Christian Prudhomme, 2023, presentazione Grand Depart Firenze

Prudhomme, L’Equipe e il Tour: l’orgoglio e uno scivolone

31.10.2023
4 min
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Christian Prudhomme e il suo Tour de France. Si respira grande orgoglio nelle parole del direttore della Grande Boucle, forse perché essendo un giornalista, sa che ogni giorno suggerirà un titolo e questo fa la differenza.

Orgoglio. Divertimento. Condivisione. Appartenenza. Il racconto di Prudhomme, per come l’ha raccolto L’Equipe, lascia trasparire qualcosa che va oltre la soddisfazione per un lavoro ben riuscito. Resta un solo scivolone, forse perché raccontato al pubblico francese, che riguarda Marco Pantani e anche il Gastone Nencini dimenticato. La sua sensibilità contro la nostra.

«Il punto di partenza sarà l’Italia – dice Prudhomme – sarà la prima volta che il Tour partirà da lì ed è abbastanza sorprendente, addirittura anomalo. Abbiamo fatto questa scelta per due motivi. Il primo è che la polizia francese avrà molto da fare con le Olimpiadi e le Paralimpiadi. In più il 1924 è il centenario della prima vittoria al Tour di un italiano (Ottavio Bottecchia, ndr). All’inizio pensavamo che fosse la sola ricorrenza necessaria, ma i nostri amici italiani ci hanno detto: “Qui ci sono Gino Bartali, Marco Pantani e Fausto Coppi”».

Tour 2014, lo Yorkshire viene preferito a Firenze e allora ci pensa Nibali a mettere le cose a posto
Tour 2014, lo Yorkshire viene preferito a Firenze e allora ci pensa Nibali a mettere le cose a posto

A ruota dello Yorkshire

Firenze era già stata candidata al Tour del 2014, come pure lo Yorkshire. Bradley Wiggins aveva vinto la Parigi-Nizza e il Delfinato, prima di essere il primo britannico a vincere il Tour.

«Pensammo che fosse giusto – ricorda Prudhomme – cavalcare la vittoria di un inglese al Tour e scegliemmo lo Yorkshire. Ma una cosa mi colpì davvero, quando alla fine di marzo 2020, nel pieno della pandemia, ricevetti una foto e un messaggio dal sindaco di Firenze. “Firenze bella e triste – c’era scritto – non ho dimenticato il sogno del Tour”. Nardella ha fatto squadra con il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che salvò i mondiali del 2020 quando la Svizzera disse no. Inoltre, passeremo lungo lo strappo dove attaccò Alaphilippe».

Julian Alaphilippe mondiali Imola Shimano
Imola 2020, l’attacco di Alaphilippe decide il mondiale
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Il ricordo di Pantani

E qui, nella bella intervista rilasciata all’Equipe, Prudhomme concede qualcosa di troppo allo sciovinismo francese, quasi snobbando la scelta di ricordare Pantani nella tappa da Cesenatico a Bologna. Ci sarà modo e tempo di chiedergliene una spiegazione.

«Fra Cesenatico e Rimini – dice Prudhomme nell’intervista – c’è indiscutibilmente Pantani, tra luci e ombre. Non volevamo passare particolarmente dal luogo dove è nato e dove è morto, ma è andata così. Parleremo naturalmente anche di Poulidor e della sua vittoria del 1975 a Pla d’Adet (dove il Tour tornerà, ndr) su cui verrà costruita una sua statua a grandezza naturale. Arriviamo per la prima volta anche a Colombey les Deux Eglises 80 anni dopo lo sbarco in Normandia (giugno 1944). In realtà non esiste alcun dogma se non quello di evitare due tappe di seguito che si concludano con uno sprint di gruppo. Ecco perché, nella prima settimana ci sono una crono e la tappa delle strade bianche. E anche quella è anche un omaggio all’Italia e alle Strade Bianche. Avremo quattordici settori intorno a Troyes con 32 chilometri fra vigneti, campi di mais e girasole, con strappi molto brevi ma ripidi».

Felice Gimondi, Marco Pantani, Tour 1998
Tour 1998, Pantani sul podio di Parigi con Gimondi, 33 anni dopo la sua vittoria. La Francia è il delirio
Felice Gimondi, Marco Pantani, Tour 1998
Tour 1998, Pantani sul podio di Parigi con Gimondi, 33 anni dopo la sua vittoria. La Francia è il delirio

Finale a Nizza

L’ultimo aspetto forzatamente originale del prossimo Tour de France è il finale di Nizza, dato che Parigi sarà nel pieno dei preparativi olimpici e non avrà tempo né luogo per altro.

«Non possiamo sostituire Parigi e il suo prestigio – spiega Prudhomme – chiunque sa che il Tour finisce a Parigi. Ma in questo modo, con la crono dell’ultimo giorno, avremo qualcosa di forte da proporre al pubblico. Non accadeva dal 1989 che il Tour si concludesse con una crono: l’ultima volta fu tra Fignon e Lemond. Inoltre, parliamo di una crono con 700 metri di dislivello. Tutti i direttori del Tour hanno cercato di avvicinare le montagne all’arrivo finale: quest’anno sarà così, senza trasferimenti!».

A quel punto sarà il 21 luglio e di lì a una settimana si apriranno i Giochi di Parigi. Sarà un’estate memorabile. E facendo gli scongiuri che la Jumbo-Visma non ammazzi il Tour come ha fatto con la Vuelta, la sensazione è che Prudhomme ne stia già respirando la magia.