Valerio Conti si prepara a un 2025 ricco di sfide con la Solution Tech-Vini Fantini. La squadra toscana ha ottenuto una wild card per due tra le corse più prestigiose della stagione italiana: Strade Bianche e Milano-Sanremo. Due opportunità importanti per mettersi in mostra contro i grandi team WorldTour, ma anche due gare dove per una professional il divario con i migliori può rendere difficile puntare al risultato.
Come affronteranno dunque queste competizioni? Ha senso sognare il colpaccio (se non altro per ben figurare) o meglio puntare su obiettivi più alla portata? Valerio ci racconta il suo approccio a queste corse, ma anche le sensazioni sulla nuova stagione: dai nuovi materiali, al team rinnovato.
Valerio, partiamo da qui: parteciperai a Strade Bianche e Milano-Sanremo?
All’inizio la Strade Bianche non era nel mio programma, ma mi sta venendo voglia di farla e al 99 per cento ci sarò. Proprio nel weekend ho fatto la richiesta alla squadra. Riguardo alla Milano-Sanremo invece dipenderà dal mio calendario. Se andrò in Taiwan e in Thailandia, corse molto importanti per noi, non potrò esserci, perché sono concomitanti con la Classicissima.
Come mai questa voglia?
Perché tutto sommato sento di stare bene. Sto pedalando benone e la gamba è buona. Inizierò pochi giorni prima a Laigueglia e queste due gare insieme potrebbero darmi qualcosa in più.
Per una squadra professional come la vostra, come si affrontano queste due corse così importanti?
Correre in Italia in gare così prestigiose è bellissimo e porta visibilità agli sponsor. Oltre al risultato, che è difficile da ottenere, per noi anche una fuga ben assortita è importante. Stare in diretta per ore ci dà valore. L’obiettivo è essere presenti, cercare appunto la fuga o anche un piazzamento. E questo potrebbe essere possibile soprattutto in una gara come la Sanremo.
Perché più alla Sanremo?
Primo perché è una Monumento e poi perché alla Sanremo è più semplice per noi e per entrare in fuga. L’anno scorso ci siamo riusciti io e Tsarenko. La Strade Bianche è più dura, si corre di gambe e anche la fuga va via di gambe. Gli scatti iniziano subito e spesso la fuga buona non parte nemmeno o ci mette moltissimo. Alla Strade Bianche meglio stare davanti che restare nel gruppo, ma non è facile. Alla Sanremo invece, dopo che la fuga è partita, salvo rarissimi casi, si resta avanti per molti chilometri.
Cosa si pensa una volta in fuga alla Sanremo? Quasi 300 chilometri di gara: non sono pochi…
Pensi che almeno sei in televisione! Scherzi a parte, essere davanti non è facile, anche molte WorldTour vogliono entrare in fuga ormai. Quando sei in fuga è bello, ti godi il momento. Poi, man mano che ti avvicini ai Capi, alla Cipressa, la testa lavora ancora di più, ma sai che il gruppo arriverà. A quel punto l’obiettivo è resistere il più possibile, magari fino all’inizio della Cipressa.
Quali sono le strategie in una fuga lunga come quella della Sanremo?
Devi fare un ritmo costante, quasi come fosse una cronometro, ma non subito a tutta. Se rompi il gruppetto della fuga troppo presto e si resta in pochi, ti riprendono prima. Meglio una doppia fila fatta bene, compatta, tenere un passo regolare e aumentare piano, piano. Il traguardo a quel punto non è tanto la linea d’arrivo, ma vedere fino a che punto si riesce a stare davanti. L’obiettivo è fare più chilometri possibili in fuga.
Valerio, hai accennato alle corse in Asia, gare che danno punti e che sono più accessibili per le professional e ormai anche per alcune WorldTour. Di conseguenza questi grandi obiettivi come Strade Bianche e Sanremo come si approcciano? Meglio schierare le formazioni top nelle corse asiatiche?
Cerchiamo comunque di arrivarci bene. Siamo coscienti che non sono obiettivi alla nostra portata, ma c’è comunque la voglia di fare bene, di mettersi in mostra, di onorare la gara. Si dà il massimo assolutamente.
Avete un nuovo sponsor, Solution Tech: quali sono le impressioni di questa “nuova” squadra?
Per me la squadra ha fatto uno step in avanti. Molti corridori non sono stati rinnovati, mentre sono arrivati tanti giovani con grinta e voglia di emergere. Lorenzo Quartucci, per esempio, ha già mostrato buone cose. Idem Alexandre Balmer. Gli altri li valuteremo in gara. Avere una squadra professional in Italia è difficile, ma il nostro obiettivo è fare i punti per entrare nel ranking (top 30, ndr) e avere di nuovo la possibilità di andare al Giro d’Italia.
Tu e Sbaragli ormai siete i veterani: questo è anche il vostro ruolo nel team?
Un po’ sì, perché qui l’ambiente è ancora quello di qualche anno fa, dove si imparava dai veterani. Oggi il ciclismo è cambiato: la tecnologia ha creato la perfezione, i giovani sanno già tutto. Non c’è più bisogno della maturazione, delle esperienze trasmesse dai “vecchi”. Scendi a colazione e hai già i grammi di cibo pesati, per dire… Questo ha reso più forti i giovani, ma ha tolto qualcosa ai veterani, almeno come insegnanti.
Un bel cambio, anche dal punto di vista dei materiali…
Quest’anno abbiamo fatto un salto di qualità: va detto. Le bici Pardus sono più leggere e veloci. La mia pesa un chilo spaccato in meno rispetto all’anno scorso. E anche le ruote Elitewheels, sono super scorrevoli. Materiali così ti danno fiducia e stimoli in più.
Quale sarà il tuo calendario, Valerio?
Inizio con Laigueglia. Poi appunto Strade Bianche e credo farò Taiwan e Thailandia. A seguire ci sarà una primavera piuttosto piena con il Giro d’Abruzzo e probabilmente il Tour of the Alps. Se non andrò in Trentino andrò al Giro di Turchia.
Quanto cambia una stagione senza un Grande Giro?
Cambia tanto. Un Grande Giro ti porta al top della forma e ti migliora anche per la seconda parte della stagione. Se non lo fai, devi gestirti diversamente, allenarti alla perfezione, fare più richiami, più gare. Con un grande Giro invece, la gamba viene da sola. E se ti sai gestire bene, il volume di quella condizione che ti lasciano le tre settimane, te lo porti dietro per il resto della stagione.
Con l’addio di Frassi, chi sarà il vostro direttore di riferimento?
Francesco Frassi era un punto di riferimento enorme. Non solo un grande direttore sportivo, ma anche una persona speciale. Qui aveva un ruolo totale. Ha ricevuto la chiamata dalla Israel-Premier Tech e ha accettato. Quest’anno ci saranno ancora Marco Zamparella, Serge Parsani e i nuovi arrivati Leonardo Canciani e Filippo Fuochi, che collaboreranno tutti insieme.