Senni, un altro giro di ruota con l’Amore e Vita

12.03.2021
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Manuel Senni, corridore romagnolo, classe 1992. Dopo una proficua carriera negli under 23, è passato nella massima categoria con il team Bmc. Nei primi tre anni da professionista ha raggiunto buoni risultati, tra i quali la vittoria nella classifica finale della Colorado Classic. Gli anni successivi all’esperienza nel WorldTour lo hanno visto invece tra le file del team Bardiani-Csf Inox, senza però riuscire a cogliere risultati di rilievo, anche per colpa di una cattiva sorte, della quale spera di essersi liberato per dimostrare una volta per tutte il suo valore. La ripartenza è già avvenuta a Larciano con la maglia azzurra (foto di apertura) e proseguirà con il Team Amore e Vita di Ivano Fanini, in cui depone ambiziose speranze.

Dal 2015 al 2017 ha corso nel WorldTour con la maglia della Bmc
Dal 2015 al 2017 ha corso con la Bmc
Come è nato l’accordo con l’Amore e Vita?

E’ una storia lunga da raccontare. A cavallo tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 ho subito tre interventi di angioplastica ad un’arteria. Purtroppo nessuno di questi è andato a buon fine. Addirittura secondo i medici avrei dovuto smettere di correre, il danno causato sembrava irreversibile.

Però hai deciso di non mollare…

Esatto, mi sono rivolto all’ospedale di Cesena e con un intervento molto pesante sono riuscito a risolvere la situazione. I tempi di convalescenza sono stati molto lunghi, dieci mesi circa.

Come hai gestito questo periodo?

Non ho mollato, ho provato ad allenarmi con scarsi risultati, ovviamente il rientro alle corse è stato spiacevole.

Non hai ottenuto risultati?

No, purtroppo non sono riuscito a risollevarmi. A fine 2020 avevo deciso quasi di smettere, pensavo che nessuno avrebbe più scommesso su di me, dopo tutti i problemi che ho avuto. Poi mi sono convinto di riprovarci, dopo un periodo di riposo. E i test hanno dato buoni riscontri, anche la gamba.

Cosi hai deciso di continuare a correre…

Sì, ho contattato un po’ di squadre tra cui l’Amore e Vita e grazie a Maurizio Giorgini, che è il direttore sportivo, sono riuscito a trovare un accordo con loro.

Questa passione per il ciclismo come è nata?

Quando ero bambino guardavo le corse in televisione, soprattutto le imprese di Pantani. Mio padre tra le altre cose è stato suo compagno di squadra da dilettante, al team Rinascita di Ravenna.

Alla Colorado Classic del 2017, Senni vince la classifica generale
Alla Colorado Classic del 2017, Senni vince la classifica generale
Qual è l’aspetto del ciclismo che ti piace di più?

La competizione, l’agonismo. Mi piace misurarmi con gli altri per cercare di diventare il migliore.

La vittoria più bella che hai ottenuto?

Nel 2017 alla Colorado Classic, arrivata con un attacco in salita da lontano.

Com’è la tua giornata tipo?

Inizio la mattina con una bella colazione, per proseguire subito con vari allenamenti. Il pomeriggio sto con la mia fidanzata o la mia famiglia, poi cerco di andare a dormire presto, specialmente ora che siamo costretti a rimanere a casa.

Che rapporto hai con l’alimentazione?

E’ un aspetto che curo molto, è importante per un ciclista. Comunque mi piace mangiare, soprattutto i dolci.

Molti corridori hanno confessato di aver avuto problemi di tipo alimentare, che idea ti sei fatto?

Purtroppo è facile caderci dentro, c’è tanta confusione con le varie diete. Penso che la scelta migliore sia quella di rivolgersi a un  bravo nutrizionista.

Quali sono le tue passioni oltre al ciclismo?

Oltre al ciclismo non ne ho una in particolare. Mi piace giocare con i videogame, ma non capita di frequente. Poi guardo con piacere le serie televisive. Seguo anche altri sport come atletica, nuoto, trekking.

Dal 2018 al 2020, Senni ha corso con la Bardiani
Dal 2018 al 2020, Senni ha corso con la Bardiani
Che tipo di corridore sei?

Ho caratteristiche da scalatore puro, sarei predisposto anche per le cronometro, dovrò lavorarci su per poter migliorare. La mia pecca purtroppo sono le volate, in molte corse sono stato battuto allo sprint, così mi sono dovuto accontentare di qualche piazzamento.

Hai iniziato la carriera tra i professionisti con un team di primo livello, poi cosa è successo?

Passati i primi due anni di rodaggio, ho iniziato ad adattarmi ai ritmi imposti da certe corse. Ho ottenuto le prime maglie, le prime vittorie, dopodiché sono iniziate le mie sfortune, una dietro l’altra. Nel 2018 ho contratto la mononucleosi con successiva frattura al femore durante il Giro d’Italia. Nel 2019 in piena preparazione sono stato investito e ho subito un’operazione al polso, in cui mi hanno inserito due viti. Poi ho subito i tre interventi di angioplastica ad un’arteria, come ho accennato precedentemente. Ed infine il 2020 è stato compromesso da un intervento chirurgico all’aorta. In sostanza non sono mai riuscito ad essere costante, cosa che sta accadendo adesso.

Pensi che questa occasione possa essere un buon trampolino di lancio?

Mi sono rimesso in gioco, non ho il carattere del perditempo, se fossi stato certo di non poter più essere competitivo mi sarei ritirato. I numeri però dicono altro, ora dovrò aspettare le corse per poterli esprimere.

Quale ruolo pensi di poter avere in squadra?

Sicuramente in Amore e Vita manca uno scalatore puro, quindi sarà questo il mio ruolo.

Senni ha corso con la maglia azzurra più volte: qui all’Appennino del 2017
Senni ha corso con la maglia azzurra più volte: qui all’Appennino del 2017
Che obiettivi ti sei posto per il 2021?

Un bel traguardo, essendo romagnolo, è la Coppi e Bartali. Quest’anno è più dura del solito, vorrei mettermi in mostra. Poi ogni corsa che rientri nelle mie caratteristiche.

C’è qualcosa che cambieresti del ciclismo di oggi?

Cambierei l’utilizzo dei potenziometri, rendono alcuni percorsi molto calcolati, tolgono spettacolo. Anche se comunque le azioni da lontano è sempre più difficile farle.

Della sicurezza stradale che ne pensi? Ti senti tutelato?

Come vi ho detto prima io purtroppo sono stato vittima di un incidente nel 2019. Oggi molte persone si distraggono alla guida con il cellulare, oppure hanno fretta e fanno manovre azzardate, mettendo a rischio la vita delle persone. In allenamento non è difficile che una macchina ti stringa o non ti dia la precedenza. Ci vorrebbe una legge che tuteli i ciclisti e i pedoni. Non sarebbe semplice farla rispettare, però la vedrei come un netto passo avanti.