Alla scoperta della Rossignoli, tricolore figlia d’arte

28.06.2025
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Primo anno da junior, con alle spalle appena 6 gare di alto livello e Matilde Rossignoli è già campionessa d’Italia. Basterebbe questo dato per sottolineare il valore dell’impresa della diciassettenne di Salizzole che sabato a Trieste ha messo in fila ragazze più esperte andando a prendersi di forza la maglia tricolore. Per molti Matilde risulta ancora abbastanza sconosciuta, eppure la sua vittoria non è arrivata per caso, perché parliamo di un prospetto molto interessante, che ha già conosciuto la maglia azzurra.

Lo sprint finale della veneta per tenere lontano il gruppo. Il titolo italiano è suo (foto profilo Instagram)
Lo sprint finale della veneta per tenere lontano il gruppo. Il titolo italiano è suo (foto profilo Instagram)

La cosa che colpisce, parlando con Matilde, è la consapevolezza di sé, inconsueta per una ragazza della sua età: «Ho iniziato da G5 seguendo un po’ le orme di famiglia, mio padre è stato professionista dal 1985 al ’90. Sono cresciuta nel Gs Luc Bovolone dove ho conquistato nel 2022 il titolo italiano esordienti 2° anno. Da quest’anno sono nella BFT Burzoni. Sono adatta ai percorsi ondulati, per natura mi piacciono i tracciati difficili dove poter attaccare. Mi alleno nella zona del veronese ma io sono nella parte della Pianura Padana, così per allenarmi spesso mi spingo a Soave e affronto la salita di Boscochiesanuova».

Al mattino della gara che cosa pensavi?

Ero fortemente determinata, sapevo che potevo giocarmela per la vittoria perché nelle ultime settimane avevo dimostrato di stare bene, conquistando anche una Top 10 in Francia e salendo sul podio al Trofeo Bike Service dove ho conquistato anche il Gran Premio della Montagna. Dovevo solo giocare bene le mie carte perché il percorso era adatto alle mie caratteristiche.

Matilde è al suo primo anno junior. Suo padre Francesco ha corso nella Carrera con Chiappucci
Matilde è al suo primo anno junior. Suo padre Francesco ha corso nella Carrera con Chiappucci
Come hai gestito la corsa?

La fuga iniziale non mi aveva fatto particolarmente paura, c’erano anche due compagne di squadra e quindi abbiamo lasciato alle altre squadre l’iniziativa. Sapevo che lo strappo finale avrebbe fatto la differenza e allo scollinamento eravamo ancora una quindicina. Io avevo provato a fare selezione, ma senza successo. Dopo la discesa c’era però un tratto in pianura e lì ho visto che tutte rallentavano per preparare la volata, così sono partita a tutta per prenderle in contropiede.

E’ un po’ questo il tuo marchio di fabbrica?

Sì, non sono propriamente una scattista, non sono velocissima ma mi piace attaccare, provarci sempre e questa volta è andata bene, avevo le gambe che giravano davvero forte. Ora vorrei mostrare questa bellissima maglia il più possibile e magari battezzarla con un successo.

La veronese aveva già vinto un titolo italiano da esordiente con il Gs Luc Bovolone
La veronese aveva già vinto un titolo italiano da esordiente con il Gs Luc Bovolone
C’è qualche modello a cui ti ispiri?

In verità ne ho due: Demi Vollering e Lotte Kopecki. Dell’olandese mi piace come affronta le salite, la determinazione che ci mette e come riesce a gestire le corse a tappe. Della Kopecki apprezzo soprattutto il suo spirito di squadra, il sapersi sacrificare per le altre pur essendo tra le più forti al mondo. Quel che ha fatto alla Milano-Sanremo per la Wiebes è spettacolare…

E’ curioso che ti piacciano due atlete che lo scorso anno correvano insieme e che si sono separate non propriamente in maniera serena…

Io credo che sia nell’ordine delle cose, sono due campionesse, in corsa erano un bel duo, sapevano anche aiutarsi a vicenda. Secondo me il fatto che ora corrano per due squadre diverse è una nuova sfida anche per loro, più stimolante. Io non parteggio per nessuna delle due, mi piacciono entrambe in maniera diversa.

La Rossignoli ha trovato grande feeling con il suo team, che ha contribuito al suo trionfo
La Rossignoli ha trovato grande feeling con il suo team, che ha contribuito al suo trionfo
Qual è l’ambiente fra le juniores, c’è molta competizione fra voi?

Solo in gara perché per il resto c’è un forte legame. Con alcune come la Campana siamo compagne di squadra, con altre come la Pegolo ci conosciamo da quand’eravamo esordienti, significa che da almeno 5 anni ci vediamo in giro per le gare e spesso siamo anche insieme ai raduni della nazionale, quindi posso dire che al di fuori delle corse siamo tutte amiche.

Come concili lo studio con gli allenamenti?

Non è molto facile, io ho appena finito il 3° anno al Liceo Linguistico e con gli allenamenti tornavo sempre a casa a metà pomeriggio per mettermi subito a studiare. Ora posso allenarmi al mattino, quand’è più fresco e dedicare il resto della giornata alle mie attività. E’ indubbiamente meglio.

Pochi giorni dopo il trionfo tricolore, la Rossignoli ha preso parte alla prova a cronometro, finendo sesta
Pochi giorni dopo il trionfo tricolore, la Rossignoli ha preso parte alla prova a cronometro, finendo sesta
Considerando le tue caratteristiche e la maglia che ora porti indosso, non è azzardato pensare a una tua convocazione per europei e mondiali…

Lo spero tantissimo, ho visto qualcosa dei percorsi e mi piacciono particolarmente, poi vestire la maglia azzurra è sempre un grande onore. Spero di essere presa in considerazione, ma intanto prima ci sono gli europei su pista e quello è il mio primo obiettivo, magari per la madison che è la mia specialità preferita in assoluto. D’altronde sono una vera ragazza di squadra…

Arriva Agata Campana. Una velocista da tenere a mente

15.04.2025
5 min
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Appena 16 anni, ma talento da vendere. Agata Campana è uno dei nomi nuovi del ciclismo femminile italiano, inserita nel progetto BFT Burzoni VO2 Team Pink per trovare un futuro sulle due ruote. Il suo inizio stagione, al primo anno tra le juniores è stato subito molto impattante con la piazza d’onore a Nonantola e la vittoria nel Trofeo Cassa di Risparmio di Fossano. Non una vittoria qualsiasi perché parliamo di una gara Open.

Nel parlare con la giovanissima ragazza quel che subito emerge è la sua estrema compostezza nel dare il giusto valore alle sue performance, senza però perdere di vista i suoi ambiziosi obiettivi, punto di arrivo di quella passione che ha accompagnato tutti i suoi ricordi.

A Fossano uno sprint letteralmente dominato, pur contro cicliste ben più smaliziate (foto Ossola)
A Fossano uno sprint letteralmente dominato, pur contro cicliste ben più smaliziate (foto Ossola)

«Sono originaria di Castelfranco Veneto e abito a Trento. Vado in bici da sempre. Ricordo che quando andavo all’asilo vedevo le altre bambine pedalare e volevo farlo anch’io, così i miei genitori me ne hanno comprata una. Davanti all’asilo c’era la sede di una società ciclistica e dissi che mi sarebbe piaciuto andarci, anche in questo mi hanno accontentata, il resto è arrivato tutto di conseguenza».

Ti sei dedicata subito alla strada? Dalle tue parti molti scelgono la mountain bike…

No, io ho subito dedicato tutte le mie attenzioni alla bici da strada, poi ho iniziato ad abbinarla alla pista come faccio tutt’ora, andando anche ad allenarmi a Montichiari. Ho iniziato da allieva e mi piace tantissimo, vedo che serve molto anche a farmi crescere su strada.

La veneta ha avuto un inizio di stagione sfolgorante con una vittoria e 2 podi in 3 gare (foto Ossola)
La veneta ha avuto un inizio di stagione sfolgorante con una vittoria e 2 podi in 3 gare (foto Ossola)
Come ti sei trovata ad affrontare il passaggio di categoria?

E’ cambiato molto, questo è certo. Intanto mi trovo in un team molto forte, con ragazze che hanno tutte già fatto vedere di essere di grande valore, affrontando gare di alto spessore anche internazionale. Io però voglio farmi valere, far vedere che posso stare in questo consesso. Già a Nonantola ho visto che potevo vincere ma nel finale ho sbagliato qualcosa. Invece a Fossano, con l’aiuto del team ho vinto ed essendo una gara con anche le più grandi è stato un momento bellissimo. Ma sapevo di poterlo fare.

Eri quindi convinta di poter vincere?

Sapevo che quel percorso poteva essere adatto, ma la gara è stata difficile. Diciamo che è stata un po’ ad alti e bassi, ci sono stati momenti di difficoltà ma anche attraverso il team ne sono venuta fuori. Abbiamo lavorato molto per tenere la corsa unita perché se arrivavamo in volata potevo giocare le mie carte. Non nascondo che volevo fortemente mettermi in evidenza proprio perché era una gara open, sognavo di vincere una prova contro le più grandi in stagione, invece ci sono riuscita subito.

La Campana (a sinistra nella foto Ossola) ha trovato nel team BFT Burzoni l’ambiente ideale
La Campana (a sinistra nella foto Ossola) ha trovato nel team BFT Burzoni l’ambiente ideale
Ti ritieni una velocista?

Direi di sì, anche se so che ormai non si considerano più i ruoli così definiti. Io ad esempio so che posso tenere anche sulle salite brevi, infatti lo scorso anno ho vinto la Coppa Rosa che non è proprio una gara per velociste. Infatti aspetto con ansia le prime gare dove ci saranno salite per vedere qual è il mio livello e dove posso arrivare. Mi piacerebbe mettere la firma su una prova con un percorso un po’ più duro.

C’è una ciclista alla quale ti ispiri?

Sì, Lorena Wiebes perché è proprio quel tipo di ciclista che vorrei essere. Fortissima in volata ma capace anche di tenere sulle salite, difficile da staccare. Sogno di diventare come lei.

Il successo alla Coppa Rosa dello scorso anno, gara di riferimento assoluto per le allieve
Il successo alla Coppa Rosa dello scorso anno, gara di riferimento assoluto per le allieve
E una gara che ti piace in particolare, fra quelle delle “grandi”?

Non ho una preferenza particolare. Chiaramente guardo soprattutto alle corse d’un giorno, ma in base ai percorsi mi piacciono tutte le classiche. Ho scoperto in televisione la Milano-Sanremo delle ragazze ed è bellissima perché ha caratteristiche che la rendono adatta davvero a tutti. Ecco, forse quella è la gara che più di ogni altra vorrei vincere.

Che cosa ti aspetta ora?

Per adesso il mio calendario prevede soprattutto gare regionali, nelle quali il mio obiettivo più che la vittoria è dare una mano alle compagne, perché sono in tante che possono vincere e per noi conta emergere tutte insieme. Se vince una compagna per me è lo stesso.

Tanti risultati hanno portato su di lei molta attenzione, ma sembra sapere già come gestirla (foto Ossola)
Tanti risultati hanno portato su di lei molta attenzione, ma sembra sapere già come gestirla (foto Ossola)
Correndo una gara open, hai notato differenze?

Sì, c’è un approccio diverso alla gara. Diciamo che c’è più ordine. Da allieve si corre molto per conto proprio, ma si pensa soprattutto alla parte finale. Con le Open si va subito fortissimo. Bisogna essere molto concentrate, mantenere bene le posizioni lungo tutto l’arco della gara, basta una distrazione che sei fuori gioco.

Il calendario del tuo team prevede anche gare all’estero?

Sì e non vedo l’ora. Avremo prove in Francia e Spagna, se in terra francese troveremo percorsi duri, quelli iberici credo siano più adatti a me. Spero tanto di essere selezionata, ma devo meritarmelo perché come detto qui siamo in tante ad andare forte. Ed è proprio per questo che qui mi trovo bene…

BFT Burzoni rivoluzionata, ma sempre con la stessa filosofia

23.01.2025
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Cambiare pelle conservando il medesimo spirito. Nel suo decimo anno di vita, la BFT Burzoni ha appena varcato la soglia del 2025 con una formazione largamente rinnovata. Una scelta dettata da tanti fattori tenendo conto dell’evoluzione della categoria juniores.

Un anticipo di questo cambiamento lo abbiamo fatto parlando due giorni fa con Linda Sanarini, una delle due confermate e promossa leader della squadra piacentina sul campo. Le dieci nuove ragazze arrivano dalle allieve portandosi in dote fior di risultati e alcune scommesse da vincere. Di loro, delle atlete che sono passate elite quest’anno e di tutto il resto, compreso l’accordo con la Picnic-PostNL, ne abbiamo parlato col team manager Stefano Solari al termine dell’ultimo weekend di allenamenti a Riva del Garda (in apertura foto Frantz Piva).

Per chi vi conosceva bene, avete fatto una corposa metamorfosi.

La definirei una piccola rivoluzione poiché ci sono state tante variazioni. E’ arrivata Krizia Corradetti come diesse che affiancherà Vittorio Affaticati. Ma la rivoluzione più importante riguarda la preparazione atletica della squadra. Abbiamo deciso di affidarci a Silvia Epis, che reputo una della migliori allenatrici in assoluto. Con noi ci saranno anche due ragazzi che avranno il compito di prendere i dati delle nostra atlete e analizzarli con Silvia per poi fare le tabelle di allenamento in modo approfondito. Abbiamo voluto provare a fare un lavoro d’equipe come succede nei team WorldTour, fatte ovviamente le debite proporzioni. Per le juniores è una novità, speriamo possa portare dei frutti.

Come nasce la volontà di cambiare tanto dell’organico della BFT Burzoni?

Abbiamo fatto diverse valutazioni, anche col presidente Andrina. Camilla Bezzone veniva da un infortunio e meritava di restare con noi per giocarsi bene le proprie carte. Per il resto abbiamo visto che nelle ultime stagioni tra le juniores non c’era una grande differenza tra le atlete del primo anno e quelle del secondo. Basti vedere le classifiche di punti e vittorie del 2024 dove le prime tre sono Chantal Pegolo, Erja Giulia Bianchi e Giada Silo. E l’anno prima la nostra La Bella era stata la seconda in questa graduatoria. Pertanto non siamo andati a prendere nuove atlete del secondo anno, anche perché possiamo lavorare con calma in vista del 2026.

Cosa puoi dirci delle nuove arrivate?

Abbiamo preso dieci allieve che sono già abbastanza pronte per la categoria. Sempre guardando le classifiche finali di rendimento, la metà di loro sono tra le prime otto a livello nazionale. Tuttavia, guardando i test, non state spremute fortunatamente. Crediamo che tutte abbiano ampi margini di miglioramento, che è la condizione migliore per lavorare come dicevo prima. Allo stesso tempo ho già potuto vedere che hanno grinta e voglia di imparare. Dai primi ritiri ho capito che sta nascendo un bel gruppo, soprattutto ben assortito.

In che modo?

Ci sono velociste pure, velociste che tengono bene in salita e scalatrici che hanno un bello spunto veloce per vincere volate ristrette. Abbiamo messo in conto che faranno fatica nei primi mesi, ma sono certo che usciranno poco alla volta. Hanno davanti a loro una capitana come Sanarini che l’anno scorso ha fatto tanta esperienza nel bene e nel male. Poi ovvio che dovranno ascoltare solo ciò che gli diranno i nostri diesse. Comunque sarà la strada ad emettere il proprio giudizio, come sempre.

Ti senti di spendere qualche parola in particolare per una delle nuove arrivate?

Non mi piace mai fare dei nomi. Forse l’unica curiosità è rappresentata da Elisa Bianchi (che arriva dalla Flandres Love, ndr), la campionessa italiana allieve che ha sempre corsa da sola nelle varie categorie giovanili, con i relativi pro e contro del caso. Per lei sarà la prima volta in un team e dovrà imparare le dinamiche tattiche in corsa di una squadra. Sotto quel punto di vista è tutta da scoprire, ma so che è quasi una soldatessa nel seguire i lavori assegnati. Ora è impegnata col ciclocross tra Coppa del Mondo e mondiali, la aspettiamo presto.

Un nome lo facciamo noi e ti chiediamo una considerazione su Sanarini.

Abbiamo avuto tante atlete forti che sono ora nel WorldTour, ma forse come lei non l’ho mai vista. Linda ha un gran motore e tutti i mezzi per fare grandi cose, ma deve diventarne consapevole. E’ una questione di testa, perché tende sempre a sentirsi inadeguata o pensare sempre che le avversarie siano più forti di lei. Quando è con noi vediamo una Linda tanto socievole e serena con le compagne, quanto seria e determinata in bici. Ha tanto potenziale, ma non vogliamo metterle troppe pressioni addosso. Linda deve restare tranquilla, avere pazienza. non farsi condizionare da fattori esterni.

Riguardando all’anno scorso, in tanti si aspettavano che La Bella e Baima andassero nel WorldTour. Cosa è successo invece?

Ce lo hanno chiesto in tanti con sorpresa. A fine stagione molte formazioni continental sono rimaste alla finestra per la riforma dei ProTeam, quindi molti movimenti sono arrivati tardi. Purtroppo non solo Eleonora ed Anita hanno avuto problemi in quel senso, ma anche tante altre juniores che avevano fatto meglio di loro due. Entrambe poi hanno avuto piccoli intoppi fisici e l’anno scorso non sono riuscite a confermare il bel 2023 pur arrivando davanti e correndo con la nazionale. Sono comunque andate in buone squadre (rispettivamente Vaiano e Horizons, ndr) dove potranno esprimersi al meglio. E siamo soddisfatti per avere fatto passare altre tre ragazze.

Linda Ferrari è cresciuta nella BFT Burzoni. E’ passata alla BePink dopo lo stage del 2024 dove ha fatto un’ottima impressione
Linda Ferrari è cresciuta nella BFT Burzoni. E’ passata alla BePink dopo lo stage del 2024 dove ha fatto un’ottima impressione
Continua pure.

Asia Sgaravato, che aveva avuto un gran finale di stagione, e Giorgia Tagliavini sono andate alla Mendelspeck, mentre Linda Ferrari è stata confermata alla BePink-Bongioanni dopo lo stage da agosto a ottobre. Lei è quella che è migliorata più di tutte da quando è arrivata da noi da esordiente. Non ha mai vinto, ma ha tutto quello che serve per andare bene tra le elite. Vede la corsa, sa andare in fuga, stare bene in gruppo e lavorare per le compagne. Walter Zini (il team manager della BePink, ndr) infatti mi diceva che con loro ha corso bene e gli aveva fatto una grande impressione.

L’accordo tra BFT Burzoni e Picnic-PostNL resta attivo?

Anche quest’anno saremo un loro devo team, più o meno con le stesse condizioni del 2024. Siamo felici di sapere che hanno un occhio di riguardo per noi. Devono ancora stabilire se ripeteranno quei giorni di test come a febbraio di un anno fa, però chiaramente se ci dovessero chiedere qualche ragazza da mandare in Olanda, lo faremmo volentieri. Ormai sanno come lavoriamo.

Vincere una gara all’estero e continuare a fare esperienza internazionale, sono due degli obiettivi stagionali (foto BFT Burzoni)
Che obiettivi vi siete dati quest’anno?

Forse è sempre il solito. Ci piacerebbe vincere una gara all’estero, sarebbe una soddisfazione enorme. Abbiamo già ricevuto l’invito per il Tour du Gévaudan Occitanie in Francia e per la Bizkaikoloreak nei Paesi Baschi. Stiamo valutando anche l’invito di un’altra gara di due giorni in Francia che però non è valevole per la Coppa delle Nazioni come le altre due. In questo senso restiamo fedeli alla nostra filosofia, quella di far fare esperienza internazionale alle nostre ragazze.

Sanarini lavora già sodo per il prossimo salto in avanti

21.01.2025
6 min
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Non lascerà nulla al caso per alzare ulteriormente l’asticella. Il diciottesimo compleanno festeggiato con le compagne di squadra della BFT Burzoni è stato uno degli ultimi – piacevoli e giusti – svaghi prima di affrontare con un bel piglio il 2025. Linda Sanarini è entrata nella sua seconda stagione da juniores per diventare “più grande” non solo anagraficamente (in apertura foto Franz Piva).

L’avevamo lasciata protagonista della visita a casa della attuale Picnic-PostNL. Poi al pronti-via, l’anno scorso la padovana di Saccolongo era andata a bersaglio subito confermando le proprie credenziali dimostrate dall’oro ottenuto agli EYOF 2023. In successione per Sanarini è arrivato il tempo di indossare maglie diverse da quelle del club e raccogliere podi internazionali. Prima il tricolore conquistato nel campionato italiano a crono, poi cinque medaglie complessive in pista con la nazionale tra europei e mondiali. Ed ora il suo sguardo è puntato alla propria crescita, anche con qualche novità.

Linda come giudichi il tuo primo anno da juniores?

Il 2024 è stata un’annata di apprendimento, nella quale ho capito il valore della categoria. Su strada onestamente mi aspettavo di fare di più, anche se non mi lamento per i due successi che ho ottenuto. Però sentivo sempre che mi mancava qualcosa per arrivare al risultato pieno. Ad esempio aiutavo bene le mie compagne, volentieri e senza problemi. Anzi, ho imparato a lavorare per le altre, migliorandomi. Invece quando ero io che dovevo fare la gara, non avevo le stesse buone sensazioni. Credo comunque che ci possa stare.

In compenso in pista con la maglia azzurra ti senti più soddisfatta?

Sono contenta perché in nazionale abbiamo avuto un bel gruppo di lavoro, proprio come nella mia squadra. Devo dire che è stata una bella annata in pista, malgrado mi bruci ancora quell’omnium perso per soli 3 punti agli europei di Cottbus. Ed anche nell’omnium mondiale non sono stata troppo fortunata perché sono caduta quasi in ogni prova. E’ vero che non ho preso l’oro, però se ci ripenso sono felice delle altre quattro medaglie (argento nella madison e bronzo nel quartetto agli europei, due bronzi tra madison e quartetto ai mondiali, ndr).

Intanto come sono andati i ritiri con la squadra?

Sono andati molto bene pur con finalità diverse. Dal primo al sei di gennaio siamo state a Castagneto Carducci in Toscana dove abbiamo fatto un buon carico di lavoro. E’ stato anche il classico ritrovo per amalgamarci, visto che siamo cambiate tanto. Oltre alla nuova diesse Krizia (Corradetti, ndr), sono arrivate dieci nuove compagne, tutte del primo anno. Invece lo scorso weekend a Riva del Garda abbiamo sfruttato il bel clima facendo uscite da 3-4 ore con test in salita. Personalmente ho avvertito buone sensazioni, specialmente in salita dove mi sentivo più leggera, anche perché ho intrapreso un percorso con un nutrizionista.

Per quale motivo?

Intanto ammetto che al sabato sera per il mio compleanno avevo portato una bottiglia di spumante e una cheesecake al pistacchio, ma senza fare tardi o altri strappi alle regole (dice sorridendo, ndr). Battute a parte, non me lo ha imposto nessuno di andare da un nutrizionista, è una volontà partita da me. Questa stagione è molto importante per il mio futuro. Se andrò bene potrò mettermi maggiormente in mostra ed eventualmente ambire ad andare in determinate squadre. Quindi voglio fare tutto il possibile per essere pronta e più performante. E soprattutto non avere rimorsi per non averci provato.

Quest’anno sarai una delle “veterane” della BFT Burzoni. Che consigli dai alle nuove arrivate?

Intanto va ricordato che dall’anno scorso è rimasta anche Camilla Bezzone. Alle altre mie compagne posso dire che non devono cercare troppo il risultato. Devono correre tranquille perché il salto dalle allieve si sente molto. Ed io l’ho visto su di me. Comunque nei ritiri che abbiamo fatto, si è visto subito che ci tengono a fare bene.

Visto il 2024, partirai con i gradi di capitana. Ti spaventa o sei stimolata?

Sicuramente sono stimolata. Secondo me per noi quest’anno sarà importante la squadra in ogni gara. Anche se siamo formate da tante ragazze del primo anno, penso che strada facendo e corsa dopo corsa troveremo le necessarie affinità per fare belle prestazioni o fare risultato. Attenzione però che non sarà troppo semplice nemmeno per me perché dovrò metterci del mio per integrarmi con le mie nuove compagne.

Che obiettivi si è data Linda Sanarini?

Sicuramente farò ancora la doppia attività strada-pista, ma ho già detto a Masotti (il responsabile delle juniores in pista, ndr) che sarò disponibile solo dopo marzo, come vuole la mia squadra. Vorrei fare meglio dell’anno scorso. Su strada punto a fare bene a Cittiglio, ora che mi sento più adatta al percorso. Mi piacerebbe riconfermarmi nell’italiano a crono. Con la nazionale, visto che i mondiali in Rwanda sono duri, vorrei guadagnarmi una chiamata per gli europei in Francia. Indossare l’azzurro è sempre una grande soddisfazione. Diciamo però che in generale vorrei essere un punto di riferimento per le mie compagne, come è stata Asia Sgaravato per me l’anno scorso.

Bft Burzoni, tre giorni in Olanda a casa della DSM

29.02.2024
8 min
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Un migliaio di chilometri da Piacenza verso il Limburgo, dove nella strozzatura della provincia olandese compresa tra Belgio e Germania c’è Sittard, la città del quartier generale del Team DSM-Firmenich PostNL. Le protagoniste di questo viaggio verso il proprio futuro sono tre juniores della BFT Burzoni VO2 Team Pink, società femminile emiliana che da quest’anno è diventata un development team della formazione WorldTour.

Per Eleonora La Bella, Linda Ferrari e Linda Sanarini (accompagnate dal team manager Stefano Solari) la destinazione finale del navigatore è stata l’Aqua-Step Keep Challenging Center, il campus in cui vivono tutti gli atleti della DSM e nel quale loro hanno soggiornato dal 21 al 24 febbraio insieme a ragazze di altri devo team esteri. Un mini-collegiale di tre giorni voluto da Hans Timmermans, capo dello scouting della squadra olandese (in apertura con le ragazze), per svolgere qualche test ed introdurre al mondo del professionismo i giovani talenti. L’esperienza però non si è limitata a questo e così ci siamo fatti raccontare dai diretti interessati le impressioni di questa trasferta.

Diario del giorno

L’evoluzione dell’accordo con la DSM l’abbiamo seguita fin dall’inizio, tenendo conto che a sua volta la BFT Burzoni è il riferimento per altre tre società giovanili (Gioco in Bici Oglio Po, Vangi Ladies e Valvasone) in una filiera ad ampio raggio nazionale. Pertanto quando abbiamo saputo della trasferta in Olanda, Solari si è proposto come una sorta di inviato speciale. Il diario del giorno era corredato da foto, informazioni e messaggi.

«All’andata abbiamo spezzato la trasferta a Digione – racconta il team manager piacentino – e l’accoglienza è stata subito molto calorosa. Ci hanno dato una delle casette del loro centro, ma le ragazze sono state subite divise e messe in camere con altre juniores, in modo da favorire l’integrazione e la conoscenza fra loro. E’ uno dei loro punti fermi. Alla sera del nostro arrivo abbiamo cenato con Francesca (Barale, ex junior della BFT Burzoni, ndr) che ha parlato molto chiaramente alle nostre atlete, dicendo loro che in DSM sta bene e quali obblighi ci sono quando sei una pro’. Le cose belle e quelle brutte».

Impressioni d’Olanda

Forse l’aspetto che ha colpito maggiormente il team manager Solari è di natura culturale. Per forza, dice lui, che saltino fuori tanti corridori. In Olanda c’è una fitta rete di piste ciclabili e tutti pedalano nella vita di tutti i giorni per andare a scuola, al lavoro o a fare la spesa. Proprio come Barale, che si è sistemata una vecchia bici che aveva a casa ed ora la usa quando è lassù. Ma l’impatto con la realtà olandese è stato formativo in modo trasversale.

«In questi tre giorni le ragazze hanno svolto dei test – prosegue Solari – mentre io ho potuto vedere da vicino come lavora la DSM. Innanzitutto mi ha impressionato il fatto di quanto siano persone di grande umanità, oltre che di professionalità, che non si atteggiano minimamente. Con Hans abbiamo instaurato un bel rapporto fin da subito. Durante le prove ha guardato sfaccettature poco tecniche. Tutte le ragazze si sono lavate da sole sia le bici che il vestiario. Si sono arrangiate con la cena. Voleva vedere come si comportavano.

«O ancora ad esempio – va avanti – Hans ha apprezzato quando in una simulazione di gara, Sanarini ha aiutato una canadese, a cui era scesa la catena, a rientrare in gruppo. Oppure quando durante la merenda le nostre ragazze hanno diviso i rimanenti pezzi di torta per tutte le altre ragazze. Lui lo ha fatto presente davanti a tutte nelle riunioni come una grande dote per il gruppo. Ci ha fatto i complimenti per come le stiamo facendo crescere e tutto ciò ci riempie di orgoglio e soddisfazione».

Esperienza di vita

Tutte e tre le atlete avevano già vissuto gare all’estero. Linda Sanarini, classe 2007 e l’anno scorso oro nella prova in linea ai Giochi della Gioventù Europea a Maribor, a Sittard era una delle juniores più giovani, anche se erano presenti alcune allieve olandesi (addirittura una del 2009).

«E’ stata una esperienza che mi ha arricchito – spiega la padovana – specie con l’inglese, che ho dovuto parlare con la mia compagna di stanza, una ragazza olandese che verrà a correre a Cittiglio. Devo dire che prima dei test ero piuttosto agitata, poi pedalando assieme alle altre mi sono distesa. E’ stato bello conoscere i tecnici della DSM che ci hanno spiegato tante cose. Ma più di tutto, sono felice che la mia squadra abbia voluto portare me. La ringrazio per questa opportunità. Per me è un bel segnale, molto stimolante».

Linda Sanarini alle prese con le faccende in cucina. I tecnici della DSM hanno voluto che le ragazze fossero il più possibile indipendenti
Sanarini alle prese con la cucina. I tecnici DSM hanno voluto che le ragazze fossero il più possibile indipendenti

Sotto con i test

Uno degli obiettivi di questo collegiale della DSM era reperire riscontri e valori da una serie di test. Per quello in salita ci si è dovuti spostare a Bèvercè, nel sud del Belgio, ad un’ora di auto da Sittard, in una zona lambita dalla Liegi-Bastogne-Liegi. Gli altri test invece sono stati fatti nell’ambito di un’uscita di quattro ore sulle strade della Amstel Gold Race partendo proprio dal campus della squadra.

«Prima di andare in Olanda – dice Linda Ferrari – avevamo ricevuto il programma che ci avrebbe atteso. Il nostro preparatore non ha stravolto gli allenamenti, abbiamo seguito il solito piano di lavoro. Anche perché credo che i tecnici olandesi preferissero valutarci per come siamo davvero. Lassù invece prima di uscire in bici, Timmermans ci ha spiegato tutto con riunioni in PowerPoint e particolare cura del dettaglio. Sono stati test che mai avevamo fatto prima.

Linda Ferrari ha fatto tutta la trafila nella BFT Burzoni fin da esordiente. Non aveva mai fatto test come quelli svolti in Olanda
Linda Ferrari ha fatto tutta la trafila nella BFT Burzoni. Non aveva mai fatto test come quelli svolti in Olanda

«Quello in salita – continua Ferrari al sesto anno tra le giovanili della BFT Burzoni – prevedeva un riscaldamento di circa mezzora sulla stessa strada per conoscerla, poi tornate indietro dovevamo fare venti minuti a tutta. Il giorno successivo abbiamo fatto una serie di piccoli test. Più sprint da dieci secondi, poi allunghi da uno e tre minuti, alcuni dei quali su strappetti in salita. Infine avevamo le simulazioni di gara dove eravamo tutte contro tutte. Ne abbiamo fatte sei da circa due minuti l’una. Sapevamo già dove era il traguardo virtuale e dovevamo giocarci le nostre carte. Alla fine ci hanno chiesto di poter accedere ai nostri dati su Training Peaks per una valutazione complessiva. In generale tutto il contesto è stato bellissimo».

Verso l’avvio di stagione

Per Eleonora La Bella è stato un ritorno a Sittard, dove lo scorso settembre aveva corso con la nazionale il Watersley Ladies Challenge in preparazione all’europeo, chiuso con l’oro nel Mixed Relay. Quelle emozioni sono riaffiorate, però stavolta ha respirato aria di professionismo. Lei sarà una delle capitane della BFT Burzoni ed è chiamata a confermare un 2023 davvero ottimo con entrambe le maglie.

«L’esperienza che abbiamo vissuto noi tre – commenta la 18enne scalatrice di Anagni – la riporteremo e condivideremo assolutamente con le altre nostre compagne. Oltre ad Hans abbiamo conosciuto anche Kelvin Dekker, uno dei diesse della DSM, e sono stati entrambi disponibili e alla mano. Ogni tanto ci dicevano qualche frase in italiano che hanno imparato da Barale, Ciabocco e Barbieri. Durante una riunione ci hanno coinvolto anche in una sorta di gioco a domande con le altre juniores per farci conoscere meglio.

Per La Bella è stato un ritorno a Sittard dopo averci corso al Watersley Ladies con la nazionale prima dell’europeo 2023
Per La Bella è stato un ritorno a Sittard dopo averci corso al Watersley Ladies 2023 con la nazionale

«Essere il devo team di una squadra importante come la DSM può portare delle pressioni – conclude La Bella – però credo che siamo attrezzate per affrontare la stagione. Abbiamo lavorato molto bene nei ritiri. Siamo una formazione abbastanza completa, in cui si è formata tanta chimica fra noi. Poi siamo supportate da uno staff molto preparato. Ringrazio Stefano che ci ha sopportate in questi giorni in Olanda (dice ridendo, ndr), ma ora siamo pronte per esordire domenica a Volta Mantovana».

Alla scoperta di Anita Baima, iridata nipote d’arte

01.09.2023
5 min
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Se è vero che i mondiali juniores su pista ancora una volta hanno avuto in Federica Venturelli la condottiera azzurra, è vero anche che pochi si sarebbero aspettati di trovare fra le plurimedagliate Anita Baima. Diciassette anni, nata a Cirié in Piemonte, Baima ha sangue ciclisticamente nobile nelle vene, considerando che il suo prozio è Franco Balmamion, vincitore di due Giri d’Italia (1962-63). Anita lo ha salutato come meglio non poteva, portando a casa una maglia iridata.

Baima è stata protagonista assoluta e la cosa ha preso molti alla sprovvista, considerando che agli europei di categoria la si era vista solamente nell’eliminazione, conclusa con un argento. Ma la spiegazione c’è.

«In primavera, nella prova di Nations Cup su strada in Olanda sono caduta alla seconda tappa rompendomi la clavicola. Sono stata costretta a un periodo di inattività e agli europei non ero ancora entrata in condizione, quindi sono stata schierata solo in una prova. Direi però che mi sono rifatta con gli interessi…».

Fase finale dell’eliminazione, Baima coglie di sorpresa la Sharp partendo da lontano
Fase finale dell’eliminazione, Baima coglie di sorpresa la Sharp partendo da lontano
Quante gare hai fatto?

A Cali ne ho disputate tre: lo scratch del primo giorno concluso con un argento, poi l’eliminazione dove ho vinto e l’omnium chiuso al quarto posto.

Partiamo allora dalla prima gara…

Sapevo che nello scratch avevo le caratteristiche adatte per emergere. E’ stata una gara tirata che alla fine mi ha lasciato un po’ d’amaro in bocca. Quando stavo cercando la posizione e stavo per lanciare la volata, c’è stata una caduta e la corsa è stata neutralizzata. Quando si è ripartiti mancavano solo 2 giri e non c’era tempo per trovare la posizione di prima, ho dovuto arrangiarmi.

Il giorno dopo toccava all’eliminazione…

Qui avevo il dente avvelenato per l’esito degli europei. E’ la gara che mi piace di più. All’inizio facevo un po’ fatica a carburare, poi ho sentito la gamba sempre più forte e quando siamo rimaste io e la britannica Sharp non ho voluto correre rischi partendo da lontano, sapevo che era stanca.

Il podio dell’eliminazione, con la piemontese fra la Sharp (GBR) e la Mizutani (JPN)
Il podio dell’eliminazione, con la piemontese fra la Sharp (GBR) e la Mizutani (JPN)
Nell’omnium?

Lì ero piuttosto stanca io. Sono arrivata alla corsa a punti al quarto posto a 4 lunghezze dal podio, ma non avevo abbastanza benzina per recuperare. Ho dato tutto ma non è stato sufficiente.

Hai preso parte a tre prove endurance, come mai non eri nel quartetto, è una specialità che non contempli?

Al contrario, il lavoro in pista era incentrato sull’inseguimento a squadre, solo che l’infortunio primaverile mi aveva messo fuori squadra per gli europei. Ai mondiali Villa ha tenuto della squadra che ha vinto il titolo continentale solo Venturelli e Toniolli, ma per me hanno preferito che facessi le prove di gruppo. Il cittì ci ha detto che voleva innanzitutto che ognuna di noi avesse occasione di gareggiare e fare esperienza. Il quartetto è una bellissima specialità, spero di rientrarci.

Molti ti hanno scoperto per i tuoi risultati su pista, ma anche su strada non vai certo male, considerando l’8° posto alla Gand-Wevelgem…

Sinceramente non saprei scegliere fra le due specialità, anche la strada mi piace molto, purtroppo quest’anno ho avuto poche occasioni per gareggiare ma spero da ora in poi di rifarmi e avere più possibilità. A cominciare dal Giro di Lunigiana.

La Baima impegnata nello scratch, chiuso al secondo posto dietro l’australiana Duncan
La Baima impegnata nello scratch, chiuso al secondo posto dietro l’australiana Duncan
Che tipo di ciclista sei nelle gare in linea?

Innanzitutto sono veloce, infatti non ho paura di buttarmi in volate di gruppo, ma certamente preferisco quelle a ranghi più ridotti. In salita tengo bene, almeno su quelle non troppo lunghe. Sicuramente preferisco le corse d’un giorno, anche perché non ho molta esperienza per quelle a tappe.

Come sei arrivata a fare la ciclista? Ti hanno influenzato i trascorsi in famiglia?

La nostra è sempre stata una famiglia legata al ciclismo. Pedalavano i miei cugini e io, appena smesse le rotelle a 3 anni, mi sono ritrovata a seguirli e gareggiare in una prova promozionale per i più piccoli. Dicono che mi ero divertita così tanto che volevo subito rifarla, così non ho più smesso. Ora corro per la Bft Burzoni VO2 Team Pink e spero di fare sempre meglio.

Poche le sue uscite su strada, ma alla Gand-Wevelgem ha dimostrato di che pasta è fatta
Poche le sue uscite su strada, ma alla Gand-Wevelgem ha dimostrato di che pasta è fatta
Ora che hai una medaglia d’oro mondiale per le mani, che pensieri ti vengono?

Se la guardo mi suscita molta speranza, anche perché sono al primo anno di categoria e con tutto quello che è successo ho portato a casa bei risultati, sono sicura che il prossimo anno con un pizzico di fortuna in più si potranno fare davvero belle cose.

E se ti chiedessero di scegliere?

Come ho detto prima non voglio, si possono fare entrambe e tutti sanno che la pista è fondamentale per la strada, soprattutto per elementi come me che puntano sulla velocità ed esplosività. Non per niente il mio idolo è Elisa Balsamo, che corre e vince dappertutto…

La Bella, la junior filosofa all’esame del mondiale

04.08.2023
5 min
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Se dodici mesi fa qualcuno avesse detto ad Eleonora La Bella che quest’anno al primo anno da junior avrebbe corso il mondiale, probabilmente lo avrebbe preso per visionario. Invece no, domani sarà una delle azzurre che il cittì Paolo Sangalli schiererà nella prova iridata di Glasgow.

L’annata della 17enne della BFT Burzoni finora è stata al di sopra delle aspettative, anche se i suoi attuali tecnici ne avevano già intravisto il potenziale da allieva. La Bella era riuscita ugualmente a sorprenderli con i primi test invernali. Non solo, aveva rilanciato centrando la vittoria in solitaria a Ceriale all’esordio stagionale. Poi è arrivato il bis in Friuli alla quarta gara nella categoria fino al terzo centro ottenuto a metà luglio a Breganze. Nel mezzo c’è stato tanto altro. Piazzamenti, convocazioni in nazionale, due secondi posti ai campionati italiani sia a crono che in linea ed una crescita costante. Eleonora ha appena concluso il ritiro azzurro a Livigno, ne valeva la pena quindi sentire come sta vivendo questo periodo.

Iniziamo dagli ultimi giorni. Cos’hai provato quando hai saputo che correrai il mondiale?

E’ un sogno che si avvera. Già lo era la stagione che stavo facendo, ma così ancora di più. Paolo (il cittì Sangalli, ndr) ci ha anticipato qualcosa durante gli allenamenti a Livigno. Poi un giorno di brutto tempo stavamo facendo i rulli ed è passato da ognuna di noi per comunicare la sua scelta. Quando è stato da me e mi ha detto che avrei corso per poco cado dai rulli (sorride, ndr). In quel momento mi sono sentita subito più energica. Resto concentrata, ma non sento tensione. Domani partiremo con compiti ben precisi.

Avete già parlato di tattica?

Qualcosa sì, anche se è ancora tutta da vedere. Ne parleremo ancora prima della gara. Sappiamo però che correremo per Venturelli, che è il gioiello da proteggere. La capitana è lei, è giusto così ed io sono ben contenta di poterle essere d’aiuto. Ovvio che voglio farmi trovare pronta qualora si dovesse aprire spazio per me ma ora non è nei miei pensieri.

Il podio del tricolore in linea. Dopo l’argento a crono, La Bella ancora seconda, stavolta tra Venturelli e Cagnazzo (foto Franz Piva)
Il podio del tricolore in linea. Dopo l’argento a crono, La Bella ancora seconda, stavolta tra Venturelli e Cagnazzo (foto Franz Piva)
Com’è il rapporto con la nazionale in generale?

Molto buono benché abbia fatto poche corse. La Omloop Van Borsele, dove mi sono dovuta ritirare per una caduta, e il Fiandre dove invece sono riuscita a fare un buon nono posto. Al Nord si impara a correre. Il ritmo è alto e tutte vanno sempre all’attacco. Tra i tecnici ho trovato persone che mi stanno insegnando molto. Anche con le compagne va molto bene. Ad esempio con Federica (Venturelli, ndr) siamo diventate molto amiche. A Livigno siamo state compagne di stanza e ci siamo conosciute meglio. Lei è molto più matura della sua età e di me. Mi dà consigli su tutto e poi è molto precisa, come lo sono io e forse anche di più.

Secondo te perché sei riuscita ad entrare nel giro azzurro?

Eh (sospira e sorride, ndr) forse perché me lo sono meritata. Naturalmente contano le vittorie e i risultati, ma in realtà è per altri motivi. Uno è il coraggio. Quest’anno ho osato di più e ogni tanto sono stata premiata dalla fortuna. Ma principalmente il merito è del buon lavoro che sto facendo grazie alla mia squadra, la BFT Burzoni. Sono cresciuta a livello psicofisico. Siamo un gruppo molto unito. I diesse e lo staff tecnico mi danno sempre tanti suggerimenti e mi chiamano spesso.

Avversarie e amiche. La Bella ha stretto un bel rapporto con Venturelli grazie ai ritiri azzurri
Avversarie e amiche. La Bella ha stretto un bel rapporto con Venturelli grazie ai ritiri azzurri
Che cosa ti dicono?

Le loro telefonate abbattono la lunga distanza che ci divide. L’ambientamento è stato ottimo anche se io sono timida e ci metto un po’ a sciogliermi. In squadra siamo tutte di regioni diverse e il mio accento laziale mi ha aiutato (ride, ndr). Le gare poi hanno rafforzato il nostro legame.

Vista la tua stagione avverti un po’ di pressione?

Assolutamente no. Non mi aspettavo di fare un 2023 del genere, ma non mi monto la testa. So che devo crescere e migliorare ancora. Prendo tutto quello che viene, sia le cose positive che le negative. Sono al primo anno da junior e non sono preoccupata dalla differenza fisica o anagrafica. Ogni domenica faccio un reset dimenticando tutto quello che ho fatto prima. Parto per fare la corsa se mi si addice, altrimenti mi metto al servizio delle compagne ben volentieri o comunque seguo quello che mi dicono i diesse.

Completiamo la tua descrizione. Chi è Eleonora La Bella?

Sono una ragazza che vive ad Anagni, in provincia di Frosinone. Ho corso con il Punto Bici di Aprilia da esordiente e da primo anno allieva. L’anno scorso invece ero con Il Pirata Vangi tra Toscana e Lazio. Frequento il liceo classico Alighieri della mia città e l’anno prossimo affronterò la maturità visto che ho fatto la “primina”. La media dei voti è alta e vorrei continuare facendo l’Università, magari Lettere o Psicologia. A scuola stiamo studiando filosofia con i testi di latino e greco. Sono affascinata da queste materie, mi hanno aiutato a crescere, anche in gara. Carpe diem, “cogli l’attimo”, o Pàthei màthos, “apprendimento attraverso la sofferenza” sono frasi precise per noi ciclisti.

Donne junior ed esperienza internazionale. Parla Sangalli

17.03.2023
6 min
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«Quest’anno vorrei far capire meglio alle junior cosa si dovranno aspettare quando faranno il grande salto nel WorldTour». Paolo Sangalli, cittì della nazionale femminile, ha già indicato la mission da perseguire nei prossimi mesi per le azzurre più giovani.

Il pensiero del tecnico milanese scatta d’obbligo considerando che gli esempi di Barale un anno fa e Ciabocco quest’anno (entrambe passate al Team DSM) potrebbero ripetersi a fine 2023, quando i team più importanti busseranno al mercato di casa nostra per prendere le migliori giovani. Parafrasando lo stesso Sangalli, quella delle junior è una categoria molto didattica, nella quale si insegna alle ragazze a diventare corridori, specie fuori dai propri confini. Dopo le due gare iniziali (in apertura foto Franz Piva), concluse con risultati un po’ a sorpresa, il calendario propone i primi appuntamenti internazionali che daranno il definitivo “la” ad un’annata da seguire con particolare interesse.

Il cittì Sangalli vuole preparare le junior all’eventuale salto nel WorldTour
Il cittì Sangalli vuole preparare le junior all’eventuale salto nel WorldTour
Paolo in questo weekend c’è il Piccolo Trofeo Binda. Cosa ti aspetti?

Come sempre, la gara di Cittiglio è il primo appuntamento internazionale in cui ci dobbiamo rapportare con le straniere. Cambia tanto, forse tutto, per le ragazze che hanno corso le prime due gare in Italia. Per me Cittiglio sarà una tappa di avvicinamento alla Gand-Wevelgem del 26 marzo, che a sua volta mi darà ulteriori indicazioni per la Omloop Van Borsele (21-23 aprile, ndr), il Tour dell’Occitania (6-7 maggio, ndr) e il nuovo Giro delle Fiandre del 21 maggio. Ricordiamoci che fare risultato in queste corse significa poi poter schierare una ragazza in più al mondiale.

Di questo inizio di stagione hai già qualche primo riscontro?

A dire il vero mi sono sentito solo con diversi diesse. Rossella (Callovi, la sua collaboratrice, ndr), che era con me al Nord per seguire in particolar modo la van Drenthe delle elite che si correva sul percorso degli europei, è riuscita a seguire la gara di Gossolengo appena siamo atterrati. Abbiamo visto che le due gare le ha vinte entrambe la Bft Burzoni con La Bella e Baima che sono due junior del primo anno. Non nascondo che questi risultati ci abbiano incuriositi però voglio vedere tutte le ragazze con i miei occhi e lo farò a Cittiglio. Abbiamo un movimento sano, con tante buone realtà che lavorano bene ma per me questo sarà un anno importante e diverso per queste ragazze.

Per quale motivo?

Le attuali junior sono quelle esordienti o allieve che durante la pandemia hanno perso quella continuità psicofisica che è fondamentale a quell’età. Tre anni fa facevano fatica ad allenarsi le elite, figuratevi ragazzine di 13/15 anni. All’epoca qualcuna di loro non aveva in casa rulli o ciclomulini per allenarsi e restare ferme due mesi è stato dannoso. Mentre invece altre hanno fatto pure troppo. E’ vero che sono passati tre anni, ma non avevamo precedenti su cui poter contare e quindi alcune situazioni le vedremo proprio nei prossimi mesi. Spero che il 2023 possa essere una stagione in cui colmare questo gap e in cui ritrovare la vera, giusta continuità.

E sul discorso dei rapporti cosa ci dici?

Anche le ragazze come i maschi non saranno più obbligate ad usare le classiche combinazioni. Ad esempio, chi era già forte prima a crono, ora potrà sviluppare ancora più potenza. Anche questo aspetto andrà seguito con molta attenzione.

Per europei e mondiali Sangalli vuole junior veloci, reattive e che tengano sugli strappi (foto Franz Piva)
Per europei e mondiali Sangalli vuole junior veloci, reattive e che tengano sugli strappi (foto Franz Piva)
Per la Gand sai già chi portare?

Sicuramente il Piccolo Binda mi aiuterà a sciogliere le riserve. Una pre-lista di convocate va comunicata tre settimane prima senza veri dati alla mano. Così dobbiamo affidarci anche a ciò che ci dicono i diesse delle varie squadre. Per la verità loro in maniera molto onesta, come sempre hanno fatto, ci danno un riscontro sulle ragazze più in forma in base ai loro parametri. E questo tipo di dialogo trasparente è stato fortemente promosso dalla Federazione per radicare ancor di più la collaborazione tra nazionale e club. In ogni caso di nomi ancora non ne faccio perché non ho nulla di certo in mano.

Proprio la Bft Burzoni correrà in Belgio. Sarà un ulteriore modo di visionare ragazze.

Sapete che noi cerchiamo di vedere più gente possibile all’opera. Consideriamo sia la ragazza che ogni domenica corre da sola sia quella che è in un team molto più numeroso. Per il resto mi fa piacere che alla Gand ci saranno dodici italiane che faranno esperienza in campo internazionale. D’altronde, come dicevo prima, abbiamo interesse comune a fare punti. A parte il risultato, in queste corse vorrei che arrivasse un messaggio forte. Ovvero capire ciò che c’è fuori dall’Italia. Uno degli obiettivi è far fare più esperienza possibile a più atlete possibili. Se arriva un team WorldTour che, ad esempio, si prende la campionessa italiana, io vorrei che lei sapesse già cosa c’è di là.

Venturelli e Toniolli sono le due ragazze che guidano la nidiata. C’è qualche altra ragazza da cui il cittì Paolo Sangalli si attende qualcosa in particolare?

Ripeto che di nomi non ne faccio (sorride, ndr), ma ovvio che loro due siano quelle più esperte, visto che sono già nel giro azzurro stabilmente. Federica (Venturelli, ndr) adesso sta recuperando perché tra ciclocross e scuola ha passato un inverno intenso. Non può essere sempre performante ed è necessario che tiri il fiato. Rientrerà con calma. Con Alice (Toniolli, ndr) invece approfondiremo il discorso crono. Diciamo che in generale mi aspetto conferme da tutte, a cominciare dalle junior del secondo anno, che dovrebbero fare la differenza.

E in vista di europeo e mondiale che atlete ci vorranno?

Serviranno ragazze esplosive, reattive e veloci. Entrambe le corse, seppur con qualche differenza, prevedono strappi, curve secche e rilanci. Ne abbiamo diverse di corridori così ma dovremo lavorare assieme affinché ci arrivino in forma visto che il mondiale ad agosto ci scombussola un po’ i piani. Abbiamo tempo per prepararci e farci trovare pronti.