Qhubeka-Assos: Aru è la più grande delle scommesse

20.04.2021
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Con 17 arrivi e 19 partenze, il team sudafricano è quello che più di tutti si è trasformato rispetto alla passata stagione. La Qhubeka-Assos ha completamente rivisto il suo assetto, facendo anche alcune scommesse intriganti, la principale delle quali riguarda Fabio Aru, reduce da annate che definire difficili è un eufemismo. I responsabili del team hanno voluto compiere un atto di fiducia e il corridore sardo, vincitore di una Vuelta e sul podio in più grandi Giri, vuole dare a loro come a se stesso una risposta, dimostrando di poter tornare ai suoi livelli e per questo ha lavorato sodo d’inverno, mettendosi alla prova anche nel ciclocross.

Giro d’Italia 2021, Verona, Giacomo Nizzolo centra la prima tappa della carriera
Giro d’Italia 2021, Verona, Giacomo Nizzolo centra la prima tappa della carriera

Punta Nizzolo

La punta della squadra resta un corridore già nel roster del team, quel Giacomo Nizzolo che viene da un 2020 stratosferico con la conquista delle maglie italiana ed europea: per lui non si può certo parlare di scommesse. L’obiettivo è confermarsi, soprattutto nelle classiche e per questo sono stati inseriti nel team corridori utili alle sue caratteristiche, primo fra tutti quel Matteo Pelucchi avversario nelle volate delle categorie giovanili ma anche suo amico fraterno, col quale costruire un abbinamento che tecnicamente possa rendere al 100%. Altro corridore per le classiche è Simon Clarke, uscito rinvigorito dall’ultima stagione e in grado di competere con i migliori nelle gare più difficili.

Pozzovivo, 38 anni, è alla sua 17ª stagione da professionista
Pozzovivo, 38 anni, è alla sua 17ª stagione da professionista

Grande “Pozzo”

Nelle gare a tappe, con Henao, Pozzovivo (costretto amaramente al ritiro dal Giro d’Italia), Claeys c’è gente d’esperienza che potrà recitare ruoli importanti, facendo leva soprattutto sulla propria esperienza. Di materiale ce n’è per far bene, puntando sempre ad avere l’iniziativa.

Fra le grandi scommesse del team, Fabio Aru (31 anni a luglio) passato alla Qhubeka-Assos in questa stagione
Aru (31 anni a luglio) è passato alla Qhubeka-Assos in questa stagione

L’ORGANICO

Nome CognomeNato aNaz.Nato ilPro’
Sander ArmeeLovanioBel10.12.19852010
Fabio AruS.Gavino MonrealeIta03.07.19902012
Carlos Barbero CuestaBurgosEsp29.04.19912008
Sean BennettEl CerritoUsa31.03.19962018
Connor BrownCittà del Capo (RSA)Nzl06.08.19982018
Victor CampenaertsWilrijkBel28.10.19912014
Dimitri ClaeysGandBel18.06.19872010
Simon ClarkeMelbourneAus18.07.19862009
Nicholas DlaminiCittà del Capo Rsa15.02.19942016
Kilian FrankinyReckingenSui26.01.19942017
Michael GoglGmundenAut04.11.19932016
Lasse Norman HansenFaaborgDen11.02.19922014
Sergio L.Henao MontoyaRionegroCol10.12.19872007
Reinardt J.Van RensburgPretoriaRsa03.02.19892010
Bert-Jan LindemanEmmenNed16.06.19892012
Giacomo NizzoloMilanoIta30.01.19892011
Matteo PelucchiGiussanoIta21.01.19892011
Robert PowerPerthAus11.05.19952016
Domenico PozzovivoPolicoroIta30.11.19822005
Mauro SchmidBulachSui04.12.19992019
Andreas Stokbro NielsenBrondbyDen08.04.19972016
Dylan SunderlandInverellAus26.02.19962018
Harry TanfieldGreat AytonGbr17.11.19942019
Karel VacekPragaCze09.09.20002019
Emil VinjeboGadstrupDen24.03.19942014
Maximilian R.WalscheidNeuwiedGer13.06.19932016
Lukasz WisniowskiCiechanowPol07.12.19912015

DIRIGENTI

Douglas RyderRsaGeneral Manager
Lars MichaelsenDenDirettore Sportivo
Gabriele MissagliaItaDirettore Sportivo
Hendrik RedantBelDirettore Sportivo
Alexandre Sans VegaEspDirettore Sportivo
Gino VanoudenhoveBelDirettore Sportivo
Aart VierhoutenNedDirettore Sportivo

DOTAZIONI TECNICHE

I corridori del team sudafricano possono contare su bellissime bici Bmc: Teammachine SLR01, Timemachine Road e Timemachine TT. Hanno componenti Shimano, con rotelline del cambio Ceramic Speed. Le ruote sono le britanniche Hunt.

CONTATTI

TEAM QHUBEKA-ASSOS (Rsa)

Muntsraat 9, 4903PA Oosterhout (NED)

info@ryder.co.za – https://teamqhubeka.com

Facebook: @QhubekaAssos

Twitter: @QhubekaAssos

Instagram: nttprocycling

BMC Teammachine SLR01 Qhubeka Assos

Le BMC della Qhubeka Assos di Aru, Nizzolo e Pozzovivo

20.04.2021
4 min
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Tanti sono stati i cambiamenti per quel che riguarda l’ex team NTT che ora si chiama Qhubeka Assos, ma per quanto riguarda le biciclette la collaborazione con BMC è stata mantenuta. I corridori del team africano possono contare su: Teammachine SLR01, Timemachine Road e Timemachine TT.

Massima reattività

La BMC Teammachine SLR01 (nella foto di apertura) è la bicicletta usata da Fabio Aru e Domenico Pozzovivo per via delle sue qualità tecniche. Il marchio elvetico ha sviluppato questa bicicletta in modo che possa offrire il massimo della reattività. Per conseguire questo obiettivo è stata creata una zona di contatto più ampia fra il movimento centrale e il tubo obliquo accompagnata da una lavorazione del carbonio specifica per questa zona del telaio. Oltre alla reattività si è lavorato sull’efficienza aerodinamica con il sistema Aerocore che integra il portaboraccia nel tubo obliquo. Altro elemento aerodinamico è il manubrio integrato (ICS), completamente in carbonio e con il passaggio dei cavi interno, presenta un profilo piatto pensato proprio per ridurre l’impatto dell’aria.

Un occhio al comfort

Oltre alla rigidità torsionale e all’aerodinamica i tecnici BMC hanno pensato anche al comfort con la tecnologia Tuned Compliance Concept (TCC), che tramite una stesura studiata e specifica per ogni taglia dei diversi fogli di carbonio, fa in modo che vengano smorzate meglio le vibrazioni che provengono dal terreno. Oltre al maggiore comfort questo sistema permette alla bicicletta di rimanere più aderente all’asfalto e migliorare la trazione.

La BMC Timemachine Road di Nizzolo
La BMC Timemachine Road di Nizzolo
La BMC Timemachine Road di Nizzolo
La BMC Timemachine Road di Giacomo Nizzolo con i colori di campione europeo

La preferita di Nizzolo

La Timemachine Road è la bicicletta preferita da Giacomo Nizzolo per via delle sue doti aerodinamiche. Il profilo dei tubi è stato ottimizzato per dare la migliore efficienza aerodinamica in condizioni ambientali reali, quindi con vento variabile proveniente anche lateralmente, che è la condizione più frequente. Sempre in ottica aerodinamica i portaborraccia sono completamente integrati nel tubo obliquo e verticale. Come per la Teammachine SLR01 anche per il Timemachine Road è stata usata la tecnologia Tuned Compliance Concept (TCC) per favorire un migliore smorzamento delle vibrazioni. A differenza della Teammachine SLR01, il manubrio di questa bicicletta è in due pezzi, con attacco e manubrio separati, ma sempre con un profilo aerodinamico.

Ruote inglesi

Le BMC del team sudafricano sono equipaggiate con ruote Hunt, un marchio inglese che si affaccia così per la prima volta nel professionismo. Fra le ruote fornite ad Aru e compagni spiccano le versatili Hunt 48 Limitless Aero Disc con una larghezza del canale interno da 22,5 millimetri ed esterno da 35 millimetri per un peso di 1.618 grammi.

Simon Clarke con la Timemachine TT
Simon Clarke con la Timemachine TT
Simon Clarke con la Timemachine TT
Simon Clarke con la Timemachine TT impegnato nella cronometro della Tirreno Adriatico

In posizione perfetta

Per le cronometro entra in azione la Timemachine TT. In questa stagione alcuni corridori del Team Qhubeka Assos utilizzeranno la versione con i freni a disco e altri con i freni tradizionali. BMC ha progettato questa bicicletta con la VMax Technology che permette di avere un’ampia gamma di regolazioni per quanto riguarda la posizione in sella. In questo modo ogni corridore può trovare la posizione che gli permette di spingere al meglio sui pedali anche per lunghi tratti.

Il bilanciere di CeramicSpeed con le pulegge grandi
Il bilanciere di CeramicSpeed con le pulegge grandi
Il bilanciere di CeramicSpeed con le pulegge grandi
Il bilanciere di CeramicSpeed con sistema OSPW con le pulegge sovradimensionate

La scheda tecnica

GruppoShimano Dura Ace Di2
RuoteHunt
PneumaticiGoodyear
ManubrioBMC
Sella Selle Italia
ReggisellaBMC
PedaliShimano

Dura Ace e non solo…

Per quanto riguarda il gruppo in dotazione alla Qhubeka Assos troviamo lo Shimano Dura Ace Di2, con la guarnitura Rotor Aldhu e il bilanciere del cambio posteriore di CeramicSpeed con sistema OSPW con le pulegge sovradimensionate. Le selle sono fornite da Sella Italia, i pneumatici sono i Goodyear Eagle F1e i pedali sono gli Shimano Dura Ace.

Timemachine 01 AG2r

BMC raddoppia e racconta le differenze

23.02.2021
3 min
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La nuova stagione porta come sempre numerosi cambiamenti in gruppo. Tra quelli più rilevanti ci sono stati il cambio di sponsor della squadra di Pozzovivo e Nizzolo, con l’uscita di NTT e l’entrata di Assos, e la rivoluzione che è avvenuta in seno alla AG2R, che ha visto andare via Bardet ed entrare Van Avermaet e Jungels. Oltre ai corridori, la squadra francese ha cambiato anche le biciclette passando a BMC. Questo ha portato il marchio svizzero a equipaggiare due team WorldTour. Per capire le diverse modalità di lavoro abbiamo parlato con Simone Toccafondi, Responsabile di BMC per le squadre professionistiche.

Componenti diversi

Ogni squadra WorldTour annovera corridori con caratteristiche e necessità tecniche diverse a cui bisogna rispondere con materiali di alta qualità.
«Le biciclette che forniamo all’AG2R Citroen e alla Qhubeka-Assos sono le stesse – esordisce Simone Toccafondi – la differenza che c’è fra i due team è che nel caso della AG2R siamo responsabili anche per quel che riguarda la componentistica, come le ruote, il gruppo Campagnolo e le gomme Pirelli, mentre il rapporto con la Qhubeka-Assos si limita alla fornitura dei telai. Ovviamente controlliamo anche con la Qhubeka che i componenti siano qualitativamente di un certo livello per funzionare al meglio con le nostre biciclette».

Greg Van Avermaet Bmc
Greg Van Avermaet con il Teammachine SLR
Greg Van Avermaet Bmc
Greg Van Avermaet con il Teammachine SLR

Scelte soggettive

BMC mette a disposizione dei corridori delle due squadre sia il Teammachine SLR che il Timemachine Road. Come si pongono i diversi corridori rispetto a queste biciclette? Ci sono differenze fra le squadre?
«Ogni squadra sceglie il proprio set-up – ci spiega Toccafondi – anche se devo dire che le scelte sono simili. Nella Qhubeka-Assos c’è Nizzolo che preferisce il Timemachine Road, che è più aerodinamico e adatto a lui, e poi c’è Aru che preferisce il Teammachine SLR. Dall’altra parte c’è un corridore come Van Avermaet che ha caratteristiche diverse da Aru, che però preferisce usare la stessa bici, vale a dire il Teammachine».

Corridori evoluti

La maggioranza dei corridori ricerca alcune caratteristiche precise dalle loro biciclette, ma ci sono alcuni che vanno oltre e hanno una sensibilità diversa.
«Tutti i corridori cercano la leggerezza e l’aerodinamica, ma alcuni richiedono anche altre qualità. Fra questi c’è Jungels, che oltre a volere una bicicletta leggera, cerca anche la massima scorrevolezza e la migliore guidabilità. Anche Aru è un corridore che cerca delle caratteristiche precise. A lui piace che la bicicletta risponda subito ai cambi di ritmo».

Giacomo Nizzolo
Giacomo Nizzolo con il Timemachine Road
Giacomo Nizzolo
Giacomo Nizzolo con l’aerodinamico Timemachine Road

Ruote e gomme

Ma per arrivare ad avere prestazioni elevate, nel ciclismo moderno non basta solo avere il telaio migliore.
«Per arrivare ad avere livelli di scorrevolezza e anche di guidabilità molto elevati – ci spiega Toccafondi – serve lavorare anche con le ruote e i pneumatici. Devo dire che siamo rimasti molto soddisfatti dal lavoro fatto con Pirelli. E’ un’azienda preparata che ha un’attenzione particolare alle performance. Le gomme oggi sono molto importanti e ogni corridore ha le sue sensazioni».

Differenza a cronometro

Qualche differenza fra la Qhubeka-Assos e l’AG2R Citroen La Mondiale in realtà c’è.
«Per quello che riguarda le cronometro i ragazzi correranno con il nostro collaudato Timemachine 01, solo che alcuni della Qhubeka-Assos useranno la versione con i freni a disco, mentre i ragazzi dell’AG2R useranno tutti quella con i freni tradizionali. Non ci sono molte differenze in termini aerodinamici, il motivo è che Campagnolo non ha la versione disco per la cronometro».

BMC Teammachine Ag2r Campagnolo

Campagnolo nel 2021 con BMC e Ag2r

07.01.2021
2 min
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Campagnolo ha di recente annunciato la propria partnership con BMC Switzerland nel ruolo di fornitore tecnico per la stagione 2021 della rinnovata Ag2r Citroen.
In occasione della presentazione della nuova maglia avvenuta poco prima di Natale, Vincent Lavenu, team manager della formazione transalpina, aveva parlato per la sua squadra di una vera e propria rivoluzione per il 2021. Prima l’ingresso di uno sponsor di peso come Citroen, quindi l’addio alla storica maglia a cubetti a favore di una livrea tutta bianca. Per ultimo gli innesti di Jungels e Van Avermaet al posto di Latour e Bardet a disegnare una formazione votata alle corse di un giorno.
A completare il tutto è arrivato infine l’annuncio di BMC come nuovo marchio di bici per la nuova stagione.

Nuova opportunità di sviluppo

In Campagnolo si sono mostrati fin da subito entusiasti nell’annunciare l’accordo con BMC. Grazie alla nuova partnership con la casa costruttrice elvetica nel 2021 utilizzeranno ruote e gruppi Campagnolo non solo il team WorldTour ma anche la squadra under 23 di Ag2r Citroen.
Entrambi
i team pedaleranno infatti con il Gruppo Campagnolo Super Record EPS disc montato su biciclette BMC Teammachine SLR01. Entrambe le squadre avranno inoltre a disposizione tutti i modelli di ruote Bora WTO e Bora Ultra disc per un set up 100% vicentino.
Per Campagnolo sarà così possibile ricevere ulteriori feedback sulla validità dei propri prodotti da atleti estremamente esigenti, come i campioni dell’Ag2r Citroen, in grado di mettere sotto stress il materiale tecnico a loro disposizione.

Jungels e Naesen Ag2r Bmc Campagnolo
A sinistra Bob Jungels e a destra Oliver Naesen del Team Ag2r Citroen
Jungels e Naesen Ag2r Bmc Campagnolo
A sinistra Bob Jungels e a destra Oliver Naesen del Team Ag2r Citroen

Tecnica e orgoglio

David Zurcher, CEO di BMC Switzerland, ha dichiarato: «Come fornitori delle biciclette del team Ag2r Citroen siamo felici di lavorare con Campagnolo. Avere una forte presenza nel mondo delle competizioni è parte integrante della nostra visione del brand e quindi selezioniamo accuratamente i nostri partner. Campagnolo è un produttore di componenti che condivide la nostra mentalità, con una storia costellata di vittorie. Siamo pronti a far partire questo ambizioso progetto sportivo e raccogliere insieme prestigiosi successi».
Dal canto suo Vincent Lavenu ha voluto aggiungere: «Ci fa estremamente piacere avere Campagnolo con noi nel 2021. Le performance dei loro prodotti sono note nel mondo del ciclismo che conta e il palmares Campagnolo non è secondo a nessuno. L’unione fra una componentistica di eccellenza e telai all’avanguardia mi dà la convinzione di poter iniziare nel migliore dei modi un nuovo capitolo della storia del nostro team».

campagnolo.com

Doppi comandi per la BMC di Pozzovivo

22.10.2020
3 min
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La Bmc Teammachine Slr_01 di Domenico Pozzovivo nasconde molte chicche. Una bici quella della NTT Pro Cycling che spicca per la pulizia del suo design e per la qualità, must del brand svizzero. 

Comandi accessibili

Il lucano come è noto ha grossi problemi di postura dovuti all’incidente dello scorso anno. Per esempio non riesce a distendere bene il braccio sinistro. A tal proposito una delle cose che risalta all’occhio è il doppio comando del cambio. Oltre alle classiche leve, Domenico ha scelto anche i bottoncini all’interno della piega. Il gruppo Shimano Dura Ace Di2 consente questa soluzione, molto comoda per i velocisti e spesso utilizzata nelle classiche del pavé quando non sempre si può staccare le mani dal manubrio. In questo caso a quanto pare anche per chi ha una mobilità in qualche modo limitata.

Il disco anteriore da 180 millimetri
Il disco anteriore da 180 millimetri

Altro elemento di spicco che si può legare alla situazione posturale del Pozzo è la scelta dei dischi. Davanti infatti Domenico monta un disco con diametro da 180 millimetri. Una misura davvero grande per una bici da strada e ancor di più se si pensa che il suo peso è inferiore ai 60 chili.

Rigidità e guidabilità

Il telaio BMC Teammachine Srl_01 è veramente rigido e leggero, tanto più nella misura 51 che adotta il Pozzo. Per questo ha scelto tubolari Vittoria Corsa Graphene 2.0 da 25 millimetri, gonfiati a 8 bar davanti e a 8,5 dietro. Le ruote? Le Enve full carbon con profilo da 35 millimetri. Leggere e ben guidabili. E a proposito di guidabilità, il rake della sua forcella è di ben 48 millimetri. Uno scostamento importante, ma vista la qualità del telaio e delle ruote la scorrevolezza e la reattività nei rilanci non sono compromessi.

Il manubrio è integrato e “made in Bmc”. Ha una larghezza di 400 millimetri e la misura dell’attacco è di 110. I comandi del cambio sono regolati in modo simmetrico. Eventuali asimmetrie (sempre legate al problema del braccio) non si notano.

Il nastro grippante sulla sella della prima bici
Il nastro grippante sulla sella della prima bici

Rapporti da scalatore

La sella è la Selle Italia Flite, posizionata tutta in avanti. Va segnalato che nella prima bici c’è applicato un nastro aderente, su quella di scorta invece questo nastro non è presente.

Vista la sua statura, Pozzovivo utilizza pedivelle da 170 millimetri, con sensore integrato per potenza e cadenza. I rapporti scelti per la tappa di oggi, ricca di salite tra cui lo Stelvio, sono l’11-30 al posteriore e il 53-39 all’anteriore. Da scalatore puro Pozzo non rinuncia alle “vecchie” dentature. Per esempio Almeida ha scelto un 36.

Domenico Pozzovio, Jakob Fuglsang, Vincenzo Nibali, Etna, Giro d'Italia 2020

Pozzo, come fai? Stringo i denti…

17.10.2020
5 min
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Il 4 settembre del 2013 era di venerdì e quando Pozzo scattò dal blocco della crono di Tarazona, pochi pensavano che la corsa sarebbe finita così. Il campione lucano, al primo anno con la Ag2R La Mondiale, si piazzò infatti al terzo posto. Davanti a lui Cancellara che vinse e Tony Martin. Alle sue spalle finì Vincenzo Nibali, che corse con il volto gonfio per la famosa puntura di vespa.

Nel giorno della crono che darà il primo scossone al Giro d’Italia, ricordare l’episodio con Domenico Pozzovivo è quantomeno beneaugurante.

«Fu una bella giornata – ricorda il leader della Ntt Pro Cycling – in una Vuelta che chiusi al sesto posto. Rispetto a oggi, quel giorno c’era molta più salita. Il Muro di Ca’ del Poggio invece è più adatto a gente esplosiva come Almeida, ma questo non significa che partirò senza qualche idea per la testa».

Domenico Pozzovivo, Ntt, Cesenatico, Giro d'Italia 2020
Nella tappa di Cesenatico con la Ntt davanti al gruppo
Domenico Pozzovivo, Ntt, Cesenatico, Giro d'Italia 2020
Nella tappa di Cesenatico con la Ntt davanti al gruppo

La testa dura

La testa è quella che fa la differenza e che gli ha permesso di ripartire dopo ogni infortunio. Anche se l’ultima volta è stata davvero dura e ne porta ancora i segni addosso.

«Quando sono in bici – ammette – stringo i denti. Il corpo tende ad adattarsi, ma se la sera non lavorassi a lungo con osteopata e massaggiatore, sarei nei guai».

Dopo l’ultimo incidente vicino casa, a Cosenza, sarebbe stato davvero impossibile immaginare un ritorno a questa efficienza fisica.

«Se avessi avuto la capacità di prevedere tutto questo – dice – sarei stato un mago. Rimettermi in sesto e fare il Giro. Ero quasi certo che non lo avremmo fatto per il Covid, anche se nella mia testa l’idea di fare bene c’era comunque».

Fattore calendario

Ma il Giro di maggio, Pozzo non avrebbe certamente potuto farlo. E come nel caso di Froome, cui il ritardo delle grandi corse ha permesso di rimettersi in sesto un po’ meglio, anche Domenico ha sfruttato al meglio i due mesi di ritardo.

«A maggio sono stato operato – spiega – quindi questa è una parte della verità. Perché in ogni caso il lockdown è stato gravoso soprattutto per me. Venivo già da un lungo periodo di stop e non aver potuto riprendere la stagione ha significato allungare l’inattività. Un gap che ho pagato al Delfinato. Poi mettiamoci la caduta del primo giorno del Tour, per colpa di un tifoso che faceva fotografie e si capirà che il mio avvicinamento al Giro non sia stato perfetto».

Quella che gli è mancata è stata la continuità.

«Dopo l’incidente – dice – avevo due o tre giorni che stavo bene e altri di buio. Speriamo che la continuità di questo Giro sia il sintomo della normalità ritrovata».

Vincenzo Nibali, Domenico Pozzovivo, Etna, Giro d'Italia 2020
Con Nibali, Pozzovivo sull’Etna: fra i due sempre grande controllo
Vincenzo Nibali, Domenico Pozzovivo, Etna, Giro d'Italia 2020
Con Nibali, Pozzovivo scalando l’Etna

Al suo tempo

L’adagio che lo ha accompagnato per ogni step della sua carriera è da attribuire ad Olivano Locatelli, il diesse dei primi tempi da dilettante. «Domenico sviluppa più lentamente dei suoi coetanei – diceva il bergamasco – per cui arriverà al top leggermente più tardi, ma probabilmente per questo, durerà più a lungo».

Mettendo nel mazzo gli infortuni e le relative riprese, probabilmente Locatelli aveva ragione.

«La mia carriera – dice il Pozzo – è stata un’onda lunga. Detto questo, non avrei mai creduto dopo quell’incidente di poter tornare ad andare così forte. Ero veramente in condizioni disperate e forse aver avuto tanti incidenti mi ha dato l’esperienza per gestire la ripresa. Ho davvero rischiato la vita. Non cancello le brutte esperienze, sono preziose anche loro. Per cui ho ripreso a lavorare e intanto speravo di trovare una squadra che mi desse fiducia».

La squadra per sé

Camigliatello è la sua salita d’estate. Quella su cui fare i lavori specifici all’ombra del bosco, con il fresco della cima per dimenticare i 40 gradi di Cosenza. Quel giorno lo abbiamo visto in testa a fare il ritmo con la sicurezza del padrone di casa. Poi lo abbiamo visto gestire la corsa il giorno di Cesenatico, prendendo le misure a un modo di correre nuovo anche per lui.

«La prima settimana – dice – è stata equilibrata, con un livello altissimo. I numeri parlano chiaro. Con i watt medi di oggi, qualche anno fa si sarebbero fatte grosse differenze. Vanno tutti forte, non solo i leader. Ho già detto che oggi nella crono Almeida mi darà un minuto, lo vedo favorito per la crono. Vedo bene anche Vincenzo, è brillante, ha voglia di scherzare. Quindi sta bene. Quanto a me, sono contentissimo. Nella gestione della squadra si vede la mano di Bjarne ed è questo il motivo per cui aspetterò sino all’ultimo per capire se farà la squadra. Conosco il significato della parola riconoscenza. E’ un effetto volano. Io vado bene. I compagni sono motivati. La squadra va forte. In tanti anni di carriera, è la prima volta che ne ho una a mia disposizione…».

Domenico Pozzovivo, Matera, Giro d'Italia 2020
All’arrivo di Matera, sulle strade di casa
Domenico Pozzovivo, Matera, Giro d'Italia 2020
All’arrivo di Matera, sulle strade di casa

Finale in crescendo

Nella terza settimana è sempre stato uno dei più solidi. Domenico lo sa e guarda avanti con scaramanzia e una sottile punta di ottimismo.

«L’idea dopo la crono – sorride – sarà sfruttare ogni tappa per recuperare terreno. Non sappiamo se si faranno le grandi salite, per cui dovremo sfruttare ogni occasione. La tappa che mi attira di più è quella di Madonna di Campiglio, con delle belle salite prima dell’arrivo. Nella crono di Milano le differenze saranno sotto al minuto, i veri distacchi si faranno in montagna. Io provo a dare tutto. I conti li faremo alla fine».

Giacomo Nizzolo

Per Nizzolo una Timemachine rigidissima

16.10.2020
4 min
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La bicicletta del Campione Italiano ed Europeo Giacomo Nizzolo è una BMC Timemachine Road dalle spiccate qualità aerodinamiche e molto rigida. Abbiamo approfondito gli aspetti tecnici di questa specialissima sia con il Responsabile di BMC che segue i team professionistici Simone Toccafondi che con lo stesso Giacomo Nizzolo.

Proprio Toccafondi ci ha subito svelato una qualità importante delle bici BMC.
«Il Timemachine Road – ha detto a bici.PRO – deriva direttamente dalla Timemachine da cronometro e presenta molti concetti aerodinamici a partire dai due portaboraccia integrati nel tubo obliquo e tubo verticale. Le forme dei tubi sono pensate per ottenere e mantenere le alte velocità».

Sterzo Bmc Nizzolo
Ben visibili le forme squadrate dei tubi del Timemachine
Sterzo Nizzolo
Ben visibili le forme squadrate del Timemachine, che favoriscono l’aerodinamica

Sintesi fra rigidità e comfort

Questa caratteristica rende in apparenza il Timemachine Road molto rigido, però Toccafondi aggiunge un aspetto importante: «Il Timemachine, così come tutti i modelli stradali di BMC compresa la gravel, gode della tecnologia TCC, Tuned Compliance Concept, che permette di trovare il giusto compromesso fra rigidità e comfort. Questa tecnologia si concretizza con un’applicazione specifica dei fogli di carbonio, che permette di assorbire meglio le vibrazioni verticali conferendo maggiore comfort al corridore, e al tempo stesso di ottimizzare il trasferimento della potenza e mantenere la bicicletta più aderente al terreno e quindi più scorrevole».

Nome Giaco
Il nome del campione lombardo ben in evidenza
Nome Giaco
Posto nella parte superiore del tubo orizzontale il nome del campione lombardo

Ruote Enve a profilo differenziato

Un altro punto forte della bici di Nizzolo sono le ruote Enve 5.6 con profilo differenziato fra anteriore e posteriore, il primo è più basso mentre dietro è maggiore. Lo stesso Nizzolo ci ha svelato il perchè di questa scelta.
«La ruota davanti più bassa – ha spiegato il milanese a bici.PRO – che impatta per prima con l’aria, assorbe meglio le turbolenze e fa arrivare un flusso d’aria più pulito alla ruota posteriore, inoltre le trovo un ottimo compromesso fra velocità e leggerezza utile in salita».
Anche in questo caso il risultato è una maggiore velocità e scorrevolezza.

La scelta dei tubeless Vittoria

Un altro punto molto interessante è nei pneumatici, infatti Nizzolo ci ha svelato che: «Sto usando i pneumatici tubeless di Vittoria, con i quali sento di avere un grip molto elevato e una scorrevolezza ottima».

Ampia Scelta di rapporti

Passando alla zona della trasmissione, il Team NTT equipaggia le sue biciclette con lo Shimano Dura Ace Di2, con la guarnitura Rotor e catena KMC. Nizzolo ci ha dichiarato: «Solitamente uso come rapporti un 52-42 all’anteriore e una cassetta posteriore 11-30, però quando devo affrontare una tappa alpina o una gara con delle salite lunghe e impegnative cambio il 42 con un 39 o 36, in modo da salvare meglio la gamba favorendo l’agilità e a volte cambio anche la bicicletta, utilizzando il Teammachine SLR che è un po’ più leggero e ha geometrie più adatte alle salite lunghe».

Volata Nizzolo
Il manubrio è più stretto nella parte alta
Volata Nizzolo
Dalla visuale frontale si vede bene il manubrio con gli appoggi chiusi verso l’interno

Un manubrio insolito

Infine il manubrio, un componente che ci ha incuriosito molto e di cui abbiamo chiesto informazioni sia allo stesso Nizzolo che a Simone Toccafondi. Se lo si guarda frontalmente salta subito all’occhio che le leve dei freni sono chiuse verso l’interno, un pò come usa fare anche il giovane Remco Evenepoel.
«Il manubrio che sto usando – ha confermato il campione europeo – ha una forma particolare, infatti è più stretto nella parte alta e più largo nella zona della presa bassa. Questa forma mi permette di essere più aerodinamico e di avere più leva quando sono in presa bassa durante una volata».
Se vogliamo estremizzare un po’ il discorso per capire meglio, riprende il concetto dei manubri gravel. Simone Toccafondi ha aggiunto che «pur non essendoci uno studio su larga scala che dica che il manubrio più stretto sia meglio, in realtà la tendenza va in questa direzione in quanto i corridori che l’hanno applicata hanno ottenuto ottimi risultati con numerose vittorie». Ovviamente con un manubrio di questo tipo gli appoggi superiori, dove ci sono le leve freni, sono montati seguendo la linea della curva manubrio e quindi assumono una forma a chiudersi verso l’interno. Che sia l’inizio, dopo i freni a disco, di una nuova evoluzione tecnica?

Matteo_Sobrero_crono_Palermo_Giro2020

Palermo, Sobrero settimo con paura

04.10.2020
2 min
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Sobrero settimo nella prima crono del Giro. Cosa c’è di strano, verrebbe da chiedersi? Il ragazzo è stato campione italiano di specialità fra gli under 23 e al campionato italiano di Cittadella è arrivato quinto. Ma non è tutto così facile. Perché Sobrero una crono così difficile e veloce non l’aveva mai fatta. E quando al mattino è andato a provare il percorso, gli è venuta addosso una paura tremenda.

Sopralluogo ad alta tensione

«Ero veramente spaventato – dice – quella velocità in discesa su una bici da crono non l’avevo mai fatta. Poi mi sono detto che toccava a tutti, perciò mi sono messo davanti alla televisione a guardare come guidavano gli altri. E quando è toccato a me, ho impostato le traiettorie come quelli prima di me».

Matteo_Sobrero_Giro2020
Matteo Sobrero, primo anno da professionista e primo Giro d’Italia
Matteo_Sobrero_Giro2020
Matteo Sobrero, primo anno da professionista e primo Giro d’Italia

Senza squadra per il 2021

Sobrero non ha squadra per il 2020, almeno non l’aveva al momento della prima crono. La Ntt ha ammesso di non avere sponsor e di fatto ha lasciato tutti liberi. Proprio in avvio del Giro è trapelato che Battistella, iridato U23 del 2019, sarebbe in procinto di passare all’Astana. E Sobrero, che pure avrebbe il contratto anche per il 2021, si è imposto di vivere alla giornata. Questo è il suo primo Giro d’Italia al primo anno da professionista. Meglio non pensare ad altro.

Il Giro, il suo sogno

«Sono venuto per fare esperienza – dice – provare qualche fuga. Un settimo posto nella crono di apertura dà morale. Era nei patti dall’inizio che avrei fatto il Giro, poi il Covid ha fermato tutto. E quando la squadra ha rimesso mano ai programmi, mi hanno chiesto se mi andasse bene confermare la corsa rosa. E io ho detto di sì. Era un sogno che si avverava. E anche adesso che in teoria sono senza squadra, penso sia meglio fare il massimo, perché poi magari qualcosa si trova».

Fare il massimo, pur essendo un cronoman, mettendo però le mani avanti dopo aver visto il percorso di Palermo.

«Vedendo il percorso – sorride – e le sue caratteristiche, ho subito detto ai direttori che non sarei mai arrivato davanti. Perso 63 chili, 20 meno di Ganna che l’ha vinta, e di fatto pensavo fosse una crono adatta a ragazzi più pesanti di me. Ma sto bene. Dopo l’italiano, ho fatto il Coppi e Bartali e non stavo benissimo. Poi sono andato in altura con Ganna e Gasparotto e ho fatto un ottimo lavoro per il Giro. E adesso che è appena iniziato, proviamo a portare a casa il meglio che si possa».