Il WorldTour delle donne con “Ale” Cappellotto

20.02.2021
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Alessandra Cappellotto ha il tono compiaciuto. Il Cpa delle donne continua ad avanzare e così negli ultimi due anni una netta accelerazione ha portato il professionismo fra le ragazze, l’aumento dei team WorldTour e anche quello dei minimi salariali. Siamo in piena fase di crescita e c’è da combattere contro l’ordinamento italiano, ad esempio, per il quale non è contemplato il professionismo per le donne che corrono in bicicletta. Avendo osservato più da vicino negli ultimi mesi la vita delle atlete, a che titolo non dovrebbero essere considerate delle professioniste? Quella che è in corso è un’emancipazione bella e buona, ma dato che non siamo troppo lontani dalla posizione di Giorgia Bronzini su alcuni punti, soprattutto sulla rapidità del passaggio, parlarne con la capo del Cpa mondiale ci è sembrato il modo migliore per fare il punto.

Alessandra Cappellotto, nominata a luglio 2017 alla guida del Cpa donne
Alessandra Cappellotto, nominata a luglio 2017 alla guida del Cpa donne
Allora Alessandra, com’è la situazione?

Quello che sta succedendo è evidentemente una miglioria. Il gruppo è ancora disomogeneo, ma le ragazze di vertice sono pronte ad avere quel tipo di struttura alle spalle e, anzi, se la meritano.

Giorgia Bronzini si è detta inizialmente in difficoltà per un movimento che passa da situazioni spesso improvvisate all’efficienza dei grandi team.

Posso capire che si sia sentita spaesata, a volte nelle riunioni del Cpa lo sono anche io vedendo le differenze fra i team WorldTour e gli altri. Però mi rendo conto che le ragazze che arrivano ora fra le elite trovano una situazione più organizzata e certamente migliore. Anche se in Italia il Governo non riconosce le donne professioniste, chi corre in una squadra WorldTour può certamente dire di esserlo. Lo abbiamo raggiunto e non è un risultato incredibile, perché lo abbiamo chiesto e abbiamo lottato per anni. Passo dopo passo. Ovviamente la riforma non è ancora a regime, ma lo sarà nel 2023.

Il team DSM, ex Sunweb, ha aderito di slancio (foto Team DSM)
Il team DSM, ex Sunweb, ha aderito di slancio (foto Team DSM)
Perché hai detto che il movimento è disomogeneo?

Perché c’è tanta disparità. Stiamo percorrendo la strada che fu degli uomini, aspettando che le nuove leve prendano tutto questo per acquisito. Le giovani non sono come Giorgia o come me che possiamo pensare a qualcosa di inaspettato. Quello che fa ben sperare è che accanto alle squadre WorldTour agganciate a team maschili, ce ne sono alcune autonome.

In realtà è tutto fuorché scontato che i team maschili vi seguano su questa strada…

Sarebbe facile dire che se ti chiami Trek-Segafredo, avere le donne è il minimo sindacale (in apertura il team guidato da Elisa Longo Borghini, ndr). Poi ci sono alcune realtà come la Jumbo Visma che crescono gradualmente e hanno chiesto di allinearsi al WorldTour un anno dopo. Oppure ci sono le squadre che per motivi culturali non potrebbero aderire, come ad esempio quelle arabe. Il fatto è che il regolamento Uci non dice che c’è l’obbligo di avere la squadra femminile. Dice che il team WorldTour può scegliere fra diverse ozpioni. Avere il team femminile. Avere il team continental. Avere gli juniores. Finanziare l’Uci che a sua volta sosterrà i comparti più deboli dell’attività.

Sofia Bertizzolo, Fiamme Oro
Sofia Bertizzolo, Fiamme Oro, non ha potuto essere ingaggiata dalla Movistar
Sofia Bertizzolo, Fiamme Oro
Sofia Bertizzolo non ha potuto correre in Spagna alla Movistar
Come la mettiamo in Italia con i gruppi sportivi militari?

Se sei professionista, ovviamente non puoi farne parte. Ma qui c’è ancora questa incongruità, per cui non essendo professioniste, restano nei corpi militari. Probabilmente in futuro, quei gruppi sportivi saranno aperti soltanto per le atlete extra WorldTour.

E’ il motivo per cui Movistar non ha preso Sofia Bertizzolo?

In parte, il caso è diverso. Movistar assume i suoi atleti, li inquadra come lavoratori dipendenti. Quindi Bertizzolo, che aveva già il contratto con le Fiamme Oro, non potevano assumerla. Negli altri team sono quasi tutte lavoratori autonomi.

Come si colma il gap fra le WorldTour e le altre?

Quello che stiamo facendo ora è alzare il livello delle continental e fare due fasce: ProTeam e Continental. Anche perché fra i team Uci ci sono, tutte insieme, la Jumbo Visma, la Lotto Soudal e la squadra – sia sempre benedetta – di Lucio Rigato. E’ questione di numeri, come fra gli uomini.

Alessandra Cappellotto, con Marta Bastianelli, iridata 10 anni dopo la veneta e 2ª italiana della storia
Stoccarda 2007: Cappellotto, con Bastianelli, iridata 10 anni dopo
Come ti troveresti in questo ciclismo?

Non ci ho mai pensato. A volte chiedo a Fortunato Lacquaniti (tecnico attuale della Ale-BTC_Ljubljana, ndr), che è stato il mio direttore al Tour de France quando avevo la maglia iridata e arrivai terza, che cosa veda in giro. A volte, come dico, mi capita di cadere nel romantico-ridicolo. E lui mi dice che è cambiato tanto, che noi eravamo più rustiche, perché eravamo abituate ad arrangiarci e a fare le cose anche in modo precario.

Eppure la Deignan vorrebbe un Tour di tre settimane…

Come Cpa abbiamo già fatto cinque incontri con Aso e con Prudhomme, per le loro gare e per il Tour de France che dovrebbe tornare nel 2022. Con noi c’era anche Anna Van der Breggen, che ha la testa sulle spalle. E anche noi abbiamo sentito qualcuna reclamare corse di 180 chilometri. Ma cosa te ne fai? Puntiamo alla qualità, a tante squadre e tante corse. E se qualcuna vuole fare certe distanze, può sempre farsi qualche randonnée.