La Coppi e Bartali dei ragazzi di Valoti. Una gara in prospettiva

04.04.2025
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Una squadra giovanissima, tanta grinta e tanta esperienza da maturare. Con Gianluca Valoti, diesse della MBH Bank – Colpack, parliamo della Coppi e Bartali dei suoi ragazzi. Non è certo la prima volta che una continental di under 23 prende il via a questa gara, ma l’idea che dei “dilettanti” si ritrovino in mezzo ai pro’ ha sempre il suo fascino.

Con il tecnico lombardo cerchiamo di capire cosa è stata per loro questa corsa e dove li può portare. Valoti ha parlato di prospettive, ma quali?

Gianluca Valoti (classe 1973) è uno dei diesse storici del team bergamasco (foto Instagram)
Gianluca Valoti (classe 1973) è uno dei diesse storici del team bergamasco (foto Instagram)
Partiamo un po’ dalla fine, Gianluca. Che bilancio fai dei tuoi ragazzi alla Coppi e Bartali?

La Coppi e Bartali è importante perché viene in un periodo abbastanza di transizione, cioè senza troppe gare importanti per noi, e proprio per questo è utile per preparare le corse di aprile. E’ una corsa a tappe impegnativa e il livello prestativo è molto alto e questo ci aiuterà.

Chiaramente la tua squadra in una corsa del genere sa che non può vincere, salvo rari casi come quando avevi Ayuso! Che tipo di formazione porti? Una squadra di “costruzione” o con il fine delle fughe per ottenere visibilità?

Noi in questi anni abbiamo cercato sempre di portare corridori e un team in prospettiva per costruire il mese di aprile e, per qualcuno, mettere in bagaglio una corsa a tappe in più in vista del Giro Next Gen. Tuttavia, quest’anno, con la prima tappa molto facile, abbiamo portato il nostro velocista: Samuel Quaranta. Purtroppo per una sbandata non è riuscito a sprintare. Per il resto abbiamo puntato su una squadra di scalatori.

Come uscite da questa Coppi e Bartali?

Soddisfatti, nel senso che più o meno tutti hanno raggiunto una condizione buona. Venivamo da 15 giorni di altura sull’Etna, quindi l’obiettivo era far crescere la forma. L’unico problema, se proprio vogliamo scavare, è stato il meteo: pioggia e freddo non ci hanno aiutato.

A ruota dei giganti (Majka nello specifico): grandi fatiche, ma anche grandi esperienze
A ruota dei giganti (Majka nello specifico): grandi fatiche, ma anche grandi esperienze
Fate dei test pre e post Coppi e Bartali per valutare la condizione dei ragazzi?

Abbiamo fatto qualche mini test, ma niente di specifico. Più che altro test su strada. E in effetti si sono visti risultati migliori dopo la corsa. La Coppi e Bartali aiuta, ma va anche detto che il periodo precedente non era il migliore per i nostri scalatori, quindi era normale vedere un miglioramento netto dopo la corsa.

Chi è andato più forte? Nell’ultima tappa siete stati autori di un gran bell’attacco…

Esatto, Luca Cretti ma anche Lorenzo Nespoli, che nell’ultima tappa ha mancato di poco il passo di Jay Vine. Se fosse riuscito a scollinare con loro, avrebbe potuto giocarsi la tappa o arrivare secondo, che per noi sarebbe stato come una vittoria. Anche Cesare Chesini si è fatto vedere, Diego Bracalente ha tentato qualche fuga, Pavel Novak ha sofferto il brutto tempo. Mentre Manuel Oioli ha faticato un po’ di più, essendo meno scalatore degli altri e corridore più completo.

Ci sono stati aneddoti particolari? Cosa dicevano i ragazzi la sera a tavola?

Parlavano molto di numeri, di KOM, di wattaggi. In questi casi, io cerco sempre di far evitare il confronto con i professionisti perché influisce molto mentalmente. E gli consiglio di nascondere i watt sul computerino. Perché quando vedi che una squadra WorldTour tira a 400 watt (e in gruppo sono ancora tantissimi, ndr) può essere demotivante per un under 23.

Chi li ha impressionati di più tra i professionisti?

Ovviamente chi ha vinto, ma anche i più esperti come Ulissi e Bettiol. Hanno grande ammirazione per questi corridori e questo, ammetto che mi ha fatto molto piacere. Mi ha colpito sentirli parlare di Ulissi o che lo hanno osservato in corsa.

Luca Cretti all’attacco nella 4ª tappa: per lui 115 km di fuga
Luca Cretti all’attacco nella 4ª tappa: per lui 115 km di fuga
E ti hanno fatto qualche domanda “strana”?

Sempre la stessa: la fuga partirà? La lasceranno andare? Arriverà? Io rispondo sempre che se fossi un mago non farei il direttore sportivo! Gli dicevo che le fughe oggi vengono tenute sotto controllo e difficilmente arrivano. Raramente gli lasciano più di 3′.

Li vedi più tesi rispetto alle gare di aprile?

Sì, inizialmente sì. E’ una corsa professionistica e il livello è alto. A volte vanno giù di morale perché prendono distacchi importanti, allora sta a noi tecnici motivarli, fargli capire che stanno affrontando un livello superiore, qual è per noi la Coppi e Bartali. Bisogna supportarli ancora di più rispetto alle corse dilettantistiche. Non è facile, perché qualcuno reagisce meglio, qualcun altro soffre di più. Sta a noi trovare il giusto equilibrio tra stimolo e supporto morale.

Gianluca, ora quali sono i prossimi obiettivi?

Come detto prima, le corse internazionali in Veneto ad aprile, poi il Giro di Reggio Calabria e Giro d’Abruzzo, per chiudere la prima parte di stagione. Poi avremo delle corse in Bretagna e il Giro Next Gen, anche se ancora non si sa quante squadre italiane saranno invitate…