Cetilar Race Bar Mix, la nutrizione curata in ogni dettaglio

28.12.2023
2 min
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Alimentarsi bene e in modo qualitativo è una fase fondamentale del proprio allenamento o gara che sia. La tecnologia e la realizzazione di alimenti sempre più performanti e completi sono l’obbiettivo di Cetilar. Come le Race Bar Mix, barrette bilanciate arricchite con Ferro Sucrosomiale e Magnesio Sucrosomiale.

Grazie alla loro formulazione bilanciata, favoriscono l’apporto dei principali nutrienti e le proteine contribuiscono alla crescita e al mantenimento della massa muscolare. Disponibili in tre gusti: mirtillo rosso e arachidi salate, brownie al cioccolato e con copertura al cioccolato e gusto di formaggio e pere.

Barrette da 60 grammi con una quota proteica importante
Barrette da 60 grammi con una quota proteica importante

Energia affidabile

Cetilar Nutrition nasce per supportare le prestazioni sportive e favorire l’apporto di nutrienti essenziali, fornendo allo sportivo una fonte affidabile di energia durante l’attività fisica. Una prerogativa fondamentale per ogni uscita in sella. Con lo stesso metodo scientifico i laboratori di R&D di PharmaNutra hanno sviluppato i prodotti Cetilar Nutrition. Una linea innovativa pensata per la supplementazione dell’atleta agonista e per chi pratica sport in maniera costante permettendogli di svolgere l’attività sportiva migliorando la performance. 

A seconda del prodotto utilizzato, è possibile fornire un rilascio controllato delle proprie energie. Mantenere o ripristinatre un’idratazione adeguata. Contrastare lo stress ossidativo e rinforzare le difese immunitarie. Le Race Bar Mix sono un concentrato di questa filosofia e si mettono al servizio del ciclista che vuole affrontare ogni allenamento con la consapevolezza di un’alimentazione curata al meglio e qualitativa.

Tecnologie nutrienti innovative e ricercate
Tecnologie nutrienti innovative e ricercate

Apporto principale

Le barrette proteico-energetiche, grazie alla formulazione bilanciata nei macronutrienti e all’aggiunta di Ferro Sucrosomiale e Magnesio Sucrosomiale, forniscono un apporto adeguato di nutrienti essenziali, supportando così le prestazioni sportive. Le Race Bar Mix possono essere utili durante o immediatamente dopo l’esercizio fisico moderato o intenso, per mantenere un’adeguata idratazione dei tessuti.

Tutti i prodotti della linea Cetilar sono certificati Play Sure Doping Free: in quanto dispositivi medici, sono privi di qualsiasi sostanza dopante e pertanto particolarmente adatti a chi pratica sport ad ogni livello. Prodotti pensati e progettati fin dalla loro ideazione per un’alimentazione vegetariana. L’intera gamma è consultabile sul sito e ordinabile comodamente con un click. Le Race Bar Mix sono acquistabili in confenzione da 9 barrette (3 per gusto) da 60 grammi a 37,80 euro.

Cetilar

Quando il nutrizionista cambia squadra. L’esempio di Garabello

30.11.2023
4 min
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Giacomo Garabello è uno dei nutrizionisti più giovani del circus, ma anche uno dei più preparati. Sino a quest’anno era in forza all’Astana-Qazaqstan, dalla prossima stagione invece passerà nella fila della Bora-Hansgrohe, una delle squadre che più si è rinforzata. Anche a livello di staff.

Il ruolo del nutrizionista ormai assume sempre maggiore importanza e in alcuni casi è davvero determinante. E proprio perché è un ruolo così delicato, viene da chiedersi in che modo si approcci al nuovo team e alle sue esigenze. In questo caso, è lo stesso Garabello a spiegarci cosa ha dovuto fare al passaggio fra il team kazako e quello tedesco.

Garabello (1996) al lavoro tra tabelle e schede alimentari
Garabello (1996) al lavoro tra tabelle e schede alimentari
Giacomo, come detto, rivesti un ruolo molto particolare ed importante e stai cambiando squadra. Come funziona: si entra “in punta di piedi” o si fa una rivoluzione?

Premesso che non posso parlare per tutti, ma per me, dico che la prima cosa che faccio quando cambio squadra o arrivo in un nuovo team è quella di raccogliere informazioni. Devo subito capire quali sono le variabili più importanti e conoscere l’ambiente della gestione performance. In Bora, per esempio, siamo tre nutrizionisti e in cinque dello staff performance, quindi prima di arrivare al singolo corridore devo capire nel suo insieme la gestione complessiva della performance.

Quindi nessuna rivoluzione…

Esatto, nessuna rivoluzione. Cerco di capire la filosofia e il metodo di lavoro del nuovo gruppo. Poi inizia la parte pratica. Cioè il lavoro con gli atleti e magari il confronto faccia a faccia con ognuno di loro.

Il primo contatto con i nuovi ragazzi avviene in occasione dei primi training camp?

Anche prima. Voglio scoprire le abitudini del corridore e anche del suo preparatore. In base a come lavorano, cerco d’individuare l’approccio più adeguato per il tipo di atleta.

Il monitoraggio del nutrizionista parte dalla colazione
Il monitoraggio del nutrizionista parte dalla colazione
Hai notato grosse differenze “filosofiche” con l’Astana-Qazaqstan?

Grosse differenze non ce ne sono, in quanto i concetti da applicare sono gli stessi, dalla Jumbo-Visma alla Ineos Grenadiers, dall’Astana alla Bora… Gli aggiornamenti scientifici di alimentazione e supplementazione sono alla portata di tutti, la differenza sta nel “team dietro al team” che mette in atto questi concetti. Bisogna pensare che tra noi nutrizionisti in gruppo parliamo molto, alla fine l’obiettivo è comune: lo sviluppo.

Giacomo abbiamo parlato degli approcci da un punto di vista più ”filosofico” e invece a livello pratico cosa cambia quando si va in un nuovo team? Non so, quante ore lavorate. Quali sono i passaggi del tuo mestiere…

Credo che sia impossibile quantificare le ore di lavoro. E questo sì che lo dico a nome di tutti i nutrizionisti! Non solo perché sono molte, ma perché si va avanti a seconda dei casi, delle situazioni, dell’arrivare ad una conclusione che soddisfi. Poi è necessario far arrivare ai corridori un messaggio comune, che arriva dall’intero staff della performance e puntare su quello. Traducendo tutto questo nella realtà, vuol dire che prima di arrivare ai colloqui faccia a faccia si deve avere chiaro un metodo, un piano di lavoro. Per questo il primo contatto con i ragazzi arriva prima dei ritiri. Dal momento che sono atleti che non conosco, sin da ora cerco di capire le loro abitudini. E in base a ciò che il corridore mi dice e in base ai primi contatti diretti, faccio io la mia proposta.

Come acquisisci i dati?

Faccio fare ai ragazzi una descrizione della loro giornata di allenamento. Adesso per esempio che si fanno le prime sedute di preparazione voglio sapere come si regolano. A quel punto saprò se dovrò fare una proposta di adeguamento o se invece quel corridore va già molto bene. Ricordiamoci che parliamo di professionisti esperti e tutti hanno già una buona base. Qualcuno, come detto, deve adeguarsi. Con altri che magari già fanno le cose per bene s’interviene “sullo 0,1 per cento”, cioè sul dettaglio minimo.

Bora produce cucine: il motorhome dedicato alla cucina del team tedesco è stato… spaziale sin dai primi anni
Bora produce cucine: il motorhome dedicato alla cucina del team tedesco è stato… spaziale sin dai primi anni
Come raccogli questi feedback? Hai delle schede? Dei moduli?

Più che delle schede alimentari faccio fare un diario. Un diario sulla base di un determinato allenamento. Per esempio se l’atleta fa la distanza, acquisisco il diario della sua giornata alimentare. Se fa una distanza con i lavori, acquisisco il diario di quella giornata.

Quanti atleti segui?

Siamo tre nutrizionisti e quindi un terzo del team, vale a dire 9-10 atleti. 

E tra questi c’è anche Roglic?

No, lui no…

Giacomo, sei passato da un team kazako dalla forte impronta italiana ad uno tedesco: si nota il famoso approccio rigido, tipico dei tedeschi appunto?

Le squadre ormai sono tutte ben organizzate e quindi direi di no. Però se parliamo di struttura nel suo insieme, ho notato che ognuno sa di preciso cosa deve fare e tutti hanno la loro voce. Quindi se parliamo di una struttura solida, allora dico sì: c’è l’approccio tedesco.

Due cross in 24 ore, parola d’ordine: carboidrati

14.11.2023
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NIEL (Belgio) – Come su strada, anche nel ciclocross la parola d’ordine è carboidrati. E lo è stata in particolare nella due giorni belga tra Superprestige e Coppa del Mondo, Niel e Dendermonde. Una due-giorni che, oltre a regalarci un vero show, ci ha dato un interessante spunto su come gli atleti hanno gestito questo doppio impegno anche da un punto di vista alimentare.

In quelle 36 ore, visto che partiamo dalla cena del giorno prima e arriviamo al termine della seconda gara, possiamo dire che ci sono state alcune similitudini con la crono. Similitudini sia per la tipologia dello sforzo, sia per alcuni piccoli aspetti dell’alimentazione.

Il cross: un’ora di sforzi massimali in cui si bruciano quasi solamente zuccheri. I carboidrati sono pertanto fondamentali (foto Matthias Thijsen)
Il cross: un’ora di sforzi massimali in cui si bruciano quasi solo zuccheri. I carboidrati sono fondamentali (foto Matthias Thijsen)

Recupero e ricarico

Eli Iserbyt, re di Niel, ci ha svelato il suo programma. Un programma che punta molto su due aspetti: semplicità e carboidrati. 

L’obiettivo da perseguire con i carboidrati è doppio: vengono infatti usati sia per il recupero delle scorte glicemiche post gara, che per il ricarico pre-gara. Oggi è nota questa doppia valenza dei carboidrati, tante volte ne abbiamo parlato anche per la strada. E la regola non sfugge al cross… anzi.

«L’alimentazione in una specialità come il ciclocross – spiega il corridore della Pauwels Sauzen-Bingoal  – è molto delicata. Si tratta di una corsa di un’ora e dunque è importante presentarsi con le scorte piene, anche per quanto riguardo i liquidi, tanto più che poi in corsa non si può bere. E mi riferisco sia all’acqua che ai sali minerali».

Iserbyt preferisce la pasta, ma nei camper questi contenitori di riso erano tra i più gettonati
Iserbyt preferisce la pasta, ma nei camper questi contenitori di riso erano tra i più gettonati

Niente carne

Iserbyt ci spiega che la pasta o anche il riso non mancano mai nei suoi pasti principali che precedono la corsa. Mentre ciò che evita è la carne, specie quella rossa (come nelle crono), perché appesantisce la digestione, mentre il corpo (l’intestino) in quei momenti deve essere leggero. Non deve rubare sangue al ripristino muscolare. Ricordiamo che siamo tra due corse.

«In generale direi che seguo un’alimentazione molto semplice. Mangio di tutto, anche del salmone alla sera ma, come detto, evito la carne. Sto attento alle quantità: poco, ma di tutto».

«La sera prima della corsa (sia il sabato che la domenica in questo caso, ndr) – spiega Iserbyt – mangio un bel piatto di pasta. La mattina dopo a colazione prendo del pane bianco, marmellata, caffè… un pasto semplice. Tre ore prima della corsa mangio ancora un piatto di pasta. E due ore prima bevo una borraccia di Isotonic (malto e sali), noi utilizziamo Etixx. In generale dopo la gara mi concentro sul recupero. Prendo uno shake di carbo e proteine».

Integratori pre-post gara

Da quel momento, le due ore prima del via appunto, gli atleti – e lo abbiamo visto noi stessi – vanno un po’ a sensazione. In ogni caso si smette l’alimentazione solida e si passa a quella liquida, con tanti piccoli sorsi di acqua e malto, man mano che ci si avvicina allo start.

Anche Francesca Baroni, per esempio, si muove sulla stessa linea d’onda di Iserbyt. A Niel subito dopo la gara, ci ha detto: «Vado a prendere la borraccia del recupero, tanto per intenderci. Al termine del defaticamento prendo delle proteine, giusto per arrivare alla cena. E lì mangerò un semplice piatto di pasta e un petto di pollo».

Anche lei prima del via non manca di mandare giù una borraccia di sali e malto. La differenza, ma questa è una particolarità che abbiamo notato in Francesca, è che la toscana in gara ingerisce anche un gel. Lo abbiamo visto in entrambi i giorni. Era legato col nastro isolante sul tubo orizzontale della sua bici.

Iserbyt continua il recupero tra le due gare con bagno gelato fino alla vita per le sue gambe (foto da web)
Iserbyt continua il recupero tra le due gare con bagno gelato fino alla vita per le sue gambe (foto da web)

Iserbyt nel ghiaccio

Un’altra cosa che abbiamo chiesto ad Iserbyt è se faccia dei massaggi tra le due gare, ma evidentemente questi non vanno troppo d’accordo col ciclocross. Non è come su strada che, per quanto si parta forte, si ha più tempo per “distendersi”… Il massaggio inevitabilmente un po’ addormenta il muscolo. Qui serve la massima potenza e subito.

«Nessun massaggio – riprende Iserbyt – piuttosto faccio uno di quei bagni in acqua gelata. La temperatura è a 5 gradi. Immergo solo le gambe per 20′. Questo aiuta moltissimo i muscoli, che sono caldi e devono recuperare da uno sforzo molto intenso in vista del successivo, poche ore dopo. La speranza è che la gamba sia come quella del giorno prima!».

E questo si sposa col fatto che anche con lo stretching gli atleti non esagerano in queste 36 ore. Non è eseguito in modo troppo invasivo. Si tratta di esercizi molto leggeri, fatti più per agevolare la circolazione (e pertanto l’irrorazione periferica) che la distensione diretta delle fibre muscolari.

Perdere (tanto) peso nel modo giusto: risponde il dottor Giorgi

18.10.2023
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Dover perdere, peso, sei chili e magari doverlo fare anche in poco tempo. Un caso simile, che ci serve solo come spunto, ha riguardato qualche tempo fa Thomas Pesenti. Il suo direttore sportivo, Roberto Miodini, ci aveva raccontato come, una volta individuato il problema, che tra l’altro non era legato ad un semplice sovrappeso o a scarsa serietà da parte del ragazzo, si fosse messo sotto per risolvere la questione.

Il dottor Andrea Giorgi, medico della Green Project Bardiani CSF, tra l’altro anche medico della Beltrami Tsa di Pesenti, ci spiega come si lavora in questi casi.

Andrea Giorgi, medico e preparatore, della Green Project-Bardiani
Andrea Giorgi, medico e preparatore, della Green Project-Bardiani
Dunque dottor Giorgi, il corridore deve perdere del peso, una buona dose di peso. Scontato dire che debba mangiare di meno, e allora come si fa? 

Prima di tutto si fa una valutazione della composizione corporea, vale a dire di come si è fatti. Quindi da come è composto il proprio peso: quantità di grasso, muscoli, acqua, ossa… Ed è meglio farla a fine stagione, quando i corridori sono ancora abbastanza in forma. Questa è una misurazione che preferisco alla semplice percentuale di grasso.

Perché?

Perché la sola percentuale di grasso è una valutazione limitata e non adeguata per gli atleti. Sono percentuali create per le persone… normali, ma per gli atleti è diverso. E per questo a me piace lavorare con un sistema più anglosassone, vale a dire la somma dei millimetri delle pliche nei vari punti corporei. Quindi sommando i millimetri della plico sull’addome, sul polpaccio, sulla coscia… un corridore ha un totale di 45 millimetri – sono numeri a caso – e un’altro di 30. Questi sono dati oggettivi, con riferimenti nella popolazione ciclistica professionista che inoltre possiamo confrontare durante la stagione.

Mentre la parte muscolare come si misura?

Con la bioimpedenziometria o Dexa. Ed è un dato importante perché è la massa metabolicamente attiva che influenza prevalentemente la prestazione. Se un atleta è in sovrappeso e deve perdere 4-5 chili ha di fronte a sé un lavoro importante. Ricordo infatti che per perdere un chilo di grasso bisogna avere un deficit energetico di 7.000 calorie. Ma bruciare 7.000 significa creare un deficit calorico molto grande nell’arco della giornata o della settimana. 

Col ciclismo di oggi è sempre più importante arrivare alla ripresa della preparazione col peso ideale
Col ciclismo di oggi è sempre più importante arrivare alla ripresa della preparazione col peso ideale
Ma questo non significa che se brucio 7.000 calorie magari con un allenamento mega lungo, brucio un chilo di grasso, perché ci sono anche gli altri nutrienti, giusto?

Esatto. Per questo è molto difficile. Tutte le diete, da quella del minestrone a quella della carota, hanno il comune denominatore del deficit calorico, ma bisogna trovare il giusto equilibrio fra i macroelementi, le vitamine… in base a quello che si deve fare. Per questo è molto importante dimagrire d’inverno e non nel pieno della stagione. A dicembre dovresti essere già pronto. Anche perché poi quando si parla d’inverno tutto questo tempo non c’è. Molti corridori hanno a disposizione un mese e mezzo visto che a metà gennaio già corrono. 

Ci spieghi meglio…

Se sono nel pieno della stagione o anche della preparazione come fai a togliergli del cibo? Per allenarti bene, anche alle alte intensità, devi mangiare e mangiare i carboidrati. Se non mangi non ti alleni forte, favorisci il catabolismo (perdita di muscolo, ndr) e vai anche in overtraining.

E quindi come si fa? Come si fa a perdere 5-6 chili senza perdere il muscolo?

Soprattutto da questo momento dell’anno in poi, in cui non si gareggia o non ci allena troppo, bisogna ridurre le calorie nell’arco della giornata. In questo periodo si tende a svolgere allenamenti lunghi e a bassa intensità dove la richiesta energetica da parte degli zuccheri è limitata in favore dei grassi. Ci sono tecniche dietetiche dove si mangiano le proteine come fonte energetica durante l’allenamento a bassa intensità e di lunga durata, in modo da preservare la massa muscolare e favorire la perdita di grasso. Di certo meglio un’uscita di cinque ore con le proteine che cinque ore senza mangiare niente. E’ molto importante fare tutto ciò sotto supervisione medica. Il grasso produce ormoni e modificando la sua quantità si creano nuovi equilibri metabolici. 

Il tema dei carbo è molto delicato se si deve dimagrire. Specie se si è già nella fase intensa della preparazione
Il tema dei carbo è molto delicato se si deve dimagrire. Specie se si è già nella fase intensa della preparazione
Posto che ci sono tantissime variabili, come la quantità di peso da perdere, il soggetto, l’età… ma si può dare una stima della velocità della perdita di peso senza perdere watt, cioè muscoli?

Direi un chilo a settimana al massimo, se si vuol restare in salute e allenarsi bene. Quindi dai tre ai quattro chili al mese.

Come si fa?

Per esempio, mangiare i carboidrati soprattutto dopo l’allenamento o a colazione, prima di uscire. Evitare i picchi glicemici e chiaramente controllando i carboidrati. Si può arrivare a riduzioni drastiche, ma per un periodo molto limitato e sotto monitoraggio medico. Oggi poi c’è quasi il problema opposto. In corsa, soprattutto gli atleti dei top team, sono abituati a mangiare grandi quantità di carboidrati. C’è chi ha superato i 120 grammi l’ora. Ma è necessario. Per questo torno a dire che è importante, importantissimo, arrivare all’inizio della stagione già col peso giusto, perché poi è molto difficile calare e un adeguato allenamento dell’intestino a utilizzare certe quantità di zuccheri. Se prendi tutti quei carbo ogni ora anche due chili diventano un problema. 

Bahrain-Victorius: la gestione dei carbo nella terza settimana

15.09.2023
5 min
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L’ultima settimana della Vuelta quest’anno è estremamente dura: tanti arrivi in salita e la tappa tremenda di domani. Il recupero è determinante, soprattutto se si considera tutti i chilometri che questi ragazzi hanno già macinato negli ultimi giorni. Con il dottor Nicola Moschetti, nutrizionista del team, scopriamo come viene gestita l’alimentazione in casa Bahrain-Victorious per garantire il recupero anche in queste ultime tappe. In particolare il computo dei carboidrati.

Il nutrizionista Moschetti al centro della foto, con altri ragazzi del personale Bahrain
Il nutrizionista Moschetti al centro della foto, con altri ragazzi del personale Bahrain
Perché è importante curare l’alimentazione in dettaglio?

Durante un grande Giro, gli atleti sono già molto stressati dagli sforzi fisici. È importantissimo fornire all’organismo tutto ciò di cui ha bisogno. Un deficit calorico infatti comporterebbe un calo di peso, che molto probabilmente indurrebbe anche una perdita di potenza. Una volta era normale perdere peso durante i grandi Giri, ma questo spesso compromette la performance, pertanto lo evitiamo.

Come fate a calcolare i fabbisogni di ciascun atleta?

Siamo quattro nutrizionisti in squadra e seguiamo i corridori individualmente per tutta la stagione, quindi per esperienza conosciamo esattamente come varia il loro consumo calorico in relazione alla gara. Per il calcolo del fabbisogno ci basiamo su delle equazioni precise, sulla potenza media registrata durante la tappa e sulla tappa del giorno dopo.

Come verificate che il corridore si sia alimentato a dovere?

Sappiamo che l’atleta inizia il grande Giro al suo peso forma, quindi prendendo il peso quotidianamente, verifichiamo che i calcoli siano giusti. Inoltre al termine di ogni tappa, gli atleti compilano un questionario, molto utile per capire quanto hanno effettivamente mangiato, bevuto e consumato.

Con questa successione di tappe di montagna, i corridori riescono a mangiare a sufficienza?

In linea di massima i nostri corridori riescono a mangiare tutto, anche perché il solo giorno di riposo non basterebbe per colmare il deficit calorico accumulato nei tre giorni precedenti. Abbiamo la fortuna di utilizzare gli integratori di Never Second. Integratori che col tempo sono stati perfezionati, grazie alla continua collaborazione, proprio per fornire soluzioni pratiche, che rendono più facile il raggiungimento della quota di carboidrati all’ora necessaria.

Quando “si fa la tappa” in Bahrain si utilizzano le malto con più carbo, come quelle da 90 grammi in foto
Quando “si fa la tappa” in Bahrain si utilizzano le malto con più carbo, come quelle da 90 grammi in foto
Cosa intendi per soluzioni pratiche?

Intendo contare i carboidrati introdotti. Barrette, gel e maltodestrine forniscono sempre 30 grammi di carboidrati. In più essendo soluzioni isotoniche, non causano problemi gastrointestinali. In Bahrain abbiamo a disposizione anche delle maltodestrine che contengono addirittura 90 grammi di carboidrati. Queste sono molto utili per le tappe più impegnative, in cui i corridori necessitano di tanta energia, ma tra salite dure e discese tecniche, non hanno molte occasioni per rifornirsi. In questi casi, è sufficiente bere una borraccia di malto con 90 grammi di carboidrati isotonici, insieme a un gel, per soddisfare il fabbisogno di carboidrati all’ora, senza rischiare di appesantire lo stomaco.

Ma come varia quindi l’integrazione tra una tappa e l’altra?

Studiamo dei programmi personalizzati per ciascun atleta, perché l’integrazione dipende da diversi fattori: la temperatura, la tipologia di atleta, la tattica di gara, la sua condizione fisica nei giorni precedenti, e quello che lo aspetta il giorno successivo. Un corridore di classifica per esempio può passare da 120 grammi di carbo all’ora in una tappa di montagna, a 70-80 grammi/ora in una tappa di pianura, dove invece risparmia energie. Un corridore che invece va in fuga nella stessa tappa di pianura, avrà un consumo nettamente superiore al corridore di classifica, quindi in base alla tattica di gara, viene fatto anche il programma nutrizionale.

Capita che nella terza settimana venga meno la voglia di mangiare per stanchezza?

Ottima domanda, in effetti nel tempo ci si stufa. Per questo insieme allo chef abbiamo elaborato un menù ricco di ricette alternative a pasta, riso e porridge. Versioni facili da digerire di pasta all’amatriciana, al ragù, al pesto, risotti vari e dessert vengono preparati dallo chef quotidianamente nel nostro grande food track. Spesso quando i corridori non riescono a mangiare tutta la pasta, prendono magari più dessert, così compensano. In gara invece per variare un po’ sapore e consistenza, ci sono sempre banane, ricecakes, paninetti, preparati con ricette per garantire soprattutto una buona quantità di carboidrati.

I carboidrati sono importanti, ma anche le proteine hanno il loro peso
I carboidrati sono importanti, ma anche le proteine hanno il loro peso
Abbiamo parlato dei carboidrati, ma le proteine possono aiutare il recupero?

Generalmente tendiamo a coprire il fabbisogno proteico con lo shake del recupero all’arrivo e il pasto dopo gara. Questo è sempre personalizzato, in base alle preferenze dell’atleta ed è composto da un paio di fonti proteiche alimentari di qualità, come il tonno, il pollo o le uova. In gara invece non c’è la necessità di consumare proteine, quindi la priorità restano i carboidrati.

L’idratazione invece come viene monitorata?

Cerchiamo sempre di ricordare ai corridori di idratarsi durante tutta la giornata, gara compresa. Attraverso i questionari poi calcoliamo quanto si sono idratati in totale e all’ora, e capiamo se il corridore ha bisogno di integrare con dei sali, che magari consuma a cena o a colazione se necessario. È importante partire con il giusto stato di idratazione, per prevenire l’insorgenza di crampi e il calo della performance.

Infine la caffeina è utilizzata?

La caffeina è utile per ridurre la percezione della fatica sia fisica che mentale, ma proprio per evitare che peggiori la qualità del sonno e del recupero, tendenzialmente viene usata solo quando si punta alla gara o si affronta una fase di gara in cui bisogna essere attenti e reattivi.

Nitrati e vasodilatazione: davvero fanno andare più forte?

15.08.2023
5 min
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Una parola tira l’altra. Così quando qualche giorno fa abbiamo parlato con Laura Martinelli del bicarbonato, l’attenzione è caduta su un altro termine di cui negli ultimi tempi si parla parecchio in gruppo: i nitrati. Le squadre più grandi, che hanno alle spalle delle equipe di ricerca, aprono spesso la strada per le altre, creando delle mode e dei miti che gli anni poi collocano nella giusta dimensione.

Così, allo stesso modo in cui qualche tempo fa si parlava diffusamente dei chetoni, oggi l’attenzione si è spostata sui nitrati. Pare siano un modo naturale per andare più forte e di conseguenza se ne fa un gran parlare. Di cosa si tratta? Lo abbiamo chiesto nuovamente alla nutrizionista del Team Jayco-AlUla, riprendendo il discorso interrotto l’ultima volta.

Nel 2021 Laura Martinelli ha lavorato per il Team Novo Nordisk, da quest’anno è alla Bike Exchange
Laura Martinelli, veneta, è da due stagioni nutrizionista al Team Jayco-AlUla
Nel 2021 Laura Martinelli ha lavorato per il Team Novo Nordisk, da quest’anno è alla Bike Exchange
Laura Martinelli, veneta, è da due stagioni nutrizionista al Team Jayco-AlUla
Che cosa sono i nitrati?

I nitrati sono dei precursori dell’ossido nitrico, che il nostro corpo produce in maniera autonoma. L’ossido nitrico è fondamentalmente un vasodilatatore di base, che quindi favorisce il flusso di ossigeno. Così da un lato migliora l’ossigenazione a livello muscolare, dall’altro riduce la pressione sanguigna, perché appunto vasodilata. I capillari si ampliano e indirettamente si riduce il consumo di ossigeno durante l’esercizio.

Che cosa vuol dire?

Vuol dire che praticamente per fare la stessa strada o produrre lo stesso lavoro, consumo di meno. Il corpo diventa più efficiente e quindi i vantaggi in uno sport di endurance come il ciclismo sono notevoli. Non sono pratiche antiche come il bicarbonato, però mi sono laureata ormai 15 anni fa e si studiava già il nitrato, ritenuto in classe di evidenza B. Tutti gli integratori sono classificati per classe di evidenza. La A è quella con più evidenza e attualmente sia il bicarbonato sia il nitrato sono in classe di evidenza A: ce ne sono solo sei in quella categoria. Quando studiavo io, il nitrato era in classe evidenza B, per dire che negli ultimi 15 anni si è guadagnato la pole position fra le evidenze. Quindi non è più un… giovanotto neanche il nitrato, tutto sommato.

I nitrati sono presenti anche nel rabarbaro, il cui succo viene usato al pari di quello di barbabietola
I nitrati sono presenti anche nel rabarbaro, il cui succo viene usato al pari di quello di barbabietola
La ricerca ha avuto degli avanzamenti di recente oppure siamo fermi alle conoscenze di 15 anni fa?

Siamo fermi a 15 anni fa, perché si somministra sotto forma di estratto o succo concentrato di barbabietola (foto Salus, in apertura). Perché costa meno rispetto ad altre verdure che contengono nitrato e quindi l’industria ha scelto fondamentalmente la barbabietola o il rabarbaro, perché sono due verdure particolarmente economiche. Però non ci sono stati, come nel caso del bicarbonato, tentativi o reali miglioramenti a livello tecnologico. Cioè gli “shottini” di barbabietola c’erano 15 anni fa e sono gli stessi che ci sono adesso.

Quando nel 2010 arrivò il Team Sky e fece ridere tutti con i suoi succhi, fra cui la barbabietola, in realtà puntavano già a questi vantaggi?

Sì, perché appunto 13 anni fa il Team Sky fu il primo ad avere accesso diretto alla letteratura scientifica, avendo capito i vantaggi dell’innovazione in questo ambito. I primi studi risalgono a una ventina d’anni fa e loro ci sono arrivati subito.

Il Team Sky fu il primo ad aprire la porta sull’uso dei nitrati nei suoi succhi (foto Team Sky)
Il Team Sky fu il primo ad aprire la porta sull’uso dei nitrati nei suoi succhi (foto Team Sky)
I nitrati danno vantaggi durante la quotidianità o vi si fa ricorso anche in gara?

Anche in gara, infatti come dicevo ci sono gli “shottini”, per quanto magari per alcuni siano un po’ scomodi perché sono rigidi. Comunque vengono utilizzati anche in gara, perché anche in questo caso l’effetto dura 2-3 ore, quindi anche se li prendo prima, soprattutto nelle gare maschili, devo prenderli anche a metà.

Funzionano allo stesso modo per tutti?

Dipende, perché bisogna valutare la risposta individuale. Si prendono prima e durante per le gare più importanti. Si fanno anche cicli di 2-3 giorni di carico nel periodo precedente la gara.

Nell’ambito delle tre settimane di un grande Giro, il vantaggio è sensibile? In cosa consiste?

Secondo me, niente fa la differenza da solo. Invece queste piccole cose, se messe assieme, possono dare un reale vantaggio. Quindi mentre il bicarbonato va sicuramente preso nelle tappe chiave, perché ha un effetto in acuto sulla performance, nel caso del nitrato va preso per dare un sostegno quando si è particolarmente stanchi. Quindi magari non nelle tappe cui si punta, ma al contrario nei giorni di maggiore affaticamento, in modo da aumentare il supporto. Premettendo che secondo me tutto va periodizzato, perché se lo prendo tutti i giorni, il corpo si impigrisce e si perde efficacia.

Uno degli esempi di shot di barbabietola presenti sul mercato in boccettine
Uno degli esempi di shot di barbabietola presenti sul mercato in boccettine
Queste sono prassi adottate ormai in tutte le squadre?

Secondo me, chi prima chi dopo, ci si arriva tutti. Anche se la squadra ha medici e nutrizionisti preparati, ogni volta che un corridore cambia squadra, diffonde le competenze del team da cui proviene. Lui racconta, il nuovo team si informa e alla fine tutti fanno le stesse cose.

Nella tua dimensione di ricercatrice c’è questa voglia di andare a scovare questo tipo di supplementi?

Sicuramente sì, tuttavia serve un contatto col mondo scientifico, nel senso che l’intuizione può arrivare dal campo, perché spesso la pratica arriva prima della teoria, però per comprovare l’intuizione serve il mondo accademico. Un aspetto che secondo me manca tanto nel ciclismo attuale, che invece alcune squadre hanno. L’appoggio del mondo accademico potrebbe essere lo step che ti fa fare il salto di qualità e di farlo prima degli altri.

In un grande Giro i succhi contenenti nitrati si usano prima delle tappe, ma anche durante
In un grande Giro i succhi contenenti nitrati si usano prima delle tappe, ma anche durante
La differenza fra chi innova e chi si allinea, insomma…

Quando 13 anni fa Sky ha iniziato a usare i nitrati, aveva un vantaggio che gli altri ancora non avevano. Poi ci sono arrivati anche gli altri. Noi abbiamo alle spalle l’Università australiana e stiamo lavorando a una collaborazione che ci permetta di avere vantaggi nei prossimi anni. Stiamo cercando di creare una sinergia che al momento è ancora parziale, perché gli australiani sono più concentrati sul ciclismo su pista che sulla strada. Ma questo è un fronte cui Brent Copeland (team manager della Jayco-AlUla, ndr) tiene moltissimo, perché ne ha capito proprio l’importanza.

Abbiamo frugato nelle tasche dei corridori…

01.08.2023
5 min
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Questa volta abbiamo letteralmente frugato nelle tasche dei corridori! Cosa ci mettono prima di partire? Ad offrirci le tasche, appunto, sono stati Cristian Scaroni e Mattia Cattaneo.

Al Tour de Pologne il corridore dell’Astana-Qazaqstan ci ha fatto vedere come si parte prima di una frazione non troppo dura. Nelle sue tasche ci sono tre barrette, un incarto con la stagnola, un gel e chiaramente le borracce, che il massaggiatore sta giusto preparando a ridosso del via.

Cristian Scaroni, prima del via al Giro di Polonia prepara con cura le sue scorte
Cristian Scaroni, prima del via al Giro di Polonia prepara con cura le sue scorte

Parte solida

Con Scaroni partiamo dalla parte solida, che in questo momento, appunto quello che precede il via e la prima metà della corsa, è la parte dominante. Se non altro perché tendenzialmente è la parte che viene consumata per prima.

«La tappa – spiega Scaroni – non è troppo impegnativa e si prevede che non ci sarà un grandissimo dispendio energetico. Il quantitativo dei rifornimenti che avete visto è per le prime due ore, massimo due ore e mezzo. Poi infatti prenderemo il sacchetto».

Le tasche di Scaroni contengono un bel po’ di cibo, specie se si pensa che è “solo” per le prime due ore. Cristian ci spiega come vanno presi i singoli prodotti e soprattutto con quale cadenza.

«Ognuno – dice il bresciano – ha la sua strategia nutrizionale. In previsione di una partenza che in teoria non dovrebbe essere troppo veloce, prenderò una barretta proteica nella prima ora e poi andrò a consumare le altre due prima del rifornimento. E così la rice cake (che era quell’involucro nella carta stagnola di cui vi dicevamo, ndr)».

Resta dunque il gel. Scaroni conferma la nostra ipotesi e cioè che è una sorta di gel di sicurezza. Se si dovesse partire forte e quindi bruciare di più, o se non dovesse prendere il sacchetto al rifornimento, se una parte del contenuto dovesse cadere… un gel in tasca c’è.

«Ma soprattutto – spiega – quel gel fa comodo nel caso in cui la corsa dovesse diventare più dura all’improvviso. A quel punto servirebbero più zuccheri e si farebbe più difficoltà a mangiare cibi solidi».

La parte liquida

Prima Scaroni ha parlato di rifornimento. E lì cosa troverà? Nel sacchetto ci saranno un paio di barrette, ma soprattuto gel, delle più masticabili rice cake e altre borracce con le maltodestrine e la caffeina pensando al finale di corsa. A volte, va detto, il corridore non mangia proprio tutto: qualcosa getta strada facendo.

«Ho una borraccia di sali e una di maltodestrine, integratori che ci fornisce Named – spiega Scaroni – Ognuno di noi identifica col proprio nome la borraccia, perché ognuno ha delle composizioni diverse: c’è chi vuole più malto e chi più fruttosio. Io per questa tappa che, ripeto, è abbastanza facile, non metto troppi zuccheri quindi: faccio due borracce di malto. E queste due vanno bene per tutta la tappa».

Scaroni opta per 40 grammi di malto e 20 di fruttosio. A queste due borracce si aggiunge dell’acqua liscia. Questa entra in scena quando terminerà la prima borraccia.

Cristian prosegue: «La prima borraccia che solitamente assumo è quella dei sali. A quel punto la sostituirò con una di acqua semplice che andrò a prendere all’ammiraglia. Di solito preferisco prendere prima i sali, soprattutto in questo Tour de Pologne in cui non fa molto caldo, ma la cosa è soggettiva».

Tappa più dura?

Tutto quello che ci ha detto Scaroni va bene se la frazione è abbastanza facile. Ma se invece l’altimetria è un po’ più esigente, come si fa? Cosa varia? A spiegarcelo è Mattia Cattaneo. Anche il corridore della Soudal-Quick Step ci apre le sue tasche.

La questione è molto soggettiva, spiegava Scaroni, infatti Cattaneo non prende il sacchetto e parte con le tasche piene per coprire l’intera frazione. Punta molto più sui gel, se ne contano ben tre al via. Ma qualcosa integrerà anche con le borracce che prenderà lungo la strada dai massaggiatori.

«Parto – dice Mattia – con tre gel da 45 grammi di carbo l’uno e due caramelline che ne contano quasi 30. A questo aggiungo una borraccia da 90 grammi da un’ora e mezza. Ma nelle tappe più esigenti aumento un po’ i carbo. Quindi una borraccia l’ora da 60 grammi di carbo per arrivare ai 110 grammi l’ora con il gel o la mezza barretta. Ma personalmente mi aiuto molto con le caramelle che si deglutiscono facilmente».

Cattaneo parla poi del rifornimento. Non lo prende quasi mai perché lo ritiene pericoloso, specie nel ciclismo moderno. Senza contare che si va spesso forte.

«Preferisco partire con tutto il necessario nelle tasche. Il rifornimento è sempre un momento delicato. Alla fine con tre barrette in più sei apposto per tutta la tappa. Eccetto alla Sanremo… in cui dovresti partire con lo zainetto!».

L’integrazione di Tadej: carbo, caffeina e succo di barbabietola

18.07.2023
4 min
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SAINT GERVAIS MONT BLANC – La cronometro individuale di oggi, come ci ha detto ieri Adriano Malori, potrebbe essere decisiva. Va preparata a puntino sotto ogni aspetto. Da quello tecnico a quello alimentare e dell’integrazione. Lo staff di Tadej Pogacar ieri era a pieno regime in tal senso. I meccanici erano sulle bici e i nutrizionisti già pensavano al piano alimentare per oggi.

Gorka Prieto-Bellver è appunto il nutrizionista della UAE Emirates e sa bene che in tutto ciò gioca un ruolo centrale l’integrazione. Il loro partner ufficiale è Enervit. Prieto-Bellver ci mostra come e quali sono gli integratori principali che entrano in gioco oggi pomeriggio e come questi si conciliano con l’alimentazione.

Ricordiamo che è una crono particolare: viene dopo il giorno di riposo, è esplosiva ma non si può andare a tutta dall’inizio alla fine. Ed in più il caldo si fa sentire anche a queste latitudini. Non è insopportabile, ma c’è. Senza contare che è elevato il tasso di umidità.

Gorka Prieto-Bellver, nutrizionista della UAE Emirates, team che lavora con Enervit
Gorka, come si prepara a livello di alimentazione e integrazione questa cronometro?

Iniziamo alla mattina. Gli prepariamo un succo di barbabietole che contiene un’alta quantità di nitrati. Questi aumentano il flusso sanguigno e sono ideali per una crono così corta ed esplosiva. Poi fanno una colazione un po’ diversa.

Cosa intendi?

Sostanzialmente che è minore per quantità. Mangiano le stesse cose degli altri giorni (cerali, omelette…, ndr) ma di meno proprio perché ci sono da fare meno ore. E la stessa cosa a pranzo (riso e piccolissime dosi di proteine, ndr). A quel punto prendiamo Enervit Isocarb.

Quando lo prendono di preciso?

All’inizio del riscaldamento. Noi glielo prepariamo con del ghiaccio, come fosse una granita, anche per rinfrescare i ragazzi. Assumono una borraccia preparata con 50-60 grammi di carboidrati in rapporto 2:1, glucosio e fruttosio. Successivamente prendono anche la caffeina durante il riscaldamento. Pronti per spingere meglio poi durante la gara.

E’ noto che lo sloveno soffre il caldo, l’integrazione dei sali minerali è importantissima per lui
E’ noto che lo sloveno soffre il caldo, l’integrazione dei sali minerali è importantissima per lui
Anche per la caffeina: quando e quanta ne prendono?

La assumono 45′-50′ prima dello sforzo e la prendono in base al peso del corridore. Noi ci regoliamo sui 3 milligrammi per chilo.

Questa Gorka è senza dubbio una crono particolare. Ieri in conferenza stampa Pogacar stesso ha detto che si aspetta una durata di circa 25′ quindi è corta, ma non cortissima, in più viene dopo il giorno di riposo. Cosa cambia per il nutrizionista in tal senso?

Alla fine cambia poco, cambiano solo le quantità di cibo. Abbiamo aggiustato le grammature di cibo per ognuno dei nostri atleti sempre in base al peso e quanto hanno fatto oggi (ieri per chi legge, ndr), vale a dire una pedalata di circa un’ora e mezza.

E dopo la crono come si rientegra?

Prima utilizziamo gli integratori, quindi maltodestrine e proteine, e poi integriamo con il cibo che normalmente c’è a tavola, le cui quantità variano in base alla tappa fatta.

Durante il riscaldamento pre-crono, l’integrazione vive un passaggio fondamentale (foto Instagram)
Durante il riscaldamento pre-crono, l’integrazione vive un passaggio fondamentale (foto Instagram)
Invece alla vigilia per quanto riguarda l’integrazione cosa hanno preso?

Il magnesio di Enervit, un ottimo prodotto. Ed è una cosa che facciamo sempre, non solo per la crono, anche perché questo li aiuta a rilassare il muscolo.

Per quanto riguarda l’idratazione cosa vedremo? Avranno la borraccia?

E’ da valutare. In teoria fino a 40′-45′ non hanno bisogno d’integrazione, anche perché già partono col pieno. Ma dipende anche da cosa dice il biomeccanico: serve o no, in base anche a chi fa la crono forte, se serve ridurre il peso oppure no. Ma in quel caso mettiamo dell’acqua o al massimo un po’ di Isocarb. Ma, ripeto, se questa crono è inferiore ai 45′ non serve prendere carboidrati.

Contro il caldo arrivano le SuperHydro Tabs

15.07.2023
3 min
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L’estate, ma soprattutto il caldo, ci costringono ad una maggiore cura dell’alimentazione e dell’integrazione una volta in bici. Allenarsi ad alte temperature diventa complicato ed il corpo ha bisogno di un maggior sostegno. Generalmente in questo periodo dell’anno si preferisce accantonare i cibi solide a favore dell’integrazione liquida. EthicSport porta il suo supporto anche a questo campo, grazie alle SuperHydro Tabs. 

Le Tabs di EthicSport aiutano l’atleta a reintegrare i liquidi e gli elettroliti dopo sforzi ad alta intensità
Le Tabs di EthicSport aiutano l’atleta a reintegrare i liquidi e gli elettroliti dopo sforzi ad alta intensità

Idratazione

Bere diventa importante durante gli allenamenti, ma non basta solamente l’acqua, si deve passare anche attraverso degli integratori. Le SuperHydro Tabs di EthicSport sotto questo aspetto sono un ottimo prodotto. Si tratta di un integratore idrosalino in compresse, che non contiene zuccheri aggiunti. La loro formulazione speciale consente un’ottima idratazione, aumentando l’assorbimento di acqua durante l’allenamento, anche ad alta intensità. 

Il corretto bilanciamento tra sodio, potassio, magnesio, calcio e cloro permette di avere una soluzione che apporta 487 milligrammi di elettroliti, per compressa. Mentre, le vitamine B1, B2 e B6 contribuiscono a ridurre il senso di affaticamento e aiutano a mantenere il normale livello di metabolismo energetico.

Ogni Tabs apporta 487 milligrammi di elettroliti
Ogni Tabs apporta 487 milligrammi di elettroliti

Utilizzo e dati

Le SuperHydro Tabs sono un prodotto indicato per chi svolge attività fisica ad alta intensità e per un periodo prolungato. La loro funzione principale viene svolta durante l’attività, aiutando l’atleta a reintegrare liquidi ed elettroliti. La vitamina B1 contribuisce anche alla normale funzione cardiaca, mentre la B6 aiuta alla normale formazione di globuli rossi. 

EthicSport consiglia di sciogliere una SuperHydro Tabs in circa 500 millilitri d’acqua e di assumere il prodotto ad intervalli regolari di 15-20 minuti.

L’integrazione delle SuperHydro Tabs diventa fondamentale per farsi trovare pronti nel finale della corsa (foto Rodella)
L’integrazione delle SuperHydro Tabs diventa fondamentale per farsi trovare pronti nel finale della corsa (foto Rodella)

L’esperienza di Villa

Giacomo Villa, atleta della Biesse Carrera utilizza i prodotti di EthicSport durante le gare e gli allenamenti (nella foto di apertura Villa durante il GP Capodarco).

«Le SuperHydro Tabs ci vengono fornite quando inizia a fare caldo – racconta – personalmente le utilizzo sia prima della gara che durante. Nel tratto di trasferimento che dall’hotel ci porta alla partenza sciolgo una Tabs in una borraccia. Questo mi aiuta ad idratarmi al meglio prima della partenza. Una volta in gara, invece, utilizzo questo prodotto in abbinamento con le maltodestrine. Sono un ottimo supporto, soprattutto nella parte finale della corsa. Aiuta a prevenire i crampi e senti il muscolo che rimane sciolto, non si contrae. Altra cosa fondamentale: è un prodotto che si riesce a gestire bene, le dosi sono già pronte nelle Tabs ed in più il gusto è piacevole».

EthicSport