Remco, inferno e ritorno: ne parliamo con Nibali

09.09.2023
5 min
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«Ieri ho avuto una giornata e una serata molto difficili – dice tutto d’un fiato Remco Evenepoel – non sono riuscito a dormire molto e ho passato una notte molto brutta. Mi preoccupavo continuamente e mi svegliavo ogni ora. Avevo solo pensieri negativi. Volevo ritirarmi, ma Oumi mi ha costretto a prometterle che avrei continuato per lei. Non avrei potuto farcela senza il suo sostegno e quello dei dirigenti e compagni di squadra. Hanno continuato a credere in me e dicevano costantemente: un vero campione risponde sempre. Questo è per tutti coloro che continuano a credere in me. E non è ancora finita».

Commosso all’arrivo, con quell’essere teatrale che contraddistingue Remco
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Al telefono con Nibali

Come sia che a distanza di 24 ore dalla crisi più terrificante della sua carriera, Remco sia riuscito ad andare in fuga e ad arrivare da solo su un traguardo di montagna resterà a lungo motivo di dibattito. Va bene: quando hai mezz’ora di svantaggio, ti lasciano andare, ma ugualmente non saresti capace di andare sino in fondo nella tua fatica. Che cosa lo ha tradito ieri, al punto da accusare un passivo di 27 minuti?

Dato che si cammina nel terreno delle ipotesi, abbiamo provato a vederci chiaro con l’aiuto di Vincenzo Nibali. Quelle che seguono sono teorie dal di fuori, cercando di capire che cosa potrebbe essere successo ieri. Lo Squalo visse tutto il Giro del 2016 senza uno spiraglio di luce: qualcosa lo bloccava. Poi di colpo tornò la luce e in tre tappe ribaltò un risultato che sembrava ormai immutabile.

Con Nibali abbiamo provato a capire che cosa sia successo ieri a Remco Evenepoel
Con Nibali abbiamo provato a capire che cosa sia successo ieri a Remco Evenepoel
E’ possibile che abbia pagato la pressione psicologica di dover vincere a tutti i costi?

Siamo nel campo delle ipotesi, questo diciamolo chiaramente. Che Remco sia esuberante lo sappiamo e magari politicamente gli sarebbe convenuto stare più abbottonato davanti a uno che ha vinto per due volte il Tour. I rivali vanno sempre studiati e rispettati. Tanti mi prendevano quasi in giro perché alla Vuelta del 2013 mi feci battere da Horner, ma io non lo sottovalutai affatto. Fu davvero il più forte e non batté solo me, ma tutti i migliori di quel tempo. Poi magari i rivali li punzecchiavo, ma sempre tenendo un basso profilo. Anzi, a volte mi incavolavo…

Quando?

Quando i giornalisti mi attribuivano dichiarazioni troppo altisonanti. Io non ho mai usato certe parole. Per contro bisogna dire che il modo di correre di Remco è spettacolare, ma forse è più utile nelle classiche che nelle corse a tappe. Se però ti metti a fare i traguardi volanti, allora vuol dire che sei poco sicuro. Anche io ho avuto i momenti in cui soffrivo, ma quando era necessario menavo forte.

L’arrivo di Cattaneo nella fuga ha dato nuovo impulso all’azione e lanciato Remco
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Che cosa può essere successo ieri?

Se prendi mezz’ora, vuol dire che sei saltato del tutto. E qui forse potrebbe entrarci anche l’alimentazione. Ormai si va avanti solo con rifornimenti liquidi, ma se sei in crisi, i liquidi non sono l’ideale. Bere e mangiare è difficile, per questo se a inizio tappa hai mandato giù qualcosa di solido, ti aiuta anche a trattenere i liquidi. Non sono un nutrizionista, ma nell’ultima parte della mia carriera, iniziavo la corsa mandando giù qualcosa di solido e poi prendevo i liquidi. Era una strategia concordata con Erica Lombardi e mi trovavo bene.

Perché secondo te Evenepoel è andato fortissimo fino al giorno di riposo, poi ha fatto una bella crono e poi è colato a picco?

Ne parlavamo ieri a Squalo TV con Sobrero e Piccolo. Quando metti in fila il giorni di riposo e poi una crono, è come se riposassi per due giorni. La crono ti dà un’attivazione minima, perché è breve. Vieni da giorni in cui sei abituato a fare 4-5 ore, mangi di più e il giorno successivo può arrivare la crisi.

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In realtà dopo la crono però c’è stata una tappa veloce.

In una tappa di montagna bruci circa 4.000 kcal e sono di zuccheri e grassi. In una crono ne vanno via a dire tanto 1.000, mentre nella tappa veloce come quella vinta da Molano arrivi a consumare 2.500 kcal, quindi sono tappe che passano come se non avessi acceso il motore. Sono ipotesi di quello che può essere successo, ma hanno una parte di fondamento. Se poi fa caldo, è un attimo anche prendersi qualcosa.

Un raffreddore come Almeida, ad esempio?

Dopo lo sforzo intenso di un arrivo, c’è la finestra temporale in cui è facilissimo ammalarsi, perché le difese immunitarie sono basse. Per questo tante volte andavo prima a fare la doccia calda e poi venivo alle interviste. Non ero arrabbiato, solo curavo questi dettagli.

Con Bardet hanno diviso il peso della fuga: il francese ha chiuso secondo a 1’12”
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Evenepoel commosso

Commosso dopo la vittoria, Evenepoel ha detto parole molto interessanti, che avvalorano il fatto che quel blackout sia stato frutto della pressione eccessiva o della difficoltà a carburare, ottimamente spiegata da Nibali.

«Nella prima parte della fuga – ha detto – siamo andati a tutto gas, ma mi sentivo molto bene. Questa è sicuramente una delle vittorie più emozionanti della mia carriera. Oggi volevo fare quello che meglio mi rappresenta, cioè andare forte e provare a vincere. La classifica è completamente rovinata, ma questa Vuelta può essere decisamente migliore. Come posso spiegare questa svolta? Nessuna idea. Volevo rimettere a posto la situazione, penso che sia tipico del mio carattere. Questo dimostra che ieri ho avuto una giornata davvero brutta, ma oggi ho pedalato a un livello superiore a quello degli ultimi due anni. Stiamo parlando di un livello altissimo, la Vuelta può essere ancora migliore».