Paolo Bettini

La lezione di Bettini a Thomas

07.10.2020
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Geraint Thomas è caduto per aver urtato una borraccia durante il trasferimento da Enna. L’inglese si trovava nella pancia del gruppo e per di più aveva le mani sulle leve. Probabilmente era anche molto rilassato. Sta di fatto che il ruzzolone, terminato sul ciglio di un marciapiede, gli è costato il ritiro dal Giro la mattina successiva.

Sin da bambini si dice che quando la velocità è alta e non si ha una vista ampia o si è in discesa, le mani vanno messe nella parte bassa del manubrio. Così, anche in caso di ostacolo, si ha più possibilità di recuperare la bici. Abbiamo analizzato questa situazione (banale solo in apparenza) con Paolo Bettini.

O davanti o dietro

«Vero il discorso sulla posizione delle mani, ma io aggiungo altro. Tu vieni in Italia per vincere il Giro e in 7,3 chilometri di trasferimento in discesa sei in quella posizione? Non va bene. O stai davanti, attaccato alla macchina dell’apricorsa, o stai in coda 20 metri dietro al gruppo. Non puoi prenderti quei rischi. Si scendeva a 55-60 all’ora.

Geraint Thomas
Thomas con i segni della caduta nella quale ha riportato una microfrattura al bacino
Geraint Thomas
Thomas dopo la caduta di Enna

«Io quando ho vinto il mondiale sono partito dietro. E il trasferimento era in pianura. Eravamo con Luca Paolini e siamo partiti 50 metri dietro al gruppo. Proprio perché il trasferimento è una fase delicata, serve attenzione»

Non è un esordiente

«La posizione delle mani deve essere il corridore a capirla. E’ chiaro che la sfortuna può starci, ma se a un professionista il direttore sportivo deve dire dove mettere le mani tanto vale farlo tornare tra gli esordienti. Sei al Sud, le strade spesso non sono in buono stato, c’è il problema dei cani randagi, se piove le strade sono più scivolose… Insomma possono esserci mille difficoltà. Non è lì che devi stare».

Ineos disattenta

«Quello che mi stupisce è che la Ineos, la squadra che tutti prendono ad esempio, faccia questi errori. E non ho problemi a dirlo. Studiano tutto da un punto di vista scientifico, danno importanza a ogni particolare e poi tralasciano la realtà della strada. Le basi. Ormai la storia di questo gruppo ci insegna che non sono nuovi a questi errori. Pensate proprio a Thomas che nel Giro del 2017 fu buttato addosso ad una moto per un ventaglio fatto male del suo team.