Il ritorno in pista di Arianna Fidanza: un bronzo che vale tanto

11.09.2025
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Otto anni dopo Arianna Fidanza è tornata a girare su pista, anzi a gareggiare. Negli europei di Erfurt, in Germania, la bergamasca ha conquistato la medaglia di bronzo nel derny (in apertura foto UEC). Un metallo importante per il suo rientro in pista, un’occasione arrivata all’improvviso e che stava per sfumare vista la brutta caduta che l’ha vista coinvolta al Kreiz Breizh

Infatti una settimana prima di prendere l’aereo per la Germania, Arianna Fidanza si è trovata in ospedale con una distorsione del legamento acromio clavicolare della spalla sinistra. 

«Il recupero procede bene – ci racconta la più grande delle due sorelle Fidanza – anche perché sono riuscita a correre su pista. Dopo la finale del derny mi si è infiammata un po’ la spalla a causa dello sforzo. Sono ancora convalescente, infatti salterò le prossime due gare su strada che erano in programma il 13 e il 14 settembre».

Arianna Fidanza pochi giorni prima dell’europeo derny ha riportato un infortunio alla spalla sinistra (foto Instagram)
Arianna Fidanza pochi giorni prima dell’europeo derny ha riportato un infortunio alla spalla sinistra (foto Instagram)

Tutto all’ultimo

La caduta alla Kreiz Breizh del 28 agosto stava per far saltare la spedizione continentale, i giorni successivi sono stati di recupero e riflessione. L’infortunio non era così grave da costringere Arianna Fidanza a un forfait obbligato. Ha avuto il tempo per capire e provare e la decisione di correre comunque è arrivata quasi in extremis

«La dinamica dell’incidente – spiega l’atleta della Laboral Kutxa – è stata banale: eravamo in fuga in tre, con strada bagnata e nell’affrontare una curva la ragazza davanti a me è caduta. Io per evitarla ho frenato, ma appena ho toccato i freni mi è scivolata via la ruota anteriore. Sono andata a terra con il peso tutto sulla spalla. In ospedale mi hanno detto che non c’era nulla di rotto, ma un distaccamento tra la clavicola e l’acromion. Sono rimasta ferma per quattro giorni, nei quali non sapevo se sarei riuscita a correre o meno».

La proposta di tornare a correre su pista è arrivata all’improvviso, due settimane prima dell’europeo di Erfurt (foto UEC)
La proposta di tornare a correre su pista è arrivata all’improvviso, due settimane prima dell’europeo di Erfurt (foto UEC)
Quando lo hai deciso?

Nel momento in cui sono uscita per fare due allenamenti, uno su strada il lunedì e l’altro martedì, in pista. Già nel primo avevo visto che riuscivo a sopportare il dolore, allora il giorno dopo ho provato sul parquet. Come superficie ha meno sollecitazioni, riuscivo a correre. Ho preso la decisione di gareggiare e mercoledì siamo partiti per andare in Germania».

Non l’avvicinamento ideale…

Esatto, arrivavo da uno stop di quattro giorni nei quali non ho fatto nulla. L’ora e mezza che sono riuscita a pedalare su strada non era sufficiente, inoltre non ero riuscita a fare lavori specifici. Qualcosa ho fatto il giorno dopo su pista, ho visto che rispondevo bene ma non sapevo cosa aspettarmi

Il feeling con Christian Dagnoni, il pilota del derny, è stato subito buono (foto UEC)
Il feeling con Christian Dagnoni, il pilota del derny, è stato subito buono (foto UEC)
Dopo otto anni lontana dalla pista lo possiamo definire un buon ritorno?

Sì, devo ringraziare la famiglia Dagnoni perché sono stati loro a chiedermi di correre dimostrando tanta fiducia nei miei mezzi. Ho deciso di accettare questa sfida un po’ perché mi mancava correre in pista e per la sensazione di gareggiare in un contesto del genere. 

Quando è arrivata la proposta?

Due settimane prima dell’europeo. Avevo fatto un paio di allenamenti in pista a dicembre ma non avevo in mente di gareggiare. Però devo ammettere che tornare sul parquet è stato emozionante, mi mancava la sensazione che ti dà la pista. 

Fidanza e Dagnoni hanno impostato una tattica basata su un ritmo costante (foto UEC)
Fidanza e Dagnoni hanno impostato una tattica basata su un ritmo costante (foto UEC)
Com’è stato riprendere il feeling con il derny?

Mentalmente non è stato complicato, sapevo di dover dare il massimo e che mi sarei dovuta fidare del pilota: Christian Dagnoni. La difficoltà maggiore è stata quella tecnica, su strada non avevo mai lavorato per avere una cadenza di pedalata elevata. Sapevo di poter contare sulla resistenza che mi ha dato la strada, inoltre il velodromo era semiaperto e questo aumentava il dispendio energetico in corsa, serviva ancora più resistenza. 

E l’intesa con il pilota?

Christian Dagnoni è stato molto bravo. Il giorno prima di correre abbiamo fatto una prova e l’intesa è stata subito buona. La tattica era di fare una gara a ritmo regolare, votata alla resistenza. Dagnoni ha saputo gestire al meglio il ritmo, mi controllava sempre con la coda dell’occhio.

Podio europeo derny 2025: vince la coppia tedesca Reibner-Mobus, terzi Fidanza-Dagnoni (foto UEC)
Il bronzo europeo è una rivincita importante per Arianna Fidanza, un premio per una stagione difficile (foto UEC)
Ti saresti mai aspettata un risultato del genere?

Appena superate le qualifiche mi sono detta: «Ho fatto un primo passo importante». La finale prevedeva una distanza doppia (30 chilometri rispetto ai 15 chilometri delle qualifiche, ndr). Un fattore che giocava a mio favore. 

Sul podio cosa hai pensato?

Ero felice, sapevo di aver dato tutto. Ci sono dei tasselli mancanti, perché la preparazione non è stata delle migliori visto l’infortunio, però ero contenta. Il bronzo europeo vale tanto, è un premio a una stagione sfortunata nella quale però non ho mai mollato. 

Ora torni in pista?

Domani (mercoledì per chi legge, ndr) per una sessione di allenamento. Ma non ho programmi, mi godo il momento. Poi in futuro chissà…

In Centramerica sboccia una nuova Tomasi, sprinter di rango

13.04.2025
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La voce al telefono tradisce subito tutta la sua gioia. Da noi è tardo pomeriggio, per Laura Tomasi è ancora mattina e si appresta ad affrontare l’ultima prova della sua lunga trasferta in El Salvador, con il Giro a tappe e 4 classiche locali. Una trasferta proficua, che le ha portato la sua prima vittoria in maglia Laboral Kutxa e due podi (il terzo sarà proprio dopo la telefonata, nella classica conclusiva). Per la ciclista di Miane un bilancio decisamente sontuoso.

«Un’esperienza bella – esordisce la Tomasi – ma non lo dico solamente per i risultati. Io non ero mai stata da questa parte dell’Atlantico, per me era tutto nuovo, ma devo dire che a parte il caldo umido un po’ pesante in alcuni frangenti, ci siamo davvero divertite».

La volata vincente della Tomasi che ha portato a casa anche tre secondi posti (foto Laboral Kutxa)
La volata vincente della Tomasi che ha portato a casa anche tre secondi posti (foto Laboral Kutxa)
Raccontaci che tipo di gare avete affrontato…

La prima, il Grand Prix Boqueron, consisteva in una cronoscalata su un vulcano, per me è stato un po’ prendere le misure con questo tipo di gare. Il giorno dopo partiva il Giro di El Salvador, che consisteva in un breve prologo serale e 4 tappe. Non avevo mai gareggiato alle 20,30, è stato qualcosa di abbastanza strano anche se erano solo 2 chilometri. Poi abbiamo affrontato 4 tappe, non molto lunghe rispetto ai nostri canoni abituali, ma abbastanza movimentate.

Come vi siete strutturate?

Noi avevamo principalmente due obiettivi: correre per la classifica e per i traguardi di tappa. In questi io sono stata abbastanza soddisfatta con due piazze d’onore, in una finendo davanti ad Arianna Fidanza, ma nelle tappe a noi non congeniali dovevamo lavorare per Usoa Ostolaza che puntava alla vittoria e alla fine le è sfuggita per soli 2”, con Yanina Kuskova terza. In quel caso il prologo è stato determinante per favorire la vincitrice, la svizzera Hartmann che ha bissato il successo del 2024. L’ultima tappa non era sufficiente per recuperare, anche se Usoa ha vinto.

Il podio del GP El Salvador con la Tomasi al centro fra Sara Fiorin e l’irlandese Griffin (foto Laboral Kutxa)
Il podio del GP El Salvador con la Tomasi al centro fra Sara Fiorin e l’irlandese Griffin (foto Laboral Kutxa)
La vincitrice fa parte della Ceratizit: il confronto per la vittoria è stato con la formazione tedesca del WorldTour?

Con loro e con la Roland, altra squadra della massima serie. In gara la differenza con le formazioni sudamericane e del posto si vedeva, soprattutto nella gestione della corsa. Io credo che sia un discorso legato soprattutto all’esperienza, è chiaro che poter correre continuamente con le squadre WorldTour aiuta, poi in questi contesti gestisci un po’ la situazione dal punto di vista strategico.

Poi è arrivata la vittoria…

Sì, il calendario della trasferta prevedeva anche altre tre classiche d’un giorno, io mi sono aggiudicata la prima, il GP El Salvador in una volata generale, come anche l’ultima, il GP Surf City si è concluso allo stesso modo, ma lì sono arrivata dietro alla polacca Rysz. Il bilancio è comunque altamente positivo e mi dà molta fiducia per il mio ritorno in Italia.

Il caldo umido è stato il principale ostacolo delle corse disputate nel Paese centroamericano
Il caldo umido è stato il principale ostacolo delle corse disputate nel Paese centroamericano
Ora sei al secondo anno nel team basco, come ti trovi?

Molto bene, perché con l’andare del tempo ho visto che hanno una visione dell’attività molto simile alla mia, puntando a competere sempre più con le squadre più forti. In questo modo noi abbiamo la possibilità di crescere, di maturare. Certo, queste in Centro America non erano proprio gare come le classiche belghe, ma essere state protagoniste con vittorie e podi a ripetizioni ha comunque un suo significato.

Questo dipende anche dalla gestione del team, un po’ diversa da quella maschile molto più nazionalista, dove non ci sono stranieri?

Sono due entità diverse, dipendenti entrambe dalla Fondazione Euskadi, ma ognuna procede per proprio conto, con un suo staff e sue regole. Oltretutto abbiamo anche sponsor completamente diversi. Nel nostro team siamo di più nazioni, ma posso assicurare che noto un fortissimo senso di appartenenza: i Paesi Baschi mi sono sempre piaciuti per questo, c’è un legame indissolubile con il territorio e se per la squadra maschile è un po’ totalizzante, per noi si fonde con le nostre diverse culture. A me piace molto questa commistione.

Il team basco è multinazionale. In El Salvador c’era anche Arianna Fidanza
Il team basco è multinazionale. In El Salvador c’era anche Arianna Fidanza
E adesso?

Adesso si torna in Italia e inizia la preparazione per la Vuelta. E’ chiaro che per la nostra squadra la corsa a tappe iberica ha un sapore particolare, vogliamo fare bene anche se avremo di fronte tutto il meglio del ciclismo mondiale. Ma abbiamo dimostrato di sapercela cavare in ogni frangente e questo carico di fiducia che mettiamo in valigia ci aiuterà sicuramente. Mettere una firma anche in una volata della Vuelta non sarebbe male…

Laboral Kutxa, a casa del team basco sempre più tricolore

07.11.2024
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Gli arrivi di Alice Maria Arzuffi e Arianna Fidanza alla Laboral Kutxa hanno fatto scalpore. Il contingente italiano nel team basco sale a 5 atlete (si aggiungono a Debora Silvestri, Laura Tomasi e Cristina Tonetti riconfermate nel team) e fa della squadra una delle formazioni estere a più alta conformazione tricolore. Anche perché le due atlete in questione aggiungono ambizioni alla formazione iberica, che nel medio-lungo periodo vuole fare il grande salto nel WorldTour.

Ion Lazkano, 35 anni, al timone del team femminile basco dal 2021
Ion Lazkano, 35 anni, al timone del team femminile basco dal 2021

Le due azzurre non sono gli unici acquisti della Laboral Kutxa, che ha pescato con profitto anche nei Paesi dell’Ex Unione Sovietica, ma il gruppo tricolore è il più numeroso, quasi quanto quello delle padrone di casa e questo solleva curiosità. Che il direttore sportivo, il giovane Ion Lazkano, in carica dal 2021, è pronto a soddisfare.

Come giudichi la stagione vissuta dalla squadra?

E’ stata sicuramente una buona annata, con 6 vittorie (tra cui l’ultima della Silvestri alla Pionera Race, ndr) e con due titoli nazionali vinti con la Ostolaza in Spagna e la Yonamine in Giappone. Lottare per le wilcard era uno degli obiettivi della squadra ed è stato positivo alla fine perché abbiamo lottato duramente fino all’ultimo e anche se non ci siamo riusciti, siamo andati vicini ai 3.000 punti e questo è un grande risultato. Io sono molto soddisfatto del lavoro svolto e soprattutto dei passi avanti che la squadra sta facendo.

L’ultima vittoria del team nell’anno, grazie a Debora Silvestri alla Pionera Race davanti alla compagna Soto
L’ultima vittoria del team nell’anno, grazie a Debora Silvestri alla Pionera Race davanti alla compagna Soto
Il prossimo anno ci saranno 8 straniere su 14 atlete: la squadra ha ancora un’anima legata ai Paesi Baschi?

Io direi di sì. Il progetto è che per quanto possibile abbiamo il numero massimo di corridori baschi, il prossimo anno saranno 5 le atlete che vengono dai Paesi Baschi in aggiunta a un’altra spagnola. Per noi è importante avere questo segno distintivo. Noi siamo un po’ il riferimento di tutta la nostra terra, dobbiamo prendercene cura, ovviamente. E lavorare per questo senza alcun dubbio.

Ci sono ben 5 italiane: come mai avete tanta fiducia nelle cicliste del nostro Paese?

Nei nostri anni di esperienza, lavorando con cicliste italiane ci siamo sempre trovati molto bene. Diciamo che la mentalità o la cultura ciclistica che possiamo avere in Spagna come in Italia sono molto simili, d’altronde fa parte un po’ della nostra storia il legame stretto fra i nostri due Paesi. Alla fine è una miscela che abbiamo visto funzionare bene e siamo andati avanti su quella strada con gli ingaggi di Arzuffi e Fidanza perché crediamo che daranno un contributo decisivo alla crescita di tutta la squadra.

Usoa Ostolaza, per lei 3 successi in stagione e buone prove al Giro e al Tour
Usoa Ostolaza, per lei 3 successi in stagione e buone prove al Giro e al Tour
Alla Arzuffi chiederete un ruolo più da leader?

Sì, vediamo che Alice viene da una bella stagione, quest’anno si è visto un suo deciso salto di qualità, sia nelle gare WorldTour che in altri appuntamenti. Credo che anche nel nostro team potrà avere quello spazio per continuare a sviluppare quelle capacità. Cercheremo ovviamente di coprire tutte le esigenze e di darle quella fiducia affinché possa continuare a fare passi avanti nella sua carriera sportiva.

Perché avete scelto Arianna Fidanza?

Noi dobbiamo anche guardare al discorso legato ai punti Uci, al ranking. Arianna è molto quotata ma al tempo stesso può darci un contributo importante per raggiungere bottini significativi di punti. Sarà importante nel suo caso scegliere un buon calendario, che possa garantire un buon carico di punti grazie alle sue doti di velocista, quindi guarderemo al livello delle competizioni ma anche ai percorsi più adatti alle sue caratteristiche. Lei può essere un’arma in più nel cammino verso la licenza World Tour che speriamo di ottenere nel 2026.

Ci sono altre cicliste italiane che seguite, magari anche fra le più giovani?

Sì, noi guardiamo sempre con molto interesse al mercato italiano, visioniamo un sacco di gare. Non abbiamo una squadra di riferimento, né pensiamo di stabilire un legame particolare, andiamo random e se capita una buona occasione, un posto disponibile per un nuovo talento saremo pronti a valutare la cosa.

Tra il vostro e un team WorldTour ci sono tante differenze?

Molte. D’altro canto vediamo che ci sono differenze anche tra le stesse squadre del massimo circuito, legate alla forza economica di ogni team. Se parliamo del paragone fra noi e loro è chiaro che la prima discriminante è il calendario. Noi dobbiamo guadagnarci l’opportunità di essere nelle grandi gare che per loro è garantita. Poi c’è il discorso relativo agli stipendi, nel WT ci sono dei minimi. Oggi non possiamo raggiungere quei livelli di budget e questo influisce molto. Noi dobbiamo ragionare su quel che possiamo fare, sul massimizzare i risultati in relazione ai nostri sforzi e le nostre possibilità.

Laura Tomasi, riconfermata nel team iberico dopo una buona seconda parte di stagione
Laura Tomasi, riconfermata nel team iberico dopo una buona seconda parte di stagione
Che ambizioni avete per la prossima stagione?

Soprattutto fare ancora meglio di quanto ottenuto nel 2024, ma non parlo solo di risultati, quanto anche di dinamiche di gruppo, di crescita nella gestione. La stagione appena chiusa è stata anche difficile perché non avevamo preventivamente le garanzie per andare avanti secondo i nostri progetti. Ora possiamo pianificare meglio in modo che alla fine la prestazione sia ottimale.

Arianna Fidanza, una mental coach per rinascere alla Laboral

02.11.2024
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E’ un periodo di novità importanti per Arianna Fidanza e si sa quanto possano fare bene per rilanciarsi. Testa e fisico devono andare di comune accordo per ottenere il massimo e lo sa bene la 29enne bergamasca che nell’arco di qualche giorno ha tagliato due nuovi traguardi. Prima il certificato di mental coach, poi la firma di un biennale alla Laboral Kutxa-Fondacion Euskadi.

Parlando con Arianna traspare tutta la sua soddisfazione. Le due stagioni con la Ceratizit-WNT hanno avuto un bilancio comunque positivo, ma lei sentiva il bisogno di ampliare la sua carriera di atleta con nuove motivazioni dopo un 2024 che le ha riservato più noie che gioie. Ora si sta godendo gli ultimi giorni di stacco, poi fra qualche settimana inizierà la nuova avventura con la formazione spagnola. Ci ha raccontato tutto.

Ad ottobre Arianna Fidanza ha conseguito il diploma di mental coach. In futuro vuole aiutare i giovani atleti con la sua esperienza
Ad ottobre Arianna Fidanza ha conseguito il diploma di mental coach. In futuro vuole aiutare i giovani atleti con la sua esperienza
Arianna sei diventata una mental coach qualificata. Da dove nasce questa volontà?

Alle superiori ho fatto il liceo socio-pedagogico e mi sono sempre piaciute le materie di scienze sociali. Mi sarebbe piaciuto studiare psicologia, ma per i tanti motivi legati alla mia attività non sono riuscita a fare l’università. Era da un po’ di tempo che volevo prendere questo diploma, poi ho deciso di farlo soprattutto dopo questa stagione in cui non ho passato bei momenti. Perché la testa aiuta. Lo sapevo e l’ho capito una volta di più.

Com’è stato il percorso per questo diploma?

Ho fatto un corso di 6 mesi sostenendo l’esame finale a Milano a fine ottobre. In questo periodo ho dovuto fare un tirocinio lavorando con tre persone. Era compito mio trovarle chiedendo la loro disponibilità di essere seguite da me. Con ognuna di esse abbiamo fatto cinque sessioni, facendo dei faccia a faccia e trattando tanti temi. Naturalmente mi è servito tutto per l’esame e conseguire la qualifica.

Arianna ha iniziato bene il 2024 con diverse top 10, poi ha pagato un calo di condizione dovuto a vecchi problemi fisici
Arianna ha iniziato bene il 2024 con diverse top 10, poi ha pagato un calo di condizione dovuto a vecchi problemi fisici
Ti sei creata un’opportunità in più per il futuro, giusto?

Esattamente. Mi piacerebbe un giorno poter aiutare gli altri, magari consigliando i giovani atleti portando la mia esperienza. Credo che sia importante per loro. A gennaio farò trent’anni e non penso di essere vecchia, ma da quando ero juniores io il ciclismo è cambiato tantissimo. In questi anni ho visto tante ragazze forti che hanno abbandonato perché non avevano quel necessario supporto mentale. Adesso la figura del mental coach è presente in ogni team professionistico e solo nelle squadre giovanili più attrezzate. Anche la Federciclismo è andata avanti molto con il suo ruolo.

Possiamo dire che è un bene che ci sia questa figura e dall’altra un male perché sono sempre più crescenti i problemi di stress creati dalla società in cui viviamo?

La vita di tutti i giorni purtroppo è sempre più frenetica. Siamo sempre sotto pressione per qualsiasi cosa, mentre nei ragazzi è sempre più frequente il deficit di attenzione. Sono tutti temi che per forza di cose dobbiamo affrontare. Dipende da persona a persona, ma credo che possa essere un bene il mental coach se una persona riesce a collaborare. Non è facile o scontato perché uno deve mettere a nudo le proprie debolezze. Ci vogliono pazienza e fiducia. Il discorso vale anche nel ciclismo tra atleta e mental coach. Possiamo dire che questo rapporto funziona se lo vediamo come risorsa anziché come impegno o forzatura.

In 8 lasciano la Ceratizit. Oltre ad Arianna, la sorella Martina va alla Visma | Lease a Bike, Marta Lach alla SD Worx-Protime
In 8 lasciano la Ceratizit. Oltre ad Arianna, la sorella Martina va alla Visma | Lease a Bike
Nel frattempo hai lasciato la Ceratizit e forse in tanti non se lo aspettavano. Come mai?

Ci sono dietro una serie di motivi, sia fisici che tecnici. Avevo iniziato il 2023 molto bene (vincendo subito ad Almeria, ndr), ma le tante cadute si sono fatte sentire col passare del tempo e quest’anno le ho pagate tutte, con valori molto bassi. Anche quest’anno ero partita bene, nel mentre in squadra erano cambiate tante cose e tanti equilibri. Per dire, andiamo via in otto ragazze, compresa mia sorella che ha accettato una bella offerta della Visma | Lease a Bike. Le difficoltà principali sono legate ai cambi di programmi e alla mia gestione. Col mio allenatore diventava difficile programmare un’altura o la preparare alcune gare. Ad esempio tra maggio e giugno ho fatto il blocco delle corse in Spagna che non sono adatte alle mie caratteristiche. Tuttavia ho sempre dato il meglio di me, impegnandomi al massimo. Ho scelto quindi di cambiare aria.

Ed è arrivata la Laboral. Com’è nato il contatto con loro?

Prima dell’estate mi sono sentita col diesse Ion Lazkano. Avevo più opzioni, ma loro mi sono piaciuti molto per l’approccio. Abbiamo fatto una videochiamata dove hanno manifestato l’interesse per me, confidando nel mio rilancio e nelle mie potenzialità. Prima di decidere ho sentito Ane Santesteban con cui ho corso nella Jayco e naturalmente tutte le italiane che corrono lì, anche la stessa Quagliotto che va alla Cofidis. Tutte mi hanno dato un riscontro positivo. Ad inizio ottobre ho avuto una nuova chiamata e abbiamo trovato l’accordo. Hanno un bel progetto, molto stimolante. Anzi vi anticipo già una risposta.

Quale?

In tanti mi hanno detto che scendo di categoria e so che magari in tanti non condividono questa mia scelta. Non penso assolutamente di fare un passo indietro perché la Laboral è una formazione ambiziosa. Quest’anno hanno corso anche il Tour Femmes da protagonista con Tonetti in maglia a pois. Vogliono diventare WorldTour, per il quale avevano fatto richiesta per quest’anno, ma intanto nel 2025 prenderanno la licenza Professional se passerà veramente la riforma dell’UCI. Come dicevo prima, ho scelto il loro progetto. E fra poco partiremo per un training camp di cinque giorni nei Paesi Baschi senza bici per conoscerci meglio.

Nel 2024 Arianna ha disputato 39 giorni di gara con tanti programmi cambiati. Dopo il Giro Women solo altre 3 corse
Nel 2024 Arianna ha disputato 39 giorni di gara con tanti programmi cambiati. Dopo il Giro Women solo altre 3 corse
Che obiettivi si è data Arianna Fidanza per il 2025?

Ho già cerchiato in rosso qualche gara del calendario, quelle con i percorsi mossi e inclini a me. Vorrei riprendere la costanza di prestazioni e risultati come qualche anno fa, ma soprattutto vorrei ritrovare la gioia di andare alle gare. Perché la testa e le motivazioni possono fare la differenza

Ceratizit, il WorldTour come coronamento di un percorso

23.12.2023
4 min
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La Ceratizit-WNT è sempre stata considerata una formazione continental “sui generis”. Ce lo hanno ripetuto a più riprese tutte le italiane che corrono o hanno corso con i loro colori. Finalmente, verrebbe da dire, dieci giorni fa il team tedesco ha fatto quell’upgrade che voleva, ricevendo dall’UCI la licenza WorldTour.

A fine 2023 la Ceratizit ha chiuso al decimo posto nel ranking internazionale, prima dei team continental, dopo i podi di categoria nei due anni precedenti e completando una incredibile escalation che solo nel 2018 la vedeva al 34° posto assoluto. Dalle parole di Arianna Fidanza abbiamo voluto capire cosa cambia con l’acquisizione di questo status.

Nel 2023 la Ceratizit ha fatto un calendario quasi da WT, chiudendo al decimo posto del ranking internazionale, prima dei team continental
Nel 2023 la Ceratizit ha fatto un calendario quasi da WT, chiudendo al 10° posto del ranking internazionale

I ringraziamenti di Baldinger

«Vorrei ringraziare tutta la squadra e lo staff – ha dichiarato a caldo Dirk Baldinger, capo dei diesse della Ceratizit-WNT – per il loro duro lavoro, così come ringrazio tutti gli sponsor che hanno creduto nel nostro progetto negli ultimi dieci anni. Eravamo tutti motivati per raggiungere questo obiettivo e siamo felici di averlo centrato grazie ad undici vittorie con sei atlete diverse».

La notizia in ritiro

Dall’8 al 20 dicembre il neo-team WorldTour ha svolto il ritiro a Calpe. Non solo allenamenti e prove di materiali, ma anche attenzione sugli aspetti societari. Arianna Fidanza sa che la sua è una squadra-azienda, per effetto dello sponsor principale.

«Quando è stata fatta la richiesta – racconta la bergamasca che compirà 29 anni il prossimo 6 gennaio – eravamo abbastanza sicuri di passare nel WorldTour, però finché non arriva la conferma mai dire mai. Poi il 12 dicembre quando siamo rientrati dall’allenamento, i nostri dirigenti ci hanno comunicato che avevamo ottenuto la licenza. Nonostante ce lo aspettassimo, ci sono stati davvero tanta soddisfazione, orgoglio e gioia. E’ stato più che comprensibile, per la società è stato il coronamento di un percorso iniziato anni fa. Alla sera siamo andati tutti assieme in un locale a fare un piccolo festeggiamento perché comunque il giorno dopo ci aspettava un’altra seduta di allenamenti».

Inizio escalation. L’allora WNT Rotor (con Magnaldi e Vieceli) vince la classifica a squadre del Giro Donne 2019 (foto facebook)
Inizio escalation. L’allora WNT Rotor (con Magnaldi e Vieceli) vince la classifica a squadre del Giro Donne 2019 (foto facebook)

Pochi cambiamenti

Il suo contributo Arianna Fidanza l’ha dato eccome alla sua Ceratizit. A fine gennaio al debutto ad Almeria le aveva regalato la prima delle undici vittorie stagionali, aiutando poi le compagne in più occasioni, compresa la sorella Martina nel successo di Mouscron. Ma l’anno prossimo cosa potrebbe esserci di nuovo?

«Fondamentalmente per noi cambia poco – prosegue – perché già quest’anno abbiamo fatto praticamente un calendario WorldTour. La Ceratizit nel 2022 aveva chiuso al terzo posto del ranking continental, ma la Plantura-Pura era diventata WorldTour (poi con la denominazione Fenix-Deceuninck, ndr) e la Valcar si era trasformata nel devo team della UAE Team ADQ. Quindi in virtù dei punti ottenuti e a queste nuove licenze, la squadra ha potuto usufruire degli inviti praticamente obbligatori nelle corse più importanti, come classiche e giri a tappe.

Arianna Fidanza apre il 2023 vincendo ad Almeria. Era il primo degli undici successi conquistati dalla Ceratizit
Arianna Fidanza apre il 2023 vincendo ad Almeria. Era il primo degli undici successi conquistati dalla Ceratizit

«A livello organizzativo – spiega Arianna, che torna nel WT dopo il biennio nella Jayco – la nostra squadra era già estremamente preparata. Lo status sulla maglia indicava “continental”, ma eravamo un team WorldTour in tutto e per tutto. Non ci è mai mancato nulla. Quella sarà l’unica vera differenza,. Per il resto abbiamo sempre affrontato le corse con una mentalità da squadra di categoria superiore, pur consapevoli dei nostri mezzi e della concorrenza. Il 2024 è veramente dietro l’angolo. Non andremo in Australia per il DownUnder e faremo un nuovo ritiro a Calpe a gennaio per iniziare la stagione in Europa. Tra i vari obiettivi credo proprio che ci sarà quella di continuare a crescere e consolidarsi nelle prime dieci posizioni del ranking».

Arianna & Martina, l’anno insieme delle “Fidanzas”

04.10.2023
8 min
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CARPI – La loro prima stagione assieme alla Ceratizit-WNT sta per finire e ce n’è un’altra che bussa alla porta dopo il riposo invernale. Quest’anno Arianna e Martina Fidanza si sono ritrovate ad essere compagne di squadra, come ai tempi dell’Eurotarget di papà Giovanni, anche se i loro cammini agonistici si sono incrociati (forse) meno del previsto.

Solo 15 gare (per un totale di 21 giorni) disputate assieme dalle “Fidanzas” (come le hanno ribattezzate nel team tedesco), che nonostante tutto sono riuscite entrambe a lasciare la propria firma in una particolare circostanza. Se a fine gennaio Arianna aveva aperto il 2023 col botto vincendo subito ad Almeria la prima gara del calendario europeo, l’apice famigliare viene toccato ad aprile il giorno di Pasquetta. Alla Ronde de Mouscron Martina vince praticamente per distacco la volata tirata dalla sorella (poi quarta) e dopo il traguardo scoppia la festa. Al Giro dell’Emilia ne abbiamo approfittato per rivivere quel momento con entrambe, così come per tracciare un bilancio e buttare uno sguardo al futuro.

Che annata è stata?

MARTINA: «Di alti e bassi. Ho avuto diverse cadute, con alcuni colpi alla testa che mi hanno sempre fermata qualche giorno in più del dovuto. Anche il nervo sciatico mi ha dato problemi. Tuttavia una vittoria su strada e due secondi posti sono riuscita ad ottenerli. In pista sono arrivata ad un passo dalle medaglie sia agli europei che ai mondiali (nello scratch, quinta e quarta, ndr) e mi è bruciato tanto. In ogni caso ho ancora alcune gare da fare. Dal 9 al 19 ottobre andrò in trasferta in Cina per il Tour of Chongming Island ed il Tour of Guangxi (entrambe corse WorldTour, ndr) e lì finirò la mia annata».

ARIANNA: «All’inizio una stagione super. Mi sono preparata bene, però non mi aspettavo di vincere alla prima gara. Il morale si è alzato subito tanto. Al UAE Tour ho provato a fare classifica, andando bene in salita. A giugno ho avuto qualche caduta di troppo. Seppur la squadra mi abbia fatto correre ancora tanto, non sono più riuscita a trovare il giusto colpo di pedale. Poi in estate di base io soffro sempre il caldo e anche questo mi ha condizionata. Adesso ho praticamente finito di correre. Quest’anno era anche il mio primo anno con tante corse all’attivo (55 giorni, ndr) quindi non sapevo nemmeno come gestirmi. Questa esperienza mi aiuterà a gestirmi meglio l’anno prossimo».

Com’è stato essere nuovamente in squadra con tua sorella a distanza di anni in un team più grande come la Ceratizit?

MARTINA: «E’ stato bello. L’ultima volta avevamo fatto il biennio 2018-19 assieme, ma ora c’è un sapore diverso perché siamo in una squadra importante che per il 2024 ha fatto richiesta di diventare WT. Sinceramente speravo di poter fare più assieme a lei, però il calendario si modifica sempre durante l’anno. In ogni caso devo ringraziare Arianna per ciò che ha fatto per la mia vittoria di inizio stagione. La sintonia in corsa si sente».

ARIANNA: «E’ stato emozionante, senza ombra di dubbio. Non abbiamo fatto tante gare insieme, ma quando è successo abbiamo corso molto unite. Riusciamo a trovarci molto bene nelle varie fasi di corsa. In realtà anche quando eravamo in squadre diverse, ho sempre avuto il pensiero di controllare Martina dove fosse in gruppo e cosa stesse facendo. Ora è diverso anche prima della gara per sostenerci a vicenda».

Stakanovista. Arianna ha iniziato a fine gennaio e finito ad inizio ottobre, raccogliendo 55 giorni di gare (foto Mill)
Stakanovista. Arianna ha iniziato a fine gennaio e finito ad inizio ottobre, raccogliendo 55 giorni di gare (foto Mill)
Com’è stato il successo di Mouscron visto da Martina e visto da Arianna?

MARTINA: «E’ una vittoria mia che va divisa per forza con Arianna ed anche Kathrin Scheweinberger, autrice di un grande lavoro. E’ come se sul gradino più alto del podio ci fossimo andate tutte e tre. Senza di loro non sarei nemmeno riuscita a centrare quel risultato. »

ARIANNA: «Era già successo qualcosa di simile quando facevamo le gare open ma stavolta è tutta un’altra cosa. E’ stata una grande giornata. E’ stato bello dare tutto quello che avevo per lei. Ho fatto tutta la gara a cercare Martina perché credevo in lei, più di lei. La gara è stata dura per il tanto vento e il brutto tempo. Il gruppo si continuava a spezzare. Cercavo di stare davanti e dare un occhio alla sua posizione. Ogni tanto nei punti più difficili la riportavo dentro. Le dicevo di non mollare, lei mi rispondeva che stava facendo fatica. Le ripetevo di crederci fino alla fine perché erano tutte stanche e ce la poteva fare. Gliel’ho ripetuto anche in malo modo perché io poi non ho mezze misure (ride, ndr). In generale credo molto in Martina perché penso sia una delle atlete più forti in volata. Deve crescere sulla distanza e concentrarsi di più sulla strada poi si toglierà belle soddisfazioni».

Quest’anno Martina e Arianna Fidanza hanno disputato 15 gare assieme per un totale di 21 giorni (foto Van der Schoot)
Quest’anno Martina e Arianna Fidanza hanno disputato 15 gare assieme per un totale di 21 giorni (foto Van der Schoot)
Cosa hai imparato da lei e cosa tu hai insegnato a lei durante questa stagione?

MARTINA: «Belle domande, diciamo che ci sosteniamo a vicenda (ride di gusto mentre guarda la sorella di fronte a lei, ndr). Battute a parte, da Arianna ho imparato a non mollare mai perché sa reagire nei momenti molto difficili. Questo però da lei lo imparo da sempre, non solo da quest’anno. Ho imparato anche ad avere tanta pazienza, con lei ce ne vuole parecchia (dice sorridendo, ndr). Insegnato invece non so, ve lo dirà lei fra poco».

ARIANNA: «Dice che le ho insegnato a non mollare, ma anch’io ho imparato la stessa cosa da lei. Penso a quando ha vinto il secondo mondiale nello scratch che arrivava da un periodo brutto, dopo il Covid e la rottura delle costole. Nessuno ci avrebbe scommesso. Mia sorella mi ha insegnato ad essere mentalmente meno sbadata e più precisa (sorride, ndr)».

Martina quest’anno su strada finirà con poco più di 30 giorni di gara (foto Hazen)
Martina quest’anno su strada finirà con poco più di 30 giorni di gara (foto Hazen)
Obiettivi futuri, anche a medio termine?

MARTINA: «Se guardo a breve, ora penso al riposo. Non farò tanto, ma dovrò staccare per forza facendo due settimane senza bici perché poi ci saranno gli europei in pista a gennaio. Per il resto sono sicuramente proiettata al prossimo anno. Ragiono step by step. Mi piacerebbe riuscire ad andare alle Olimpiadi ed esserne una partecipante a tutti gli effetti visto che nel 2021 a Tokyo ero riserva. Ecco, magari dopo Parigi mi piacerebbe guadagnarmi un posto su strada in nazionale. Vedremo come fare e lavorarci su di più».

ARIANNA: «Saremo assieme in Ceratizit anche nel 2024, ci tenevo a fare un altro anno assieme a Martina poi si vedrà. Di certo voglio riconfermarmi tornando ai livelli di inizio anno. Farò di tutto per tornarci ma prima riposerò dando tempo al mio fisico di recuperare. L’intenzione sarà quella di trovare una buona condizione fisica e mantenerla per tutta la stagione.

L’abbraccio di Mouscron. Tra le sorelle Fidanza ci sono molta sintonia e sostegno reciproco (foto Fellusch)
L’abbraccio di Mouscron. Tra le sorelle Fidanza ci sono molta sintonia e sostegno reciproco (foto Fellusch)
Capitolo nazionale?

MARTINA: «Col gruppo della pista siamo molto motivati. Il prossimo anno avremo grandi appuntamenti. Prima di pensare al posto per le Olimpiadi, bisogna essere certi della qualificazione. Siamo messe bene ma non possiamo abbassare la guardia. Dobbiamo fare buoni piazzamenti nelle prove di Nations Cup e agli europei. E’ tutto da costruire. Dopo le vacanze riprenderò piano piano, cercando di trovare una condizione adeguata per gli europei e cercare di dare il mio contributo».

ARIANNA: «L’anno scorso avevo corso Giochi del Mediterraneo, europeo e mondiale. Quest’anno sinceramente mi aspettavo un po’ più di considerazione, soprattutto ad inizio anno quando andavo bene, non c’è stato nessun contatto con la nazionale. Ci sono rimasta un po’ male, vedremo come sarà l’anno prossimo. Indossare la maglia azzurra e difenderne i colori è sempre bello. Questo è un obiettivo che arriva di conseguenza. Quello principale è fare risultato con la squadra nelle gare che contano e che mi piacciono, come le classiche belghe. Se farò bene lì, allora la nazionale potrebbe arrivare di conseguenza».

Baldinger, tedesco di Bergamo alla guida della Ceratizit

05.04.2023
6 min
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L’organizzazione di un’azienda abbinata allo spirito di una famiglia. La Ceratizit-WNT è una multinazionale del ciclismo che gode di un pizzico di italianità. Non è dovuto solo per una nutrita presenza azzurra tra roster e staff, ma grazie al diesse Dirk Baldinger.

Il tecnico tedesco ha nel cuore l’Italia, anzi la zona di Bergamo, da metà degli anni ’90. Merito del passaggio nei pro’ col Team Polti nel quale è rimasto per tre stagioni, lavorando al Giro ’96 per i sei giorni in maglia rosa di Rebellin. In quel periodo Baldinger ha stretto forti amicizie che durano tuttora e che lo mantengono in allenamento con la nostra lingua. Tanto che fare una chiacchierata con lui sulle strategie attuali e future della sua squadra diventa decisamente più semplice.

Dirk come sono andate le classiche di questo periodo?

Non sono andate male, considerando che sono sempre veloci e nervose. In alcune abbiamo ottenuto buone top ten, però è difficile fare di più quando c’è uno squadrone come la SD-Worx. Attualmente sono troppo forti e nessuno può batterle. Anzi, si fa fatica a stare alla loro ruota (sorride, ndr).

Prossimi impegni?

Oggi corriamo Scheldeprijs sperando e cercando di fare risultato. Poi correremo Roubaix, Mouscron, Amstel e Freccia Vallone. Saltiamo la Liegi perché abbiamo avuto alcune atlete che sono state malate o coinvolte in incidenti. Per fortuna nulla di grave, ma il loro corpo deve recuperare bene e stare tranquillo altrimenti è controproducente.

La 21enne francese Cèdrine Kerbaol domina il Tour de Normandie vincendo una tappa e la generale
La 21enne francese Cèdrine Kerbaol domina il Tour de Normandie vincendo una tappa e la generale
Nel complesso questo vostro inizio di stagione vi ha già regalato soddisfazioni, giusto?

Assolutamente sì, abbiamo cominciato molto bene con tre successi totali. Alla prima gara in Europa, ad Almeria, abbiamo vinto con Arianna Fidanza e la spagnola Alonso quinta. A metà marzo al Tour de Normandie la giovane francese Kerbaol ha conquistato una tappa e la classifica generale. Lassù in Francia la lussemburghese Berton, altra nostra giovanissima, ha vinto la classifica dei Gpm e noi abbiamo vinto la classifica dei team. Naturalmente siamo contenti perché c’erano quattro formazioni WorldTour e una concorrenza molto alta.

In effetti siete una continental sui generis. Che tipo di formazione siete?

Considerando il nostro status e le classifiche alla mano dell’anno passato, siamo la migliore continental. Pensate che abbiamo 16 ragazze in rappresentanza di 10 nazioni. Vogliamo essere internazionali come è la stessa azienda Ceratizit. Ad oggi non abbiamo una vera e propria leader, però abbiamo atlete forti con cui possiamo inserirci negli ordini d’arrivo più importanti. Siamo una squadra giovane che deve crescere ancora e cercare di fare punti.

Arianna Fidanza apre il 2023 vincendo ad Almeria
Arianna Fidanza apre il 2023 vincendo ad Almeria
Punti che vi possano portare al salto di categoria?

Esatto, nel 2024 ci sarà la riassegnazione delle licenze. Ci sarà grande battaglia con le altre squadre per le prossime stagioni. L’anno prossimo vogliamo diventare WorldTour. Abbiamo tutto in regola per farlo. Già a fine 2022 avevamo fatto richiesta della licenza, ma per pochissimi punti non siamo riusciti ad ottenerla. Quest’anno per noi sarà importante. Puntiamo a fare più risultati possibile e alla fine faremo un conto.

Tutte le vostre ragazze italiane ci hanno sempre parlato bene della Ceratizit. C’è un segreto?

Non saprei (sorride, ndr), ma mi fa molto piacere che abbiano detto questo. Forse ci consideriamo come una famiglia. Penso alla mia, in cui mio padre mi aiutava quando correvo. Ma penso anche al fatto che la nostra azienda è veramente appassionata di ciclismo. Lo si capisce perché dà il nome anche a tante gare. Per noi Ceratizit non è solo lo sponsor principale, ma un gruppo di persone che ci segue molto da vicino. Loro sono contenti, credono in noi e amano il confronto dandoci alcuni consigli. Diciamo che ho cercato di ricreare quel clima che ho vissuto da voi in Italia.

Baldinger ha sfruttato i contatti con Giovanni Fidanza per prendere prima Martina e poi Arianna
Baldinger ha sfruttato i contatti con Giovanni Fidanza per prendere prima Martina e poi Arianna
Raccontaci pure il Dirk Baldinger italiano.

Nel ’94 ho finito la stagione da stagista col Team Polti e sono passato pro’ con loro l’anno successivo. Era una grande squadra, ma soprattutto una grande famiglia, davvero. Ho vissuto a Bergamo per due anni e mi sono sempre trovato benissimo. Quando posso ci ritorno. Ho corso con grandi campioni come Bugno, Rebellin, Gualdi, Abdoujaparov, Quaranta, Lombardi, Leblanc e tanti altri personaggi. Ancora adesso mi sento spesso con Gianluigi Stanga, il nostro vecchio diesse. Non solo, seguo la Colpack-Ballan del mio ex compagno Gianluca Valoti e prendo qualche spunto da loro.

E poi c’è un altra persona che conosci bene…

Sì, il “Fido”, siamo buoni amici (sorride mentre si riferisce a Giovanni Fidanza, suo ex compagno e attuale team manager della Isolmant, ndr). Siccome guardo spesso in Italia per le atlete più interessanti, un giorno l’ho chiamato e gli ho chiesto informazioni sulle sue figlie. Sono contento ora di averle entrambe, perché sono molto forti e stanno migliorando sempre di più. L’anno scorso è arrivata Martina, quest’anno Arianna. Martina è una top rider in pista, ma presto lo sarà su strada. Arianna ha ormai una buona esperienza e può essere quella leader di cui parlavo prima in alcune gare del Nord.

Per Baldinger, Arzuffi può fare bene in classifica generale al Tour Femmes
Per Baldinger, Arzuffi può fare bene in classifica generale al Tour Femmes
Del resto della pattuglia azzurra cosa ci dici?

Abbiamo sempre avuto ragazze che hanno fatto benissimo da noi. Vieceli, Magnaldi e Confalonieri non si sono mai risparmiate e le ringrazio. Adesso ci sono altre italiane sulle quali contiamo molto. Alice (Arzuffi, ndr) deve rilanciarsi. E’ una ragazza che ha sempre aiutato tanto le sue compagne ma so che può fare di più per sé. Alla Strade Bianche ha disputato una grande prova ed è stata la migliore italiana. Stiamo lavorando perché vorrei che provasse a fare classifica al Tour Femmes. Secondo me può fare bene, ma al limite potrà puntare anche alle tappe. Infine una considerazione su Camilla (Alessio, ndr). E’ giovane ma vogliamo che recuperi bene col suo problema di salute. La aspettiamo, intanto è rimasta a collaborare con noi.

Le braccia al cielo e Arianna Fidanza riannodò il filo…

03.02.2023
4 min
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Erano 4 anni che Arianna Fidanza aspettava di alzare le braccia al cielo. Quattro anni in certi momenti difficili, sofferti, nei quali magari si è anche messa in discussione al di là degli incidenti fisici. Ha cambiato tutto, ha scelto il nuovo approdo alla Ceratizit-Wnt e non credeva di iniziare la sua avventura subito con un successo. Alzare le braccia al cielo nella Pro Cycling Costa de Almeria le ha restituito il sorriso e l’ottimismo, che traspare dal tono delle sue parole.

Una volata imperiale la sua, di quelle a cui ha abituato sua sorella Martina nelle prove iridate di scratch. In una gara dura, come piace a lei: «Era una corsa già abbastanza lunga per essere la prima della stagione, con 3 salite di cui l’ultima era più dura e ha completato la selezione. Ci siamo trovate davanti una ventina, tutti i team lavoravano per portare a compimento la fuga, soprattutto la Movistar che contava sulle capacità in volata della Norsgaard. C’erano due curve nella volata finale, io sono partita da dietro riuscendo a rimontare, ma solo negli ultimi 100 metri ho creduto davvero nella vittoria».

Arianna viene da due anni alla BikeExchange, con un grave infortunio nella seconda parte del 2021
Arianna viene da due anni alla BikeExchange, con un grave infortunio nella seconda parte del 2021
E’ particolare iniziare una nuova esperienza con la vittoria…

Non potevo chiedere di meglio. In carriera avevo vinto solo altre due volte, sempre in Cina. Sono contenta di aver ripagato subito quel che il team mi sta dando: ho notato come qui ognuna può avere le sue opportunità, è la corsa che decide chi sarà la punta della squadra. Sapevo di essere già in buone condizioni, sapevo soprattutto che se capitava l’occasione dovevo sfruttarla. Sono sempre stata molto presente a me stessa, dovevo chiudere un cerchio.

Per te quella alla Ceratizit è un’avventura nuova. Rispetto alla BikeExchange-Jayco che cosa è cambiato?

Mi trovavo bene anche lì, lo ribadisco. Qui devo dire che si è formato subito un bel gruppo. Abbiamo fatto due ritiri prestagionali e si è lavorato molto non solo dal punto di vista tecnico, ma anche proprio nella formazione della squadra, nella socializzazione. Non siamo in tante, ma siamo molto affiatate, 16 atlete di cui 3 italiane. E qui ho ritrovato mia sorella…

La vittoria di Zoushan al Tour of Zhoushan Island del 2016 (foto Facebook/Arianna Fidanza)
La vittoria di Zoushan al Tour of Zhoushan Island del 2016 (foto Facebook/Arianna Fidanza)
C’è una capitana designata?

No, partiamo tutte con le stesse opportunità, come detto in ogni corsa la sua evoluzione stabilisce le gerarchie. Dipende da come vanno le cose e per certi versi la vera differenza con il team dove stavo prima è proprio questa. E’ un modo diverso di vedere le cose, si fanno scelte tattiche diverse e bisogna adeguarsi. Per me non è un problema, lavoro volentieri per le compagne, ma sapere che altrettanto verrà fatto nei miei confronti è molto incoraggiante.

Quanto sta influendo il lavoro che stai facendo sulle cronometro?

Molto, io credo che stia cambiando il mio modo di essere ciclista. Avevo iniziato da giovanissima proprio mettendo in evidenza quelle caratteristiche, ma nel 2017 avevo smesso e ho ripreso seriamente ad affrontare la specialità solo lo scorso anno. E’ un percorso lungo ma che sto vivendo con molta serietà, ho anche la bici specifica a casa per effettuare i lavori ogni settimana. Questo sta influendo non solo sul mio modo di affrontare le corse, ma noto che sta aumentando le mie capacità di potenza. 

I lavori a cronometro stanno dando i loro frutti: Arianna punta molto su questa specialità
I lavori a cronometro stanno dando i loro frutti: Arianna punta molto su questa specialità
Quali sono le situazioni di corsa dove ti ritrovi meglio?

Quelle dove si viene a formare un gruppo ristretto, proprio com’è avvenuto in Spagna. Sono veloce ma non una sprinter pura, in quelle occasioni posso esaltare però queste mie qualità, infatti la cosa che mi è piaciuta di più è che ho vinto con uno sprint di rimonta.

Alla Ceratizit ti sei ritrovata con tua sorella Martina…

Avevamo già corso insieme, ma è chiaro che poter condividere lo stesso team, le stesse corse è un qualcosa in più. In questo momento seguiamo due percorsi diversi, lei è più concentrata sulla pista, sta puntando forte sugli europei e dovrebbe essere presente anche alla prima prova di Coppa del mondo a marzo. Ma non mancheranno le occasioni per poter correre insieme.

Nella Ceratizit-Wnt Arianna ha trovato già un buon gruppo. Qui con la tedesca Eberle
Nella Ceratizit-Wnt Arianna ha trovato già un buon gruppo. Qui con la tedesca Eberle
Ora viaggi sulle ali dell’entusiasmo per questo successo e questo volo dove vuoi che ti porti?

Vorrei presentarmi al massimo della mia forma all’appuntamento con le classiche del nord. Ho sempre amato quelle corse, quell’atmosfera, quel tipo di agonismo che si respira su quelle strade. Ci sono molte prove che secondo me si addicono alle mie caratteristiche, ma per emergere non bisogna sbagliare nulla e essere al massimo, Vedremo come mi sentirò per allora, ma un sogno nel cassetto ce l’ho…

Arianna Fidanza alla Ceratizit: «Voglio trovare più spazio»

07.11.2022
4 min
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Un cambio di casacca che in pochi avrebbero previsto. Arianna Fidanza nel 2023 correrà nel team Ceratizit lasciando il Team BikeExchange – Jayco dopo due anni insieme. Inutile dire che il riferimento al fatto che raggiunga la sorella Martina sia inevitabile. Dalle sue parole però si capisce che non sia stato così determinante. Dietro a questa reunion (sportiva) familiare si percepisce invece una rivalsa personale e l’intento di capire se possa ambire a qualche risultato importante. Dopo due anni di gregariato, forse condizionati dall’infortunio al ginocchio contratto a metà della stagione 2021, Arianna ora si vuole ritagliare il proprio spazio

Sullo sfondo rimangono come obiettivo le cronometro. Con Marco Pinotti quest’anno ha significato la ripresa della disciplina senza però raccogliere risultati importanti. Per la prossima stagione le prove contro il tempo rimangono centrali per ambire anche a qualche maglia, con il supporto dell’ex tecnico nonostante il cambio di squadra. 

Arianna Fidanza al mondiale ha conluso la crono al 23° posto
Arianna Fidanza al mondiale ha conluso la crono al 23° posto
Tornata dalle ferie sei già stata in Germania dalla tua nuova squadra…

Sì, tornata dalle Maldive, ho fatto toccata e fuga solo per prendere delle misure per la bici nuova. 

Stai già pedalando con i nuovi materiali?

La bici me la daranno al primo ritiro che faremo a dicembre. Ho iniziato a pedalare, a fare qualche uscita non troppo lunga. Ho staccato totalmente per due settimane e ammetto che non è troppo facile. Però pian piano si riprende.

Facciamo un passo indietro, che 2022 è stato?

Rispetto al 2021 è stata un’annata positiva. Non mi aspettavo di riprendermi così dall’infortunio che ho avuto al ginocchio. Sono partita subito bene e quest’anno mi sono messa tanto a disposizione della squadra. Le mie performance individuali sono sempre state buone e tirando le somme mi ritengo soddisfatta. 

Bentornate cronometro. Al mondiale ci hai racontato che è stata una tua volontà quella di tornare a lavorarci seriamente. Come sono andate?

E’ stata la mia prima esperienza al mondiale di crono. E’ il primo anno in cui ci ho lavorato concentrandomi di più con gli allenamenti. Ho iniziato uscendo una volta a settimana poi dopo il quinto posto all’italiano ho continuato a lavorarci. Ho fatto l’europeo a crono e non è andata come volevo perché venivo da una caduta in Norvegia. Non al top fisicamente, non sono riuscita ad esprimere le mie potenzialità. Poi per il mondiale non ambivo a nessun risultato sapevo che sarebbe stata dura. Personalmente è stata una buona esperienza e un primo passo. 

Si conclude dopo due anni l’esperienza di Arianna Fidanza alla BikeExchange – Jayco
Si conclude dopo due anni l’esperienza di Arianna Fidanza alla BikeExchange – Jayco
Come mai ti sei avvicinata a questa specialità?

Nelle categorie giovanili sono sempre andata bene a cronometro. Da juniores ho vinto l’italiano poi per un motivo per l’altro nelle categorie superiori non ho mai avuto la possibilità di continuare ad allenarmi o di lavorarci con costanza. E’ una specialità che mi piacerebbe portare avanti in cui posso crescere e può diventare un valore aggiunto anche in ottica crono a squadre. 

Pinotti è stato il tuo preparatore, proseguirai con lui anche anno prossimo?

Sì era il primo anno che ho lavorato con lui e mi sono trovata molto bene. Continueremo insieme anche l’anno prossimo nonostante il cambio di squadra.

Veniamo al 2023. Come mai questo cambio di team? 

E’ stata una scelta difficile perché avrei avuto la possibilità di rinnovare altri due anni nella BikeExchange. E devo dire che mi son sempre trovata molto bene. Quest’anno e l’anno scorso mi sono sempre messa a disposizione totale della squadra. Vorrei riuscire dal prossimo anno a trovare più spazio per me e vedere cosa posso fare. Sono arrivata ad un punto che voglio capire se posso essere solo una donna squadra oppure se posso anche io ambire ai miei risultati. Vedendo il livello che sono riuscita a mantenere quest’anno spero di mantenerlo anche il prossimo per poter dire la mia nelle gare adatte a me.

Le sorelle Fidanza tornano insieme dopo tre anni in team diversi foto Instagram)
Le sorelle Fidanza tornano insieme dopo tre anni in team diversi foto Instagram)
Il ritorno in squadra con tua sorella Martina ha un peso nella decisione?

Parlando con lei, mi ha detto che la squadra è un ambiente tranquillo. Sicuramente la sua presenza ha avuto una parte nella decisione. Ma io sono una persona obbiettiva, esigente e determinata di mia natura e l’ambiente che mi ha descritto è quello che mi serve. 

Stai già pensando a come impostare la prossima stagione?

Mi hanno inviato una bozza di calendario nei giorni scorsi e ho parlato un po’ con il mio preparatore e ho deciso di arrivare bene con una buona forma già alle classiche di inizio stagione. Poi avere uno stacco dopo prima di fine aprile e riprendere con delle gare a tappe a maggio. Dopodiché mi piacerebbe partecipare al Giro, che preparerò con un periodo in altura, e dopo si vedrà in base alla mia forma se andare al Tour o meno. Però è ancora una bozza e lo definiremo al primo ritiro di dicembre. 

Le cronometro rimangono un obiettivo?

Sicuramente ne faranno parte. Anche perché non lo appesantiranno visto che ce ne sono veramente poche. Negli appuntamenti più importanti a partire dall’italiano non mancherò di certo.