Riccardo Minali entra in Alé: un’occasione da cogliere al volo

21.01.2022
5 min
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Vi ricordate di Riccardo Minali, il giovane velocista e promessa del ciclismo azzurro, fino al 2021 professionista con la Intermarché Wanty Gobert?

Il veronese, in apertura con Alessia Piccolo, ha chiuso la propria attività di corridore lo scorso 31 dicembre per entrare in un’altra squadra, certamente diversa da un team WorldTour, tuttavia ugualmente competitiva e strutturata per vincere gare diverse. Quelle che si corrono tutti i giorni, sette giorni su sette, nel mercato dell’abbigliamento cycling. Minali infatti indosserà la maglia di Alé Cycling, il brand veronese, fondato nel 2014, che ha ufficializzato la “new entry” aziendale che merita di essere raccontata.

Riccardo si è allenato fino a pochi giorni fa, poi ha accettato la provvidenziale offerta di Alé Cycling
Riccardo si è allenato fino a pochi giorni fa, poi ha accettato la provvidenziale offerta di Alé Cycling

Una lunga storia

Minali è diventato professionista nel 2017 con l’Astana dopo 14 vittorie da U23 con il Team Colpack. Conclusi i due anni nel team kazako, è passato nella Israel Cycling Academy, poi una stagione alla Nippo-Delko e il 2021 con la Intermarché-Wanty-Gobert, vincendo in questi cinque anni due tappe al Tour de Langkawi e ottenendo diversi piazzamenti. Riccardo conosce molto bene Alé; per i trascorsi agonistici, per il rapporto di amicizia con Alessia Piccolo e con la famiglia Zecchetto, sia perché suo padre Nicola, velocista da 50 vittorie, lavora invece in DMT.

«Mi viene da sorridere – ci ha confidato Minali, che abbiamo intervistato in sede – se penso che una delle vittorie da juniores più belle l’ho colta proprio davanti a questo stabilimento. E sul palco mi fecero indossare una maglia Alé… Forse una delle prime prodotte, considerando che vinsi proprio quando il marchio era appena partito».

Riccardo Minali nel laboratorio di sartoria per testare in prima persona i prodotti Alé
Riccardo Minali nel laboratorio di sartoria per testare in prima persona i prodotti Alé
Riccardo, cosa significa questo ingresso in Alé? 

Per me significa davvero tantissimo. Alessia Piccolo, che di Alé è la general manager, mi ha letteralmente dato questa importante carta da giocare. In pochi giorni sono sceso dalla bicicletta e sono entrato nel mondo del lavoro. Mi ritengo fortunato, perché ci entro dalla porta principale, andando a rappresentare uno dei marchi leader al mondo per quanto riguarda la produzione di abbigliamento per il ciclismo.

Quale sarà il tuo ruolo?

Qui viene il bello… Alessia ha una grandissima energia, che oggi vuole ancor di più trasmettere all’azienda andando a riorganizzare alcune attività. Ringiovanendo alcune funzioni e soprattutto costruendo un gruppo competente, appassionato e con tanta voglia di far bene. In questo momento mi sto muovendo a tutto tondo. Affianco gli agenti nei negozi, partecipo alle riunioni con i creativi (bellissima quella di lunedì scorso di presentazione della prossima collezione PR.S…), tengo i rapporti con i team e di conseguenza con i corridori che forniamo.

Riccardo Minali con papà Nicola e mamma Monica dopo la vittoria al Gp Fiera del Riso 2015 (foto Scanferla)
Minali con papà Nicola e mamma Monica al Gp Fiera del Riso 2015 (foto Scanferla)
Che cosa pensi di portare in azienda?

Ho il vantaggio di avere tanta voglia di imparare. Ho l’esperienza del corridore, so cosa vuol dire e soprattutto quanto sia fondamentale vestirsi bene in bicicletta. Alessia mi sta dando moltissima fiducia e vede un’azienda in costante trasformazione. Quello che farò sarà dare il massimo, inserirmi in fretta, e ripagare questa fiducia che mi oggi stimola moltissimo.

Se dovessi definire due caratteristiche essenziali dei prodotti Alé, che cosa ti salta subito in mente?

Solo tre? Battute a parte rispondo di getto dicendo la vestibilità, la qualità dei materiali unitamente all’attenzione maniacale al confezionamento del capo. In pratica… la collezione Klimatik!

Spiegaci meglio…

La vestibilità di Alé è proverbiale. Fidatevi di uno che fino ad oggi sulla bicicletta ci ha praticamente vissuto, avendo pedalato tutti i giorni ininterrottamente dai 6 ai 26 anni. Non conosco un corridore dei team WorldTour con i quali collaboriamo (quest’anno BikeExchange, Bahrain Victorious e Groupama FDJ, ndr) che si sia mai lamentato dei nostri capi. E l’abbigliamento indossato dai pro’ è esattamente lo stesso che l’azienda propone a tutti gli amatori e dunque alla propria clientela nel mondo. I materiali poi sono a dir poco eccezionali: confezionati in Italia da mani espertissime, con esperienza più che trentennale, e spesso abbinati a quelle grafiche originali che da sempre distinguono con evidenza Alé dal resto del gruppo.

Riccardo ha visitato tutti i reparti della sede di Alé per prendere confidenza con il nuovo incarico
Riccardo ha visitato tutti i reparti della sede di Alé per prendere confidenza con il nuovo incarico
E perché Klimatik?

Perché Klimatik è la collezione Alé che preferisco. Una vera e propria icona. Il top secondo me per chi deve vincere il freddo anche nelle giornate più difficili. Torno a dire, fidatevi di uno che l’anno scorso in occasione della tappa con arrivo a Cortina d’Ampezzo quasi non finiva il Giro d’Italia per via di un abbigliamento non all’altezza.

E allora, in bocca al lupo Riccardo per questo tuo nuovo percorso. Da adesso in poi, proprio come nella tua carriera ciclistica, serviranno tanta forza e molta testa: qualità alle quali andranno aggiunti quegli “ingredienti magici” nei quali Alé fermamente crede e che si chiamano passione e cuore.