Più tosti della neve. In UAE Emirates già mordono

01.04.2022
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«Come da programma, stamattina i ragazzi sono usciti in bici. E sì che io gli ho detto di partire un po’ più tardi, tanto più che il meteo era dato in miglioramento. Ma loro non ne hanno voluto sapere nonostante la neve. “Restiamo col programma originale”, mi hanno detto. E quando è così, capisci quanto sono motivati».

Spunta un pizzico d’orgoglio sul volto di Fabio Baldato quando gli abbiamo fatto notare che molti team hanno preferito restare al coperto sui rulli.

Il Giro delle Fiandre si apre ufficialmente 48 ore prima del via con le ricognizioni sul percorso. Un percorso insolitamente imbiancato. Qui in Belgio fa un freddo cane. Al mattino è anche nevicato. Ma i ragazzi della UAE Emirates non si sono tirati indietro.

Così si presentavano i muri fiamminghi questa mattina… La neve ha imbiancato le Fiandre
Così si presentavano i muri fiamminghi questa mattina… La neve ha imbiancato le Fiandre

Nuova sfida

In un moderno hotel di Waregem, Matteo Trentin, Fabio Baldato e Tadej Pogacar si concedono ai giornalisti, mentre fuori i meccanici ripuliscono le bici al freddo. E ogni tanto cade ancora qualche fiocco di neve, ma non attacca.

La prima cosa che ci viene in mente, ripensando alla ricognizione del mattino, tra l’altro fatta spingendo anche abbastanza, è che Pogacar oltre che un fuoriclasse è anche un gran lavoratore. E’ un corridore che si mette in gioco, che guarda avanti e ragiona a lungo termine.

Ci sono delle similitudini tra il sopralluogo di oggi e la crono iridata, sempre qui in Belgio. Era una crono piatta, sapeva che non avrebbe vinto contro specialisti quali Ganna, Kung o Van Aert, ma dopo Tour e Olimpiadi ha voluto partecipare lo stesso. Perché? Per essere preparato anche alle maxi crono pianeggianti, qualora un giorno gliene fosse toccata una in un grande Giro.

Oggi lo sloveno si è infilato i guanti (Trentin neanche quelli. Ha detto anche che non era poi così freddo), la maglia pesante e si è buttato sui muri e sotto la neve. Non ci ha pensato due volte. C’era una “lezione all’università” e lui non se l’è voluta perdere. E c’era anche il professore…

«Mi metto in gioco – ha detto Tadej in conferenza stampa -. Per me il Fiandre è una nuova sfida, vediamo cosa succederà. So di non avere esperienza, ma ci proviamo.

«Vincere? Ci sono tanti che possono vincere. Io proverò a dare il massimo, sapendo che potrebbe non bastare perché ci sono i muri, il pavé e non sai mai cosa ti potrebbe capitare in una corsa così. Le prime sensazioni sono state buone. E’ bello pedalare qui, ma la gara è un altra cosa. Per fortuna che con me c’è Matteo».

Capitano in gruppo

Trentin è seduto al suo fianco. Il trentino ha il taping sul collo. Si porta dietro ancora i segni della gran botta presa nella caduta alla Parigi-Nizza. 

«Ho ancora dolori a queste fasce muscolari – mentre le indica passandocisi un braccio – e la bici di certo non è la miglior medicina visto che col collo sei sempre teso in avanti. Però ogni giorno miglioro un po’.

«Come vedo Tadej? Bene, questo ragazzo dove lo metti sta! Non ha troppa esperienza ed è vero: alla Dwars door Vlaanderen più di qualche volta è stato costretto a risalire. Sicuramente sprecherà un po’ di più degli altri. Fosse rimasto dietro in una cote della Liegi non avrebbe avuto problemi a risalire. Qui invece, anche se hai la gamba, non è detto che tu possa riuscirci. E poi è bello che un corridore del suo calibro si metta in gioco in questo genere di corse. E’ un vero bene per il ciclismo».

«La Jumbo Visma è la più forte –  ha aggiunto poi Trentin – con o senza Van Aert (che ufficialmente ancora non ha alzato bandiera bianca, ndr). Hanno Benoot e altri che possono fare bene. E poi c’è la Alpecin con Van der Poel…».

In primo piano le bici appena lavate di Trentin e Pogacar, entrambi hanno provato con ruote da 45 mm
In primo piano le bici appena lavate di Trentin e Pogacar, entrambi hanno provato con ruote da 45 mm

Corsa più aperta?

Alla vittoria, ancora una volta, ci credono eccome in casa UAE Emirates. Ci crede Baldato che vede nei suoi ragazzi quella grande determinazione di cui dicevamo all’inizio. 

«Noi partiamo sempre per vincere. Tadej può farcela. E’ un campione. Ho la fortuna di avere in squadra Matteo Trentin, che è un vero direttore in corsa. Vediamo di guidarlo bene con lui. Matteo stesso sta migliorando e anche oggi ho visto che ha fatto un piccolo step».

Il ruolo di Trentin resta cruciale in UAE Emirates e Baldato lo sa bene. Non sembra pretattica. Semmai si sarebbe dovuto fare il contrario per sgravare Pogacar che ha già tante pressioni di suo.

«La corsa forse senza Van Aert sarebbe un po’ più aperta – ha aggiunto in un secondo momento Baldato – io spero che i miei ragazzi siano davanti quando il gruppo si assottiglierà, quando resteranno in 30 e magari possano cogliere il momento buono. La Jumbo-Visma resta la squadra più forte. Benoot forse ha qualcosa in più di Laporte, ma Laporte è più veloce in caso di arrivo ristretto».

Il diesse, che al Fiandre fu due volte secondo (1996, 1995) però sembra molto più concentrato sui suoi. Il Fiandre con Pogacar leader è una sfida nuova anche per lui.

«Sono orgoglioso di guidare questi ragazzi. Ragazzi che hanno voglia e mentalità vincente… come uscire sotto la neve».