Nibali? Sempre sul pezzo anche con le bici, parola di “Toso”

11.12.2021
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Dopo cinque stagioni Gabriele Tosello ritrova Vincenzo Nibali. Con il meccanico dell’Astana avevamo parlato di cambiamenti tecnici riguardanti lo Squalo durante questo arco temporale, adesso invece vogliamo sapere quanto (e se) il siciliano è cambiato dal punto di vista “umano”, cioè per quel che concerne fissazioni varie o richieste particolari.

Lo Squalo sembra apprezzare molto il nuovo Shimano
Lo Squalo sembra apprezzare molto il nuovo Shimano

Vecchi “vizi” (o virtù?)

«No, no… Vincenzo è sempre lo stesso – esordisce Tosello – E questa cosa mi ha stupito! Credevo che dopo tanti anni, tante vittorie, avesse perso un po’ il suo piglio. Non dico che mi aspettassi di trovare un ragazzo a cui non gliene fregasse più niente, ma magari che fosse meno concentrato. Invece è il solito pignolo!».

Chi lo conosce, sa che Nibali è un vero appassionato della tecnica a tal punto da essere un buon meccanico. Una volta eravamo al Passo San Pellegrino, lui era in ritiro lassù proprio con l’Astana. Finite le interviste (quella volta toccò a Kangert) ne approfittammo per pedalare tra le Dolomiti anche noi e prima di saltare in sella lui stesso ci regolò il cambio. Fu Agnoli a suggerirci di chiedere a Nibali.

«Vincenzo è il curioso di sempre – riprende Tosello – Osserva ovunque, prende in mano le chiavi, scruta ogni tipo di ruota, esprime la sua su questo o quel cambio».

Gabriele Tosello vede un Nibali sereno, merito anche di un ambiente familiare che evoca grandi imprese
Gabriele Tosello vede un Nibali sereno, merito anche di un ambiente familiare che evoca grandi imprese

Salottino dai meccanici

«Si vede – continua il “Toso” – che è contento di ritrovare quell’ambiente che aveva lasciato e nel quale si era trovato bene. Io lo vedo molto sereno, molto rilassato. Anche qui in Spagna, una volta presi i materiali e avergli sistemato le bici è saltato in sella e non ha avuto nulla da dire. Solo il primo giorno ha abbassato la sella di un paio di millimetri.

«Poi da marzo, con l’avvicinarsi delle sue gare e tutte le altre cose più importanti magari sarà più serio, ma per ora che siamo in ritiro è davvero tranquillo. C’è un buon feeling. Pensate, magari fa quattro ore, rientra e si mette a parlare con noi meccanici. Pochi altri corridori lo fanno».

Tosello parla di un Nibali che chiede. Che dice la sua…

«Abbiamo parlato del nuovo gruppo di Shimano. Mi ha detto che quello nuovo gli piace molto, che lo ha trovato più veloce rispetto a quello dell’anno scorso. Abbiamo discusso delle rotelline di questo cambio».

Filante o 0 SLR?

In questi giorni di ritiro in Spagna Nibali sta provando le diverse bici che Wilier mette a disposizione dell’Astana.

«I ragazzi – continua Tosello – hanno tutti a disposizione una sola bici. Alcuni hanno la Filante, altri hanno la 0 SLR, ma i leader, Moscon, Lutsenko e appunto Nibali, le hanno a disposizione entrambe. Non solo, ma a gennaio, materiali permettendo, loro tre dovrebbero avere anche la versione gravel, la Rave SLR.

«Vincenzo in questi giorni sta cambiando bici a circa metà uscita. Dopo un paio d’ore si ferma e prende la Filante, se è partito con la 0 SLR e viceversa.

«Quale gli piace di più? Credo la 0 SLR, per guida e leggerezza. La sento bene, mi ha detto. Ma ha detto anche che la Filante è meglio per le gare un po’ più veloci. Le misure sono identiche su entrambe.

«Tranquilli, Nibali è sempre sul pezzo!».

Nibali alla Roubaix con una gravel? E’ più che un’ipotesi

20.11.2021
5 min
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Vincenzo Nibali ha detto che vuole esordire alla Parigi-Roubaix e in altre classiche del Nord come il Fiandre che non ha mai disputato. L’asso siciliano ha un buon rapporto con le pietre e in generale quando il terreno è sconnesso, ma certo la Roubaix… è la Roubaix. Specie se dovesse capitarne una come quella di quest’anno.

E si sa che l’allestimento tecnico per questa gara è fondamentale. Gabriele Tosello, capomeccanico dell’Astana, già sta pensando (e neanche poco) alla bici che i suoi ragazzi useranno nella classica francese e in particolare alla bici di Nibali.

Colbrelli (a destra) ha dimostrato che esordire con materiale e setup che puntano a comfort e sicurezza di guida sia la scelta giusta
Colbrelli (a destra) ha dimostrato che esordire con materiale e setup che puntano a comfort e sicurezza di guida sia la scelta giusta

Assaggi di Nibali e di classiche

Il “Toso” già aveva  messo le mani sulla bici che nel 2014 mise le ali a Nibali proprio nella frazione delle pietre al Tour. E memore di quella esperienza sa come muoversi.

«Non ho parlato direttamente con Vincenzo – dice Tosello – riguardo alla Roubaix, ma abbiamo fatto un discorso più in generale con il team per capire cosa servirà per le classiche del Nord».

«Quello che però posso anticipare è che vedremo in corsa la nostra gravel, la Wilier Rave Slr. E’ davvero molto probabile un suo utilizzo. L’alternativa è la 0 SLR, mentre la Filante è troppo rigida. Sceglieremo i materiali definitivamente nel secondo ritiro, quello di gennaio, quando avremo i gruppi e tutto il resto. L’idea è di arrivare alla ricognizione con le due bici disponibili per corridore».

La Wilier Rave che ha vinto la prima edizione della Serenissima Gravel e che esordirà nelle classiche del Nord
La Wilier Rave che ha vinto la prima edizione della Serenissima Gravel e che esordirà nelle classiche del Nord

Una gravel modificata

E questa è già una notizia che mette l’acquolina in bocca: una gravel alla Roubaix.

«L’idea – riprende Tosello – è di utilizzare questa bici. E dipenderà anche da Wilier. Di certo non sarà settata come quelle che abbiamo visto alla Serenissima Gravel. Niente monocorona o ruote da fuoristrada. Monteremo una doppia corona, potrebbe essere un 54-44 o 54-46 e dietro la nuova cassetta Shimano 11-30. Non credo proprio che useremo il pignone da 34. E a richiesta del corridore monteremo il doppio comando, il bottoncino cioè nella parte alta del manubrio».

«Per quanto riguarda le gomme noi abbiamo Vittoria. Posso dire già che non monteremo i tubeless, ma i tubolari, perché le nostre ruote per quel tipo di gara in versione tubeless non sono come le vorremmo. Mentre sono ottime per i tubolari. Quindi ci orienteremo sui Vittoria Corsa da 28 millimetri, forse anche 30».

Tosello al lavoro sulle bici. Ogni millimetro può fare la differenza e lui lo sa bene
Tosello al lavoro sulle bici. Ogni millimetro può fare la differenza e lui lo sa bene

Posizione quasi identica

A questo punto se Nibali dovesse scegliere la gravel, s’innescherebbe il “problema” della posizione. Perché le geometrie sono differenti rispetto alla bici da strada.

«Vero – dice Tosello – le geometrie sono differenti ma le quote del corridore vanno riportate. L’unica differenza che quasi certamente non riusciremo a colmare è all’anteriore. Ma perché è proprio la tipologia di bici (e di guida) che lo richiede. Nibali e gli altri saranno più alti di 4-5 millimetri con il manubrio. Lo abbiamo visto alla Serenissima».

«La Rave, in quanto gravel, ha un passo più lungo e a fare la differenza è soprattutto l’avantreno. E’chiaramente una bici più lenta, ma è più guidabile e confortevole. Noi contiamo di averla per le prime classiche del Belgio, vedi E3 Harelbeke, e magari anche per la Strade Bianche».

Nel 2014 Nibali costruì il suo successo al Tour sul pavè: tubolari da 28 mm, doppio nastro e piccole modifiche alla posizione
Nel 2014 Nibali costruì il suo successo al Tour sul pavè: tubolari da 28 mm, doppio nastro e piccole modifiche alla posizione

L’esperienza del 2014

Come accennato, Tosello si prese cura della bici che all’epoca accompagnò Nibali nella cavalcata del Tour e quindi anche della bici che usò sulle pietre.

«Ricordo che lavorammo molto per quella frazione – conclude Tosello – alzammo di 5 millimetri il manubrio, come dovrebbe accadere con la gravel, e abbassammo la sella di 3 millimetri, giusto per farlo stare un pelo più comodo.

«Ma la scelta che più ci preoccupava erano le gomme. Soprattutto la pressione. Alla fine optammo per 4,7 bar sia all’anteriore che al posteriore. Vincenzo utilizzò un tubolare da 28 millimetri che per l’epoca era un bell’azzardo che solo la Lotto-Jumbo e pochissimi altri fecero. Insomma, eravamo partiti per quella tappa con l’idea di non rischiare nulla, di limitare i danni e invece… Non abbiamo vinto ma abbiamo preso un grande vantaggio».

«Se conosco Nibali e viste quelle modifiche, che con la gravel non servirebbero, per me lui sceglierà questa bici per la Roubaix. Se dovesse utilizzare la Slr 0 abbasserebbe un po’ la sella come all’epoca.

«Il nastro manubrio? Doppio. Qualcuno mette anche il triplo nastro, ma non credo sia il caso di Vincenzo. Non è così grande. Lo fanno coloro che hanno le mani più grandi anche perché avrebbe difficoltà nell’impugnare il manubrio. Se proprio ce ne dovesse essere la necessità oltre al doppio nastro utilizzerebbe dei guantini più imbottiti». 

Torna Nibali e Tosello riprende la scheda con le misure

29.10.2021
6 min
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Il ritorno, ormai imminente, di Vincenzo Nibali all’Astana-Premier Tech riporta alla luce tutti i suoi più grandi successi vissuti con la maglia del team kazako. Oltre ai colori che tornerà vestire dal 2022, lo Squalo ritroverà gran parte dello staff, salutato nel 2016 con un addio che si è poi rivelato un arrivederci. Tra questi c’è il meccanico della squadra, Gabriele Tosello, nonché il sarto che cucirà la Wilier Triestina su misura addosso a Vincenzo.

“Toso” ha vissuto vittorie e sconfitte dal 2013 al 2016 (in apertura durante l’ultima tappa del Tour vinto nel 2014), per poi ritrovarsi alla vigilia della prossima stagione a rispolverare le misure che conservava dentro il cassetto e rimettere in sella il campione siciliano. Un déjà vu che Gabriele ci racconta con professionalità ed entusiasmo, nel ritrovare il fuoriclasse Nibali di nuovo da assistere tra richieste, consigli e aneddoti.

Sei in Astana dal 2010, Vincenzo lo conosci già?

Certamente. Ero presente al suo arrivo dalla Liquigas nel 2013 e alla sua partenza nel 2016 per la Bahrain-Merida. Nei quattro anni con noi allora la bici utilizzata era Specialized. 

Ora il vostro partner tecnico è Wilier Triestina. 

Sì, il prossimo anno sarà il terzo insieme. La transizione da Argon è stata naturale senza traumi. Wilier è una ditta italiana che sta investendo davvero tanto in ricerca e in materiali, una delle poche se posso dire. Si lavora molto bene perché è condotta a livello familiare, se hai qualche richiesta ti ascoltano, sai con chi parlare. E’ una qualità che si percepisce quando ce l’hai tra le mani, non solo a parole come a volte capita in questo settore. 

Torniamo a Vincenzo, che rapporto ha con la bici?

Lui è uno che ci capisce, è un corridore che saprebbe fare benissimo il meccanico. E’ abbastanza pignolo, se avesse gli tutti attrezzi del mestiere si potrebbe smontare e rimontare la bici. Le piccole riparazioni, le  registrazioni se le fa in totale autonomia. Montarla da zero no, perché non ha l’attrezzatura ma sarebbe in grado. Tranquillamente. 

Che bici gli fornirete?

Quest’anno abbiamo usato due modelli la Wilier Zero SLR per le salite e la Filante SLR, quella un più aerodinamica per le corse veloci. Lui per caratteristiche tecniche sarebbe adatto alla prima, ma conoscendolo vorrà sicuramente anche la Filante. Abbiamo già calcolato per lui, come per altri corridori, di mettere a disposizione entrambi i modelli. Poi c’è chi invece avrà solo uno o l’altro. Ma ad un leader come Vincenzo preferiamo dare tutte le possibilità per coccolarlo e stimolarlo. 

C’è già stato il primo incontro fra Tosello e Nibali?

Ci vedremo verso metà novembre per la consegna della bici, poi ci confronteremo giorno per giorno. Per il momento per contratto non può utilizzare la nostra attrezzatura. Ne approfittiamo per aspettare i gruppi nuovi. Non sappiamo ancora se la prima che riceverà sarà la Filante o la Zero SLR.

Le misure le avete già?

Sì, abbiamo quelle che aveva nel 2016 nel suo ultimo anno in Astana (nella foto sotto, ndr) e abbiamo anche quelle che ha usato ultimamente alla Trek-Segafredo. Saranno da adattare alle geometrie della Wilier, ma si parla di pochi aggiustamenti. E’ rimasto sempre lui. E’ un corridore all’antica, ha le sue misure può giocare con qualche millimetro, ma non si allontana. Naturalmente qualcosina dovremo cambiare passando a un modello nuovo, ma i suoi riferimenti sono quelli da sempre. Poi sarà Vincenzo che ci aiuterà a cucirgli addosso la bici. Tra arretramenti, avanzamenti e spostamenti di sella vari.

Ecco le misure della sua bici del 2016, ripescate da Tosello dal suo archivio. A metà mese, avremo le misure 2022
Ecco le misure della sua bici del 2016, ripescate da Tosello dal suo archivio. A metà mese, avremo le misure 2022
Che taglia ha?

A lui non piacciono i classici fuori taglia. Con un giusto fuori sella lui è sempre stato una taglia L, una 56. Non ha bisogno di aver misure piccole per guidare meglio. Anche perché a lui diciamo che nessuno gli può insegnare qualcosa in termini di confidenza con la bici.

E’ pignolo su qualche componente in particolare?

Sulla sella è molto pignolo. Quando passa a una sella nuova di un’altra marca, ci mette sempre un po’ ad adattarsi. Passa un paio di mesi prima che si trovi a suo agio. A meno che non sia cambiato in questi anni con l’età (scherza, ndr). All’inizio giocherà un po’ con i millimetri, poi se l’aggiusterà da solo come posizione

Per quanto riguarda freni e ruote cosa gli proporrete?

Siamo completamente su freno a disco. Nel bene e nel male. Nel bene per l’innovazione, nel male perché c’è più da lavorare per i meccanici (ride, ndr). In Astana fino al 2016 preferiva una ruota a basso profilo, con profili da 32 millimetri. Con la transizione al freno a disco si è passati a montare ruote con profili più alti da 47/50 millimetri. Ho visto che quest’anno anche lui montava ruote di queste misure, quindi credo che la scelta sarà la stessa. Ovviamente poi la decisione si adatterà in base alle esigenze delle corse, di salita o pianura.

Nel 2016, Tosello prepara per Nibali una Specialized rosa con cui sfilare a Milano
Nel 2016, Tosello prepara per Nibali una Specialized rosa con cui sfilare a Milano
La vostra scelta tra copertoni, tubolari o tubeless quale sarà?

Noi montiamo tubolari Vittoria. Probabilmente l’anno prossimo useremo in qualche gara il tubeless che quest’anno con Corima non abbiamo provato. Abbiamo testato il copertoncino nelle cronometro. Approfondiremo nel corso della stagione il discorso tubeless e copertonicini, perché qualche miglioramento in termini di watt sembrerebbe esserci. Poi si vedrà anche in base anche al tipo di corridore e alla tipologia di corsa, perché magari non tutti si adatteranno. Vincenzo sarà un riferimento anche per queste decisioni

Per la cronometro che bici avrà?

La Wilier Turbine. Quando si parla di cronometro la sua attenzione per i dettagli è totale. Per la bici da strada si riesce a mediare a volte. Sulla crono ogni sua parola va ascoltata con il calibro in mano. Sempre nel senso buono. Non è uno che ti chiede la luna. Le migliorie e gli accorgimenti che indica si rivelano utili anche per capire i materiali. Ha una sensibilità unica. Quello che dice ha dei riscontri effettivi, non dice mai cose a vanvera. Il bello di Vincenzo è che parli con un corridore che si intende di meccanica. Se ti dice una cosa che potrebbe portare ad un miglioramento, bisogna ascoltarlo. Sempre.

Vi aiuta anche nel vostro lavoro?

Sì, quando c’è del materiale nuovo o da testare, è uno dei pochi su cui fare affidamento. Ed è un riferimento per il team e per i compagni anche sotto questo aspetto. 

Ma quanto dura davvero la catena di un pro’?

16.04.2021
5 min
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La catena, croce e delizia dei corridori. Quando si sta bene in gergo si dice che non “si sente”, quando si sta male invece diventa terribilmente pesante. Per chi invece non cambia mai è il meccanico, il suo custode!

La catena è il fulcro della trasmissione e per questo merita particolari attenzioni. Noi ne parliamo con uno dei meccanici più esperti del WorldTour, Gabriele Tosello dell’Astana PremierTech.

Tosello
Gabriele Tosello, meccanico dell’Astana
Tosello
Gabriele Tosello, meccanico dell’Astana
Gabriele, quante catena avete a disposizione in una stagione?

Quest’anno ne abbiamo ordinate 800, solitamente non si scende sotto le 750.

Ogni quanto vengono sostituite?

Al Giro, o comunque nelle grandi corse a tappe, le cambiamo ogni giorno di riposo, quindi ogni 1.200-1.400 chilometri al massimo. Ma le sostituiamo non perché non siano più buone, ma perché per come le usano i professionisti, è meglio.

Perché, come le usano?

Oggi, con il fatto che spingono rapporti lunghi, specie i capitani, tendono a tenere sempre il 53, o comunque la corona grande, anche in salita e sfruttano dietro tutta la scala, pertanto la catena lavora storta. E con i chilometri si “apre” di più rispetto ad un ciclista normale. Di solito le catene sono garantite per circa 4.000 chilometri, ma come detto dopo una settimana di gara le leviamo per precauzione. I gregari, che magari in salita non devono tirare le trattano meglio, mettono il 39 e la catena lavora più dritta.

E questa usura è visibile o ve ne accorgete solo voi che avete l’occhio “fino”?

Più che altro l’orecchio! Fanno un altro rumore, anche solo mettendole sul cavalletto e girando il pedale con la mano. Un po’ si allungano. Dopo una settimana la differenza con una catena nuova è di almeno mezza maglia, mezzo centimetro. E questa differenza sui denti si sente: la catena gratta un po’.

La dima è lo strumento per verificare l’usura della catena
Una dima è lo strumento per verificare l’usura della catena
Questo allungamento coincide anche con una dispersione di forza?

Non abbiamo dei dati precisi, ma il cambio non funziona benissimo ed è anche un po’ più lento.

E il corridore avverte questa differenza?

Un corridore sensibile come Fuglsang se ne accorge subito. E anche Samuel Sanchez ha “orecchio”.

Voi utilizzate catene Shimano, ma sono tutte uguali quelle vi forniscono?

Hanno 114 o 116 maglie a seconda della lunghezza della gabbia del cambio. Noi togliamo un paio di maglie perché la catena deve lavorare con una certa lunghezza. Quella corretta s’individua ponendo la catena sul 39 (o corona piccola) e sul terzultimo pignone (partendo dal più piccolo) dietro, che solitamente è un 39×13: in quel modo la molla del cambio praticamente non tira e si ha la lunghezza corretta affinché la catena stessa non si troppo tesa quando si mettono ingranaggi più grandi e troppo lenta quando si mettono quelli più piccoli.

Fuglsang e Tosello. Il danese è molto attento alla sua bici
Fuglsang e Tosello. Il danese è molto attento alla sua bici
A proposito di bilancieri grandi, voi avete i Ceramicspeed che hanno le rotelline grandi, come vi regolate?

Togliamo solitamente tre maglie, ma volte anche quattro.

Acqua e sporco incidono davvero molto sull’usura?

Sì, il “fango” sull’alluminio sembra carta vetrata. In quel caso la catena va valutata giorno per giorno, cosa che facciamo comunque, ma con un’altra attenzione. Può capitare che sul dente si formi quella “bava” che va a rovinare la catena stessa e il rischio è che le maglie s’induriscano. In quel caso si prova a liberarle, ma se non si liberano facilmente la catena si deve sostituire.

Se piove utilizzate lubrificanti differenti?

In caso di bel tempo utilizziamo uno spray tradizionale. Se è annunciata pioggia ne mettiamo uno un po’ più denso. Se invece partono già con l’acqua mettiamo anche un filo di grasso: non è bellissimo esteticamente quando arrivano perché la trasmissione è sporca e tutta nera, ma protegge.

In allenamento ogni quanto vengono cambiate le catene?

Ogni mese, anche mese e mezzo. A volte se la corsa è vicino casa, i corridori arrivano con la bici in macchina. Gliela sistemiamo e gli sostituiamo la catena, altrimenti vanno dal negoziante amico, che per questo genere di manutenzione va benissimo. Comunque va detto che i corridori sono spesso fuori e magari la loro bici d’allenamento è ferma anche per 15 giorni, quindi non sono poi così messe male.

rapporti
Una catena sporca ed annerita: immagine che si vede spesso al termine di tappe piovose
Una catena sporca ed annerita: immagine che si vede spesso al termine di tappe piovose
Per la crono cambia qualcosa? Magari si toglie qualche maglia in più per averla più pronta?

No, la catena è la stessa. Semmai varia la lubrificazione. Si tratta di sforzi che al massimo durano un’ora quindi si utilizza un olio molto leggero che fa meno attrito.

Con il crescente numero di velocità al posteriore è cambiato il consumo di catena e pignoni?

Tutto si assottiglia ma lo spazio è quello! Quindi un po’ sì: l’usura è maggiore. Un qualcosa che avvertimmo anche in passato, quando passammo dalle 10 alle 11 velocità. Il prossimo anno anche noi avremo le 12 velocità.

Chiudiamo con un aneddoto: ti è mai capitato di vedere catene malridotte che hanno finito la gara per “miracolo”?

Quattro anni fa Aru finì la tappa per miracolo, un’altra salita e la sua catena si sarebbe rotta. Mentre sistemavamo le bici gli chiedemmo cosa fosse successo. Fabio fu onesto e disse che aveva cambiato su un dosso, la catena si era incastrata e non fu “gentilissimo” nel risolvere il problema. Andò bene, per fortuna, anche per quando accadono certe rotture non è mai bello per lo sponsor. E il meccanico è il primo ad essere messo sott’occhio.

Quando il pro’ è incerto sulla misura del telaio…

27.01.2021
4 min
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Cosa succede quando un professionista si trova a “cavallo” di due misure per la scelta della sua bici? Se è indeciso, per esempio, tra una misura M e una L?

Ormai da un decennio, ma forse anche di più, esiste questo problema. Il “su misura” infatti è praticamente sparito con l’avvento dei telai in carbonio monoscocca. Ma proprio perché ci sono le taglie standard, il professionista deve adattarsi. E per farlo deve lavorare sui componenti. In questo modo riesce a riportare le proprie quote.

Wilier Triestina Filante SLR, 2020, manubrio aerodinamico integrato
L’attacco integrato di Wilier per l’Astana arriva a 135 millimetri
Wilier Triestina Filante SLR, 2020, manubrio aerodinamico integrato
Per l’Astana attacchi personalizzati da 135 millimetri

Meglio la piccola

E quando accade di essere indecisi se prendere una taglia anziché un’altra il professionista cosa fa?

«Generalmente sceglie la più piccola – dice Gabriele Tosello, meccanico dell’Astana Premier Tech – il corridore vuole il telaio più piccolo perché lo sente più rigido e reattivo. Poi gioca con fuorisella e attacco manubrio. Quest’anno abbiamo avuto due ragazzi con questo problema: uno ha optato per il telaio più piccolo e l’altro per quello più grande, perché nel piccolo proprio non ci stava. Con il manubrio integrato di Wilier abbiamo lunghezze fino a 135 millimetri per quel che riguarda l’attacco. Il 135 è una misura particolare che Wilier fa solo per noi del team. In commercio arrivano fino a 130, ma così riusciamo a sistemare tutti per bene».

Le solite fissazioni

Si parla di rigidità e reattività, ma siamo sicuri che un telaio più piccolo lo sia sempre? Rigido magari sì, ma reattivo non è detto. Una taglia più grande, nella maggioranza dei casi prevede un angolo di sterzo maggiore (più verticale) e quindi a parità di lunghezza del carro la bici dovrebbe accelerare meglio.

Non solo, ma con un telaio più piccolo si hanno cannotto e attacco più lunghi: perché non si pensa mai a quanto flettono questi componenti? Un conto è fare uno scatto sui pedali imprimendo la forza sul manubrio con un attacco da 110 millimetri e un conto è farlo con un attacco da 140: l’effetto leva aumenta nel secondo caso e, per quanto rigido, il materiale un po’ si deforma, flette. Specie se si pensa ai corridori più grandi e pesanti che sprigionano tanti watt.

Meno flessioni

Immaginiamo quanto un atleta come Van der Poel possa “torcere” il manubrio. O quanto possa flettere un cannotto tanto lungo mentre pedala seduto in salita. E allora perché non si opta per la taglia maggiore che ridurrebbe le lunghezze di questi componenti?

«Vera questa cosa – riprende Tosello – ma vaglielo a spiegare… Noi spesso lo facciamo notare, ma nella loro testa la bici piccola si guida meglio, pesa meno (come se 3 centimetri di attacco in più non pesassero, ndr) e ci ritroviamo a lottare con questa idea. Che poi, un attacco da 120 esteticamente è anche più bello di uno da 140. Mediamente tra una taglia e l’altra ci sono 1,5 centimetri di differenza, quanto può flettere di più il telaio? Uno di quei due corridori veniva dalla M di Specialized che è una 54, mentre la M di Wilier è una 53. Per convincerlo a prendere la L, gli abbiamo montato due bici e solo dopo averle provate ha optato per quella maggiore».

Andrey Kashechkin in azione. S’intuisce la lunghezza del suo attacco
Andrey Kashechkin e il suo attacco super lungo

Artista Kashechkin

«Se il corridore ha il “tarlo” meglio assecondarlo, altrimenti non rende – spiega Tosello – poi dico anche che questo succede ad inizio stagione. Infatti quando la gamba inizia a girare, tanti problemi con la bici e le misure spariscono!».

Tosello racconta che in tanti anni di attività qualche caso di indeciso estremo c’è stato. Per esempio Grivko: un anno cambiò misura quattro volte, passando dalla M alla S, poi ancora M e finì di nuovo con la S.

«Ma un vero “artista” era Andrey Kashechkin che arrivò terzo alla Vuelta del 2006 – conclude “Toso” – lui alzava e abbassava la sella di un centimetro alla volta… non un millimetro! Ma soprattutto voleva stare sempre più disteso e pur di non cambiare la sua bici ha usato attacchi da 160, 170 e alla fine anche 190 millimetri. Fu grazie a Claudio Marra di Fsa che riuscimmo a farglieli avere. Cambiava così, Andrey: due centimetri nel bel mezzo di una gara!».

Omar Fraile

Tosello ci presenta le Wilier dell’Astana

04.12.2020
5 min
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Wilier una storia lunga oltre 100 anni, Tosello racconta. Corse nel sangue e bici da sogno. Senza andare indietro di troppi anni anni, hanno pedalato su bici di questo marchio campioni come Pantani e Pozzato. Gli ultimi della lista sono i corridori dell’Astana, di cui la casa veneta è partner tecnico. 

In vista della prossima stagione ai due gioielli già dati in dotazione al team, la Wilier 0 Slr e la Turbine, si affiancherà anche la Filante Slr, l’ultima arrivata. «Questa bici – dice Gabriele Tosello, meccanico dell’Astana – è la proposta aero di Wilier per il nostro team, anche se non è troppo diversa dalla Zero, in quanto al peso».

Tosello
Gabriele Tosello meccanico dell’Astana
Tosello
Gabriele Tosello meccanico dell’Astana

Tosello è di ritorno dal magazzino Astana, la cui sede è a Nizza. Tra inventari e controlli dei materiali, il meccanico dice che ogni anno hanno a che fare con oltre 200 bici.

«Senza contare – riprende “Toso” – le edizioni speciali per i capitani. Ogni atleta ha cinque bici da strada e due da crono, ma i leader, ne hanno tre. Una per casa e altre pronte ad essere spostate nelle corse. Quindi in totale trattiamo non meno di 150 bici da strada e 60 da crono».

Wilier 0 Slr
Wilier 0 Slr, la bici usata quest’anno dai turchese
Wilier 0 Slr
Wilier 0 Slr, la bici usata quest’anno dai turchese

La 0 Srl

E’ la bici che abbiamo visto al Tour e al Giro. Miguel Angel Lopez ci ha vinto la tappa più bella Grande Boucle, con arrivo a Col de la Loze.

Si tratta di un telaio monoscocca in carbonio ad alto modulo (HUS-MOD). Il suo peso è di soli 780 grammi. Mentre la forcella, 340 grammi non è tra le più leggere ma forse proprio per questo è molto molto precisa.

L’Astana ha il contratto con Shimano e chiaramente il gruppo è il Dura Ace Di2, anche perché su questo telaio si possono montare solo gruppi elettronici. Il cambio posteriore però non ha il bilanciere del brand giapponese, ma è quello di Ceramicspeed con le rotelline oversize e cuscinetti speciali a vantaggio della scorrevolezza.

Un elemento di pregio è la piega manubrio “0”: 330 grammi, presa ergonomica e anche essa in fibra Hus-Mod.

Le ruote sono le Corima. «E lo saranno – riprende Tosello – anche per il prossimo anno. Avevamo a disposizione quattro modelli: le Ws da 32, 47 e 58 millimetri e quelle speciali per la salita le 47 Mcc Ws+. Quelle da 32 però le hanno utilizzate davvero poco, giusto in qualche tappa di salita più dura».

Wilier Filante
Wilier Filante, il team l’avrà a partire da febbraio
Wilier Filante
Wilier Filante, il team l’avrà a partire da febbraio

La Filante Slr

«La Filante arriverà non prima di febbraio e avrà gli stessi colori che abbiamo usato questa stagione. Una grafica che, visto il covid non è stata sfruttata troppo, e che quindi Wilier vuol proporre ancora visto che è piaciuta molto. In tal senso, immagino ci sarà qualche novità in vista del Tour, quando i colori cambieranno pensando al mercato 2022».

Sarebbe sbagliato dire che la Filante è l’evoluzione della Wilier 0 perché di fatto sono due bici differenti, però è anche vero che questa è la bici sviluppata con l’ausilio e i feedback dei corridori dell’Astana, partendo proprio da quello che “mancava” (o che volevano in più) rispetto alla Wilier 0.

«Questa bici l’avranno prima i leader, Vlasov, Fuglsang, Lutsenko, e man mano tutti gli altri. I leader forse ne avranno due, gli altri una».

La Filante è senza dubbio una bici di elevatissima gamma. Il peso è di pochissimo superiore a quello della Wilier 0. La fibra utilizzata è in questo caso unidirezionale e con una tecnica di lavorazione che prevede l’utilizzo di una resina speciale, la LCPs (Liquid crystal polymers). Grazie a questa resina, nonostante il materiale utilizzato sia di più (superfici dei tubi più ampie), il peso rispetto alla 0 è superiore di soli 90 grammi. Ricordiamo: è una bici aero.

Anche questa bici sarà equipaggiata Shimano e con tutte le specifiche della “sorella” maggiore. «Ma cambieranno le gomme. Passiamo da Wolfpack a Vittoria». Ci sta quindi che i corridori Astana useranno molto anche il tubeless. In ogni caso potranno montare coperture larghe fino a 30 millimetri. E probabilmente vedremo molto il 28 millimetri, tanto caro a Vittoria.

E la sella? «Sempre Prologo – dice Tosello – Avevamo a disposizione l’intera gamma, ma usavamo 7 modelli con 30 atleti. Il più usato: l’M5».

Wilier Turbine
La Wilier Turbine, bici da crono
Wilier Turbine
La Wilier Turbine, bici da crono

La Turbine

Infine ecco la Turbine, la bici da cronometro, questa sì una vera macchina da guerra. Le linee massicce la rendono super rigida. Una bici così non è facilissima da guidare e infatti i top rider ci escono non meno di una volta a settimana proprio per abituarsi all’assetto estremo che propone. Forse l’immagine migliore per mostrare questa bici sarebbe quella frontale, così da rendersi conto quanto l’impatto sia ridotto: forcella, ruota, tubo di sterzo e manubrio sembrano un componente unico.

Uno dei punti di forza di questa bici è il carro super compatto: 405 millimetri nonostante i tubi del carro (foderi, pendenti e piantone posteriore) oversize. Merito dell’angolo a 76°. Ci si potrebbe immaginare un anteriore “seduto”, ma non è così. Anzi è molto reattivo grazie all’angolo di 72,5°. 

«Il peso del telaio nudo è di circa 1.400 grammi, 1.420 per la precisione – conclude Tosello – e quello della forcella è di 450. Su questa bici trova alloggiamento una copertura fino a 26 millimetri, ma non mezzo millimetro di più in quanto i tubi posteriori sono grandi».