CALPE (Spagna) – Nel mondo del ciclismo, pochi nomi evocano emozioni come quello di Mikel Landa. Lo scalatore basco, celebre per le sue imprese in salita e il suo stile spettacolare, si prepara a guidare la Soudal-Quick Step nel prossimo Giro d’Italia. Con il sole che gli sbatte in faccia e spesso lo costringe a chiudere gli occhi, Mikel ci racconta della sua stagione, la 16ª da pro’. Il suo menu è ricco di obiettivi ambiziosi, il Giro appunto ma non solo: con la Spagna ha già alzato il braccio per il mondiale in Rwanda.
Landa viene da un 2024 solido tra il grande lavoro per Remco Evenepoel e le sue buone prestazioni alla Vuelta dove ha riassaporato il ruolo di leader. Il percorso del Giro poi gli evoca bei ricordi, tra Mortirolo e Colle delle Finestre. Anche se poi dice: «Al Giro sono stato in forma super in passato, ma per un motivo o per un altro non sono mai riuscito a vincerlo». Insomma, Mikel sembra mentalizzato come poche altre volte lo abbiamo visto. Dopo 22 gradi Giri nel sacco di cui 7 corse rosa, il basco ci riprova e lo farà con la piena convinzione della squadra stavolta. Aspetto non da poco.
Mikel, partiamo dal tuo programma?
Inizierò con Strade Bianche e Tirreno-Adriatico, poi passerò alla Volta a Catalunya e quindi verrò al Giro d’Italia. Mi sento pronto e motivato. Non sarà facile, ci sono molti contendenti forti, ma vedremo come andrà. La squadra è molto competitiva e questo mi dà fiducia.
Senza Remco avrai più occasioni di essere leader?
Non lo so ancora. Sicuramente alla Volta a Catalunya ci sarà un gruppo di scalatori forti e vedremo chi sarà il capitano. Non è un problema per me, l’importante è lavorare bene insieme. Rispetto all’anno scorso, le dinamiche sono cambiate un po’ non facendo un calendario a strettissimo contatto con Remco, ma questo rende tutto più interessante.
E’ cambiato anche il tuo ruolo nella Soudal-Quick Step?
L’anno scorso ho avuto opportunità importanti, come alla Vuelta, e mi sono divertito molto. Ho imparato tanto collaborando con Remco Evenepoel. Quest’anno avrò più responsabilità all’inizio della stagione, ma sarò anche pronto a supportare Remco e gli altri nei momenti chiave, come al Tour de France.
Parlando del Giro, pensi che l’assenza di corridori come Pogacar e Vingegaard renda la lotta più aperta?
Sicuramente è più facile senza nomi come Pogacar, ma ci saranno comunque molti avversari forti. In grandi gare chi arriva davanti va sempre forte e per esperienza dico che non è mai semplice. Quello che posso fare io? Essere al top della forma e prepararmi al meglio.
Sarà una lotta tra spagnoli la prossima corsa rosa? Ci sei tu, Ayuso, Pello Bilbao…
Ah non so! Difficile da dire. Ma non siamo i soli. Ci sono molti corridori forti. Penso a Roglic per esempio.
Come stai lavorando per migliorare i tuoi punti deboli?
Per me la cronometro è sempre stata un punto debole. Quest’anno voglio concentrarmi su questo aspetto per fare meglio, dopo un anno con gli stessi materiali si può migliorare. I miei allenatori stanno lavorando su una preparazione mirata. Non ci sono segreti è importante allenarsi duramente e curare ogni dettaglio.
Mikel, la news della tua presenza al Giro è stata accolta con grande favore. Hai molti tifosi anche in Italia. Come te lo spieghi?
Penso che tutto sia iniziato con il Giro del 2015, quando ho ottenuto risultati importanti e ho aiutato Aru. Abbiamo lottato con Contador. Da allora ho corso spesso in Italia e mi sono sempre trovato bene. Il calore dei tifosi italiani è speciale, lo sento ogni volta che corro da voi.
Quale sarà la tua preparazione prima del Giro?
Farò un periodo in altura dopo il Catalunya, probabilmente a Sierra Nevada, con la squadra (Mikel non dovrebbe fare le Ardenne, ndr). L’altura è fondamentale per arrivare al massimo della forma nelle grandi corse a tappe.
Prima hai accennato ad una squadra forte: puoi dirci qualcosa sui tuoi compagni che ti accompagneranno al Giro?
Io credo che ci saranno Gianmarco Garofoli, un giovane scalatore promettente, Josef Cerny, che è un corridore molto affidabile. E anche Valentin Paret-Peintre. Forse ci saranno anche altri giovani come Paul Magnier, uno sprinter talentuoso. Sarà una squadra equilibrata, con corridori pronti a supportarmi nelle tappe più dure. Sono molto fiducioso. Voglio continuare a migliorare e a divertirmi. Il ciclismo è una passione e una sfida continua. Ogni stagione porta nuove opportunità e voglio sfruttarle al meglio.
Prima di ripartire dalla Spagna abbiamo raccolto anche due chicche relative a Mikel. La prima riguarda il suo futuro. A 35 anni suonati non è detto che Landa si ritiri, anzi… E poi ha anche espresso un sogno: fare Giro, Tour e Vuelta nello stesso anno. «Se non lo faccio – abbiamo letto su Marca – almeno una volta, sento che potrei pentirmene».