Giro Next Gen: gli azzurri al via e le speranze di Amadori

13.06.2025
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Il cittì della nazionale under 23 Marino Amadori prepara il taccuino degli appunti e si dice fiducioso per il prossimo Giro Next Gen. Mancano poco più di ventiquattro ore al via della cronometro di Rho e poi ognuno avrà le risposte che cerca. La corsa rosa under 23 arriva dopo due prove interessanti di Nations Cup nelle quali gli azzurri guidati da Amadori sono stati assoluti protagonisti. E proprio insieme al cittì, alla vigilia di uno degli appuntamenti più importanti della stagione, facciamo un punto sulle forze dei nostri ragazzi

«Penso che per i team – dice Amadori – non ci sia gara più importante. Tour de l’Avenir, mondiali ed europei sono una faccenda diversa, riservata alla nazionale, mentre qui siamo davanti a un impegno fondamentale per tanti ragazzi. Il Giro Next Gen è il palcoscenico di riferimento nel quale mettere in mostra le proprie qualità e tanti atleti sono chiamati a fare bene in ottica futura. Noi come Italia arriviamo da due gare a tappe di Nations Cup nelle quali abbiamo dimostrato di essere competitivi. Gualdi è uno dei nomi che mi sono segnato per la classifica generale, in Repubblica Ceca ha corso bene e non era ancora al 100 per cento (in apertura sul podio finale con Pau Martì e Simon Dalby, ndr)». 

Filippo Turconi è stato protagonista di un buon inizio di stagione e ha corso molto bene anche all’Orlen Nations Cup (foto Tomasz Smietana)
Filippo Turconi è stato protagonista di un buon inizio di stagione e ha corso molto bene anche all’Orlen Nations Cup (foto Tomasz Smietana)

Risposte azzurre

Dalle due prove di Nations Cup, prima in Polonia e poi in Repubblica Ceca, l’Italia è uscita con un bottino più che soddisfacente: due vittoria di tappa e in entrambe le prove anche un podio finale. 

«Abbiamo dimostrato di essere competitivi – analizza il cittì Amadori – anche perché la concorrenza non era di certo bassa. Ci siamo scontrati con diversi ragazzi interessanti tra cui Pau Martì, che l’anno scorso è arrivato terzo al Giro Next Gen. Gualdi, Savino, Mellano e Turconi hanno fatto vedere delle belle cose. Peccato per Mellano che a causa della maturità non potrà esserci. Però dai ragazzi che ho portato con me in nazionale mi aspetto mantengano lo stesso livello, se non qualcosa in più».

Squadre italiane

Le formazioni italiane al via saranno quattordici e per i loro ragazzi la corsa di casa rappresenta un palcoscenico importante nel quale dimostrare di poter essere competitivi nel ciclismo che conta. 

«Tutti gli atleti delle nostre realtà – continua Amadori – che siano esse squadre professional, continental o di club possono fare qualcosa di interessante. Questo è il momento giusto per cercare di fare il salto di qualità e mettersi in mostra. Nelle prove con la nazionale ho portato ragazzi da ogni realtà e abbiamo fatto vedere belle cose, vuol dire che il livello di base è alto. Una cosa bella che ho notato è che tutte le formazioni italiane hanno preparato al meglio questo appuntamento correndo altre corse a tappe prima e con periodi di altura.

«Mi aspetto qualcosa – dice ancora – da ragazzi come Chesini, Nespoli, Lorenzo Masciarelli, ma anche dai tre corridori della Vf Group-Bardiani: Scalco, Paletti e Turconi. Il percorso è vario e aperto a tante occasioni differenti». 

I devo team

Dalle sedici formazioni development invitate escono una dozzina di nomi interessanti.

«Per le volate – analizza Amadori – mi aspetto qualcosa da Delle Vedove e Matteo Milan. Mi sono segnato anche il nome di Lorenzo Conforti che corre nella Vf Group-Bardiani ma è pronto per far vedere quanto vale. Una menzione speciale va fatta anche a Pietro Mattio e Federico Savino, loro sono dei riferimenti per la nazionale e sono convinto faranno un grande Giro Next Gen. Mattio sarà chiamato a lavorare per Nordhagen che viene qui per vincere visto che da quest’anno era già stato aggregato alla formazione WorldTour della Visma. Però le sue qualità le conosco bene e sono convinto che farà un lavoro eccezionale. Altro nome importante è quello di Alessandro Borgo, da lui mi aspetto di vederlo vincente almeno in una tappa». 

Per Lorenzo Finn il Giro Next Gen è un primo obiettivo e un banco di prova importante ma da vivere senza ansia (foto Twila Federica Muzzi)
Per Lorenzo Finn il Giro Next Gen è un primo obiettivo e un banco di prova importante ma da vivere senza ansia (foto Twila Federica Muzzi)

Capitolo Finn

Il campione del mondo juniores merita una parentesi tutta per sé. Le qualità non mancano ma il Giro Next Gen è un primo passaggio in un percorso di crescita ben delineato. E’ giusto che le aspettative intorno a lui siano alte ma, come detto dallo stesso Finn e come ribadisce Marino Amadori, questo è un momento nel quale imparare.

«Lorenzo Finn – conclude il cittì – è sicuramente la nostra punta in prospettiva futura, ma al momento non ci devono essere pressioni. Lui stesso è di questa idea. Si tratta della sua prima corsa a tappe di otto giorni e andrà a sfidare corridori forti e potenzialmente pronti ad altri palcoscenici. Lui sa cosa può prendere dal Giro Next Gen e penso sia un’esperienza importante anche in ottica di europeo, mondiale e Tour de l’Avenir». 

Finn verso il Giro Next Gen: la crescita e la voglia di imparare

12.06.2025
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Una videocamera nella hall dell’hotel ad Andorra, posto scelto per i ragazzi del team Red Bull-BORA-Hansgrohe Rookies per il ritiro in preparazione al Giro Next Gen (in apertura foto Twila Federica Muzzi). Al centro Lorenzo Finn che con questi colori lo abbiamo visto correre lo scorso anno e vincere il mondiale juniores a Zurigo. A sinistra John Wakefield responsabile della parte di sviluppo della squadra, a destra Werner Muller-Schell responsabile della comunicazione e addetto stampa. Nonostante la presenza di cinque giornalisti italiani, compreso chi scrive, le domande vengono poste in inglese. E’ il ciclismo dei devo team e che piaccia o meno la piega è internazionale. 

Intorno al campione iridato juniores del 2024 c’è tanta curiosità. Le sue qualità alzano le aspettative ma la giovane età invita a restare calmi e avere pazienza. Quando si ha tra le mani un talento come quello di Lorenzo Finn serve programmare tutto con i giusti passi. Il lavoro dei tecnici Red Bull-BORA-Hansgrohe è volto a questo anche se l’inizio del Giro Next Gen porterà sicuramente un primo banco di prova. 

Pressioni? Poche

Il ragazzo nato e cresciuto in Liguria sfoggia la sua solita calma e risponde alle domande. Ogni tanto si lascia andare a qualche battuta ma la concertazione verso questo primo grande obiettivo di stagione è massima. 

«Non vedevo l’ora che arrivasse questa gara – racconta subito – sarebbe stato bello conoscere il percorso un po’ prima. Correrò vicino a casa (le ultime tre tappe non saranno lontane dalla sua Genova, ndr) e verranno parenti e amici a vedermi. Il Giro Next Gen è un grande obiettivo fin dall’inizio della stagione.  Sono al primo anno da under 23 e accanto a me avrò compagni più esperti. Mi limiterò a fare del mio meglio senza troppa pressione».

Arrivare alla gara di casa forte del titolo di campione del mondo juniores come ti fa sentire?

Sereno. Si tratta di un bellissimo risultato ma ottenuto in un’altra categoria. Sono molto orgoglioso di quanto fatto ma si parla dello scorso anno, ora sto lavorando per fare altri step. Il Giro Next Gen sarà la corsa a tappe a cui ho preso parte, saranno otto tappe impegnative. 

Come avete lavorato in questi giorni di ritiro ad Andorra?

Siamo stati qui per tre settimane (il team è tornato a casa domenica 8 giugno, ndr). All’inizio abbiamo lavorato in maniera tranquilla per abituarci alla quota perché ci trovavamo a 2.400 metri. Per il resto, una volta trovato il ritmo giusto, ci siamo concentrati su blocchi di due giorni con sforzi sulla media distanza e uno incentrato sulla resistenza. 

Durante le otto tappe del Giro Next Gen Finn si metterà alla prova e avrà il supporto di tutta la squadra (foto Flavio Moretti)
Durante le otto tappe del Giro Next Gen Finn si metterà alla prova e avrà il supporto di tutta la squadra (foto Flavio Moretti)
Quanto ti sei concentrato nel curare la cronometro? Visto che il Giro Next Gen partirà con una prova contro il tempo?

Ci siamo concentrati abbastanza su questo aspetto, in primavera una caduta mi ha causato la frattura della clavicola e non è stato facile allenarsi sulla bici da cronometro. Fino ad ora non abbiamo mai fatto gare contro il tempo ma non credo sia un problema, alla fine la cronometro di Rho misura otto chilometri. Non credo risulterà decisiva per la vittoria finale. 

Guardando il percorso che idea ti sei fatto?

Penso che la terza tappa sia più una scalata sola e darà già delle buone indicazioni. Ai fini della classifica finale le ultime due frazioni, quella di Prato Nevoso e di Pinerolo, saranno realmente decisive. La settima è un continuo sali e scendi con degli strappi che possono fare male. Personalmente credo di preferire un percorso del genere piuttosto che avere una sola salita nel finale. 

Hai detto che questo è il tuo primo obiettivo di stagione, come mai?

Perché da bambino ho iniziato a guardare il ciclismo con il Tour de France, quindi il sogno che ho coltivato è quello delle corse a tappe. Crescendo però ho scoperto che mi piacciono molto anche le corse di un giorno, la squadra sta lavorando molto per farmi diventare un corridore da corse a tappe viste le mie qualità però vedremo. Sto crescendo e vedremo cosa ci riserverà il futuro. 

Ultima domanda: sarai contento se a fine Giro?

Penso che sarò felice comunque perché la mia ragazza verrà a vedermi. A essere totalmente onesti mi piacerebbe vincere una tappa, sarebbe bello ma ci sono tanti corridori forti. Però direi che voglio dare il meglio senza subire infortuni e lavorando bene con la squadra.

Il Giro Next Gen a Prato Nevoso: Garzelli racconta la salita

10.06.2025
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Una volta svelato il percorso del Giro Next Gen è stato chiaro a tutti che la tappa decisiva sarà quella con arrivo a Prato Nevoso. La settima frazione del Giro d’Italia degli under 23 apparecchia la tavola per un finale da vivere metro dopo metro. 4.000 metri di dislivello in 160 chilometri senza mai trovare un metro di pianura. Se è vero che la categoria under 23 sta diventando l’antipasto al professionismo, ecco un bel boccone da masticare per i ragazzi delle 35 squadre che prenderanno il via domenica 15 giugno da Rho. 

Il profilo della settima tappa del Giro Next Gen: 163 chilometri e 4.000 metri di dislivello
Il profilo della settima tappa del Giro Next Gen: 163 chilometri e 4.000 metri di dislivello

Con voglia e rabbia

Sulla salita di Prato Nevoso il Giro è passato tre volte (una anche il Tour): una di quelle che rimane negli occhi degli appassionati e nel cuore di chi l’ha vissuta ha visto come protagonista Stefano Garzelli. Nella corsa del 2000, esattamente venticinque anni fa, lo scalatore varesino trovò la sua prima vittoria al Giro d’Italia. Mentre qualche giorno dopo tolse la maglia rosa dalle spalle di Francesco Casagrande e la portò fino a Milano. 

«Era una salita adattissima alle mie caratteristiche – ricorda Stefano Garzelli che in questi giorni è impegnato con le dirette del Delfinato con la RAI – ovvero quelle di uno scalatore con un buon spunto veloce. La strada sale costantemente tra il 7 e l’8 per cento con qualche punta al 9. In generale è una salita dove a ruota si sta bene. Di quel giorno ricordo la voglia che avevo di vincere, chiusi su tanti attacchi negli ultimi tre chilometri mi sono mosso tantissimo. Nella volata finale, in cui arrivò un gruppetto di una decina di corridori, vinsi per distacco».

La scalata di Prato Nevoso ha delle pendenze regolari tra il 7 e l’8 per cento ed è lunga 13 chilometri
La scalata di Prato Nevoso ha delle pendenze regolari tra il 7 e l’8 per cento ed è lunga 13 chilometri
Il fatto che sia arrivato un gruppo ristretto ci fa pensare che sia una salita in cui si fa fatica a fare selezione…

Sono convinto che se dovessero farci arrivare il Giro nei prossimi anni arriverebbero a giocarsi la corsa quindici corridori. Le bici sono sempre più veloci e l’aerodinamica conta tanto anche in salite del genere. Questo mi fa pensare che anche al Giro Next Gen sarà difficile vedere trionfare un atleta da solo. 

Nei chilometri precedenti saliranno tanto prima di arrivare alla salita finale.

Questo può cambiare le carte in tavola. Se all’inizio della tappa si mette tanta fatica nelle gambe allora poi la scalata finale cambia volto. Penso il gruppo arriverà a prenderla con una velocità costante e per fare selezione si deve partire forte fin da subito.

A Prato Nevoso nel 2018 Simon Yates perse 30 secondi da Froome, la maglia rosa il giorno dopo andò incontro alla crisi sul Colle delle Finestre
A Prato Nevoso nel 2018 Yates perse 30 secondi da Froome, la maglia rosa il giorno dopo andò in crisi sul Colle delle Finestre
Sarà difficile gestire la salita visto che le squadre avranno solo cinque corridori e saremo alla fine del Giro Next Gen?

Pensare di coprire tutti e 13 i chilometri di salita con due o tre atleti intorno al capitano è difficile. Si dovranno capire le mosse dei team e quello che potrà succedere. Se si dovesse arrivare ad avere solo gli uomini di classifica davanti si apre uno scenario da uno contro uno. In questo caso potremmo vedere tanti attacchi, ma attenzione che in una salita del genere solo uno può essere quello decisivo. 

Cioé?

Che è difficile prendere tanto margine in una salita del genere con pendenze abbordabili. I distacchi potrebbero aggirarsi intorno ai venti secondi. E’ importante trovare il momento giusto e questo può arrivare o da molto lontano, anche se è difficile, o quando si è negli ultimi due chilometri. Però con tutto quel dislivello prima qualcuno potrebbe andare in crisi.

Prato Nevoso è stato anche arrivo di tappa nel Giro d’Italia Internazionale Femminile 2021 vinse Van Der Breggen in maglia iridata
Prato Nevoso è stato anche arrivo di tappa nel Giro d’Italia Internazionale Femminile 2021 vinse Van Der Breggen in maglia iridata
E cosa cambierebbe?

Se ti pianti, non vai più su. Pensateci, su quali salite si fa maggiore differenza quando un corridore va in crisi? Quelle con pendenze dove si riesce a fare velocità. Prato Nevoso è una scalata da fare a 22 o 23 chilometri orari, ma se uno va in crisi si sale a 14 all’ora. Cambia tutto. I divari si possono fare davvero ampi. 

Come correresti?

A ruota del primo gruppo, respirando e risparmiando qualcosa. Poi una volta che si decide di attaccare bisogna farlo fino in fondo, senza pensare al giorno dopo. Nel finale di una corsa a tappe tra andare al 90 per cento o andare al 100 per cento non cambia nulla. Anche perché in una salita come quella di Prato Nevoso la differenza la si può fare solo con uno scatto secco, convinto. 

Cattani al Giro Next Gen: una freccia in più nell’arco di Chicchi

04.06.2025
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Della doppia trasferta in suolo francese della Technipes #InEmiliaRomagna ve ne avevamo parlato qualche giorno fa. Francesco Chicchi e i suoi ragazzi sono andati oltre confine per sfruttare il lavoro fatto in altura e per mettere a punto gli ultimi ritocchi prima del Giro Next Gen. Se alla vigilia della Ronde de l’Isard, la prima delle due corse a tappe in programma, il piano era chiaro ora lo è ancora di più. La formazione continental è uscita dalla corsa a tappe transalpina con una grande prova di Alessandro Cattani (in apertura foto Instagram/Alessandro Cattani). Un quinto posto in classifica generale che dà tanto morale in vista del Giro Next Gen che partirà il 15 giugno da Rho. 

La Ronde de l’Isard è stata la prima delle due trasferte in Francia per la Technipes #InEmiliaRomagna (foto Florian Frison)
La Ronde de l’Isard è stata la prima delle due trasferte in Francia per la Technipes #InEmiliaRomagna (foto Florian Frison)

Francia, Campania e Lombardia

Francesco Chicchi è ancora in macchina quando lo chiamiamo, ormai ci siamo abituati a interviste con in sottofondo il rumore della strada che scorre veloce. Il diesse toscano e i suoi stanno andando al Giro di Campania, da qui uscirà il quinto e ultimo nome per la corsa rosa under 23. 

«In Campania – racconta il diesse – correranno Meccia, Bolognesi, Dapporto, Gabelloni e Toselli. Uno di questi verrà al Giro Next Gen e si unirà a Bagnara, Cattani, Archetti e Martini. Al Giro Next Gen il nostro riferimento rimane Bagnara, ma vista l’ottima prestazione di Cattani in Francia è ovvio che avrà qualche grado in più».

Cattani nei cinque giorni di corsa si è ben comportato conquistando il quinto posto in classifica generale (foto Florian Frison)
Cattani nei cinque giorni di corsa si è ben comportato conquistando il quinto posto in classifica generale (foto Florian Frison)
Ti aspettavi una prova così buona da parte di Cattani alla Ronde de l’Isard?

Sulle sue qualità ci ho creduto e ci credo molto. Già la scorsa stagione, quando correva nel team Rime Drali, aveva fatto dei test da noi e aveva mostrato ottimi numeri. Ma tra essere molto forte su carta e riuscire a trasferire il tutto su strada c’è una grande differenza. Tanti corridori hanno buoni dati ma non si sono ancora fatti vedere in corsa. 

Secondo te Cattani cosa ha trovato?

Un ambiente giusto per le sue qualità e per la sua personalità. Sicuramente il lavoro con il nostro preparatore, Malaguti, gli ha dato quel qualcosa in più. Anche nel team si trova bene e mentalmente lo vedo libero. Posso dire che per il 2025 lui e Bagnara sono i nostri punti di riferimento.

Il risultato di Cattani è stato un bel segnale per il team e i compagni (foto Florian Frison)
Il risultato di Cattani è stato un bel segnale per il team e i compagni (foto Florian Frison)
Con quali ambizioni?

Di farli crescere e insegnare loro come si tiene in mano la squadra in corsa. Durante il ritiro in altura con Cattani ho fatto lo stesso lavoro che ho fatto con Bagnara, ho cercato di fargli capire che sono loro a dover trascinare i compagni. In Francia ho avuto una bella risposta da Cattani.

Raccontaci…

Nella seconda tappa, nella quale ha vinto Widar, è stato lui a chiedere ai compagni di alzare il ritmo in testa alla corsa. Devo ammettere che mi sono esaltato. E’ stato bello e mi ha fatto vedere che ha capito cosa voglio trasmettere. C’era Widar, il più forte e colui che poi ha vinto la generale, ma Cattani non ha avuto paura. All’80 per cento non avremmo vinto ma l’idea è quella giusta: provare a vincere. 

Jarno Widar scatta, Cattani è l’unico che prova a seguirlo mostrando coraggio e intraprendenza (foto Florian Frison)
Jarno Widar scatta, Cattani è l’unico che prova a seguirlo mostrando coraggio e intraprendenza (foto Florian Frison)
E’ importante anche per i compagni?

Certo. Anche perché vedono che c’è qualcuno capace di tenere in mano la situazione e tutti si mettono a disposizione volentieri. Avere un gruppo unito ti permette di fare determinate cose. Quest’anno abbiamo deciso di prendere parte a corse impegnative nelle quali vincere è difficile ma si tratta del miglior modo per crescere e imparare. Credo che per i compagni di squadra avere un corridore forte e in grado di gestire la gara sia importante

Perché?

Perché si riesce a pensare come un gruppo e non come singoli. Al posto di cercare un quindicesimo posto personale ci si mette a disposizione per trovare il risultato pieno, o almeno provarci. 

Alla Ronde de l’Isard il livello era alto, si è trattato di un bel banco di prova in vista del Giro Next Gen (foto Florian Frison)
Alla Ronde de l’Isard il livello era alto, si è trattato di un bel banco di prova in vista del Giro Next Gen (foto Florian Frison)
Arrivate al Giro Next Gen con quale idea?

Che i primi tre giorni metteranno già tutti i corridori in fila. Si parte con una cronometro tecnica e corta per poi affrontare due tappe toste. Il terzo giorno si arriva in cima al Passo del Maniva, chi ha gambe rimane con i migliori. Vogliamo correre da protagonisti e provare a vincere una tappa, ma sarà la strada a decidere il nostro destino.

Allora restiamo in attesa del quinto nome e in bocca al lupo per il Giro di Campania.

Crepi!

Giro Next Gen, finalmente: 8 tappe, 14.000 metri di dislivello

27.05.2025
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RHO – Il Centro Congressi Stella Polare ha ospitato la presentazione del terzo Giro Next Gen, la corsa rosa under 23 organizzata da RCS Sport & Events. Il comune di Rho e la sua Fiera saranno grandi protagonisti delle prime tappe. Si partirà il prossimo 15 giugno con una cronometro nel centro città, mentre il via della seconda tappa avverrà proprio nel cuore della Fiera. La gara a tappe terminerà poi il 22 giugno a Pinerolo dopo aver attraversato gran parte della Lombardia e del Piemonte, sfiorando anche l’Emilia Romagna.

«La Fiera ha una storia recente di sostegno al mondo dello sport e dei giovani». A parlare e dare il benvenuto è Francesco Conci amministratore delegato e direttore generale di Fiera Milano. «Nel 2007 in occasione di EICMA ospitammo anche la Sei Giorni di Milano all’interno del Padiglione 7. Il legame con lo sport e i giovani per noi è importante e vogliamo coltivarlo in vista anche dei prossimi appuntamenti che arriveranno».

Jarno Widar difenderà la maglia rosa conquistata lo scorso anno con la Lotto Dstny Development (foto LaPresse)
Jarno Widar difenderà la maglia rosa conquistata lo scorso anno con la Lotto Dstny Development (foto LaPresse)

Caccia alla rosa

L’attesa intorno a questo Giro Next Gen è stata tanta, i giorni sono trascorsi lenti e con informazioni arrivate a spizzichi e bocconi. Ora a tre settimane dalla partenza le sedi di partenza e arrivo sono finalmente state svelate e con loro il percorso. Poco più di mille chilometri e ben 14.000 metri di dislivello. I metri verticali di questa edizione saranno duemila in più rispetto a quella precedente che già aveva premiato atleti leggeri. 

Il vincitore dello scorso anno, il belga Jarno Widar, sarà ancora pronto a lottare per tenere il primato conquistato un anno fa a Forlimpopoli. I pretendenti alla vittoria finale saranno tanti, in una battaglia che partirà appunto da Rho per terminare a Pinerolo dopo otto tappe che non lasceranno respiro e promettono spettacolo. Lo spirito arrembante dei futuri campioni, per i quali si sono spese parole e pensieri, passerà dalle prossime settimane, e allora è il momento di togliere ogni dubbio e presentare il percorso. 

Cima Coppi, il Maniva

Si partirà con un prologo di otto chilometri all’interno della città di Rho. Tra coloro che puntano alla vittoria finale sarà importante mantenere l’attenzione alta e cercare di spingere al massimo per sfruttare anche il minimo vantaggio. Dal secondo giorno si inizierà a fare sul serio con la partenza all’interno di Fiera Milano e l’arrivo a Cantù. Un dislivello non esagerato ma concentrato tutto nel circuito finale, da ripetere due volte, che si snoderà tra Como e la Città del Mobile. La terza frazione rimarrà nella provincia di Como per quanto riguarda la partenza, che avverrà ad Albese con Cassano. Il gruppo punterà poi la provincia di Brescia nella quale è collocato l’arrivo, al Passo Maniva, Cima Coppi del Giro Next Gen con i suoi 1659 metri di altitudine.

«Gli scalatori troveranno subito pane per i loro denti – ci dice Mario Scirea, vice del cittì Marino Amadori con la nazionale under 23 – in una gara impegnativa sarà importante capire le forze in campo. Chi vorrà “misurare la febbre” ai rivali troverà il terreno giusto per lanciare delle imboscate. Penso possa diventare difficile tenere la maglia dall’inizio alla fine, complice la scelta di tenere a cinque il numero di corridori per squadra».

Sprint e coraggio

Il giro di boa di questo Giro Next Gen si avrà a Salsomaggiore Terme, una quarta tappa che apre le porte ai velocisti, i quali dovranno essere bravi a tenere le ruote di chi proverà a scappare prendendo le rampe dell’Appennino parmense come se fossero un trampolino di lancio. 

I velocisti saranno protagonisti anche nelle tappe successive dove la corsa rosa under 23 toccherà i comuni di Gavi e Acqui Terme, entrando in Piemonte nella quinta frazione. Qualche insidia ma lontana dall’arrivo permetterà di riordinare le idee e presentarsi pronti allo sprint.

«Queste tre tappe – prosegue Scirea – sono le uniche occasioni per gli sprinter di cogliere qualche risultato. Non saranno percorsi semplici, se si vuole entrare nel mondo dei professionisti ci si deve dimenticare delle cosiddette “tappe facili”. A mio avviso le tre frazioni centrali si aprono anche alle fughe, infatti con cinque corridori per squadra non sarà facile tenere chiusa la corsa».

All’ultimo respiro

Il Giro Next Gen, entrato in Piemonte, si appresta a far vivere l’atto conclusivo con due atti dedicati agli scalatori. La tappa regina è la settima, da Bra a Prato Nevoso. In 163 chilometri si affrontano 4.100 metri di dislivello. I GPM di giornata saranno tre ma la strada guarderà spesso all’insù.

«Una tappa davvero esigente – dice Scirea – ma non impossibile. Qualche passista-scalatore potrà cercare di contenere i distacchi per poi giocarsi il tutto per tutto l’ultimo giorno. Si prospetta una giornata da “uno contro uno” e conteranno le gambe ma anche la testa. La salita a Prato Nevoso è bella ma non eccessivamente dura, ogni attacco dovrà essere ben ponderato perché il rischio è di pagare un conto salato».

DataLocalitàChilometri
15/6Rho-Rho8,4
16/6Rho (Fiera Milano)-Cantù146
17/6Albese con Cassano-Passo del Maniva143
18/6Manerbio-Salsomaggiore Terme148
19/6Fiorenzuola d’Arda-Gavi153
20/6Ovada-Acqui Terme155
21/6Bra-Prato Nevoso163
22/6Pinerolo-Pinerolo141
Totale chilometri: 1057,4

Ultimo atto a Pinerolo e nessuna passerella finale per i giovani protagonisti del Giro Next Gen. Gli scossoni alla classifica finale non mancheranno, con gli ultimi quindici chilometri della corsa rosa under 23 capaci di regalare emozioni e spunti ai più coraggiosi.

«Che dire – conclude – non ci sarà tempo per rilassarsi fino alla fine, anche gli ultimi due chilometri offrono uno spunto interessante con lo strappo finale dentro Pinerolo che può dire ancora qualcosa. Penso sia una tappa finale esigente, adatta a corridori potenti e con buone gambe anche su salite di breve durata. Uno scatto nel momento giusto sarà in grado di cambiare tutto».

Technipes in Francia in cerca della scintilla che accenda la stagione

21.05.2025
6 min
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«Siamo arrivati in Francia martedì dopo un viaggio abbastanza lunghino, nulla a che vedere con quello che ci aveva portato in Algeria a inizio stagione». A parlare è Francesco Chicchi, diesse del Team Technipes #InEmiliaRomagna, il team continental resterà in Francia dal 19 maggio all’1 giugno.

«Correremo la Ronde de l’Isard, che parte domani (oggi per chi legge, ndr) e l’Alpes Isère Tour – prosegue il toscano – avevamo messo in programma di venire in Francia prima di sapere se avremmo partecipato al Giro Next Gen. Conferma arrivata nei giorni scorsi da RCS Sport & Events. Vista la situazione di incertezza sugli inviti avevamo deciso di cambiare un po’ i piani d’azione andando in altura nelle scorse settimane per arrivare pronti a queste due corse. Tanto il lavoro fatto si ripercuoterà fino al Giro Next Gen».

Il Team Technipes #InEmiliaRomagna arriva alle corse in Francia forte di un buon lavoro svolto in altura (foto Instagram/Ivan Toselli)
Il Team Technipes #InEmiliaRomagna arriva alle corse in Francia forte di un buon lavoro svolto in altura (foto Instagram/Ivan Toselli)

Alla ricerca di risposte

I rallentamenti che il Giro Next Gen ha vissuto per questa edizione hanno portato le squadre a lavorare in maniera diversa. C’è chi ha mantenuto l’impostazione degli anni scorsi andando in altura proprio in questo periodo, alla ricerca della condizione giusta. Altre squadre, come la Technipes, hanno optato per un piano diverso. Se i team hanno ricevuto la conferma della partecipazione solamente una settimana fa ancora è da svelare il percorso del Giro dedicato agli under 23. 

«Noi siamo venuti alla Ronde de l’Isard anche nel 2024 – racconta Chicchi – ed è stata una bella gara in preparazione al Giro. Forti del quarto posto di Crescioli della passata edizione abbiamo fatto richiesta anche quest’anno e l’hanno accettata subito. Poi è successo che ci è arrivato l’invito anche dall’Isere Tour e quindi ho pensato sarebbe stato giusto cogliere l’occasione. Forse in vista del Giro Next Gen è un po’ troppo, infatti faremo alcuni cambi tra una gara e l’altra. Ad esempio Alessandro Cattani, che correrà in questi giorni, poi riposerà. Anche Alunni non correrà entrambe le prove. Al loro posto verranno Dapporto e Scarpelli».

Uno dei giovani promettenti del team di Chicchi è Marco Martini, classe 2005 (foto Instgram/Technipes #InEmiliaRomagna)
Uno dei giovani promettenti del team di Chicchi è Marco Martini, classe 2005 (foto Instgram/Technipes #InEmiliaRomagna)
Cattani viene tenuto a riposo perché sarà l’uomo di riferimento per il Giro Next Gen? 

Allora sulla carta la nostra prima punta sarà Bagnara. E’ l’anno giusto per sfruttare queste occasioni al 100 per cento visto che è al quarto anno da under 23. Poi vedremo la strada cosa dirà, Cattani al Giro d’Abruzzo è andato forte, quindi tuteliamo anche lui, nonostante sia solamente un secondo anno. 

Questa deve essere la stagione di Bagnara?

Si tratta di una stagione fondamentale per lui dato che era già nell’orbita della Polti, con la quale ha corso da under 23 e ha fatto anche un’esperienza da stagista. 

Andare in altura prima è stata una conseguenza delle incertezze per il Giro Next Gen?

In realtà siamo andati in altura per arrivare pronti a queste due gare qui in Francia, poi il lavoro fatto si ripercuoterà anche sul Giro. Poi sapendo quali squadre ci potrebbero essere al Giro Next Gen diventa più facile per noi fare una buona prestazione in classifica in questi due appuntamenti d’oltralpe. Si vocifera possano venire praticamente tutti i devo team. Dovessero esserci Finn, Widar (il vincitore dello scorso anno, ndr) o anche il francesino che ha fatto un grandissimo Tour of the Alps (Paul Seixas, ndr) diventa difficile competere per la generale. 

In vista dei prossimi impegni Chicchi punta tanto su Bagnara, il 2025 deve essere il suo anno (foto Instagram/Luca Bagnara)
In vista dei prossimi impegni Chicchi punta tanto su Bagnara, il 2025 deve essere il suo anno (foto Instagram/Luca Bagnara)
Avete già un’idea di squadra da portare?

Sicuramente Bagnara ma anche qualche giovane. Vogliamo dare la possibilità ai ragazzi che rappresentano il nostro futuro di mettersi già alla prova. Anche se non arriveranno al 100 per cento visto l’impegno di queste due gare in Francia

Hai parlato tanto di Bagnara è al suo quarto anno da under ma al primo con voi, come state lavorando?

L’ho visto diverso in queste ultime settimane rispetto all’inizio di stagione. Credo che lui debba trovare il risultato, la scintilla in grado di accenderlo. Atleticamente è forte, ha buoni numeri, manca lo scatto a livello mentale. Un risultato positivo può dargli quel qualcosa in più che stiamo cercando. Fidatevi, ci parlo spesso. Anche durante il ritiro appena fatto tutti i giorni parlavo con lui e gli rompevo le scatole.

Per Chicchi e il suo staff è importante trovare il giusto equilibrio tra giovani e ragazzi più esperti (foto Instagram Technipes #InEmiliaRomagna)
Per Chicchi e il suo staff è importante trovare il giusto equilibrio tra giovani e ragazzi più esperti (foto Instagram Technipes #InEmiliaRomagna)
E cosa gli dici?

Che per passare professionista non deve accontentarsi di essere davanti nei finali e poi arrivare al traguardo. L’obiettivo è provare a vincere, mettersi in gioco e correre da protagonista. Da leader. Bagnara prima di prendere una decisione e far tirare la squadra ci pensa su delle mezz’ore e nel frattempo la corsa va via. 

Ma come si insegna anche questa parte? 

E’ Difficile. Gliene parlo tanto, gli dico che deve farsi rispettare di più in corsa deve avere quella volontà di dire «Voglio vincere». Sì, ma non è semplice cambiare la mentalità di un ragazzo, ma un passettino alla volta ci si può riuscire. Bagnara è arrivato quest’anno, non conosceva nessuno, me compreso. Non è facile fidarsi subito, ma con il tempo ci riusciremo. E’ un buono, ma è forte. Lo abbiamo anche portato in gare dove potesse correre da protagonista per sbloccarsi.

Ricorda un po’ Crescioli da questo punto di vista?

Per certi versi sì. Ormai il diesse oltre a fare i programmi deve essere anche un po’ psicologo. Anche a Pontedera sabato scorso era davanti e ha preso la volata finale troppo dietro. Poi torna da noi e dice «Ho sbagliato perché ho dormito». Da un lato spiace, dall’altro questa affermazione ci fa capire che piano piano gli stanno entrando quei meccanismi, quella mentalità di cui parliamo. 

In queste corse siete alla ricerca di un altro step?

Sarebbe bello averlo prima del Giro Next Gen. Bagnara sarà il nostro leader anche qui e cercheremo di tutelarlo fino in fondo. Vedremo. Io ci credo tanto nelle sue qualità.

EDITORIALE / Un Giro che viene, un Giro che va…

05.05.2025
5 min
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Domani il check-in online e mercoledì si parte per la prima volta del Giro (e di chi scrive) in Albania. Qualche giorno fa abbiamo ritirato l’auto che ci accompagnerà per il resto della corsa, quando sarà tornata in Italia: una superba Peugeot E-5008 full-electric, nel segno della sostenibilità e di nuove abitudini da prendere fra ricariche e colonnine da trovare. Sta per partire la grande avventura con l’entusiasmo di ogni volta, ma siamo sospesi fra gli annunci delle squadre che si sono lanciate in insolite cacce al tesoro, anziché annunciare la formazione e permetterci di lavorare.

La Red Bull-Bora-Hansgrohe ha aggiunto ieri alla lista il nome di Nico Denz e nel momento in cui scriviamo questo editoriale (alle 8,30 del mattino) ha ancora due posti da annunciare. Saranno assai probabilmente quelli di Aleotti e Pellizzari, ma intanto hanno respinto tutte le interviste, per cui come glielo chiedi al corridore in che modo ci arriva e cosa verrà a fare?

Anche quest’anno, Marcar di Rimini ha messo a nostra disposizione l’auto del Giro. Ecco la consegna da Matteo Ciavatta a Emiliano Neri
Anche quest’anno, Marcar di Rimini ha messo a nostra disposizione l’auto del Giro. Ecco la consegna da Matteo Ciavatta a Emiliano Neri

Un Giro senza il cannibale

Nel Giro d’Italia senza Pogacar, si arriva alla partenza con lo zaino pieno di interrogativi. Qualcuno giocherà a fare il cannibale oppure vedremo una tattica più cauta fino ai momenti caldi della corsa?

Dice Garzelli che proprio l’assenza di un dominatore potrebbe (dovrebbe) indurre le squadre a non lasciare neppure un’occasione. A patto che le squadre si scrollino di dosso il trauma del dominatore che lo scorso anno le ha annichilite ogni volta e prendano coscienza del fatto che né Ayuso né Roglic siano invincibili (i due sono in apertura nella recente sfida del Catalunya, vinta dallo sloveno). Fateli sudare, ci sono il terreno e le occasioni. E se vorranno correre come Tadej, potrebbero dover fare i conti con il boomerang di ritorno.

Nel 2024 lo strapotere di Pogacar e del UAE Team Emirates di fatto bloccò la corsa in attesa dei suoi assoli
Nel 2024 lo strapotere di Pogacar e del UAE Team Emirates di fatto bloccò la corsa in attesa dei suoi assoli

Vecchie glorie, giovani speranze

Il percorso si conosce ed è interessante notare quanti vincitori di Giro saranno al via da Tirana. La Red Bull-Bora ha Roglic e Hindley, più Martinez che lo scorso anno arrivò secondo. La Ineos ha Bernal. La Movistar porta Quintana. La EF Education schiera Carapaz. Ragazzi e corridori meno giovani che hanno avuto l’onore e la responsabilità di portare sino in fondo la maglia rosa e troveranno nell’abbraccio dei tifosi una spinta ulteriore.

Quanti di loro saranno in grado di ripetersi? Ad ora si potrebbe parlare di Roglic, forse Carapaz e ci teniamo uno spicchio di fiducia per Bernal, perché magari il ciclismo senza i fenomeni si rivelerà meno spietato. Dovranno fare i conti con Ayuso e Yates, con Tiberi e Ciccone, con Piganzoli e Gee, forse con Van Aert e Pidcock. Il fatto che nessuno faccia paura in partenza fa pensare che la lotta sarà aperta. Ma per favore, non cominciamo a dire che sarà un Giro di poco conto, perché privo di Pogacar, Vingegaard e Remco. Saremmo pronti, nel caso, a tirare fuori i commenti stizziti di quando i suddetti ammazzavano gli avversari e si parlava di corsa noiosa.

Per il suo palmares, Van Aert sarà la star internazionale del Giro. Punterà alla prima rosa?
Per il suo palmares, Van Aert sarà la star internazionale del Giro. Punterà alla prima rosa?

Il Giro dei piccoli

In questo quadro di attesa e grandi manovre, forse è necessario far notare che finite le classiche di aprile, il gruppo degli under 23 sta per trasferirsi in altura in preparazione al suo Giro, quello ribattezzato Next Gen, di cui ancora non si sa molto. Anzi non se ne sa nulla.

Va bene che i nomi da schierare non cambieranno di molto, parlando di squadre con organici limitati, ma per il rispetto dovuto all’evento non sarebbe stato male arrivare al via della corsa dei grandi, avendo annunciato quella dei piccoli. Lo scorso anno raccontammo il nuovo percorso il 3 maggio, il giorno prima del via dei grandi da Venaria Reale. Da RCS Sport dicono che sarebbe tutto pronto, ma che non si riesca a trovare il giorno giusto per la presentazione.

Comprendiamo l’affanno nel dover organizzare il Giro dei pro’, delle donne e degli U23: il tempo non basta mai. Sta di fatto che da quando la Federazione ha ceduto il Giro dei giovani a RCS Sport, facendo in modo che Extra Giro non fosse più in grado di organizzarlo, si è avuta la sensazione di parlare di una manifestazione minore. La terza delle tre. Qualcosa da mettere insieme nei ritagli di tempo, quasi una nota stonata.

Il Giro Next Gen del 2024 è stato vinto da Jarno Widar, fresco vincitore della Liegi U23 e della Fleche Ardennaise (foto LaPresse)
Il Giro Next Gen del 2024 è stato vinto da Jarno Widar, fresco vincitore della Liegi U23 e della Fleche Ardennaise (foto LaPresse)

Il regalo federale

Il Tour de l’Avenir, che si correrà dal 23 al 29 agosto (oltre due mesi dopo il Giro Next Gen) svelerà il percorso il 27 maggio. E’ scritto grande così nel sito dell’edizione 2025. ASO ne ha affidato l’organizzazione ad A-Velo, pur tenendoci sopra il suo sguardo attento. Si sussurra che RCS potrebbe affidare l’organizzazione del Giro Next Gen a coloro cui sono subentrati. Sarebbe una dimostrazione di buon senso, sia pure tardivo. E confermerebbe che il regalo federale sia stato poco gradito e anche poco lungimirante.

Scalco vuole una stagione da protagonista tra gli U23

11.04.2025
4 min
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Matteo Scalco è uno dei ragazzi della Vf Group-Bardiani CSF-Faizanè che è entrato nella squadra di Bruno e Roberto Reverberi dalla porta del progetto giovani e ora si trova a bussare al piano superiore. Al suo terzo anno nella professional italiana il giovane di Thiene ha progetti ambiziosi, consapevole che il tempo di imparare c’è, ma è anche ora di mettere in pratica quanto visto. 

Scalco ha iniziato la stagione correndo tanto con i professionisti e alzando l’asticella della gare a cui ha preso parte
Scalco ha iniziato la stagione correndo tanto con i professionisti e alzando l’asticella della gare a cui ha preso parte

Altalena

Lo stesso discorso fatto per Turconi vale per Scalco e gli altri ragazzi che da un po’ militano nel progetto under 23. La stagione scorsa è servita per capire cosa serve per essere competitivi, ora è il momento di esserlo.

«Essere qui – racconta Matteo Scalco – è come essere in un devo team. Solo che noi l’abbiamo interna e siamo parte di un’unica formazione. L’obiettivo è quello di provare a crescere, fare esperienza al di là (tra i professionisti, ndr) dove c’è il vero ciclismo. Dopo quando torniamo tra gli under 23 lo facciamo per provare a cogliere il risultato, e fare la gara».

Gli impegni tra gli U23 rimangono centrali nella sua crescita
Gli impegni tra gli U23 rimangono centrali nella sua crescita
Com’è stato l’approccio con il ciclismo dei grandi all’inizio di questa stagione? 

Ho iniziato subito con la Valenciana e il Gran Camino, dopo sono andato alla Tirreno-Adriatico. Tutte gare di un livello alto, forse l’unica era il Gran Camiño, che era un po’ più semplice. Però alla fine sei sempre accanto a corridori dalle ottime qualità. 

Hai alzato la qualità delle gare rispetto allo scorso anno, come ti sei trovato?

Bene, devo dire. Già l’anno scorso ho fatto metà stagione con gli under e metà con i professionisti. Fa tutto parte di un “piano di avvicinamento” per arrivare a fare quei ritmi.  

Durante l’inverno hai lavorato in maniera diversa?

Ogni anno ho aggiunto un piccolo tassello. Rispetto alle stagioni passate durante la preparazione ho messo un po’ più di obiettivi specifici. Si cerca di fare sempre quel passo in avanti per poi subire meno la gara. La grande novità dell’inverno è che ho cambiato preparatore passando da Artuso a Cucinotta. Per motivi contrattuali non ha più potuto seguirmi ed è stato proprio lui a indirizzarmi verso Cucinotta. 

Da sinistra: Pinarello e Scalco, il progetto giovani inizia a dare i suoi frutti
Da sinistra: Pinarello e Scalco, il progetto giovani inizia a dare i suoi frutti
Come ti trovi?

Bene, abbiamo fatto dei piccoli passi per provare a salire quello scalino necessario alla crescita generale. Gli allenamenti sono gli stessi fondamentalmente. Però al posto che due salite fai un allenamento con tre, oppure allunghi i tempi delle ripetute. Tutti step brevi che messi insieme diventano grandi.  

E stai riuscendo a mettere insieme questi passettini? 

Ci proviamo. Le sensazioni sono positive, legate anche al fatto che non ho smesso di crescere e svilupparmi, quindi ogni anno c’è anche un incremento fisiologico. 

Con il Piva è iniziata la stagione U23, quali sono gli obiettivi?

Provare a vincere, tutti noi della Vf Group-Bardiani abbiamo questa ambizione. Non dimentichiamoci che anche andare alle gare per cercare di fare risultato è un fattore di crescita

Gli impegni con la nazionale di Amadori rimarranno centrali per Scalco (foto Tomasz Smietana)
Gli impegni con la nazionale di Amadori rimarranno centrali per Scalco (foto Tomasz Smietana)
Cosa senti di poter fare in più rispetto al 2024?

Il livello medio è molto alto, se si guarda ai primi dieci della classifica generale lo si capisce subito. Tutti, o quasi, sono diventati professionisti o comunque stanno facendo vedere grandi cose. Gli step si fanno anche in queste competizioni. Ad esempio l’anno scorso all’Avenir avevo l’obiettivo di stare nei dieci, nel 2025 l’asticella si alza inevitabilmente. 

Poi c’è un conto in sospeso con il Giro Next Gen…

Lo scorso anno mi sono dovuto ritirare per una faringite e non sono mai riuscito a dimostrare le mie qualità. Ora la voglia è di riprendermi quel che mi è mancato

Un caffè con Paletti: ragionando sul presente e parlando del futuro

06.03.2025
5 min
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LAIGUEGLIA – Luca Paletti è un cumulo di ricci con gambe magre e spalle strette. E’ tanto alto quanto timido, ma basta sedersi un attimo e lasciarlo respirare che le parole fluiscono da sole. Il reggiano è uno dei giovani dell’infornata della Vf Group-Bardiani CSF-Faizanè che è pronto a maturare e spiccare il volo. Dopo due stagioni in cui è cresciuto parecchio è arrivato al 2025 forte e determinato. Nelle prime gare della stagione ha già raccolto gli stessi punti del 2024, per gli amanti dei numeri. 

Paletti al Trofeo Laigueglia terminato al 30° posto a 1′ e 15″ dal vincitore Ayuso
Paletti al Trofeo Laigueglia terminato al 30° posto a 1′ e 15″ dal vincitore Ayuso

Un inverno diverso

Ieri al Trofeo Laigueglia, prima gara italiana della stagione, è arrivato un trentesimo posto, il secondo miglior giovane dopo Simone Gualdi. Risultati frutto di un inverno diverso nel quale si è concentrato molto sulla strada.

«E’ un anno un po’ particolare – racconta – senza ciclocross. Il primo da quando vado in bici dove non ho fatto attività invernali. Chiaramente nella preparazione è cambiato qualcosa, ad esempio mi sono concentrato maggiormente sulla distanza. Devo ammettere che sto sentendo la differenza, complice anche la crescita e qualche elemento diverso. In due anni (Paletti è passato professionista nel 2023, ndr) sono cambiato tanto, complice anche l’età. E’ normale che a vent’anni si sia ancora nella fase dello sviluppo».

Luca Paletti insieme a Tolio, il rapporto con i corridori più grandi è fondamentale (foto Vf Group-Bardiani CSF-Faizanè)
Luca Paletti insieme a Tolio, il rapporto con i corridori più grandi è fondamentale (foto Vf Group-Bardiani CSF-Faizanè)
Ti è dispiaciuto lasciare il cross?

E’ stata una decisione presa con la squadra perché abbiamo voluto provare a fare qualcosa di diverso.  Non è che mi sia dispiaciuto molto, so che dietro questa decisione c’è un motivo importante. E poi non è detto che il prossimo anno possa tornare. Se non dovessi vedere i miglioramenti che mi sono prefissato non escludo un passo indietro. 

Per il momento cosa è cambiato?

A livello atletico sento di essere arrivato con più fondo alle gare di inizio stagione. Anche mentalmente è stato diverso visto che ho fatto quasi tre settimane senza bici a novembre, non mi era mai capitato. Di solito staccavo qualche giorno finita la stagione su strada e poi un’altra settimana finita quella del ciclocross. Fare un periodo di stacco più lungo mi permette di sentirmi più riposato. 

Paletti ha mostrato ottime cose durante le corse di inizio anno in Spagna, qui al Gran Camino
Paletti ha mostrato ottime cose durante le corse di inizio anno in Spagna, qui al Gran Camino
Sei partito subito forte…

Quando si sta bene anche la tattica in corsa cambia. Ne parlavo con il mio preparatore, Michele Bartoli, il quale mi diceva che finalmente mi ha visto attaccare. Ora che sento di avere una buona gamba mi viene la voglia di provare. 

E’ cambiato altro durante l’inverno?

Ho inserito anche un po’ di palestra, cosa che non avevo mai fatto fino ad adesso. Prima non l’avevo mai fatta perché il preparatore vedeva un muscolo ancora acerbo, un po’ per questo e anche per le mie caratteristiche ha sempre preferito tenere indietro la palestra. 

Come arrivi a questo terzo anno con la Vf Group-Bardiani, è arrivato il tuo momento?

Sicuramente ci proverò. Non nascondo che il Giro Next Gen è uno dei miei obiettivi, sia per caratteristiche che per ambizioni. Ma anche alle gare di primavera come Piva, Recioto e Belvedere proverò a fare qualcosa. Sento di essere cresciuto mentalmente, quindi sarà anche un po’ più facile tenere duro di testa. Mi sento pronto per fare classifica. 

La Vf Group-Bardiani nel 2024 ha vinto la classifica a squadre al Giro Next Gen (foto Lisa Paletti)
La Vf Group-Bardiani nel 2024 ha vinto la classifica a squadre al Giro Next Gen (foto Lisa Paletti)
Cosa intendi con “tenere duro di testa”?

Ad esempio nelle scorse settimane al Gran Camino ero quello messo meglio in classifica per la squadra. Nell’ultima tappa non mi sentivo bene, sono andato all’ammiraglia e ho detto: «Oggi non finisco la corsa». Invece mi hanno convinto a tenere duro e a metà tappa ho iniziato a sentirmi meglio, tanto che nel finale ho provato a fare la volata. Queste situazioni mentali che oltrepassi sono un grande bagaglio di esperienza. Al Giro Next Gen, altro esempio, se dovessi trovarmi in una situazione simile so cosa fare. 

La Vf Group è in un momento di ricambio generazionale, voi da dentro come lo vivete?

Avere dei riferimenti come Marcellusi o Magli per noi è fondamentale, ci spiegano come muoverci e ci danno una grande mano in gara. Soprattutto nelle fasi di gestione. Secondo me quest’anno tra gli under 23 ci divertiremo parecchio, già nel 2024 ci siamo dati da fare ed eravamo tanti ragazzi al secondo anno. 

Durante l’inverno Paletti non ha corso nel cross, questo gli ha permesso di lavorare maggiormente sul fondo
Durante l’inverno Paletti non ha corso nel cross, questo gli ha permesso di lavorare maggiormente sul fondo
Quali pensi siano i passi giusti da fare?

Forse un po’ la capacità di resistere sulla distanza, ma arriverà correndo. Devo dire che sui punti in cui devo migliorare non ho preoccupazioni, sto lavorando tanto e credo che la crescita farà il resto.Un punto su cui mi sto allenando sono i cambi di ritmo, ma sono fiducioso di quanto sto facendo con Bartoli. 

Obiettivi quindi?

Arrivare pronto alle gare internazionali riservate agli under 23. Piva, Belvedere e Recioto sono degli obiettivi concreti, anche per mettermi alla prova in gare non troppo vicine alle mie qualità, ovvero quelle di un giorno