Maltempo sulla Vuelta, tappa dura e fuga che arriva e Ion Izagirre, basco di 31 anni, scrive il suo nome in cima alla salita di Aramón Formigal. Il corridore dell’Astana Pro Team ha attaccato dal gruppo in fuga a circa 3 chilometri dall’arrivo, guadagnando il margine che gli è bastato per vincere e diventare il centesimo corridore ad aver vinto tappe nei tre grandi Giri.
A Izagirre queste giornate piacciono molto. Nel 2016, infatti, fu il solo ad opporsi a Vincenzo Nibali nella tappa di Morzine al Tour de France, privando il siciliano della vittoria pochi giorni prima delle Olimpiadi di Rio.
Una giornata dura e gelida che ha riportato alla mente quanto successo di recente al Giro d’Italia.
«Tanto freddo – ha confermato Andrea Bagioli – veramente tanto e soprattutto in discesa, perché era molto veloce. Con la pioggia poi. Per fortuna non ha cominciato subito, ma solo dopo 50 chilometri…».
Nella tappa che avrebbe dovuto scalare il Tourmalet (cancellato come pure l’Agnello al Giro d’Italia), dopo la partenza a Biescas un gruppo di 23 corridori ha attaccato senza che il gruppo organizzasse una reazione troppo convinta, così da permettere agli attaccanti di arrivare all’attacco della salita finale con quasi 4 minuti di vantaggio. E i fratelli Izagirre hanno attuato un perfetto gioco di squadra, fino alla vittoria di Ion. Che così racconta.
Tappa davvero dura?
Molto. Sapevamo che il brutto tempo non ci avrebbe risparmiato e per tutta la seconda parte di gara abbiamo sofferto il freddo e l’umidità. D’altra parte sui Pirenei, la pioggia in ottobre porta sempre il freddo. Ma eravamo pronti. Sono entrato nella prima fuga con mio fratello Gorka ed è stato proprio grazie al suo lavoro che sono riuscito a risparmiare un po ‘di energie per il finale.
A quel punto hai attaccato e via…
Sono scattato nella parte più ripida e ho fatto il vuoto. Mi sono guardato indietro e nessuno mi seguiva, così ho tirato dritto. E’ stato difficile arrivare in cima con quella pioggia, ma ci sono riuscito.
Quanto è stato davvero importante l’aiuto di tuo fratello?
Tanto, penso che anche Gorka avrebbe potuto vincere. Ma, quando il gruppo lo ha ripreso dopo il suo attacco in discesa, ho capito che era il mio momento. Questa vittoria significa molto. Dopo la caduta al Tour de France sono riuscito a recuperare bene e la squadra mi è stata sempre vicina.
Alle spalle della fuga, gli uomini di classifica non si sono risparmiati. Alcuni hanno attaccato dal gruppo della maglia rossa, facendo a loro volta il vuoto. Finché – nello stesso giorno in cui Ganna ha vinto la crono di Milano e Geoghegan Hart la maglia rosa – Richard Carapaz ha conquistato la maglia di leader. L’ecuadoriano del team Ineos-Grenadiers ha concluso a 55 secondi da Izagirre e ora guida la Vuelta con 18” su Carthy, 20” su Daniel Martin e 30” su Roglic. Settimo al traguardo, a 38” da Izagirre, è arrivato Mattia Cattaneo: migliore degli italiani.
Domani la Vuelta vivrà il primo giorno di riposo, forse irrituale dopo appena sei tappe. Ma come si è già detto, la riduzione da 21 a 18 tappe non ha intaccato l’impianto della corsa spagnola, che lunedì 26 ottobre avrebbe comunque recuperato le forze.