Ineos Grenadiers: mai visti così tanti capitani…

20.04.2021
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Pochi acquisti ma di spicco per il Team Ineos Grenadiers, fortemente determinata a reimpossessarsi di quel ruolo di riferimento assoluto per le corse a tappe dopo lo straordinario Giro d’Italia 2020, culminato con il trionfo di Tao Geoghegan Hart. La partenza di Chris Froome, invece che lasciare più spazio ai capitani già presenti, ha allargato il numero di frecce disponibili, con l’arrivo di Adam Yates, britannico anche lui alla ricerca del rilancio dopo qualche occasione fallita.

Tirreno Adriatico 2021, Egan Bernal alle prime prove del 2021
Tirreno Adriatico 2021, Egan Bernal alle prime prove del 2021

Bernal al Giro

Toccherà a lui, insieme a Thomas, all’ex maglia rosa Carapaz e al già citato Geoghegan Hart costituire alternative a Bernal, il trionfatore del Tour 2019 che dopo le difficoltà della scorsa stagione è ripartito dal Giro d’Italia nella sua caccia ai grandi successi nelle corse a tappe. Come si vede, un tale affollamento di punte permetterà di schierare sempre alternative, addirittura triple sperando che non ci si pesti i piedi, ma il motto della squadra è sempre stato “la corsa decide il capitano, non il contrario”.

Ganna Sanremo 2021
Ganna è in prospettiva il talento più eclettico per Ineos
Ganna Sanremo 2021
Ganna è in prospettiva il talento più eclettico per Ineos

Prospettiva Ganna

La Ineos però è anche altro, anzi si è portati a pensare che il grande acquisto della squadra sia… Filippo Ganna. Il campione del mondo a cronometro è atteso da un anno incentrato sull’esperienza olimpica, poi si penserà ad allargare i suoi orizzonti non più solo come passista per le gare contro il tempo, ma anche come cacciatore di un certo tipo di classiche.

Il nuovo Moscon

Certamente con gente come lui, Dennis, il neoarrivato Porte (terzo all’ultimo Tour ma pronto ora al ruolo di luogotenente) ogni cronosquadre avrà nell’Ineos la netta favorita, ma in questo panorama ci sono altri corridori che reclamano spazio, da Sivakov, considerato ottimo specialista per le corse a tappe medio-brevi, a Moscon, che vuole ritrovare l’antico smalto, facendo intanto crescere con calma quel Pidcock pronto a diventare un’altra delle tante punte del team.

L’ORGANICO

Nome CognomeNato aNaz.Nato ilPro’
Andrey AmadorSan JoséCol29.08.19862009
Leonardo BassoCastelfranco V.Ita25.12.19932018
Egan A.Bernal GomezBogotàCol13.01.19972016
Richard CarapazEl CarmeloEcu29.05.19932017
Jonathan CastroviejoGetxoEsp27.04.19872008
Laurens De PlusAalstBel04.09.19952016
Rohan DennisAdelaideAus28.05.19902013
Owain DoullCardiffGbr02.05.19932017
Edward DunbarBanteerIrl01.09.19962018
Filippo GannaVerbaniaIta25.07.19962017
Tao Geoghegan HartLondraGbr30.03.19952017
Michal GolasTorunPol29.04.19842008
Ethan HayterLondraGbr18.09.19982020
Sebastian Henao GomezRionegroCol05.08.19932014
Michal KwiatkowskiChelmzaPol02.06.19902010
D.F.Martinez PovedaBogotàCol25.04.19962015
Gianni MosconTrentoIta20.04.19942016
J.M.Narvaez PradoPlayon S.FranciscoEcu04.03.19972017
Thomas PidcockLeedsGbr30.07.19992021
Richie PorteLauncestonAus30.01.19952010
Salvatore PuccioMenfiIta31.08.19892012
Brandon S.Rivera VargasZipaquiraCol21.03.19962019
Carlos Rodriguez CanoAlmunecarEsp02.02.20012020
Luke RoweCardiffGbr10.03.19902012
Pavel Alekseevic SivakovS.Donà Piave (ITA)Rus11.07.19972018
Ivan R.Sosa CuervoPascaCol31.10.19972017
Ben SwiftRotherhamGbr05.11.19872009
Geraint ThomasCardiffGbr25.05.19862007
Dylan Van BaarleVoorburgNed21.05.19922014
Cameron WurfHobartAus03.08.19832007
Adam YatesBuryBury07.08.19922014

DIRIGENTI

Dave BrailsfordGbrGeneral Manager
Oliver CocksonGbrDirettore Sportivo
Xavier Artetxe GesuragaEspDirettore Sportivo
Kurt BogaertsBelDirettore Sportivo
Dario David CioniItaDirettore Sportivo
Stephen CummingsGbrDirettore Sportivo
Carsten JeppesenDenDirettore Sportivo
Servais KnavenNedDirettore Sportivo
Christian KneesGerDirettore Sportivo
Brett LancasterAusDirettore Sportivo
Ole Gabriel RaschNorDirettore Sportivo
Matteo TosattoItaDirettore Sportivo
Xavier Zandio EchaideEspDirettore Sportivo

DOTAZIONI TECNICHE

La collaborazione fra il Team Ineos e Pinarello ha scritto alcune delle più belle pagine di ciclismo, a partire dal 2012, quando Bradley Wiggins vinse il primo Tour in maglia Sky, seguito poi dalle 4 vittorie di Froome, quella di Thomas e quella di Bernal, cui si sono aggiunte le due Vuelta di froome e il suo Giro. La Pinarello F12 del team, unica bici del WorldTour per scelta senza freni a disco, viaggia appaiata alla Bolide per le crono.

CONTATTI

INEOS GRENADIERS (UK)

Hawkslease, Chapel Lane, SO43 7FG Lyndhurst (GBR)

info@ineosgrenadiers.com – www.ineosgrenadiers.com

Facebook: @ineosgrenadiers

Twitter: @ineosgrenadiers

Instagram: ineosgrenadiers

Innsbruck ci riporta un grande Moscon

19.04.2021
5 min
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Tre anni dopo, lo stesso arrivo. Moscon è passato sul traguardo soffiando via la fatica e sorridendo. Quando si è fermato oltre le transenne, i compagni che arrivavano di volta in volta, si sono avvicinati salutandolo come un amico che finalmente ha ritrovato la strada. Mentre Innsbruck lasciava filtrare raggi di sole, dopo la neve sul Brennero. Inizio migliore per il Tour of the Alps era difficile disegnarlo.

Nel 2018, sullo stesso arrivo, un quinto posto con qualche rimpianto
Nel 2018, sullo stesso arrivo, un quinto posto con qualche rimpianto

Un quinto amaro

Nel 2018 era arrivato al mondiale sullo slancio della rabbia per l’espulsione dal Tour e grazie al lavoro sottile di Cassani. Nella Innsbruck che chiamava Nibali, ci pensò Gianni a tenere davanti la maglia azzurra. Lo Squalo mostrò il fianco dopo la caduta del Tour, l’intervento alla schiena e la ripresa miracolosa. Moscon provò a resistere al forcing di Valverde, ma alla fine non riuscì a tenere i primi. Anche oggi era al rientro, ma dalla caduta di Kuurne e la frattura dello scafoide, venuta all’indomani di quel bello scatto sul Grammont. Con lui stava lavorando da un paio di mesi Tosatto e le parole del tecnico trevigiano in una gelida serata a casa sua erano suonate profetiche.

Neve sul Brennero, poi finalmente il sole a Innsbruck
Neve sul Brennero, poi finalmente il sole a Innsbruck

La Liegi e il Giro

Anche stamattina, il Toso e Cioni raccontavano ai piedi del pullman. «Gianni sta bene – dicevano – ma certo questa è la prima corsa. E’ stato per due settimane sul Pordoi, si è allenato davvero bene. Da solo, c’era la sua ragazza. L’obiettivo è arrivare bene al Giro e la Liegi che correrà dopo questo Tour of the Alps sarà un bel passaggio verso Torino. Difficile possa pensare di vincere, ma anche lavorare per la squadra può essere un bel crescere».

Difficile capire se stessero bluffando o non si rendessero conto della motivazione del ragazzo, in ogni caso la fiducia era tanta.

Alessandro De Marchi e una fuga per guadagnarsi il posto al Giro
Alessandro De Marchi e una fuga per guadagnarsi il posto al Giro

Adesso Gianni è qua davanti, il baccano del podio rende difficile ascoltarsi. E’ sorridente ed ha finalmente addosso la voglia di raccontare.

Con questo rettilineo avevi un conto in sospeso…

Sono già passati tre anni. E’ bello vincere qui, abito a 200 metri. Conoscere le strade è stato importante, ma puoi avere in testa tutti gli attacchi del mondo, è la gara che decide.

Nel finale hai parlato con i compagni, l’attacco era previsto?

Sapevamo che fosse una tappa per attaccare e io sapevo di avere la mia chance. L’abbiamo interpretata bene e mi sono fatto in anticipo il regalo di compleanno. Ho seguito l’istinto, ho visto che eravamo al limite. Tutti vogliono vincere e stavolta è andata nel verso giusto per me. A volte provi e va male, a volte provi e funziona. Non vincevo dal 21 ottobre del 2018, al Tour of Guanxi. Era importante farlo ancora.

Savini e Umba nella fuga dei quattro ripresa in finale
Savini e Umba nella fuga dei quattro ripresa in finale
Quanto è stato duro doversi fermare per lo scafoide rotto?

Molto duro. Era una brutta frattura e c’è voluto tanto perché guarisse. Però non ho perso la voglia di lottare.

Tosatto ha dovuto insistere perché gli permettessero di portarti qui.

Toso ha sempre creduto in me, anche nei momenti peggiori. Quando parti sapendo che in squadra c’è chi crede in te, il morale è già un’altra cosa.

Tosatto crede in te e Cioni ti allena, sembra tutto perfetto ora…

Con Dario mi sono allenato i primi anni, ottenendo anche dei risultati inaspettati. Poi la voglia di strafare ti fa superare il sottile limite tra andare forte e non andare più. Io credo che mi sia successo questo. Tornare ad allenarmi con Dario è stato come tornare a casa. Ho ritrovato la leggerezza, la voglia di divertirmi sulla bicicletta. Perché il ciclismo è certamente fatica e sofferenza, ma in allenamento devi anche divertirti, sennò non vai avanti. Per cui dico grazie a chi ha creduto in me.

La svolta è stata davvero radicale: alimentazione e allenamento…

Al Team Ineos non c’è mai stato un vero regime alimentare, siamo abbastanza liberi di seguire la nostra dieta. Ma quando si vuole portare l’asticella più in alto, si pensa che limare quel mezzo chilo per far crescere il rapporto potenza/peso sia una cosa che funziona. Allo stesso modo fai una ripetuta di più in salita, ma arrivi al punto che tanto lavoro non dà più frutti e diventa controproducente. A me è successo questo. Pesavo poco, ma non spingevo.

Mentre adesso?

Ora mi alleno meglio e mangio meglio. Sono sempre stato un atleta potente, non ho bisogno di essere anoressico per andare forte in salita. E così ho ritrovato il mio spunto.

Dopo l’arrivo, aspettando i compagni più contenti di lui
Dopo l’arrivo, aspettando i compagni più contenti di lui
Ultimo pensiero per Nibali, anche lui con il polso malmesso…

Le fratture sono diverse, ma il Giro è vicino. Se possa tornare dipende dalla sua voglia di rischiare che cadendo la frattura possa riaprirsi. Ma è un grande campione, anche al 90 per cento può dire la sua e trovare la condizione durante il Giro. Sarà un avversario, ma gli auguro di guarire bene e di rivederci presto.

Domani è il tuo compleanno.

Ventisei anni. Stasera festeggerò con la squadra e poi vivrò alla giornata. Sono sceso dal Pordoi mercoledì e ho in programma la Liegi. Questi saranno giorni chiave, un bel blocco di lavoro per arrivare bene al via da Torino.

Fiandre, Bartoli punta su Ballerini (e su Moscon)

08.03.2021
4 min
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Il Giro delle Fiandre si avvicina e chi lo conosce bene, chi lo ha già affrontato sa che non è una classica come le altre. E’ quasi un crocevia nel corso della stagione, un momento fondamentale di passaggio, che emette verdetti mai banali. Lo sa bene Michele Bartoli, che lo vinse nel 1996 finendo ininterrottamente nei primi 10 fra il ’95 e il ’99.

L’apricorsa di solito teneva a bada il pubblico, ma il pubblico non ci sarà
L’apricorsa di solito teneva a bada il pubblico, ma il pubblico non ci sarà

«E’ una gara completa – dice – che può essere vinta da un gran numero di corridori perché può finire in svariati modi: con un’azione solitaria, un gruppo ristretto ma anche una selezione più moderata. Non sai mai come si evolverà, per questo il Fiandre non si vince solo in base al fisico, ma serve un complesso di caratteristiche. Dicono che sia una corsa altimetricamente impegnativa, ma non è certo per quegli scalatori troppo leggeri che possono essere rimbalzati via».

E’ una corsa dispendiosa più fisicamente o mentalmente?

Entrambe. Per affrontarla al meglio serve una grande concentrazione perché in ogni momento può accadere qualcosa, devi essere sempre sul chi va là. In ogni fase c’è una decisione da prendere per risparmiare quelle energie che ti saranno fondamentali più avanti, per attaccare o rispondere agli avversari. Certo, oggi con le radioline, con le ammiraglie che tutto controllano e ti avvertono è più facile, ma devi comunque essere sveglio e saperti muovere.

Anche Moscon è adatto al Fiandre. Qui nel 2017, il suo anno migliore: 15°
Anche Moscon è adatto al Fiandre. Qui nel 2017, il suo anno migliore: 15°
Quando correvi tu, le radioline non c’erano: quanto contava la figura del “regista in corsa”?

Tantissimo, proprio perché serviva saperla leggere in ogni momento. Quella è una qualità primaria per un corridore perché la fantasia, il colpo a effetto nascono da questo. Le radioline hanno un po’ svilito il nostro mestiere, ma sarebbe un discorso lungo da affrontare…

Ci sono momenti in cui ti puoi rilassare?

No, anche le fasi iniziali hanno il loro peso, più che in altre corse anche le fughe iniziali che possono sembrare velleitarie possono avere invece un significato, essere tentativi a tutti gli effetti o base per successivi attacchi. E’ fondamentale studiare prima della corsa, conoscere il percorso nei minimi particolari, perché devi decidere metro dopo metro che cosa fare, è una corsa che può cambiare in qualsiasi momento, non puoi sapere mai come andrà a finire.

Michele Bartoli, Giro delle Fiandre 1996
Michele Bartoli conquista così, in solitudine, il Fiandre del 1996
Michele Bartoli, Giro delle Fiandre 1996
Michele Bartoli conquista così il Fiandre del 1996
Quali sono i corridori italiani ideali attualmente per il Giro delle Fiandre?

Io ne identifico due, molto diversi fra loro: Davide Ballerini e Gianni Moscon. Ballerini è il corridore ideale per il Fiandre perché può adattarsi a varie soluzioni tattiche, unendo velocità e resistenza. Sono anni che gli dico che ha un grande spunto veloce e finalmente in questa stagione lo sta mettendo a frutto. Davide può attaccare da lontano ma anche seguire le azioni e sfruttare il suo spunto nel finale. Nessuno vuole portarselo con sé all’arrivo, troppo pericoloso. Ballerini è il prototipo ideale del corridore per il Fiandre.

E Moscon?

Lui ha bisogno di una situazione diversa, serve una corsa dura nella quale poter attaccare anche da lontano (purtroppo la caduta di Kuurne e la frattura del polso potrebbero rendere parecchio difficile il suo compito il prossimo 4 aprile, ndr). E’ importante che sia innanzitutto lui a credere nelle sue possibilità, ma il Fiandre è ideale per il suo modo di correre perché gli offre molte occasioni per far saltare il banco. Per vincere d’altronde, per lui come per chiunque altro, serve la corsa perfetta, nella quale tutto deve andare nella maniera migliore proprio perché è una corsa complicata come nessun’altra. Peccato per quel che gli è accaduto, poteva davvero essere l’anno buono…

Quello scatto di Moscon sul Muur è un raggio di sole

27.02.2021
4 min
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Non è Pidcock, è Moscon che scatta sul Muur. In fuga c’era il britannico che sulle salite guadagnava. Per questo quando il gruppo ha ripreso Alaphilippe e gli altri attaccanti e si è vista una maglia Ineos scattare sul Muur, si è pensato quasi subito che fosse il folletto del cross, che l’anno scorso ha vinto il Giro d’Italia U23. Poi però l’inquadratura ha stretto e ci siamo accorti tutti che l’uomo della Ineos Grenadiers era Gianni. E in quel momento è sembrato che il trentino fosse partito per riprendersi dal destino tutto quello che a vario titolo ha lasciato lungo strada.

Moscon s’è alzato sui pedali, come quando veniva quassù da giovane, come il ragazzo che sta ricercando nel nuovo anno. Per un secondo è sembrato quasi piantarsi, poi ha dato tutto nella seconda parte della salita e ha preso il largo. Quel muro è il teatro della storia, anche senza pubblico. E’ bastato socchiudere gli occhi per rivederci Bartoli e Ballan e tifare d’istinto per il trentino all’attacco.

I muri sono quelli del Fiandre, l’assenza di pubblico surreale
I muri sono quelli del Fiandre, l’assenza di pubblico surreale

Zona mista

L’Omloop Het Nieuwsblad l’ha vinta Ballerini. Attraverso la zona mista ricavata per consentire ai giornalisti di parlare con i corridori, prima che spariscano in quella matrioska di salvaguardia formata dai pullman nella bolla, sfilano i volti e le gambe impolverati dopo la prima sfida del Nord. Gilbert è sommerso dai microfoni belgi e come lui Naesen, due postazioni più avanti. Van Avermaet lo riconosci per il casco d’oro nella selva delle telecamere. Poi passa Pidcock, ma nessuno lo ferma. E dietro Pidcock arriva Moscon, la mascherina nera sul volto scuro di sole e sporco. Una voce, si volta e si ferma. Ha il sorriso di quando un po’ sei soddisfatto delle sensazioni in gara e un po’ ti fa piacere che qualcuno te lo chieda. Non c’è niente di peggio della fatica poco apprezzata.

Abbiamo visto tante cadute, Moscon ha confermato il nervosismo del gruppo
Abbiamo visto tante cadute, Moscon ha confermato il nervosismo del gruppo

Mood belga

Due convenevoli, una battuta e poi si entra nel vivo della corsa, mentre Gianni ha abbassato la mascherina e parla guardando fisso davanti a sé, quasi ripassando nella mente le immagini della corsa.

«Ci ho provato – dice – era importante entrare un po’ nel mood delle gare in Belgio. Poi c’era vento contro e comunque il gruppo dietro era abbastanza organizzato. Quindi abbiamo provato nel finale a tirare la volata per il nostro velocista Etan Hayter, ma è caduto…».

Caro cambio…

Passa Alaphilippe, che scambia due battute con Alessandro Tegner e ci accorgiamo che accanto a lui, mascherata ma con stile, c’è la sua Marion Rousse. E intanto Gianni va avanti guardando avanti, spiegando come mai a un certo punto abbiamo avuto la sensazione che si piantasse.

«Ho il cambio che sul Muur saltava un po’ – ammette – ma ho cercato di gestirmi un po’ in base a come conoscevo la salita. Sapevo di dover arrivare alla curva a sinistra e da lì dare il massimo per arrivare a tutta in cima e avere il vantaggio per andar via».

Dopo l’arrivo, Gianni Moscon discretamente ottimista: domani correrà ancora a Kuurne
Dopo l’arrivo, Gianni Moscon ottimista

Un raggio di sole

E’ stato un raggio di sole sul Muur, un assaggio, niente di indimenticabile. Ma potrebbe trasformarsi domani nel primo segno di un ritorno tanto atteso.

«Sto bene – dice – ma in Belgio si lima tanto, non è solo questione di gambe. Spesso è un fatto di posizioni. E qua in questa prima gara c’è davvero chi rischia l’osso del collo. Tante cadute, una per ogni curva. L’importante era sopravvivere e arrivare al finale per giocarsela. E devo dire che la gamba c’era e anche l’occhio. Siamo solo all’inizio e abbiamo iniziato quasi bene».

Mister Cioni ci presenta il Moscon 2.0

18.02.2021
4 min
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Quest’anno dovremmo ritrovare tra i grandissimi anche Gianni Moscon. L’ultima volta che lo avevamo sentito, il trentino ci era sembrato più che brillante, sereno e motivato. Ne abbiamo parlato con il suo preparatore, ed ex diesse Dario David Cioni, uno degli uomini che da sempre gli è più vicino, che lo conosce profondamente.

Cioni è uno dei tecnici storici del gruppo di Sir Brailsford
Cioni è uno dei tecnici storici del gruppo di Sir Brailsford
Dario, come avevi trovato Moscon sul finire della scorsa stagione?

La stagione scorsa è stata una stagione strana per tutti e per lui in particolare. Ha avuto un contrattempo dietro l’altro legato al covid e per una serie di coincidenze ha corso pochissimo. Ad un certo punto è stato lui a dire basta. Voleva metterci una pietra sopra. Non riusciva a riprendersi. Voleva finire la stagione.

Qualcuno diceva anche che avesse messo su peso…

Io l’ho visto al Giro e non mi sembrava così. Magari non era nel peso forma, non avendo più corso era normale. Ma non era sovrappeso. E poi quando lui è a casa riesce a mantenerlo bene.

E il Moscon 2021 come lo hai trovato?

Un grande Gianni, molto più tranquillo, con più voglia di correre e di fare bene. Sicuro che ha sofferto. Non riusciva ad esprimersi come voleva. Adesso vuol correre e cercare la vittoria, come poi ha già fatto vedere in Francia al Tour de la Provence.

Questo modo di correre così all’attacco della Ineos-Grenadiers in qualche modo lo stuzzica?

E’ modo di correre che gli piace e gli si addice. Per lui che è un attaccante è un vantaggio e quindi è possibile che abbia più libertà.

Gianni Moscon (27 anni ad aprile) è alla sua sesta stagione da pro’ (foto Instagram)
Gianni Moscon, 27 anni ad aprile, alla 6ª stagione da pro’ (foto Instagram)
Moscon ha parlato di quanto siate importanti tu e Tosatto, ma più in generale si può notare quanti tecnici italiani ci siano nelle grandi squadre, pur non essendoci team italiani: Martinelli, Guercilena, adesso anche Piva e molti altri. E’ la forza della nostra scuola?

Io sono arrivato dopo di altri, già c’erano Bramati e Guercilena, ma evidentemente è un fatto che l’Italia crei buoni diesse e lo stesso facevano le vecchie squadre. Penso alla Mapei, alla Fassa Bortolo… Noi abbiamo avuto buoni insegnanti e adesso speriamo d’insegnare a nostra volta qualcosa di buono.

E ci riuscirete?

Speriamo. Siamo in molti della generazione che correva ad inizio 2000. Al tempo però c’erano moltissime squadre italiane. Le lingue parlate in gruppo erano francese, italiano e spagnolo. E questo discorso non vale solo per i diesse, ma anche per i meccanici, i massaggiatori. E’ un peccato che non ci sia una squadra con sponsor e licenza italiana.

L’ultima vittoria di Moscon è stato il Tour of Guangxi 2018
L’ultima vittoria di Moscon è stato il Tour of Guangxi 2018
Torniamo a Moscon. Come lo stai allenando?

Abbiamo fatto un passo indietro. Siamo tornati al vecchio programma, quello di due anni fa, quando era poco più che ad inizio carriera: più qualità, meno quantità. Gianni si trova bene. Per me è importante sentire lui e conoscere le sue sensazioni. Ci siamo sentiti giusto un paio di giorni fa e gli ho dato il programma per i dieci giorni successivi. Oltre non vado perché, come ripeto, voglio conoscere i suoi feedback per equilibrare i carichi di lavoro e quelli del recupero. Questo ultimo blocco è stato pensato già in ottica delle prossime gare.

Quali saranno?

Het Nieuwsblad e Kuurne-Bruxelles-Kuurne.

E poi che programma ha? Farà il Giro e ci arriverà dalle Ardenne?

Visto che è l’anno del suo rilancio, il programma di Moscon è flessibile. Farà quelle due gare in Belgio e poi di certo Laigueglia e Strade Bianche. Gianni ha detto che vorrebbe fare il Giro e lavoriamo in quell’ottica, però se ci arriverà dalle Classiche del Nord, dalle Ardenne o dal calendario italiano lo vedremo strada facendo. Come ho detto, mi piace sentirlo prima di tirare giù un programma.

La svolta Tosatto e Moscon rialza la testa

06.02.2021
5 min
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Il Moscon che non ti aspetti. Oppure meglio: il Moscon che aspettavi da tanto. E’ questo lo stato d’animo con cui cominciamo a scrivere questo pezzo, con le parole di Gianni che risuonano nelle orecchie e un senso di ritrovata leggerezza. Da quando Tosatto ci raccontò che del trentino si sarebbe occupato lui, la speranza di aprire un giorno la porta e trovarci davanti il Gianni dei bei tempi si era fatta largo, ma questa volta ci siamo e appare chiaro che il Toso stia davvero cambiando abitudini e concezioni al Team Ineos.

Anche lo scorso anno, Moscon corse il Tour de la Provence. Qui ad Avignone davanti al Palazzo dei Papi
Anche lo scorso anno corse il Tour de la Provence

In Provenza

Gianni è in Trentino. Di ritorno dal ritiro di Gran Canaria avrebbe dovuto iniziare alla Vuelta Valenciana, ma come tutti è stato costretto a metter via la valigia: corsa annullata. Così è rientrato in Italia e si sta preparando al nuovo debutto al Tour de la Provence, che scatterà giovedì prossimo, l’11 febbraio.

«Sto bene – sorride – stanno tutti bene finché non si comincia. Ma devo dire che lavorare con Toso, Cioni e il gruppo italiano mi fa bene. A dicembre siamo andati da soli a Gran Canaria (foto Instagram di apertura), con Pippo Ganna e Leonardo Basso. A gennaio siamo stati con tutta la squadra e abbiamo lavorato proprio bene. Sarà una stagione da vivere alla giornata, data l’incertezza del calendario. Andremo agguerriti ad ogni corsa, con l’obiettivo minimo di tornare a vincere. Sono in scadenza di contratto, qui sono sempre stato bene, ma adesso ci sto anche meglio. Insomma, resterei volentieri…».

Cambiato preparazione?

Cambiato un po’ tutto. Nell’allenamento, ho fatto più qualità e meno volume, perché prima c’era soprattutto la tendenza di fare tante ore. E poi è cambiato molto sul piano dell’alimentazione, dove si era arrivati a livelli un po’ ossessivi.

La bici e il trattore, le due grandi passioni di Moscon (foto Instagram)
Bici e trattore, le due passioni di Moscon (foto Instagram)
Parole sante! Racconta…

Tra corridori ci si spinge spesso al limite e si arriva al punto quasi di patire la fame. Quest’anno ci abbiamo messo un punto, provando a tornare alla freschezza giovanile, a viverla in modo più spensierato. Avere la gamba bella piena ti fa stare meglio, anche se poi saranno le gare a dire se funziona oppure no. Ma se in allenamento ti spingi al limite, in corsa non hai limiti da superare e tanto faticare e soffrire a casa diventa controproducente. Se fai meno, da una parte hai più margini e dall’altra hai meno possibilità di combinar danni. E a quel punto la differenza la fai con il talento.

Tutto questo grazie a Tosatto e Cioni?

Lavorare con loro significa tornare alla mentalità italiana. Mi seguono, standomi vicino fisicamente. Ma anche a livello di squadra, il Giro d’Italia vinto a quel modo forse ha cambiato qualcosa. Si è ritrovata una mentalità arrembante, in una squadra che era abituata a vivere diversamente. Certo, molto dipenderà dagli scenari di corsa. Se avremo di nuovo un super leader, ci saranno giorni in cui correremo di nuovo in stile Sky.

Accanto a Froome, Moscon ha corso due Tour de France
Accanto a Froome, Moscon ha corso due Tour de France
Quello che al Giro non si è mai visto…

Siamo sempre stati abituati a controllare la corsa con un leader come Froome, che di fatto era il numero uno al mondo. Controllare o inseguire tutti insieme. Ora l’idea è di sfruttare le occasioni, facendo leva sulla qualità media di tutti noi, che indubbiamente è piuttosto alta. Costringere gli altri a inseguire. Toso ha questa visione della corsa e il Giro d’Italia gli ha dato ragione.

Ti rendi conto che si tratta di una vera rivoluzione?

Matteo ha addosso anni e anni di esperienza. E soprattutto è l’unico che stia riuscendo a influenzare il management inglese, perché ha il coraggio di dire chiaramente le cose che non lo convincono. Prima erano tutti abituati ad assecondare quella mentalità, invece Toso è riuscito a dare la svolta. Uno come lui fa gruppo e porta uno stile italiano che funziona. Lui non ha paura di dire le cose.

Con Lola, Moscon davanti a uno scenario del suo Trentino (foto Instagram)
Con Lola, davanti a uno scenario del suo Trentino (foto Instagram)
Quindi non si è sentita troppo l’assenza di Froome in ritiro?

Non più di tanto, ma è stato comunque un ritiro strano. Eravamo divisi in tre gruppi e abbiamo vissuto praticamente sempre con le stesse persone. Però è chiaro che, complice l’incidente, non lo vedevamo già da un pezzo. Il suo allontanamento dalla nostra scena è stato graduale e dopo un po’ si è smesso di parlarne. Detto questo, la sua presenza in questa squadra è stata fondamentale, perché ha portato lui il gruppo ai livelli che tutti conoscono. Ma ora è difficile dire se dopo quell’infortunio potrà tornare ad essere il numero uno.

Tu cosa pensi?

Che sia fortunato ad essere vivo. Poi che sia fortunato ad essere tornato in piena efficienza fisica. Quello che sta facendo dimostra il suo carisma, ma è difficile dire se potrà tornare quello di prima, perché l’infortunio è stato davvero importante.

Facciamo un passo indietro. Se sei nel gruppo italiano, vuol dire che finalmente potresti fare il Giro d’Italia?

Finalmente, ben detto. Il Giro è la corsa che ogni bambino italiano sogna. Io stesso mi sono avvicinato al ciclismo guardando le classiche del Nord e poi il “Gibo” (Gilberto Simoni, trentino come lui, ndr) che lottava per vincere la maglia rosa nel 2001 e nel 2003 e nelle altre occasioni in cui era davanti. Per me, come italiano, il Giro vale più del Tour de France, anche se finora ho fatto solo due Tour e una Vuelta.

Matteo Tosatto, Valla di Riese Pio X, dicembre 2020
Proprio in occasione della visita a casa sua di dicembre, Tosatto ci anticipò che avrebbe seguito lui Moscon
Matteo Tosatto, Valla di Riese Pio X, dicembre 2020
Tosatto sta portando un bel cambiamento alla Ineos
Quindi a partire dal Provence, che cosa prevede il programma di Moscon?

Dopo il Provence, Het Nieuwsblad e Kuurne. Poi Laigueglia, Strade Bianche, Tirreno e Sanremo. Ardenne e Giro. Giusto, fra i cambiamenti di quest’anno c’è anche che proveremo a fare le Ardenne, che si legano meglio col Giro. Ho proprio voglia di rimescolare le carte.

Ma senti che bel tono di voce?

Sto bene, è vero. Questa svolta mi ci voleva, mi sto proprio divertendo. Come vi dicevo, con la freschezza di quando ero un ragazzo,

Matteo Tosatto, Valla di Riese Pio X, dicembre 2020

Tosatto/2. E dopo il Giro con Tao, la sfida di Moscon

19.12.2020
6 min
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Casa Tosatto, fuori ormai è buio e anche Emma è rientrata. La mamma, che si chiama Elisa ed è avvocato, ha telefonato per darle un paio di dritte e ora la ragazzina è al piano di sopra a preparare lo zaino per la scuola dell’indomani. Le sue foto in piscina sono appese ai gradini della scala, la chitarra che suona da poco si specchia nel camino ancora spento.

Seconda parte del nostro viaggio iniziato dalla caduta di Thomas in Sicilia. Ci siamo fermati giusto un attimo, il racconto ora è sullo Stelvio. Le radio tacciono da qualche chilometro. Ma quando Kelderman si stacca, Toso chiede a Dennis di dare anche l’anima: «Se ne hai, adesso aumenta…».

Dennis risponde: «Okay!». Tao risponde: «Okay!».

Rohan Dennis, Tao Geoghegan Hart, Jay Hindley, Stelvio, Giro d'Italia 2020
Kederman si è staccato. Dennis alza il ritmo. Hindley è ancora lì
Rohan Dennis, Tao Geoghegan Hart, Jay Hindley, Stelvio, Giro d'Italia 2020
Kelderman si è staccato, Dennis aumenta il ritmo….
Da pelle d’oca. Dennis è stato una rivelazione…

Dopo Valdobbiadene era sconsolato, ma contento per Filippo. Lo abbiamo tranquillizzato. Gli ho detto che da quel momento sarebbe stato fondamentale per il gruppo e per il morale della squadra. «Sono importante per tutti – mi ha chiesto – o solo per te?». Gli ho risposto: «Sei importante per me, per tutta la squadra e d’ora in avanti soprattutto per Tao!». Il giorno dopo è partito per Piancavallo super motivato. E la sera dello Stelvio gli ho detto che il suo lavoro valeva una stagione. E io intanto pensavo che alla peggio saremmo arrivati secondi.

Ma Dennis è stato forte anche dopo.

A Sestriere ho scoperto che ha anche grande senso tattico. Ho chiesto che facessero la prima salita con Puccio e Ganna, la seconda forte con Rohan e nella terza avremmo gestito in base a come si metteva. E lui mi ha detto: «Faccio forte la seconda e poi faccio forte anche la terza». A quel punto, con una copertura così, siamo arrivati sulla salita finale e abbiamo tirato i remi in barca, costringendo Hindley ad attaccare soltanto in finale.

Salvatore Puccio, Filippo Ganna, Sestriere, Giro d'Italia 2020
La tattica verso Sestriere è un altro capolavoro: tre salite. La prima è affare di Puccio e Ganna
Salvatore Puccio, Filippo Ganna, Sestriere, Giro d'Italia 2020
Sestriere, prima scalata. Tocca a Puccio e Ganna
Fra le sorprese, anche Ganna non scherza…

Era una scommessa per tutti, anche per lui. La consegna, a cose normali, era che provasse a vincere la prima e l’ultima crono e come lui anche Dennis. Se ci fosse stato Thomas in gara, nella crono di Valdobbiadene avrebbero dovuto tirare i freni. E anche se è bello che un giovane al primo Giro vinca la crono finale, perché significa che è arrivato in fondo con tanta birra, mi ha stupito proprio a Valdobbiadene. Perché quello era un percorso duro e complicato da gestire. Perché partire con il body di campione del mondo ti gasa, ma è anche un peso. Solo che proprio lì ci siamo resi conto che lui a certi stress è abituato. Quante finali dell’inseguimento, ai mondiali e agli europei, ha fatto gestendo quella tensione e quell’adrenalina? 

Come è andata con Brailsford?

E’ super gasato. A Camigliatello si era esaltato. Era rimasto male per il secondo posto di Castroviejo a Roccaraso, poi ci ha salutato ed è andato alla Vuelta, perché era giusto stare anche con quel gruppo. Invece ce lo siamo ritrovati parcheggiato a Sestriere. Si è fatto due giorni di camper, perché lui non dorme negli hotel. Nella crono di Milano era concentrato allo spasmo, ovviamente per Tao più che per Filippo, che l’aveva già in tasca.

Alberto Contador, caduta Planche des Belles Filles, Tour de France 2014
Tosatto aveva già vissuto da corridore la caduta del leader, con Contador al Tour del 2014
Alberto Contador, caduta Planche des Belles Filles, Tour de France 2014
Quando Contador cadde al Tour 2014, Tosatto era suo compagno
Cosa aggiunge questo Giro al palmares di Tosatto?

A volte penso al mio percorso come diesse. La prima corsa fu il Giro di Polonia nel 2017. Nel 2018 la Tirreno e la Sanremo. Qui al Team Ineos Grenadiers, mi hanno dato subito fiducia, perché vedevano in me un ex corridore con tanta esperienza. Nel 2018 ho fatto il Giro con Froome e lo abbiamo vinto e da lì Nico Portal (direttore sportivo morto proprio la scorsa primavera, ndr) mi volle anche al Tour. Questo ha dato un’accelerata, ma qualcosa lo avevo dentro anche da bambino…

Che cosa?

Guardavo le corse e sognavo di diventare un professionista, ma cercavo anche di capire come si muovessero le squadre. E poi questo mi è tornato a fine carriera, quando mi è stato chiaro che avrei voluto fare il direttore sportivo. Ho sempre provato a motivare i corridori. Quando erano miei compagni e dopo, quando sono passato in ammiraglia. Le gare si possono accendere, anche se il sistema di corsa adesso è mezzo bloccato. Al Giro ci siamo riusciti.

Matteo Tosatto, Valla di Riese Pio X, dicembre 2020
Appena un paio di libri nel salone ricordano la carriera dei Tosatto corridore
Matteo Tosatto, Valla di Riese Pio X, dicembre 2020
Pochi libri nel salone per ricordare il Tosatto corridore
Con Thomas sarebbe stato diverso?

Geraint era al livello del Tour 2018 e queste erano le sue salite. Era un Giro disegnato per lui, ma certo non avremmo potuto correre come poi si è fatto.

Bettini lo ha accusato di essere caduto perché si trovava nel posto sbagliato durante il trasferimento.

Può avere ragione, ma è anche vero che ha schivato la borraccia con la ruota davanti, che di solito provoca la caduta, e l’ha presa con la posteriore. Quando è stata confermata la frattura, c’era un silenzio surreale. Bisognava dare una svolta. In questo ci ho messo del mio, con il grande aiuto di Cioni e di Cookson. Ho preso in mano la situazione e l’ho portata sul piano del morale.

Forse perché lo avevi già vissuto?

E’ molto probabile, certo. Con Contador al Tour del 2014. Andava fortissimo, ma ci ritrovammo disperati in quella discesa prima a vederlo sprofondare e poi tornare a casa. Ma anche lì reagimmo e vincemmo due tappe con Majka e una con Rogers.

Pensi che l’approccio psicologico “alla Tosatto” possa servire in una squadra sempre così controllata?

Tutto serve, tutto può aggiungere un tassello senza per forza cancellare il resto. Un obiettivo su cui voglio concentrarmi adesso è Moscon, che hanno affidato a me. E questa è una bella sfida. Tornerà a lavorare con Cioni, come prima cosa, e non è un caso che adesso sia alle Canarie con Ganna e Basso. Gianni va recuperato e inserito nel gruppo giusto. Ha bisogno del clic per ripartire.

Gianni Moscon, Peccioli 2020
La squadra gli ha affidato Moscon: un grandissimo talento da rilanciare. Sfida accettata
Gianni Moscon, Peccioli 2020
La squadra gli ha affidato il rilancio Moscon
Che cosa prevedi per lui?

Al di là del parlarci e motivarlo e trovare il modo giusto per farlo, secondo me deve fare il Giro d’Italia e provare a vincere ogni corsa. Questo è un atleta che ha rischiato di vincere il mondiale di Innsbruck arrivandoci nel modo meno consono. Bastava che Valverde scattasse poco più in alto e poi lo vedevamo…

Cosa ha sbagliato finora?

Non deve pensare agli altri. E’ un sanguigno, si accende facilmente e sbaglia. E’ forte. La prima volta che ha corso al Nord ha fatto benissimo. Uno così non si può lasciare al suo isolamento. Va bene ritrovare la pace tra le mele, ma serve altro. L’ho inserito nella lista del Giro, vedremo poi se si riuscirà a portarlo.

Chi altri c’è in quella lista?

Salvatore Puccio, che non ha peli sulla lingua ed è importante per i suoi compagni. Ci sarà Ganna e già con questi tre, fai il Giro che vuoi. E poi, ma dipende dal percorso, potrebbe esserci Bernal. Comunque l’avete vista una cosa?

Quale cosa?

Il Giro d’Italia tutto in Italia è un’altra cosa, una meraviglia. E’ stato bellissimo partire dalla Sicilia e venire in su. Almeno per questo, il dannato Covid a qualcosa è servito…

La prima parte dell’incontro con Matteo Tosatto, è stata pubblicata questa mattina alle 12,30.