MILANO – Cattaneo parlotta con Ganna, poi Filippo si sposta e arriva Lorenzo Milesi. L’iridato U23 della crono è appena tornato dalle vacanze, con il grosso punto interrogativo su dove correrà nel 2024: se ancora al Team DSM-Firmenich o alla Ineos Grenadiers. Con i due si scherza delle Olimpiadi: se portano Ganna, l’altro è Cattaneo. Due della Ineos sarebbero troppi. Ridono. Il Giro d’Onore della FCI è una bella occasione anche per loro.
I ragazzi del 1990
Poi Cattaneo torna serio. Con lui si può parlare di Evenepoel, come dell’arrivo di Moscon. Di Bagioli e Ballerini andati via, del nuovo corso della Soudal-Quick Step, il cui spirito secondo Remi Cavagna, che l’ha lasciata, si sarebbe annacquato. Gli raccontiamo anche dell’intervista con Sbaragli di qualche giorno fa, quando ci rendemmo conto che dei fantastici corridori classe 1990, portatori di grandi promesse con atleti come Aru e Moreno Moser, sono rimasti soltanto lui, il toscano e Fabio Felline. Mattia alza gli occhi al cielo.
«Non è una cosa facile avere 33 anni in questo ciclismo – ammette – però la carriera che ho avuto mi aiuta. All’inizio ho avuto qualche anno difficile, quindi non ho consumato tutto quello che avevo e adesso comincio a ottenere i miei risultati. Logicamente l’età avanza, quindi alla fine dovrò farci i conti, però il livello che sono riuscito a ottenere anche quest’anno per me è ottimo, quindi spero di durare il più a lungo possibile».
Che anno è stato per te il 2023?
Penso il migliore da quando sono professionista. Sono super contento, però ormai è passato e bisogna già guardare avanti.
Cosa hai pensato quando si è cominciato a parlare della fusione fra la tua squadra e la Jumbo-Visma?
Ormai in questo ciclismo non puoi essere sicuro di niente, però io ero sereno. Sapevo di aver fatto una super stagione per quello che è il mio lavoro e di conseguenza, detta fuori dei denti, credo che nella peggiore delle ipotesi una squadra l’avrei trovata. Ero tranquillo, non arrivavo da un anno in cui non avevo fatto niente. In caso contrario, magari avrei pensato che se ci fosse stata la fusione, sarei rimasto a piedi…
Nel frattempo in ogni caso dalla squadra sono andati via anche alcuni nomi di rilievo. Cavagna ha detto che il Wolfpack non è più quello di un tempo…
Ne avevamo già parlato prima della Vuelta e le cose si stanno confermando. Io credo che quando cambi così tanti corridori, è logico che hai bisogno di un po’ di rodaggio per creare il gruppo. Non è più la Quick Step di qualche anno fa, ma è inevitabile perché c’è Remco che condiziona gran parte delle scelte, come è giusto che sia quando hai un corridore del genere.
Deve crearsi di nuovo il clima giusto?
Ci sono tanti giovani e tanti nuovi elementi che arrivano nella squadra con l’idea di entrare nel Wolfpack, quindi secondo me sono nuova linfa perché questa cosa torni visibile, perché alla fine tra di noi c’è sempre stata. Non così evidente, però c’è sempre stata.
La tua storia parla di anni iniziali difficili alla Lampre, poi del rilancio con l’Androni e in qualche modo di una consacrazione nel gruppo Quick Step. Credi che Moscon potrà approfittarne come è successo a te?
Ho sempre detto, senza offendere l’uno né l’altro, che è la Quick Step è un’Androni con più soldi. Nel senso che è una famiglia e credo che sia la squadra giusta per cercare un rilancio. Credo che Gianni abbia vissuto anni un po’ complicati per una serie di motivi e credo che questa sia la squadra giusta per ritrovare il Moscon di qualche anno fa. Secondo me avevamo bisogno di uno come lui nelle classiche del pavé in cui eravamo un po’ meno forti e lui secondo me è un innesto che, se rende come dovrebbe, potrebbe fare la differenza.
Come hai vissuto, al contrario le partenze di Bagioli e Ballerini?
Per “Bagio” alla fine credo che sia stato giusto così. Alla fine, se aveva ambizioni personali, è giovane e ci sta che abbia cercato una squadra che gli lasci più spazio. Per Ballerini mi dispiace, perché secondo me era un uomo importante per quella fascia delle classiche. Non conosco bene le dinamiche di tutte le cose. Va in una squadra dove comunque è già stato, conosce l’ambiente che trova, quindi evidentemente ha fatto la sua scelta. Dispiace perché secondo me poteva essere una pedina importante per noi al Nord.
Per il prossimo anno immagini un cammino parallelo a quello di Remco nei grandi Giri e strizzi un occhio alle Olimpiadi?
Le Olimpiadi sono un sogno, ma non è facile. Senza girarci attorno, abbiamo due posti per la crono e uno è di Ganna. Poi ci sono altri tre o quattro che si giocano il secondo. Io cercherò di fare il massimo, ma come al solito saranno le gambe, Velo e Bennati ad avere l’ultima parola.