiducia per tenere alta la tensione. Però vedevo che miglioravano giorno dopo giorno. Siamo lontani dagli elite, ma dobbiamo confrontarci con quelli della nostra età. Per ora la cosa principale è stata aver creato un bel gruppo di lavoro. In primis però ci vogliono i cavalli buoni, perché sennò puoi essere il miglior tecnico del mondo, ma non va da nessuna parte. 

Con Villa come va?

Marco ci appoggia. Lo stresso 24 ore al giorno, per una bicicletta o una ruota in più, per andare a fare una gara, convocare un corridore, fare due giorni in più di ritiro. Lui deve rendere conto, ma alla fine lo convinco sempre. Vede che stiamo lavorando bene ed è felice del nuovo gruppo che sta crescendo.

Moro è appena approdato nel gruppo della velocità: per lui è tutto nuovo
Moro è appena approdato nel gruppo della velocità: per lui è tutto nuovo
Cosa si può dire del Quaranta tecnico?

Cerco di essere più serio, perché ormai ho 48 anni, ma il carattere è sempre lo stesso. I corridori vedono in me uno che la pensa come loro. Questa è una delle più grandi qualità che ha un ex ciclista, anche se non è detto che un buon ex corridore diventi un buon tecnico. Devi studiare, applicarti, dobbiamo essere aggiornati.

La velocità sta diventando attraente per i giovani?

Vedendo i risultati, ci sono anche allievi che passano juniores, che chiedono di venire in pista. Anche qualche junior che passa da primo a secondo anno. Una bella mano ce la sta dando Tommaso Lupi, cittì della BMX. E’ il segno di un movimento che diventerà competitivo in tutto il mondo. Se oggi dovessimo fare un’Olimpiade under 23, saremmo sicuramente da podio in tutte le discipline. Perciò se non sarà per Parigi, sarà per quelle dopo.

Gli azzurri si allenano nella palestra Star Gym di Noto
Gli azzurri si allenano nella palestra Star Gym di Noto
E le ragazze?

Vivono una fase di transizione. Il WorldTour è nato da poco, quindi la ragazzina veloce pensa di fare il Giro d’Italia o il Tour de France. Una grossa mano possono darcela i corpi militari. Chi più chi meno, questi ragazzi si sistemeranno tutti, nell’Esercito, nella Polizia di Stato, nelle Fiamme Azzurre, che sono i tre corpi che più credono nel ciclismo. Se i ragazzi e le ragazze vedono che facendo velocità in pista ti sistemi per tutta la vita, allora anche noi diventiamo interessanti.

Qualcuna c’è…

C’è Miriam Vece, molto motivata a rientrare in Italia. Per lei sarà importante allenarsi con gli uomini, perché tecnicamente può migliorare, soprattutto nel keirin. Tutti abbiamo qualche paura, la sua è quella di fare le volate di gruppo. Poi c’è Fabiola Ratti, che ha fatto quinta al mondiale dei 500 metri. C’è un bel gruppetto di ragazzine, come Paccalini, Bertolini, e Bolognesi. Poi c’è anche Giada Capobianchi. Lei corre a livello internazionale e ha fatto dei buoni piazzamenti nelle Classe 1 e potrebbe essere importante, per esempio in un team sprint come prima frazionista. Alla fine è tutto un fatto di lavoro. E in questo i miei ragazzi non hanno paura di far fatica.

Poker d’oro ai mondiali, ma Salvoldi storce il naso…

01.09.2022
5 min
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Quando una nazionale torna dai mondiali juniores su pista con 4 ori e 3 argenti, seconda nel medagliere, ti aspetti giudizi enfatici. Parlando con Dino Salvoldi si rimane quindi inizialmente sorpresi nel sentire che, al di là della legittima soddisfazione per quel che è andato bene, il suo pensiero è rivolto soprattutto a ciò che non ha funzionato.

Poi, riflettendo, si giunge alla conclusione che è il ragionamento giusto, quello che sta garantendo allo sport italiano in questa estate risultati mai ottenuti: lo stesso hanno fatto nell’atletica all’indomani degli europei di Monaco o nella scherma dopo i due titoli mondiali con contorno abbondante di medaglie, senza parlare dell’abbuffata nel nuoto. E’ questa la strada per la vittoria, solo questa.

Salvoldi Quaranta Tel Aviv 2022
L’abbraccio di Salvoldi e Quaranta, che hanno portato l’Italia al 2° posto nel medagliere
Salvoldi Quaranta Tel Aviv 2022
L’abbraccio di Salvoldi e Quaranta, che hanno portato l’Italia al 2° posto nel medagliere

Sei centesimi di troppo

Per questo Salvoldi ammette senza mezzi termini che avrebbe voluto tornare da Tel Aviv con un bottino ancora maggiore: «In generale qualche lacuna c’è stata, mi riferisco soprattutto a certe prove individuali dell’endurance e alla madison che si conferma gara difficile. La nostra preparazione e il valore dei ragazzi potevano darci anche di più, ma paradossalmente la cosa che mi è dispiaciuta di più è il mancato record mondiale del quartetto».

Che cosa è mancato al di là dei 6 centesimi?

Ai ragazzi nulla, non c’è niente da rimproverare loro. Quei centesimi sono imputabili alla pista, la sua scorrevolezza. Obiettivamente non si poteva fare di più in quel contesto, ma quando ci arrivi così vicino dispiace sempre un po’.

Venturelli iridata 2022
Nuovo acuto per Federica Venturelli, mondiale nell’inseguimento individuale su Sharp (GBR) e Lallemant (FRA)
Venturelli iridata 2022
Nuovo acuto per Federica Venturelli, mondiale nell’inseguimento individuale su Sharp (GBR) e Lallemant (FRA)
Il gruppo della pista endurance è composto da alcuni dei migliori elementi del ciclismo su strada. L’impressione è che ciò risponda a uno schema, che hai già utilizzato – e con profitto – fra le donne elite…

E’ vero solo in parte. Questo gruppo vincente parte da gennaio, quando abbiamo sottoposto a test di valutazione un gran numero di ragazzi. Ero nuovo del settore, avevo bisogno di farmi un’idea e quindi di cominciare da qualcosa. Abbiamo in quel modo identificato una decina di ragazzi da cui sono usciti i componenti il quartetto, Renato Favero, Alessio Delle Vedove, Luca Giaimi e Matteo Fiorin insieme a Andrea Raccagni Noviero che ha fatto la qualificazione.

Resta però il fatto che sono i migliori anche su strada mentre all’estero si punta quasi essenzialmente a specialisti della pista…

Diciamo che i nostri sono i migliori su certi percorsi, se parliamo della strada, perché hanno caratteristiche ben definite che si sposano tanto a quegli stessi percorsi che alla pista. Ma tornando al parallelismo con le donne c’è altro da dire.

Ossia?

Ci sono delle differenze legate ai numeri: il bacino da cui posso attingere ora è molto più grande di quello che potevo usare nel mio precedente incarico. La qualità media dei maschi è più alta, diciamo che trovo una maggiore somiglianza con il ciclismo maschile d’elite, dove c’è più specificità per le caratteristiche dei corridori che si differenziano in base ai percorsi. Fra le donne c’è una trasversalità maggiore. Tolti alcuni estremi che hanno caratteristiche che le portano a emergere in salita, l’atleta forte è forte dappertutto, su strada come su pista. Fra gli uomini c’è maggiore specificità e vanno identificati gli elementi più adatti per ogni specialità.

Giaimi Tel Aviv 2022
Sfortunato Giaimi, ai piedi del podio nell’inseguimento individuale vinto da Mattern (CAN)
Giaimi Tel Aviv 2022
Sfortunato Giaimi, ai piedi del podio nell’inseguimento individuale vinto da Mattern (CAN)
Questi ragazzi continueranno ad abbinare entrambe le discipline?

Lo sapremo solo con il tempo, ma credo che con la crescita non tutti lo faranno. Il nostro compito d’altronde è dare ai ragazzi più prospettive di crescita possibili, per dare continuità al passaggio di categoria. Poi alcuni continueranno in entrambe, altri faranno delle scelte.

Parlavi prima della madison, anche Villa ha spesso sottolineato come sia una disciplina molto più difficile di quanto si pensi.

E’ così. La madison è una specialità di squadra che per certi versi assomiglia al quartetto – asserisce Salvoldi – per emergere servono preparazione tecnica e allenamento, ma soprattutto occasioni agonistiche per mettersi alla prova e verificare il proprio cammino di crescita. Il problema è che non c’è un calendario, non ci sono occasioni per testarsi. Così quelle lacune tecniche che inevitabilmente ci sono non le puoi curare. Avremmo bisogno di un calendario per farli gareggiare e quindi crescere. Così è sempre un po’ improvvisata e non va bene.

Quaranta Predomo 2022
Ivan Quaranta con Mattia Predomo, iridato nella velocità 30 anni dopo lo stesso tecnico azzurro
Quaranta Predomo 2022
Ivan Quaranta con Mattia Predomo, iridato nella velocità 30 anni dopo lo stesso tecnico azzurro
Intanto però il gruppo della velocità sta crescendo…

Si sta lavorando benissimo, ma non è che prima di Quaranta fosse un settore abbandonato. Ivan sta però dando tanto della sua esperienza e i successi di Predomo danno impulso a tutto il settore. Io dal canto mio ho detto subito, al momento dei test, ad alcuni atleti che avrebbero trovato maggiore spazio e possibilità nel gruppo velocità che in quello endurance e l’aumento del gruppo si sta rivelando un fattore trainante.

Ora porterai tutti questi ragazzi nel gruppo nazionale su strada per la trasferta in Australia?

Alcuni sì, quelli più adatti al percorso mondiale, ma il mio ragionamento va già oltre. Credo che sia da cambiare il metodo di lavoro con la strada: quest’anno come nazionale abbiamo corso tanto all’estero con un ricambio continuo di elementi che se va bene da una parte, ha presentato anche delle controindicazioni. Nel 2023 voglio lavorare con un gruppo circoscritto curando in maniera molto approfondita preparazione e allenamento, magari anche con esperienze diverse. Per questo porterò la nazionale per i mondiali all’Astico-Brenta dell’8 settembre, gara per elite e under 23, aggiungendo Milesi e Piganzoli che preparano la crono iridata. Quindi non solo gare e trasferte, ma anche stage di allenamento, esattamente come fatto con la pista e i risultati si sono visti.

Campana Geo&Tex Trentino, la squadra dei velocisti azzurri

23.08.2022
6 min
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Alla base di tutto c’è il passaggio di categoria e una crescita costante fondata sui meriti. Se poi ci si aggiunge la possibilità di progredire e avere una base solida su cui lavorare anche in pista l’originalità è servita. La Campana Imballaggi Geo&Tex Trentino (foto in apertura di Sportcity-fotoBolgan) nei suoi primi due anni nella categoria U23 sta costruendo qualcosa di unico nel suo genere, con la formazione maggiore che attinge dalla squadra juniores e collabora con il movimento velocità della nazionale coordinato da Ivan Quaranta

Ne parliamo con il regista di tutto ciò, Alessandro Coden che per primo ha avuto l’intuizione di un collettivo che riuscisse ad essere competitivo su più fronti. I risultati stanno iniziando a venire a galla, Matteo Bianchi e Mattia Predomo con le quattro maglie europee su pista e i primi risultati individuali che stanno arrivando dagli atleti della strada. Un progetto che vive a pieno l’obiettivo senza però mettere fretta ai giovani, che possono crescere con i loro tempi e tutti i mezzi a disposizione. Nella prospettiva anche il passaggio a Continental con qualche interrogativo da parte del diesse trentino. 

Alessandro Coden è il diesse della squadra under 23 élite
Alessandro Coden è il diesse della squadra under 23 élite
Descrivi la tua formazione a chi non la conosce a fondo?

Ci dedichiamo a tutte le gare, non abbiamo disegnato la squadra per un terreno specifico. Non abbiamo i leader, ma ci difendiamo su tutti i fronti. Come team il nostro focus è sempre fare una squadra media. Mi spiego meglio. Come ben si sa gli atleti cercano gli squadroni. Però non sanno che forse stanno meglio nelle squadre piccole. A metà anno si pentono, si lamentano e ti richiamano. Il pensiero di alcuni juniores è di vincere e sbaragliare le gerarchie ma poi si trovano a fare i muli.  Non abbiamo pretese di risultato ma lavoriamo costantemente per emergere.

Siete nell’ultimo capitolo della stagione, che bilancio dai alla tua squadra?

Ci possiamo ritenere soddisfatti della stagione che stiamo facendo. La vittoria l’abbiamo conquistata, nei primi dieci riusciamo a piazzarci in maniera ricorrente con delle belle prove di squadra. Il nostro gruppo anche se piccolo è coeso e forte, ci possiamo ritenere contenti. 

Parlaci dei tuoi ragazzi…

Partiamo con Michael Minali, avevo previsto venisse fuori nel mese di giugno/luglio e così è stato. Tra i giovani abbiamo Matteo Sperandio che si è piazzato tre volte. Il colombiano Brayan Malaver che ha fatto un 4° e un 8°. Da adesso fino a fine stagione per quanto riguarda la strada se arriva qualcosa in più siamo contenti. Mi aspettavo qualcosa in più da Lorenzo Visitainer. Ma è molto sfortunato, tra cadute ed epiloghi di gara sfortunati non ha raccolto quanto previsto. In più con lui abbiamo preparato le crono ma per élite sono state praticamente inesistenti. 

Michael Minali è tra i più promettenti della formazione 2022
Michael Minali è tra i più promettenti della formazione 2022
Su strada state crescendo, su pista invece avete già raccolto risultati importanti…

E’ il secondo anno che facciamo la categoria U23, gli sponsor non mi fanno pressione e ci permettono di crescere con fiducia. Su pista invece stiamo raccogliendo risultati ottimi con Matteo Bianchi e Mattia Predomo. Quattro titoli europei under 23 ad Anadia e l’exploit di Matteo con la medaglia d’argento e il record italiano sotto il minuto nel chilometro da fermo agli europei di Munich 2022. 

Hai intenzione di ampliare la rosa per quanto riguarda la pista?

Sì, nel gruppo pista ne aggiungerò altri due di quelli che erano all’europeo e ai mondiali. Quindi saremo quattro l’anno prossimo. Posso solo dire che saranno uno junior e un under 23. 

Come gestite pista e strada?

Facciamo i lavori su pista e su strada in modo tale da dare una preparazione completa. Gli atleti possono andare tranquillamente a Montichiari durante la settimana. Con Quaranta riusciamo a collaborare in sintonia. Si può lavorare insieme e accetta anche dei consigli, non è una cosa scontata. Il movimento velocità sta dando una grossa mano, si stanno gettando basi solide per il futuro. Però è una gestione separata, chi va su strada fa solo quello e vale lo stesso per i pistard. 

Che rapporto avete invece con i gruppi sportivi?

Non abbiamo rapporti. La preparazione passa tutta tra noi e la nazionale. E’ una sicurezza personale per i ragazzi che hanno uno stipendio a fine mese. Bianchi è stipendiato dall’Esercito e questo riguarda solo la base economica del ragazzo. 

La squadra dispone di un bacino tra gli juniores da cui attinge e promuove il suo progetto di crescita (foto di CyclingShoots)
La squadra dispone di un bacino tra gli juniores da cui attinge e promuove il suo progetto di crescita (foto di CyclingShoots)
Per quanto riguarda la rosa strada invece avete già degli innesti decisi per il 2023?

Salgono quattro dalla nostra formazione juniores. Sto parlando con altri atleti per completare la rosa, ma non posso dire niente. 

Che aspirazioni avete per il prossimo anno?

Vogliamo dare continuità al progetto. Gli sponsor vorrebbero che diventassimo continetal. Geo&Tex è sponsor dell’Adriatica Ionica Race e ci vorrebbe partenti alla corsa. 

Cosa ne pensi di un eventuale passaggio a continental?

In italia i giovani cercano queste tipo di squadre. Ma a livello italiano secondo il mio parere personale, se la situazione non cambia non serve a niente. Quante gare fanno le Continental con i professionisti? Non ne vedo molte. Se si va in altri parti d’Europa come la Germania, la categoria U23 è inesistente corrono già tutti insieme con i pro’, diventa chiaro che si corra di meno ma si alzi la qualità. In italia le continental sono come se fossero under 23, è stato sbagliato il modo di intendere il passaggio. 

Veniamo a Bianchi e Predomo, come li hai scoperti?

E’ iniziata da lontano, cinque anni fa quando erano allievi. Entrambi penso che se non avessero preso questa strada sarebbero già rispettivamente indirizzati in altro tipo di carriere. Uno starebbe studiando e l’altro sarebbe nell’azienda di famiglia. Con noi sono cresciuti. Erano due ragazzi che nelle categorie giovanili su strada avevano fatto poco o niente. E se non raccogli niente su strada in Italia vieni lasciato indietro dalla stragrande maggioranza delle squadre. 

Qui Matteo Bianchi e Mattia Predomo con le medaglie e le maglie conquistate agli europei su pista under 23
Qui Matteo Bianchi e Mattia Predomo con le medaglie e le maglie conquistate agli europei su pista under 23
Gli hai dato i mezzi e una prospettiva…

Hanno tutti e due la stessa storia. Li ho rispediti indietro subito perché erano abituati male e un po’ viziati sportivamente. All’inizio mi hanno dimostrato poca voglia e poco impegno e gli ho fatto riconsegnare tutto. Bianchi tornò in lacrime dopo tre giorni. Mi ha detto: «Da oggi in poi non sbaglierò più». Così ha ricominciato il percorso e si sono visti i risultati. Anche Predomo mi ha dimostrato di che pasta è fatto e ora puntano entrambi in alto. 

Ti aspettavi un tempo così da Bianchi agli europei di Munich 2022?

Un tempo così no, perché non era mai stato provato. Pensavo stesse a ridosso del minuto, ma non sotto. A 59 secondi ci si poteva arrivare ma non in quel modo. Ero fiducioso perché veniva da un bel carico di lavoro ed era in fiducia dopo gli europei U23. 

Per Predomo quali sono i prossimi impegni?

Lui potrà fare bene ai mondiali juniores a Tel Aviv che inizieranno proprio oggi.  Farà tutte e tre le discipline: chilometro da fermo, velocità e keirin. Il programma è spalmato bene quindi c’è spazio per recuperare. 

La rinascita della velocità azzurra spiegata da Bragato

10.08.2022
5 min
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La differenza nel settore velocità azzurro l’hanno fatta la volontà di cambiare marcia, il tempo speso e l’entusiasmo di Ivan Quaranta. Parlando con Diego Bragato che segue la preparazione degli sprinter azzurri, il succo è proprio questo, a conferma che ci fosse soprattutto da rimboccarsi le maniche.

«Parlavamo con Miriam Vece che lavora ad Aigle con il suo allenatore – racconta Bragato – e ci rendevamo conto che lassù facessero le stesse cose nostre, ma tutti i giorni. Invece noi ci limitavamo a raduni meno frequenti e a programmi più blandi. Eravamo più concentrati sui corridori di endurance, che hanno la loro routine fatta di pista e strada. E quando venivano a Montichiari bastavano dei richiami. Invece per i velocisti la continuità palestra-pista è fondamentale. Ma c’erano poche risorse. Invece adesso Ivan si è buttato e di colpo le cose sono cambiate».

Bragato non ha dubbi: la svolta nella velocità è venuta con l’interesse federale e l’impegno di Quaranta (foto FCI)
La svolta nella velocità è venuta con l’interesse federale e l’impegno di Quaranta (foto FCI)
Da dove siete partiti?

Dai corridori che già conoscevamo e poi abbiamo iniziato ad allargare il campo degli juniores. Avendo buone prospettive siamo andati a parlare con atleti e squadre, proponendo loro di entrare nel gruppo velocità. Sul fronte della preparazione, fra Marco Compri e il sottoscritto c’era già il bagaglio di esperienze messe a punto prima con Ceci e poi con Matteo Bianchi, per cui programmare l’attività non è stato impossibile.

In che modo siete stati accolti?

Prendiamo la Campana Imballaggi, una delle società più coinvolte. Abbiamo detto loro che avremmo fatto più raduni, proponendogli che fossero ancora loro a gestire la componente strada per ottenere una formazione globale degli atleti. Si è creato un bel clima.

Le partenze, i cambi, l’affinità per gi europei, costruiti in ritiro a Montichiari (foto FCI)
Le partenze, i cambi, l’affinità per gi europei, costruiti in ritiro a Montichiari (foto FCI)
Quindi il velocista ha comunque bisogno della strada?

I tornei sono lunghi, le volate da ripetere sono tante. Predomo agli europei ha ottenuto nelle volate dei tempi migliori rispetto alle qualifiche (in apertura il bolzanino agli europei di Anadia, foto UEC). Segno che aveva una base migliore rispetto agli avversari.

Si è trattato quindi di intensificare la loro presenza in pista?

Sono sempre collegati con ritiri più o meno lunghi. Come base, c’è Montichiari per due volte a settimana. Ma prima degli europei, abbiamo fatto un ritiro di tre settimane. E in quella fase, si guardavano i video degli avversari, si facevano prove delle batterie uno ad uno. Potevano confrontarsi fra loro e il confronto in queste fasi aiuta a crescere. Chiedete a quelli del quartetto di ogni volta che ci sono selezioni da fare e che tirate danno…

Le indicazioni di Miriam Vece sono state cruciali per il rilancio del settore velocità (foto FCI)
Le indicazioni di Miriam Vece sono state cruciali per il rilancio del settore velocità (foto FCI)
Il ruolo di Miriam Vece qual è stato?

Abbiamo sempre parlato e ci dava le informazioni di quello che fanno a Aigle. Il progetto velocità è nato così. Lei adesso è legata al suo allenatore, ma abbiamo bisogno che torni in Italia. Speriamo di poterla riportare presto a casa.

Le sinergie con la Bmx sono così efficaci?

Sono contento dei risultati di Tugnolo. Abbiamo copiato dal sistema olandese, grazie a un cittì come Lupi che ha una buona apertura mentale. Siamo passati dal fatto che la pista possa essere per loro una buona fase di preparazione, al capire se siano possibili degli sviluppi diversi. Tugnolo è stato il primo a crederci e a raccogliere risultati.

E’ un processo bidirezionale? Un pistard potrà passare alla Bmx?

Negli juniores e a salire, temo sia unidirezionale. Per correre nella Bmx serve un livello tecnico altissimo, che non costruisci da grande se non l’hai fatto da bambino. Difficilmente uno junior può passare dalla pista alla Bmx. Ma lo stesso Tugnolo, ad esempio, per un po’ potrà ancora farle entrambe, perché nella Bmx è uno dei migliori. Poi penso che dovrà scegliere.

Quali sono i punti comuni?

Entrambi lavorano tanto sulla forza. L’atleta della Bmx nasce facendo palestra e partenze da fermo, il modo in cui dovrebbero crescere i velocisti. Con palestra e volumi di forza crescenti. Il problema è la paura di non andare più in salita e non vincere le volate su strada.

Bragato segue la preparazione del gruppo azzurro, fra endurance e velocità
Bragato segue la preparazione del gruppo azzurro, fra endurance e velocità
Occorre offrirgli alternative consistenti.

Abbiamo esordienti capaci di tempi ottimi a livello internazionale, titubanti davanti alle scelte da fare. La strada in Italia è un richiamo fortissimo. La nostra preoccupazione ora è consolidare questo percorso, per proporre loro un’alternativa.

Quaranta fa festa: 4 titoli europei nella velocità

28.07.2022
4 min
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Agli ultimi campionati europei su pista per juniores e under 23 disputati ad Anadia, l’Italia ha fatto la parte del leone con ben 16 medaglie d’oro, il doppio della Germania e un totale di 23 podi. Un dominio clamoroso al quale ha dato un importante contributo anche il settore velocità di Ivan Quaranta (foto FCI in apertura), con 4 titoli equamente ripartiti fra lo junior Mattia Predomo e l’under 23 Matteo Bianchi. Un risultato di grande valore, considerando soprattutto la concorrenza della scuola tedesca e polacca che da molti anni fanno il bello e il cattivo tempo, almeno a livello di categoria.

Nella sua analisi, il nuovo tecnico del settore Ivan Quaranta, ai suoi primi allori internazionali di spessore, punta proprio sull’aspetto della partecipazione.

«Il livello era alto – dice – e lo dimostrano le prestazioni ottenute a livello cronometrico: Bianchi con 1’00”911 non è lontano dal podio elite nel chilometro da fermo, ma anche gli inglesi nel team sprint con 44”168 hanno fatto un tempo assoluto. Negli juniores sui 200 metri lanciati in sei sono scesi sotto i 10”. Insomma è stata un’edizione più che degna».

Predomo Keirin 2022
Il podio del keirin U23, con Predomo vincitore e Minuta terzo dietro il polacco Marciniak (foto FCI)
Predomo Keirin 2022
Il podio del keirin U23, con Predomo vincitore e Minuta terzo dietro il polacco Marciniak (foto FCI)
Partiamo non dalle vittorie, ma dal bronzo nel team sprint perché è qualcosa di inconsueto per il nostro movimento, oltretutto la squadra azzurra ha trovato un elemento nuovo in Matteo Tugnolo, prelevato dal Bmx…

E’ il frutto di una collaborazione tra i due settori che ci porterà lontano, c’è una bellissima sinergia. Con Tommaso Lupi ci scambiamo continuamente informazioni. Tugnolo è ideale per le discipline veloci e ha potuto dare al terzetto quel qualcosa in più in termini di esplosività. Matteo è ancora da poco nel nostro gruppo ma proprio il team sprint, il giro di lancio sono l’ideale approccio con la nuova specialità, perché sfrutta le sue doti senza avere bisogno di quei lavori specifici che sta effettuando per le altre prove, dove ha bisogno di maggior tempo per emergere. Lui riesce partendo da fermo a esprimere una velocità superiore ai suoi compagni, invece più portati sul lanciato.

Questa collaborazione vedrà altri rider approdare alla pista?

Sicuramente, ne abbiamo già un altro, Frizzarin, un primo anno che sta facendo le sue esperienze. Ma la collaborazione non è a senso unico, nel senso che verifichiamo anche se e come è possibile far fare la doppia attività a questi ragazzi, poi sceglieranno dove impegnarsi maggiormente.

Intanto Bianchi ha conquistato due titoli, nel chilometro e nel keirin.

E’ un atleta ritrovato. Aveva già vinto un bronzo anni fa da junior, poi si era un po’ perso, soprattutto come mentalità, come motivazioni. Ritrovarlo a questi livelli è un grande risultato, è la dimostrazione che questi ragazzi ci devono credere, si può fare qualcosa d’importante con il tempo. Ma vorrei sottolineare anche la prova di Daniele Napolitano, argento nel keirin e bronzo nel team sprint, altro talento da coltivare.

Il Team Sprint U23: Bianchi, Napolitano e Tugnolo con i tecnici Ivan Quaranta, Tommaso Lupi e Diego Bragato (Foto Fci)
Il Team Sprint U23: Bianchi, Napolitano e Tugnolo con i tecnici Ivan Quaranta, Tommaso Lupi (Foto Fci)
Bianchi puntava ad accedere al centro Uci di Aigle. Il fatto di potersi ora allenare in Italia in una struttura consolidata può avergli restituito quella motivazione di cui dicevi?

Sicuramente. Non c’è bisogno di andar lontano, noi abbiamo tutto per emergere, dalle strutture al centro studi. Il gruppo è giovane e su quello dobbiamo lavorare, l’unico problema è che anni e anni di stop non si cancellano con un colpo di spugna, serve tempo. Il poter far gruppo è certamente un aiuto.

Predomo ti ha sorpreso? Oro nello sprint e nel keirin, bronzo nel team sprint con Milo Marcolli e Stefano Minuta…

Io avevo capito già dalla trasferta in Germania in primavera che poteva fare qualcosa di grande. I vertici sono lì, aveva lottato ad armi pari con i tedeschi, poi è cresciuto ancora. Delle due gare mi ha sorpreso la vittoria nella velocità, perché sapevo che nel keirin è forte, invece paradossalmente ha fatto più fatica lì, nella velocità che è tutta tecnica, dove solitamente soffriva l’avvio delle batterie si è saputo distinguere. Significa che è cresciuto anche mentalmente e strategicamente.

Conti di poter partecipare agli Europei assoluti di Monaco di Baviera?

Sì, porteremo questo gruppo di under 23 per farli confrontare con gli elite, con i campioni assoluti, ad esempio i mostri sacri olandesi. Sarà un bel test, i risultati non avranno importanza, servirà invece guardare con attenzione, capire i rapporti che usano, la frequenza di pedalata. Dico sempre loro che certi rapporti riesci a usarli solo dopo anni di esperienza, ma vederlo con i propri occhi sarà importante. Ci arriveranno, serve però tempo. Per ora sono molto competitivi con i pari età e questo va già bene.

Giada Capobianchi 2022
Giada Capobianchi, una delle azzurre dello sprint ad Anadia in un settore in pieno rinnovamento (foto Fci)
Giada Capobianchi 2022
Giada Capobianchi, una delle azzurre dello sprint ad Anadia in un settore in pieno rinnovamento (foto Fci)
A livello femminile come siamo messi?

Le ragazze impegnate ad Anadia si sono ben comportante, finendo non lontane dal podio considerando che Bertolini e Ratti sono primo anno junior. Il problema a livello femminile è il reclutamento, abbiamo numeri troppo ristretti e quindi partiamo con un maggiore handicap. Ma ci arriveremo anche lì…