La nuova avventura di Cipressi. Sulle orme della Bronzini

03.01.2025
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Era stata molto chiara, Giorgia Bronzini, nel tracciare il profilo di Carlotta Cipressi come nuovo acquisto per la Human Powered Health. Per la forlivese significa approdare al circuito maggiore per una strada diversa da quella preventivata, dopo due anni al devo team della Uae. Un cambiamento di rotta che non l’ha particolarmente scossa, anzi. Troppo l’entusiasmo per il salto di categoria che per molti versi chiude un 2024 con poche luci e molte ombre.

La romagnola (prima a sinistra) durante il primo ritiro con la nuova squadra (foto Instagram)
La romagnola (prima a sinistra) durante il primo ritiro con la nuova squadra (foto Instagram)

«Ho pagato dazio all’inverno, a una preparazione stoppata per problemi fisici. Ho iniziato a gennaio molto lentamente affrontando settimane che sono state davvero dure. La prima corsa è arrivata solamente a fine aprile. Alla fine ho messo insieme 24 giorni di gare, davvero troppo pochi e mai affrontati con la piena consapevolezza di me, delle mie forze. La prima corsa ero esausta, con pochi chilometri nelle gambe. Ho anche cambiato in corsa calendario di gare, cosa mai semplice».

Quindi dai un giudizio negativo alla tua stagione…

Non del tutto perché alla mia età i risultati non sono tutto. E’ stato anzi un anno molto utile, sono cresciuta sia dal punto di vista personale che come valori numerici, come prestazioni nella seconda parte dell’anno. Devo dire grazie al team, nel primo anno è stato un vero apprendistato, nel secondo però ho avuto occasioni per correre contro squadre del WorldTour e questo mi ha permesso di crescere.

La forlivese ha buone prestazioni anche contro il tempo. Il team punta su di lei per le brevi corse a tappa
La forlivese ha buone prestazioni anche contro il tempo. Il team punta su di lei per le brevi corse a tappa
Ora di quel WorldTour ne fai parte integrante…

Sì e per certi versi cambia tutto. Può sembrare strano dirlo venendo da un devo team ma è così. Ho già avuto modo di tastare il terreno nella nuova realtà, è come avere una grande azienda alle tue spalle, che fa di tutto per farti rendere al meglio. Entri in un’ottica diversa, vedi tante persone che lavorano per lo stesso obiettivo. E’ uno step di crescita ulteriore, molto importante.

Quanto ha influito nella scelta di cambiare direzione il fatto che alla Human trovi la Bronzini?

Direi che è stato fondamentale. Ci conosciamo da tempo, è una persona preziosa, ha tanta esperienza in bici e fuori perché ha vissuto appieno questo ambiente. La prima cosa che mi ha detto è stata di mettermi subito a lavorare perché vuole vedermi all’opera già nelle prove spagnole d’inizio anno e per me è stato un grandissimo stimolo proprio considerando com’è andata la stagione scorsa. Io ho dato, a lei come a tutto il team, la mia piena disponibilità per lavorare per la squadra.

Ben dotata in salita, la Cipressi ha chiuso due anni all’Uae Development Team utili per apprendere
Ben dotata in salita, la Cipressi ha chiuso due anni all’Uae Development Team utili per apprendere
D’altronde guardando il roster sei la più giovane…

Sì, già nel primo ritiro ero un po’ la “piccoletta” del gruppo. Avevamo già avuto un primo incontro a Boston dove abbiamo conosciuto i vertici del team, abbiamo avuto una prima infarinatura di quel che ci attende. Per me non è proprio una novità, anche alla Uae ero vista come la più piccola, ma io non voglio che questo diventi un cliché, voglio essere vista e giudicata per quel che faccio in gara a prescindere dall’età.

Per te è comunque un cambiamento, stando al devo team della Uae era presumibile che avresti continuato la tua strada lì. Ci sei rimasta male?

Non voglio guardare al passato. Mi porto via il meglio di questo biennio, sfortunato per certi versi soprattutto nella seconda stagione. Ora voglio concentrarmi sulla nuova avventura, il primo anno sarà fondamentale per scoprirci, voglio far capire al team che atleta ha davanti, per questo mi sono gettata sul lavoro con grande entusiasmo, pianificando subito ogni cosa.

Pur in una stagione difficile, la romagnola ha corso gli europei, sia a cronometro che su strada
Pur in una stagione difficile, la romagnola ha corso gli europei, sia a cronometro che su strada
Sei un po’ spaventata dall’approccio con il grande mondo?

Gasata più che spaventata. Il mio obiettivo, non lo nascondo, è guadagnarmi la selezione per un grande giro e andare lì non per partecipare e basta, ma essere nelle condizioni di essere utile alla squadra e, perché no, tirar fuori anche soddisfazioni personali. Per farlo però dovrò essere al massimo della forma e questa prospettiva mi carica tantissimo. Sono animata da grande fiducia.

E’ pur vero però che finora il tuo curriculum latita a livello di vittorie ad alto livello. E’ arrivato il momento di segnare questa casella?

Io lo spero, d’altronde la vittoria è quella che tutti cercano. Tutte vogliamo il massimo risultato, ma io sono convinta che le cose arrivano quando sono mature. Un successo è come un puzzle nel quale tutte le tessere sono andate al loro posto, io sto lavorando per completarlo e sono convinta che ci riuscirò quanto prima.

Cipressi si era messa in bella evidenza alla prima tappa della Vuelta Andalucia
Cipressi si era messa in bella evidenza alla prima tappa della Vuelta Andalucia
Guardiamo però un attimo indietro, c’è una gara che salveresti dall’ultima stagione?

Direi la prima tappa della Vuelta Andalucia, era durissima, tutta salita con arrivo ad Alcalà del Valle. Quel giorno ho chiuso al 10° posto, ma se guardate l’ordine di arrivo, dietro mi sono rimaste fior di campionesse. Era la mia quarta corsa stagionale e mi ero rinfrancata, considerando ad esempio che avevo corso su una bici che avevo testato solo per un’ora, ma io sono una che va molto a sensazione. Pedalando trovo subito il feeling giusto, spero sia così anche quest’anno.

Cipressi, fortemente voluta da Bronzini per la sua Human

11.12.2024
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PIACENZA – La Human Powered Health sta diventando sempre più ad immagine e somiglianza di Giorgia Bronzini. L’ingaggio di Carlotta Cipressi, una delle cinque nuove arrivate nella formazione statunitense che ha rinfoltito la pattuglia italiana, è stato fortemente voluto proprio dalla diesse piacentina.

Solo diciotto giorni di corsa con la UAE Development Team (di cui alcuni con la prima squadra) ed altri sei con la nazionale U23 tra Avenir Femmes ed europeo. Il 2024 per Cipressi è iniziato tardi per forza di cose come ci aveva raccontato lei a fine giugno, ma tanto è bastato per attirare l’attenzione di Bronzini. Abbiamo quindi cercato di capire con lei quali progetti abbia per la 21enne di Forlì, che è salita nel WorldTour con un contratto biennale.

Cipressi ha firmato un biennale alla Human e sarà la quinta italiana del team dopo Borghesi, Malcotti, Ragusa e Zanardi
Cipressi ha firmato un biennale alla Human e sarà la quinta italiana del team dopo Borghesi, Malcotti, Ragusa e Zanardi

Nel mirino

Lo scouting sul campo è particolarmente redditizio nel ciclismo. Dal vivo si possono vedere sempre tante sfumature che appaiono invisibili invece attraverso uno schermo di un computer dove si leggono solo risultati. Bronzini aveva messo nel mirino Cipressi, però doveva completare il suo resoconto.

«Era tanto tempo che seguivo Carlotta – racconta Giorgia – come possibile nostro nuovo innesto per il 2025. L’ho tenuta sotto osservazione durante il Thuringen Tour che abbiamo vinto con Ruth Edwards. Ho chiesto qualche parere a Karlijn (Swinkels, la sua compagna, ndr) che era in squadra con lei e mi ha aperto un po’ di più gli occhi su Carlotta. Karlijn era andata molto bene in quella corsa e mi aveva detto che le era stata molto di aiuto. In pratica aveva confermato l’impressione che avevo già».

Bronzini seguiva da tempo Cipressi. L’ha vista all’opera al Thuringen Tour, dove ha lavorato molto per Swinkels
Bronzini seguiva da tempo Cipressi. L’ha vista all’opera al Thuringen Tour, dove ha lavorato molto per Swinkels

«A fine Thuringen – prosegue Bronzini – ho fatto una chiacchierata al telefono con Carlotta, chiedendole di mandarmi qualche suo dato per capire qualcosa in più. Ho parlato anche con Luca Zenti, suo allenatore in UAE, e ho passato tutte queste informazioni al nostro responsabile delle performance. Il nostro staff si è sentito con Carlotta che ha risposto molto bene a tutte le domande. E’ piaciuta tantissimo anche come persona al nostro team. Quando ho avuto il via libera, abbiamo definito tutto».

D’altronde quando ti chiamano dal WorldTour non puoi dire di no, anche se Cipressi è rimasta stupita, forse senza parole. «Quando ci siamo sentite la prima ed unica cosa che mi ha detto è stato “grazie” (dice Bronzini sorridendo, ndr). Battute a parte, Carlotta non si aspettava la mia chiamata, ma probabilmente aveva capito che non era passato inosservato ciò che aveva fatto. Ci ha ringraziato per questa apertura alla trattativa perché adesso se non sei la ragazza giovane vincente, tipo la Cat Ferguson del momento, è difficile che ti guardino o ti prendano in considerazione».

Bronzini vorrebbe portare in forma Cipressi a metà stagione e farle correre uno dei tre Grandi Giri (foto Oskar Scarsbrook)
Bronzini vorrebbe portare in forma Cipressi a metà stagione e farle correre uno dei tre Grandi Giri (foto Oskar Scarsbrook)

Caratteristiche da definire

Una delle doti più evidenti di Cipressi è sempre stata la sua predisposizione alla cronometro fin dalle categorie giovanili. Altre invece sono ancora in via di definizione e Bronzini sa che può lavorare bene su una ragazza che gradisce a sua volta lavorare sodo per crescere.

«Sono molto contenta del suo arrivo – continua la tecnica della Human – perché Carlotta può esprimersi molto bene. Non è ancora categorizzata su che tipo di corridore sarà, ma è talmente giovane che può prendere qualsiasi strada. Cercheremo di far risaltare le sue doti e le sue qualità. Vorrei farle fare uno dei tre Grandi Giri a tappe. Se così non fosse, allora le farei disputare delle corse a tappe più corte tipo Itzulia, Burgos o Catalunya o altre simili. Sicuramente la vorrò vedere nella parte centrale della stagione. Proprio perché è ancora molto giovane, ho i miei dubbi nel farla partire forte. Altrettanto per farla finire forte considerando che le stagioni sono sempre molto lunghe. Preferirei vederla in forma tra giugno e agosto. In ogni caso vedremo a breve il suo calendario agonistico».

Per problemi fisici nel 2024 Cipressi ha totalizzato solo 18 giorni di gara con la UAE tra devo team e prima squadra
Per problemi fisici nel 2024 Cipressi ha totalizzato solo 18 giorni di gara con la UAE tra devo team e prima squadra

Riscontri e nuove scommesse

Quando correva, Bronzini vedeva da dentro come si muovevano certi corridori. E capitava talvolta che quando i suoi dirigenti le dicessero di voler prendere una determinata atleta, lei storcesse il naso oppure confermasse il buon acquisto. Ora che è direttrice sportiva chiede riscontri direttamente alle ragazze in corsa.

«Personalmente – spiega – ho bisogno di trarre spunti di approfondimento o di interesse. Li ho sempre reputati fondamentali, perché io posso vedere o non vedere certi particolari. Se vedo una che si stacca non posso sapere cos’ha fatto davanti se non ho poi il video della gara intera. Ad esempio con Kathrin Schweinberger, che abbiamo preso dalla Ceratizit, è andata così in Cina, in una delle ultime gare del 2024».

La crono è la specialità preferita da Cipressi. Con la Human può crescere ulteriormente
La crono è la specialità preferita da Cipressi. Con la Human può crescere ulteriormente

«A metà corsa – conclude Bronzini – Zanardi era rimasta attardata assieme a lei. Via radio le ho detto di prendere la sua scia per rientrare perché avevo visto Kathrin che stava tirando forte. Quando sono tornate in gruppo, Silvia con un filo di voce via radio mi dice di aver fatto almeno un minuto a wattaggi impressionanti e di aver faticato tantissimo per starle a ruota. Quando ho avuto i valori di Schweinberger su Training Peaks, ho capito che Silvia aveva ragione e che aveva avuto un buon colpo d’occhio nel riportarmelo. Per dire una volta di più quanto siano importanti i riscontri diretti delle ragazze in corsa. E comunque ve lo anticipo, Schweinberger è una passista veloce molto interessante che può fare grandi cose e sulla quale scommetto tanto assieme alla stessa Cipressi».

Avenir Femmes, il cittì Sangalli al via con una nazionale d’attacco

19.08.2024
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«Sarà un Avenir importante per… l’avvenire delle atlete». E’ con un sottile gioco di parole che il cittì Paolo Sangalli prova a riassumere la spedizione della nazionale U23 al Tour de l’Avenir Femmes.

Prima di sistemare le ultime cose per la partenza per la Francia di domani, il tecnico azzurro è ancora gasato dal finale incerto del Tour Femmes, che fa il paio con quello del Giro Women, e si concede un piccolo excursus. «Che spettacolo! Niewidoma contro Vollering e prima ancora Longo Borghini contro Kopecky sempre sul filo dei secondi fino alla fine. Il ciclismo femminile è diventato davvero grande». Come non essere d’accordo con lui.

Tornando a monte, l’appuntamento della seconda edizione della piccola Grande Boucle femminile è fissato fra due giorni (dal 21 al 24 agosto: in apertura, una foto della passata edizione). Cronoprologo e tre tappe in linea per un totale di 321,2 chilometri infarciti di salita. Il gran finale, proprio come la gara maschile, sarà in vetta al Colle delle Finestre. E chissà se il totem delle Alpi Cozie stuzzicherà la fantasia delle più audaci come ci ha insegnato la storia o se sarà solo il teatro di una sfida ad eliminazione? Le azzurre dovranno difendere, e possibilmente migliorare, il terzo posto ottenuto da Realini l’anno scorso con una formazione quasi tutta nuova. Le scelte di Sangalli sono un mix tra l’obbligato e lo sperimentale, ma all’Avenir non mancherà uno spirito intrepido. Abbiamo cercato di capire che gara vedremo e quali saranno le rivali principali.

Paolo ricordiamo le convocate intanto.

Ho chiamato Ciabocco, Giada Borghesi, Valtulini, Segato, Cipressi e La Bella. Diciamo che come ogni anno ho dovuto aspettare un po’ per confermare le convocazioni. Ultimamente è diventata una costante tra le tre nazionali. Per un motivo o l’altro, principalmente fisico, ho sempre qualche ragazza in dubbio. Ad esempio, la mia intenzione sarebbe stata quella di chiamare Venturelli, ma agli europei di categoria in pista a Cottbus si è rotta il radio e ho fatto altre scelte. Mi lamento solo della sfortuna, non delle alternative a disposizione.

In un certo senso pensi di aver dovuto fare delle scelte forzate?

No, però mi vengono da fare delle considerazioni in generale. Considerando tutta la salita che c’è, più dell’anno scorso, è ovvio che mi dispiaccia non poter portare Realini che non è più U23. Mi spiace anche non aver chiamato Barale perché ha corso il Tour Femmes, ma è stato meglio così, anche se mi sarebbe piaciuta vederla da vicino in prospettiva mondiale. Quelle che porto all’Avenir sono tutte ragazze che hanno fatto un certo tipo percorso da juniores. Andremo avanti nel senso della continuità.

Che tipo di formazione sarà?

Faremo una gara all’attacco. Borghesi è una ragazza che non ha paura in questo tipo di azioni. Valtulini e Segato sono due scalatrici interessanti che hanno fatto un bel Giro Women. Dopo un buon Thuringen, Cipressi ha fatto altura a Tignes con le sue compagne che sono andate al Tour Femmes e quindi arriverà preparata. Viene dall’altura anche La Bella.

Non è ancora una junior?

Con le autorizzazioni delle varie federazioni, le juniores possono correre tra le U23, come se fosse uno stage. Infine c’è Ciabocco che aveva corso l’Avenir 2023. Ha un anno di esperienza in più nel WorldTour dove lavora tanto e bene per le compagne. Col cronoprologo del primo giorno capiremo chi curerà la generale, anche se sulla carta dovrebbero essere Ciabocco e Valtulini.

Chi saranno le rivali principali?

Ce ne saranno tante. Ho segnato alcuni nomi sul taccuino, ma credo sia più giusto ragionare più per Nazioni che per nomi. La prima che mi viene in mente è la Francia con Bego e Rayer, ma attenzione alla Germania (Riedmann e Czapla le capitane, ndr), alla Spagna (con Eraso, ndr), al Canada con le gemelle Holmgren, alla Gran Bretagna (Backstedt e Nelson, ndr) e naturalmente all’Olanda (guidata da Vinke, Reijnhout e Oudeman, ndr). Poi occhi puntati anche su quelle nazionali che conosciamo meno e che possono stravolgere i piani. Noi possiamo mantenere il podio che abbiamo conquistato con Realini l’anno scorso, però bisognerà vedere come andrà la corsa.

Podio 2023. Van Anrooij ha corso il Tour Femmes e non difenderà il titolo. Shackley si è dovuta ritirare per problemi al cuore e Realini non è più U23 (foto twitter)
Podio 2023. Van Anrooij ha corso il Tour Femmes e non difenderà il titolo. Shackley si è dovuta ritirare per problemi al cuore e Realini non è più U23 (foto twitter)
Cosa si aspetta Paolo Sangalli da questo Avenir Femmes?

Uno degli obiettivi sarà quello di crescere con questa squadra di giovani. Ad esempio Cipressi la voglio testare in vista dell’europeo, mentre La Bella per il mondiale. Portarla è forse un azzardo e non credo che altre nazionali porteranno una juniores. ma è anche un buon modo per farla crescere ulteriormente. Lo scontro all’Avenir con le pari età serve per capire cosa è successo nel percorso dalle juniores ad oggi. Capiremo a che punto siamo col nostro movimento.

Cipressi, è tornato il sorriso dopo la paura. E ora tante corse

29.06.2024
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In queste ore Carlotta Cipressi é in gara al Thuringen Ladies Tour, la prima con la maglia della UAE Team ADQ, in prestito dal devo team. Domani correrà l’ultima tappa e per lei sarà solo il diciottesimo giorno di corsa della stagione.

Il contatto diretto dalla Germania con Cipressi diventa una sorta di breve diario quotidiano sulle sue prestazioni. Anzi, più giusto dire sulle sue sensazioni, perché sono quelle che interessano maggiormente. La ventunenne forlivese ha iniziato a correre solo a fine aprile e il suo inverno è stato a dir poco tormentato, per usare un eufemismo. Fino ad allora sembrava sparita dai radar senza conoscerne il reale motivo dopo un 2023 positivo in cui aveva vinto il Giro del Mediterraneo in Rosa ed il titolo italiano U23 a crono. Ed ecco quindi che il secondo posto nella medesima prova di quest’anno ci ha dato lo spunto per scoprire la sua rinascita.

Il rientro di Cipressi è stato all’Elsy Jacobs in Lussemburgo a fine aprile, poi alla Vuelta Andalucia ha centrato subito una top ten
Il rientro di Cipressi è stato all’Elsy Jacobs in Lussemburgo a fine aprile, poi alla Vuelta Andalucia ha centrato subito una top ten
Carlotta intanto dacci un aggiornamento sulla tua partecipazione al Thuringen. Come stai?

Mi sento bene. Ogni giorno che passa va meglio e sono davvero soddisfatta delle mie prestazioni. Siamo qua in Germania per supportare Swinkels nella generale. Inizialmente siamo partite in cinque e dopo un giorno siamo rimaste in quattro. A parte Karlijn, che comunque ha venticinque anni, siamo tutte giovanissime (le altre sono Venturelli e Ivanchenko, ndr), ma stiamo facendo davvero un grande lavoro in mezzo a formazioni al completo o più esperte. Peccato per quella prima tappa…

Cosa è successo?

Era fuori una fuga a due. Dietro abbiamo tirato per ricucire finché sull’ultima salita a venti chilometri dalla fine le migliori hanno aperto il gas. Per noi c’era appunto Swinkels, ma il suo gruppetto quando è arrivato a pochi secondi dal ricongiungimento con le battistrada, è stato fermato ad un passaggio a livello. Le due fuggitive erano transitate poco prima che si abbassassero le sbarre e sono arrivate fino in fondo (vittoria di Vanpachtenbeke su Edwards, al momento ancora le prime due della generale, ndr). Dietro invece ci siamo tutte ricompattate, tagliando il traguardo ad oltre due minuti e mezzo, prendendoci un altro passaggio a livello chiuso (sorride, ndr). Peccato dicevo, perché Karlijn ha una grande condizione. Il quarto posto nella generale ed il secondo dell’ultima tappa lo testimoniano. In ogni caso per lei ci sono ancora una crono di 31 chilometri (oggi, ndr) e frazione finale di domani per tentare il tutto per tutto. Noi ci proveremo.

Cipressi al Thuringen Tour, assieme alle compagne, sta lavorando molto per Swinkels per le tappe e la generale
Cipressi al Thuringen Tour, assieme alle compagne, sta lavorando molto per Swinkels per le tappe e la generale
A proposito di crono, in quella del campionato italiano hai chiuso seconda in un podio tutto della UAE Development Team.

Va bene il risultato, però personalmente non sono contenta della mia prova. Purtroppo non sono riuscita a preparare la gara come volevo io, anche se comunque il percorso non era così ondulato come piace a me. Ho fatto la prima parte bene, poi sono calata. Forse mi sono salvata solo di esperienza, se così possiamo dire. Mi dispiace andare alle corse e non averle potute preparare a dovere. Comunque ci tenevo ad esserci, credetemi.

In effetti tu hai cominciato il 2024 tardi. Per quale motivo?

Purtroppo lo scorso ottobre mi hanno riscontrato una miocardite particolarmente brutta. L’hanno scoperta durante una visita di controllo periodica legata ad una ablazione che avevo fatto nel 2021. Secondo i medici avevo un valore troppo alto e pericoloso. C’erano già stati casi come il mio, però non riuscivano a capire come mai non calasse dopo una serie di altri accertamenti e cure. Non sapevamo se sarei potuta tornare in bici. Era una situazione che andava oltre l’aspetto sportivo.

Ci dispiace molto. Che pensieri ti sono passati per la testa?

Ho vissuto davvero un brutto periodo, ha avuto un po’ di paura. Trascorrevo intere giornate a letto o sul divano. Mi avevano detto di non fare nemmeno le scale di casa perché era un affaticamento che non potevo avere. Quasi non ci credevo. Ero abbattuta moralmente, anche se cercavo di trovare motivi per essere fiduciosa. Poi, continuando a fare i controlli, i dottori hanno capito il problema. Quel valore è tornato ad essere nel range giusto ed ho iniziato a vedere la luce in fondo al tunnel. Nel frattempo a dicembre mi era arrivata a casa la bici nuova. La guardavo ogni giorno e le dicevo “fra poco sarai nuovamente mia” (sorride, ndr). E’ stato uno stimolo anche quello.

Cipressi si è detta poco soddisfatta della crono tricolore U23, nella quale non è riuscita a riconfermare il titolo del 2023
Cipressi si è detta poco soddisfatta della crono tricolore U23, nella quale non è riuscita a riconfermare il titolo del 2023
Quando sei potuta tornare in bici?

Il 27 gennaio è stata la prima volta. Le prime tre settimane sono state un incubo. Facevo giri da un’ora e rientravo a casa sfinita. Ce ne mettevo il doppio per recuperare dallo sforzo. In quei giorni mi sono persa i training camp e tante altre cose con la squadra. Ho dovuto ricominciare da zero, ma se la mente regge, allora anche il fisico ti segue nonostante sia fuori allenamento.

Come sei uscita da quella situazione a livello psicologico?

Stavo chiusa in casa e non avendo avuto modo di sfogarmi, ho lavorato molto col mio mental coach. Sono rimasta concentrata pensando ad un obiettivo alla volta senza fretta. Ad esempio sul piano alimentare sono rimasta sempre sul pezzo e di questo devo ringraziare la nostra nutrizionista. E naturalmente la squadra che non mi ha mai lasciato sola.

Cipressi ha chiuso il tricolore in linea con una buona gara, ad una trentina di secondi da Longo Borghini
Cipressi ha chiuso il tricolore in linea con una buona gara, ad una trentina di secondi da Longo Borghini
Il rientro com’è stato?

Impegnativo. Contestualizzando tutto che è successo, sono contenta, soprattutto del mio decimo posto alla Vuelta Andalucia, alla mia quarta gara. Gli allenamenti li ho affrontati con più energia psico-fisica. Ho voglia di correre e recuperare il tempo perso, tuttavia senza esagerare. Quel brutto periodo mi ha insegnato molto in generale, sia nella vita che per la bici. Sono rientrata con uno spirito più forte. Questo è il lato positivo.

In tutto ciò, Carlotta Cipressi si è fissata degli obiettivi?

Assolutamente sì. Finito il Thuringen, a luglio farò un periodo a casa per macinare chilometri e preparare tutti i vari appuntamenti con la squadra. Vedremo come starò, a partire dal recupero di questi giorni. Fra le varie gare, vorrei provare anche a guadagnarmi un posto per Tour de l’Avenir Femmes, mondiale ed europeo. Devo dimostrare tutto, ma sono sicuramente degli stimoli importanti per crescere.

Mediterraneo in Rosa, 5 tappe per far appassionare il Sud

13.04.2024
5 min
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Ci saranno 22 squadre e 15 nazioni presenti alla Mediterraneo in Rosa, la corsa a tappe femminile che si disputerà dal 19 al 23 aprile. E’ la seconda edizione della manifestazione e, rispetto allo scorso anno, c’è un evidente salto in avanti. Non solo dal punto di vista qualitativo, ma anche come impostazione stessa di un evento che vuole crescere, essere un riferimento, quasi un contraltare al Giro Donne.

Francesco Vitiello, l’ambizioso organizzatore del Giro Mediterraneo in Rosa
Francesco Vitiello, l’ambizioso organizzatore del Giro Mediterraneo in Rosa

Lo sa bene il suo deus ex machina, Francesco Vitiello, che ammette come allestire un grande evento ciclistico sia diventato sempre più difficile soprattutto se, come nel suo caso, l’evoluzione della corsa vada a cambiarne quasi completamente la sua struttura.

«Io dico sempre che organizzare una corsa ciclistica è come andare in guerra. Si va avanti sulla base delle esperienze che ci si porta dietro e che si acquisiscono. Io ad esempio mi sto muovendo cercando di raccogliere l’appoggio dei territori per cambiare fisionomia alla corsa, che è nata come Giro di Campania e che ancora lo scorso anno, quando già aveva cambiato nome, era comunque ancora tutta allestita nella stessa regione. Ora abbiamo coinvolto anche la Puglia, ma so già che anche la Calabria ha bussato alla porta e sarà coinvolta il prossimo anno. Le potenzialità di questa corsa sono enormi, può diventare davvero un riferimento che unisce il Sud».

Quest’anno saranno al via 22 team con atlete di 15 nazioni (foto Flaviano Ossola)
Quest’anno saranno al via 22 team con atlete di 15 nazioni (foto Flaviano Ossola)
Una crescita che però deve passare anche per scalare le gerarchie del calendario Uci…

Stiamo pensando anche a quello. Lo scorso anno, per noi un’edizione di passaggio, la giuria ci ha dato un punteggio molto alto per essere una gara nazionale. Abbiamo allora fatto richiesta all’Uci, avendo avuto atlete di 4 nazioni al via, di poter avere lo status di internazionale e questo è arrivato. Non solo: noi quest’anno siamo categoria 2.2, nel prossimo contiamo di passare a 2.1 e questo dovrebbe favorire una partecipazione qualitativamente ancor più qualificata.

Quanto conta la vicinanza con il Liberazione? Molte squadre, in previsione della classica romana, chiedevano di potervi abbinare un’altra prova per contenere le spese. Questo può essere un aiuto?

Sicuramente, con il gruppo di Terenzi viene a formarsi una sinergia che giova a entrambi. Anche a noi i team, nei contatti per le iscrizioni, ci chiedevano se si poteva sfruttare meglio la trasferta e questo abbinamento permette di far venire molte squadre estere. Io credo che questo in futuro possa permetterci di avere formazioni ancora più qualificate, anche del WorldTour come ad esempio quest’anno la Uae che sarà presente con le sue ragazze.

Che corsa andremo a vedere?

Saranno 5 tappe. La prima è impegnativa con gli strappi di Monteforte Irpino e Forino, piuttosto lontani dal traguardo ma anche con un finale non facile. Stesso discorso per la seconda, ancora con Monteforte Irpino e poi Taurano, il finale verso Torre del Greco potrebbe dare adito a qualche colpo di mano. Con la terza si entra in Puglia con partenza e arrivo a Barletta non semplice, anzi forse decisiva per la classifica. Poi altro circuito a Castelnuovo della Daunia, questa volta di 50 chilometri da ripetere due volte. Infine la tappa finale con la doppia ascesa a Motta Montecorvino, la seconda posta come arrivo. Insomma, un giro per specialiste delle corse a tappe e soprattutto della montagna.

Perché non c’è una cronometro?

Ci avevamo pensato, a Barletta avevamo anche posto l’eventualità, ma allestire una cronometro è difficile perché richiede uno sforzo notevole per la città. Devi bloccare le strade per molte ore, in un circuito cittadino non te lo puoi permettere facilmente. Nel nostro taccuino delle cose da fare abbiamo comunque preso in considerazione l’idea d’inserire una cronoscalata il prossimo anno, per dare sempre qualcosa in più.

NEl 2023 ha vinto Carlotta Cipressi, prima anche nella tappa finale (sopra) davanti a Mul e Plosaj
NEl 2023 ha vinto Carlotta Cipressi, prima anche nella tappa finale (sopra) davanti a Mul e Plosaj
Che cosa ti aspetti dal 19 al 23 aprile?

Mi aspetto una gara molto combattuta e un’occasione per tante ragazze per mettersi in evidenza. Il nostro calendario ha bisogno di occasioni di confronto con le cicliste che vengono da fuori, ha bisogna anche di dare occasioni ai nostri team. Io credo che questa gara possa avere un grande futuro.

Cipressi, idee chiare per l’Argentina, per il 2023 e per la meccanica

12.10.2022
6 min
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Mentre quasi tutte le sue colleghe sono ormai in “off-season”, per Carlotta Cipressi il calendario ha riservato ancora qualche giorno di gara. E forse è meglio così dal suo punto di vista. La 19enne della Valcar Travel&Service infatti è una delle quattro U23 convocate dal cittì Paolo Sangalli per la spedizione azzurra in Argentina alla Vuelta a Formosa in programma dal 21 al 23 ottobre.

Dopo la trasferta sudamericana si concluderà la sua prima annata da elite e solo allora sarà tempo di bilanci definitivi, ma con la giovane forlivese abbiamo voluto farne uno provvisorio alla luce della chiamata in nazionale. E così, parlando con Cipressi del suo 2022, abbiamo scoperto che il record dell’Ora di Ganna lo ha guardato con gli occhi non necessariamente della ciclista amante delle crono quanto più di una… meccanica.

Carlotta perché ti ha colpito l’impresa di Pippo?

Prima di tutto perché ha saputo andare contro tanta gente che non si aspettava una prestazione del genere. Quando Ganna deve dimostrare chi è, per me è invincibile. Però principalmente sono stata attratta dalla tecnologia sviluppata attorno alla bici, stampata in 3D. Prima del record avevo visto tanti video e seguito tanti studi su questa novità. Mi sarebbe piaciuto essere nello staff che ha lavorato a questo progetto, sarebbe stato un sogno.

Da cosa deriva questa passione?

Dal mio percorso scolastico, indotto a sua volta da quello che facevo da piccola con mio nonno e mio padre. Con loro, appassionati ciclisti, mi divertivo a fare alcuni lavoretti di meccanica. Poco per volta ho imparato a lavorare al tornio, a saldare e soprattutto a curarmi da sola la bici. Infatti adesso, tranne per qualche emergenza per la quale non ho il necessario a casa, la bici me la sistemo e riguardo da sola. Sono piuttosto ricercata nel dettaglio. Diciamo che se me la dessero smontata, non avrei problemi a rimontarmela da sola.

Carlotta Cipressi e Emma Redaelli, entrambe classe 2003. La Valcar 2023 punterà tanto sulle giovani (foto Ossola)
Carlotta Cipressi e Emma Redaelli, entrambe classe 2003. La Valcar 2023 punterà tanto sulle giovani (foto Ossola)
Potrebbe essere il tuo futuro dopo il ciclismo?

Sì, assolutamente. Sono affascinata dalla progettazione e vorrei che diventasse il mio lavoro quando non correrò più. Magari restando proprio nel ciclismo. Quest’anno mi sono diplomata all’istituto tecnico tecnologico “Marconi” con un indirizzo meccanico (uscendo con 97/100, ndr). Farò l’università, ma la inizierò a settembre dell’anno prossimo. Quest’anno avevo già passato i test d’ingresso di ingegneria meccanica, ma quando ho chiesto di entrare all’università di Forlì, dove non c’è l’obbligo di frequenza, era troppo tardi. Peccato, ma mi terrò aggiornata e pronta per l’anno prossimo. Intanto sfrutterò al massimo l’occasione di fare la ciclista.

Ecco, torniamo al presente. Che stagione è stata considerando la maturità?

Divisa in due, come mi aspettavo. Fino all’esame ho corso poco, era tutto concordato con Arzeni. Avevamo previsto un calendario con un certo tipo di gare anche se poi abbiamo aggiunto alcune corse extra. Due su tutte. Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi: è stato un onore partecipare. Gare durissime, per la prima ci ho messo tre giorni per riprendermi. Però Capo mi ha davvero fatto un grande regalo portandomi su.

Dopo invece com’è andata?

Chiaramente meglio. Ho curato dei problemi alla schiena che mi porto dietro da una brutta caduta quando ero esordiente e che, quando vado poco in bici, si fanno sentire. Luglio, visto che c’erano Giro e Tour, l’ho passato tutto a casa ad allenarmi come si deve senza assilli dovuti dalla scuola. In quei giorni ho trovato un buon ritmo. Poi ho avuto un periodo intenso di gare tra Giro di Toscana e Simac Tour in Olanda.

Che differenze hai riscontrato tra queste due fasi?

Una maggiore tranquillità e consapevolezza nelle ultime gare che ho fatto. Ho esordito ad inizio marzo a Le Samyn. Ricordo che Yaya (Sanguineti, ndr) mi chiese se avessi l’ansia vedendomi un po’ tesa. Mi aspettava una gara difficile con freddo e pavè, non il massimo per partire. Però Arzeni mi aveva detto che sarebbe stato difficile l’inizio e che le eventuali delusioni, o bastonate come le chiama lui, mi sarebbero comunque servite per crescere e fare esperienza. Aveva ragione perché ora sono più serena. E riesco a gestire meglio anche le mie emozioni.

Resterai in Valcar anche nel 2023. Ti sei prefissata già qualche obiettivo?

Qui si sta veramente bene ed è davvero una grande famiglia. Ambiente ideale per crescere per giovani come me e altre ragazze. Mi hanno aiutata tutti. Sempre Yaya è stata tra quelle che più mi insegnava e urlava nella radiolina. Urla buone, di incitamento. Lei è perfetta per quel ruolo. Quello che aveva fatto l’anno scorso con Gasparrini lo ha fatto con me e la stessa Eleonora mi ha aiutato dandomi consigli. Sono contenta di com’è andata questa stagione. Per l’anno prossimo non ho particolari obiettivi ma vorrei affrontare le gare con un approccio diverso. E da lì spero di poter fare qualche risultato e buone prove.

Cipressi, qui all’europeo 2021, rivestirà la maglia azzurra alla Vuelta a Formosa in Argentina a fine ottobre
Cipressi, qui all’europeo 2021, rivestirà la maglia azzurra alla Vuelta a Formosa in Argentina a fine ottobre
Intanto un piccolo traguardo lo hai già raggiunto con la convocazione per la trasferta in Argentina. Sarà una gara che si potrebbe decidere a crono. Come ci arrivi?

La chiamata di Paolo (il cittì Sangalli, ndr) è stata inaspettata. E’ un grande orgoglio indossare nuovamente la maglia azzurra ora da elite dopo le volte da junior (nel 2020 fu terza alla crono degli europei, ndr). La condizione non è male, vedremo come andrà. Però posso dirvi che sono molto carica. Visto che ho iniziato a correre con regolarità solo dopo la maturità, ho voglia di spendere tutto quello che mi è rimasto.