Landa e il Giro: un sogno da rincorrere e un conto da chiudere

15.01.2025
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CALPE (Spagna) – Nel mondo del ciclismo, pochi nomi evocano emozioni come quello di Mikel Landa. Lo scalatore basco, celebre per le sue imprese in salita e il suo stile spettacolare, si prepara a guidare la Soudal-Quick Step nel prossimo Giro d’Italia. Con il sole che gli sbatte in faccia e spesso lo costringe a chiudere gli occhi, Mikel ci racconta della sua stagione, la 16ª da pro’. Il suo menu è ricco di obiettivi ambiziosi, il Giro appunto ma non solo: con la Spagna ha già alzato il braccio per il mondiale in Rwanda.

Landa viene da un 2024 solido tra il grande lavoro per Remco Evenepoel e le sue buone prestazioni alla Vuelta dove ha riassaporato il ruolo di leader. Il percorso del Giro poi gli evoca bei ricordi, tra Mortirolo e Colle delle Finestre. Anche se poi dice: «Al Giro sono stato in forma super in passato, ma per un motivo o per un altro non sono mai riuscito a vincerlo». Insomma, Mikel sembra mentalizzato come poche altre volte lo abbiamo visto. Dopo 22 gradi Giri nel sacco di cui 7 corse rosa, il basco ci riprova e lo farà con la piena convinzione della squadra stavolta. Aspetto non da poco.

Mikel Landa, classe 1989, ha messo nel mirino anche il mondiale in Rwanda
Mikel Landa, classe 1989, ha messo nel mirino anche il mondiale in Rwanda
Mikel, partiamo dal tuo programma?

Inizierò con Strade Bianche e Tirreno-Adriatico, poi passerò alla Volta a Catalunya e quindi verrò al Giro d’Italia. Mi sento pronto e motivato. Non sarà facile, ci sono molti contendenti forti, ma vedremo come andrà. La squadra è molto competitiva e questo mi dà fiducia.

Senza Remco avrai più occasioni di essere leader?

Non lo so ancora. Sicuramente alla Volta a Catalunya ci sarà un gruppo di scalatori forti e vedremo chi sarà il capitano. Non è un problema per me, l’importante è lavorare bene insieme. Rispetto all’anno scorso, le dinamiche sono cambiate un po’ non facendo un calendario a strettissimo contatto con Remco, ma questo rende tutto più interessante.

E’ cambiato anche il tuo ruolo nella Soudal-Quick Step?

L’anno scorso ho avuto opportunità importanti, come alla Vuelta, e mi sono divertito molto. Ho imparato tanto collaborando con Remco Evenepoel. Quest’anno avrò più responsabilità all’inizio della stagione, ma sarò anche pronto a supportare Remco e gli altri nei momenti chiave, come al Tour de France.

Landa e Remco: un primo anno positivo per questo due ispanico-belga
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Parlando del Giro, pensi che l’assenza di corridori come Pogacar e Vingegaard renda la lotta più aperta?

Sicuramente è più facile senza nomi come Pogacar, ma ci saranno comunque molti avversari forti. In grandi gare chi arriva davanti va sempre forte e per esperienza dico che non è mai semplice. Quello che posso fare io? Essere al top della forma e prepararmi al meglio.

Sarà una lotta tra spagnoli la prossima corsa rosa? Ci sei tu, Ayuso, Pello Bilbao…

Ah non so! Difficile da dire. Ma non siamo i soli. Ci sono molti corridori forti. Penso a Roglic per esempio.

Come stai lavorando per migliorare i tuoi punti deboli?

Per me la cronometro è sempre stata un punto debole. Quest’anno voglio concentrarmi su questo aspetto per fare meglio, dopo un anno con gli stessi materiali si può migliorare. I miei allenatori stanno lavorando su una preparazione mirata. Non ci sono segreti è importante allenarsi duramente e curare ogni dettaglio.

Mikel, la news della tua presenza al Giro è stata accolta con grande favore. Hai molti tifosi anche in Italia. Come te lo spieghi?

Penso che tutto sia iniziato con il Giro del 2015, quando ho ottenuto risultati importanti e ho aiutato Aru. Abbiamo lottato con Contador. Da allora ho corso spesso in Italia e mi sono sempre trovato bene. Il calore dei tifosi italiani è speciale, lo sento ogni volta che corro da voi.

Maggio 2015 e con una doppietta a Madonna di Campiglio e all’Aprica, l’Italia scopre Landa. Mikel vince all’Aprica
Maggio 2015 e con una doppietta a Madonna di Campiglio e all’Aprica, l’Italia scopre Landal. Mikel vince all’Aprica
Quale sarà la tua preparazione prima del Giro?

Farò un periodo in altura dopo il Catalunya, probabilmente a Sierra Nevada, con la squadra (Mikel non dovrebbe fare le Ardenne, ndr). L’altura è fondamentale per arrivare al massimo della forma nelle grandi corse a tappe.

Prima hai accennato ad una squadra forte: puoi dirci qualcosa sui tuoi compagni che ti accompagneranno al Giro?

Io credo che ci saranno Gianmarco Garofoli, un giovane scalatore promettente, Josef Cerny, che è un corridore molto affidabile. E anche Valentin Paret-Peintre. Forse ci saranno anche altri giovani come Paul Magnier, uno sprinter talentuoso. Sarà una squadra equilibrata, con corridori pronti a supportarmi nelle tappe più dure. Sono molto fiducioso. Voglio continuare a migliorare e a divertirmi. Il ciclismo è una passione e una sfida continua. Ogni stagione porta nuove opportunità e voglio sfruttarle al meglio.

Prima di ripartire dalla Spagna abbiamo raccolto anche due chicche relative a Mikel. La prima riguarda il suo futuro. A 35 anni suonati non è detto che Landa si ritiri, anzi… E poi ha anche espresso un sogno: fare Giro, Tour e Vuelta nello stesso anno. «Se non lo faccio – abbiamo letto su Marca – almeno una volta, sento che potrei pentirmene».