VF Group al Giro, l’ora del debutto per Martinelli e Pinarello

30.04.2025
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La wild card in più concessa agli organizzatori dei tre Grandi Giri ha permesso a RCS Sport di invitare al Giro d’Italia due delle tre professional italiane: Vf Group-Bardiani CSF-Faizanè e Polti VisitMalta. Di quest’ultima abbiamo parlato, concentrandoci sul Giro di Piganzoli. Per il team di Bruno e Roberto Reverberi, invece, il discorso si fa un po’ più ampio. 

Con la partenza di Pellizzari e l’addio al ciclismo di Pozzovivo le possibilità di fare classifica sono sfumate. L’attenzione degli otto scudieri di Reverberi sarà sulle singole tappe e le possibilità di fuga. Il Tour of the Alps, corso senza troppi squilli ma in maniera abbastanza solida, è stato un’anticipazione di quello che vedremo a partire dall’Albania

Atteggiamento giusto

Sulle montagne del trentino Roberto Reverberi ha sciolto gli ultimi dubbi di formazione, decidendo chi andrà a completare la formazione della Vf Group-Bardiani. 

«Uscivamo dai cinque giorni di gara del Tour of the Alps – racconta Roberto Reverberi mentre si fa spazio tra i tanti impegni – dove c’era un solo dubbio su chi portare. Alla fine abbiamo scelto per Alessio Martinelli, non tanto perché valga più o meno degli altri, ma per l’atteggiamento che può avere in corsa. E’ uno capace di muoversi e scegliere il momento giusto. In una corsa come il Giro serve questo tipo di idea, andare in fuga. Chiaramente lo si deve fare quando è possibile e non nelle tappe in cui sappiamo di non avere spazio. Abbiamo visto che se restiamo ad aspettare il finale i migliori ci fanno fuori. E tra un ventesimo posto e una fuga fatta bene molto meglio la seconda opzione».

Marcellusi è una garanzia per quanto riguarda le fughe, qui con bici.PRO nel sopralluogo di Tagliacozzo
Marcellusi è una garanzia per quanto riguarda le fughe, qui con bici.PRO nel sopralluogo di Tagliacozzo

L’esordio di Pinarello

Dopo il debutto di Giulio Pellizzari lo scorso anno, in questa edizione della Corsa Rosa è arrivato il momento di Alessandro Pinarello. L’altro ragazzo che ha dato il via, insieme al marchigiano, al progetto giovani della Vf Group-Bardiani. Al quarto anno con la professional italiana è arrivato il momento per lui di misurarsi con le tre settimane di gara. 

«Fino alla Coppi e Bartali – spiega Roberto Reverberi – ha corso con continuità, poi abbiamo deciso di fermarlo e dargli un attimo di respiro. Al Tour of the Alps non è andato secondo le aspettative, ma è migliorato giorno dopo giorno ed ha avuto il coraggio di muoversi e provare. Per Pinarello abbiamo pensato a un calendario totalmente con i professionisti e questo passaggio fa parte della crescita. Prendere parte a un Grande Giro, come ha fatto Pellizzari lo scorso anno, ti cambia il motore. Pinarello è uno dei giovani chiamato al salto di qualità, anche perché in squadra non ci sono più i “vecchi” come Zoccarato o Tonelli».

Fiorelli, uscito in grande forma dal Giro d’Abruzzo, sarà una delle pedine di riferimento al Giro
Fiorelli, uscito in grande forma dal Giro d’Abruzzo, sarà una delle pedine di riferimento al Giro

Lo spunto di Fiorelli

L’uomo di esperienza per la Vf Group-Bardiani sarà Filippo Fiorelli, il siciliano arriva da un Giro d’Abruzzo corso in maniera solida con un quinto posto finale e la maglia della classifica a punti. Tornato a casa ha rifatto le valigie per andare in altura sull’Etna in vista del Giro. 

«Fiorelli sarà il nostro uomo per le volate – conclude Roberto Reverberi – ma non trattandosi di un velocista puro sappiamo potrà fare bene anche nelle tappe miste. Il Giro d’Abruzzo ci ha dato le risposte che ci aspettavamo da un corridore come lui. In tutto questo non dobbiamo dimenticare Enrico Zanoncello, anche lui è uno che quando il percorso si fa mosso è in grado di rimanere tra i primi. In generale il nostro obiettivo al Giro sarà di vincere una tappa, vogliamo onorare la corsa e l’invito ricevuto da parte di RCS. Negli anni i nostri ragazzi si sono fatti vedere e hanno fatto parlare di loro e questo è il nostro obiettivo».

Astoria al Giro d’Italia e Giro Women: ecco le nuove bottiglie ufficiali

29.04.2025
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Il recente Vinitaly di Verona ha fatto da cornice a un appuntamento ormai iconico: la presentazione ufficiale delle bottiglie ufficiali Astoria Wines dedicate al Giro d’Italia e al Giro d’Italia Women

Un connubio vincente tra il mondo del vino e il ciclismo, che si rinnova con entusiasmo anno dopo anno: dal 2012, infatti, il prestigioso marchio vinicolo veneto accompagna con i suoi brindisi le premiazioni sul podio della corsa rosa, celebrando l’eccellenza sportiva e la cultura del territorio. Quest’anno, la presentazione ha assunto un significato ancora più simbolico: oltre a svelare le nuove bottiglie celebrative, Astoria ha voluto omaggiare la Grande Partenza del Giro d’Italia 2025 in Albania con un’edizione speciale. Una bottiglia esclusiva, realizzata in onore del Paese balcanico che ospiterà per la prima volta l’avvio della corsa, sottolineando l’internazionalizzazione sempre più marcata di questo evento sportivo tra i più amati d’Europa.

Tra le novità più apprezzate di Vinitaly 2025, spicca Zerotondo, il nuovo prodotto senza alcol firmato Astoria Wines. Si tratta di una bevanda innovativa ottenuta da uve 100% biologiche, pensata per chi desidera vivere l’esperienza del brindisi con gusto e autenticità, ma in chiave “alcohol-free”. Zerotondo rappresenta una scelta consapevole, che unisce benessere e convivialità, nel rispetto della tradizione vinicola e della sostenibilità.

Durante il Vinitaly di Verona si è celebrato il passaggio del Giro e del Giro Women dal Veneto
Durante il Vinitaly di Verona si è celebrato il passaggio del Giro e del Giro Women dal Veneto

Un brindisi e si parte

La giornata inaugurale di Vinitaly è stata un trionfo di emozioni, con protagonisti d’eccezione. Il brindisi con il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, affiancato dai rappresentanti di RCS Sport & Events, ha sancito l’avvio ufficiale della stagione ciclistica targata Astoria. A seguire, il tradizionale taglio della torta ha reso ancora più speciale questo momento, simbolo di una collaborazione che unisce istituzioni, sport e imprenditoria.

Particolarmente significativa anche la presentazione delle tappe venete del Giro d’Italia, che vedranno il territorio protagonista non solo dal punto di vista sportivo, ma anche culturale ed enogastronomico. La presenza di amministratori locali, autorità e appassionati ha reso l’evento un autentico manifesto di identità territoriale.

A fare da cornice a questa riuscita presentazione, i due trofei simbolo del Giro e del Giro Women: il celebre “Trofeo Senza Fine” e l’emozionante “Trofeo Luce Infinita”. Due opere d’arte che rappresentano non solo la vittoria, ma anche la determinazione, il sacrificio e la bellezza di un percorso che unisce atleti, tifosi e territori.

Astoria affianca RCS Sport & Events in tutti i suoi appuntamenti, in foto il recente Giro d’Abruzzo
Astoria affianca RCS Sport & Events in tutti i suoi appuntamenti, in foto il recente Giro d’Abruzzo

Con la partecipazione a Vinitaly 2025, Astoria Wines ha rinnovato il proprio impegno nel promuovere un dialogo autentico tra cultura, sport e viticoltura. Ogni bottiglia racconta una storia fatta di passione, tradizione e innovazione. Una visione che guarda lontano, ma affonda le sue radici in un territorio straordinario come il Veneto.

Il Giro d’Italia 2025 è pronto a partire dall’Albania, e con lui anche il brindisi firmato Astoria…

Astoria

Il Giro di Caruso: il podio con Tiberi e un sogno nel cassetto

28.04.2025
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SILLIAN (Austria) – Damiano Caruso scende le scalette del pullman della Bahrain Victorious con addosso due strati di vestiti e una giacca primaverile aperta. Con il proseguire dell’intervista il siciliano chiuderà la zip, in Austria il freddo punge ancora le guance e tutto il corpo. Siamo a fine aprile e il Tour of the Alps ha chiuso il periodo di preparazione al Giro d’Italia, da qui in poi si potrà riposare e caricare le batterie per la Corsa Rosa. Il team guidato da Franco Pellizotti ha perso Antonio Tiberi al secondo giorno di gara, non una bella notizia. Non ci si deve aprire nemmeno a grandi sconforti, a volte meglio tirare i remi in barca per qualche giorno ricalibrando gli sforzi in vista del futuro. 

Da sinistra: Antonio Tiberi, Damiano Caruso, Edoardo Zambanini e Lenny Martinez durante il ritiro sul Teide a inizio aprile (foto Instagram Edoardo Zambanini)
Da sinistra: Antonio Tiberi, Damiano Caruso, Edoardo Zambanini e Lenny Martinez durante il ritiro sul Teide a inizio aprile (foto Instagram Edoardo Zambanini)

Ancora margine

Caruso intanto si appoggia all’ammiraglia della EF Education EasyPost, vicina di parcheggio in questa mattina austriaca, e parla di sé e del Giro. 

«Sto bene dai – ci dice dopo averci salutato con un sorriso invitante e una stretta di mano – tutto sommato le sensazioni sono buone. Queste tappe al Tour of the Alps lo hanno confermato. Sapevo di venire a correre dopo un bel blocco di lavoro in altura, quindi ero alla ricerca di qualche risposta in gara e penso siano arrivate. Non sono ancora al 100 per cento ma mi sta bene, il mio obiettivo è il Giro e conto di essere pronto per quelle tre settimane. Al momento posso dire che sono esattamente dove volevo essere». 

Caruso è tornato in gara al Tour of the Alps per mettere insieme chilometri e fatica
Caruso è tornato in gara al Tour of the Alps per mettere insieme chilometri e fatica
Il ritiro in altura com’è andato?

Abbiamo lavorato in maniera tranquilla, non ci sono stati intoppi. Il programma è stato svolto nel migliore dei modi. L’ambiente intorno alla squadra e tra noi corridori è rimasto sempre sereno. Si è trattato dell’avvicinamento ideale. Purtroppo il rallentamento è arrivato nei giorni scorsi con lo stop di Antonio (Tiberi, ndr), ma ci può stare. Siamo tutti esseri umani. Magari per lui cambierà qualcosa in questi giorni ma in linea di massima siamo in tabella

Con quali sensazioni arrivi al Giro?

Diciamo che la squadra si presenta ben attrezzata per fare un Giro di alto livello. La mentalità con la quale ci affacciamo alle gare ci porta a cercare il massimo risultato possibile. Non è un segreto che con Tiberi si punti al podio. Il mio ruolo sarà di restargli accanto durante questa scalata. Non vi nego che mi piacerebbe anche togliermi qualche soddisfazione personale. Ad essere totalmente onesto mi piacerebbe anche vincere una tappa. Il mio obiettivo principale è correre un Giro nel quale possa divertirmi e dare il meglio tutti i giorni.

Il suo obiettivo? Correre un Giro da protagonista, aiutando Tiberi e cercando anche un po’ di gloria personale
Il suo obiettivo? Correre un Giro da protagonista, aiutando Tiberi e cercando anche un po’ di gloria personale
Come si diverte Caruso?

In tanti modi: provando a vincere una tappa, lottando nel finale con i migliori e aiutando il tuo leader mettendo in difficoltà gli avversari. Ci sono tante dinamiche all’interno di tre settimane di gara che a volte dall’esterno non si vedono ma che rappresentano tante piccole soddisfazioni. Perché ti danno la consapevolezza di aver fatto bene il tuo lavoro. 

Hai già visto una tappa che ti piace?

Tra quelle di cui ho fatto la ricognizione c’è la numero undici con arrivo a Castelnovo ne’ Monti. Poi mi sono messo anche a studiare l’ultima settimana e se si hanno le giuste gambe si può fare qualcosa. Non serve nemmeno molta tattica, ma solamente raccogliere quel poco di energia rimasta in corpo. 

Caruso, per il secondo anno di fila, sarà accanto a Tiberi al Giro, il siciliano crede nel podio finale per il suo capitano
Caruso, per il secondo anno di fila, sarà accanto a Tiberi al Giro, il siciliano crede nel podio finale per il suo capitano
Tu hai parlato di podio, Tiberi non ha nascosto l’ambizione di voler vincere…

Ho avuto la fortuna di lavorare con grandi campioni e l’atteggiamento è proprio questo: partire per vincere. Sembra che anche Tiberi abbia questa attitudine, lo deve dimostrare. Però l’atteggiamento è giusto. Io sono sempre stato più modesto, non che lui sia arrogante perché non è così. Mi riferisco all’obiettivo, per me il podio è davvero abbordabile se poi Tiberi riuscirà a stupire tutti ben venga. Gli ho sempre detto una cosa.

Dicci…

Io non ho mai vinto un Grande Giro insieme a un capitano, quindi se riesce a farmi questo regalo prima di smettere gli ho promesso una statua

Quanti anni ha ancora per provarci?

Vediamo, è una decisione che ho rimandato a dopo il Giro.

Allora ci farai sapere, intanto in bocca la lupo.

Crepi!

Piganzoli: l’esperienza maturata e i progressi verso il Giro

27.04.2025
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SAN CANDIDO – Davide Piganzoli è sempre più al centro del progetto della Polti-VisitMalta, il valtellinese cresciuto con passi mirati e precisi si appresta a correre il suo secondo Giro d’Italia in carriera. Dopo l’esordio della passata stagione e un solido tredicesimo posto finale, arrivato grazie a caparbietà e tenacia, i riflettori si girano illuminando anche il suo profilo.

L’avvicinamento è restato pressoché lo stesso del 2024, concluso in crescendo con il terzo posto al Giro dell’Emilia: si è partiti con le corse in Spagna, poi la Volta a la Comunitat Valenciana, Tirreno-Adriatico e infine Tour of the Alps (in apertura foto Maurizio Borserini). L’unica differenza è arrivata dal fatto di aver corso il Gran Camino e non il Tour of Antalya, vinto lo scorso anno. Scelta forzata visto che la corsa a tappe turca non è stata disputata. 

Il passaggio dal Tour of the Alps ha permesso a Piganzoli di confrontarsi con i migliori scalatori in vista del Giro (foto Maurizio Borserini)
Il passaggio dal Tour of the Alps ha permesso a Piganzoli di confrontarsi con i migliori scalatori in vista del Giro (foto Maurizio Borserini)

Solidità

I risultati non sono diversi, anzi, anche quelli sono praticamente identici: nei primi quindici alla Valenciana e in top 20 alla Tirreno. E’ mancata la vittoria, vero, ma le prestazioni colte al Gran Camino sono sembrate più solide: sempre tra i primi e un secondo posto nella cronometro alle spalle di Derek Gee

«Sicuramente arrivo con una maturazione diversa – racconta all’interno della tenda dietro al palco delle premiazioni – mentre il programma di lavoro è rimasto lo stesso, sia prima che dopo il Tour of the Alps. Quindi ho fatto un ritiro in altura, poi questa corsa per rifinire il lavoro e poi si va verso il Giro d’Italia. Visti i risultati dello scorso anno credo che sia un approccio corretto. In generale mi sento migliorato parecchio e si può sperare in bene».

Al termine di questi cinque giorni di gara il valtellinese ha colto un 11° posto finale, 3° fra i giovani
Al termine di questi cinque giorni di gara il valtellinese ha colto un 11° posto finale, 3° fra i giovani
Maturato in cosa?

Sicuramente ho un maggiore quantitativo di esperienza e sento di essere migliorato fisicamente. Anche la squadra credo sia cambiata in meglio.

Andiamo per punti, perché ti senti più forte fisicamente?

Mi sento più forte sul ritmo gara, riesco a tenere meglio il passo degli altri uomini di classifica. Quando sei giovane devi sempre prendere un po’ di dimestichezza con il gruppo e migliorare. Credo, con il passare del tempo e delle stagioni, di arrivarci. 

A livello di esperienza in gara cosa hai imparato dal Giro dello scorso anno?

Sicuramente che bisogna sempre stare attenti e cercare di non andare a tutta ogni giorno. L’obiettivo in una gara così lunga è di mantenere un briciolo di freschezza per il finale perché proprio nelle tappe conclusive si creano occasioni importanti.

Piganzoli nella prima parte di stagione ha disputato diverse corse a tappe, qui al O’ Gran Camino chiuso al secondo posto
Piganzoli nella prima parte di stagione ha disputato diverse corse a tappe, qui al O’ Gran Camino chiuso al 2° posto
Cosa hai cercato di fare “in più” rispetto al 2024?

Ho cercato di fare piccoli passi: qualcosa in più per il fondo aumentando leggermente le ore in bici, migliorando quello che lo scorso anno ho curato meno, ovvero i chilometri fatti durante la settimana. Il risultato è che mi sento più solido a livello di prestazione. 

Guardando alla prestazione fatta in questo Tour of the Alps come ti senti? Sei sui passi giusti?

Credo di essere in un buon periodo, tutto sta andando secondo i piani. Dopo questi giorni mi godrò un attimo di riposo e poi andremo diretti in Albania. Anche quest’anno guarderò ancora la classifica, ma senza troppo stress. Siamo in una squadra piccolina e questo credo sia un vantaggio anche per puntare a qualche fuga e conquistare delle tappe. 

Uno dei punti in cui Piganzoli si sente più forte rispetto al 2024 è il passo, anche sulle salite lunghe
Uno dei punti in cui Piganzoli si sente più forte rispetto al 2024 è il passo, anche sulle salite lunghe
Senza Pogacar sarà un Giro più aperto?

Sì, sicuramente e credo lo sarà fino alla fine. Come in questi giorni ci saranno tanti campioni e tanti corridori che potranno fare la gara. Senza qualcuno in grado di dominare vedremo maggior controllo probabilmente ma allo stesso tempo ci sarà più spettacolo e maggior spazio per tutti. 

Più bello ma più difficile da interpretare?

Tecnicamente sarà difficile tenere in mano la corsa, però dai, credo sia una cosa positiva per lo spettacolo e per gli spettatori a casa.

Il Giro e i pensieri di Missaglia: Pidcock, Moschetti e non solo

26.04.2025
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La Q36.5 Cycling Team si sta avvicinando alla sua prima grande corsa a tappe, il Giro d’Italia. Il 9 maggio prossimo dall’Albania la squadra, che sarà guidata in ammiraglia da Gabriele Missaglia, si godrà il frutto della wild card arrivata nelle scorse settimane. La decisione da parte dell’UCI di accettare la richiesta degli organizzatori e portare a quattro i team invitati ha reso possibile tutto ciò. In questo modo la formazione professional svizzera, che da quest’anno vede nelle sua fila Tom Pidcock, ha iniziato il conto alla rovescia e i preparativi per la Corsa Rosa

«Speravamo nell’invito – ci spiega proprio Gabriele Missaglia – lo abbiamo metabolizzato bene e di colpo prenderemo parte a due grandi corse a tappe: Giro e Vuelta. Prepararlo in corso d’opera non è semplice, sia a livello logistico che di preparazione atletica. Alcuni dei ragazzi impegnati nelle Classiche delle Ardenne erano già in altura, tra questi proprio Pidcock. Tuttavia il focus era incentrato su queste corse».

La Q36.5 Pro Cycling ha ottenuto la wild card per il Giro, la sua prima grande corsa a tappe di tre settimane
La Q36.5 Pro Cycling ha ottenuto la wild card per il Giro, la sua prima grande corsa a tappe di tre settimane

Il punto dopo Liegi

Per sapere quali saranno le ambizioni della Q36.5 Pro Cycling al Giro ci sarà da aspettare ancora, per il momento Missaglia si sta godendo le prestazioni di Pidcock e degli altri ragazzi impegnati nelle altre corse. 

«Lavoriamo da dicembre – continua il diesse lombardo – ma senza la conferma di prendere parte al Giro era difficile concentrarsi su qualcosa di concreto. Lo stesso Pidcock ci sperava ma ancora non sapevamo niente. Ci siamo concentrati sulle prime corse del calendario, arrivando in ottima condizione. L’impegno non è stato da poco, così dopo il blocco di gare italiane, terminato con la Milano-Sanremo, si è tirato il fiato in vista delle Ardenne».

La punta della formazione svizzera sarà sicuramente Pidcock, rientrato alle corse per le Ardenne dopo un periodo di altura
La punta della formazione svizzera sarà sicuramente Pidcock, rientrato alle corse per le Ardenne dopo un periodo di altura
Anche tu tornerai al Giro dopo qualche anno…

Vero. L’ultima volta è stato nel 2021 con la Qhubeka, in quell’occasione avevamo vinto tre tappe con Nizzolo, Campenaerts e Schmid. Vedremo di eguagliare questo numero (dice con una risata, ndr). Ma a parte gli scherzi, una wild card del genere va solo onorata. 

Nizzolo lo hai ritrovato alla Q36.5, potrebbe essere uno dei nomi papabili?

Ce ne sono tanti, il roster è ancora ampio proprio per il motivo che ho detto prima: stiamo programmando il tutto. Sicuramente Nizzolo è migliorato e sta recuperando bene dopo l’infortunio. Ha fatto una bellissima Roubaix e sono contento di come si sta comportando. 

Il recupero di Nizzolo fa ben sperare, il velocista milanese ha vinto una sola tappa al Giro con Missaglia n ammiraglia
Il recupero di Nizzolo fa ben sperare, il velocista milanese ha vinto una sola tappa al Giro con Missaglia n ammiraglia
Pidcock è la star, ma c’è un altro atleta che sta raccogliendo ottimi risultati: Moschetti.

E’ un altro dei papabili e quest’anno ha fatto uno step in più a livello di performance e attitudine in gara. Anche lui nel 2024 ha subito un brutto infortunio, a luglio. Era messo male ma questa sua reazione mi rende felice e orgoglioso. 

Difficile tenere fuori un velocista in questa condizione, no?

E’ pronto ed eventualmente sarà pronto (dice con un sorriso, ndr). In questa stagione lo sto vedendo più velocista, non dico che è aggressivo ma frena di meno. Il velocista di solito è uno spericolato che entra in spazi a volte inimmaginabili. Diciamo che Moschetti è uno sprinter buono ma che ha acquistato tanta consapevolezza nei propri mezzi. 

Moschetti, a sinistra, e Parisini. I due hanno corso spesso insieme con il secondo a servizio del primo
Moschetti, a sinistra, e Parisini. I due hanno corso spesso insieme con il secondo a servizio del primo
Per lanciare un velocista serve il treno giusto, ci avete pensato?

Abbiamo tante soluzioni in squadra e se dovesse arrivare la conferma per Moschetti potremmo vedere chi lo ha guidato dall’inizio della stagione: Parisini, Frison… Non dobbiamo dimenticarci però che il nostro leader è Pidcock e sarà importante trovare il giusto equilibrio. 

Chi c’era in altura insieme a Pidcock?

Mi spiace ma non vi dico i nomi, ho già detto troppo (ride ancora, ndr). 

Al Giro d’Abruzzo David de la Cruz ha lottato per la vittoria finale, anche lui è parso in ottima forma
Al Giro d’Abruzzo David de la Cruz ha lottato per la vittoria finale, anche lui è parso in ottima forma
Tu sei pronto?

Sono tranquillo. So che c’è da lavorare tanto per preparare il tutto e al momento non sto pensando a come sarà per me il ritorno al Giro. Quando sono in gara entro nel mood che avevo da corridore, quello mi accompagna sempre. 

Allora buon lavoro e ci vediamo sulle strade della Corsa Rosa.

Grazie! E buon lavoro a voi. 

Nimbl e il Giro: la scarpa in edizione limitata per la Corsa Rosa

25.04.2025
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Il Giro d’Italia 2025 si prepara a scrivere una nuova pagina nella storia del ciclismo, e lo fa insieme a Nimbl, eccellenza italiana nel settore delle scarpe da ciclismo ad alte prestazioni. Dalla partnership tra Nimbl e RCS Sport, organizzatore ufficiale della Corsa Rosa, nasce la Nimbl Exceed Pro – Giro d’Italia Limited Edition, una scarpa da ciclismo esclusiva, realizzata in soli 1.000 esemplari numerati. Un tributo autentico a una delle competizioni più amate e spettacolari del panorama sportivo internazionale.

Realizzata per rendere omaggio all’edizione 2025 del Giro d’Italia, la Nimbl Exceed Pro Edition LTD si presenta con un design che incarna perfettamente l’anima della Corsa Rosa. La calzatura sfoggia una raffinata tonalità di rosa – colore simbolo del Giro – unita a dettagli stilizzati del Trofeo Senza Fine, icona eterna della vittoria. Il badge ufficiale del Giro, applicato sulla linguetta, certifica la prestigiosa collaborazione.

Pensata per i veri appassionati, questa scarpa è molto più di un semplice prodotto tecnico: è un pezzo da collezione, un oggetto del desiderio per ciclisti, tifosi e collezionisti. Ogni dettaglio è difatti studiato per offrire il massimo della performance senza rinunciare all’estetica e all’eleganza tipica del Made in Italy.

Sul tallone il segno di questa collaborazione con il Giro d’Italia per l’edizione numero 108
Sul tallone il segno di questa collaborazione con il Giro d’Italia per l’edizione numero 108

Innovazione e artigianalità tutta italiana

La scarpa selezionata per questa edizione speciale è la Exceed Pro Edition, uno dei modelli più apprezzati del catalogo Nimbl, già utilizzato da ciclisti professionisti in competizioni internazionali. Realizzata interamente a mano in Italia, unisce materiali d’avanguardia e una costruzione artigianale meticolosa, garantendo leggerezza estrema, trasferimento di potenza ottimale e una calzata ultra-precisa.

Il sistema di chiusura BOA, completato da passacavi in cotone, assicura una regolazione personalizzata, mentre l’innovativo sistema di ventilazione integrato mantiene il piede asciutto anche nelle tappe più impegnative. Compatibile con tacchette a tre fori e Speedplay, la Exceed Pro rappresenta l’equilibrio perfetto tra comfort e reattività.

Con materiali selezionati, grafica rinnovata e comfort superiore, le scarpe Nimbl sono la scelta ideale per chi vuole superare i propri limiti e trasformare ogni uscita in un’esperienza unica.

Una storia di successo

«Questa collaborazione con il Giro d’Italia – ha dichiarato Francesco Sergio, MD e Co-Founder di Nimbl – rappresenta un traguardo straordinario. Abbiamo voluto celebrare l’essenza del ciclismo italiano, fatta di passione, impegno e bellezza. La nostra edizione limitata è un omaggio a tutti quei ciclisti, professionisti oppure amatori, che vivono ogni pedalata come una sfida verso se stessi. L’artigianalità italiana, la ricerca tecnica e il rispetto della tradizione sono i valori che ci uniscono a questa storica manifestazione».

«Il Giro è pronto a viaggiare per 21 tappe insieme a Nimbl – ha ribattuto Matteo Mursia, Chief Revenue Officer di RCS Sports & Events – un brand riconosciuto da professionisti e appassionati. La Exceed Pro Giro d’Italia LTD incarna il nostro spirito: innovazione, eleganza e prestazione. Una sinergia che speriamo possa proseguire nel tempo con grande successo reciproco».

La Nimbl Exceed Pro – Giro d’Italia Limited Edition 2025 sarà disponibile in pre ordine esclusivo su nimbl.cc, fino ad esaurimento scorte. Appena 1.000 paia saranno prodotte, rendendola così di conseguenza una scarpa da ciclismo davvero rara ed irripetibile.

Nimbl

Tour of the Alps: ecco Arensman, il granatiere fa rotta sul Giro

24.04.2025
4 min
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OBERTILLIACH (Austria) – Il Tour of the Alps sconfina nel Tirolo austriaco proponendo una tappa impegnativa e adatta solo a corridori dalle gambe forti. Se a questo aggiungiamo il meteo avverso, con freddo e pioggia a colpire duramente i protagonisti di giornata, il risultato diventa quello che abbiamo sotto gli occhi. Volti scavati dalla fatica, labbra che tremano ancora intorpidite dal freddo e occhi spiritati. Sulla strada l’azione di Thymen Arensman ha scavato solchi profondi in classifica e l’olandese alto e magro dai lineamenti decisi ha preso in un colpo solo la gloria e la maglia verde. 

Nulla di programmato

Su questa piccola frazione austriaca, adagiata su una vallata che sembra senza fine, le nuvole grigie e cariche di pioggia nascondono le vette innevate. Quando il corridore della Ineos Grenadiers approccia l’ultima salita la pioggia inizia a picchiettare sul casco, rendendo ancora più complicati i chilometri conclusivi. 

«L’unica cosa pianificata di questa tappa – spiega Arensman – è stato il mio primo attacco. Volevo essere nella fuga. Nella prima discesa il freddo ha lasciato un piccolo gruppo di pretendenti alla vittoria e ci sono stati degli attacchi. Durante le scalate successive ho continuato ad attaccare, volevo mettere fatica nelle gambe dei miei avversari. Quando sono rimasto solo non ho fatto nessun ragionamento, ho spinto fino alla fine cercando di tenere un passo regolare». 

Arensman è sceso dall’altura poco prima del via, la condizione migliora giorno dopo giorno
Arensman è sceso dall’altura poco prima del via, la condizione migliora giorno dopo giorno

La prima tra i granatieri

Nel 2022 Arensman ha lasciato il Team DSM per accasarsi alla Ineos Grenadiers. La vittoria di tappa al Tour de Pologne prima e alla Vuelta poi avevano evidenziato le doti del ragazzo olandese. Il team britannico, che nell’inverno di quella stessa stagione contava su tanti pretendenti ai grandi giri, non ha spinto sull’acceleratore e ha lasciato ad Arensman il tempo di lavorare e imparare. La sua prima vittoria è arrivata oggi sulle strade di questa breve e intensa corsa a tappe ma il cammino era già stato tracciato. 

«Il primo successo in maglia Ineos – dice ancora – è una bellissima sensazione. Sono entrato nella squadra alla fine del 2022, ed era qualcosa di completamente nuovo per me. Ho dovuto imparare a conoscere questo team e ho avuto come insegnanti i migliori compagni che potessi immaginare. Al primo anno sono stato accanto a Geraint Thomas al Giro, facendogli da spalla. Da quell’esperienza ne è scaturito un sesto posto finale, ed è stato fantastico e anche un onore. Durante queste due stagioni la squadra mi ha lasciato lo spazio per provare a fare la corsa e mettermi in mostra per ciò che ero. Dal canto mio sento di essere cresciuto anno dopo anno. Lo staff e i compagni mi hanno dato fiducia e io ne ho acquisita rispetto alle mie qualità. Questa vittoria credo sia il modo migliore per ripagare la squadra e spero ne possano arrivare tante altre». 

Lo spunto rosa

La Ineos Grenadiers torna al Giro d’Italia con un gruppo solido e con Thomas dirottato sul Tour de France si apre lo spazio per vedere di che pasta è fatto Thymen Arensman. Senza dimenticarci di Bernal, sparito dai radar da quasi un mese ma pur sempre al lavoro per il Giro. 

«Gli anni scorsi – conclude Arensman – arrivavo al Giro condividendo il ruolo di capitano con Thomas. A maggio, invece, saremo Egan Bernal ed io a curare la classifica generale. Siamo due corridori completamente diversi, io sono un atleta che fa del passo il suo forte. Inoltre ho ottime doti anche a cronometro. Bernal, invece, è uno scalatore puro. La squadra avrà due carte da giocare. Quando correvo accanto a Thomas l’approccio era più conservativo, visto che abbiamo caratteristiche molto simili. Sono sicuro che Bernal attaccherà su ogni salita, mentre io avrò come focus le cronometro per guadagnare tempo. Poi magari arriveranno giornate buone come quella di oggi. Sono sicuro che avere due approcci diversi alla gara sarà un cambiamento positivo».

Roglic verso il Giro: serenità e grinta. A tu per tu con Gasparotto

22.04.2025
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Non solo classiche. Al Giro d’Italia mancano ormai meno di tre settimane e la voglia della corsa rosa inizia a farsi sentire. Uno dei protagonisti sarà un corridore di cui in questi mesi si è parlato molto poco, ma che il Giro lo ha già vinto: Primoz Roglic.

Il leader della Red Bull-Bora Hansgrohe ha conquistato la Volta a Catalunya con una grande azione, battendo quello che sulla carta dovrebbe essere il suo rivale principale al Giro: Juan Ayuso. Di questo, ma anche dell’avvicinamento alla grande partenza da Durazzo, abbiamo parlato con Enrico Gasparotto, direttore sportivo del team di Roglic.

Enrico Gasparotto (classe 1982) è alla quarta stagione sull’ammiraglia della Red Bull-Bora (foto Instagram)
Gasparotto (classe 1982) è alla quarta stagione sull’ammiraglia della Red Bull-Bora (foto Instagram)
Enrico, partiamo dal Catalunya. Un gran bel Roglic e immaginiamo belle risposte per voi…

Direi bellissimi segnali, di risposte uno come Primoz non ne ha bisogno. Non credo ci si sia mai fatti delle domande su di lui. Preferisco definire così quella sua prestazione. Primoz ha interpretato la corsa in modo spensierato. E’ famoso per essere attendista e sfruttare il suo spunto veloce nel finale, per attacchi brevi, invece a Barcellona, nella tappa finale, ci ha regalato un bello show.

Te lo aspettavi già in questa condizione?

Torno a dire che è stato un bel segnale. Credetemi quando vi dico che lui alle corse parte per vincere e mai per fare secondo. In Algarve, alla prima gara stagionale, sapeva di non essere al top e per questo è partito senza pressioni e con una certa consapevolezza e nonostante tutto ha finito in crescendo con una buona crono. Al Catalunya invece, che è anche più adatto alle sue caratteristiche, immaginavo volesse vincere.

In effetti la tappa finale con il circuito del Montjuic è stata spettacolare. Puoi dirci della vostra tattica?

Quella tappa così esplosiva è stata figlia della cancellazione per maltempo della frazione del giorno prima. Se ci fosse stata la tappa come previsto, che era dura e con arrivo in salita, sicuramente il Catalunya si sarebbe deciso lì e non sul Montjuic. E il fatto che Primoz si sia mosso in prima persona, abbia preso in mano la situazione, è un grandissimo segnale. La dice lunga sul suo stato anche mentale.

Ayuso e Roglic il preannunciato, grande, duello del prossimo Giro d’Italia
Ayuso e Roglic il preannunciato, grande, duello del prossimo Giro d’Italia
A proposito di stato mentale, Enrico, passiamo ad altri aspetti. E’ il secondo anno che ci lavori, che Roglic hai trovato? E’ cambiato qualcosa?

Forse bisogna fare un passo indietro. Io e Primoz ci eravamo visti tante volte al Teide quando ancora correvo. Lui magari veniva lì qualche giorno prima della sua squadra e stando da soli ci siamo conosciuti bene come persone e come atleti. Delle differenze ci sono. L’anno scorso era al primo anno e Primoz ha trovato un nuovo ambiente, cosa non facile o scontata per lui. Bisogna infatti considerare che Roglic sino ad allora era sempre stato nella stessa squadra, nello stesso gruppo. A prescindere dal nome, era sempre Visma. Pertanto qui da noi ha trovato un approccio diverso.

Chiaro…

Ma dopo 12 mesi anche lui si è inserito nei meccanismi, nella nostra mentalità, in quella dello staff. Ora conosce tutti. In più abbiamo aggiunto delle nuove figure: nutrizionista, ingegnere aerodinamico, mental performance coach. Insomma era come se Roglic fosse uscito dal guscio l’anno scorso. Bisognava conoscersi. E questo valeva da entrambe le parti: lui e noi, la squadra. Non sapevamo come prenderci e non è stato facile. Lui abituato a certi metodi e noi con un corridore così grande. All’inizio non è stato facile, ma già a fine stagione le cose erano diverse e adesso in questo 2025 è molto più rilassato, più a suo agio. Lo siamo tutti. Ed è più facile parlare.

E non è cosa da poco. Nelle poche apparizioni lo abbiamo visto più sereno, quindi confermi anche tu questa sensazione?

Primoz è sempre stato sereno. A parte quando si è dovuto ritirare dal Tour, lì era giù. Consideriamo anche che Roglic ha un palmares incredibile e non deve dimostrare niente a nessuno. La cosa bella è che lui si diverte, nonostante la sua esperienza. Prima vi ho detto che saliva prima sul Teide: ebbene, a lui piace andare lassù. E’ un posto speciale, gli piace correre, preparare gli obiettivi. Se ancora provi piacere in tutto questo, nel tuo mestiere, è normale che tu sia sereno.

Roglic scatenato sul Montjuic: 20 km di fuga solitaria e una vittoria di peso in casa di Auyso
Roglic scatenato sul Montjuic: 20 km di fuga solitaria e una vittoria di peso in casa di Auyso
Spostiamoci un po’ sul Giro: al Catalunya Roglic batte Ayuso. Ne avete parlato di questo duello?

Decisamente se ne parla. Ma attenzione, il Catalunya non è il Giro. Il Giro dura tre settimane ed è una corsa che storicamente ha mille insidie, anche più del Tour. Ha tante tappe medio-dure in cui non puoi mai mollare… e questo è il bello del Giro. Noi rispettiamo tutti, Ayuso e non solo, ma come squadra e con un corridore del calibro di Roglic pensiamo solo a fare bene i “compiti per casa” per arrivare all’appuntamento nel miglior modo possibile. Stiamo ovviamente studiando le variabili nelle varie tappe, facciamo analisi sugli avversari, sul meteo…

Enrico, alla fine Primoz arriva al Giro con sole due gare: Algarve e Catalunya, per un totale di dieci giorni di corsa. Non avete mai pensato d’inserire la Liegi?

No, questo è quello che era stato deciso ad inizio stagione e questo è quello che si fa. Ricordo che dopo il Giro Primoz ha il Tour de France. Non è la prima volta che fa delle doppiette. Quando abbiamo analizzato questo doppio impegno sulle tre settimane, Roglic ha sempre vinto la seconda gara, in pratica la Vuelta. Solo che in quel caso eravamo a fine stagione, dopo il Tour invece è ancora lunga. E a fine stagione c’è un mondiale molto duro, adatto agli scalatori.

Insomma, non finisce a luglio la sua stagione…

No, e poi è vero che gli piace allenarsi, stare all’altitudine come dicevo, ma consideriamo che ha anche una famiglia e deve stare fuori casa una marea di giorni l’anno… E poi, ripensando alla domanda: la Liegi l’ha vinta!

Ultima domanda Enrico, hai detto del Tour dopo il Giro. Ma in Italia viene per la maglia rosa o per “allenarsi”?

Ve l’ho detto prima, Roglic parte per vincere e non per fare secondo!

Tour of the Alps, Ciccone vince la prima con lo sguardo al Giro

21.04.2025
5 min
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SAN LORENZO DORSINO – Il paese che ospita la partenza e l’arrivo della prima tappa del Tour of the Alps è adagiato sul verde del Parco Adamello Brenta, circondato da nuvole che accarezzano le cime delle montagne. La notizia della morte di Papa Francesco arriva quando la carovana è già allineata per dare il via a questi primi chilometri di gara. Il gruppo si toglie il casco in segno di rispetto e viene osservato un minuto di silenzio. L’applauso che accompagna l’ultimo saluto al Santo Padre diventa quello che saluta la partenza del 48° Tour of the Alps. Durante lo scorrere delle ore le nuvole grigie vengono soffiate via dolcemente da un vento lieve che apre il cielo ai raggi caldi del sole. Come un ultimo saluto di chi ci ha accompagnato con la sua presenza per tanti anni dando allo sport un valore di condivisione e unioneA donare un valore aggiunto a questa giornata ci pensa Giulio Ciccone, il quale dopo una tappa corsa con pazienza incorona il lavoro della Lidl-Trek con una vittoria che mancava da tanto tempo.

Ciccone vince la prima tappa del Tour of the Alps con un’azione da finisseur
Ciccone vince la prima tappa del Tour of the Alps con un’azione da finisseur

Un altro paio di occhiali

Così “Cicco” torna a regalare, o meglio lanciare, i suoi occhiali al pubblico con una forza e un ghigno di soddisfazione che fanno capire quanto mancassero queste emozioni. Ciccone ha il fuoco dentro, un animo pronto ad accendersi e incendiare qualsiasi corsa e il primo passo mosso al Tour of the Alps dona un’ulteriore scarica di adrenalina.

«Avevo messo un segno rosso su questa tappa – racconta l’abruzzese – e fin da ieri sera avevamo pensato a una tattica. La squadra è stata fantastica nel metterla in atto, per questo li ringrazio. Sono contento di rientrare alle corse dopo un periodo di ritiro in altura e trovare subito la vittoria. Mi serviva, soprattutto per il morale, perché l’anno scorso è stato un po’ difficile. Nonostante un’operazione a inizio stagione (al soprasella, ndr) e una condizione costruita non perfettamente ero comunque riuscito a fare bene, ma non a vincere».

L’anno giusto?

Per lo scalatore della Lidl-Trek la breve corsa a tappe dell’Euregio rappresenta il ritorno in gara. L’ultima volta che lo avevamo visto con il numero sulla schiena è stato alla Milano-Sanremo, poi da lì un periodo di stacco e un volo che lo ha portato in cima al Teide per preparare il grande obiettivo di stagione. Bisogna capire con quali ambizioni arriverà alla partenza di Durres, in Albania, tappe o classifica generale?

«L’ultima volta che ho corso il Giro d’Italia era il 2022 – racconta ancora in conferenza stampa Ciccone – tornerò alla corsa rosa dopo tre anni. E’ la mia gara preferita, quella che da bambino guardavo in televisione e grazie alla quale mi sono innamorato di questo sport. Per me correre il Giro d’Italia è già qualcosa di unico. Come ho detto negli ultimi anni, il mio obiettivo è quello di avere una stagione in cui arrivo alla partenza del Giro consapevole di aver fatto tutto al meglio e di stare bene. Nelle ultime stagioni ci sono stati diversi problemi e non ho mai avuto questa possibilità. Ora non voglio dirlo perché non voglio dirlo, però quest’anno le cose stanno andando nel verso giusto, non manca tantissimo ma manca ancora un po’ alla partenza. Non voglio sbilanciarmi o fantasticare troppo, l’unica cosa che chiedo è tranquillità e arrivare alla partenza consapevole di essere al 100 per cento».

Il cronometro come giudice

Nel 2024 un guaio fisico ha impedito a Ciccone di tornare al Giro. Nonostante una stagione di rincorsa il Tour de France ci aveva consegnato un corridore maturo e in grado di lottare per un posto nei dieci alla Grande Boucle. Il podio al Lombardia ci aveva lasciati con la curiosità di vedere l’abruzzese al suo meglio, ora questa chance si fa sempre più concreta.

«Riconosco – conclude Ciccone – che il mio problema principale è sempre stata la cronometro. Lo scorso anno ho perso la top 10 al Tour proprio nella tappa di Nizza. Ho cercato di lavorare su questo aspetto e di migliorare. Ne ho già corse due e le sensazioni sono state positive con dei risultati che mi hanno lasciato soddisfatto. Questo era il mio obiettivo principale durante l’inverno in vista di curare maggiormente la classifica generale o comunque in ottica delle corse a tappe».