One-to-One di Fizik, la sella su misura esiste davvero

07.11.2024
7 min
Salva

CESENATICO – Abbiamo avuto modo di fare l’esperienza One-to-One di Fizik presso il negozio Sport Bike. One-to-One è un programma rivoluzionario di Fizik per la creazione di selle su misura che, attraverso la collaborazione con gebioMized e Carbon 3D, permette di creare pezzi unici, che si adattano alle esigenze specifiche di ogni singolo ciclista. One-to-One è presente in soli 25 punti vendita in tutti il mondo, di cui 3 in Italia. Fra questi c’è Sport Bike a Cesenatico.

Il kit Fizik

La rilevazione dei dati biomeccanici della sella è possibile grazie a un kit presente nei punti vendita. Esso è composto da diversi oggetti. Un espositore dei vari modelli di selle Fizik, su cui si eseguono la rilevazione e la mappatura delle zone di pressione nella fase finale del test. Il tappetino gebioMized caratterizzato da 64 sensori di pressione, che comunicano i dati da remoto attraverso l’app One-to-One. I rulli KICKR ROLLR SMART di Wahoo.

La loro scelta non è casuale. Essi permettono la rilevazione della pressione delle ossa ischiatiche non solo durante la pedalata, ma anche in una condizione il più simile possibile alla realtà. Infatti, quando si pedala indoor sui rulli fissi, manca l’attivazione degli addominali, cambiando conseguentemente le zone di pressione e l’appoggio sulla sella. D’altro canto i rulli liberi sarebbero più realistici, però solo in pochi sono in grado di usarli e non si “irrigidiscono” per paura di cadere. I rulli KICKR ROLLR SMART risultano perciò un giusto compromesso. Permettono alla bici di “ondeggiare” mentre si pedala. Allo stesso tempo però garantiscono un supporto costante, che fa evitare un eccessivo irrigidimento dei muscoli nei meno esperti.

Pronta in 14 giorni

La rilevazione dei dati da mandare alla stampante 3D avviene in due fasi. La prima è volta all’individuazione del modello di sella Fizik e alla larghezza più consona al cliente. La seconda, è dedicata alla rilevazione delle zone di pressione e alla trama personalizzata dell’imbottitura da far stampare sulla sella stessa. Inizialmente infatti si monta il tappetino gebioMized sulla sella che si utilizza abitualmente e successivamente, sul modello Fizik indicato più consono dall’app One-to-One.

Entrambe le rilevazioni vengono fatte pedalando con le mani sul manubrio in presa bassa, presa alta e in posizione sulla “barra orizzontale”. L’obiettivo è di avere una mappatura di pressione il più completa possibile di tutte le dinamiche e posizioni che si assumono pedalando. Il test richiede circa mezz’ora e la consegna della sella è prevista entro i 14 giorni. E’ possibile ritirare il pezzo in negozio o farselo spedire direttamente alla propria abitazione. Ed è un piacere ricevere la scatola, dove oltre alla splendida sella, solo ed esclusivamente per te, c’è anche la mappa delle zone di pressione delle proprie ossa ischiatiche, da cui poi è partita la progettazione del prodotto.

Trovata la posizione, si inizia a far girare le gambe ad andature variabili
Trovata la posizione, si inizia a far girare le gambe ad andature variabili

Rilevazione puntualissima

Siamo stati accolti da Davide Morelli titolare del negozio Sport Bike di Cesenatico, che ha condotto personalmente il test biomeccanico. Inoltre da Marco Toselli, Alex Locatelli e Andrea Molteni: rispettivamente responsabile marketing, product manager e sales area manager di Fizik, che ci hanno presentato il prodotto, introducendoci a questa nuova esperienza. La sella ci è stata recapitata dopo solo 8 giorni!

Per quanto riguarda l’esperienza del test e delle misurazioni, hanno stupito l’accuratezza e la precisione con cui si mappa la pressione delle ossa ischiatiche. Con i normali metodi biomeccanici non è infatti possibile apprezzare uno scompenso che si verifica pedalando, in quanto le misurazioni avvengono da fermi su un tappetino in gel. La mappatura effettuata con i sensori gebioMized invece ha rilevato subito la presenza di un infortunio pregresso su un osso iliaco. Quindi la sella che si è realizzata, è stata progettata per eliminare questa specifica disomogeneità, permettendo di riequilibrare tutto il corpo.

Meno affaticamento

Sono necessarie poche uscite per abituarcisi, in quanto la sella che si va a creare è un pezzo unico e specifico per il ciclista che la commissiona e le geometrie del telaio con cui pedala. Tra i principali benefici abbiamo riscontrato subito una riduzione dell’affaticamento muscolare soprattutto nelle lunghe uscite, oltre ovviamente ad un notevole incremento del comfort anche nei giri più tranquilli.

Inoltre la trama stampata in 3D sulla sella ne aumenta “l’arieggiamento”, un fattore particolarmente importante per le sedute indoor ed il benessere generale nei mesi estivi. Il risultato è che una volta provata è impossibile tornare indietro. Al lusso ci si abitua subito… I prezzi della sella su misura vanno da 459 euro con rail in lega a 499 con rail in carbonio.

Abbiamo pedalato con Hinault sulle strade del Tour 2024

22.09.2023
5 min
Salva

CESENATICO – Alla scoperta del prossimo Tour de France pedalando con la leggenda Bernard Hinault (in apertura con Davide Cassani e Gianmaria Manghi, Capo della Segreteria Politica della Presidenza della Regione Emilia Romagna). Le strade italiane si tingono di giallo e l’Emilia Romagna si è tirata a lucido per presentare la Grand Départ 2024 in un contesto frequentatissimo come l’Italian Bike Festival di Misano Adriatico.

Alcuni media privilegiati poi, hanno potuto persino cominciare a scoprire in prima persona alcuni degli scorci che nel luglio dell’anno venturo si riempiranno di tifosi per una prima volta storica.

Foto ricordo per l’autore con Hinault davanti alle tappe italiane del prossimo Tour
Foto ricordo per l’autore con Hinault davanti alle tappe italiane del prossimo Tour

Base a Cesenatico

Mai avrei pensato un giorno di trovare come compagno di pedalate il Tasso. Così tenace e scaltro quando macinava vittorie su vittorie (5 Tour, 2 Vuelta e 3 Giri per limitarsi alle grandi corse a tappe), tanto disponibile e cordiale nel weekend in cui è stato l’ospite illustre dell’European Media Cycling Contest, la gara per gli operatori della comunicazione di tutto il Vecchio Continente pazzi per le due ruote.

Ci siamo ritrovati nell’accogliente Lungomare Bike Hotel di Cesenatico e nella città del mio mito d’infanzia: Marco Pantani. Anche il primo cittadino Matteo Gozzoli è venuto a farci un rapido saluto e a condividere qualche chilometro con noi, prima di rientrare alla base per non perdersi il Memorial Pantani che si sarebbe concluso a pochi metri da lì proprio quel pomeriggio.

Subito spettacolo

Tra un aneddoto e l’altro di Davide Cassani, animatore del folto plotone e giocherellone con qualche scatto simulato, ci siamo avviati verso la prima asperità di giornata, Montemaggio, una delle salite che i corridori affronteranno il 29 giugno 2024, nel corso della prima tappa da Firenze a Rimini.

«Sono convinto che sarà subito spettacolo», commenta Bernard prima di arrampicarsi sornione sulle rampe inziali. Ancor più affascinante però è la salita successiva verso San Marino, con l’arrivo regale tra le mura: una passerella che Vingegaard e compagni non potranno godersi ma che noi, invece, assaporiamo rifacendoci gli occhi. 

Nonostante i suoi 68 anni, Bernard non molla un colpo e ha la stessa voglia di pedalare di quando si è avvicinato sulle due ruote a 17 anni.

«Ho fatto le prime gare e le ho vinte, così ho proseguito», ci ha raccontato con naturalezza. Dodici vittorie su 20 al primo anno, roba da predestinati, e non a caso oltre ai successi a raffica nei grandi giri già citati, sono poi arrivati anche la consacrazione mondiale, una Roubaix, due Lombardia e due Liegi. 

Il gruppo dei giornalisti europei di ciclismo ha posato con Hinault a Cesenatico per celebrare le giornate romagnole
Il gruppo dei giornalisti europei di ciclismo ha posato con Hinault a Cesenatico per celebrare le giornate romagnole

Fra Evenepoel e Pogacar

Sulla grande partenza del Tour 2024 proclama: «L’Italia è un Paese di ciclisti e sono sicuro che sarà una festa fantastica per i tifosi. Siete fortunati perché il vostro territorio offre di tutto, dalla pianura alle grandi montagne, ce n’è per tutti i gusti. Questa Grand Départ sarà molto insidiosa e, come l’ultima Vuelta, obbligherà i big a fare la corsa sin dalle prime tappe. Stiamo vivendo in una generazione di giovani fenomeni, mai vista, e sono sicuro che daranno vita a uno show favoloso». 

Chi di loro si avvicina di più a Hinault? Il diretto interessato risponde così: «Ce ne sono due. Remco Evenepoel perché è un combattente, capace di vincere classiche e grandi Giri. Ma quello che si avvicina più ai campioni del passato, che mi fa pensare anche a gente come Merckx e Moser, è Pogacar. Vince le classiche a inizio stagione, è protagonista al Tour e poi ancora nelle corse di fine stagione. E’ il più completo».

Sosta con visita allo Spazio Pantani di Cesenatico e incontro con Tonina
Sosta con visita allo Spazio Pantani di Cesenatico e incontro con Tonina

Il vascone di Pantani

Tutti quelli che ci incontrano, lo riconoscono e subito chiedono una foto ricordo. Una delle più belle però è quella che facciamo sulla strada del ritorno, durante la sosta a Sant’Arcangelo di Romagna, dove viene a trovarci Stefano Serra, storico meccanico di Pantani alla Giacobazzi dal 1988 al 1991.

«Non lontano da qui – comincia a raccontare – c’è il vascone dove Marco si lavava tutto dopo le pedalate più calde. Poi lui non portava mai dietro la borraccia. Mi ricordo quando a 15 anni mi ha incontrato e mi ha detto: “Te sei Serra della Giacobazzi? Lo sai che da grande voglio fare il corridore?”. Quando gli ho detto che per farlo doveva andare forte, lui mi ha subito rassicurato. Aveva ragione. Lo sapete che, quando si fermava per una sosta, nascondeva le valvole delle ruote tra le forcelle, per paura che qualcuno gli sgonfiasse le gomme?». 

Anche Hinault ha girato nel velodromo Fausto Coppi di Cesenatico, che sarà inaugurato domani
Anche Hinault ha girato nel velodromo Fausto Coppi di Cesenatico, che sarà inaugurato domani

L’abbraccio con Tonina

La pedalata si conclude a Cesenatico, ma le emozioni proseguono il giorno successivo. Gli instancabili organizzatori dell’Emcc si inventano una cronometro di una dozzina di chilometri all’interno nel nuovo velodromo intitolato a Fausto Coppi, che verrà inaugurato ufficialmente sabato 23 settembre in occasione del weekend della Nove Colli. Un altro regalo poter essere i primi a calcarlo e trovarsi nello stesso ordine di partenza di Monsieur Hinault.

Si diverte eccome Bernard a coprire 10 giri in questo piccolo gioiello d’asfalto che nei prossimi anni consacrerà i nuovi campioni della terra del Pirata. A proposito di Marco, non si poteva proprio non passare allo Spazio Pantani e lì all’ingresso, ad aspettarci, ci sono mamma Tonina e papà Ferdinando.

«Posso abbracciarti?» chiede Tonina a Bernard dopo le strette di mano istituzionali. Il campione francese sorride e annuisce. «Marco è un campione indimenticabile, che ha marcato la sua epoca»: il suo pensiero.

Due fuoriclasse così diversi e così vicini, entrambi nel libro di storia di quel Tour che l’anno prossimo avrà tinte italiane. Stiamo già contando i giorni che ci separano alla festa tutta gialla tra Toscana, Emilia Romagna e Piemonte.

Gobik svela la collezione speciale Nove Colli 2023

24.04.2023
3 min
Salva

Arriva il mese di maggio e, come consuetudine, si accinge ad andare in scena quella che è considerata con ragione la Regina delle Gran Fondo. Parliamo della Nove Colli di Cesenatico, in calendario per domenica 21 maggio ed anche quest’anno supportata dal brand spagnolo Gobik in… “veste” – è proprio in caso di dirlo – di partner ufficiale per quanto riguarda l’abbigliamento tecnico.

Gobik ha dunque disegnato e prodotto la maglia ufficiale per tutti i partecipanti all’evento romagnolo, giunto alla 52a edizione, aprendo al tempo stesso una linea di vendita esclusiva appositamente per la manifestazione. 

«La Gran Fondo Internazionale Nove Colli – ha dichiarato Gino Donà, il brand manager di Gobik – è a tutti gli effetti una delle migliori manifestazioni amatoriali d’Europa. Si svolge in Emilia Romagna, a Cesenatico, la città natale di Marco Pantani, ed è organizzata dal club in cui originariamente lo stesso Pantani è cresciuto.

«La Nove Colli è una grandissima festa del ciclismo, una festa che può avvalersi di circa 10.000 partecipanti. E proprio per un’occasione così importante, Gobik, oltre a disegnare e produrre la maglia che verrà regalata a tutti i partecipanti, ha già aperto una speciale linea di collezione in vendita su tutti i propri canali: una piccola capsule che comprende maglia, pantaloncino, intimo, calzini e cappellino».

Tre percorsi tra le colline

La Gran Fondo Nove Colli prevede tre percorsi. Il lungo misura 194 chilometri ed include le nove fatidiche salite che danno il nome all’evento (3.880 i metri di dislivello). Il percorso medio misura 130 chilometri per circa 1.800 metri di dislivello, concentrati principalmente in quattro salite. Il terzo percorso, quello corto, è invece di appena 60 chilometri per un dislivello di 650 metri. 

Oltre alla partnership con la Gran Fondo, Gobik è anche il “main sponsor” della Mini Nove Colli: un’iniziativa dedicata espressamente ai bambini e ai ragazzi di età compresa tra i 7 e i 14 anni che potranno pedalare a mezzogiorno di domenica 21 maggio lungo un percorso di 5,3 chilometri. La Mini Nove Colli si configura come una pedalata gratuita, durante la quale tutti i giovani partecipanti ciclisti potranno respirare l’atmosfera di una vera ed importante Gran Fondo… utile anche per trasmettere l’eredità della Nove Colli, nata nel 1971, alle nuove generazioni. 

Gobik sarà sponsor anche di tutte le manifestazione della Nove Colli
Gobik sarà sponsor anche di tutte le manifestazione della Nove Colli

«La Mini Nove Colli – ha aggiunto Donà – è uno degli eventi che danno maggiore prestigio al marchio, soprattutto se poi sei main sponsor del percorso per i bambini ed al tempo stesso uno degli sponsor principali della gara Gran Fondo».

Gobik

Il complotto ci fu: Pantani aveva ragione

11.01.2023
6 min
Salva

Stavamo mangiando la pizza con Vallanzasca nella fioreria di Antonella, la compagna che di lì a poco ne sarebbe diventata moglie. L’idea era venuta a Tonina, nell’estenuante ricerca di verità per suo figlio Marco Pantani, morto ammazzato nel residence di Rimini. Eravamo in giro per la presentazione del libro e il passaggio milanese fu l’occasione perfetta.

Il discorso approdò finalmente alla soffiata in carcere, affinché scommettesse che Pantani non avrebbe vinto il Giro del 1999. C’era il dubbio che fosse una boutade, inserita da Vallanzasca nel suo libro per fare cassetta. Tuttavia, quando ci puntò gli occhi gelidi negli occhi e aprì bocca, i dubbi se ne andarono.

«Se sapeste com’è la vita nelle carceri – disse Vallanzasca a bassa voce, con tono fermissimo – sapreste anche che là dentro a uno come me non si raccontano bugie. E se qualcuno mi disse di fare quella scommessa, che poi non feci, era certo che fosse una buona scommessa. Pantani il Giro non lo avrebbe finito».

Nel giro di pochi mesi, i titoli osannanti virarono verso il linciaggio senza la minima concessione del dubbio
Nel giro di pochi mesi, i titoli osannanti virarono verso il linciaggio senza la minima concessione del dubbio

“Violazioni diverse e gravi”

Fu una conferma. A Campiglio era successo qualcosa di poco chiaro, ma nessuno in quei giorni ritenne di ascoltare Pantani e di dargli fiducia dopo il tanto di bello che aveva donato loro. Nessuno. Zero. Decisero che fosse colpevole. Condannato a mezzo stampa sulla base di un controllo inaffidabile ed eseguito in modo improprio. Perché?

«Grazie all’attività istruttoria compiuta dalla Commissione antimafia ed in particolare dal Comitato coordinato dal Senatore Endrizzi, è stato accertato che numerose anomalie contrassegnarono la vicenda che portò all’esclusione dell’atleta Marco Pantani dal Giro d’Italia a Madonna di Campiglio, il 5 giugno 1999: diverse e gravi furono le violazioni alle regole stabilite affinché i controlli eseguiti sui corridori fossero genuini e il più possibile esenti dal rischio di alterazioni», lo afferma in una nota il Presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra nel presentare il nuovo lavoro appena pubblicato. 

Nicola Morra è il Presidente della Commissione antimafia (foto Fanpage)
Nicola Morra è il Presidente della Commissione antimafia (foto Fanpage)

Quel filo rosso

A forza di insistere, Tonina c’è arrivata. La sua voce è stata affiancata da quella dei media più potenti che hanno sempre creduto in Marco, con Davide De Zan in testa e Le Iene come sponda. La commissione Antimafia non ha fatto altro che mettere in fila tutti gli elementi che a più riprese avevamo già raccontato. E il quadro di colpo si è fatto chiaro anche agli occhi di chi aveva abboccato alle tesi opposte.

La relazione è composta da 48 pagine, prive di elementi di novità. Solo che vedere tutto insieme fa un certo effetto. Vi si parla di Campiglio e di Rimini e, come detto centomila volte, non si esclude più a priori che i due luoghi siano in qualche modo uniti. Quando con Tonina si girava per l’Italia raccontando la storia di Marco, non essendo uomo di spettacolo, ricorrevo sempre allo stesso incipit. Chi c’è capitato magari lo ricorda. «C’è una sottile linea rossa – dicevo – che unisce Rimini a Madonna di Campiglio…».

A Madonna di Campiglio l’ultima vittoria di Pantani nel Giro del 1999
A Madonna di Campiglio l’ultima vittoria di Pantani nel Giro del 1999

Gli orari corretti

La relazione, stampata su carta intestata del Senato, quella linea rossa la mostra. E anche se è tardi per ridarci Marco e sarà impossibile rendergli quel Giro – semplicemente perché lui quel Giro non l’ha concluso – è il modo per aprire gli occhi e rendersi conto che il suo annaspare per tornare a galla era dettato non già da un delirio, ma dall’impotenza del condannato a morte per un fatto che non ha commesso.

«Nell’effettuare i controlli sugli atleti a Madonna di Campiglio – si legge – non venne rispettato il Protocollo siglato dall’UCI con l’ospedale incaricato di eseguirli. In particolare, dal lavoro della Commissione, è emerso che nell’apporre l’etichetta sulla provetta che conteneva il campione ematico di Marco Pantani non vennero seguite le regole imposte per garantirne l’anonimato, essendo presenti altri soggetti, diversi dall’ispettore dell’UCI che avrebbe dovuto essere l’unico a conoscere il numero che contrassegnava la provetta. 

«Contrariamente a quanto affermato in sede giudiziaria, l’ipotesi della manomissione del campione ematico, oltre che fornire una valida spiegazione scientifica agli esiti degli esami ematologici, risulta compatibile con il dato temporale accertato dall’inchiesta della Commissione: collocando correttamente l’orario del prelievo a Marco Pantani alle ore 7,46, quindi più di un’ora prima rispetto a quanto sino ad oggi ritenuto, risulta possibile un intervento di manipolazione della provetta.

«Tale ipotesi – prosegue Morra – è inoltre ancor più plausibile alla luce delle informazioni fornite da Renato Vallanzasca – confermate dagli altri elementi acquisiti dall’organismo di inchiesta parlamentare – che rivelano i forti interessi della camorra sull’evento sportivo, oggetto di scommesse clandestine, e l’intervento della stessa per ribaltarne il risultato tramite l’esclusione di Marco Pantani, del quale era ormai pressoché certa la vittoria». 

Ai funerali di Marco a Cesenatico, la grande prova dell’amore dei suoi tifosi
Ai funerali di Marco a Cesenatico, la grande prova dell’amore dei suoi tifosi

Superficiali e frettolosi

Dissero che non ci sarebbe stato il tempo per manomettere la provetta, invece il tempo c’era, eccome. E allo stesso modo in cui non rispettarono i protocolli a Madonna di Campiglio, l’operato degli investigatori a Rimini risultò altrettanto superficiale e inspiegabilmente frettoloso. Lo scrivemmo. Lo dicemmo. Ma se ne fecero ugualmente un baffo.

«Diverse – dice la relazione – sono le scelte e i comportamenti posti in essere dagli inquirenti che appaiono discutibili. Innanzitutto, la frettolosa conclusione che la morte di Marco Pantani fosse accidentale o addirittura conseguenza di un suicidio, cui si pervenne anche sul presupposto che egli fosse rimasto isolato per diversi giorni fino a quello della sua morte, con la conseguente esclusione di responsabilità di terzi».

«Resta aperto l’interrogativo – si legge – che da anni la famiglia del corridore pone: è davvero certo che Marco Pantani sia morto per assunzione volontaria o accidentale di dosi letali di cocaina, connessa all’assunzione anche di psicofarmaci? 

«Gli elementi emersi dall’istruttoria svolta da questa Commissione parlamentare consentono di affermare che una diversa ricostruzione delle cause della morte dell’atleta non costituisca una “mera possibilità astratta che possa essere ipotizzata in letteratura e in articoli di cronaca giornalistica” e devono indurre chi indaga a scrutare ogni aspetto della vicenda senza tralasciare l’eventualità che non tutto sia stato doverosamente approfondito, ricercandone, eventualmente le ragioni».

A Marco, scrivemmo anni fa, negarono la fiducia anche nel momento della morte. Le intercettazioni telefoniche fra i pentiti di camorra aggiungono elementi a un quadro già chiaro. Ogni tentativo di deviare, insabbiare, raccontare il falso come fosse vero fu l’ennesima coltellata.

Marco riposa nella tomba di famiglia, meta di tifosi che in lui hanno sempre creduto
Marco riposa nella tomba di famiglia, meta di tifosi che in lui hanno sempre creduto

La dea bendata

Lo stesso schema, a Campiglio come a Rimini: la stessa vittima, un quadro probatorio confuso e reso ancor più illegibile dalla negligenza o dalla complicità di chi avrebbe dovuto fare chiarezza, il sostegno a senso unico di certa stampa e la condanna popolare dettata dalla disinformazione.

La storia di Marco Pantani dal 5 giugno 1999 al 14 febbraio del 2004 fu soprattutto questo, in un Paese popolato da ombre e fantasmi, che dopo 40 ann riapre il caso di Emanuela Orlandi. Anche nel suo caso domina la sensazione che ci sia in giro chi conosce la verità e finora è rimasto accucciato all’ombra di chi ha avuto convenienza nel proteggerlo.

Per chi ci ha sempre creduto, questa storia sarà per sempre causa di una rabbia che non passa. Ci consola il fatto che in un modo o nell’altro, tutto questo sarà servito per restituire a Marco la sua dignità e a Tonina un po’ di pace.

«La Procura di Rimini – conclude la relazione – ha riaperto le indagini; auspichiamo che anche per quanto riguarda i fatti di Madonna di Campiglio si voglia e si possa andare in fondo, qualunque sia lo scenario che verrà a dipanarsi e chiunque sia coinvolto. Perché la Giustizia sia, come nelle immagini che la rappresentano, una dea bendata capace di assolvere al suo compito, chiunque abbia di fronte». 

Memorial Pantani: un annullamento esemplare. Amici spiega…

23.09.2022
6 min
Salva

La sicurezza prima di tutto. Una frase che riecheggia spesso quando ci sono situazioni di difficile interpretazione. Momenti in cui l’esperienza che sia di un direttore di corsa, di un organizzatore o della figura insignita può segnare le sorti degli atleti pronti a fare ciò per cui si sono allenati. Questo capita in tutti gli sport e la lista di sventure e di eventi che si sarebbero potuti evitare è purtroppo lunga. Al Memorial Pantani che si sarebbe dovuto correre il 17 settembre, la macchina organizzativa coordinata da Adriano Amici ha funzionato perfettamente

Proprio così, perché seppur sia stata annullata una corsa così cara agli appassionati, l’organizzazione ha saputo dire no e lo ha fatto creando un precedente di collaborazione collettiva. Si sarebbe dovuto partire da Forlì e arrivare sul tradizionale lungomare di Cesenatico in memoria del Pirata. Ciò non è avvenuto e squadre, diesse, autorità, giornalisti e addetti ai lavori anziché alzare polemiche, hanno fatto trasparire messaggi di stima e di condivisione riguardo alla decisione. Il GS Emilia, ha dimostrato di sapere come gestire e soprattutto come comunicare in momenti così delicati. Adriano Amici ci aiuta a ricostruire quelle ore tra bollettini, decisioni e cinquant’anni d’esperienza. 

Qui Adriano Amici con Tonina nell’edizione 2021 del Memorial Pantani
Qui Adriano Amici con Tonina nell’edizione 2021 del Memorial Pantani
Cosa vuol dire organizzare una corsa come il Memorial Pantani?

Una corsa come il Pantani, che sfortunatamente si fa perché non c’è più Marco, non si organizza in una settimana.  Si comincia a preparare con le squadre gettando le basi per un programma annuale, edizione dopo edizione. Si comincia già da dicembre a stilare il calendario delle manifestazioni del GS Emilia, poi si comincia a diramare l’invito a tutte le squadre. Il Memorial Pantani quest’anno aveva dieci WorldTour presenti, vien da sé che la preparazione parte da lontano. Quando invece si avvicinano aprile e maggio si tirano le file per sponsor, percorsi e per le autorizzazioni. 

Era in programma un’altra bella edizione…

L’albo d’oro è la dimostrazione di come sia sempre stato prestigioso da quando è nato. All’inizio il nome di Marco è stato sicuramente trainante, dopo via via la qualità si è sempre mantenuta alta. Colbrelli con la maglia di campione europeo ne è l’esempio più recente. Il Memorial ha un albo d’oro prestigioso considerata l’età della manifestazione. 

Sonny Colbrelli ha vinto l’edizione 2021 con indosso la maglia di campione europeo
Sonny Colbrelli ha vinto l’edizione 2021 con indosso la maglia di campione europeo
Veniamo alla mattina della corsa, cosa è successo?

C’era grande entusiasmo ed euforia nel vedere il foglio dei partenti. Una soddisfazione immensa alla verifica licenze vedendo i nomi e la risposta positiva degli atleti e dei team. Il tutto coadiuvato dal meteo che sembrava essere favorevole. Nonostante quello che era appena successo nelle Marche poche ore prima. Tant’è vero che abbiamo fatto anche un punto di riflessione su quello che è successo, decidendo comunque di proseguire.

Dalle previsioni meteo avevate previsto qualcosa?

Le previsioni dicevano che non era bellissimo però nulla a che vedere con quello che sarebbe arrivato. Alla riunione con la Prefettura, c’è stata la segnalazione per un’allerta gialla in un orario totalmente differente, che non ci toccava. La mattina sono partito da Bologna con un cielo sereno splendido, che nel corso dei 60 chilometri fino ad arrivare alla partenza di Forlì si è poi incupito. Da lì in poi, la nostra attenzione si è rivolta a guardare il cielo e cosa sarebbe avvenuto di lì a poco. 

Una bomba d’acqua?

Non è stata una bomba d’acqua, bensì un temporale molto intenso con venti a 130 km/h. Tant’è che il mare si è preso metri su tutto il litorale. 

Qui la piazza di Forlì investita dal violento temporale
Qui la piazza di Forlì investita dal violento temporale
Da Forlì come si è evoluta la situazione?

Alla partenza erano tutti presenti e le ammiraglie stavano iniziando ad arrivare, in quel momento abbiamo iniziato a prendere le prime decisioni. A differenza di altri momenti che quando arrivavano due gocce d’acqua iniziava il valzer delle richieste da parte di tutti: “Cosa facciamo?”, “Si parte oggi, oppure no?”, “Io aspetterei”. In questo caso invece abbiamo trovato subito un’unione di intenti e una collaborazione esemplare da parte di tutti gli addetti ai lavori, dai diesse alle autorità, giuria e organizzatori. Questo mi ha fatto molto piacere. Nessuno ha azzardato di dire: «No oggi non si può correre» prima del dovuto. Si è iniziato a verificare cosa si poteva fare, remando tutti nella stessa direzione. 

La prima decisione è stata quella di spostare la partenza…

Abbiamo cercato una zona distante dalla perturbazione, più vicina all’arrivo dove ci potesse essere un parcheggio in grado di ospitare tutte le squadre e quindi partire. E io ringrazio veramente tutti i componenti dei gruppi sportivi che hanno appoggiato la soluzione. Il nostro coordinatore ha individuato il posto a 52 chilometri dalla partenza, a Borello, con i presupposti che per l’una e mezza il tempo avrebbe dovuto calmarsi. La Polizia è stata esemplare, ci ha accompagnato e scortato fino a lì e qui devo ringraziare il Vice Questore che è stato encomiabile. 

La decisione è arrivata con un lavoro corale tra tutti gli addetti ai lavori
La decisione è arrivata con un lavoro corale tra tutti gli addetti ai lavori
E poi?

A un certo punto ci è arrivata la fotografia della salita di Montevecchio con gli alberi caduti sulla strada, tra salita e discesa la strada era diventata inagibile. Dopo poco sono arrivati video e foto del lungomare di Cesenatico con il mare Adriatico che aveva inondato tutta la zona d’arrivo con trenta centimetri d’acqua. 

Da lì la decisione di annullare la corsa?

E’ stata una cosa che mi ha colpito molto. Nella mia vita ciclistica, da quando ho 15 anni ho incominciato a correre, passando per tutta una vita da organizzatore di corse e non ho mai sofferto come quel giorno lì e mai ho avuto un’esperienza di questo genere. Pioggia sì, freddo sì perché alla Coppi e Bartali ci è capitato spesso, ma questa è stata una cosa incredibile.

La decisione è stata condivisa da tutti, Roberto Damiani lo ha sottolineato con un post su Facebook..

E’ stata una soddisfazione leggere commenti di questo tipo. Dagli appassionati, agli addetti ai lavori, ai giornalisti abbiamo ricevuto i complimenti per come è stata gestita la situazione. Mi ha inorgoglito e fatto molto piacere.

Capita spesso che arrivino queste “richieste”?

Sì, un esempio è stata un’edizione recente con un corridore, di cui non voglio fare il nome, che ha fatto da portavoce per alcuni dirigenti che non volevano che si partisse. Invece si partì regolarmente e dopo dieci chilometri c’era il sole e la corsa si è svolta in sicurezza senza problemi. Per me i corridori sono come figlioli,c’è una confidenza che si porta avanti da tanto tempo, mai li metterei in rischio, se c’è da mettere le cose in chiaro lo faccio direttamente e loro capiscono.

Si è parlato di “protocollo meteo UCI”, in cosa consiste?

Ci sono i responsabili dell’UCI che unitamente a quelli italiani valutano se la decisione del direttore di organizzazione, in questo caso io, decide correttamente e nel caso ci si confronta. Qui non ce n’è stato bisogno perché la situazione era chiara e delineata. 

Come mai non è stata rimandata?

Una corsa di quel genere richiede uno sforzo economico intorno ai 150 mila euro, senza dare gratificazione al personale di lavoro cioè noi. Se si rimanda gli alberghi sono nuovamente da pagare… La tassa tecnica chi la paga? E poi c’è l’aspetto logistico, gli alberghi sarebbero tutti da riprenotare, così come le autorizzazioni per la viabilità da richiedere nuovamente ai Comuni. In più le squadre hanno calendari internazionali decisi da mesi che non possono modificare. Sarebbe totalmente una corsa ex novo.

Lungomare Bike Hotel, una settimana all’insegna del Pirata

13.09.2022
5 min
Salva

La Pantani Week è una settimana che va dal 16 al 22 settembre, dedicata al ricordo di Marco Pantani. Un momento dove il Lungomare Bike Hotel convoglia risorse, itinerari e guide nel ripercorrere ciò che ha rappresentato il campione romagnolo per il popolo di Cesenatico e della Romagna in generale. Il periodo racchiude anche il Memorial Pantani, gara pro’ in programma il 17 settembre. 

La struttura propone giri accompagnati dalle sue guide sulle salite iconiche dove si allenava Pantani, il Carpegna, il Cippo ma anche momenti di pellegrinaggio al museo a lui dedicato e ai luoghi dove la quotidianità di quegli anni di festa erano soliti consumarsi, come la piadineria di mamma Tonina e la casa dove è cresciuto. Per l’occasione ciclisti da tutto il mondo accorrono curiosi e vogliosi di ripercorrere quelle strade. 

Il ricordo passa anche da luoghi dove il ricordo del Pirata rimane indelebile
Il ricordo passa anche da luoghi dove il ricordo del Pirata rimane indelebile

Sette giorni per Marco

Giorni all’insegna delle due ruote, quale modo migliore per omaggiarlo, che si snodano ripercorrendo le strade e le salite più rappresentative.

«La settimana scelta – dice la titolare della struttura Silvia Pasolini – è quella in concomitanza con il Memorial Marco Pantani, la gara dedicata ai professionisti. E’ un periodo importante, è a un mese e mezzo dalla chiusura dell’albergo, ma è un periodo ancora caldo perché ci sono ancora tanti ciclisti molto appassionati che vengono da tutto il mondo. 

«L’abbiamo chiamata così perchè ricorre durante la corsa dei professionisti, e fino alla pandemia era in concomitanza anche con la gran fondo che purtroppo non viene più organizzata, sulla quale però si sta cercando di capire se ci sia modo di rilanciarla.».

Le guide sono pronte a fare scoprire le salite e le strade dove si allenava Marco
Le guide sono pronte a fare scoprire le salite e le strade dove si allenava Marco

Legame indissolubile

Parlando con Silvia Pasolini si carpisce che per Lungomare Bike Hotel il legame con Pantani vada oltre il semplice ricordo.

«Siamo strettamente legati alla memoria di Marco. Abbiamo sempre avuto un legame con la famiglia – prosegue – siamo sempre stati vicini di casa. Tonina ha lavorato da noi prima che mettesse su il chiosco della piadina, abbiamo collaborato per l’organizzazione delle GF. E’ un legame stretto e intimo a cui vogliamo rendere omaggio ogni anno. Non a caso anche la Bike Room è dedicata al Pirata, si chiama infatti “Marco Pantani”

«Vogliamo mantenere un ricordo affettivo perchè sono stati anni meravigliosi anche per quello che ha regalato a Cesenatico. Abbiamo voluto commemorarlo con una settimana dedicata a lui rivolta ai nostri ospiti. Il miglior modo è farlo in bici, infatti i giri organizzati per quella settimana sono le strade su cui amava allenarsi. Un aneddoto, l’anno che ha vinto il Tour de France e ci fu la grande festa di Cesenatico, io e mia sorella siamo andate a distribuire magliette, piadine e bandane insieme alla sua famiglia.

«Una festa meravigliosa, non so se ne accadranno di questo tipo nella mia vita. Marco aveva un anno in meno di me. La Manola, sua sorella ne avevo uno in più e siamo cresciuti insieme. Tutt’ora siamo molto legati con la famiglia Pantani, al netto del fatto che lavoriamo con il ciclismo».

Gli itinerari si snodano sulle strade romagnole con tappe iconiche come quelle sul lungomare
Gli itinerari si snodano sulle strade romagnole con tappe iconiche come quelle sul lungomare

In sella sulle strade del Panta

Il Lungomare Bike Hotel non si limita a dare un nome ad un’iniziativa solamente per creare attività. Bensì il ricordo passa dalle due ruote solcando strade e paesaggi cari a Marco.

«Sono itinerari che facciamo tutto l’anno, ma in particolare in quel periodo assumono tutto un altro significato. Si va al Carpegna, si va al Cippo e in tante strade della Romagna. Dopodiché ci sono un susseguirsi di attività per onorarlo e ricordarlo a dovere, si va al Museo, al cimitero, si va a visitare il monumento, si passa davanti a casa sua. E’ un modo per tenere vivi quei fantastici anni, non vuole essere un rimpianto ma un ringraziamento.

«Quando diciamo che li accompagniamo, lo facciamo in bicicletta. Le nostre guide saranno a completa disposizione dei ciclisti. Il ricordo pedalando assume tutto un altro significato. Ovviamente abbiamo pensato anche a chi accompagna e non pedala, in quel caso abbiamo il minivan per far vivere questa esperienza anche a loro. Poi magari ci troviamo tutti insieme a mangiare una piadina nel chiosco di Manola Pantani che si trova vicino alla nostra struttura. Ma anche al chiosco di Tonina, dove lavorava la sua mamma e la sua ragazza, che è vicino alla casa dove abitavano da bambini».

Memorial Marco Pantani

Il 17 settembre andrà in scena la corsa a lui dedicata, il Memorial Marco Pantani. Una corsa che da anni onora le strade e la memoria del campione romagnolo. Il Lungomare Bike Hotel è protagonista anche in questa occasione regalando agli ospiti della struttura un soggiorno condiviso con squadre importanti del panorama professionistico. 

«Ogni anno abbiamo squadre diverse – spiega Silvia – ci sono squadre che tornano. Anche se non decidono le squadre dove soggiornare però abbiamo team che chiedono espressamente di noi perché si crea un legame forte. Apprezzano molto il menù dedicato ai ciclisti e l’organizzazione a misura di bici, tant’è vero che alcune squadre vedendo la Bike Room e la nostra proposta gastronomica chiedono espressamente di noi».

LungomareBikeHotel

Lungomare Bike Hotel Cesenatico: divise 2022 by Alè

20.06.2022
3 min
Salva

Hanno il riconoscibilissimo “tratto” di Alè quest’anno le divise ufficiali del Lungomare Bike Hotel di Cesenatico, una delle strutture ricettive più conosciute e soprattutto più attrezzate e preparate in Italia per quanto si riferisce al tema dell’accoglienza dei turisti-ciclisti. Il maglificio veronese coordinato da Alessia Piccolo, che per la stagione 2022 fornisce ben tre team WorldTour – Groupama FDJ, Bahrain Victorious e BikeExchange Jayco – ha disegnato e prodotto per il Lungomare Bike Hotel dei completi sia su base nera che di colore fucsia, rispettivamente per ciclisti e per… cicliste, che possono essere acquistati dai clienti ospiti dell’albergo. Inoltre, delle divise con una grafica speciale sono state predisposte appositamente per tutte le guide dell’hotel (tra queste l’ex professionista romagnolo Manuel Senni).

Passione per la bicicletta

«In oltre 40 anni di attività – dichiarano con un pizzico di legittimo orgoglio dal Lungomare Bike Hotel – abbiamo aiutato più di 10.000 persone da tutto il mondo a vivere la loro vita al massimo… Come? Ma attraverso i nostri splendidi tour in bicicletta! Li abbiamo portati a pedalare tra vigneti, castelli medievali e strade di ciottoli in piccoli borghi di campagna. Li abbiamo fatti innamorare della nostra terra, dei nostri tramonti, dei nostri paesaggi. E tra una sosta per un cappuccino, e un gelato in una piazza medievale, li abbiamo condotti a conquistare alcune tra le più iconiche salite d’Italia, come il Cippo Pantani a Carpegna e San Marino: la più antica Repubblica del Mondo.

La divisa Alè dedicata alle donne
La divisa Alè dedicata alle donne

«Dal 1979 veniamo considerati come uno dei migliori bike hotel in Italia. E questo ci riempie di grande soddisfazione. Dopo tanti anni, la nostra passione per il ciclismo è diventata sempre più forte. Siamo continuamente emozionati dal potere della bicicletta di creare un modo semplice, sostenibile e gioioso per le persone di connettersi con il mondo che le circonda».

Destinazione Cesenatico

I clienti del Lungomare Bike Hotel sono dei veri e propri affezionati. E la destinazione Cesenatico, in Romagna, non può che evocare grande, grandissimo ciclismo…   

Locandina che celebra la collaborazione tra Lungomare Bike Hotel e Alé
Locandina che celebra la collaborazione tra Lungomare Bike Hotel e Alé

«La nostra posizione è fantastica per andare in bicicletta. Da noi ci si può allenare davvero alla grande: abbiamo salite difficili, ma anche itinerari pianeggianti essendo sul mare. E poi strade senza traffico, in condizioni climatiche spesso senza vento. Cesenatico ha caratteristiche uniche e molto specifiche. Qui al Lungomare Bike Hotel ogni giorno formiamo fino a sette diversi gruppi di ciclisti, con guida/accompagnatore, per consentire ai nostri ospiti di trovare il proprio giro ideale in funzione del grado di allenamento e di come ci si sente quella giornata. E poi siamo in Romagna, e dunque cibo e vino fantastici, oltre alla proverbiale ospitalità della nostra terra».

Lungomare Bike Hotel

Scott ancora con Nove Colli: rinnovo biennale della partnership

14.04.2022
3 min
Salva

Scott e Gran Fondo Internazionale Nove Colli: una partnership importante che si rinnova e che prosegue più forte e più salda che mai. La lunga stagione delle Gran Fondo è oramai iniziata da qualche mese, ma “storicamente” è proprio in maggio che giungono puntuali alcuni degli appuntamenti più importanti e prestigiosi. Tra questi c’è la regina delle Gran Fondo: la Nove Colli di Cesenatico, che quest’anno taglia il traguardo delle 51 edizioni.

Scott continuerà ad affiancare la Gran Fondo Nove Colli anche per il prossimo biennio
Scott continuerà ad affiancare la Gran Fondo Nove Colli anche per il prossimo biennio

Bici e divertimento

E Scott c’è! La rappresentanza italiana del big-brand americano ha difatti confermato il proprio appoggio in qualità di sponsor. Come poi confermata sarà anche la presenza dell’imponente truck Scott, che diventerà, anche per quest’anno, la base di appoggio per tutte le iniziative che verranno messe in pista. Lo show partirà già il giovedì 19 maggio per poi chiudersi sabato 21. Per gli appassionati è stata prevista un’importante area expo dove poter ammirare moltissime delle novità bike road 22, mentre per i più competitivi un momento di condivisione con la Sfida sui Rulli.

Una grande novità di questa edizione sarà inoltre la location che ospiterà l’evento. Il Village, in cui è previsto il ritiro del pacco gara e tutta l’accoglienza dei giorni precedenti alla gara, quest’anno si troverà in Piazza Andrea Costa, proprio sotto al Grattacielo di Cesenatico. La nuova collocazione è considerata una piccola rivoluzione che rafforza ulteriormente il legame dell’evento con Cesenatico e con l’expo Ciclo e Vento. Il Nove Colli Village sarà dunque il quartier generale di tutti i ciclisti che raggiungeranno Cesenatico, dove avranno la possibilità di ritirare il proprio pacco gara in una location suggestiva e di vivere nel centro della città tutti gli eventi che sono stati pensati per loro…

Scott sarà la base di appoggio per tutte le iniziative legate alla Gran Fondo che inizieranno il 19 maggio e finiranno il 21
Scott sarà la base di appoggio per tutte le iniziative legate alla Gran Fondo

Un partner affidabile

«C’è sempre molto fermento ed entusiasmo quando si parla di Nove Colli – ha dichiarato Ivano Camozzi, brand manager di Scott Italia – e proprio nel 2022 abbiamo esteso la nostra collaborazione per i prossimi due anni. Lavoreremo sodo per cogliere tutte le opportunità che l’evento ci metterà a disposizione. Nove Colli è un partner affidabile e dinamico, e la corsa, oltre ad avere un appeal racing, si presta molto anche alla socializzazione con le attività collaterali. Siamo davvero felici di continuare questo bel percorso».

Ivano Camozzi, brand manager & pr Scott Italia
Ivano Camozzi, brand manager & pr Scott Italia

Edizione numero 51

Ad Ivano Camozzi ha fatto eco Andrea Agostini, il Presidente dell’ASD G.C. Fausto Coppi, la società che organizza da sempre la Nove Colli.

«La Nove Colli – ha ribattuto Agostini – è sì una corsa, ma è anche una festa, per Cesenatico e per tutto il territorio. Chi sceglie di presentarsi alla partenza sa bene che sposa una filosofia e un’atmosfera che si trova solo in questa Gran Fondo che quest’anno arriva all’edizione numero 51. Siamo felici che al nostro fianco ci sia ancora Scott, un brand che è un’istituzione all’interno del mondo del ciclismo e che contribuirà a creare il clima di gioia e di fermento che ci aspettiamo di vivere da giovedì 19 maggio fino a domenica 22. Non vediamo l’ora di accogliere i tanti cicloamatori che arriveranno a Cesenatico, e farlo insieme a Scott renderà la nostra manifestazione ancora più bella e importante».

Scott

Senni 2022

“Barracuda” Senni, raccontaci i percorsi di Cesenatico…

04.03.2022
5 min
Salva

Da qualche mese a questa parte, i clienti dell’Hotel Lungomare di Cesenatico hanno un’attrattiva in più: lunghe pedalate nell’entroterra romagnolo, escursioni fino alle Marche, viaggi su due ruote lungo la Riviera romagnola, il tutto con una guida d’eccezione. Manuel Senni fino allo scorso anno era ancora in carovana, ora invece racconta ai turisti le bellezze di quei luoghi che per anni hanno ospitato le sue tantissime ore di allenamento.

Una carriera conclusa anzitempo

Una metamorfosi quasi obbligata. Non si può parlare di quei luoghi incantevoli senza prima spiegare come Senni sia arrivato a interpretare il ruolo di novello Virgilio: «Io avrei continuato a fare il professionista, ma le sfortune sono state troppe: ho avuto una serie infinita di infortuni, nel febbraio del 2020 mi hanno aperto l’aorta per un problema all’arteria iliaca e ci ho messo un anno per recuperare. Il 7 aprile 2021 mi hanno investito, il 31 maggio ho avuto un granuloma al soprasella, a quel punto ho detto basta. Al Memorial Pantani, nella mia Cesenatico, ho salutato tutti».

Il suo nuovo lavoro gli consente però di rimanere… in sella e anzi di prendere tutto il bello di questo sport: «Mi piace moltissimo raccontare i miei luoghi. Porto i cicloturisti nelle località più belle, ad esempio la rocca di San Leo, la lunga e lenta scalata sul masso con il castello lassù in cima. E’ qualcosa di favoloso, un balcone con vista sull’intera Valmarecchia. Oppure San Marino: quando ci porto i turisti stranieri rimangono sempre affascinati, vedendo quel castello con le strutture antiche, sembra di entrare in un’altra epoca affrontando oltretutto un percorso molto vario».

Senni Borghi 2022
Le uscite per i borghi sono ricche anche di soste, per conoscere da vicino questi splendidi luoghi
Senni Borghi 2022
Le uscite per i borghi sono ricche anche di soste, per conoscere da vicino questi splendidi luoghi

Tragitti a scelta in base alle capacità

Salite? Non solo, anzi questa parte di Romagna è famosa anche per i paesini di pianura: «Longiano, Montiano, Sant’Arcangelo sono piccoli borghi che piacciono molto, non si fatica tantissimo nel raggiungerli e il divertimento è assicurato».

Proprio a questo proposito Senni tiene ad essere molto preciso nel segnalare ai suoi “clienti” quel che si troveranno di fronte: «Bisogna sempre conoscere il proprio grado di preparazione. Alcuni tragitti non sono molto impegnativi anche se ci sono colline da valicare, ma non si va in quota. Sono ideali per calibrarsi, ma anche per vedere che quegli sforzi ti danno un premio, visuali da sogno lontani dal tran tran quotidiano. Diverso il discorso quando si affrontano escursioni come quella di San Marino, allora devi riuscire ad affrontare 8 chilometri di salita continua e non è per tutti».

Cippo Pantani
L’immagine del Pirata alla sommità del Cippo Pantani sul Monte Carpegna: una salita per duri
Cippo Pantani
L’immagine del Pirata alla sommità del Cippo Pantani sul Monte Carpegna: una salita per duri

Il fascino della panoramica

Cesenatico ma non solo, Riccione (che dal 2 al 5 giugno sarà una vera capitale della bici con il ritorno della Ride Riccione Week) offre tragitti tutti da scoprire: «Spesso porto il gruppo da quelle parti: affrontare la panoramica con vista mare è qualcosa di sensazionale, sento i commenti di chi pedala con me ed è estasiato. Il connubio collina-mare colpisce sempre. Poi da queste parti c’è il percorso che reputo più bello».

Qui interviene fortemente la sua esperienza di ciclista pro’: «Io facevo allenamento di 180 chilometri, salivo sul Monte Fumaiolo e poi andavo a “sfidare” il Cippo Pantani. Quella è una strada particolare, ci puoi salire solo a piedi o in bici dopo aver passato la barriera di accesso. Chiaramente ne propongo una parte, ma chi ce la fa arriva in cima al Cippo e si sente dentro qualcosa di particolare, magari sentendosi più vicino a Marco».

La sua esperienza non passa inosservata. Molti, pedalando al suo fianco, sfruttano quelle occasioni per chiedergli tutto del suo passato: «Sì, molti sono curiosi, mi chiedono di questo o quel campione, questa o quella gara. Un giorno ho portato con me un gruppo di cicloturisti canadesi. Dopo qualche chilometro, ho sentito: “Ma tu sei quello che ha vinto il Giro del Colorado 2017, c’era un nostro amico che era diesse della BMC al tempo (probabilmente l’americano Jackson Stewart, ndr)” e da lì è stata una pedalata tutta fatta di racconti e di flashback».

Senni Colorado 2017
Senni è stato pro’ dal 2015 al 2021. La vittoria nel Giro del Colorado 2017 è la sua perla
Senni Colorado 2017
Senni è stato pro’ dal 2015 al 2021. La vittoria nel Giro del Colorado 2017 è la sua perla

Ora si diletta con le Granfondo

Senni, da quando ha deciso di chiudere la sua carriera, si divide fra il lavoro come meccanico al negozio Sport Bike di Cesenatico e gli impegni da guida turistica. Proprio questa sua conoscenza tecnica della bici spesso è molto utile: «Quando partiamo porto con me l’attrezzatura per piccoli interventi: raggi, tubolari… I cicloturisti partono con un po’ di rifornimento messo a punto in hotel, poi comunque una sosta al bar ci scappa sempre…».

Pensate che sia tutto? No, la passionaccia di “Barracuda” Senni per le gare non è finita al Memorial Pantani: “Mi posso allenare solo martedì e giovedì nella pausa pranzo, poi il fine settimana, sfruttando magari qualche granfondo, ma poi quando sono in gara esce fuori il mio animo da agonista». Si è visto domenica scorsa alla Granfondo Laigueglia, quando è finito secondo spalla a spalla con il francese Thibaut, col quale aveva dato vita alla fuga decisiva. «Ne farò altre – avverte il quasi trentenne cesenate – quelle della nostra zona: Nove Colli, Via del Sale, Pantani, ma intanto domenica prossima sarò alla Strade Bianche: non ho mai potuto farla da pro’, almeno così vedrò quel che hanno provato i campioni il giorno prima…».