MCipollini al Cicalino: si girano i lanci 2022…

05.07.2021
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La meravigliosa Tenuta Il Cicalino di Massa Marittima, un vero e proprio piccolo angolo di Paradiso nella verdissima Maremma Toscana, è sempre più legata a MCipollini. E proprio il bike brand italiano, che ricordiamo fa riferimento al Gruppo Zecchetto, ha scelto la centenaria struttura della Famiglia Vecchioni.

Nelle scorse settimane, l’agriturismo grossetano è stata la sede per produrre i contenuti fotografici e video per il lancio delle novità di prodotto 2022.

Una veduta aerea di una parte della vasta tenuta Il Cicalino
Una veduta aerea di una parte della vasta tenuta Il Cicalino

Territorio ideale per il turismo in bici

E naturalmente al Cicalino non poteva non esserci lui, Mario Cipollini, che allo stesso marchio di biciclette dà il nome e trasferisce il suo “know-how”. Mario, ancora in grandissima forma, è un testimonial ideale. E’ volto e “gambe” del brand e per questo è impegnato a rappresentare l’immagine più dinamica e creativa della prossima campagna pubblicitaria MCipollini.

Dopo alcuni ritiri pre-stagionali che hanno ospitato anche il team Bardiani Csf Faizanè (al quale MCipollini fornisce le biciclette), l’Agriturismo Tenuta Il Cicalino si propone sempre più come una destinazione ideale per scoprire in bicicletta il territorio dell’Alta Maremma e delle province di Grosseto e Siena.

“Vieni a scoprire la magia di un territorio antico e fedele”: è questo l’efficace slogan che Il Cicalino ha scelto per identificarsi e per promuovere la propria struttura ricettiva. La struttura è immersa nel verde ed è costituita da antichi Poderi in pietra risalenti ai primi anni dell’800. La località più vicina è quella di Massa Marittima: un borgo antico e conosciuto per le sue tradizioni e per la sua cultura. A far da cornice a Massa Marittima c’è una natura rigogliosa, perfetta per i momenti di relax. E allora rilassarsi nelle piscine dell’Agriturismo Tenuta Il Cicalino, assaporare nell’esclusivo ristorante i piatti tipici della tradizione toscana, oppure trascorrere qualche ora “coccolati” nell’esclusivo centro benessere… non avrà prezzo.

Cipollini qui è di casa e è stato nella tenuta anche durante il ritiro con la Bardiani
Cipollini qui è di casa e è stato nella tenuta anche durante il ritiro con la Bardiani

Collaborazione e sinergia ok!

Per questo il connubio tra MCipollini e Il Cicalino non poteva davvero trovare migliore sinergia. Per chi vorrà trascorrere le proprie vacanze all’insegna dello sport, e della bicicletta da strada in particolare, troverà in questo contesto dei percorsi da favola, già tracciati, con pochissimo traffico e ad una manciata di chilometri da un mare meraviglioso: il più bello della Maremma Toscana.

Inoltre, le guide estremamente competenti della Tenuta già accompagnano gruppi di turisti in bicicletta in visite guidate di ogni livello attraverso questo territorio incantato, assicurando sempre emozioni uniche in un contesto di paesaggi mozzafiato.

mcipollini.com 

tenutacicalino.com

Martinello a raffica da Ganna a Nibali, aspettando i Giochi

09.06.2021
6 min
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Anche se si potrebbe andare avanti parlando delle elezioni federali perse sul filo di lana al primo turno poi inevitabilmente nel secondo, dei sorprendenti voltafaccia e dei singolari comportamenti di cui racconta, con Silvio Martinello si ragiona un gran bene di Giochi Olimpici. Tokyo è alle porte. E anche se sul piano tecnico le specialità sono irriconoscibili, ci sono dinamiche ben chiare per chi c’è stato dentro e in un giorno d’estate, sia pure lontano, chinandosi dal podio ha infilato la testa nel nastro di una medaglia d’oro. Nel frattempo con la riapertura delle palestre, anche il suo centro di Selvazzano si è rimesso in movimento e dentro c’è un gran lavoro da fare per sistemare carte e strutture. 

Viviani Rio 2016
Viviani commosso dopo l’oro dei Giochi di Rio 2016 nell’omnium: ora Elia fa rotta su Tokyo
Viviani Rio 2016
Viviani commosso dopo l’oro dei Giochi di Rio 2016 nell’omnium: ora Elia fa rotta su Tokyo
Europei cancellati, si arriva alle Olimpiadi senza alcun riferimento…

Sarebbero serviti, in effetti. Finché parliamo di discipline fondate sul cronometro, i valori sono quelli e si riuscirà a fare la selezione anche stando a casa. I tecnici lavoreranno tenendone conto. Credo anche che le squadre italiane, maschile e femminile, abbiano l’esperienza che serve. Dovremmo essere coperti e mi sembra che ci sia un motivato ottimismo. Semmai ci sarà da curare i dettagli, anche i più piccoli. Una disciplina come il quartetto si gioca soprattutto su quelli.

E’ la prima volta che tanta parte del quartetto corre il Giro d’Italia: un vantaggio?

In effetti è una bella novità. Anche il quartetto di Atlanta andò bene, ma erano tutti dilettanti. Non so come Marco abbia conciliato i due tipi di preparazione, perché ora è il momento di mollare tutto e concentrarsi sull’evento. So ad esempio che in quest’ottica Viviani farà la Adriatica Ionica Race. Ero con Argentin a fare sopralluoghi quando lo ha chiamato Marco Villa dicendogli questa cosa.

Letizia Paternoster
Letizia Paternoster in rotta verso le Olimpiadi dopo un anno davvero faticoso, fra problemi di salute e sfortuna
Letizia Paternoster
Letizia Paternoster in rotta verso le Olimpiadi dopo un anno davvero faticoso
A proposito di Viviani, sia lui sia Letizia Paternoster sono da un po’ i riferimenti del nostro movimento, ma arrivano a Tokyo senza il gusto della vittoria in bocca, come la mettiamo?

Sono due soggetti molto sicuri di sé. Due atleti abituati a certi palcoscenici, con l’esperienza per sapersi ascoltare. Al momento giusto sapranno dire cosa sono in grado di dare. Sono convinto che entrambi speravano in un miglior avvicinamento, perché vincere aiuta. Diciamo che questa può essere una fase critica da gestire.

Quanto critica?

Paternoster fa parte del quartetto e punta all’omnium, in cui è sempre stata fra le prime. Difficile però che in questo anno tribolato sia riuscita a colmare il gap di prestazione e di struttura fisica, per il quale ha solo bisogno di crescere. Mentre Viviani un’Olimpiade l’ha già vinta e ripetersi è complicatissimo. Anche perché non mi pare lo stesso atleta degli anni alla Deceuninck-Quick Step. Nella madison correrà con Consonni, che ha dato segnali importanti. Anche quella è una specialità che Villa ben conosce e su cui dovrà lavorare con molta attenzione. Li ho osservati, finché si è potuto, qualche errorino ancora lo fanno. Gli europei a loro sarebbero serviti più che agli inseguitori.

Jonathan Milan, Liam Bertazzo, Montichiari, 2020
Jonathan Milan è l’ultimo arrivato nel quartetto e ha portato un sostanzioso valore aggiunto
Jonathan Milan, Liam Bertazzo, Montichiari, 2020
Jonathan Milan è l’ultimo arrivato nel quartetto e ha portato un sostanzioso valore aggiunto
In più c’è da dire che l’omnium è cambiato…

E questo non è necessariamente un male. Di sicuro avrà addosso gli occhi di tutti, ma se prima l’omnium aveva tre specialità di prestazione in cui il più forte era sicuramente privilegiato, ora ci sono quattro specialità di situazione.

Viviani e Paternoster non al top possono incidere sul clima delle rispettive squadre?

Elia è preminente fra gli uomini per esperienza e amalgama, ma come qualità e motore si divide il ruolo con uno che non sarà ancora campione olimpico, ma è 5 volte campione del mondo (uno nella crono e 4 nell’inseguimento, ndr): Filippo Ganna. Letizia è sempre stata vista come il gioiellino, che però nel frattempo si ritrova con un’Elisa Balsamo che è cresciuta tanto ed è molto considerata. Forse la gente vede ancora davanti l’immagine di Letizia, ma la vera ledaer da quanto si capisce è Elisa. Sono tutti ragazze e ragazzi intelligenti, troveranno modo di fare gruppo e fare squadra.

Credi che Viviani farà il quartetto?

Non ho parlato di questo con Villa, ma ho qualche dubbio. Dovessi fare i nomi, direi Lamon, Consonni, Ganna e Milan. Dai riscontri che ho, Elia è stato per diverso tempo lontano dalle piste e non sarà semplice fare quei tempi. Tempi che peraltro non ha mai fatto neppure quando era sempre in pista.

Ai Giochi di Sydney nell’americana corsero con il 49×14: i rapporti si stavano allungando
Ai Giochi di Sydney nell’americana corsero con il 49×14: i rapporti si stavano allungando
Ci sono analogie fra Nibali a rischio su strada e Viviani su pista?

Non sono casi simili, anche se potrebbe sembrare. Su strada, Vincenzo non ha dimostrato di essere in condizione, come altri che invece volano. Parlo di Caruso, Moscon, Bettiol e Ulissi. Mi sorprende semmai l’ipotesi di coinvolgimento di Formolo. Al di là dei toni che ha usato anche questa volta, credo che Cipollini abbia nuovamente fatto approfondimenti di sostanza. Solo chi non capisce il mondo del professionismo non se ne accorge e invece di guardare alla luna, si focalizza sul dito che la indica.

A cosa ti riferisci?

Mario può non essere simpatico, però non è stupido e sa di cosa parla. Parlando di Nibali, non ha criticato l’eventuale scelta di lasciarlo fuori, ma il modo in cui ci si è arrivati. Elia al confronto ha molte più possibilità, perché partecipa a tre prove e al confronto di Nibali, avrà meno rivali. Però non mi sorprenderebbe se fosse lasciato fuori dall’omnium.

Addirittura?

Ci può stare, Villa deve fare le sue scelte, che saranno di natura tecnica e non si baseranno sui rapporti personali. Se Viviani dovesse essere mezzo e mezzo, varrebbe la pena scegliere un altro.

Viviani è fuori dal quartetto da qualche anno: saprà rientrarci in tempo per i Giochi?
Viviani è fuori dal quartetto da qualche anno: saprà rientrarci in tempo per i Giochi?
Tornare in pista dopo un oro è così difficile?

In realtà io arrivai a Sydney con valori migliori di Atene, ma successe qualcosa che non valutammo a dovere.

Che cosa?

Ai mondiali del 1999, l’anno prima, capimmo ma non abbastanza che c’era in corso una svolta nella scelta dei rapporti. Ad Atlanta avevo vinto l’individuale a punti a più di 54 di media, usando il 52×15 e gomme da 19. Adesso con quel rapporto non stai dietro ai pedali. Così a Sydney feci la corsa a punti con il rapporto sbagliato e non portai a casa nulla. Il giorno dopo c’era l’americana e proposi a Villa di usare il 49×14, mai usato prima, che ora farebbe ancora ridere. Marco era preoccupato, ma alla fine venne il bronzo.

Oggi vanno molto più duri…

Oggi nell’individuale usano il 52×14. L’inseguimento a squadra si fa con dei padelloni, difficili da lanciare, ma poi chi li ferma? I ragazzi fanno palestra e pressa, che prima non sapevamo cosa fossero. E’ un mondo che cambia. Basta allontanarsi un attimo e non trovi più la strada…

Poli Tour 1994

Poli: «Ho domato il Ventoux quasi senza capirlo…»

25.04.2021
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La sveglia per il contatto via Skype arriva presto per Eros Poli: lo rintracciamo a Santa Barbara, in California, in uno dei tanti viaggi in bici per la sua azienda, per la quale lavora da oltre 10 anni, che cura escursioni ciclistiche un po’ in tutto il mondo. Un modo diverso di pedalare, questo è certo, ma soprattutto di mantenere in vita un amore che ha pervaso tutta la sua esistenza.

Eros Poli, per chi non lo ricordasse, è stato uno dei 4 componenti del quartetto olimpionico a Los Angeles 1984, con Bartalini, Giovannetti e Vandelli. Da professionista ha avuto una lunga carriera come gregario di campioni a cominciare da Mario Cipollini, per il quale era fondamentale componente del treno che lo pilotava nelle sue eccezionali volate. Eppure la sua storia ciclistica è ricordata soprattutto per una vittoria, l’unica da professionista, per certi versi assurda: la tappa del Tour 1994 che finiva a Carpentras dopo aver scalato il Mont Ventoux (nella foto di apertura).

Oggi Poli s’interessa poco del ciclismo agonistico: «Ho poco tempo, quando posso però guardo il Tour in tv, sono rimasto legato a quella corsa, non lo nego, mi appassiona ancora».

Poli Boonen 2009
L’ultima presenza di Poli al Tour, nel 2009, qui con Tom Boonen. Ora segue solo da lontano
Poli Boonen 2009
Al Tour del 2009, qui con Tom Boonen. Ora segue solo da lontano
Ripensandoci a distanza di anni che cosa ti è rimasto?

Sono passati 27 anni ma sembra ieri… Ogni anno organizziamo tra i viaggi anche un’escursione sul Ventoux e ogni volta mi chiedo come ho fatto a non essere ripreso dal gruppo degli scalatori, con Pantani scatenato alle mie spalle. Io avevo un fisico che non aveva nulla a che fare con le montagne, 84 chili per 1,94 di altezza.

Il momento più bello?

A 3 chilometri dall’arrivo, quando compresi che non potevano più prendermi. Pensai alla gioia della mia famiglia, mia moglie, la bimba che aveva tre anni all’epoca e che tra poco mi renderà nonno. Poi, a pensarci bene, mi torna in mente la conferenza stampa.

Perché?

Lì per lì non compresi quel che avevo fatto. Mi dicevano: «Hai vinto la tappa del Mont Ventoux» e io «Sì, bene, sono contento» quasi con disinteresse. «No, non hai capito, hai vinto la tappa del Mont Ventoux…». «Va bene, ho vinto la tappa del Ventoux, e allora?». Un dialogo surreale, a ripensarci adesso… Dopo capii che impresa era stata.

Poli 1997
Poli ha corso da pro dal 1991 al 1999, ha anche diretto la De Nardi dal 2000 al 2002
Poli 1997
Poli ha corso da pro dal 1991 al 1999, ha anche diretto la De Nardi dal 2000 al 2002
Anche perché le salite non erano il tuo pane…

Anzi, erano un vero calvario. Quando c’erano i tapponi alpini e pirenaici, la sera rimanevo sveglio a studiare la cartina, mi facevo i conti di quanto avrei perso a ogni salita, perché dovevo rimanere entro il tempo massimo e quel limite era un incubo. D’altronde considerate che con la bici e il mio peso, era più di un quintale da far salire fino in vetta.

Dieci anni prima avevi conquistato il titolo olimpico, una gloria sportiva concessa a pochi. Ti dispiace che la 100 chilometri a squadre non esista più?

Molto, perché era una gara che non s’improvvisava, era il frutto di un lavoro costante. Noi ci allenavamo tre volte al giorno, facevamo velocità e fondo, lavori su pista, una marea di test. Fummo i primi ad esempio a usare il cardiofrequenzimetro. Era una disciplina sportivo-scientifica, tutti i dettagli dovevano funzionare alla perfezione.

Poli 100 km 1987
Il quartetto iridato della 100 Km a squadre del 1987: Poli, Scirea, Vanzella e Fortunato
Poli Mondiali 1987
Il quartetto iridato della 100 Km a squadre del 1987: Poli, Scirea, Vanzella e Fortunato
Ognuno aveva compiti specifici?

No, non era questo, ma la difficoltà era che tutti e 4 dovevano essere al top della forma al momento giusto, perché se qualcuno andava meno forte, innescava variazioni di ritmo che sfaldavano il meccanismo. Ricordo ad esempio ai Mondiali di Treviso dell’85, noi difendevamo l’oro olimpico: all’inizio non andavo proprio, forse avevo sbagliato il riscaldamento e saltai alcuni cambi. Eravamo in ritardo. Pian piano cominciai a ingranare, entrai nel meccanismo e riuscimmo a prendere quantomeno la medaglia. 

C’erano differenze con le cronosquadre?

Tantissime, per questo sarebbe bello resuscitarla, perché serve allenamento specifico. Nella cronosquadre vai forte solo perché devi farlo, io ne ho corse al Tour, ad esempio quando avevamo Cipollini con noi, quando andava davanti dava delle trenate infernali e rischiavi di staccarti. A me è successo…

Che cosa ti manca del ciclismo professionistico?

L’adrenalina che scorreva a fiumi dentro di me a 3 chilometri dalla conclusione, quando a tutta velocità iniziavamo il lavoro per lanciare la volata. Io sono stato nei treni di Cipollini, O’Grady, Moncassin, era qualcosa di unico, indimenticabile.

Cipollini, ci racconti le tue Gand-Wevelgem?

27.03.2021
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Le vittorie di Mario Cipollini non sono mai state comuni, come comune non può essere considerato lui. 189 nella sua lunga carriera e fra queste ben 3 Gand-Wevelgem, nel 1992, 1993 e 2002. Ognuna con una sua storia, ognuna piantata nella sua memoria.

Una classica per velocisti? La prova belga è sempre stata considerata uno dei pochi appuntamenti di spicco delle corse d’un giorno adatta per gli sprinter, ma il lucchese, oggi costruttore di bici, si è sempre ribellato a questa identificazione: «Casomai è il contrario, quando correvo io erano 285 chilometri affrontando il Kemmel per 3 volte. Se non tenevi in salita, la Gand non la vincevi di certo, era più dura della Strade Bianche, ve l’assicuro…».

Ancora oggi, a 55 anni, il Re Leone fa uscite di 6 ore per 4.000 metri di dislivello
Ancora oggi, a 55 anni, il Re Leone fa uscite di 6 ore per 4.000 metri di dislivello

La gara di… allenamento

E’ cambiata molto rispetto ad allora?

Diciamo che è cambiato il ciclismo, sono cambiati i corridori, anche strutturalmente, tanto è vero che quando passai professionista io eravamo in 7, ora sono vere orde di neoprofessionisti e non credo che tutti siano pronti. Ma tornando alla gara molto influiva la sua collocazione…

In che maniera?

Allora la Gand-Wevelgem era al mercoledì di mezzo tra il Fiandre e la Roubaix, il che significa che quasi tutti la consideravano il mega-allenamento in vista della gara del pavé. Per questo c’erano davvero tutti, aveva un’importanza maggiore.

Quel demone di Abdu…

Proviamo a rivivere le tue vittorie, partendo dal 1992 (foto di paertura)…

Non mi è mai andato giù il fatto di aver vinto a tavolino, dopo la squalifica di Abdujaparov che mi aveva tirato per la maglia. Per fortuna c’era la giuria… Già l’anno prima aveva scartato davanti a me, quando avevo già preso una gomitata da Vanderaerden. Ma il sapore della vittoria sul traguardo è diverso.

Dovesti aspettare un anno…

Un successo netto, ma era quello il primo anno in cui Lefevere stava gettando le radici di quella che oggi è la Deceuninck. Uno squadrone, basti pensare che a tirarmi la volata avevo Ballerini, Tchmil e Museeuw. Ne venne fuori uno sprint da cineteca.

La volata vincente del 1993, su Vanderaerden e Abdujaparov
La volata vincente del 1993, su Vanderaerden e Abdujaparov

Ecco Cipollini in fuga

La vittoria del 2002 fu molto diversa…

Fu una corsa interpretata in modo differente. Erano in fuga in 4 e sapevo che non li prendevamo più se non mi muovevo, eravamo dopo il Kemmel e non avevo compagni di squadra. Andai all’attacco per riagganciarli, c’erano il campione uscente Hincapie e Rodriguez, in volata non fu difficile contenerli.

Quell’anno iniziato con la vittoria alla Sanremo culminò con il titolo mondiale: fu il tuo migliore?

Certamente, avevo 36 anni, ero nel pieno della maturazione e decisi di cambiare squadra, ma andando all’Acqua & Sapone dissi a Santoni che volevo avere carta bianca su tutto e i fatti mi diedero ragione.

Mario Cipollini 2002
Nel 2002 per Cipollini vittoria diversa. Va in fuga e vince la volata ristretta
Mario Cipollini 2002
Nel 2002 per Cipollini vittoria diversa. Va in fuga e vince la volata ristretta

L’esperienza dei “vecchi”

E’ possibile nel ciclismo attuale fare lo stesso, avere il culmine della propria parabola a 36 anni?

Chi può dirlo? Io credo che dipenda molto dalla passione che uno ha. Io ebbi la fortuna di avere come Ds nel ’92 un certo Roger De Vlaeminck che m’insegnò la cultura del sacrificio. A proposito della Gand-Wevelgem lo volete sapere un episodio?

Dicci…

Lui correva la Gand sempre per preparare la Roubaix: un anno disputò la gara di 280 km e subito dopo si sorbì altri 120 km dietro moto. Se ascolti i campioni sei invogliato a fare di più. Oggi invece sembra che tutti sappiano già tutto, io invece andrei a rivedere le tabelle dei corridori di tempi neanche troppo lontani.

Fiorelli rilancia con le dritte di Visco e Re Leone

Giada Gambino
30.01.2021
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Filippo Fiorelli è in Spagna con la squadra, la Bardiani Csf Faizanè, alla ricerca delle sue caratteristiche da ciclista e ciò lo rende molto determinato e sicuro di sé. Sicuramente, in questa stagione, cercherà in tutti i modi di farsi valere…

Nel 2020 la prima corsa rosa

Sapevo di essermi allenato bene tra altura ed intensi allenamenti. Affrontare una corsa di 21 giorni non è per nulla semplice ed essendo alla mia prima esperienza volevo prepararmi al meglio. Una volta iniziato il Giro mi sono improvvisato velocista e ho scoperto un lato di me che ancora non conoscevo… credevo di essere più passista.

Visconti e Battaglin, due veterani da cui imparare
Non solo Visconti, c’è anche Battaglin da cui imparare
Ti aspettavi di ottenere quei due noni posti? 

Sinceramente no, almeno non così. Mi aspettavo di entrare in una fuga e giocarmi un piazzamento. Se mi avessero detto prima che nella quarta e nella settima tappa sarei entrato nella top 10 con un arrivo di gruppo in volata, probabilmente non ci avrei creduto. Non me lo aspettavo completamente! 

Un futuro da velocista?

Di certo non sono un velocista puro e non mi impegno a diventarlo perché, probabilmente, potrebbe solo essere una perdita di tempo. Mi sto allenando per reggere di più in salita, con lo scopo di arrivare in volata con un gruppo ristretto. L’essere uno sprinter lo escludo completamente, però nel frattempo mi “diverto” ad improvvisarmi tale quando la squadra ne ha bisogno. 

Fiorelli e Visconti: entrambi palermitani, con qualche affinità tecnica
Fiorelli e Visconti, entrambi palermitani
E la volata della Vuelta alla Comunitat Valenciana? 

Con Giovanni (Visconti, ndr) e con i compagni del team ne avevamo già parlato, anche quando eravamo ad allenarci a Palermo. Qualora fossimo arrivati in volata, sarei stato io a farla e così è stato. Ho concluso in ottava posizione, ma è un piazzamento che mi sta stretto, non era ciò a cui puntavo. Adesso ho voglia di lottare per vincere, non mi accontento più

Il ritiro nella tua città

Ho gli amici con cui allenarmi a casa, giù in Sicilia, ma quando hai qualche tuo compagno che ti alza il ritmo durante gli allenamenti non è la stessa cosa. Qui in Spagna siamo ancora di più, la media è diversa e anche il tipo di allenamento. Se sei da solo devi tenere una media che ti permetta di concludere senza arrivare stremato. Se invece si è in squadra anche il tuo impegno fisico cambia. Il piccolo ritiro a Palermo è sicuramente servito anche per fare gruppo, scherzare e conoscerci meglio

Il ritoro spagnolo ha permesso di lavorare sulla resistenza
Il ritoro spagnolo ha permesso di lavorare sulla resistenza
Da Visconti…

Ho tanto da imparare. Abbiamo le stesse caratteristiche bene o male, mi rivedo molto in un lui di qualche anno fa quando era un po’ più veloce. Certo, devo aumentare la cilindrata, ma sono qui per crescere e so di essere in buone mani. I consigli non li fa mai mancare. 

Avresti mai creduto che saresti arrivato fino a questo punto?

Se penso al 2018… Stavo per smettere, non riuscivo a trovare una squadra nonostante i vari piazzamenti e vittorie. C’erano persone che credevano tanto in me, altre non ci credevano affatto…  Avrei fatto davvero fatica a pensare che oggi sarei stato al mio secondo anno da professionista. E non perché non avessi le capacità, ma era il sistema… mi demoliva mentalmente

Negli allenamenti spagnoli, Cipollini gli ha dato preziosi consigli per la prima volata
Cipollini gli ha dato consigli per la prima volata
Gli allenamenti con Cipollini?

Mi ero già allenato un paio di anni fa in Toscana con lui e Visconti, ma adesso è con noi in ritiro, ci alleniamo ogni giorno insieme, è tutta un’altra cosa. Mi ha dato qualche consiglio per domenica scorsa visto che sapeva che sarei stato io a fare la volata. Consigli che si incentravano soprattutto sul porre attenzione ai miei avversari e ai loro comportamenti, consigli preziosi.

Il sogno è diventato realtà?

Adesso sì, assolutamente. Guardando i risultati che ho ottenuto, so che ho margini di miglioramento e ci credo davvero. Ancora non so che corridore sono e, proprio per questo motivo, ogniqualvolta mi sentirò bene e avrò il consenso della squadra cercherò di lottare per la vittoria. Tutte le gare son buone… per vincere. 

Mario Cipollini

MCipollini sul web con un sito 100% hi-tech

17.12.2020
2 min
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“Live your Ride: questa non è storia, è il futuro”. E’ così che “apre”, come usa dirsi in gergo giornalistico, il nuovo sito web di MCipollini: completamente rinnovato nella grafica, nella tecnologia e nella incredibile facilità di navigazione da parte dell’utente.

Interfaccia tutta nuova

Sulla nuova interfaccia si è subito accolti da immagini e video (in 4K!) superveloci e molto emozionali della collezione biciclette 2021, divise naturalmente per ambiti: strada, gravel, crono/triathlon e pista. Per quanto riguarda i modelli da corsa, la scena è rubata dalla novità Dolomia, la bicicletta che nel 2021 accompagnerà MCipollini al rientro nel mondo delle corse professionistiche assieme alla Bardiani-CSF-Faizanè. Una bicicletta, quest’ultima, nata da un’intuizione di Mario Cipollini e che ha un solo ed essenziale obiettivo, ovvero quello di unire la leggerezza alla potenza e alla maneggevolezza per creare così un telaio davvero perfetto.

Tramite il MyCipo è possibile personalizzare la propria MCipollini
Tramite il configuratore MyCipo è possibile personalizzare la propria MCipollini

Personalizzazione con MyCipo

Altre due sezioni del nuovo sito MCipollini, molto curate anch’esse ed estremamente di servizio per gli utenti, sono quella che permette la personalizzazione grafica del telaio – MyCipo – e quella dell’abbigliamento MC.

Il configuratore MyCipo “lavora” sui modelli Dolomia, Bond2, RB1K The One, MCM Allroad, Nk1K e MCM. Tramite questo programma, ciascun utente potrà disegnarsi la sua propria bicicletta con i colori e la grafica che preferisce… arrivando al punto di scegliersi anche la finitura, opaca o lucida, delle decalcomanie!

La sezione abbigliamento invece consente in entrare, nel vero senso del termine, nel mondo MCipollini attraverso la proposta di linee di abbigliamento – sia tecnico che casual, uomo e ovviamente donna – estremamente originali.

Sul nuovo sito è molto facile scoprire i diversi modelli di bici
Sul nuovo sito web è molto semplice scoprire nei dettagli i numerosi modelli di biciclette

Esperienza multimediale

La richiesta di supporto tecnico e l’agevole ricerca dei punti vendita ufficiali sul territorio chiudono l’esperienza di un sito web davvero ben confezionato e proposto.

«La nostra prossima corsa – così ci hanno riferito dall’azienda – come anche quella dei prossimi clienti, inizia online. Invitiamo tutti a visitare il nostro nuovo sito web MCipollini.com per lasciarsi coinvolgere e vivere una nuova esperienza multimediale».

www.mcipollini.com