Gidas Umbri, quartetto, campionati europei Plivdov, 2020

E venne alla fine il giorno degli argenti

13.11.2020
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Secondo giorno di europei, il giorno degli argenti. Rachele Barbieri nell’eliminazione. I due quartetti, ciascuno con una storia diversa, contro le britanniche e i russi. Secondo giorno degli europei e ci scopriamo abituati troppo bene. Perché davanti ai nostri ragazzi così forti, il primo pensiero era per l’oro. Senza tener conto che Rachele s’è trovata a lottare contro Elinor Barker, campionessa olimpica a Rio 2016, più quattro mondiali e cinque europei. Che le inglesi si sono fermate a 21 centesimi dal record del mondo e per vincerle bisognava batterlo. E che gli uomini si sono trovati insieme a tre giorni dalla gara e l’argento proprio deludente non è.

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Volata Miriam Vece
Miriam Vece non si è qualificata per un’inezia
Volata Miriam Vece
Miriam Vece qualificazione sfumata

Argento Rachele

Rachele Barbieri ha lo sguardo magnetico, che se lo incroci poi continui a pensarci. Ci ha provato a vincere, ma aveva davanti una di quelle avversarie che non danno scampo. E ha guadagnato il primo degli argenti.

«Devo essere onesta – dice – aveva più gambe di me, anche se ci ho provato sino alla fine. Da inizio anno, questi europei erano il mio obiettivo e ci sono arrivata con un’ottima condizione. Volevo fare solo pista quest’anno, ho vinto a Brno, ma l’avete visto che cosa è successo poi. Però ci riprovo l’anno prossimo, per farmi trovare pronta in appuntamenti come questi. Sono contenta di essermi riguadagnata il posto in nazionale, di aver dimostrato a Salvoldi che può contare su di me. E sono anche orgogliosa di essere stata inserita di nuovo nel quartetto, nelle cinque. Fosse stato per me, adesso avrei fatto volentieri le Coppe del mondo, avrei tirato dritto volentieri. Si parla di altri europei a febbraio, io ci sarò».

Rechele Barbieri, argento eliminazione, europei 2020
Rachele Barbieri, argento nell’eliminazione
Rechele Barbieri, argento eliminazione, europei 2020
Barbieri, argento nell’eliminazione

Piccoli errori

Salvoldi lo troviamo mentre finalmente ha trovato qualcosa da mettere sotto i denti. La Bulgaria viaggia un’ora avanti rispetto all’Italia e la giornata è stata impegnativa, con il rammarico di Miriam Vece che non è riuscita ad andare avanti nella velocità.

«Qualche valutazione tecnica andrà fatta – dice il cittì azzurro – ma credo che abbiamo raggiunto il massimo in rapporto alle avversarie. Abbiamo un quartetto giovane, che magari ha ancora poca cura dei dettagli. Secondo degli argenti. Eppure, più si sta insieme e più si migliora. Non si parla degli assenti, ma con Paternoster saremmo stati più veloci. Serve tempo. E consideriamo che per sconfiggere le inglesi avremmo dovuto battere il record del mondo. Abbiamo mollato negli ultimi 500 metri, ne ragioneremo, ma andiamo verso Tokyo con fiducia. E poi penseremo a Parigi».

Jonathan Milan, Gida Umbris Francesco Lamon, Stefano Moro
Il quadretto azzurro sul podio: Milan, Umbri, Lamon, Moro
Jonathan Milan, Gida Umbris Francesco Lamon, Stefano Moro
Milan, Umbri, Lamon, Moro: è argento.

Ambizione giusta

E poi c’è Villa, cui probabilmente stasera viene più da ridere che altro. Provateci voi ad assortire un quartetto a cinque giorni da un campionato europeo e ad arrivare per giunta in finale.

«Fino a stamattina ero contento – sorride Marco – poi però si corre per vincere. E comunque di tutte le difficoltà vissute finora, questa mi mancava. Dispiace che uno dei titolari, Lamon, non abbia avuto la sua giornata migliore. Ma sapevamo che ha corso poco su strada e comunque con questo quartetto improvvisato abbiamo girato in 3’54”. Terzo degli argenti. E ci siamo accorti che Milan va fortissimo. E’ sorprendente ogni volta di più. Ha fatto una prestazione notevole e pensando a quello che abbiamo a casa, viene da pensare positivamente. Degli altri cosa dire? Gidas Umbri l’ho chiamato perché ha corso gli europei under 23 di Fiorenzuola, facendo secondo dietro ai russi, e poi nella cronosquadre di Treviglio. Entrare in un quartetto in cui c’è Milan che gira a quel modo… A Jonathan la bici scappa di sotto. A un certo punto Lamon ha dovuto chiamarlo perché calasse, cosa che non si fa. Poteva spaccare il quartetto ieri, ma non l’ha fatto. Ma a questo punto voglio vederlo sabato nell’inseguimento individuale».

Villa, due parole a un passo dalla finale

12.11.2020
3 min
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Marco Villa racconta, spiega, descrive. La storia ve l’abbiamo raccontata nei giorni scorsi. Nell’anno del Covid, ci sono ancora gli europei su pista. L’Italia è pronta per partire, quando prima Ganna poi Scartezzini e Bertazzo vengono trovati positivi al tampone. Si parte con un quartetto ricomposto in extremis, con Gidas Umbri e Matteo Donegà, ma si parte. Qualcuno dice che se ne poteva fare a meno, perché le nazionali sono tutte rimaneggiate, ma allora per lo stesso criterio si potevano evitare anche i mondiali di Imola.

«Andiamo per onorare gli europei – dice Villa nel pieno della baraonda Covid – e per rispetto verso chi ha organizzato l’evento».

E’ giusto così. E l’Italia rimaneggiata, priva di tre campioni del mondo, stasera si gioca l’oro con la Russia.

Noi avevamo fatto due chiacchiere con Villa prima che le gare di Plovdiv iniziassero. Ecco che cosa ci aveva detto. Marco è modesto di indole e apparenza. Chiunque altro sarebbe fuori a fare la ruota. C’è lui dietro le magie del quartetto. E c’è lui (e con lui Cioni) dietro la crescita inarrestabile di Ganna.

Marco, a che punto siamo?

Siamo arrivati a fine stagione con la certezza di aver fatto un bel mondiale a Berlino. Con la certezza di avere un bel gruppo. E di essere arrivati all’anno che doveva essere olimpico, alla conclusione di un progetto iniziato cinque o sei ani fa con questi ragazzi, avendoli portati ad ottenere una qualificazione olimpica e al raggiungimento di un livello altissimo, sia per quanto riguarda le prestazioni su strada sia anche su pista. E questo è quello che mi rende un po’ orgoglioso.

Che anno è stato il 2020?

Diciamo che non abbiamo rovinato la carriera a nessuno. Ci siamo qualificati per le Olimpiadi, ma quest’anno non le abbiamo corse. Però abbiamo dimostrato al mondiale, col tempo che abbiamo fatto nel quartetto, di esserci non solo per una medaglia, ma anche per provare a vincere. Rimandiamo tutto all’anno prossimo, fiduciosi che ci arriveremo con la condizione e la motivazione di quest’anno.

Massimo Besnati, Davide Cassani, Marco Villa, Filippo Ganna
C’era Villa con Ganna e Cassani ai mondiali di Imola. Il suo ruolo è decisivo
Davide Cassani, Marco Villa, Filippo Ganna
C’è lui con Ganna (e Cassani) nei successi più belli
Che cosa si può dire di questi europei?

Che sono arrivati in un periodo diverso dal solito. Negli ultimi anni abbiamo raccolto buoni risultati. Ma questa volta ci siamo arrivati dopo il Tour e dopo il Giro corsi nell’ultimo mese e mezzo. Consonni e Viviani, che li hanno corsi entrambi, non ci sono.

Tokyo chiuderà una pagina o il ciclo continua?

Mi avete fatto questa domanda anche dopo Rio. Quindi dico che per ora mi piace l’idea di giocarci le Olimpiadi e poi vediamo. Siamo arrivati a Rio, Elia ha vinto loro e ci sarà ancora a Tokyo a giocarsi delle medaglie. Non dipende da me, ma dai ragazzi. Credo che Viviani sia uscito orgoglioso e stimolato da quella medaglia e che nel frattempo abbia raccolto le sue più belle soddisfazioni su strada. Anche grazie alla pista, l’ho sempre detto. Tappe al Giro e tappe al Tour. Il campionato italiano su strada, il campionato europeo. Quindi credo sia un percorso che potrebbe essere riproposto ad altri e non va a precludere l’attività su strada. Ognuno ha le sue idee, io rispetto tutti e sono sempre qua. E vediamo alla fine cosa ne esce.

Martina Fidanza, scratch, europei Plovdiv 2020

Martina, l’oro, le lacrime e… le vacanze

11.11.2020
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Un finale da grandissima e così nel primo giorno degli europei di Plovdiv, Martina Fidanza scrive la storia e poi crolla nelle lacrime più belle. Chi l’ha seguita si è reso conto di non avere di fronte una ragazza di 21 anni, ma una grande atleta, capace di crederci anche quando lo scratch bulgaro sembrava perso. E chi l’aveva vista concentratissima a Montichiari prima di partire aspettava la controprova della corsa di oggi. E la controprova è arrivata.

Martina Fidanza, scratch, europei Plovdiv 2020
Martina Fidanza, oro nello scratch: dopo le lacrime il sorriso
Martina Fidanza, scratch, europei Plovdiv 2020
Dopo le lacrime, arriva il sorriso

«Sapevo di stare abbastanza bene – dice Martina dopo l’antidoping – di avere una buona gamba. Guardando l’elenco delle partenti, ho pensato che sarebbe venuta fuori una gara strana, perché mancavano le individualità più forti, come la Wild…».

Magari eri tu l’individualità più forte.

Sta zitta per un secondo. Deglutisce. La vittoria la percorre ancora come una scossa fortissima. «Magari», dice.

La foto la ritrae sugli scalini del podio. Piange. Evviva le vittorie che ti scuotono: sono le più belle.

«C’è tutto in quelle lacrime – ammette con un filo di pudore – ma soprattutto il fatto che pensavo fosse ormai andata. Non credevo che la bielorussa mollasse così nel finale. Ma persa per persa, quando è partita la russa le sono andata dietro e ho dato tutto».

Martina Fidanza, scratch, europei Plovdiv 2020
L’oro di Martina è il debutto migliore per la spedizione azzurra
Martina Fidanza, scratch, europei Plovdiv 2020
L’oro di Fidanza è il miglior debutto per gli azzurri

Dieci chilometri, 40 giri. Tempo di gara 12’47”. Media di 46,936. Quando il 12 ottobre ha vinto il terzo oro agli europei under 23, si poteva pensare che fosse un risultato facile, ma in pista e più in genere sulla bici di facile non c’è mai nulla e Martina lo ha capito bene, lavorando con i tecnici del CTF Lab.

«E’ stato un anno bellissimo – sorride – anche se partito in modo particolare. La svolta c’è stata proprio agli europei under 23 di Fiorenzuola e lì il morale è andato alle stelle. Rispetto a quei giorni, qua mi sono sentita un po’ più libera, scarica di tensione. Appena un po’ agitata. A Fiorenzuola sapevo che l’oro fosse alla mia portata, questi europei elite erano un punto di passaggio e magari invece sono diventati un punto di partenza. A volte tendo a essere un po’ emotiva e forse alla fine in quello sfogo si è sommato tutto in una volta».

Martina Fidanza, scratch, europei Plovdiv 2020
Un finale corso con la freddezza e la maturità della campionessa
Martina Fidanza, scratch, europei Plovdiv 2020
Finale vissuto con freddezza e potenza

Nel suo calendario adesso c’è scritta la parola magica: vacanze.

«Staccherò per un po’ – e nel dirlo tira un sospirone – almeno per due settimane e mezzo. E poi parleremo del resto. Non saranno vacanze nel senso dei viaggi e il solito, ma saranno bellissime lo stesso. Un bell’inverno sereno. E poi penseremo ai prossimi sogni».

Gli europei vanno avanti, lei torna a casa. Da domani ci saranno altre storie azzurre da raccontare. Come quella del quartetto maschile ridisegnato tre giorni fa dopo i tamponi positivi di Ganna, Bertazzo e Scartezzini. Gli azzurri hanno fatto segnare un buon 3’56”787, secondo tempo alle spalle della Russia e questo gli permetterà di accedere al primo round sfidando la Svizzera, con la possibilità di accedere alla finale per il primo e secondo posto.

Dino Salvoldi, Martina Alzini, Martina Fidanza

Salvoldi, a Plovdiv per chiudere in bellezza

11.11.2020
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Per le ragazze di Salvoldi, gli europei di Plovdiv saranno l’ultimo sforzo della stagione. Non essendo previste le prove di Coppa del mondo, dopo le gare bulgare inizierà finalmente il meritato riposo. Per il tecnico lombardo l’ultima non è stata certo un’annata serena, per cui parlare di sport è il modo migliore per andare avanti, tenendone fuori altri discorsi più adatti semmai ad altre sedi.

Il gruppo appena arrivato in Bulgaria è forte delle sue migliori individualità, con l’eccezione di Letizia Paternoster, rientrata in gara ai campionati italiani del 31 ottobre e poi spedita in Spagna per la Vuelta assieme ad altre azzurre come Balsamo e Consonni.

Dino, con quali ambizioni siamo in Bulgaria?

La qualità del gruppo ci consente sempre di gareggiare per qualcosa di importante, nonostante il contesto non ci abbia consentito di lavorare e progredire come volevamo.

Che cosa intendi?

Siamo stati fermi per due mesi. A maggio siamo andati avanti con allenamenti individuali. I due mesi prima che riprendessero le corse su strada sono stati i più proficui sul piano tecnico. Abbiamo fatto lavori specifici, migliorato le posizioni, quello che altrimenti si ha poco tempo per fare.

Rachele Barbieri, Martina Alzini
Per Rachele Barbieri e Martina Alzini, defaticamento sui rulli
Rachele Barbieri
Rachele Barbieri, defaticamento sui rulli
Tutto senza Paternoster…

E’ stata la sola eccezione alla normalità. L’aspetto positivo è che finalmente non ha più male al ginocchio.

Obiettivo Tokyo?

Facendo però una considerazione. Non ho mai fatto segreto dicendo che le Olimpiadi per noi rappresentano un passaggio importante, ma intermedio. Per questo gruppo si tratta della prima volta, per cui non sarà facile garantire il risultato al cospetto di avversarie al top che magari proprio a Tokyo saranno al culmine della propria parabola atletica. Andiamo per fare il nostro meglio, per fare esperienza e con l’idea di dominare nel 2024. Cercando di fare del nostro meglio per primeggiare in questo nuovo ciclismo globale.

Martina Alzini
Martina Alzini correrà l’inseguimento a squadre
Martina Alzini
Alzini per il quartetto
Chiarisci il concetto?

Se fossimo una squadra come accade nel calcio, potremmo allenarci sempre insieme e saremmo in grado di pianificare meglio il lavoro. Dipende dalla cultura sportiva del Paese in cui nasci. Il contesto italiano per certi versi è splendido, per altri ha dei limiti che con il passare del tempo si acuiscono. Il reclutamento da noi avviene tramite le società sportive, basate spesso sul volontariato ma senza una grande competenza tecnica. All’estero ci sono dei centri federali in ogni città, in cui si viene immessi da subito in un percorso più qualificato. Senza che la strada abbia il peso che ha da noi.

Anche fra le ragazze è così?

In questo momento per fortuna c’è grande collaborazione con i team. Più che fra gli uomini si riesce ad avere una buona alternanza, ma tanto è merito loro. Sono campionesse, hanno vinto i loro titoli, riescono a guadagnarci qualcosa e di conseguenza impongono la loro voce anche nei club.

Dino Salvoldi, Martina Fidanza, Montichiari, 2020
Ripetute per Martina Fidanza a Montichiari
Dino Salvoldi, Martina Fidanza, Montichiari, 2020
A Montichiari, ripetute per Martina Fidanza
Come fai a farle andare d’accordo, così tante e così forti?

Ne parliamo spesso insieme. Sono consapevoli loro per prime della qualità di ciascuna e sanno che il posto si guadagna con i tempi. Detto questo, sta a noi ricercare l’equilibrio affinché nessuna si senta esclusa. Devo dire che funziona. Quest’anno è entrata forte anche Silvia Zanardi, c’è da lavorare perché tutto giri nel modo giusto.

Gaia Realini, Europei ciclocross, s'Hertogenbosch, 2020

Realini, una spina nel fianco delle grandi

10.11.2020
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Racconta Fausto Scotti che quando nella gara delle under 23 agli europei Gaia Realini è arrivata a ruota della campionessa del mondo, si è dovuto sbracciare per dirle di tirare il fiato. Poi a un certo punto, il cittì azzurro ha anche temuto di averla perduta, perché tanto era grande la francese Norbert Riberbolle, per quanto bene si nascondeva nella sua ombra la piccola abruzzese, col ghigno sul volto e nessuna voglia di mollare.

«Forse la maglia iridata l’ha un po’ intimidita – racconta il tecnico azzurro – anche se quando alla fine Gaia ha mollato gli ormeggi, le è pure finita davanti. Ed è arrivato un bel 10° posto».

Gaia viene da Colli di Pescara, vede davanti l’Adriatico e alle spalle le grandi montagne d’Abruzzo. In bici c’è salita per la prima volta a sette anni, incuriosita dallo sport di papà Giacinto, che usciva per passione. E siccome la grinta gliela leggi in faccia, tra provare e diventare un’atleta il passo è stato davvero breve.

«Ho cominciato nella squadra di Domenico Cerasi – racconta – facendo strada e mountain bike. Poi da esordiente ho provato il ciclocross e ho scoperto che mi piaceva più della Mtb, che ho mollato all’istante. Così ora mi divido fra strada d’estate e cross d’inverno».

Giro d'Italia Ciclocross, Gallipoli 2020, donne elite, Gaia Realini
Vincendo a Gallipoli ha fatto capire di avere un’ottima condizione
Giro d'Italia Ciclocross, Gallipoli 2020, donne elite, Gaia Realini
La vittoria di Gallipoli prima degli europei

Classe 2001 e la voce sicura, Gaia ha preso il diploma al liceo sportivo e ora pensa alla bicicletta, cercando di capire se potrà farne il suo futuro. Che agli europei fosse arrivata in buona forma si era visto a Gallipoli, quando ha piegato Baroni e Casasola che fino a quel momento le erano sempre arrivate davanti.

Pensavi a una stagione così?

Dopo il Covid, davvero no. La stagione è rallentata, ma io sto andando bene. C’è da capire come si proseguirà. Domenica prossima ci sarebbero state due gare, una in Veneto e l’altra a Bologna. La prima è saltata, la seconda forse no…

Come sei arrivata nel team Selle Italia-Guerciotti?

L’anno scorso cercavo squadra, perché andare avanti pagando tutte le spese non era proprio il massimo. E loro si sono mostrati interessati. Mi forniscono il materiale e mi permettono di stare e allenarmi a casa. Mi sento tutti i giorni con Vito Di Tano e così mi sono scavata la mia dimensione.

Pensi che il ciclismo possa essere l’obiettivo della vita?

Per ora sì, anche se vediamo bene tutti il grande divario fra uomini e donne. Mi piacerebbe entrare in un gruppo sportivo militare. Questo potrebbe essere un bel traguardo.

A proposito, quali sono i traguardi dei sogni?

Da crossista, mi piacerebbe vincere su al Nord, in Belgio o in Olanda. Quello è il tempio della specialità, ma devo dire che correre senza pubblico è stato davvero brutto. Altrimenti il campionato italiano.

Nella sabbia olandese quasi sparivi, quali percorsi preferisci?

Veloci, asciutti e duri. Nella corsa a piedi mi difendo, mi piace lavorarci.

Invece su strada?

Ugualmente duri, le salite. Quest’anno ho corso con la Vallerbike. Trovare una squadra per il 2021 è il prossimo obiettivo, perché con Guerciotti si corre solo nel cross.

Hai un atleta, uomo o donna, di riferimento?

Sicuramente la Alvarado. Perché è giovane, ma ha sempre lottato contro le grandi come la Vos. E poi aggiungerei anche Van der Poel, che ha carisma e diverte. Quando c’è lui in gara, ti accomodi e pensi: oggi sarà divertimento puro.

Come passi il tempo quando non ti alleni?

Sto con gli amici, guardo un film. Tutto sommato, mi piacciono le giornate tranquille a casa mia.

Marco VIlla, Jonathan Milan, Fabio Masotti, Montichiari, 2020

Bertazzo e Scartezzini positivi. Villa, cosa fai?

08.11.2020
4 min
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«Il virus è proprio invisibile – diceva venerdì Marco Villa – e non è facile da capire come gira. Comunque oggi facciamo tutti i tamponi programmati e li ripetiamo domani o domenica, se troviamo il modo di farne una serie rapidi. Pippo è stato in pista solo martedì col tampone fresco negativo. Sono stati sempre lontano giù dalla bici, come avete potuto vedere anche voi. Ma a questo punto avere due tamponi qualche giorno prima di partire mi tranquillizza di più».

Altri due

Il virus è stato davvero invisibile e ha giocato un brutto scherzo al cittì della nazionale della pista e ad altri due dei suoi atleti.

«Gli azzurri Liam Bertazzo e Michele Scartezzini – si legge infatti nel comunicato della Federciclismo rilasciato nella notte di sabato 7 novembre – che sarebbero dovuti partire nella giornata di domani, domenica 8 novembre, per gli Europei Pista in Bulgaria, dall’ultimo tampone effettuato oggi, sabato 7 novembre, sono risultati positivi al Covid-19.

«Gli atleti stanno bene e sono in isolamento presso il proprio domicilio. Tutti gli altri azzurri selezionati per la prova continentale e sottoposti anche loro nella giornata odierna al tampone, sono risultati negativi.

«In via precauzionale, la partenza della Nazionale Uomini fissata per domani, domenica 8 novembre, è stata posticipata nella giornata di martedì 10 novembre, per effettuare un ultimo tampone prima di raggiungere la Bulgaria, nella giornata di lunedì 9 novembre».

Michele Scartezzini, Montichiari 2020
Michele Scartezzini positivo al tampone di sabato 7 novembre
Michele Scartezzini, Montichiari 2020
Scartezzini positivo al tampone del 7 novembre

Ha senso partire?

Marco Villa ha accolto la notizia con la consueta flemma e quel pizzico di rassegnazione di chi non può fare altro che aspettare e sperare. E alla domanda se abbia senso partire, la sua risposta è piena di responsabilità.

«Lo stesso senso che aveva prima – dice – è sempre un campionato europeo. Mi sembra giusto rispettare il tipo di competizione. Enrico Della Casa (segretario generale dell’Unione europea di ciclismo, ndr) ha fatto di tutto per riuscire a mettere in piedi gli europei e in ottica olimpica, visto che è da marzo che non facciamo un quartetto, ci faceva e ci fa ancora comodo. Voltargli le spalle perché non ho i top non mi sembra giusto. Non andare vuol dire perdere punti e magari perdere posti nel ranking e il primo posto nel ranking del quartetto. Ai mondiali partire per ultimi non è tanto bello».

Chi arriva?

Poi la testa corre ai rimedi. Così se da un lato ci saranno altri screening e altri tamponi, dall’altro c’è la necessità di richiamare altri atleti per il quartetto.

«Ho il pulmino con materiale e parte dello staff già al velodromo – dice Villa – mi restano Milan, Lamon e Moro. Per averne almeno 4 per il quartetto, prendo Gidas Umbri della Colpack. Ha corso domenica la cronosquadre del campionato italiano ed era nel quartetto under 23 di Fiorenzuola, che ha fatto secondo assieme a Milan, Boscaro, Masotto e Nencini. Quindi un corridore in attività, che ha girato in pista fino a 15 giorni fa. Poi penso di portare Donegà per completare il gruppo in qualche gara di gruppo. Questo è il piano B. Se mi salta ancora qualcuno e non è Milan (i due sono insieme nella foto di apertura, ndr), il piano C sarà andare con lui per provare a vincere l’inseguimento di sabato. Poi spero in un 2021 meno stressante, altrimenti salto!!!

«Domani comunque faccio partire lo staff previsto in aereo. I ragazzi ed io restiamo qui fino a martedì, così lunedì faccio un altro tampone. E martedì mattina, se tutto okay, partiamo. Arriviamo verso le 15 in pista e ho chiesto a Della Casa se mi sposta l’allenamento all’ultimo turno, verso le 18-19,30».

Jonathan Milan, Liam Bertazzo, Montichiari, 2020
Milan, in primo piano, resta in ballo per gli europei. Bertazzo, dietro, il secondo positivo
Jonathan Milan, Liam Bertazzo, Montichiari, 2020
Milan c’è ancora, Bertazzo (dietro) no

Record di tamponi

La conclusione è un grido di battaglia, con i pugni chiusi e le dita incrociate.

«A me non piace mollare facilmente – dice Villa – sempre cercando di fare i passaggi giusti e non avventati per non mettere a rischio gli altri. Ne ho parlato con lo staff medico della Fci e il Presidente. La possibilità di avere ancora 2-3 giorni per ulteriori incubazione e quella di fare un altro tampone lunedì ci mette un po’ più in tranquillità. Poi l’ho già detto. Questo virus è incalcolabile e imprevedibile… e invisibile. E molti calcoli diventano inutili. Ma almeno abbiamo fatto un percorso di controllo al massimo livello. Partiremo con 4 tamponi in 8 giorni».

Ryan Kamp, Olanda, europei cross 2020

Kamp-Alvarado, olandesi piglia tutto

07.11.2020
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Olandesi padroni dopo la prima giornata degli europei di ciclocross, allestiti a s’Hertogenbosch con totale assenza di pubblico. Il sostegno mancato da parte dei connazionali non ha comunque inficiato la prestazione degli arancioni, che hanno dato spettacolo dominando le gare previste nella prima delle due giornate non senza offrire spunti di riflessione. 

Filippo Fontana, Olanda, europei cross 2020
Filippo Fontana nono al traguardo a 1’42”
Filippo Fontana, Olanda, europei cross 2020
Filippo Fontana nono a 1’42”

Kamp padrone

Nella gara maschile under 23 la superiorità degli olandesi è stata sbalorditiva. Già nella prima fuga di 6 corridori, i padroni di casa erano in 4 e fra loro viaggiava l’iridato di categoria Ryan Kamp. Il campione del mondo nei primi giri sembrava quasi un “pastore”, arrivando anche a spingere i compagni di squadra, richiamandoli a una maggiore attività per fare selezione. Dopo due giri però, visto che i suoi richiami erano disattesi, ha salutato rabbiosamente la compagnia per andare a conquistare un altro titolo. Ha resistito infatti al ritorno dei britannici, con Thomas Mein secondo a 12” davanti a Cameron Mason, autore di una grande rimonta dopo essere rimasto attardato in partenza per una caduta di gruppo.

Ceylin Del Carmen Alvarado, europei cross 2020
Ceylin Del Carmen Alvarado regina fra le donne
Ceylin Del Carmen Alvarado, europei cross 2020
Ceylin Del Carmen Alvarado 1ª donna

Azzurri così e così

Gli azzurri, anche loro bloccati dallo stop iniziale, hanno comunque offerto una buona prestazione corale, con Filippo Fontana 9° a 1’42” davanti a Federico Ceolin (a 1’56”) e a Davide Toneatti (a 2’01”). In un’ipotetica classifica a squadre, agli azzurri del cittì Scotti non sarebbe sfuggito il bronzo…

Alice Maria Arzuffi, europei cross 2020
Alice Maria Arzuffi alla fine 11ª
Alice Maria Arzuffi, europei cross 2020
Arzuffi 11ª al traguardo

Alvarado scatenata

Il dominio degli olandesi si è materializzato ancora di più nella prova elite femminile, con una lotta per il podio completamente appannaggio delle padrone di casa che si è giocata soprattutto nei tratti su sabbia, dove la scelta di tubolari mille punte ha permesso all’iridata Alvarado e alla Worst di fare la differenza, mentre la stradista Brand recuperava nei tratti pedalabili. La dimestichezza della Alvarado con i tratti più tecnici (è bronzo mondiale U23 nella Mtb) e nei passaggi podistici le ha permesso di fare la differenza nell’ultimo giro, beffando la Worst considerata più veloce in volata. Qui buona prova di Eva Lechner, per lei un confortante 6° posto a 1’18”, 11ª la Arzuffi a 2’03”. Domani toccherà alle donne U23 e agli Elite, dov’è attesa la riscossa belga.

Quartetto maschile, Montichiari, 2020

Montichiari, rifinitura prima della Bulgaria

05.11.2020
5 min
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Ultimo giorno di lavoro a Montichiari per le nazionali in vista degli europei bulgari su pista. Le ragazze a dire il vero sono rimaste in tre, le altre sono tutte volate in Spagna per la Vuelta e voleranno direttamente da Madrid a Sofia. Salvoldi lavora in un angolo della pista con Alzini, Barbieri e Martina Fidanza. Dalla parte opposta, Marco Villa e i suoi ragazzi progettano due test di inseguimento a squadra. Un 3.000 senza Milan, che farà invece un 3.000 individuale. Poi un 4.000 con Milan. Mancano due giorni alla partenza, gli automatismi di una vita meritano di essere ripassati.

Gli occhi di Villa

Villa ha la sua flemma, solo gli occhi raccontano della sua vivacità e di come abbia tutto sotto controllo. A Montichiari e trasversalmente nel movimento.

«Doveva essere l’anno olimpico – dice Villa – e ci siamo arrivati come volevamo. Poi è successo quello che ben sappiamo, ma le medaglie ai mondiali su pista e quella di Ganna nelle crono dicono che saremmo arrivati a Tokyo con il giusto passo. A Plovdiv si gareggerà in una data strana. Sono europei che arrivano poco dopo il Tour e il Giro che ci hanno privato di Consonni e Viviani. Per cui si va su convinti di poter fare bene, ma con la consapevolezza di quello che è successo. Piuttosto bisognerà ragionare su cosa fare quest’inverno. Non ci sono Coppe del mondo e magari qualche ritiro per tenerli sott’occhio lo faremo».

Milan e Ganna

Milan è appena sceso di bici e racconta di che cosa significhi fare l’inseguimento a squadre insieme a Ganna.

«Lui è il solo – dice – capace di tirare per tre giri. E quando sei a ruota di uno così, riesci a recuperare bene e quando tocca a te, ne hai ancora. Io con lui ho fatto solo i mondiali e devo dire che è stato esaltante. Se dovessi fare io la sua parte, potrei tirare al massimo per due giri e mezzo e poi dovrei rialzarmi».

Parlando di lui, poco fa Villa ragionava su quanto sia forte e insieme quanto sia diverso da Ganna.

«Ganna è il classico cronoman – diceva Marco – il classico inseguitore. Milan è più veloce, al Giro d’Italia ha vinto una tappa in volata. Lo vedo più come un finisseur o al massimo l’ultimo uomo di un velocista fortissimo».

Lamon, Bertazzo e Scartezzini ingannano l’attesa di Montichiari fra i due inseguimenti sui divanetti al centro della pista. Ne hanno visti e fatti così tanti che ormai questa routine la conoscono a memoria.

Dietro moto

Dino Salvoldi invece è appena sceso dallo scooter dietro il quale ha fatto allenare le tre ragazze. Domani partiranno i mezzi per la Bulgaria: si imbarcheranno verso la Grecia e poi risaliranno verso la destinazione finale. Pare che la strada non sia pessima e che soprattutto si attraversi un solo confine.

«La qualità del gruppo – dice – consente sempre di gareggiare per qualcosa di importante, nonostante il contesto non ci abbia consentito di lavorare e progredire come avremmo voluto. Siamo stati fermi per due mesi e il periodo tecnicamente più fruttuoso è stato quello in cui la strada non era ripartita e abbiamo lavorato in pista. Sono contento che Letizia (Paternoster, ndr) abbia risolto i suoi guai al ginocchio e sono certo che Tokyo sarà un passaggio importante, ma un intermedio. Con queste ragazze andremo a Parigi per vincere».

Quartetto rosa

Agli europei per il quartetto ci saranno Balsamo, Guazzini, Alzini e la quarta da scegliere tra Fidanza, Barbieri, Consonni e Valsecchi. Quella tra Consonni e Barbieri che non farà il quartetto, correrà l’eliminazione.

«C’è un equilibrio da tenere – dice Salvoldi – ne parliamo spesso, da quando il numero delle atlete di talento è cresciuto. Quest’anno poi si è aggiunta la Zanardi. Sono tante e di qualità, grazie anche alla collaborazione dei team e alla loro volontà di correre in pista».

Con l’ultima prova del quartetto maschile, la giornata di Montichiari volge al termine. I ragazzi ora torneranno a casa e domenica saliranno sul volo per Sofia. E noi li seguiremo sognando altre medaglie. Buon viaggio agli azzurri