Affini e la Visma fino a Roma solo in quattro

26.05.2024
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BASSANO DEL GRAPPA – Lo scorso anno il pullman della Jumbo-Visma – oggi Visma-Lease a Bike – era inavvicinabile per la presenza della maglia rosa Roglic e dello sbarramento in sua difesa. Quest’anno il gigantesco mezzo giallo e nero se ne sta parcheggiato fra poca gente. La squadra olandese lo scorso anno ha conquistato Giro, Tour e Vuelta e sarebbe dovuta venire al Giro con Wout Van Aert, che però in Italia non c’è mai arrivato. Hanno così schierato il giovane Uijtdebroeks, che si è ritirato per malattia. Hanno incassato i forfait di Gesink e Laporte, quindi hanno festeggiato con Kooij a Napoli prima che si ritirasse. E alla fine si sono ritrovati in quattro a stringere i denti fino a Roma: Tratnik, Valter, Van Dijke e Affini.

Hanno tentato qualche fuga. Ci hanno provato, ma certo non è stato facile resettare abitudini e motivazioni. Chi va alle corse per tirare, si costruisce addosso un abito di riferimenti e routine cui adempiere, che sono poi difficili da abbandonare. Per questo ci siamo presentati davanti a quel gigante di Affini, chiedendogli che effetto gli abbia fatto vivere un Giro con tre soli compagni e in che modo abbia ricostruito le sue motivazioni.

In fuga nella tappa di Padova, Affini è entrato con un’azione di forza e si è arreso al lavoro di due squadre
In fuga nella tappa di Padova, Affini è entrato con un’azione di forza e si è arreso al lavoro di due squadre
Che effetto fa?

E’ una sensazione un po’ diversa. L’anno scorso siamo partiti con l’idea di vincere il Giro con Primoz e questo ti dà qualcosa di più in termini di motivazioni e di tenere duro, anche in certe tappe più difficili, specialmente per un corridore come me. Tutto sommato anche quest’anno siamo partiti con delle belle idee, con Kooij per le volate e Cian per la classifica, ovviamente non con la stessa pressione che aveva Roglic. Purtroppo li abbiamo persi tutti e due, ma almeno siamo riusciti a vincere con Olav a Napoli. Ciò non toglie che fare metà Giro in quattro è diverso. Ci siamo dovuti adattare e penso che ci siamo riusciti abbastanza bene.

In che modo?

Abbiamo messo il chip della fuga, degli attacchi e… dell’intrattenimento (ride, ndr). Abbiamo provato a farci vedere, entrare in qualche azione, anche se è quasi impossibile. Di noi quattro non ce n’è uno che possa effettivamente lasciare il segno, perché è il migliore su un terreno in particolare. Il miglior scalatore, il miglior velocista. Quindi devi buttarti e cercare di crearti le occasioni e poi provare a coglierle.

Diciamo che la stagione è particolare, ne sono successe parecchie…

Davvero parecchie, sì. Tutto sommato siamo stati anche abbastanza vincenti, se guardiamo bene. La Parigi-Nizza, la Tirreno-Adriatico, la Het Nieuwsblad, Harelbeke… Non è stato un inizio anno disastroso, ma è chiaro che per gli standard che avevamo messo l’anno scorso, sembra che ad ora sia un anno più brutto. Sicuramente gli infortuni dei vari leader hanno fatto la differenza. Qui al Giro con Wout avremmo avuto la possibilità di vincere più di una tappa. Nel frattempo Jonas avrebbe fatto bene in qualche altra corsa a tappe di avvicinamento al Tour, però su quelle cose non ci puoi fare niente. Purtroppo è successo e speriamo che si rimettano al meglio.

Affini e Consonni, quel dito puntato per gioco parla anche di qualche inseguimento di troppo?
Affini e Consonni, quel dito puntato per gioco parla anche di qualche inseguimento di troppo?
Eri venuto per aiutare un capitano, il cambio di chip è stato facile?

All’inizio ti dispiace, perché sei già mentalizzato su un tipo di lavoro che devi fare, un tipo di sforzo anche che pensi di dover fare nelle tre settimane. Cambiare a questo modo ti crea qualche spazio per provare a fare risultato a livello personale, però allo stesso tempo è difficile. Di occasioni effettivamente non ce ne sono state tante. E’ stato un Giro bloccato. Sono arrivate poche fughe, il gruppo non ha mai dato spazio. Si vede che le squadre dietro non vogliono rischiare niente. Mi metto nei loro panni: se ho il velocista non vorrei rischiare di sciupare un’occasione.

Siete i principali rivali del UAE Team Emirates, cosa ti pare di come hanno corso il Giro?

Hanno controllato quando dovevano controllare e anche quando non l’hanno fatto, hanno ricevuto aiuto. Qualche volta la Movistar, altre la DSM e poi alla fine hanno vinto ugualmente loro le tappe perché sono super motivati.

Com’è avere un hotel per quattro corridori? A tavola siete insieme allo staff?

No, no, c’è sempre il tavolo dei corridori, però c’è più spazio. C’è più spazio nel bus. E’ strano, ma adesso ci siamo adattati.

La Visma-Lease a Bike si è rotrovata con soli 4 uomini dalla 11ª tappa. Qui Valter e Affini
La Visma-Lease a Bike si è rotrovata con soli 4 uomini dalla 11ª tappa. Qui Valter e Affini
Cosa farai dopo il Giro?

Dovrei fare il Giro del Belgio, poi dipende da come finisco il Giro, come starò nelle prossime settimane. Arriverò agli italiani, dopo ci sarà un momento di stacco. Me ne vado dal Giro con qualche tentativo ben fatto. Nel giorno di Padova hanno tirato per tenerci vicino anche quando non serviva. Aspettavano tutti che andassi in fuga io e poi non collaboravano. E allora ho deciso di fare da me. Non ci hanno mai lasciato andare, ma qualcuno me lo sono tolto di ruota. Potevano lasciarci più spazio, ma evidentemente anche loro erano super motivati…