Sobrero forte al mondiale: Pinotti prima dice forse e poi dice sì…

12.09.2022
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Malori dice che Sobrero farà un grande mondiale crono. Pinotti, che dell’emiliano è stato rivale e ora allena il piemontese alla Bike Exchange-Jayco, prima dice di avere qualche dubbio. Poi lo risente e cambia opinione. Questa conversazione si è svolta pochi giorni fa, nell’imminenza del volo dei cronomen azzurri per l’Australia, appena dopo l’ultimo allenamento che avrebbe dovuto fugare e in effetti ha fugato gli ultimi dubbi.

Il Polonia sarebbe stato per Sobrero la preparazione per gli europei, poi sfumati
Il Polonia sarebbe stato per Sobrero la preparazione per gli europei, poi sfumati
Come sta Matteo?

Sta bene. Lui è un fuoriclasse della crono, con poco tira fuori tanto. Doveva fare l’europeo, ma è uscito stanco dal Polonia. E’ arrivato a casa il venerdì, ha fatto subito un tampone ed era negativo. Il sabato è venuto fuori che la sua ragazza era positiva e si è capito che anche Matteo forse aveva fatto il Covid a fine Polonia. Per questo non ha corso l’europeo, per non affrontare uno sforzo così violento alla ripresa. A quel punto ha fatto due corse col fiato corto: Overijse e Plouay che non ha finito, con gli stessi segnali di uno che sta uscendo dal Covid. E a quel punto è andato in montagna.

Con Ganna?

Esatto, vicino Macugnaga. Da lunedì (5 settembre, ndr) ha detto che iniziava a stare bene e mercoledì ha fatto il primo allenamento di 5 ore. Ho visto il file per 2/3 del lavoro e mi sembrava buono, poi è calato. Sono partiti venerdì, a quel punto c’era poco da fare.

Malori dice che un Sobrero a livello del Giro si gioca la crono…

Potremmo essere su quel piano, anche se il percorso è diverso rispetto a Verona e il livello dei partecipanti sarà superiore. Sarei contento se arrivasse nei 10. Mi sarebbe piaciuto vederlo all’europeo, sarebbe entrato nei cinque.

Nell’Arena di Verona, lo scorso 29 maggio Matteo Sobrero ha vinto la crono finale del Giro
Nell’Arena di Verona, lo scorso 29 maggio Matteo Sobrero ha vinto la crono finale del Giro
Che cosa farà in Australia?

Ci sono 8 ore di fuso orario, farà un bell’allenamento tre giorni prima della gara. Abbiamo anche messo in atto una strategia per gestire meglio il cambio di orario. Abbiamo interpellato un esperto del sonno. Ci ha garantito che non avrà problemi di jet lag, ma per un atleta non si tratta solo di dormire bene. Il fisico ha comunque bisogno del suo tempo per adattarsi. E comunque non sarà il lavoro degli ultimi giorni a far crescere la condizione. La cosa importante sarà aver recuperato. Contiamo sulla base di luglio.

Farà una distanza prima della crono?

Potrà farla il quarto giorno dopo il suo arrivo, quindi potrebbe essere il 15 settembre, giovedì. Quindi correrà la crono il 18, il Team Relay il 21 e la gara su strada il 25.

Fra le gare cosa si fa?

Poco e niente, qualche lavoro di velocizzazione e recupero.

Plouay sotto tono è stata l’ultima corsa di Sobrero prima dei mondiali
Plouay sotto tono è stata l’ultima corsa di Sobrero prima dei mondiali
A cosa serve questo periodo di altura per un atleta a corto di corse?

Era già andato prima del Polonia per una settimana, non di più. Fa bene fisicamente, ma soprattutto psicologicamente, vivono in una dimensione quasi ascetica. Il volume l’ha mantenuto, ma fra un allenamento e l’altro il tempo di recupero è superiore. Lassù sono giorni intensi, passano 48 ore fra un lavoro e l’altro. Non abbiamo forzato per non farlo arrivare in Australia troppo stanco.

Ancora Malori dice che il percorso con gli strappi e tante curve gli si addice.

Ho visto le curve, ma ho visto anche che sono strade larghe. Dipende da come mettono le transenne, se dovranno smettere di pedalare o non toccheranno neanche i freni. Vero anche che Matteo ha la stessa corporatura di Evenepoel. Peccato sia stato male al Polonia e non abbia fatto l’europeo. Spero di sentirlo presto, su a Macugnaga il telefono non prende. Sono curioso di sapere quali sensazioni ha avuto.

Ai tricolori vinti da Ganna, Sobrero ha centrato il 4° posto. Era campione uscente
Ai tricolori vinti da Ganna, Sobrero ha centrato il 4° posto. Era campione uscente
Rispetto a Evenepoel avrà un migliore avvicinamento…

Se Remco arriva davvero il giovedì, forse gli converrebbe posticipare ancora e arrivare il giorno prima, senza dare il tempo al fisico di adattarsi al fuso. Come fu l’anno scorso per quelli che corsero il Tour e poi andarono a Tokyo.

P.S. Un paio d’ore dopo aver chiuso, Pinotti ha sentito Sobrero e di colpo la sua visione del mondiale crono è cambiata.

«Ho parlato con Matteo – ha spiegato – direi che sono un po’ più ottimista ora. Mi ha detto che come sensazioni stava molto meglio di tre giorni fa. Vuol dire che è in crescita. Finire con il volume completo sarebbe stato effettivamente tanto, ma penso che possa progredire bene da qua al 18. Forse Malori ha ragione…».

Higuita cambia marcia e si gode il panorama… da leader

01.08.2022
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Quando taglia il traguardo della terza tappa del Tour de Pologne, Sergio Higuita ha una smorfia di dolore e di fatica sul volto. Tappa e maglia, la doppietta più classica del ciclismo. Lo sforzo fatto per arrivare in cima alla collina poco fuori Przemysl è stato brutale. Un chilometro e mezzo con pendenze che si fanno sempre più cattive, metro dopo metro.

Dall’alto di questa verdeggiante collina, situata nel voivodato (antico feudo) dei Precarpazi, si può ammirare tutta la pianura circostante. Le pendenze proibitive fanno emergere gli uomini esplosivi, compatti, con un elevato rapporto peso/potenza.

Breve ma intenso

Ai piedi dello strappo conclusivo arrivano pochi corridori, non più di trenta, a giocarsi la corsa. E’ la BikeExchange a prendere in mano la situazione, ma il loro ritmo dura ben poco perché un attacco velleitario di Teunissen scombina le carte in tavola. Lo scatto cattivo, ma troppo anticipato, dell’olandese crea scompiglio e la Ineos-Grenadiers prende in mano la situazione. Ma dopo qualche metro Carapaz perde le ruote dei compagni, queste non sono le sue salite. 

«Una tappa lunga – racconta Matteo Sobrero, che coglie un incoraggiante quarto posto – tosta con una serie di salite nel finale che hanno tagliato le gambe. Come lo scorso anno la selezione si è fatta sulle salite che anticipavano quella finale.

«Higuita è partito nel momento giusto e si è giocato molto bene le poche chance di portarsi davanti all’ultima curva. Io ho provato a tirare su il 53 per rilanciare l’andatura ma la catena ci ha messo un attimo di troppo a salire e non sono riuscito a fare la volata».

Pendenze familiari

Quando Sergio Huguita arriva in zona mista la smorfia di fatica ha lasciato spazio al solito sorriso. La maglia del leader della classifica generale che gli hanno dato sul podio è enorme. E’ più grande di almeno tre taglie. Le maniche gli si ripiegano su se stesse e il bordo di fine maglia al posto che essere in vita gli arriva a quasi metà cosce. 

«Un bel finale di tappa – dice Higuita – esplosivo come piace a me. In Colombia abbiamo tante salite così, più lunghe chiaramente, sempre con pendenze toste. Sono salite dove sei a tutta dall’inizio alla fine, ma la vera differenza la fai quando la strada spiana.

«In quel momento devi essere bravo a rinforzare il rapporto e a spingere ancora. Sono contento perché una vittoria così dà morale anche per gli appuntamenti successivi. Sappiamo tutti che la vera tappa decisiva sarà la cronoscalata, dove i gap saranno maggiori».

Sergio Higuita (classe 1997) con maglia di leader davvero extra large! Per fortuna è solo quella da podio
Sergio Higuita (classe 1997) con maglia di leader davvero extra large! Per fortuna è solo quella da podio

Rotta sulla Vuelta

Il percorso di Higuita è stato lineare e perfettamente calibrato per arrivare a far bene al suo primo grande Giro in maglia Bora: La Vuelta. 39 giorni di corsa fino ad ora per Higuita, tanti se si pensa che non ha fatto grandi corse a tappe nel frattempo. Un calendario concordato che concilia bene gare e recuperi, con molte corse a tappe di una settimana al massimo. 

«E’ un altro step fondamentale per arrivare con la condizione e la giusta motivazione alla Vuelta. Ho programmato questo obiettivo con la squadra dal giorno zero dell’inverno. Abbiamo deciso insieme il calendario per arrivare al meglio al mio primo grande giro con la Bora. Tanta altura e poi corse per aumentare la condizione grazie al ritmo gara. E’ la mia quarta vittoria stagionale, a cui va aggiunta la classifica generale della Volta a Catalunya e il secondo posto, sempre nella classifica generale, del Giro di Svizzera a inizio giugno».

Domani Higuita ripartirà con la maglia di leader, speriamo della sua misura. E’ vero che una rondine non fa primavera, ma quando il suo volo è aggraziato come l’ondeggiare di Higuita sui pedali non si può che sperare che questa primavera possa sbocciare, come il talento del colombiano.

Copeland si tiene Matthews e Yates. E c’è Zana in arrivo

30.07.2022
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La vittoria di Matthews a Mende su Bettiol, le ultime di Yates in Spagna e il prolungamento della sponsorizzazione per altri tre anni hanno portato al Team Bike Exchange-Jayco una folata di buon umore. Brent Copeland, che guida la squadra da due anni, ragiona e spiega, al termine di un Tour positivo e in vista del rush finale. La sola nota dolente al momento è quel 18° posto nel ranking UCI che un po’ preoccupa e un po’ è di stimolo.

«E’ stato un Tour molto positivo – dice il manager sudafricano – con vittorie da parte di uomini in cui crediamo molto. Su Matthews abbiamo investito molto due anni fa, quando lo aiutammo a pagare la clausola rescissoria con la Sunweb. Non ha portato tantissime vittorie, ma tanti piazzamenti importanti. La sua sfortuna è di avere caratteristiche simili prima a Sagan e ora a Van der Poel e Van Aert, per cui sembra che debba correre per il secondo posto, ma non è davvero così».

Brent Copeland è diventato team manager del team australiano a fine 2020
Brent Copeland è diventato team manager del team australiano a fine 2020
Siete passati dall’avere uno sponsor pronto a sfilarsi, al rilancio per altre tre stagioni…

C’entra sempre Matthews. Gerry Ryan (titolare delle aziende che supportano il team, ndr) ha preso la decisione di prolungare per altri tre anni perché Michael possa concludere con noi la sua carriera. E poi adesso in Australia c’è la… febbre per i mondiali. Quelli di Wollongong non saranno una corsa per velocisti, ma gli si adattano davvero bene. Nella tappa che ha vinto al Tour, c’era tanta salita. Ci saranno anche altri favoriti, ma confidiamo che Matthews sarà il leader della nazionale. E poi ogni tanto ci penso che l’ultima volta che si è fatto un mondiale laggiù (Geelong 2010, ndr), lui ha vinto fra gli under 23.

Uno sponsor così sembra innanzitutto un appassionato.

C’è stata la fase in cui ha capito che ci fosse la possibilità di mollare, ma proprio in quel momento ha capito quanto fosse innamorato di questa squadra. Gli è tornata voglia alla grande. E’ venuto al Giro per 10 giorni. E’ stato a Copenhagen per la partenza del Tour e a Parigi avevamo 60 ospiti. Si vede che gode il momento della squadra. Il Covid è stato pesante, non poter uscire dall’Australia non è stato semplice. La vittoria di Yates nella crono di Budapest è stata una grande gioia. E quella sera ha detto che resta per i corridori e per il personale, perché è bello vedere un gruppo lavorare così. Non capita spesso di sentire certe cose da un capo.

Groenewegen ha vinto a Sonderborg ed è stato secondo a Parigi
Groenewegen ha vinto a Sonderborg ed è stato secondo a Parigi
Magari se a Parigi, Groenewegen avesse vinto…

Magari, davvero! Però Gerry è un uomo di sport, conosce le storie degli atleti. Possiede la più forte squadra di rugby, investe in altre realtà. E ha capito perfettamente, vedendo l’ordine di arrivo, quanto sacrificio e quanto impegno siano serviti per fare quel secondo posto. Per questo alla fine era contento lo stesso.

E’ vero che per lui il team femminile vale quanto quello maschile?

Direi di più, ma non mi azzardo (sorride, ndr). La storia di Gerry nel ciclismo inizia grazie alle donne. Nel 1992, c’era Kathy Watts che doveva andare alle Olimpiadi di Barcellona, ma non aveva fondi. Così chiese a Jayco, l’azienda di caravan e camper di cui Gerry è titolare. Lui la supportò e lei tornò con l’oro nella prova su strada e un argento in pista: un investimento ben fatto. Così è entrato nel ciclismo femminile. Poi ha supportato la Federazione australiana spingendo sulle donne e con Shayne Bannan fece partire il team. Presero Annemiek Van Vleuten, che vinse tutto. E’ importante il team femminile, non perché serva averlo, ma perché ci crediamo tanto.

Gerry Ryan è nel ciclismo dal 1992. Ha rilanciato con altri 3 anni di sponsorizzazione
Gerry Ryan è nel ciclismo dal 1992. Ha rilanciato con altri 3 anni di sponsorizzazione
E poi è arrivata Giant, come vanno le cose?

Lunedì a Parigi, dopo la fine del Tour, abbiamo fatto una riunione con il responsabile dell’azienda e abbiamo avuto indicazioni molto positive. Loro sono pazzeschi, i corridori sono contenti. Si può lavorare molto bene.

Secondo anno della tua gestione: la squadra ti somiglia?

Ho cercato di cambiare il modo di lavorare e le cose stanno funzionando. Me lo ha chiesto il capo quando sono stato contattato. L’anno scorso siamo stati ancora frenati dal Covid e dal fatto che i ragazzi non siano potuti tornare a casa. I risultati di quest’anno sono il vero risultato del nostro lavoro.

La rincorsa di Yates alla Vuelta è iniziata a Ordizia. Anche per lui rinnovo di contratto
La rincorsa di Yates alla Vuelta è iniziata a Ordizia. Anche per lui rinnovo di contratto
Il rinnovo di Yates fa pensare che per i grandi Giri continuerete a puntare su di lui?

Non ci sono tantissimi corridori di qualità sul mercato, quelli buoni hanno tutti contratti molto lunghi, almeno 4-6 anni. Per questo la nostra regola è investire su quello che abbiamo e correre come possiamo. Fare classifica al Tour non era proponibile e allora abbiamo corso puntando alle tappe. E comunque abbiamo ancora tanta fiducia in Simon, che farà una bellissima Vuelta ed è già stato sul podio del Giro. Vedremo che programma farà l’anno prossimo.

Fra gli arrivi, c’è anche il campione italiano, preso ben prima che lo diventasse…

Zana è un corridore che seguivamo da un po’. Cercavamo uno scalatore da far crescere con noi per dare prima supporto ai leader e poi per concedergli il suo spazio. Pinotti lo ha sempre apprezzato molto e certo adesso che ha vinto il campionato italiano avrà anche qualche opportunità in più. Ha fatto il Giro, meno bene di come ci si potesse aspettare, ma lo ha concluso. Poi ha vinto la Adriatica Ionica Race e ha tenuto la condizione fino all’italiano. Vuol dire che il motore è importante.

Sul podio di Alberobello, Zana ha brindato alla maglia tricolore
Sul podio di Alberobello, Zana ha brindato alla maglia tricolore
Hai parlato di Pinotti, che idea ti sei fatto di Marco?

E’ un assett importantissimo della nostra squadra. E’ un piacere lavorare con lui. E’ un uomo sincero, dice le cose come le pensa ed è molto preparato. Con lui Sobrero ha fatto un bel salto di qualità. Matteo ha dei margini importanti e può crescere. Speravamo potesse fare classifica alla Tirreno e corse simili, non certo al Giro. Adesso va al Polonia, sono curioso di vederlo all’opera. Non serve mettergli pressione, ma ha dei numeri importanti e in altura ha lavorato bene.

Insomma, momento positivo, con il solo neo del ranking?

E’ un peccato. Veniamo da anni difficili e il ranking fa la media delle ultime tre stagioni, per cui paghiamo il 2020 del Covid e il ritiro di Yates dal Giro. Ma non è la nostra posizione, stiamo lavorando bene e sono certo che il Tour si rivelerà un punto di partenza. Un po’ di preoccupazione c’è stata all’inizio, soprattutto da parte dei direttori sportivi. Ma gli ho detto di non cambiare modo di correre per fare punti. Continuiamo a puntare ai nostri obiettivi e i risultati certamente verranno.

Top Ganna ora veste (anche) la maglia di campione italiano

22.06.2022
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Fa caldo, caldissimo. Sul collo i corridori cercano sollievo in un sacchetto di ghiaccio e intanto continuano a entrare nel velodromo di San Giovanni al Natisone. Gli spalti si uniscono in un grande applauso e cronometraggi che diventano sempre più bassi. Ogni corridore a superare lo striscione d’arrivo fa segnare un nuovo miglior tempo. I pronostici non erano lunghi, erano pochi i nomi favoriti. Il migliore è, neanche a dirlo, un immenso Filippo Ganna che entra trionfante nel velodromo con una maglia, anzi la maglia mondiale.

Questa mattina Matteo Sobrero (che conclude quarto a 56”35) ce lo aveva detto: battere Filippo sarebbe stato difficile. In palio per TopGanna non c’era solo la maglia tricolore, l’ennesima incredibile vittoria nel palmares e l’europeo in vista. Ad attenderlo c’è ora la partenza del Tour de France come miglior italiano. Il 4° posto dello scorso anno a Faenza è ora solo un ricordo. 

Com’è andata oggi Filippo?

Direi che è andata bene. Ho sofferto un po’ il caldo e l’umido considerando che sono appena rientrato da un periodo in altura. Le sensazioni sono in crescita e questa maglia è comunque una conferma importante.

Parlaci un po’ della crono di oggi…

E’ stata una bella crono, impegnativa, ma senza troppi tratti tecnici. Molto bello l’arrivo in velodromo, ma prima bisognava comunque spingere molto.

Come sta andando l’avvicinamento al Tour? Ormai manca pochissimo…

Nell’ultima settimana bisognerà lavorare molto, ma mi prenderò anche qualche giorno da dedicare alla famiglia… Dobbiamo festeggiare il compleanno di mamma. In vista del Tour sarà importante fare molta attenzione al caldo, dosare bene le energie.

Sobrero aveva capito subito che il percorso fosse troppo veloce per lui: è 4° a 56″
Sobrero aveva capito subito che il percorso fosse troppo veloce per lui: è 4° a 56″

Il Covid c’è ancora

Ganna arriva alla partenza munito di mascherina, si igienizza spesso le mani e anche al momento del podio non abbassa la guardia: la posta in gioco è alta e Filippo vuole essere prudente. 

«I contagi ci sono ancora – dice – il Covid non è scomparso. Dobbiamo stare attenti. Anche durante le corse i tifosi dovrebbero avere un occhio di riguardo per noi atleti, avere più rispetto».

La scalata di Cattaneo

Il verbanese ha preceduto Mattia Cattaneo (Quick Step-Alpha Vinyl Team) di 37”. 

«Oggi è andata bene – commenta proprio Mattiafare secondo dietro Ganna è comunque un ottimo risultato. Siamo fortunati ad avere Filippo in Italia, per me forse un po’ meno perché è difficile superarlo. A una settimana dal Tour de France direi che era quasi impossibile batterlo».

Cattaneo, 3° nel 2021 dietro Affini, scala una posizione ed è secondo a 37″ da Ganna
Cattaneo, 3° nel 2021 dietro Affini, scala una posizione ed è secondo a 37″ da Ganna

E sul percorso di oggi: «Non era molto tecnico – dice – anche la salita incideva poco. Era un bello strappo, non troppo adatto alle mie caratteristiche, ma due minuti su 35 chilometri contano poco o nulla. Inoltre le condizioni meteo erano praticamente le stesse per tutti: siamo partiti nell’arco di 10 minuti, non è come ai grandi Giri dove tra il primo e l’ultimo passano anche un paio d’ore».

Lo scorso anno Cattaneo aveva concluso la cronometro in terza posizione, quest’anno in seconda: «Chissà, speriamo per il prossimo anno», commenta sorridendo.

Affini di bronzo

Il tanto atteso Edoardo Affini (Jumbo-Visma) termina la sua prova con 50” di ritardo, mentre sono 56” quelli di Matteo Sobrero (Team BikeExchange-Jayco), che, dopo essersi «divertito un anno in maglia tricolore» (così ci ha detto prima della partenza), cede il primato a Pippo Ganna. Decisamente positiva anche la prestazione di Baroncini (Trek-Segafredo), che chiude la Top 5. 

Una giornata comunque importante per Filippo che conferma l’ottima condizione, anche in vista della Grande Boucle. Una maglia tricolore che forse vedremo poco, coperta dall’arcobaleno di quella da campione del mondo, ma l’orgoglio di sapere Ganna in tricolore rimane una grande soddisfazione.

Sobrero: «Vi porto nel mio anno tricolore»

19.06.2022
5 min
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Il nostro corpo ha bisogno di cibo per vivere, l’uomo trova negli alimenti la benzina necessaria per far funzionare il proprio motore. Ma, mentre il corpo si nutre di cibo, la nostra anima per vivere ha bisogno di emozioni. Più queste sono forti più noi ci sentiamo vivi. Un ciclista, o uno sportivo in generale, trova nell’adrenalina della vittoria la benzina per andare avanti. Per uno specialista delle prove contro il tempo come Sobrero la conquista si è chiamata: campionato italiano

Matteo, in questo stesso periodo del 2021 conquistava la maglia tricolore dedicata alla cronometro. Ora, tra pochi giorni, questa maglia sarà messa nuovamente in palio e toccherà al corridore della Bike Exchange fare gli onori di casa e difenderla. Sobrero in questi giorni corre in Slovenia, giovedì il suo compagno Groenewegen ha vinto in volata la seconda tappa.

Ora Matteo si trova al Giro di Slovenia, nella seconda tappa è arrivato il successo di Groenewegen, suo compagno di squadra
Ora Matteo si trova al Giro di Slovenia, nella seconda tappa è arrivato il successo di Groenewegen
E tu, Matteo, come stai?

Quando vince un compagno – esordisce con un sorriso – sempre bene. A parte tutto, arrivo a questi campionati italiani sereno, ho indossato la maglia per un anno con grande orgoglio.

Torniamo ad un anno fa, ti aspettavi di poter vincere?

Arrivavo anche lo scorso anno dal Giro di Slovenia, anche se in condizione migliore rispetto ad adesso. Mi aspettavo di poter far bene ma non di vincere, il percorso era adatto alle mie caratteristiche ma tra il dire ed il fare…

Eppure ce l’hai fatta, quale è stata la prima emozione?

Dopo aver tagliato il traguardo sorpresa, poi prima della premiazione sul palco gioia e un po’ di commozione. Indossare quella maglia è una sensazione straordinaria, l’avevo già provata da under 23 ma da pro’ ha un sapore un po’ diverso. 

Ecco il podio del campionato italiano a crono del 2021, in mezzo Sobrero, a sinistra Affini e a destra Cattaneo
Lo scorso anno Affini finì secondo dietro Sobrero, riuscirà a prendersi la rivincita sulle strade friulane?
Come mai?

Mah, per il calibro degli avversari, la tensione, l’attenzione mediatica che c’era sull’evento…

Che cosa ha rappresentato per te?

E’ stata una crescita personale, ho preso consapevolezza di me stesso, delle mie possibilità. Ho provato che nelle crono piatte faccio fatica rispetto a corridori che pesano 20 chili in più di me. Invece, nelle crono ondulate posso difendermi bene, quella vittoria mi ha aiutato a focalizzarmi su questi percorsi.

Cosa cambia rispetto a quando corri con la maglia del team?

La prima cosa da fare è abituarsi all’attenzione che la gente ti riserva, quella maglia ti rende visibile. Anche nelle gare non adatte alle mie caratteristiche i tifosi si aspettavano comunque qualcosa da me. E’ bello, perché comunque ogni volta che stai per partire senti l’abbraccio ed il calore del pubblico.

L’esperienza di Sobrero con la maglia tricolore si è chiusa con la vittoria nell’arena di Verona al Giro, non poteva chiedere di meglio
L’esperienza di Sobrero con la maglia tricolore si è chiusa con la vittoria nell’arena di Verona al Giro
Che anno è stato?

Lo definirei a due facce. Nella seconda parte del 2021 dopo il campionato italiano ero rimasto fermo per un po’ e di conseguenza nel finale di stagione ho cercato di onorarla al meglio ma non è andata benissimo. 

E il 2022?

E’ iniziato subito bene, alla cronometro della Tirreno ho fatto decimo, e non era un percorso adatto alle mie caratteristiche. Al Romandia ero in fase di preparazione per il Giro e non ho fatto bene. Una volta alla Corsa Rosa però ho trovato percorsi adatti a me ed è andata molto bene. Prima il quarto posto di Budapest e poi la vittoria di Verona.

Vincere con la maglia di campione nazionale al Giro, forse il miglior modo per lasciarla, anche solo momentaneamente. 

Miglior cosa non potevo chiedere. Entrare nell’arena con il tricolore addosso ed aver vinto la tappa è stato un vero e proprio uragano di emozioni. Devo dire la verità, mentalmente sto già pensando di perderla mercoledì. Il percorso non l’ho ancora visto, ma ho guardato i dati, il chilometraggio sarà il doppio rispetto alla crono di Verona ma con metà del dislivello. Ci sarà una salita di un chilometro, ma è troppo poco per recuperare l’eventuale svantaggio accumulato in pianura.

Sobrero sperava di avere una condizione migliore allo Slovenia ma nella seconda tappa si è reso conto di essere un po’ affaticato
Sobrero sperava di avere una condizione migliore durante il Giro di Slovenia
Perché?

Non arrivo alla gara in formissima, quest’anno l’italiano è stato spostato una settimana in avanti rispetto al 2021. Di conseguenza ho pensato di andare a fare il Giro di Slovenia per mantenere alta l’attenzione e l’impegno. Stare fermo tre settimane (come al contrario ha fatto Affini, ndr) è un rischio secondo me, avrei rischiato di rilassarmi un po’ troppo. Correre con il motore sempre ad alti regimi aiuta a non distrarsi.

C’è anche il rischio di “finirsi”.

Vero, l’altra faccia della medaglia è che ci si potrebbe stancare troppo a livello mentale. Se si va a correre dopo un grande Giro e si ha condizione viene tutto più semplice. Io credevo di stare meglio, ma proprio ieri, durante la seconda tappa qui in Slovenia, ho avuto delle sensazioni negative.

Hai parlato con qualche avversario?

Al Giro ho parlato un po’ con Affini e De Marchi. Il primo si lamentava che non ci fossero cronometro adatte a lui in questa edizione. Gli ho risposto che al campionato italiano avrebbe trovato il percorso adatto (dice con un sorriso, ndr). Insieme a De Marchi abbiamo parlato di quale sarebbe stato il percorso, durante la Corsa Rosa non avevamo ancora la certezza che si sarebbe corso a Udine.

Affini diretto dal Giro agli italiani a crono: ecco come

18.06.2022
5 min
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Mercoledì 22 giugno ci saranno i campionati italiani a cronometro, uno degli obiettivi stagionali per gli specialisti delle ruote veloci. Edoardo Affini ha cerchiato questa data fin dal ritiro invernale, un bell’appuntamento per il corridore della Jumbo Visma. Il mantovano classe 1996 ha affrontato l’avvicinamento con il campionato nazionale in maniera alternativa, nel mese di giugno non ha mai corso, la sua ultima gara è stata il Giro d’Italia. 

«Inizialmente – racconta Edoardo – dovevo fare il Baloise Belgium Tour, in programma dal 15 al 19 giugno, in inverno i programmi erano questi. Poi prima del Giro d’Italia la squadra mi ha comunicato che non avrebbe preso parte alla gara in Belgio e quindi dalla Corsa Rosa fino al campionato italiano non avrei corso».

Dalla campagna del Nord, Edoardo è andato direttamente al Giro d’Italia
Dalla campagna del Nord, Edoardo è andato direttamente al Giro d’Italia

Poche pause

E’ normale vedere corridori correre ovunque e spostarsi da una Paese all’altro per gareggiare. Viene quasi normale dare tutto ciò per scontato, ma anche loro, anzi soprattutto loro, hanno bisogno delle giuste pause.

«Non ho fatto tantissimi giorni di corsa (39 per la precisione, ndr) – riprende – ma nonostante ciò, non ho mai fatto un vero periodo di stacco. Dopo aver corso la campagna del Nord, complice il fatto che la Roubaix è stata spostata di due settimane, sono andato subito a Budapest per la partenza del Giro. Sono state 3 settimane parecchio tirate, di conseguenza nei giorni successivi ho tirato il fiato. Visto il ritmo con il quale si è corso il Giro d’Italia, ho pensato anche che sia stata una fortuna non andare in Belgio a correre».

Ecco Affini insieme a Sobrero, i due si sfideranno anche al campionato nazionale a crono mercoledì
Ecco Affini insieme a Sobrero, i due si sfideranno anche al campionato nazionale a crono mercoledì

A ritmo tranquillo

«Da dopo la cronometro di Verona – racconta l’omone della Jumbo – ho fatto tre giorni a fare uscite molto blande, massimo di un’ora e mezza. Il ritmo era proprio da recupero, z1/z2 per intenderci. I giorni successivi ho fatto qualche richiamo, ma sempre in maniera soft. Nella seconda settimana ho iniziato ad aggiungere dei lavori specifici su crono: ripetute corte ad alta intensità o medie ad un’intensità minore. Non ho mai fatto chilometraggi esagerati, ho dato precedenza alla qualità rispetto alla quantità. Anche perché al Giro di chilometri ne avevamo già fatti abbastanza».

Ganna ha fatto anche lui la Roubaix come Affini, poi si è fermato per un lungo periodo rientrando in gara al Delfinato
Ganna ha fatto anche lui la Roubaix come Affini, poi si è fermato ed è rientrato al Delfinato

Uno stacco troppo lungo?

Finire il Giro d’Italia dona ai corridori una condizione migliore nel breve periodo rispetto a chi non lo ha fatto: basti pensare a Zana all’Adriatica Ionica Race. Ma quanto dura questo beneficio? Restare fermo per quasi 3 settimane non fa perdere tutti i benefici acquisiti?

«Può mancare un po’ di ritmo gara rispetto a chi sta correndo ora – ammette – come Sobrero al Giro di Slovenia. Non so quali siano i suoi programmi, magari lo finisce tutto oppure no. Correre ora ti potrebbe aiutare a sbloccarti, è difficile riprodurre in allenamento lo sforzo che si fa in gara. Tuttavia non si tratta di una gara in linea, ma a cronometro, quindi i margini potrebbero non essere così ampi. Pensate che le corse ormai si fanno a tutta e quindi c’è anche il rischio di finirsi troppo presto. Ripeto, sarei dovuto andare in Belgio e fare un programma molto simile a Sobrero, ma con il senno di poi penso sia stato un bene fermarsi dopo il Giro».

Ganna? Un capitolo a parte

Il più grande favorito per mercoledì 22 sarà Filippo Ganna, che vorrà riscattare il quarto posto dello scorso anno. Il verbanese, campione del mondo in carica, questa stagione ha puntato tutto sul Tour de France. Il suo avvicinamento al campionato italiano è stato differente.

«Filippo ha fatto la Roubaix come me – ragiona il mantovano – poi non ha fatto il Giro ed ha ripreso a correre quasi un mese dopo al Delfinato. Lui ha fatto tanta altura a differenza mia. Questa differenza di preparazione è ovviamente dettata dal suo obiettivo di quest’anno: la maglia gialla a Copenaghen del 1° luglio. Dovrà arrivare a quell’appuntamento tirato a lucido.Non è da escludere, essendo le due gare così ravvicinate (campionato nazionale e crono del Tour), che abbia già una forma vicina al suo massimo».

La posizione a cronometro è sempre più estrema e serve tempo per adattarsi
La posizione a cronometro è sempre più estrema e serve tempo per adattarsi

La bici da crono

Nelle prove contro il tempo la dimestichezza nel guidare il mezzo è estremamente importante. Edoardo ha corso il Giro, che nell’edizione 2022 ha visto ben poca cronometro: solamente 26 chilometri nell’arco delle tre settimane. Nel periodo di preparazione avrà dovuto anche riprendere il feeling con il mezzo. 

«Nel mese di maggio – dice Affini – avrò usato la bici da cronometro grosso modo tre volte. Di conseguenza in questo periodo ho cercato di utilizzarla il più possibile, dalle 3 alle 4 volte a settimana. Le posizioni sono sempre più estreme e di conseguenza l’adattamento diventa sempre più lungo. Per questo ci ho pedalato sopra anche per fare “scarico”. Ovviamente avrei preferito un Giro con più chilometri a cronometro, ma sono scelte dell’organizzazione e di conseguenza c’è poco da fare».

La tecnologia viene incontro ai corridori, ma il vero riscontro sul percorso lo si fa di persona
La tecnologia viene incontro ai corridori, ma il vero riscontro sul percorso lo si fa di persona

Mappe e ricognizioni

La tecnologia aiuta corridori e direttori sportivi a visionare i percorsi nei minimi dettagli. Però, quando si tratta di prove contro il tempo, il feeling con la strada conta molto di più. Devi poter vedere con i tuoi occhi quel che ti riserverà il percorso perché lasciare le cose al caso potrebbe portare alla sconfitta.

«Penso di andare martedì mattina a vedere il tracciato – conferma – ormai ci sono varie mappe o addirittura Veloviewer. Io preferisco vedere i percorsi di persona, soprattutto perché ti rendi davvero conto di tutte le particolarità del tracciato solamente quando lo provi. Probabilmente martedì lo farò un paio di volte in bici, poi aggiungerò una terza in macchina. Mercoledì mattina poi, la sgambata spero si possa fare direttamente sul percorso così da rifarlo un’ultima volta prima della gara».

L’alimentazione chirurgica di Sobrero a Verona

04.06.2022
5 min
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Riallacciandoci alla cronometro di Matteo Sobrero, c’è un altro aspetto fondamentale dietro la sua prestazione ed è l’alimentazione. Il protocollo che c’è dietro ci fa capire in modo concreto il livello a cui si è arrivati. E a svelarci questo protocollo è la nutrizionista della BikeExchange-Jayco, Laura Martinelli.

Una prestazione del genere non si ottiene solo con le gambe. Tutto deve essere a posto e non è un caso che per certi aspetti la prova contro il tempo di Sobrero sia iniziata già sulla linea d’arrivo della Marmolada.

Nel 2021 Laura Martinelli ha lavorato per il Team Novo Nordisk, da quest’anno è alla Bike Exchange
Laura Martinelli è arrivata quest’anno alla BikeExchange, prima aveva avuto molte esperienze in altri team
Nel 2021 Laura Martinelli ha lavorato per il Team Novo Nordisk, da quest’anno è alla Bike Exchange
Laura Martinelli è arrivata quest’anno alla BikeExchange, prima aveva avuto molte esperienze in altri team
Laura, come vi siete regolati con Matteo?

La situazione era particolare in quanto c’era una crono dopo un tappone. Per di più una crono abbastanza breve. Pertanto, da un lato c’era la necessità di far recuperare bene il corridore, dall’altro di non appesantirlo. Un equilibrio non facile da trovare.

Pinotti ci accennava che siete partiti dalla parte idrica, se così si può dire…

Il recupero avviene reintegrando le scorte di glicogeno che è legato all’acqua, ma doveva essere un recupero “senza esagerare”, non un recupero pieno. Faccio un esempio: se il giorno dopo ci fosse stato un altro tappone avremmo fatto una supercompensazione, reintegrando il 110% delle scorte di glicogeno spese, ma vista la tappa che lo attendeva abbiamo deciso di non andare oltre il 100%.

In senso pratico in cosa si traduce tutto ciò?

Abbiamo, ci metto anche Marco Pinotti, comunicato molto con il corridore per conoscere le sue sensazioni e questo è importante, credetemi. Matteo dopo la Marmolada chiaramente aveva fame, ma è stato razionale, sapendo che non avrebbe dovuto mangiare troppo, mentre l’istinto in quel momento avrebbe richiesto più cibo. Ma in questo devo dire che Sobrero è un maestro. Sapeva che se si fosse appesantito avrebbe compromesso la tappa del giorno dopo. 

Concetto chiaro…

Per questo motivo abbiamo iniziato il recupero subito, vale a dire già sul bus. Nel trasferimento verso l’hotel ha iniziato il protocollo. Matteo ha mangiato un po’ di più del solito, per essere più leggero a cena e anche al mattino successivo per la colazione. Questo è un protocollo che abbiamo messo a punto questo inverno e che abbiamo affinato fra Tirreno, Romandia e la prima crono di Budapest.

Tra i cibi mangiati da Sobrero a colazione anche l’omelette
Tra i cibi mangiati da Sobrero a colazione anche l’omelette
Cosa significa affinare un protocollo?

Tutto è partito da dicembre, quando lui è arrivato in BikeExchange. Ci siamo seduti ad un tavolino e mi ha detto come era abituato a fare. Io gli ho proposto delle modifiche, alcune hanno subito funzionato, altre no. Da qui, abbiamo elaborato un primo protocollo. Abbiamo fatto anche dei test a casa, facendo delle simulazioni. 

Cosa non ha funzionato?

Alcuni supplementi non li tollerava di pancia. Magari erano utili alla prestazione, ma se poi non stava bene perché si sentiva gonfio o faceva fatica a digerire non aveva senso. Individuati i cibi, dal Romandia abbiamo modificato le quantità soprattutto quelle del pasto precorsa, quello delle tre ore prima. Mentre le tempistiche erano già okay. In più abbiamo limato qualche dettaglio sulla colazione.

E tornando alla crono di Verona?

Abbiamo ragionato come un countdown, dalla sveglia allo start: -4 ore, -3 ore… Matteo ormai sa cosa mangiare e cosa bere. Ha poche variabili. E avere poche variabili lo aiuta. Gli dà certezze, sa come muoversi e soprattutto rende il tutto ripetibile e modificabile in caso di necessità. Insomma siamo molto chirurgici.

Per Sobrero, qui in azzurro, oltre al protocollo del riscaldamento c’è quello dell’alimentazione (notare la borraccia sempre pronta)
Per Sobrero, qui in azzurro, oltre al protocollo del riscaldamento c’è quello dell’alimentazione (notare la borraccia sempre pronta)
Anche nelle quantità di acqua?

Sì, conteggiamo anche i sorsi. Questo come ho detto ci è davvero utile perché sia ripetibile.

Laura, facciamo la “tabella del pasto” dal termine della tappa Marmolada?

Sul bus, Sobrero ha preso una porzione di riso e delle proteine liquide. La sera ha fatto una cena molto essenziale. Niente fibre, quindi niente verdure. Ha mangiato pasta (che lui preferisce al riso) e una fetta di carne bianca senza pane. A colazione, ha assunto gli stessi cibi di sempre, ma in minori quantità. Quindi pane, marmellata, porridge, omelette con prosciutto.

E prima del via?

Come per ogni nostro corridore c’era il “pacchetto del bus”, la scatola del cibo “tipo Tupperware”. Ognuno aveva le sue razioni personalizzate. Una porzione di pasta o di riso e una proteina magra. Nel caso di Sobrero, lui ha assunto pasta e una frittata di albumi. Il problema in questa fase è quasi il contrario del giorno prima e cioè farlo mangiare. Matteo non mangerebbe nulla. Però è bravo e professionale e alla fine sforzandosi prende tutto quello che deve. Anche se nel caso di Verona l’ho visto più tranquillo del solito.

Il pasto sul bus quando lo ha consumato?

Alle 12,15 più o meno, appena dopo la ricognizione. Tre ore prima della sua prova. Quello è stato l’ultimo pasto solido.

L’entrata trionfante di Sobrero nell’Arena di Verona, merito anche dell’alimentazione chirurgica, come l’ha definita Laura Martinelli
L’entrata trionfante di Sobrero nell’Arena di Verona, merito anche dell’alimentazione chirurgica, come l’ha definita Laura Martinelli
Perché poi c’è dell’altro?

Sì, dopo c’è un mix di acqua e sali e anche due gel, uno con caffeina e uno senza. In questa fase ha ingerito tre borracce: due di acqua e una di sali. Ha assunto un gel ad un’ora e mezza dal via e un altro, quello con la caffeina, 30′ prima, durante il riscaldamento. In questa fase dico sempre che deve mangiare spesso ma poco, per partire con la pancia vuota e le gambe piene!

Ci siete riusciti bene a riempirgli le gambe!

Sì! Merito di Matteo, ma anche di Marco Pinotti. Ci tengo a dire che con lui lavoro spalla a spalla e c’è una sinergia totale, soprattutto per quel che riguarda la cronometro. Con Marco facciamo davvero squadra. E anche quando ci sono stati dei problemi, sono stati sempre affrontati in modo positivo, mai polemico. Per risolverli e non per lamentarsi.

Chiudiamo con un piccolo dettaglio. Il piemontese ha corso senza borraccia. In questo modo ha risparmiato qualcosina in termini di peso e di aerodinamica. Si è trattato davvero di poca cosa. In più, la temperatura che c’era a Verona domenica scorsa (ben al di sotto dei 20°) ha agevolato questa scelta.

Adesso sappiamo anche perché ha potuto lasciare a terra la borraccia. Ogni goccia di acqua e ogni grammo di cibo erano stati studiati alla perfezione e calibrati sui 22′-23′ di sforzo previsti.

Pinotti in ammiraglia e Sobrero sulle Torricelle (a 6,7 watt/chilo)

02.06.2022
4 min
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Le emozioni della vittoria di Matteo Sobrero nell’ultima tappa del Giro d’Italia sono ancora forti. Il suo è stato davvero un bel gesto tecnico. Un numero che vogliamo analizzare più a fondo in compagnia di Marco Pinotti, tecnico della BikeExchange-Jayco.

Qualcosa Pinotti ci aveva accennato già prima del via. Come gli avversari da temere e soprattutto la paura del meteo ballerino. Ma fortunatamente il tempo ha tenuto e il piemontese è stato più forte di quelle goccioline, cadute giuste, giuste per bagnare un po’ l’asfalto.

Pinotti, dietro al palco dell’Arena si prende cura della Giant del suo atleta
Pinotti, dietro al palco dell’Arena si prende cura della Giant del suo atleta

Pensiero del meteo

«Non è andata come nelle aspettative: è andata meglio! – dice Pinotti – I piani sono stati rispettati al meglio. C’era solo il dubbio della pioggia».

«Io avevo seguito Durbridge, partito circa 40′ prima, e la strada era appena umida, poi invece quando è partito Matteo era proprio bagnata, ma andava ad asciugarsi. E questo per certi aspetti era peggio, perché pensavo agli altri favoriti che partivano 40′-50′ dopo. Van der Poel, mi preoccupava meno, perché lui scattava solo 13′ dopo e più o meno avrebbe trovato le stesse condizioni. Alla fine Matteo nella discesa ha pagato 8” ad Arensman, per il bagnato, mentre l’altro è potuto filare a tutta».

«Vero, mancava qualcuno, ma più che altro perché eravamo a fine Giro. Alcuni uomini di classifica non rischiano perché hanno la posizione consolidata. C’è chi è scalatore e chi invece arriva a fine corsa senza troppe energie. Ecco perché tra il primo e il terzo ci sono stati 44”. Fossero rimasti in gara un Tom Dumoulin o uno Simon Yates ecco che ci sarebbero stati altri corridori intorno ai 20”-25″ di distacco».

Primo sulle Torricelle, nel 2010 Pinotti fu poi secondo, per soli 2″ alle spalle di Gustav Larsson
Primo sulle Torricelle, nel 2010 Pinotti fu poi secondo, per soli 2″ alle spalle di Gustav Larsson

Esperienze passate

In conferenza stampa Sobrero ci aveva parlato di una gestione lineare della sua prova: prima parte in controllo, salita senza fuorigiri e poi giù al massimo fino alla fine. Ma come ha gestito la potenza?

«Matteo ha espresso i watt che pensavamo – spiega Pinotti – non di più. Io ho basato tutto sull’esperienza: la sua e la mia.

«La sua perché sono due volte che al termine dei grandi Giri esce bene e raggiunge i suoi livelli massimi. Solo al campionato italiano dello scorso è andato un po’ oltre, ma mettiamoci che era fresco. Anche nei giorni prima si era risparmiato un po’, ma per me era importante che facesse uno sforzo simile per la salita delle Torricelle. E per questo gli avevo detto di tenere duro almeno una decina di minuti sul San Pellegrino. Era una sorta di simulazione della crono».

«La mia esperienza, invece, perché nel 2010 c’era praticamente la stessa crono e io sulle Torricelle siglai il miglior tempo. Poi fecero meglio di me in discesa, lui è stato più bravo a guidare! Comunque visto il peso simile di quando ero un corridore, ho ripreso i miei wattaggi di quel giorno, gli ho detto: io ho fatto questo ed è andata così. Proviamo a rifare lo stesso».

«Matteo è stato più bravo. Ma l’ho visto subito mentalmente acceso. Era attivo. Spianato in bici dalla prima pedalata. E devo dire che ha retto bene la pressione di questo obiettivo puntato da tempo».

Sobrero con i suoi 63 chili, ha sviluppato qualcosa come 6,74 watt per chilo. Dato eccellente (foto Instagram)
Sobrero con i suoi 63 chili, ha sviluppato qualcosa come 6,74 watt per chilo. Dato eccellente (foto Instagram)

Rpm e watt

Rapporti, cadenza, buche, wattaggi… tutto era programmato e tutto è stato rispettato.

«Sobrero ha montato un 58-44 davanti e un 11-30 dietro. La crono andava fatta tutta con il 58 salvo tre punti sulle Torricelle. All’uscita dal tornante doveva mettere il 44, ma non lo ha fatto. Lì un po’ mi sono preoccupato, perché se poi si fosse piantato, per far scendere la catena sul 44 e rilanciarsi avrebbe perso tempo. Invece per fortuna non si è piantato. Certo, ha usato per quel breve tratto il 58×30, però la cadenza non è scesa al di sotto delle 87-88 rpm. Ed è stata la più bassa di tutta crono».

Pinotti ci parla poi dei famigerati watt. Anche in questo caso, bisogna togliersi il cappello. Sobrero ha espresso valori da “centrale elettrica”!

«I dati veri ce li ho per la salita, perché per l’inizio e il finale soprattutto, tra discesa, curve e il tratto in pavé non sono molto indicativi. Ogni 45”-50” bisognava interrompere la pedalata per dei rilanci, quindi ci sono più che altro dei picchi».

«Sulla salita Matteo si è attestato sui 425 watt (pesa 63 chili, quindi parliamo di 6,74 watt/chilo, ndr), mentre dai dati di Strava, Arensman era sui 459 e Van der Poel dieci in più, 469. Sarei molto curioso di conoscere l’esatto peso di Arensman. Io, dalle mie stime, credo sui 70 chili. Comunque è andato molto forte anche lui.

«Dal Gpm all’arrivo c’erano circa 8′, Matteo ha impiegato 8’01”: 3’30” in discesa e 4’30” in pianura».

Da Ganna a Sobrero, l’ultima crono è un affare di famiglia

01.06.2022
4 min
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L’ultima crono del Giro, com’è stato anche per il campionato italiano, è diventato un affare di famiglia. E allo stesso modo in cui nel 2021 Matteo Sobrero ha raccolto lo scettro tricolore da Filippo Ganna sulle strade di Faenza, nella crono di Verona è succeduto all’illustre… cognato che aveva vinto la prova finale di Milano nel 2021 e anche nel 2020.

Nelle stesse ore in cui il piemontese del Team BikeExchange-Jayco scaldava le gambe per la sua vittoria, Ganna era sul Teide con gli uomini Ineos per il Tour.

«Con Pippo – ha raccontato Matteo durante la conferenza stampa post crono – ci siamo sentiti sia prima del Giro che in queste settimane. Ci capita spesso di allenarci insieme. Non mi ha dato consigli, ma mi ha sempre spronato a crederci e sono convinto che stasera, quando lo sentirò, lo troverò molto contento».

Con questa foto su Instagram, Ganna ha salutato il Teide prima di tornare al livello del mare
Con questa foto su Instagram, Ganna ha salutato il Teide prima di tornare al livello del mare

Gruppetto subito

Sobrero era al Giro per aiutare Simon Yates nella sua scalata alla classifica ed è chiaro che il ritiro del britannico lo abbia liberato da incombenze troppo pesanti. Per questo, quando gli hanno chiesto se nei giorni precedenti la crono si sia nascosto, Matteo ha risposto candidamente di sì.

«Ha fatto bene – commenta Ganna – ha dimostrato che ha vinto, quindi ha fatto bene. Come ci si nasconde? Senza avere un leader da aiutare, appena viene chiamato il gruppetto, puoi entrarci senza sprecare più del dovuto a stare davanti con i migliori della classifica. E lui è partito subito forte. Non ho visto la corsa in sé. Ma so che è passato davanti all’intermedio e poi nel finale ha fatto una gran crono».

Mondiali 2021, Ganna e Sobrero provano il percorso di Bruges
Mondiali 2021, Ganna e Sobrero provano il percorso di Bruges

Un rapporto fraterno

Tecnicamente, i due non si somigliano per niente. Un metro e 93 per 83 chili Filippo, un metro e 77 per 63 chili Matteo. In quei 20 chili c’è un mondo di differenze, che in qualche modo rendono anche più entusiasmante la vittoria di Sobrero sulle strade di Verona.

«Non sono al suo livello – ha detto ancora Matteo – io vado bene nei percorsi mossi, come a Faenza e a Verona. Incredibile conquistare la crono di chiusura succedendo a Filippo. Penso che oggi sia orgoglioso di me, siamo grandi amici».

Dopo il ritiro sul Teide, Ganna correrà il Delfinato prima di debuttare al Tour (foto Instagram)
Dopo il ritiro sul Teide, Ganna correrà il Delfinato prima di debuttare al Tour (foto Instagram)

A crono non si beve

Completamente diversi, ma su alcuni punti la scuola da cronoman confluisce in una serie di passaggi obbligati, dettati da esperienza e necessità. Ad esempio si è notato subito che sulla bici di Sobrero non ci fosse la borraccia. 

«In sforzi così intensi ma corti – spiega Ganna – è normale non bere. Non è che si faccia una particolare idratazione prima, bisogna essere sempre idratati durante le corse. Quindi non è che per la crono, se è lunga o corta, bisogna idratarsi di più o di meno. Anche se parti con la borraccia, in crono così non bevi quasi mai. Anche io in quella dei mondiali, con quasi 50 minuti di corsa, forse ho bevuto un sorso, forse neanche quello».

Sobrero ha corso con plateau da 58. Ganna non sa se avrebbe fatto lo stesso: «Servirebbe una recon»
Sobrero ha corso con plateau da 58. Ganna non sa se avrebbe fatto lo stesso: «Servirebbe una recon»

Appuntamento in Friuli

I due sono previsti su rotte differenti. Sceso dal Teide, Ganna prenderà parte al Giro del Delfinato che debutta il 5 giugno, domenica prossima. Invece Sobrero è atteso dal Giro di Slovenia, che inizierà giusto 10 giorni dopo. Per il primo, la corsa francese sarà una importante rifinitura prima del Tour e anche in vista dei campionati italiani della crono che si correranno in Friuli il 22 giugno. Per Sobrero lo Slovenia sarà un momento di verifica e mantenimento della condizione prima della stessa sfida tricolore.

Solo quel giorno in provincia di Udine, Ganna e Sobrero torneranno a sfidarsi. Ed è vero che sono come fratelli e insieme stanno tanto bene, ma è palese che dopo la delusione dello scorso anno, Filippo potrebbe aver voglia di riprendersi quella maglia. E che Matteo, con un altro Giro di esperienza nelle gambe, possa sognare di respingerne l’assalto.