Petilli 2022

Pozzovivo, in Petilli hai trovato la spalla giusta…

10.03.2022
4 min
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Tanta attenzione non se l’aspettava, non ne ha mai avuta intorno. Simone Petilli, dopo il nono posto (primo degli italiani) alla Strade Bianche è tornato nella sua Colico per ricaricare le batterie, ma in questi giorni il telefono ha continuato a squillare. D’altronde la classica toscana sullo sterrato non è mai stata prodiga di soddisfazioni per i colori italiani e anche un’entrata nella Top 10 ha un valore, considerando anche i campioni che ogni anno la compongono.

Questo piazzamento non è stato però un caso e questo Simone ci tiene a sottolinearlo: «Certamente non me l’aspettavo, ma intanto abbiamo interpretato la gara tutti noi della Intermarché Wanty Gobert nella maniera che ci è più congeniale, attaccando sempre. Poi sono stato anche fortunato, ad esempio evitando la grande caduta, ma è grazie alle mie gambe che mi sono ritrovato davanti, questo è sicuro»

Petilli Strade Bianche 2022
Simone Petilli è professionista dal 2014. Alla Strade Bianche era stato 44° nel 2019 e 91° lo scorso anno
Petilli Strade Bianche 2022
Simone Petilli è professionista dal 2014. Alla Strade Bianche era stato 44° nel 2019 e 91° lo scorso anno
Quante volte avevi già corso la Strade Bianche?

Questa era la terza, ma devo dire che mi ci sono sempre trovato bene. Lo scorso anno sono anche andato in fuga. E’ una corsa diversa da tutte le altre, una delle più difficili ma anche delle più intense, nella quale tutto deve girare dritto per ottenere il risultato.

C’è un segreto per riuscire a centrare l’obiettivo?

Non devi mai mollare, perché è tutta un inseguimento, è come se fosse una gara a eliminazione. Bisogna sempre essere vigili e controllare come si evolve la corsa, per questo qui un piazzamento è così importante.

Parlando di una gara con un percorso così particolare, verrebbe da pensare che ci siano i prodromi per far bene anche alla Parigi-Roubaix…

Io non l’ho mai fatta, ma da quel che so ci sono molte differenze. Alla Strade Bianche ci sono comunque 3.500 metri di dislivello, emerge chi è molto leggero e ha un buon passo da scalatore. Alla Roubaix si pedala in pianura ma su terreno sconnesso come il pavé, per questo emergono sempre corridori di potenza. Per me la gara toscana è più vicina a quelle delle Ardenne o al Lombardia.

Petilli Vuelta 2021
Il corridore di Bellano (LC) era stato protagonista alla Vuelta 2021, con tutta la sua squadra
Petilli Vuelta 2021
Il corridore di Bellano (LC) era stato protagonista alla Vuelta 2021, con tutta la sua squadra
Non è un caso quindi se Pogacar sia emerso in queste classiche…

Non è scontato che possa far bene anche sulle pietre. Un giorno correrà anche quella e magari ci stupirà tutti, ma da osservatore posso dire che mi incuriosisce molto la sua presenza al Fiandre, quella è una gara più vicina come caratteristiche alla Strade Bianche.

Veniamo a te: che cosa farai ora?

Volta a Catalunya e Giro di Sicilia sono nei miei programmi, poi preparerò il Giro d’Italia dove tutta la squadra conta di far bene, soprattutto ora che è arrivato Pozzovivo.

Parliamo proprio di Domenico: vi conoscevate?

Avevamo parlato qualche volta, ma quando ho saputo che aveva firmato sono stato contentissimo e l’ho subito contattato tramite social. Era entusiasta, e io con lui. Abbiamo già corso insieme al Laigueglia e alla Strade Bianche e ci siamo subito trovati in sintonia.

Considerate le vostre caratteristiche, tu avrai molto da fare la suo fianco al Giro.

Sì e non vedo l’ora. All’ultima Vuelta ho visto che posso davvero fare bene in appoggio al capitano di turno nelle tappe di salita e con Domenico sarà un piacere fargli da spalla. Io credo che anche tecnicamente possiamo lavorare bene insieme.

Il suo arrivo secondo te quanto influisce sulle caratteristiche del team?

Non più di tanto. La filosofia di base resta, è quella che Valerio Piva ha introdotto lo scorso anno, noi non abbiamo il grande campione che deve vincere la classifica o la classica, dobbiamo correre alla garibaldina e inventarci sempre qualcosa per sovvertire i pronostici. Guardate ad esempio quel che è successo all’ultimo Trofeo Laigueglia: la fuga da lontano che ha deciso la corsa l’abbiamo lanciata noi…

Pozzovivo Tirreno 2022
Pozzovivo alla Tirreno-Adriatico, tappa per preparare un grande Giro d’Italia
Pozzovivo Tirreno 2022
Pozzovivo alla Tirreno-Adriatico, tappa per preparare un grande Giro d’Italia
Con Pozzovivo la Intermarché diventa sempre più italiana…

E questo mi fa molto piacere, non perché mi trovi male con gli altri, anzi, ma con Rota, Pasqualon, ora Domenico c’è un bel gruppo, c’è feeling, poi Piva ha impostato la squadra con una struttura molto tradizionale e i risultati si vedono. Certamente ora con Pozzovivo guarderemo alla classifica, ma senza farci assillare.

Tu per tuo conto che cosa ti aspetti?

Non ho traguardi particolari ai quali ambisco, anche se nel profondo del cuore un successo di tappa al Giro d’Italia dopo una fuga sarebbe il compimento di un’intera carriera. Quel che voglio comunque è semplicemente continuare a emergere, a fare bene come nello scorso anno e in questo avvio di stagione, essere utile alla squadra sapendo che ogni volta può essere la mia giornata. E’ questo il bello della Intermarché: tutti hanno spazio, l’occasione può capitare per ognuno e dobbiamo essere pronti e bravi a coglierla.

Dì la verità: come stavi domenica dopo la gara?

Sfinito… Ma è proprio questo il bello della Strade Bianche, infatti avevo già voglia di rifarla. Ci vediamo nel 2023…

Intermarché al Giro per la classifica di “Pozzo” e per le tappe

09.03.2022
4 min
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L’anno scorso sono stati tra i più attivi al Giro d’Italia. Hanno attaccato, hanno vinto una tappa con Taco Van der Hoorn e quest’anno come si comporteranno i ragazzi di Valerio Piva? Alla Intermarché Wanty Gobert, infatti, è arrivato all’ultimo secondo (per non dire ai tempi supplementari) Domenico Pozzovivo.

“Pozzo” è un corridore importante e non ha nascosto la sua voglia di fare classifica nella corsa rosa. Dove potrà arrivare dunque? Cosa può dargli la squadra? Per adesso sta correndo alla Tirreno-Adriatico. E lo scorso giorno lo abbiamo visto alla Strade Bianche, con la bici da crono già pronta in caso di ritiro. Cosa più che plausibile su un percorso del genere per uno scalatore super puro come lui. Il lucano non voleva perdere neanche un secondo di allenamento.

Valerio Piva (classe 1958) è alla Intermarché Wanty Gobert dal 2021
Valerio Piva (classe 1958) è alla Intermarché Wanty Gobert dal 2021
Valerio, come cambiano i vostri piani con l’arrivo di Pozzovivo?

Cambiano in meglio! Abbiamo un corridore che è un leader e lo sarà anche al Giro. Lui e Lorenzo Rota proveranno a fare classifica. Quello di Domenico è un inserimento importante. E’ un tipo di corridore che non avevamo e va a completare il nostro organico. Ci può dare una grossa mano, può fare risultato e, cosa molto importante, ha grande esperienza.

E quale potrebbe essere un obiettivo concreto al Giro?

Una top 10 nella generale credo possa essere alla portata e un buon obiettivo per noi.

Cambierà il vostro modo di correre?

Credo proprio di no! Le caratteristiche della nostra squadra sono quelle di cercare una vittoria di tappa. Di certo non posso sacrificare tutti i giorni, tutti gli uomini per ottenere un decimo posto. E questo Domenico lo sa bene. Con lui, come ho detto, ma anche con Rota e Girmay possiamo fare bene, cercare qualche tappa. Certamente Pozzovivo sarà sostenuto dal team, ma bisogna anche essere realisti: non abbiamo Pogacar che vince quasi certamente il Giro e gli si mette a disposizione l’intero team. E poi dipenderà anche dagli avversari, da come si muoveranno, dalla corsa…

Come sta andando il suo inserimento?

Ci stiamo conoscendo adesso. Sono quattro giorni in pratica che ce l’ho sottomano. Però “Pozzo” è un vero professionista. Ha passato un inverno anomalo perché si è allenato come se avesse una squadra pur senza contratto. Non ha mai mollato. Ha fatto i suoi ritiri, l’altura. E infatti si è presentato in buone condizioni.

Anche se qualcuno aveva già più giorni di corsa nelle gambe…

Sì, ma stava bene. Non era così indietro. Certo, su alcune cose ancora doveva trovare il feeling giusto. Per esempio la bici da crono l’ha usata una sola volta prima di Camaiore. E di certo non è stata la sua miglior crono della carriera. Ma è stato fatto tutto così all’ultimo minuto e di fretta che ci sarà tempo per sistemare le cose. Però è motivato e anche ieri mi ha detto di aver avuto buone sensazioni in corsa.

E con Rota in particolare come va?

E’ la prima corsa che fanno da compagni di squadra. Non credo si conoscessero molto. Ma non penso che tra loro ci saranno problemi, almeno da quello che ho visto. Domenico sa bene come ci si comporta in un team nuovo… Noi non abbiamo un solo leader. Da noi tutti hanno le possibilità. Se ci sarà da dare una mano la darà anche Pozzovivo, così come Rota,

No, no, ma noi intendevamo il contrario: quanto l’esperienza di Pozzovivo potrà essere una risorsa per Lorenzo…

Ah, di sicuro tanto. Lorenzo non ha ancora fatto tutto quello che ha fatto Domenico. Lo potrà aiutare nel suo percorso. Uno serio come lui ha molto da insegnare, a Lorenzo come a tutta la Intermarché.

A proposito di serietà, sappiamo che Domenico ama avere tutto sotto controllo. Vi ha chiesto di vedere qualche tappa?

Ah beh… non credo che Pozzovivo debba vedere ancora qualche tappa o qualche salita: a parte quelle in Ungheria ormai le conosce tutte! Se ci sarà la possibilità, e lui vorrà vedere qualcosa in particolare, cercheremo di accontentarlo. Ma vediamo. Abbiamo una riunione tecnica sul Giro proprio prima della Sanremo. Poi lui tornerà anche in altura. E’ tutto in divenire. Intanto vediamo come va questa Tirreno, è qui che ha iniziato davvero con me.

Il fitting per Pozzovivo? Ne parliamo con Nalini

09.03.2022
8 min
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Una battuta di Pozzovivo tra le cose da fare prima di sentirsi completamente a posto alla Intermarché-Wanty-Gobert. «L’aspetto dei materiali. Il fitting dell’abbigliamento con Nalini, che per me non è banale, incluso il body da crono». Non basta una maglia con cui correre e Dio solo sa questa volta che fatica ci sia voluta per trovarla. Bisogna anche che sia perfettamente calzante. E Nalini cosa dice? In che modo lavorano con le squadre che seguono?

L’occasione per parlarne è una videoconferenza con Alessandra Agostini, responsabile marketing dell’azienda mantovana – lo sguardo severo ma la grande propensione al sorriso – e Martina Manzalini che segue direttamente i gruppi sportivi. Che cosa si fa quando la dotazione ai singoli corridori è completa e le linee di produzione si sono rivolte ad altro e di colpo arriva un atleta dell’ultimissima ora?

Da destra, Alessandra Agostini e Martina Manzalini a una prova del Nalini Road Series (foto Facebook/Nalini)
Da destra, Alessandra Agostini e Martina Manzalini a una prova del Nalini Road Series (foto Facebook/Nalini)

«Il lavoro con le squadre – spiega Agostini – inizia da lontano. Si comincia a parlare. Si valutano gli impegni economici e se si trovano l’accordo e la volontà di collaborare, è immediato e necessario un incontro in cui si parla di materiali. Abbiamo una gamma di modelli che viene rinnovata ed è dedicata all’uso dei pro‘, cui si aggiungono capi creati quasi da zero per le squadre. Vanno conciliate le esigenze tecniche e gli spazi commerciali. Posizionare tutti i marchi non è semplice. Non è semplice alla Intermarché perché sono tanti. E neppure al Team Dsm, dove si stavano provando tessuti nuovi e non facili da lavorare. Se la squadra vende gli spazi agli sponsor garantendo una determinata superficie, non è detto che starci dentro sia così semplice. Se gli interlocutori sono flessibili e capiscono che la qualità del prodotto viene prima delle esigenze commerciali è un conto. Altrimenti c’è da sudare…».

Si individua una collezione e si parte con la personalizzazione?

Si prepara prima un set di taglie, poi si raggiunge la squadra per prendere le misure. Martina con il Team DSM, Stella con la Intermarché. Un paio di giorni di lavoro per raggiungere la customizzazione corridore per corridore. Ogni squadra fa le sue scelte. Ci sono quelle che danno un prodotto ai professionisti e uno alle altre categorie. E altre, come la DSM che per far sentire tutti sullo stesso piano, ha previsto la stessa collezione per WorldTour, donne e continental.

I corridori non sono tutti uguali…

E’ complicato, ma abbiamo l’esperienza necessaria. C’è quello che ha bisogno della maglia S e del pantaloncino M. Ogni corridore ha i suoi capi su misura. Abbiamo sviluppato un software che elabora le misure ed è un bel vantaggio. Il problema semmai è che nella fase dell’anno in cui si fa il fitting, non sono tirati come quando iniziano le corse. Non tutti sanno valutare e accettano una maglia più stretta a dicembre. Alcuni sono bravi, altri li definiamo “capricciosi”.

Chi sono i corridori capricciosi?

Quelli che se un capo va bene per gli altri 25, loro chiedono comunque l’eccezione. Alla Intermarché c’è un italiano che chiedeva una modifica sul gambale. Voleva meno tessuto dietro al ginocchio e più spessore davanti. La modellista ha tentato in tutti i modi di fargli capire che per ottenerlo, avrebbe dovuto prevedere una cucitura dietro al ginocchio che gli avrebbe dato fastidio. Ma lui insisteva e alla fine glielo abbiamo fatto lo stesso.

Pozzovivo parla di body da crono: il vostro impegno passa anche per la galleria del vento?

Ad ora, viste le limitazioni Covid, abbiamo prodotto il body e lo abbiamo affidato alle squadre che hanno fatto i test in galleria del vento.

La necessità di accontentare un corridore come Pozzovivo in qualche modo crea difficoltà all’azienda?

Possiamo essere anche molto veloci. Lo dimostriamo, ad esempio, se uno dei nostri atleti vince una maglia importante e c’è da prepararla alla svelta. Per cui possiamo produrre due o tre kit completi anche in una sola settimana, ma sono operazioni che inchiodano l’azienda. Hai macchine da taglio che devono fermarsi da un lotto di 3.000 maglie per farne solo 6. Magari qualche consegna programmata potrebbe saltare. Il corridore che viene preso all’ultimo richiede una serie di considerazioni e una gestione moto attenta.

Quindi l’ideale è aver finito con le squadre prima della stagione agonistica e poi tornare alla produzione di tutti i giorni?

Esatto. Il fitting si fa normalmente a ottobre, anche se ad esempio la DSM è stata presa all’ultimo e lo abbiamo fatto a dicembre. Il primo kit deve essere pronto proprio per dicembre, quando c’è la presentazione della squadra. Poi ci sono le prime consegne per quando, ad esempio, si comincia a correre a gennaio.

Qual è l’utilità di avere delle squadre pro’ in termini di sviluppo?

I professionisti sono degli ottimi tester. Se un fondello va bene a loro, andrà bene anche agli amatori. Un capo che resiste ai tanti lavaggi di una maglia da pro’, non avrà problemi nella lavatrice di casa. Sono attenti al colletto e a dettagli che magari a un cicloturista non servono, ma accrescono il nostro know how.

Pozzovivo ha ricevuto un kit standard, la personalizzazione verrà semmai in primavera
Pozzovivo ha ricevuto un kit standard, la personalizzazione verrà semmai in primavera
Gli utenti cercano ancora le maglie replica dei team?

Sempre meno, purtroppo, anche perché forse manca il campione carismatico che renda la sua maglia un oggetto di culto. L’amatore si sta scollando dall’ambiente delle gare e non è un caso che ci siano grandi marchi di tendenza che non hanno squadre, ma fanno numeri molto alti.

Allora qual è la convenienza di avere queste squadre?

Il nostro titolare, Claudio Mantovani, ha un’affezione particolare per il mondo delle corse, perché anche suo fratello è stato corridore. Per questo investiamo sulle squadre, forse più per un aspetto sentimentale che per un effettivo ritorno.

Quanto materiale riceve un corridore?

Tutti i tipi di maglie, tre giacche, accessori, tutto quello che serve per le diverse tipologie di situazioni. Usano poco la calzamaglia. E non è detto che quel che ricevono a inizio anno basti per tutto l’anno. Per il consumo, ma anche perché magari prima del Tour si studia un cambio di grafica.

Avete le schede dei corridori con cui avete lavorato, come i telaisti hanno le loro misure?

Teniamo tutte le schede, ma il cambio dei modelli spesso rende necessario riprendere tutte le misure.

Quindi cosa si fa con Pozzovivo?

Per ora ha ricevuto la prima fornitura di materiale. Per il seguito, aspettiamo le indicazioni del team.

Sorride. Nonostante la grande concretezza della professionista, si capisce che far parte di questo mondo richieda elasticità e capacità di far fronte con immediatezza a situazioni imprevedibili. E tutto sommato uno scricciolo come Domenico non sarà una salita così dura da scalare.

Pozzovivo sulla strada del Giro con le brugole in tasca

22.02.2022
6 min
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L’episodio di Pozzovivo che parte dall’Italia per andare a Charleroi a recuperare la nuova bici, raccontato nei giorni scorsi dal suo agente Scimone, è ancora più colorito di quanto fosse sembrato in un primo momento.

«Ero a metà ritiro sull’Etna – racconta Domenico – e grazie a Piva, che stava andando in Oman, sono riuscito a organizzare di prendere la bici. Sarei voluto partire da Catania, ma non c’erano voli. Così ho guidato fino a Palermo. Sono andato in Belgio. L’ho presa e sono tornato in Sicilia per continuare ad allenarmi. Metà ritiro con la BMC del 2021, metà sulla Cube con cui correrò quest’anno».

La squadra con Pozzovivo è arrivata a quota 32 atleti. Dopo Kristoff, l’italiano è il più rappresentativo
La squadra con Pozzovivo è arrivata a quota 32 atleti. Dopo Kristoff, l’italiano è il più rappresentativo

Due ritiri in 7 giorni

In uno scambio di messaggi alla vigilia della Ruta del Sol con la Intermarche-Wanty-Gobert, Domenico aveva scherzato dicendo di essere piuttosto indaffarato nel fare in pochi giorni quello che normalmente si fa in due training camp e che se la sarebbe cavata con l’esperienza. E da qui cominciamo. Domenico è al volante, di rientro verso Morcote in Svizzera dove vive. Un asceta della bici e una gran brava persona, misto di passione e serietà.

Il debutto con la nuova squadra è andato, con l’ottavo posto nel giorno della vittoria di Covi e una caduta l’indomani (terza tappa) nei pressi del traguardo di Otura che gli ha portato qualche abrasione.

Per Pozzovivo, prima corsa con tanto morale e un elenco ben chiaro di cose da fare
Per Pozzovivo, prima corsa con tanto morale e un elenco ben chiaro di cose da fare
Sei riuscito a fare quel che avresti fatto in due ritiri?

Nel mio caso (ride, ndr) ne sarebbero serviti tre. Si può capire che non ho ancora la posizione ideale. Non sono mai stato di quei corridori che vanno in giro con le chiavi in tasca facendo i vari aggiustamenti, invece questa volta l’ho fatto per mettermi a posto il più rapidamente possibile. Ho provato diversi set-up, ma ancora non ci sono arrivato. La gara è stata la verifica per capire se ho fatto tutto nel modo giusto. E poi mi sono dato una dead line nella Tirreno-Adriatico. Fino a lì ci arriverò come meglio posso, poi faremo qualche approfondimento.

Andare in Belgio è stato davvero necessario, insomma…

L’alternativa sarebbe stata avere la bici il giorno prima della corsa. Io la notte dormo sereno, ma quella è una prospettiva che non mi tranquillizzava molto.

A proposito di dormire tranquillo, ci riuscivi anche non avendo squadra ad anno ampiamente iniziato?

Ho sempre dormito. Mi ero fissato l’obiettivo di essere in condizione il primo febbraio. L’esperienza precedente più simile era stata la firma a fine 2019, dove eravamo arrivati al 27 dicembre, perciò quando abbiamo passato quella data, ho iniziato a preoccuparmi. Avrei raggiunto la condizione. Avrei fatto qualche salita a tutta. E poi avrei smesso.

Al Giro dell’Emilia 2021, Pozzovivo è arrivato 14°. Ha chiuso la stagione una settimana dopo al Lombardia
Al Giro dell’Emilia 2021, Pozzovivo è arrivato 14°. Ha chiuso la stagione al Lombardia
In serenità?

Con un bel fastidio, perché sapevo che c’erano tante squadre con vuoti in organico in cui avrei potuto benissimo trovare posto. Mi avrebbero potuto prendere ai saldi di fine stagione, ma è vera la battuta sul fatto che avevo trovato squadra quando ero zoppo e stentavo a credere di non riuscirci ora. Quando nel 2019 firmai con la NTT, ancora non camminavo.

E’ vero che i giovani fortissimi oggi in gruppo ti spingono a superare i tuoi limiti?

Mi spostano i numeri. Prima raggiungevo un certo standard e valutavo che bastasse. Adesso il livello è più alto e non posso più accontentarmi. Potreste chiedermi perché non lo facessi anche prima e in effetti qualche rimpianto potrei averlo, ma è anche vero che qualche anno fa non c’erano le stesse tecnologie e le stesse metodiche di allenamento.

Arrivare in condizione al primo febbraio significa essere in anticipo?

Rispetto agli ultimi due anni, sicuramente. Rispetto a quando debuttavo in Australia, non proprio. L’incidente mi ha lasciato degli strascichi. Se lavoro bene arrivo al 100 per cento, altrimenti sono all’80. Non riesco più a stare intorno al 90 per cento. Quindi ho doppia scelta: essere al top o soffrire troppo. L’anno scorso ho sofferto troppo e non volevo ripassarci.

Pozzovivo trova ad attenderlo altri tre italiani: Petilli, Rota e Pasqualon
Pozzovivo trova ad attenderlo altri tre italiani: Petilli, Rota e Pasqualon
Come ti trovi in squadra?

Sentivo tanto parlare di clima familiare e mi pare che sia vero. C’è parecchia Italia e c’è anche competenza. Quello che mi dispiace è non aver preso parte ai ritiri e di conseguenza i programmi sono stati fatti senza prevedere me. Sarò io a dovermi adattare ai piani e al clima della squadra, ad esempio per il Giro. Se ci fossimo allenati insieme, conoscerei le caratteristiche dei miei compagni e oggi ci sarebbero altre sintonie. Anche questo fa parte del dover recuperare.

Il gruppo Giro?

La firma del contratto è stata legata agli obiettivi. E a parte Louis Meintjes, la squadra non ha altri corridori da corse a tappe, per cui il Giro sarà la mia stella polare e ho chiesto di aggiungerci la Vuelta. La motivazione ad andare avanti è stata proprio il ritiro dall’ultima edizione, dopo la tappa di San Giacomo. Mi sentivo bene, andare via e non cercare riscatto sarebbe stato come lasciare il libro a metà.

L’adrenalina del pericolo scampato ti spingerà a dare di più?

Devo dire che sul piano dell’impegno (sorride, ndr) ho pochi margini. Il fatto di aver cambiato squadra e di dover gestire questa situazione sono uno stimolo per uscire dalla routine e sicuramente daranno qualcosa in più.

Crono di Torino al Giro 2021, Pozzovivo fra gli scalatori andati meglio: 31″ da Ganna
Crono di Torino al Giro 2021, Pozzovivo fra gli scalatori andati meglio: 31″ da Ganna
Davvero credevi che la Qhubeka sarebbe ripartita?

Eravamo in contatto con Ryder Douglas e lui ci trasmetteva fiducia. Per cui quando a novembre è uscito l’elenco dei team WorldTour e noi non c’eravamo, è stato un fulmine a ciel sereno. Ricordo bene. Così come ricordo il momento in cui Raimondo mi ha detto che era fatta con la Intermarché. Ero sul Teide, quel posto porta bene. Ero lassù anche a fine dicembre 2019 quando arrivò la NTT.

Quindi quali sono i prossimi passi?

Sul fronte delle corse, il programma prevede Laigueglia, al 99,9 per cento la Tirreno-Adriatico, un altro periodo in altura, il Giro di Sicilia, Freccia, Liegi e Giro d’Italia. Non farò il Tour of the Alps perché la squadra è al completo, ma ho sempre detto che mi sarebbe piaciuto andare in Sicilia e ci andrò.

Quali altri fronti ci sono oltre alle corse?

Quello dei materiali. Il fitting dell’abbigliamento con Nalini, che per me non è banale, incluso il body da crono. E poi sempre per la crono dovrò prendere la bicicletta. Credo che il modello nuovo uscirà per il Tour, per cui al Giro dovremmo avere quella del 2021. Mi prenderò il tempo che serve dopo la Tirreno per trovare tutte le soluzioni più giuste. Dopo il buon livello raggiunto l’anno scorso, voglio raggiungere uno standard ugualmente soddisfacente.

Riprende dalla Spagna il viaggio di Pozzovivo. Ma che fatica…

15.02.2022
6 min
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Formalmente da ieri, giorno di San Valentino in cui festeggiava anche l’onomastico di sua moglie, Domenico Pozzovivo è diventato un corridore della Intermarché-Wanty-Gobert. Dieci giorni fa era andato da sé a prendersi la bici a Charleroi e da domani sarà in corsa alla Vuelta Andalucia-Ruta del Sol. Ma riavvolgendo il nastro, voi avete idea di cosa sia successo dal 29 novembre, quando Ryder Douglas lasciò liberi i corridori della Qhubeka-Nexthash? Ce lo siamo fatto raccontare da Raimondo Scimone, il suo agente, che al pari del piccolo lucano, non ha mai smesso di crederci.

«Per me oggi è il 2 gennaio – sorride l’emiliano – il 2021 è finito adesso, con l’ultimo obiettivo possibile finalmente raggiunto».

La collaborazione fra Pozzovivo e Scimone è iniziata nel 2005. A destra Valentina, moglie del lucano (foto Facebook)
La collaborazione fra Pozzovivo e Scimone è iniziata nel 2005, propiziata da Luca Mazzanti

La lunga attesa

La storia è complessa. Mentre tutti i corridori lasciati liberi dal team sudafricano si sono affrettati a trovare una nuova sistemazione, Pozzovivo ha scelto di dare fiducia al team e ha continuato ad allenarsi come se tutto fosse normale.

«Le ragioni per cui ha aspettato tanto – spiega Scimone – sono state fondamentalmente due. La prima è che in quella squadra si trovava bene. Domenico nota le cose che non vanno, non le manda a dire, ma lì disponeva di ottimo materiale e di un bel gruppo di lavoro. E poi c’era un contratto economicamente vantaggioso che si sarebbe rinnovato se la squadra avesse proseguito l’attività. Solo che il tempo passava. Dovete sapere che “Pozzo” è rispettato da tutti, ma poi quando si scendeva nel pratico, qualcuno discuteva per il fatto dell’età, qualcun altro per la posizione in bici dovuta all’incidente. Uno mi ha anche suggerito di farlo smettere. Ma siccome fino a metà novembre c’era la possibilità che Qhubeka facesse una professional, abbiamo aspettato. In realtà ci guardavamo già intorno, bisogna sempre farlo, ma la ricerca vera è iniziata quando Ryder Douglas ha mollato la presa».

Il confronto del Lombardia gli ha fatto capire di avere ancora qualcosa da dare
Il confronto del Lombardia gli ha fatto capire di avere ancora qualcosa da dare
In che direzione vi siete mossi?

Inizialmente verso squadre con organico non completo. Poi quelle cui mancasse un uomo per il Giro d’Italia, che per Domenico è sempre stato la corsa più importante. L’idea di essersi dovuto ritirare e lasciarlo dopo una settimana come nel 2021 non gli andava giù. E trovo che tornarci sia un’ambizione più che lecita, visto che delle sette top 10, solo una l’ha fatta alla Vuelta e le altre sono del Giro.

E quel suggerimento di farlo smettere?

Non abbiamo avuto bisogno di chiarirci, perché lo avevamo già fatto. Gli avevo detto di decidere liberamente e di sentirsi libero da ogni condizionamento nei miei confronti. Può smettere quando vuole e lo sa da tempo. Invece alla fine del Lombardia disse la frase che faceva capire che non ci pensasse minimamente.

Che frase?

«Questi giovani vanno come moto – mi disse – però oggi sulla salita su cui di solito faccio i test, pur andando in scioltezza ho fatto i wattaggi migliori di sempre, anche di quando la faccio a tutta». E il senso era che i vari Pogacar e gli altri lo stanno costringendo a migliorare e gli stanno allungando la carriera. Quindi siamo andati avanti. Il fatto di firmare tardi era qualcosa che avevamo già sperimentato.

Pozzovivo debutta al UAE Tour 2020 con la maglia NTT, alla ripresa dall’incidente di agosto
Debutta al UAE Tour 2020 con la maglia NTT, alla ripresa dall’incidente di agosto
Già nel 2020, alla ripresa dall’incidente, era successo qualcosa del genere, vero?

Quando venne fuori il progetto NTT, con Riis all’interno in un ruolo importante, ci arrivò l’okay verbale il giorno di Natale del 2019 e la firma il 27 dicembre, per non incappare nella regola dell’Uci per cui non si potrebbe firmare un contratto dopo il primo gennaio. Se non avessimo firmato quel contratto, probabilmente Domenico avrebbe smesso lì.

Quindi di base anche lui era tranquillo?

A novembre mi disse: «Raimondo, mi hai venduto quando ero zoppo. Perciò, ora sto bene, che problemi dovresti avere?». Non è facile avere la voglia di spingere ancora, evidentemente ce la siamo trasmessa a vicenda. Perché lui nel frattempo lavorava come se fosse tutto normale, ma con un mese di anticipo. Ha a febbraio i watt che di solito raggiunge a marzo. L’unica differenza è stata che, anziché andare sul Teide a Natale con Valentina, c’è andato da solo la settimana dopo per 12 giorni, passando un Natale normale in famiglia.

Finché l’occasione è arrivata…

A un certo punto si è capito che si andava materializzando qualcosa. C’era l’inghippo della regola UCI, bisognava aspettare che si riunissero per deliberare. Da un lato ero confidente che si superasse, ma insieme mettevo il pepe al manager della squadra perché facesse pressione. In fondo rischiavano di pagarlo senza farlo correre. E alla fine il contratto è stato firmato venerdì 11 febbraio e registrato il 14.

In attesa delle foto ufficiali, sul suo account Instagram c’è già da due giorni il logo del team
In attesa delle foto ufficiali, sul suo account Instagram c’è già da due giorni il logo del team
Ci hai sempre creduto?

Al 100 per cento, perché la logica dice che Pozzo dove lo metti sta. Trovato l’accordo, problemi non ce ne sono. Ci potevano essere altre squadre, comprese due professional, ma la WorldTour offre un calendario di livello che mette al riparo da ogni imprevisto. Scordiamoci il discorso economico, che comunque è dignitoso. Ci sono il calendario e lo spazio per correre bene. Però ci sarebbe, se posso, una persona da ringraziare…

Di chi si tratta?

Ero a telefono con Valentino Sciotti. Si parlava fra appassionati di vini e quando mi ha chiesto come stessi, gli risposi che avevo il cruccio di Pozzo ancora per aria. Disse che non era possibile e grazie a lui si è aperto il discorso con Israel-Premier Tech e Intermarche-Wanty (la Vini Fantini compare fra gli sponsor 2022 di entrambi i team, ndr). Quando è andato alla presentazione della squadra belga, mi ha chiesto se lo autorizzavo a spendere una parola per Domenico e di fatto è nata questa trattativa. Cercavano un corridore capace di fare bene al Giro e alla fine abbiamo chiuso anche in fretta.

Hai gestito tu oppure c’è sempre stato il contatto con Domenico?

Ad ogni passo, devo informare il mio cliente. Deve esserci un dialogo continuo, anche se dopo tanti anni (Scimone e Pozzovivo collaborano dal 2005, ndr) bastano uno sguardo o un whatsapp.

Il primo obiettivo del nuovo team con Pozzovivo sarà il Giro d’Italia
Il primo obiettivo del nuovo team con Pozzovivo sarà il Giro d’Italia
Quale reazione ha avuto quando gli hai comunicato che era fatta?

E’ stato un momento importante emotivamente. Ha cambiato tono di voce, ma si sentiva che era contento. Poi è iniziata la fase dell’attesa. Si è spazientito per le lungaggini dell’Uci, perché lui era pronto per correre. Da lì la corsa a Charleroi per prendersi la bici. Per uno che ha avuto il suo incidente, abituarsi alla posizione da strada e da crono è decisivo. Soprattutto per la crono è un gran meticoloso.

Domani si comincia?

Ieri alle 22 era a Malaga e ha annunciato che avrebbe iniziato a correre. Si è fatto scattare la foto da un meccanico (immagine di apertura, ndr). Se mi sentite dalla voce, sono contento anche io. Dopo tanti anni di collaborazione, si diventa anche amici. Può essere limitante, ma preferisco considerarlo un privilegio di questo tipo di attività. Oggi per me è il 2 gennaio. Adesso posso iniziare a programmarmi i viaggi per le prossime corse.

Ryder 2021

Ryder: «Vorrei tanto che Pozzovivo restasse in Qhubeka…»

07.01.2022
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Douglas Ryder non ha mai smesso di sognare. Chiusa la sua carriera decennale da corridore, ha pensato a un sistema per sviluppare il ciclismo nella sua Africa. Era convinto che un team proveniente da lì e in grado di arrivare al Tour de France sarebbe stato il veicolo migliore per promuovere il ciclismo. Nel 2015 il suo sogno è diventato realtà. La Dimension Data non solo ha partecipato alla Grande Boucle ma a tutte le grandi prove e da lì non ha mai smesso. Fino a quest’anno.

Il suo team, diventato Qhubeka NextHash dopo vari cambi di sponsor, ha perso la licenza WorldTour dopo grandi problemi economici riscontrati per oltre un anno. Ryder aveva dato con ampio anticipo facoltà ai suoi corridori di trovarsi nuove squadre, molti lo hanno fatto, alcuni continuano ad avere fiducia che possa ritrovare la strada per il successo. Anche perché quello di Ryder non è un progetto come gli altri: vive il suo impegno come una missione legata alla diffusione del ciclismo nel suo continente. Non per niente tramite la Qhubeka ha distribuito qualcosa come oltre 75 mila biciclette ai bambini africani. Se il prossimo anno i mondiali si svolgeranno in Rwanda, un po’ di merito è anche suo. Quando ha iniziato la sua avventura, un’idea del genere andava ben oltre l’utopia.

Il 51enne sudafricano non ha perso nulla del suo spirito pur in questi mesi così travagliati e non si nasconde nel raccontare le traversie vissute: «Abbiamo pagato il momento che viviamo. I costi di attività sono altissimi, abbiamo retto finché abbiamo potuto. Ci siamo impegnati per trovare nuovi sponsor attraverso una decina di agenzie di marketing e contattando un centinaio di aziende, ma senza risultato. Le difficoltà erano già sorte nel 2020, ma eravamo riusciti a risolvere la questione con il grande supporto della Qhubeka, ma i problemi sono andati aumentando».

La Qhubeka, con altri nomi, ha iniziato la sua storia nel 2008 e ha militato nel WorldTour dal 2016 al 2021
Qhubeka Nexthash 2021
La Qhubeka, con altri nomi, ha iniziato la sua storia nel 2008 e ha militato nel WorldTour dal 2016 al 2021
Hai qualche rimpianto, qualcosa che avresti potuto fare per evitare questa situazione?

Non sai quante volte ho pensato se i miei piani erano troppo ambiziosi… Credo che sicuramente a conti fatti si poteva fare di più, ma l’impegno che mi ero assunto era grande e gli sforzi sono stati totali. E’ chiaro che abbiamo subìto gli influssi di un periodo difficile, il Covid ha fortemente pesato sul mercato e trovare uno sponsor è stato arduo. Il tutto poi è diventato ancora più difficile con la diffusione di Omicron proprio dal mio Paese. Le aziende sono impaurite in questo momento e quelle poche che azzardano lo fanno soprattutto nel calcio per provare a ridurre al minimo le incertezze.

Tu hai cercato di essere molto corretto con i tuoi corridori dando loro anticipata libertà di trovare un nuovo team, che cosa pensi però di persone come Pozzovivo che sono rimasti legati al tuo team fino all’ultimo?

Domenico è una persona meravigliosa, meravigliosa (lo ripete più volte, ndr). Trovo incredibile come si sia ripreso dopo il suo incidente e il suo apporto, il suo credere nel nostro progetto ci ha dato grande forza. Non lo nascondo, vorrei tanto trovare uno sponsor tale da poter continuare la nostra esperienza in comune. Ma come Domenico devo dire grazie anche ad altri corridori, come Antonio Puppio che non hanno mancato di farci sentire il loro sostegno a dispetto delle obiettive difficoltà che hanno vissuto e vivono.

Pozzovivo Qhubeka 2021
Domenico Pozzovivo è ancora legato alla Qhubeka. Ryder spera in una sua permanenza
Pozzovivo Qhubeka 2021
Domenico Pozzovivo è ancora legato alla Qhubeka. Ryder spera in una sua permanenza
Quali sono ora i tuoi progetti?

L’obiettivo è di andare avanti con il nostro team continental, trovando i fondi per seguire l’attività e dare spazio a un team di categoria inferiore ma che conserva grandi qualità. Con noi correranno Luca Coati, Kevin Bonaldo, Mattia Guasco, Nicolò Parisini che arriva dalla Beltrami TSA-Tre Colli, Jacopo Menegotto dalla General Store Essegibi F.lli Curia e Raffaele Mosca. Avremo molti corridori italiani e seguiremo la stagione nel vostro Paese, per il resto ci saranno corridori africani, prevalentemente da Etiopia, Eritrea e Sud Africa.

Pensi che senza un team nel WorldTour, l’evoluzione del ciclismo africano subirà un arresto?

Spero proprio di no, perché ci sono molti talenti che sanno emergendo, anche più che resto del mondo. La situazione che stiamo vivendo rappresenta un grande ostacolo, un freno alla crescita, questo è indubbio. Guardate però quel che avviene nelle rassegne iridate: avere al via 20-25 atleti africani credo sia lo specchio della crescita del movimento sparsa per il continente.

Ryder Hagen 2018
Ryder con Edvard Boasson Hagen, uno dei tanti campioni passati per il suo team (foto Getty Images)
Ryder Hagen 2018
Ryder con Edvard Boasson Hagen, uno dei tanti campioni passati per il suo team (foto Getty Images)
Dopo una carriera lunga 10 anni, come si sta evolvendo il tuo lavoro di team manager?

Questa è una bella domanda… Il ciclismo è cambiato molto da quando correvo, le esperienze sono utili ma bisogna essere al passo con i tempi. Essere un team manager significa essere pronto a ogni tipo di opportunità, guardare il mondo del ciclismo nel suo insieme considerando in primis la nostra realtà africana e le differenze che comporta. Bisogna considerare i rapporti con i media, le ore di trasmissione ciclistica in Tv e tutto deve tramutarsi in opportunità per vendere i nostri marchi, quelli di chi ci sostiene. Per me è particolarmente gratificante quando tutto ciò permette a un giovane corridore di affermarsi e trovare la sua strada. E’ difficile ma per me è importante anche perché il mio non è un lavoro come gli altri diesse, il nostro impegno è teso verso la promozione delle charities a favore dei nostro progetti benefici.

Sei ottimista per il futuro?

Certo! Il team è grande con un importante brand e un grande supporto. Abbiamo dalla nostra grandi ambassador non solo per il team in se stesso, ma per quello che rappresenta e in questo senso non posso dimenticare l’impegno di Fabio Aru che ci ha dato un incredibile supporto, come anche l‘esempio di Pozzovivo. Noi vogliamo continuare a supportare le giovani generazioni e, se tutto va bene, poter riallacciare la storia riportando nel 2023 il team nel WorldTour. Magari con uno sponsor italiano…

Pozzovivo ancora senza squadra ma con stimoli d’acciaio

30.11.2021
4 min
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Tra i campioni, non corridori badate bene, che ancora non hanno un contratto per il 2022 figura anche il nome di Domenico Pozzovivo. Un po’ come lo scorso anno, il lucano si ritrova a vivere una situazione di grande incertezza con la sua Qhubeka-NextHash che non si sa se andrà avanti.

Il team di Douglas Ryder però lo scorso anno di questi tempi aveva dato l’okay a continuare. Stavolta invece siamo alle soglie di dicembre e la fumata bianca ancora non arriva. In teoria bisognava presentare le liste all’UCI entro il 15 novembre. Alcuni sponsor che danno supporto tecnico-logistico hanno confermato la loro presenza come Bmc e Mercedes, ma chiaramente non basta.

Il lucano passò pro’ nel 2005 nella fila dell’allora Ceramica Panaria di Reverberi. Ha sempre corso ad alti livelli
Il lucano passò pro’ nel 2005 nella fila dell’allora Ceramica Panaria di Reverberi. Ha sempre corso ad alti livelli
Domenico, allora? Cosa ci dici, com’è la situazione della tua squadra?

Ne so quanto voi. La situazione è del tutto aperta. L’idea è di restare con il gruppo Qhubeka.

E se non dovessero farla?

Eh, non sarebbe una bella cosa. Non saprei, non ho un piano B e c’è il rischio che possa smettere.

L’altro giorno parlavamo con Nieri della Qhubeka continental che invece prosegue: hai mai pensato ad una situazione di questo tipo? Un qualcosa di diverso a contatto coi giovani?

No – risponde deciso Pozzovivo – per continuare il gioco deve valere la candela e se non ho la possibilità di fare un calendario di alto livello ne risentono anche gli stimoli. E questo vale sia per una squadra di giovani che non.

E se dovesse arrivare una chiamata da una professional, una Bardiani, una Drone Hopper o anche una straniera, tipo una Alpecin che magari non ha uno scalatore del tuo tipo in organico?

Magari una Alpecin! Quella è una WorldTour mascherata…  Il problema è che ci si è dilungati un po’ troppo e non sarà facile trovare posto. Adesso i team sono fatti, quasi già stanno in ritiro e non è facile inserire un altro corridore.

Domenico Pozzovivo in azione all’ultimo Giro di Lombardia
Domenico Pozzovivo in azione all’ultimo Giro di Lombardia
Però ci sembri, almeno in apparenza, “sereno”, tranquillo…

La sensazione è che alla fine una soluzione la trovo. Magari la risposta arriva oggi… così mi faccio un bel regalo di compleanno!

Evidentemente Ryder deve averti dato qualche rassicurazione…

Quello sì. Ho parlato con lui, ma poi la realtà è che il tempo passa. Sarebbe stato meglio avere una “deadline”, almeno avrei avuto una data certa, una scadenza. Mi avrebbe tolto dell’ansia. Magari altri non avrebbero ragionato in questo modo, ma almeno così mi focalizzo e non mi faccio distrarre da altro.

Però smettere così, un corridore del tuo calibro, non sarebbe una bella cosa…

Lo so. Nella mia carriera ho affrontato cose peggiori, ma certo non sarebbe il modo ideale di chiudere. Anche perché ogni anno prima di riprendere ti poni delle domande sulle tue capacità, sulle tue motivazioni e sulla voglia di fare sacrifici e quella c’è. E’ intatta e questa non sarebbe la stagione in cui smettere da quel punto di vista.

E se dovessi smettere? Ci avevi detto che ti sarebbe piaciuto fare il preparatore…

Esatto. Ho un altro esame a breve (Domenico si sta laureando in Scienze Motorie, ndr) e me ne restano due. Vorrà dire che accelererò per la tesi e dopo mi guarderò intorno se qualcuno dovesse aver bisogno di un mio contributo.

Quindi tu già ti alleni da solo?

Sì, è così da qualche anno. Poi la squadra chiaramente vede i miei files, sono pronto a confrontarmi e semmai a cambiare qualcosa, ma l’architettura della preparazione la creo io.

Hai ripreso ad allenarti?

Sì, già da un po’. Nei giorni scorsi sono stato a casa. In questo periodo viaggio sempre con due bici al seguito…

Sei uscito in mtb!

Sì! Belle uscite. Domenica scorsa ero a Matera. Siamo usciti con un gruppo di una trentina di biker. L’uscita l’aveva organizzata mio fratello Maurizio e il percorso un signore sui 60 anni che fa gare amatoriali da non so quanto tempo, forse 35 anni. Guidava benissimo! Avremo fatto 25 chilometri di single track, bellissimi tutti molto filanti. Poi a fine uscita, sono rientrato, ho cambiato scarpe e bici e ho fatto un’altra ora e un quarto su strada. E l’ho fatta in tenuta primaverile. Non c’è il clima che ho trovato qui a Lugano al rientro.

Diteci voi se un “ragazzino” di 39 anni con questa grinta può smettere? Sembra abbastanza chiaro che Pozzovivo punta sull’ennesima rinascita della Qhubeka. Che dire: forza “Pozzo”. E tanti auguri.

Da Cavendish a Pozzovivo, tutti quelli in attesa di contratto

29.10.2021
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Probabilmente a breve firmeranno, ma certo fa un certo effetto rendersi conto che certi corridori che (ciascuno nel suo ambito) hanno fatto la storia, non abbiano ancora firmato il contratto per la prossima stagione. Anche se lo hanno annunciato. Anche se la stretta di mano li ha mandati sereni in vacanza. L’Equipe di oggi si è messa a ragionare sui corridori in cerca di sistemazione, ma la verità è che il computo complessivo è ben più cospicuo. Quello che stupisce è appunto la caratura dei personaggi. I francesi a dire il vero hanno inserito nel mazzo anche Valverde, che tuttavia ha rinnovato con Movistar, annunciando anche che il 2022 sarà la sua ultima stagione in gruppo.

Cavendish in sospeso

E’ ancora in attesa di sapere qualcosa Mark Cavendish, con 156 vittorie da professionista e il record eguagliato di 34 tappe al Tour de France, con tanto di toccante abbraccio con Eddy Merckx. Lo scorso anno il suo arrivo alla Deceuninck-Quick Step fu coperto da uno sponsor portato in dote e probabilmente nessuno poteva aspettarsi che il velocista abulico delle ultime stagioni ritrovasse la verve per vincere 10 corse, fra qui 4 tappe al Tour. Ovviamente adesso gli è venuta voglia di continuare con lo squadrone belga, ma il prolungamento tarda a essere ufficializzato perché le nuove pretese di Mark avrebbero complicato le discussioni.

Thomas avrebbe lasciato la Ineos, ma finirà col restare a… casa
Thomas avrebbe lasciato la Ineos, ma finirà col restare a… casa

Si è ragionato parecchio, ad esempio, sul post carriera del corridore, che vorrebbe assicurarsi un posto nello staff della squadra.

«Vuole rimanere coinvolto con noi – ha detto Patrick Lefevere – e questo mi sembra abbastanza negoziabile».

Tuttavia il grande capo ha anche precisato che al Tour del 2022 il suo velocista di punta sarà Fabio Jakobsen e che Cavendish non lo accompagnerà. A Cavendish i conti tornano? Se è vero, come ci disse Petacchi salutandone il ritorno al top, che la vera differenza nelle motivazioni per Mark la fa proprio la Grande Boucle, sapere in partenza che non vi prenderà parte gli permetterà di lavorare bene? Forse sì. D’altra parte non doveva andare neppure quest’anno, poi i guai di Bennett e le relative tensioni con la squadra, gli hanno permesso di vivere il lieto fine che pochi si aspettavano. Forse neppure lui.

Thomas non si muove

Ancora oltre la Manica, ma questa volta con un gallese che il Tour de France l’ha vinto: Geraint Thomas. La sua situazione si dovrebbe definire a breve, dopo che lo stesso corridore aveva ventilato l’eventualità di cambiare maglia. E la Ineos, dato che “G” non ha concluso per infortuni e cadute il Giro del 2020 e l’ultimo Tour, aveva detto che non avrebbe contrastato le eventuali offerte che avesse ricevuto.

Alla Ineos Grenadiers approda anche Viviani, contratto da firmare e tante belle prospettive
Alla Ineos Grenadiers approda anche Viviani, contratto da firmare e tante belle prospettive

Thomas è stato così avvicinato dalla Cofidis, poi dalla Qhubeka NextHash sulla cui sopravvivenza in attività si nutre più di qualche dubbio. Finirà probabilmente che il vincitore del Tour 2018 rimarrà alla Ineos, ricordando che la sua vittoria al Romandia 2021 lo aveva segnalato nuovamente tra i più forti in gruppo.

La sensazione, parlando di lui con Adriano Malori nelle scorse settimane, è tuttavia che sia arrivato al limite della sopportazione della ferrea disciplina che ha consentito a tanti corridori di quel team di raggiungere i risultati più importanti. Probabilmente in quel gruppo tutti lo sanno, come sanno anche che potrebbe essere rischioso incentrare tutto su Bernal e Carapaz e sfidare apertamente Pogacar e Roglic: meglio avere qualche alternativa.

La rincorsa di Viviani

Poi c’è Viviani, anche se sappiamo che andrà alla Ineos Grenadiers e anche lui ce l’ha confermato qualche settimana fa prima del Giro del Veneto. Ma mai come questa volta il suo contratto è stato laborioso da siglare.

Dopo un anno e mezzo senza vincere, Elia ha vissuto una piccola rinascita dopo le Olimpiadi, con quattro vittorie in Francia e finalmente il mondiale dell’eliminazione di recente a Roubaix.

Mark Padun, rivelazione al Delfinato 2021, rimane al Team Bahrain Victorious?
Mark Padun, rivelazione al Delfinato 2021, rimane al Team Bahrain Victorious?

Le prime voci lo avevano visto all’Astana, ma in quella fase della stagione Vinokourov non aveva ancora riavuto il potere di firma. Poi alla Deceuninck-Quick Step, dove Lefevere non era però parso davvero convinto. Si era parlato persino di Eolo-Kometa, ricordate? Il contratto con la Ineos è quasi un ritorno a casa. Alla corte di Brailsford, Viviani ha vinto le Olimpiadi e se ne andò perché in quel Team Sky non c’era tanto posto per i velocisti, avendo in Froome e Thomas le star indiscusse del Tour. Bernal e Carapaz, come già detto per Thomas, non danno forse le stesse garanzie, per cui Viviani sarà il velocista di punta (fintanto che Ethan Hayter salirà un altro scalino) e avrà accesso a tutte le gare più importanti in calendario.

In ansia per Pozzo

Questi i più grandi, anche se rimangono per il momento senza contratto anche Omar Fraile, 31 anni, campione spagnolo e Mark Padun, 25 anni, rivelazione dell’ultimo Delfinato e poi interprete di una Vuelta abbastanza anonima.

Ha appena trovato… casa Davide Villella (team WorldTour, annuncio prossima settimana), mentre fa fatica a trovare sistemazione un veterano come Rojas. In cerca di sistemazione Liam Bertazzo, iridato del quartetto. E tornando sul fronte dei veterani, siamo un po’ in apprensione per Domenico Pozzovivo: anche lui probabilmente continuerebbe alla Qhubeka-Nexthash, ma è davvero difficile riuscire a capire se il team andrà avanti.

La scadenza, per loro come per tutti, era quella di fine ottobre, ma pagando una penale ogni giorno il termine si può far slittare. Anche se prima o poi l’Uci dovrà avere in mano tutta la documentazione necessaria…

Assos presenta la Replica Jersey del team Qhubeka-NextHash

03.09.2021
3 min
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Assos è sinonimo di qualità e stile, da sempre. La realtà ticinese storicamente coinvolta con il grande mondo del ciclismo professionistico, anche quest’anno sponsor e partner tecnico del team WorldTour Qhubeka-NextHash, propone a beneficio di tutti gli appassionati la Replica Jersey della squadra di Nizzolo, Pozzovivo e Fabio Aru: una maglia concepita tecnicamente sulla base del modello estivo di casa Assos Mille SS.

Così Fabio Aru a una partenza di tappa della Vuelta con la maglia Qhubeka-NextHash
Così Fabio Aru a una partenza di tappa della Vuelta con la maglia Qhubeka-NextHash

Filati leggeri

Il capo in questione offre davvero uno standard elevatissimo in termini di comfort e di mix di materiali e tessuti tecnici utilizzati per poterlo confezionare, raggiungendo livelli top sia per quanto riguarda la traspirabilità che la leggerezza. Il poliestere, l’elastane e la poliammide – i filati super leggeri ed altamente traspiranti con i quali la Qhubeka-NextHash Replica Jersey è realizzata – garantiscono inoltre una vestibilità eccezionale. La comodità della maglia indossata è esaltata dal classico taglio RegularFit che conferisce la migliore elasticità per adattarsi perfettamente all’anatomia del ciclista. Ma non è tutto, anche le maniche cucite a taglio vivo fanno la loro parte in termini di comodità. Queste ultime sono caratterizzate dal design privo della tradizionale cucitura nella zona delle spalle, che invece prosegue fino al collo per offrire maggior libertà di movimento.

Prezzi e misure

Nella parte posteriore di questa maglia Assos sono state previste tre ampie e comode tasche nelle quali è possibile posizionare piccoli oggetti e rifornimenti. La maglia è disponibile nelle misure XS, S, M, L, XL, XXL e tripla XL, mentre il prezzo consigliato al pubblico è di 140 Euro (ricordiamo che il 10% del ricavato dalla vendita di ciascuna maglia sarà direttamente devoluto da Assos al programma di donazione di biciclette predisposto da Qhubeka).

assos.com